27 April, 2024
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La trentunesima edizione del festival “Ai Confini Tra Sardegna e Jazz” arriva alla quarta serata che, come tutto il programma dall’associazione culturale Punta Giara, ha come tema centrale l’eredità musicale zappiana e il modo in cui quest’ultima può essere espansa attraverso il linguaggio improvvisativo del jazz.

Il primo set della serata è una produzione originale dell’ensemble Rubatong che ha voluto intitolare questo progetto “Zappa’s Umbrella”. La band è guidata del bassista Luc Ex, musicista di formazione blues e sperimentale al tempo stesso. Ex ha costruito un ensemble capace di avere queste caratteristiche racchiuse in esso. Con l’aiuto di Han Buhrs (voce, elettronica), Tatiana Koleva (vibrafono, percussioni), Renè Van Barneveld (chitarre) il bassista ci guiderà in un percorso esteso fra composizione contemporanea e free-rock alternando suggestioni cinematografiche, grandi spazi improvvisativi ed improvvisi cambi di direzione che spiazzeranno anche l’ascoltatore più smaliziato.

Il secondo concerto è un progetto originale di Andrea Massaria, in questa occasione seguito da un ottetto di grande impatto. L’idea di “Zappa Speach Project” nasce dalla consapevolezza che Zappa non ha lasciato un segno solo nella musica contemporanea ma ha stupito il mondo con le sue parole affilate. Il geniale compositore non si è mai rifiutato di rivelare la sua idea sulla società, specialmente quella americana bigotta ed armaiola, né di criticarla oltre che nelle sue canzoni anche attraverso lunghe interviste.

Massaria con la sua chitarra ed un particolare ottetto composto da Danilo Gallo (basso ed effetti), Bruce Ditmas (batteria), Cristiano Calcagnile (batteria), Giovanni Mancuso (piano), Pasquale Mirra (vibrafono), Walter Prati (live electronics), Patrik Lechner (live electronics) hanno musicato queste parole e le proporranno come un messaggio di Zappa al mondo che è venuto e che verrà.

La serata è stata inserita nel cartellone della trasmissione, in diretta televisiva RAI dall’Aquila, per la raccolta fondi che serviranno alla ricostruzione del Teatro Giuseppe Garibaldi di Amatrice, andato distrutto nel terremoto che ha colpito il piccolo borgo abruzzese pochi giorni fa. Durante le serate del festival sarà presente un banchetto che raccoglierà i contributi di tutti coloro che vorranno sostenere questa iniziativa.

Allegato, l’album fotografico della terza serata che ieri ha deliziato il pubblico in Piazza del Nuraghe.

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Si è conclusa sabato sera, sul palco del Palanuraghe di Sant’Anna Arresi, la XXIX edizione del Festival Internazionale “Ai confini tra Sardegna e Jazz”, organizzato dall’Associazione Culturale Punta Giara con il patrocinio di Regione Sardegna, assessorati al Turismo e Pubblica Istruzione, Ministero dei Beni Culturali, Gestione Commissariale dell’ex provincia di Carbonia Iglesias, della Fondazione del Banco di Sardegna, delle amministrazioni comunali di Sant’Anna Arresi e San Giovanni Suergiu e la sponsorizzazione di Cantina Mesa di Sant’Anna Arresi e Cooperativa Pescatori di Arborea.

 

La rassegna, iniziata il 18 dicembre e proseguita fino al 21, per poi ripartire il 27 ed andare avanti ininterrottamente fino all’altra sera, nell’ultima serata ha proposto due spettacolari band jazz, devote all’improvvisazione e alla sperimentazione. Il duo composto da Louis Moholo-Moholo e Alexander Hawkins si è cimentato in uno scambio culturale, una performance dedicata all’improvvisazione sospesa tra gli energici slanci del piano di Hawkins e la straordinaria gamma dinamica delle percussioni di Moholo-Moholo. Nonostante rappresentino due distinte generazioni di musicisti – Moholo-Moholo, maestro affermato e veterano di innumerevoli registrazioni fondamentali e band passate alla storia della musica; Hawkins, membro di una generazione molto più giovane ma la cui audacia e visione musicale lungimirante hanno contraddistinto come una delle forze maggiori della scena odierna – il duo ha sviluppato un rapporto speciale durante gli ultimi anni, che lo rende un interessante anello di giunzione tra il trascorso del jazz e le avanguardie odierne.

A chiudere il festival, in esclusiva per l’Italia, è stata l’ElectroAcoustic Septet di Evan Parker, un ensemble molto speciale, composto da Evan Parker al sassofono, Peter Evans alla tromba, Walter Prati al computer, Marco Vecchi alle proiezioni audio, Paul Obermayer e Richard Barrett alle elettroniche live e Steve Noble alla batteria. ElectroAcoustic è un progetto iniziato nel 1990 con lo scopo di esplorare in tempo reale i limiti dell’elaborazione dei segnali, nell’ambito dell’improvvisazione musicale. L’obiettivo di Parker è approfondire l’attuale percezione dell’arte dei suoni, in un discorso aperto tra strumenti classici ed elaborazioni digitali. Il settetto sottopone strumenti e computer a test di creatività in tempo reale, mettendo alla prova le capacità di libera improvvisazione del digitale contro l’umano. All’evolversi della tecnologia digitale gli ElectroAcoustic rispondono cercano nuovi metodi e possibilità per sfruttarne le sonorità ancora non considerate o esplorate a pieno.

La XXIX edizione del festival va in archivio e l’associazione culturale Punta Giara già pensa alla prossima che sarà quella del trentennale. C’è già una certezza rappresentata dal ritorno alla programmazione estiva. Dopo questo esperimento forzato, dettato da ragioni organizzative e dal ritardo nella definizione della programmazione dei contributi regionali, il festival ritroverà la sua naturale e storica collocazione a cavallo tra i mesi di agosto e settembre.

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Gran finale, questa sera, per la ventinovesima edizione del festival internazionale “Ai Confini tra Sardegna e Jazz”, organizzato dall’Associazione Culturale Punta Giara con il patrocinio di Regione Sardegna, assessorati al Turismo e Pubblica Istruzione, Ministero dei Beni Culturali, Gestione Commissariale ex-provincia di Carbonia Iglesias, comune di Sant’Anna Arresi e della Fondazione Banco di Sardegna.

A chiudere la storica rassegna jazz di Sant’Anna Arresi saranno altre due spettacolari band jazz, devote all’improvvisazione e alla sperimentazione. I concerti inizieranno come di consueto alle ore 21:00 all’interno del Palanuraghe, situato accanto al comune di Sant’Anna Arresi. Il duo Louis Moholo-Moholo e Alexander Hawkins si cimenterà in uno scambio culturale, una performance dedicata all’improvvisazione sospesa tra gli energici slanci del piano di Hawkins e la straordinaria gamma dinamica delle percussioni di Moholo-Moholo. Nonostante rappresentino due distinte generazioni di musicisti – Moholo-Moholo, maestro affermato e veterano di innumerevoli registrazioni fondamentali e band passate alla storia della musica; Hawkins, membro di una generazione molto più giovane ma la cui audacia e visione musicale lungimirante hanno contraddistinto come una delle forze maggiori della scena odierna- il duo ha sviluppato un rapporto speciale durante gli ultimi anni, che lo rende un interessante anello di giunzione tra il trascorso del jazz e le avanguardie odierne.

A chiudere il festival, in esclusiva per l’Italia, l’ElectroAcoustic Septet di Evan Parker, un ensemble molto speciale, composto da Parker al sassofono, Peter Evans alla tromba, Walter Prati al computer, Marco Vecchi alle proiezioni audio, Paul Obermayer e Richard Barrett alle elettroniche live e Steve Noble alla batteria. ElectroAcoustic è un progetto iniziato nel 1990 con lo scopo di esplorare in tempo reale i limiti dell’elaborazione dei segnali, nell’ambito dell’improvvisazione musicale. L’obiettivo di Parker è approfondire l’attuale percezione dell’arte dei suoni, in un discorso aperto tra strumenti classici ed elaborazioni digitali. Il settetto sottopone strumenti e computer a test di creatività in tempo reale, mettendo alla prova le capacità di libera improvvisazione del digitale contro l’umano. All’evolversi della tecnologia digitale gli ElectroAcoustic rispondono cercano nuovi metodi e possibilità per sfruttarne le sonorità ancora non considerate o esplorate a pieno.

Louis Moholo-Moholo, Alexander Hawkins, Evan Parker, Peter Evans, grandi nomi del jazz per una serata conclusiva in grande stile, un’altra pietra miliare nel lungo curriculum del festival “Ai Confini tra Sardegna e Jazz”.

“Ai confini tra Sardegna e Jazz” è organizzato dall’Associazione Culturale Punta Giara con il patrocinio di Regione Sardegna, assessorati al Turismo e Pubblica Istruzione, Ministero dei Beni Culturali, Gestione Commissariale ex-provincia di Carbonia Iglesias, Fondazione Banco di Sardegna, amministrazioni di Sant’Anna Arresi e San Giovanni Suergiu e la sponsorizzazione di Cantina Mesa di Sant’Anna Arresi e Cooperativa Pescatori di Arborea.