26 April, 2024
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Il Contamination Lab dell’Università di Cagliari (CLab-UniCa) guida da pochi giorni il Network CLab Italia.

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Il Contamination Lab dell’Università di Cagliari (CLab-UniCa) guida da pochi giorni il Network CLab Italia. Ovvero, il Miur (ministero Istruzione, università e ricerca) ha prima valutato le performance delle strutture nate per favorire cultura d’impresa in ambiti multidiscplinari. Per poi dare la palma d’oro e il ruolo di capofila nella nascente rete nazionale al format e allo staff guidato da Maria Chiara Di Guardo, direttore scientifico del progetto. Ma non solo. Il CLab UniCa ha vinto il bando per sviluppo e perseguimento delle proprie attività nell’Ateneo cagliaritano. Il 3 luglio viene pubblicato il bando per la selezione della quinta edizione del CLab-UniCa, che avrà inizio a ottobre.

Si tratta di un riconoscimento conquistato sul campo. Ma anche il premio per un lavoro certosino e “contaminante” maturato negli anni.

Il Miur ha pubblicato la valutazione delle proposte per la creazione dei Contamination Lab nelle università italiane e per il loro inserimento in una rete nazionale. L’Italian CLab Network deve favorire l’acquisizione di nuove competenze volte allo sviluppo di progetti di innovazione a vocazione sociale ed imprenditoriale, in relazione con i punti di forza degli atenei e dei territori. Al contempo, dovrà contribuire alla creazione di un ecosistema imprenditoriale, creare riflessione e know-how legato alla diffusione della cultura di impresa.

Il CLab UniCa capofila dell’Italian CLab Network sarà un “incubatore di CLab”. Raccoglierà al suo interno e metterà in connessione tra di loro i Contamination Lab. Previste attenzioni anche per i Contamination in divenire. I CLab dei vari atenei saranno i nodi locali di un unico progetto con una piattaforma nazionale teso a valorizzare il brand CLab con una strategia coerente.

Lo sviluppo dell’Italian CLab Network prevede nove punti chiave: 1) piattaforma digitale di condivisione per facilitare lo scambio di informazioni e le connessioni tra CLab; riferimento per dialogo e confronto con gli utenti delle diverse realtà italiane con la creazione di una rete e community attiva. La piattaforma garantirà la condivisione di informazioni, documenti, materiale didattico, webinar; la partecipazione a competizioni e a challenges organizzate con i partner dei CLab; co-progettazione di azioni integrate, sviluppo competenze e interazione in rete con altri soggetti pubblici e privati interessati a far crescere e valorizzare i CLab a livello nazionale; 2) video-conferencing tra i CLab, tesa a promuovere attività in co-presenza dei partecipanti e interazione continua tra gli studenti; 3) creazione “cassetta degli attrezzi” su metodologia di co-costruzione peer-to-peer (studenti-docenti da pari a pari) e su forme di apprendimento innovative; 4) condivisione strumenti di governance e trasferimento degli stessi, anche amministrativi, necessari per un efficace funzionamento dei percorsi progettuali; 5) trasferimento best practices tra i Clab, amplificando il valore ottenuto da ciascuno di essi; 6) comunicazione esterna per promuovere il lavoro dei CLab e narrare le attività di una “generazione Clabber” in crescita ed attiva sui territori; story-telling regolare delle attività in progress e di quelle concluse, un brand unico al quale legare il nome della città di riferimento per il racconto e la trasferibilità delle esperienze e la riconoscibilità e identità del progetto nazionale; 7) condivisione funzionamento e risultati ottenuti (monitoraggio); 8) attrazione di ulteriori risorse private per il funzionamento dei CLab, garantendo un adeguato contatto con il mercato e i venture capitalist; 9) attività di supporto per le Università che attiveranno in itinere e nei prossimi anni altri CLab, al fine di facilitarne e velocizzarne le fasi di avvio.

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