26 April, 2024
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I consiglieri regionali del Partito Democratico hanno inviato oggi una lettera al presidente della Regione Christian Solinas per sollecitare la riapertura delle attività ippiche in Sardegna.
Dopo aver rammentato che l’indotto del settore ippico in Sardegna da sostentamento ad oltre 5mila famiglie, i consiglieri del PD hanno messo in evidenza come l’attività ippica, per il suo svolgimento, risponda appieno ai requisiti per la ripresa contenuti nel DPCM della cosiddetta “Fase 2”.
Per questo motivo, non esistendo ulteriori motivi ostativi, i consiglieri hanno formulato la richiesta che il settore dell’ippica, che in Sardegna conta moltissimi estimatori, possa riavviare la propria attività sin dal 18 maggio prossimo.
Non si tratta, infatti, solo di dare ossigeno ad una attività ormai al collasso, ma anche di difendere un settore che fa parte dei tratti identitari del popolo sardo e per il quale i sardi sono conosciuti ed apprezzati a livello nazionale, vedi Palio di Siena, ed internazionale.

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«Il Governo ha riconosciuto l’autonomia delle Regioni nella gestione della Fase 2 dell’emergenza. Una fase particolarmente complessa sulla quale eserciteremo le nostre scelte di allentare – in sicurezza – le restrizioni in atto e tenendo conto, in particolare, della specificità della nostra Isola anche in relazione alla ridotta circolazione del virus.»

Lo ha detto il presidente della Regione Christian Solinas, al termine della riunione di stasera in videoconferenza col Premier Giuseppe Conte alla quale hanno partecipato i Governatori.

«Dal 18 maggio si potranno quindi aprire sotto la nostra responsabilità gli esercizi al dettaglio in base alle esigenze del territorio e della popolazionesottolinea il presidente della Regione -. Il Governo avanzerà – come nel caso delle aperture di bar e ristoranti – delle proposte che verranno integrate da quelle delle Regioni avendo riguardo delle specifiche caratteristiche del territorioprosegue Christian Solinas –. Nel corso della riunione abbiamo manifestato l’esigenza di un accordo tra lo Stato e le Regioni a Statuto speciale per trovare una soluzione alla riduzione del gettito fiscale – stimata in circa 700 milioni di euro – determinata dall’emergenza.»
«La Regione attualmente copre per conto dello Stato spese per alcuni servizi essenziali, tra i quali quelli legati alla sanità e al trasporto pubblico locale che difficilmente potranno essere coperti a causa del minor gettito dovuto al lockdown», conclude il presidente Christian Solinas.

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Ripartiti i fondi per le Università con una dotazione complessiva di 26 milioni e 350mila euro per l’esercizio finanziario 2020. «Si tratta sottolinea il presidente della Regione, Christian Solinas -, degli interventi previsti dal Fondo Globale di sostegno al sistema universitario, per i livelli di didattica e di alta formazione offerti alla popolazione studentesca. Contributi a favore delle Università di Cagliari e di Sassari per gli oneri sostenuti per il personale universitario impiegato nelle attività didattiche. Un impegno importante da parte della Giunta regionale ha aggiunto il presidente della Regioneal fine di garantire e assicurare l’avvio dei corsi di formazione e qualificazione professionale di figure di educatore professionale socio-pedagogico e per il conseguimento delle specializzazioni per le attività di sostegno, in particolare quelle relative al personale universitario impiegato nelle attività didattiche.»

Il 65% dello stanziamento, pari a 17 milioni e 127 mila euro, a favore dell’Università degli Studi di Cagliari e il 35%, pari a 9 milioni e 222 euro, a favore dell’Università degli Studi di Sassari. L’assessore Andrea Biancareddu ha inoltre confermato che il MIUR ha mantenuto lo stesso contingente di posti, autorizzati per ciascun Ateneo con decreto ministeriale per l’anno accademico 2019/2020 lo stesso contingente: 240 posti all’Università degli Studi di Cagliari e 150 posti all’Università degli Studi di Sassari.

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Il presidente della Regione, Christian Solinas, ha diffuso pochi minuti fa, tramite l’ufficio stampa, la nota esplicativa ed interpretativa per l’attuazione delle ulteriori misure straordinarie urgenti di contrasto e prevenzione della diffusione epidemiologica da Covid-2019 nel territorio regionale della Sardegna di cui all’ordinanza n. 20 del 2.05.2020.

Sono pervenute diverse richieste di chiarimenti interpretativi in ordine ad alcuni articoli contenuti nell’ordinanza n. 20 del 02.05.2020, che si rendono mediante la presente nota esplicativa.

SPOSTAMENTI NEL TERRITORIO REGIONALE (Riferimento Art. 1)

  • Per gli spostamenti giustificati nel territorio regionale, nel caso avvengano con mezzo di trasporto proprio, il distanziamento interpersonale previsto nell’art. 1 non rileva tra soggetti conviventi a bordo del medesimo.
  • Nel caso in cui non si disponga di un mezzo privato ovvero non si abbia la patente di guida o non si sia autosufficienti è consentito farsi accompagnare da un parente o una persona incaricata di tale trasporto da e verso la propria abitazione, anche tenuto conto dell’esigenza di limitare quanto più possibile l’utilizzo di mezzi pubblici. Nel rispetto di tali condizioni, anche lo spostamento dell’accompagnatore è giustificato.
  • Tra le situazioni di necessità per le quali è possibile spostarsi oltre i confini del proprio Comune di residenza/domicilio/abitazione è ricompresa l’esigenza di fare la spesa. Di norma, la spesa deve farsi preferibilmente in esercizi ragionevolmente prossimi alla propria casa, anche se ricadenti in Comuni diversi da quello di residenza/domicilio/abitazione. Pur non essendo previsto uno specifico limite territoriale degli spostamenti per tale finalità, un allontanamento consistente dal luogo di residenza/domicilio/abitazione è consentito solo in presenza di specifiche ragioni che lo rendano necessario.

TRASFERIMENTI DA E PER LA SARDEGNA (Riferimento Art. 2)

  • Il rientro nella propria residenza, domicilio e abitazione, non è suscettibile di valutazione, tuttavia è necessaria l’autorizzazione del Presidente della Regione, al momento della partenza e dell’arrivo al solo fine di monitorare l’osservanza del periodo di permanenza domiciliare in isolamento fiduciario.
  • Nel caso di rientro autorizzato presso il proprio domicilio/abitazione/residenza, provenendo da un’altra Regione, non saranno più consentiti spostamenti al di fuori del territorio regionale, fatti salvi i restanti motivi legittimi di spostamento indicati nell’articolo.

ATTIVITÀ MOTORIE E SPORT INDIVIDUALI ALL’ARIA APERTA (Rif. Artt. 4 e 5)

  • Si intendono autorizzati gli spostamenti sui mezzi pubblici o privati, all’interno del proprio comune, per lo svolgimento delle attività motorie all’aria aperta.
  • I cittadini possono svolgere attività motoria nell’ambito del proprio Comune o Città Metropolitana.
  • La previsione dell’accompagnatore, per i minori e per le persone non completamente autosufficienti, costituisce deroga allo svolgimento individuale dell’attività motoria o sportiva, e non obbligo di accompagnamento.
  • L’attività motoria all’aperto è consentita solo se è svolta individualmente, salvo che non si tratti di persone conviventi. In caso di attività come la corsa a piedi o in bicicletta, si deve rispettare la distanza interpersonale di almeno due metri; per le semplici passeggiate il distanziamento può limitarsi ad un metro. In ogni caso sono vietati gli assembramenti.
  • Al fine di svolgere l’attività sportiva individuale all’aria aperta, è consentito anche spostarsi con mezzi pubblici o privati per raggiungere il luogo individuato per svolgere tali attività. Gli spostamenti finalizzati all’esercizio degli sport individuali all’aria aperta sono consentiti sull’intero territorio regionale ai fini del raggiungimento dei rispettivi centri sportivi o dei luoghi di pratica degli stessi. Per gli sport individuali da praticarsi in mare è autorizzato il transito nella spiaggia e nella battigia (combinato disposto art. 5 e art. 26).

DISCIPLINE SPORTIVE NON INDIVIDUALI (Riferimento Art. 6)

  • Per gli atleti di discipline sportive non individuali, riconosciute dal CONI e dal CIP, si applica il DPCM 26.04.2020.

CURA, ALLENAMENTO E ADDESTRAMENTO CAVALLI (Riferimento Art. 7)

  • Non è consentito lo spostamento degli animali da strutture diverse da maneggi, ippodromi o proprietà private, per attività che non siano legate alla salute e al benessere dell’animale o ad altre attività esplicitamente consentite.

MANUTENZIONE SECONDE CASE (Riferimento Art. 10)

  • I pernottamenti funzionali alle attività consentite nello stesso articolo non comportano un “trasferimento stabile”.

AGENZIE IMMOBILIARI, PRATICHE AUTO (Riferimento Art. 16)

  • L’articolo si interpreta nel senso che tra le pratiche connesse al settore automobilistico sono ricomprese anche le pratiche burocratiche espletate dalle Autoscuole, ferma restando – al momento – la sospensione delle attività teoriche e di istruzione pratica alla guida delle stesse. Pertanto, limitatamente all’espletamento di tali pratiche burocratiche e nel rispetto delle prescrizioni di cui all’art. 14 dell’ordinanza.
  • La visita degli immobili affidati alle agenzie immobiliari è consentita esclusivamente previo appuntamento, mantenendo il distanziamento interpersonale ed indossando idonee protezioni delle vie respiratorie e guanti. L’accesso è limitato, fino al 17 maggio 2020, ad un solo rappresentante dell’agenzia ed un solo cliente ed esclusivamente ad immobili nei quali non abiti nessuno da almeno 14 giorni.

PESCA SPORTIVA (Riferimento Art. 20)

  • L’espressione “pesca sportiva” contenuta nell’art. 20 è da interpretare in senso ampio e non tecnico. Pertanto, in essa devono ricomprendersi le pratiche ed attività comunemente definite di pesca “amatoriale” o “ricreativa”. In tutti i casi, l’esercizio della pesca sia subacquea, da terra o a lenza da natante, imbarcazione o nave da diporto può essere praticata in forma individuale, con divieto di assembramento e obbligo di distanziamento personale.
  • La pesca sportiva, subacquea, da terra o a lenza da natante, imbarcazione o nave da diporto può essere praticata nell’ambito del territorio regionale;
  • Per praticare la pesca sportiva da terra è consentito l’accesso in spiaggia compresa la battigia (combinato disposto art. 20 e art. 26);
  • Per ragioni di sicurezza, in caso di esercizio della pesca subacquea, è consentita – preferibilmente con un familiare convivente – la pratica in due persone, salva l’osservanza delle norme di distanziamento, igiene e prevenzione relative al Covid-19.
  • Per la pesca su unità da diporto superiori a sei metri, è consentita la contemporanea permanenza a bordo di uno o più familiari conviventi in ragione delle dimensioni dell’unità. Nel caso di soggetti accompagnatori non conviventi, l’imbarco è subordinato all’idoneità del natante, imbarcazione o nave da diporto al mantenimento del distanziamento interpersonale di due metri, fatti salvi il divieto di assembramento e gli obblighi di igiene e prevenzione relativi al Covid-19.

«A nome dei Vescovi della Sardegna esprimo piena soddisfazione per la ripresa, dal 18 maggio, della celebrazione della Santa Messa comunitaria nelle parrocchie, in seguito alla firma del Protocollo CEI – governo nazionale. Come Vescovi interpretiamo questo momento anche come un riconoscimento della fede del nostro popolo credente, che ha sempre desiderato un ritorno comunitario alla celebrazione eucaristica, impedito solo dalla necessità di tutelare la salute pubblica delle persone in un tempo di epidemia devastante. Ora che le condizioni della diffusione del virus sembrano allentarsi, difficile dimenticare chi ha perso la vita a causa del virus, tra i quali anche due sacerdoti. »

Mons. Antonello Mura, presidente della Conferenza Episcopale Sarda, ha accolto così l’annuncio della ripresa delle celebrazioni comunitarie.

«La notizia della firma nazionale è arrivata nel momento in cui con il presidente Christian Solinas erano state avviate le procedure per anticipare sul territorio regionale la stessa apertura, sulla base di un Protocollo comune ha aggiunto mons. Antonello Mura -. Doveroso quindi mettere in evidenza la sensibilità del Presidente, e riconoscergli di aver permesso con la sua Ordinanza del 2 maggio un confronto chiaro e un dialogo proficuo.»

«E’ certo che fino ad oggi abbiamo cercato di verificare se fosse stato possibile – anche prima del 18 maggio – la riapertura delle celebrazioni comunitarie. Abbiamo però dovuto prendere atto che le procedure richieste dal protocollo per il contenimento e la gestione dell’emergenza sanitaria – accesso ai luoghi di culto, misure di igienizzazione, indicazioni da osservare per le celebrazioni – richiedono un tempo che a livello organizzativo ci porterà ad essere pronti solo per il 18 maggio. In quel giornoha concluso mons. Antonello Muracondivideremo con le Chiese di tutta Italia una riapertura tanta attesa e molto gradita per il nostro popolo.»

 

 

 

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Dal 4 maggio il presidente della Regione Sardegna, Christian Solinas, ha firmato la nuova ordinanza che permette nuovamente sia la pesca sportiva che quella amatoriale. Per quanto riguarda la pesca professionale, invece, non c’è mai stata una fermata. Il settore, tuttavia, è stato notevolmente danneggiato dalla vicenda del Covid-19, sia per quanto riguarda la vera e propria attività di pesca sia in riferimento alla distribuzione ed alla commercializzazione del prodotto.
La forzata chiusura dei ristoranti ha rappresentato una delle maggiori ragioni di crisi del mercato, venendo a mancare uno dei motori principali della filiera. I costi di mantenimento e manutenzione delle barche e delle attrezzature, non hanno di certo aiutato. La riduzione del venduto è stata superiore al 40%.

«Il crollo del mercato è coinciso con un momento di ripresa della pesca, dopo il periodo invernalespiega Roberto Savarino, presidente Confcooperative FedAgriPesca Sardegna -, solo alcuni sono riusciti a salvarsi, a volte portando il pesce a casa o consegnandolo alla Caritas, come è avvenuto nel Nord Sardegna. Ma non è bastato.»

In particolare sofferenza, il settore dei mitili. Dice ancora Roberto Savarino: «I produttori di ostriche sono sul lastrico. Il consumo principale è nella ristorazione. Essendo bloccata quella, si è bloccato tutto. Nel frattempo le ostriche continuano a crescere e quando raggiungono certe taglie hanno un valore molto inferiore, non hanno più mercato.»

Le cozze, al contrario, sembrano aver subito meno danni. Il loro consumo non si è, infatti, quasi modificato, sebbene si sia rilevata, comunque una riduzione.
Mauro Pintus, armatore della barca da pesca Alessandro P., conferma le parole di Roberto Savarino: «Dopo due mesi si riprende. Anche se noi potevamo uscire a pesca, eravamo penalizzati perché qua non veniva nessuno, quindi diventava difficile vendere anche una cassetta di pesce. Abbiamo lavorato veramente poco, se non niente. In due mesi  avrò fatto tre o quattro uscite. Lavoravano un po’ i magazzini del pesce ma molto limitatamente. Appena un 10% di vendita. Speriamo di riuscire a riprendere presto».
La speranza è anche che arrivi qualche aiuto concreto da parte dello Stato.
«Stiamo chiedendo un aiuto sulla liquidità, anche in regime de minimisriprende Roberto Savarino -. Almeno che vengano risarcite una parte delle spese di gestione, in particolare il gasolio.»
Per quanto riguarda le agevolazioni già determinate aggiunge: «A livello nazionale, nel decreto Cura Italia, adesso convertito in legge, c’erano 100 milioni di euro (decreto legge del 17 marzo 2020, n° 18 “Cura Italia”, art.78 n.d.r.)  tra agricoltura e pesca, ancora da dividere. Per la pesca si parla di una cifra tra i 15 e i 20 milioni di euro, destinati al fermo di emergenza. Il problema è che facendo due conti sembra ne servano almeno 45».
Le cose sono cambiate anche per quanto riguarda il fermo d’emergenza, da sempre destinato solo alle barche a strascico ma da quest’anno aperto anche alla piccola pesca. Tuttavia, non sono ancora ben chiare le regole per l’accesso e la destinazione dei fondi e, soprattutto, mancano i soldi. Intanto, si aspettano ancora i pagamenti del fermo pesca del 2017. La speranza è che il nuovo decreto, che dovrebbe uscire a maggio, tenga in considerazione anche questo settore. Si aspetta un nuovo incontro tra le organizzazioni e l’Assessorato, il secondo dopo quello avuto qualche giorno fa, svoltosi in videoconferenza.
«Ci siamo ridati un appuntamento da definire come dataprosegue il presidente di Confcooperativemagari dopo la presentazione di un disegno di legge di cui ci ha parlato l’assessore. Però non ne vediamo traccia, non è ancora arrivato in maniera ufficiale in consiglio regionale, quindi non lo conosciamo, non sappiamo le misure che ci sono e che son previste anche per il settore pesca. Per cui siamo in attesa.»
Quali sono le richieste da parte vostra? «Passando dalla pesca marittima a quella lagunare – conclude Roberto Savarino chiediamo che si prenda atto di una normativa nazionale che sposta di 15 anni la conclusione delle concessioni demaniali ai fini di pesca e di acquacoltura».

Federica Selis

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Scorrendo l’elenco dei Comuni destinatari delle indennità previste dal bando regionale “Programma di Sviluppo Rurale 2014/2020”, destinate a favore delle zone soggette a vincoli naturali o ad altri vincoli specifici, il comune di Masainas ha scoperto di non essere più compreso tra le zone svantaggiate della Sardegna.

Il sindaco Ivo Melis ha inviato una nota al presidente della Regione, Christian Solinas, all’assessore dell’Agricoltura Gabriella Murgia, ai consiglieri regionali, alla V Commissione e, per conoscenza, al Consiglio comunale di Masainas, nella quale sottolinea che nei Piani di Sviluppo Rurali precedentemente pubblicati, il comune di Masainas risultava sempre collocato all’interno dell’elenco dei Comuni svantaggiati, così come i paesi limitrofi che continuano ad essere confermati tra quelli svantaggiati.

Ivo Melis chiede che il comune di Masainas venga ricompreso nell’elenco dei Comuni svantaggiati, se l’esclusione è legata ad un mero errore di compilazione del PSR 2014/2020 e dei suoi allegati, oppure se vi siano elementi, di cui non è a conoscenza, che abbiano determinato l’esclusione, ritenuta incomprensibile in ragione dell’omogeneità del territorio in cui è inserito il comune di Masainas.

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«Il presidente Christian Solinas e l’assessore Mario Nieddu riferiscano all’aula se sia stata verificata la possibilità annunciata dal presidente della commissione Sanità, Domenico Gallus, agli specializzandi biologi durante la loro audizione, di utilizzare i fondi POR Sardegna FSE 2014/2020 per finanziare le borse di studio per la frequenza delle scuole di specializzazione in discipline non mediche di area sanitaria, delle Università degli studi di Cagliari e Sassari, in riferimento a tutti gli anni accademici per ciascun indirizzo di corso.»

Lo chiede con un’interrogazione la segretaria del Consiglio regionale Carla Cuccu (M5S), in merito alla discriminazione degli specializzandi non medici di area sanitaria dall’assegnazione di una borsa di studio, che meritano la stessa attenzione e diritti normativi degli specializzandi delle Scuole di medicina.

Con L.R. del 6 marzo 2020, n. 6, è stata autorizzata per l’anno 2020 la spesa di euro 5.000.000 al fine di garantire ai professionisti sanitari di area medica l’accesso ad adeguati percorsi di formazione.

«Si sottolinea a tal proposito osserva Carla Cuccu che è risaputo l’impegno dell’attività delle Scuole di specializzazione e che il contratto di formazione specialistica per tale motivo è obbligatorio per legge, nonostante gli specializzandi medici non siano considerati normativamente “lavoratori dipendenti”, bensì specializzandi in formazione.»

«I sacrifici ed impegno prestati dagli specializzandi di area sanitaria non sono certamente meno importanti di quelli dei medici specializzandi e, non essendo anch’essi considerati né precari, né lavoratori, non hanno ricevuto nemmeno alcun sostegno economico rientrante nelle misure regionali previste per le difficoltà economiche causate dal Covid-19conclude Carla Cuccu -. Eppure i biologi, ad esempio, hanno svolto un ruolo essenziale nella lotta a questa pandemia, considerata la loro preziosa attività nei laboratori di analisi e diagnostica e gli onori ricevuti per essere stati protagonisti del primo isolamento del Coronavirus in Italia.»

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«La Regione si avvale da oggi, e per la prima volta, di un importante strumento tecnico che nel breve periodo permette di definire con RFI il miglior utilizzo della capacità attuale della rete ferroviaria sarda e nel contempo disegna il modello dei servizi futuri consentendo di programmare nel medio e lungo periodo gli interventi di sviluppo e potenziamento delle infrastrutture ferroviarie nell’Isola.»

Lo afferma il presidente della Regione Christian Solinas a margine della firma dell’Accordo Quadro tra Regione Sardegna e Rete Ferroviaria Italiana (Gruppo FS Italiane).

Nel documento vengono individuati differenti scenari dei servizi che sono in relazione agli investimenti già in corso sulla rete regionale, nonché ad ulteriori nuovi interventi da realizzare con l’obiettivo di garantire “l’impegno di capacità” oggetto dell’accordo.

L’impegno sottoscritto riveste una particolare rilevanza anche perché consente a RFI di individuare i fabbisogni da destinare, nell’ambito della sottoscrizione dei Contratti di Programma col ministero dei Trasporti, delle risorse specifiche che interessano la realizzazione delle infrastrutture e dei servizi per la Sardegna.

«Stiamo realizzando gli impegni di dotare la Sardegna di una rete efficiente e moderna di trasporto su rotaia, nonché di potenziare i servizi per rendere competitivo il nostro sistema di trasporti», sottolinea l’assessore dei Trasporti Giorgio Todde.

In particolare, nello “scenario di regime”, è prevista una sostanziale rivisitazione del modello di esercizio attuale che consente di garantire la velocizzazione dei servizi lungo la dorsale Cagliari-Olbia/Sassari, con tempo di percorrenza obiettivo a regime tra Oristano e Chilivani pari a 57 minuti, l’incremento della frequenza dei servizi da/per l’Iglesiente, con obiettivo di cadenzamento a 30 minuti lungo il tragitto Cagliari-Iglesias/Carbonia, il miglioramento delle condizioni di accessibilità nelle stazioni. Inoltre, viene previsto l’incremento dei livelli di integrazione sia con la rete regionale esistente nonché con altre modalità di trasporto.

A tal fine, tra i nuovi investimenti da avviare, in relazione ai servizi da sviluppare a regime, sono previsti, tra gli altri, il raddoppio della linea Villamassargia-Decimomannu, il potenziamento delle infrastrutture tra San Gavino Monreale e Ozieri/Chilivani, l’upgrading di tutta la rete ai più recenti e innovativi sistemi tecnologici, la realizzazione del collegamento tra Aeroporto di Olbia ed Olbia città e la nuova fermata di interscambio/scambio tra la linea regionale Sassari-Alghero e la linea Chilivani-Sassari-Porto Torres. L’Accordo Quadro, avrà una durata di cinque anni, prevedendo un incremento del volume dei servizi fino al 15 per cento nello scenario di regime a cui è riferito.

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«Gli accordi di partenariato che saranno formulati nell’ambito della politica di coesione 2021-2027 devono prevedere risposte proporzionate con le quali compensare gli svantaggi connessi alla condizione di insularità. Per questo obiettivo, Sardegna, Corsica, Baleari e Gozo avanzano da oggi richieste unitarie che tengono conto delle reali necessità dei territori insulari.»

Lo afferma il presidente della Regione Christian Solinas, che ha sottoscritto un documento insieme ai rappresentanti delle altre isole, proseguendo in questo modo un percorso unitario già avviato lo scorso anno: una piattaforma di cooperazione per strutturare iniziative comuni incentrate su problematiche, interessi e sfide comuni di vitale importanza per i territori insulari.

«Le Isoleprecisa il presidente della Regione chiedono all’UE di integrare la dimensione insulare nelle politiche comunitarie, conformemente agli artt. 174 e 175 del Trattato sul Funzionamento dell’Unione Europea, dove è indicato che l’Unione mira a ridurre il divario tra i livelli di sviluppo delle varie regioni con un’attenzione particolare rivolta alle regioni che presentano gravi e permanenti svantaggi naturali quali le regioni insulari.»

Nel documento sottoscritto, le quattro Isole Mediterranee si presentano alla Commissione europea con un’unica voce, chiedendo un trattamento specifico per i territori insulari nella politica di coesione europea.

«È necessariosostiene Christian Solinasadottare una prospettiva di programmazione su misura che includa realmente priorità specifiche proprie delle realtà insulari. Sono necessarie ulteriori misure politiche rivolte alle isole per affrontare le sfide territoriali, tra cui un regime di aiuti di Stato più flessibile per far fronte alle sfide più urgenti come trasporti, connettività digitale, reti energetiche, gestione delle risorse naturali.»

Altro capitolo decisivo è quello delle misure compensative legate alla discontinuità territoriale, in particolare su trasporti, infrastrutture materiali ed immateriali, regimi fiscali derogatori.

«È sempre più evidenteconclude il presidente Christian Solinas la necessità di proporre e sviluppare nuovi approcci politici che aiutino l’Unione europea a gestire l’insularità in modo più efficiente ed efficace rispetto al passato, e questo ci attendiamo si realizzi anche con l’introduzione di una clausola di insularità nella politica di coesione 2021-2027 attraverso adeguate misure compensative.»