19 April, 2024
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L’azione promozionale intende favorire la fruizione integrata di tutti i siti riuniti attraverso uno sconto per i visitatori che scelgano di visitarne più di uno nella stessa annualità 2021. Ciascun biglietto di ingresso consentirà di ottenere uno sconto per visitare gli altri siti. L’azione di rete, oltre proporre al visitatore un’offerta unitaria, grazie alla comunicazione integrata consentirà di amplificare la visibilità di ciascun sito.

I siti protagonisti dell’iniziativa, promossa dai soggetti gestori col benestare delle rispettive amministrazioni comunali, sono i seguenti:

  • Santadi (Sémata soc. coop.): Sistema Museale (Area archeologica di Pani Loriga, Museo Civico archeologico, Museo etnografico “Sa Domu Antiga”
  • Gonnesa (Ass. Villa Conesa): Nuraghe Seruci
  • Flumimaggiore (Start Uno soc. coop.): Tempio di Antas e Museo etnografico “Il Mulino”
  • Siliqua (Antarias soc. coop.):  Castello di Acquafredda

Nel complesso l’offerta culturale risulta molto variegata, atta a soddisfare le esigenze di un pubblico ampio e diversificato. Ricopre un arco temporale molto ampio, offrendo al visitatore uno spaccato completo della storia millenaria del territorio. Anche le modalità di fruizione sono varie, per le diverse caratteristiche dei siti, che vanno dai monumenti archeologici, alle aree archeologiche, ai musei archeologici ed etnografici.

I siti aderenti

Il Sistema Museale di Santadi riunisce il Museo Civico Archeologico, il Museo Etnografico “Sa Domu Antiga” e l’Area archeologica di Pani Loriga, interessati da una gestione unitaria a cura di Sémata soc. coop. che ne garantisce comuni standard qualitativi, espositivi, divulgativi e promozionali. L’offerta culturale abbraccia un ampio arco cronologico, dalle fase neolitiche di frequentazione del sito alle forme di vita tradizionali rappresentate nel museo etnografico, passando attraverso i documenti materiali del museo archeologico. Quest’ultimo, concepito come ‘Museo del territorio’, custodisce i reperti provenienti dai principali siti archeologici del basso Sulcis. Il sito di Pani Loriga presenta una vasta collina ricoperta di olivastri secolari che racconta cinquemila anni di storia sarda, dalla necropoli a “domus de janas” al nuraghe Diana, per arrivare alle oltre 150 sepolture fenicie indagate e alla necropoli e all’architettura urbana straordinariamente conservata della fase punica. Infine, il museo etnografico, ospitato in un edificio nel centro del paese risalente agli inizi del Novecento, che rispecchia per caratteristiche tipologiche e strutturali la casa contadina tradizionale del Basso Sulcis. Gli arredi e gli oggetti, organizzati secondo percorsi tematici, documentano l’economia e i modi di vita tradizionali, permettendo di approfondire l’identità culturale locale e del territorio.

Il Complesso nuragico di Seruci si estende per ben sei ettari nel territorio di Gonnesa, ed è costituito da nuraghe complesso, antemurale, esteso villaggio di capanne e una Tomba di Giganti. Era di certo un nuraghe complesso, penta o esalobato, la cui costruzione iniziò presumibilmente a fine XIV secolo a.C., nel Bronzo recente, e la cui vita si protrasse sino al X a.C., nel Bronzo finale. Il relativo villaggio, risalente al Bronzo finale, è uno dei più grandi dell’intera Sardegna con oltre cento capanne circolari suddivise in sei isolati. È stato scavato e indagato un isolato costituto da 14 ambienti disposti attorno a un cortile centrale: si tratta della tipica struttura abitativa dell’ultima fase nuragica. Oltre la capanna delle riunioni, è presente il tempio, dove sono stati rinvenuti resti di sacrifici rituali, il focolare sacro e la ‘capanna delle terme’ con il bacile centrale pieno d’acqua, nel quale venivano immerse le pietre roventi per sprigionare il vapore. Arrampicata sulla collina prospiciente il complesso, vi è una Tomba di Giganti, luogo di sepoltura al servizio del villaggio.

Area archeologica di Antas. L’importanza del sito è data indubbiamente dalle vestigia del luogo di culto romano unico nel suo genere in Sardegna, ma ripercorrendone la storia ritroviamo le testimonianze della civiltà nuragica; furono loro a utilizzare per primi la valle come luogo sacro con le sepolture ad incinerazione, sono state rinvenute inoltre tre tombe a pozzetto dell’età del ferro (tardo periodo nuragico). Al di sotto della gradinata d’accesso al Tempio Romano sono visibili i resti del luogo di culto cartaginese (500 a.C.), innalzato in onore della divinità punica Sid Addir Babay. Il famoso Tempio romano, citato dal celebre geografo egiziano Tolomeo, risale al I secolo a.C., fu più volte rinnovato fino ad arrivare al grande restauro testimoniato dall’iscrizione situata sulla parte sommitale dell’edificio che conferma la collocazione cronologica al III secolo d.C. e l’adorazione del Dio Sardus Pater Babai.

Il Museo etnografico “Vecchio Mulino ad acqua Licheri”. Il museo etnografico è stato allestito all’interno dell’antico mulino ad acqua del ‘700, costruito sulla sponda del Rio Mannu, le cui acque venivano utilizzare per azionare la macina idraulica. La struttura conserva le caratteristiche delle tipiche abitazioni con i grossi muri in “ladiri” (mattoni di fango e paglia) e il tetto con le canne. Attualmente sono allestiti undici spazi espositivi comprendenti oltre al mulino e alla parte esterna, varie stanze che conservano oggetti legati alla pastorizia, agricoltura ed antichi mestieri come ad esempio il fabbro, il falegname e il ciabattino, ma la parte più significativa è incentrata sulle varie fasi della produzione e lavorazione del grano. Un viaggio a ritroso nel tempo con curiosità e storie che, renderanno più reali gli antichi mestieri ancor vivi e importanti nei ricordi dei nostri nonni.

Il Castello di Acquafredda è un’importante testimonianza di struttura fortificata di epoca medioevale, che si innalza su un colle di origine vulcanica sviluppandosi per un’altezza di 256 metri sul livello del mare. Il sito denominato “Domo Andesitico di Acquafredda”, è stato istituito a Monumento Naturale dalla Regione Sardegna. Dal ritrovamento di una bolla Papale datata 30 luglio 1238, si ritiene che il Castello esistesse già in quella data, ma è opinione diffusa attribuire la sua costruzione al celebre nobile pisano Ugolino Della Gherardesca conte di Donoratico sin dal 1257, anno in cui divenne Signore della Sardegna sud-occidentale dopo la caduta del Giudicato di Cagliari. Caduto in disgrazia, il conte fu imprigionato a Pisa nella torre dei Gualandi poi chiamata “Torre della Fame” dove morì nel 1288. Le vicende del conte Ugolino sono divenute illustri grazie ai versi di Dante Alighieri nella Divina Commedia: «La bocca sollevò dal fiero pasto quel peccator…» che troviamo nel XXXIII canto della Cantica dell’Inferno.

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Breve Villa di chiesa 0

Giovedì 8 giugno 2017, dalle ore 17.30, la Sala conferenze dell’Archivio Storico Comunale di Iglesias, ospiterà il convegno “Studi sul Breve tra passato e futuro”, organizzato dall’assessorato della Cultura del comune di Iglesias, in collaborazione con il Dipartimento di Storia, Beni culturali e Territorio dell’Università degli studi di Cagliari e l’Istituto IPIA G. Ferraris di Iglesias. 

Interverranno il sindaco di Iglesias, Emilio Gariazzo; l’assessore della Cultura del comune di Iglesias, Simone Franceschi; il soprintendente archivistico per la Sardegna Cecilia Tasca su “150 anni di studi sul Breve di Villa di Chiesa: dal Baudi di Vesme ai giorni nostri”; la prof.ssa Bianca Fadda e il dottor Roberto Poletti (Università degli Studi di Cagliari) su “Nuovi studi sul Breve di Villa di Chiesa: aspetti codicologici e paleografici”; l’Istituto IPIA “Galileo Ferraris”.

I lavori saranno coordinati dalla dott.ssa Daniela Aretino e dalla dott.ssa Giorgia Marcia.

Il Breve di Villa di Chiesa è il documento più importante custodito dall’Archivio Storico Comunale di Iglesias.

E’ un prezioso esempio di statuto cittadino, nel quale ben si colgono: la storia medievale di tutto un territorio, la figura del conte pisano Ugolino della Gherardesca, fondatore della città mineraria e suo dominatore nel periodo più antico della sua esistenza come città medievale, le basi del governo aragonese della città.

Nel 1327 il Codice venne approvato e corretto da Alfonso d’ Aragona che dominò la città dopo i pisani.
L’Amministrazione comunale, in occasione del 690° da quella data, intende festeggiare anche quest’anno la ricorrenza dell’8 giugno 1327, data in cui l’Infante Alfonso d’Aragona, dopo la conquista di Villa di Chiesa, ratificò il Breve, per iniziare a cogliere i frutti del convegno dello scorso anno a proposito del rilancio degli studi sul prezioso codice di leggi cittadino.

Grazie al prezioso lavoro di studio del Dipartimento di Storia, beni culturali e territorio della Facoltà di Studi Umanistici dell’Università degli Studi di Cagliari, infatti, sarà possibile apprezzare e gustare qualche novità sul Breve di Villa di Chiesa.

A fine convegno, nella suggestiva piazza Municipio, si terrà la fedele ricostruzione di un banchetto medievale, con piccola degustazione, sempre a cura dell’IPIA – Percorso di Istruzione di II livello per Adulti – Indirizzo Enogastronomia e Ospitalità Alberghiera, coordinato dalla responsabile prof.ssa Claudia Schirru e dal prof. Angelo Ferraro, docente del Laboratorio di servizi eno-gastronomici/cucina.

 

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castello di Salvaterra 8774-castello_salvaterra

«… e in un niente tocca il fondo. Che non è il fondo del mare. Perché in tutta questa storia il mare è solo uno sfondo, il fuoco è nell’uomo.»

A Cagliari, quartiere Marina, chi non conosce il capopesca Antonio Melis? Tutti sanno chi è, tutti lo stimano e i suoi pescatori per primi gli vogliono un bene dell’anima. Perché Antonio Melis è un uomo onesto e un padrone buono, più un padre che un padrone. Anche ora che in mare non esce più e la sera ne sta seduto lì sul bastione, a controllare i suoi uomini e le sue barche dall’alto. Ma un giorno passa un “vento” maledetto che lo travolge e in un niente se lo porta via: il volo di Antonio Melis dal bastione è stata una disgrazia, lo dicono tutti. E ci credono tutti. Tutti tranne il figlio, un ragazzo che passa vent’anni a cercare un perché. Vent’anni di buio, di vuoto e di tempo sospeso. E intanto il ragazzo si fa uomo. Finché una sera dentro la sua testa una luce si accende, un’altra si spegne e tutto il resto che viene gli viene così, naturale: e in un niente tocca il fondo. Che non è il fondo del mare. Perché in tutta questa storia il mare è solo uno sfondo, il fuoco è nell’uomo (testo di Andrea Rosas).

Sergio Atzeni (1952-1995), giornalista e scrittore, è semplicemente uno di quelli che non smetterà mai di mancarci. Lo spettacolo è liberamente tratto da un racconto contenuto nella raccolta “I sogni della città bianca” Ed. Il Maestrale, (2009).

Andrea Rosas – Laureato in Lettere all’Università di Cagliari, è un insegnante di scuola secondaria: qui, oltre alle attività professionali di base, cura anche progetti educativi di avviamento alla lettura espressiva, alla narrazione e al teatro, attraverso laboratori rivolti agli allievi, finalizzati principalmente alla Didattica della Storia tramite il recupero del valore dell’oralità e delle micro-biografie. Autore di poesie, reading (“Ovunque tu sia, Storia di un uomo che divideva il pane”, dicembre 2011), racconti brevi (“Mozzicone”, Pettirosso Editore, 2012) ri-scritture e incursioni narrative in ambiti musicali (dal 2012 collabora con il gruppo “Zirichiltaggia” – Tributo a De André), segue diversi laboratori intensivi di formazione teatrale (a cura di Lucilla Giagnoni, Laura Curino e Pierapaolo Piludu) dopo i quali si avvicina sempre di più al teatro di narrazione e, in qualità di attore e autore, inizia a collaborare con “La Cernita” di Carbonia (con sede teatrale a Bacu Abis), diretta dall’attrice e regista Monica Porcedda, compagnia per la quale mette in scena: – “Confessioni di un’anima dannata” per una rilettura della figura del conte Ugolino della Gherardesca nell’Inferno di Dante con le musiche live di Gianluca Pitzalis. Da L. Sciascia, “Il lungo viaggio”: il racconto dell’emigrazione alla Merica con il commento musicale di Gerardo Ferrara. Nel 2015 “La hora della verdad: Andata e ritorno dalla guerra di Spagna”,  liberamente ispirato a “L’antimonio” di L. Sciascia. Regia di Monica Porcedda. Musiche originali di Gianluca Pitzalis. Nel 2016 “Nulla succede per caso” – una storia cagliaritana sul bene e sul male, Liberamente ispirato al racconto “Il vento soffia, dai bastioni” di Sergio Atzeni, con la regia di Monica Porcedda.

Il medesimo spettacolo verrà replicato il 10 settembre, alle ore 21.15, a Portoscuso, presso la Tonnara Su Pranu. La rassegna si concluderà a Cagliari, il 15 ottobre, con lo spettacolo “Ventuno” di e con Monica Porcedda, voce e percussioni di Gerardo Ferrara, in collaborazione con l’Anpi di Cagliari.

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Il Breve di Villa di Chiesa è il documento più importante custodito dall’Archivio Storico Comunale di Iglesias. E’ un prezioso esempio di statuto cittadino, nel quale ben si coglie, oltre la storia medievale di tutto un territorio, anche la grandezza politica del conte pisano Ugolino della Gherardesca, fondatore della città mineraria e dominatore della città nel periodo più antico della sua esistenza come città medievale. Il Codice venne approvato e corretto da Alfonso di Aragona, il quale dominò la città dopo i pisani, nel 1327, data alla quale risale l’unico esemplare a noi giunto.

L’Amministrazione comunale di Iglesias intende festeggiare ogni anno l’8 giugno 1327, data in cui l’Infante Alfonso d’Aragona, all’indomani della conquista di Villa di Chiesa, ratificava il Breve di Villa di Chiesa.

Per l’occasione, quest’anno, sarà organizzato il convegno “Studi sul Breve tra passato e futuro” con lo scopo di rilanciare gli studi sul prezioso codice di leggi cittadino. Interverranno la dott.ssa Sabrina Mingarelli, soprintendente Archivistica per la Sardegna, la dott.ssa Celestina Sanna terrà la relazione “La condizione della donna nel Breve di Villa di Chiesa“, la dott.ssa Sara Ravani relazionerà su “Edizione e studio linguistico del Breve”, la prof.ssa Bianca Fadda e il dottor Roberto Poletti (Università degli Studi di Cagliari) parleranno di “Notai, mercanti e giuristi al servizio del Breve”. Appuntamento alle ore 18.00 in Archivio Storico in Via delle Carceri.

Il convegno sarà preceduto, alle ore 17.00, dalla rappresentazione scenica in Piazza Municipio di alcune “scene dal Breve” con la collaborazione delle Associazioni Medievali della città.

In occasione della “Festa del Breve” sono in programma visite guidate al Breve di Villa di Chiesa nei giorni 7, 9-11 giugno alle ore 10.00, 12.00 e 16.30. Info e prenotazioni al 0781-24850. L’iniziativa è coordinata dalla dott.ssa Daniela Aretino e dalla dott.ssa Giorgia Marcia.