27 April, 2024
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«Una legge inadeguata che non tiene conto della realtà sarda e non riavvicina le zone interne alle coste.» Così, la capogruppo di Forza Italia, Alessandra Zedda, ha bollato il testo unificato (approvato con i soli voti del centrosinistra nella Quarta commissione consiliare) in materia di urbanistica ed ha preannunciato la battaglia in Aula del centrodestra per migliorare «un provvedimento che ripropone solo un’altra serie di vincoli e divieti». «È una legge bandierina da sventolare in campagna elettorale – ha affermato il capogruppo Udc, Gianluigi Rubiu – che non tiene conto delle esigenze dei sardi né di quelle dei Comuni». Le ulteriori criticità – a giudizio dei rappresentanti dell’opposizione – riguardano l’assenza di norme per combattere lo spopolamento e la mancanza di una visione in favore dello sviluppo.

«La Sardegna ha bisogno della legge urbanistica – ha insistito il capogruppo FdI, Paolo Truzzu – ma il testo esitato dalla commissione introduce nuovi vincoli e ulteriori appesantimenti burocratici mentre svuota gli Enti locali delle competenze in materia di programmazione e pianificazione del territorio». «Non ci piace una legge fatta di “no” – ha fatto eco il consigliere del gruppo Misto, Paolo Dessì – con il pregiudizio che tutti siano speculatori e deturpatori del paesaggio».

Giovanni Satta (Psd’Az) ha insistito sul tema dello sviluppo e sulla definitiva cancellazione del piano casa: «Negli ultimi dieci anni abbiamo perduto circa 30.000 posti di lavoro nel comparto dell’edilizia e 15.000 da quando l’attuale maggioranza ha abrogato il piano casa». «La legge approvata in commissione non è tutta da buttare – ha però affermato il consigliere di Forza Italia, Antonello Peru – e la legge urbanistica manca ormai da tre legislature, la preoccupazione è rappresentata dalla possibilità che le norme inserite nel testo unificato restino senza concreta attuazione e dalla constatazione che sono in vigore alcune norme restrittive del vigente Ppr che devono essere invece modificate». «Ho partecipato al dibattito per il varo del Ppr nella legislatura guidata da Renato Soru – ha concluso Mariano Contu (Forza Italia) – ed oggi c’è la riprova che le denunce fatte allora, circa il rischio della perdita di migliaia di posti di lavoro in edilizia, erano fondate, così come sarà facilmente dimostrabile che, con la legge urbanistica voluta dal centrosinistra, in Sardegna, la crisi economica e occupazionale continuerà ancora».

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Otto consiglieri regionali di Forza Italia hanno presentato un’interrogazione, primo firmatario Marco Tedde, sulle procedure di realizzazione del nuovo ospedale di San Gavino Monreale.

Marco Tedde, Alessandra Zedda, Stefano Coinu, Mariano Contu, Giuseppe Fasolino, Antonello Peru, Edoardo Tocco e Stefano Tunis, chiedono di interrogare il presidente della Regione, Francesco Pigliaru, per conoscere quali siano le azioni che l’Amministrazione regionale intende avviare presso l’ATS affinché la grave crisi finanziaria nella quale versa la società Condotte controllante della società INSO, aggiudicataria del bando per la progettazione e realizzazione del nuovo ospedale di San Gavino Monreale, non determini la sospensione degli interventi per la realizzazione del nuovo nosocomio per un valore di oltre 40 milioni di euro.

 

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Il Consiglio regionale ha approvato le mozioni sulla mancata applicazione della riforma della Rete ospedaliera. In apertura di seduta il presidente ha riferito all’Aula che il gruppo di Fratelli d’Italia Sardegna ha cambiato nome in Fratelli d’Italia. I lavori sono iniziati con l’esame congiunto delle mozioni n. 424 (Cherchi e più) “in merito alla mancata applicazione del documento di ridefinizione della rete ospedaliera della Regione autonoma della Sardegna approvato dal Consiglio regionale nella seduta del 25 ottobre 2017 e agli atti adottati dalle Aziende sanitarie in contrasto con il documento, con richiesta di convocazione straordinaria del Consiglio ai sensi dei commi 2 e 3 dell’articolo 54 del Regolamento”; della n. 427 (Cossa e più) “sulla procedura di verifica di coerenza da parte del Ministero della salute della riorganizzazione della Rete ospedaliera della Regione ai sensi della legge n. 164 del 2014, con richiesta di convocazione straordinaria del Consiglio ai sensi dei commi 2 e 3 dell’articolo 54 del Regolamento”; l’esame dell’interpellanza n. 364/A presentata da Pierfranco Zanchetta (Cristiano popolari socialisti) “sulla necessità di fare chiarezza sullo stato di esecutività del piano di “Ridefinizione della rete ospedaliera” (da oltre 8 mesi in attesa del parere ministeriale) e sull’urgenza di dare attuazione alla riforma, compresi i presidi di zona disagiata, in essa disciplinati” e della mozione n. 435 (Tedde e più) “circa la discutibile e dannosa gestione delle problematiche sanitarie relative ai diabetici sardi e la richiesta di immediata rimozione dell’Assessore regionale dell’igiene e sanità e dell’assistenza sociale”.

Il presidente ha dato la parola ad Augusto Cherchi (PdS) per l’illustrazione della mozione 424, sottoscritta da esponenti della maggioranza e dell’opposizione. Il consigliere ha sottolineato che alla base della presentazione della mozione c’è la mancata attuazione della Ridefinizione della rete ospedaliera della Regione autonoma della Sardegna, nonostante il Consiglio regionale l’abbia approvata il 25 ottobre del 2017 e trasmesso il documento approvato dal Consiglio regionale al Ministero della salute per la prescritta verifica di coerenza. Augusto Cherchi ha evidenziato che l’assessore della Sanità, Luigi Arru, «ha ricordato al Consiglio regionale e alla competente Commissione consiliare permanente che il documento approvato dal Consiglio regionale, per esplicare i suoi effetti, necessita dell’esplicito riscontro positivo del Ministero rispetto alla verifica di coerenza». Il consigliere del Partito dei sardi ha poi aggiunto che l’assessore è stato sconfessato dal suo direttore generale che in commissione Sanità ha detto che la Riorganizzazione della rete ospedaliera è in vigore e operante dalla sua pubblicazione sul Buras l’11 dicembre 2017. Augusto Cherchi ha ricordato che «al presidente della Regione e all’Assessore regionale dell’igiene e sanità e dell’assistenza sociale è stata manifestata la necessità, diffusamente condivisa, che le aziende sanitarie regionali si astenessero dall’adottare atti organizzativi e/o amministrativi tali da porsi in contrasto con quanto previsto dal documento come approvato dapprima dalla competente Commissione consiliare e, successivamente, dal Consiglio regionale. Tuttavia – ha proseguito – si rileva l’adozione ex novo o il mancato ritiro in autotutela, di svariati atti delle aziende sanitarie, in evidente contrasto con la ridefinizione della rete ospedaliera approvata dall’istituzione rappresentativa della volontà del popolo sardo». Augusto Cherchi ha poi affronta il problema del Programma sanitario triennale «adottato dal direttore generale dell’ATS con deliberazione n. 1122 del 14 novembre 2017 nonostante, ad oggi, non sia stato ancora approvato dalla Giunta regionale previo parere della competente Commissione consiliare (come prescritto dall’articolo 7 della legge regionale n. 17 del 2016)».

Il consigliere di maggioranza ha evidenziato che nella sanità sarda regna confusione, disordine organizzativo, malcontento generale tra medici e pazienti, con ripercussioni sulla qualità dei servizi sanitari offerti. Augusto Cherchi si è poi soffermato sul tema dei malati diabetici che non hanno ricevuto il dispositivo per il controllo della glicemia come promesso dall’assessore. Il primo firmatario della mozione, infine, ha dichiarato che l’attività dell’assessore Luigi Arru è “politicamente censurabile” e ha annunciato che alla fine della seduta sarà presentato un ordine del giorno di censura politica dell’operato dell’assessore della Sanità.

Il presidente Gianfranco Ganau ha poi dato la parola a Michele Cossa (Riformatori sardi per l’Europa) per illustrare la mozione 427, sottoscritta anche da alcuni consiglieri della maggioranza.  L’esponente della minoranza ha spiegato che il testo cerca di fare chiarezza sull’attuazione del riordino della rete ospedaliera. «Questa rete è in vigore oppure no? E’ vero quello che ha detto l’assessore che deve aspettare la verifica di coerenza da parte del Ministero o ha ragione il direttore generale che dice che la ridefinizione della rete ospedaliera è vigente? Se è vigente cosa succederà se verranno chieste modifiche dal ministero e perché sono in piedi atti aziendali in contrasto con quanto previsto dalla rete ospedaliera?». Michele Cossa ha aggiunto che “quello che è successo nella sanità in questi anni è inverosimile” e che  “la riorganizzazione della rete è un intervento di primaria importanza, senza che però la Giunta abbia affrontato il problema della sanità territoriale”. Secondo il vice capogruppo dei Riformatori sardi «il risultato è che l’Ats non ha messo mano alla riorganizzazione dei servizi, regna il caos nella sanità territoriale, con personale distribuito in modo disomogeneo e con spostamenti continui dei dirigenti da un luogo all’altro». E ha aggiunto: «Definire la situazione caotica è poco». La sanità in Sardegna «si regge solo grazie al senso di abnegazione e di responsabilità di alcuni che, però, rischia di cedere». Michele Cossa ha detto di essere convinto che l’assessore non sia la causa della situazione attuale e che sia in perfetta buona fede, «ma dopo 4 anni e mezzo di Giunta però siamo arrivati a una situazione mai vista e ci sono responsabilità politiche». Sembra – ha continuato Michele Cossa – che lei su alcune cose non abbia controllo, che ci sia una parte dell’amministrazione regionale che decide in maniera autonoma, come per i farmaci equivalenti, decisione che sta mettendo in difficoltà le aziende sanitarie. Cossa ha chiesto chiarezza sulle intenzioni della Giunta sugli aspetti illustrati, ma anche «su quali siano le attività di riorganizzazione del sistema della continuità assistenziale e dell’emergenza urgenza, per adeguarli alle nuove esigenze sanitarie della popolazione, su quale sia la progettualità dell’Areus e sul ruolo dell’Ats nelle attività di committenza e nella centralizzazione dei servizi».

Il presidente Gianfranco Ganau ha dato la parola a Pierfranco Zanchetta (Cristiano popolari socialisti) per illustrare l’interpellanza 364. Il consigliere ha riaffermato la necessità di dare attuazione alla riforma della rete ospedaliera, da lui votata perché convinto potesse dare nuovo impulso e a migliorare la sanità nelle aree disagiate. Pierfranco Zanchetta ha affermato che «regna incertezza sull’esecutività della riorganizzazione della rete ospedaliera. E’ passato troppo tempo – ha detto – e oggi noi abbiamo necessità di risposte e certezze. Non è più rinviabile». Il consigliere ha poi ricordato cosa prevedesse la riorganizzazione per le aree disagiate: «Il Presidio di zona disagiata deve essere dotato: di un pronto soccorso presidiato H24 da un organico medico dedicato all’emergenza-urgenza, preferibilmente inquadrato nella disciplina specifica così come prevista dal decreto ministeriale 30 gennaio 1998 e, da un punto di vista organizzativo, integrato alla struttura complessa del DEA di riferimento che garantisce il servizio e l’aggiornamento relativo; di una unità di degenza di 20 posti letto di medicina generale con proprio organico di medici e personale sanitario non medico; di una chirurgia elettiva a media/bassa intensità di cura che effettua interventi in day surgery e/o week-surgery, con attività non prettamente di urgenza, ma che assicura, con proprio personale medico, anche attraverso l’istituto della pronta disponibilità, l’urgenza di bassa/intermedia complessità risolvibile in loco e che svolge la propria attività in stretto raccordo con il pronto soccorso. Il team chirurgico è in grado di disporre delle professionalità necessarie ad affrontare nelle 24 ore l’emergenza chirurgica secondo i protocolli di trattamento. L’area di degenza è organizzata in un unico modello di ricovero (con procedure di ricovero a ciclo continuo), dove è prevista un’area di degenza modulare (modulo di area medica e modulo di area chirurgica dotata di posti letto aggiuntivi) a sviluppo preferibilmente orizzontale; sono presenti un’area per gli esami di diagnostica di laboratorio; un servizio di radiologia con trasmissione di immagine collegata in rete al centro HUB o SPOKE più vicino, di anestesia, di farmaceutica e di emodialisi, un’emoteca, nonché gli ulteriori servizi specialistici di supporto alle attività internistiche e chirurgiche. L’Atto aziendale disciplina le modalità di rinforzo del Pronto soccorso negli ospedali di zona disagiata soggetti per stagionalità a forti variazioni di utenza. Negli ospedali di zona disagiata insulare sono assicurati tre posti letto tecnici aggiuntivi di pediatria; è confermato altresì il servizio di camera iperbarica».

Il presidente ha poi dato la parola a Marco Tedde (FI), per l’illustrazione della mozione 435. «Credo – ha detto – che oggi il Consiglio regionale si avvii a celebrare il crepuscolo della dignità della sanità sarda. Abbiamo mozione di sfiducia e una mozione di censura che sarà seguita da un ordine del giorno censorio che arriva da un gruppo di maggioranza. E’ un fatto di un peso politico straordinario. Assessore Luigi Arru ne deve prendere atto». Marco Tedde ha poi aggiunto che «questo quadro nasce a febbraio 2015 ricordo alcuni consiglieri di maggioranza tra i quali il presidente della Commissione Sanità avevano chiesto la rimozione dell’assessore della Sanità». Marco Tedde ha affermato che «la nostra mozione è di sfiducia anche se punta sul problema della patologia diabetica». Un problema che sta a cuore a tutta l’Assemblea e che l’assessore ha affrontato in maniera del tutto insufficiente con una gestione, secondo Tedde, inadeguata. Marco Tedde ha poi ripercorso la vicenda dell’acquisto dei sensori sottocutanei per la misurazione della glicemia, sottolineando in conclusione che «nonostante i nuovi dispositivi siano stati inseriti nel decreto del Presidente del Consiglio dei ministri 12 gennaio 2017, nei Livelli essenziali di assistenza ed abbiano ottenuto la medesima classificazione dei dispositivi tradizionali più costosi già in uso e distribuiti in convenzione dal SSN e regionale, i nuovi strumenti per la cura della patologia diabetica non vengono di fatto forniti gratuitamente ai pazienti sardi». E che «ad oggi l’Amministrazione regionale non ha assunto atti amministrativi idonei a far seguire i fatti alle parole e agli impegni assunti dall’assessore regionale dell’Igiene e sanità e dell’assistenza sociale. E che alla luce di quanto dichiarato dall’assessore regionale dell’Igiene e sanità e dell’assistenza sociale la mancata distribuzione dei nuovi dispositivi per il monitoraggio della glicemia dipende esclusivamente dalla mancanza di volontà politica da parte dello stesso assessore e dell’Amministrazione regionale». «Con questa mozione – ha detto Marco Tedde – impegniamo il presidente Francesco Pigliaru a prendere atto della discutibile e dannosa gestione delle problematiche sanitarie in Sardegna e, in particolare, di quelle relative ai diabetici sardi e revochi con decorrenza immediata l’incarico assessoriale con conseguente rimozione dell’assessore regionale dell’igiene e sanità e dell’assistenza sociale; di intervenire presso l’assessorato regionale dell’Igiene e sanità e dell’assistenza sociale allo scopo di dare seguito agli impegni assunti qualche mese fa dall’Assessore, circa la distribuzione gratuita ai diabetici sardi dei dispositivi per il controllo ed il monitoraggio della glicemia; e che anche in Sardegna, come in tutte le regioni italiane, siano rimborsati i nuovi farmaci per la cura del diabete di tipo 2 in grado di minimizzare le pericolose ipoglicemie».

Per il consigliere di Forza Italia c’è «una gestione complessiva della sanità sarda non dignitosa: lo dice anche una parte della maggioranza, lo dicono le associazioni degli ammalati, i medici e non». Marco Tedde ha esortato l’assessore a un atto di responsabilità: «Se si dimette ora avrà il nostro ringraziamento e di tutta la sanità sarda e dei pazienti sardi». 

Dopo l’on. Marco Tedde ha preso la parola l’on. Edoardo Tocco (FI), secondo cui «questo per l’assessore Luigi Arru è l’epilogo di una situazione della sanità sarda che ormai è arrivata al collasso e all’implosione. E’ il punto definitivo della legislatura, il punto di caduta della Regione: sarebbe meglio quasi evitare le sue dimissioni per arrivare alla distruzione definitiva, con noi sulla sponda del fiume ad aspettare. Sarebbe meglio se i colleghi della maggioranza parlassero in quest’Aula e non nei corridoi». L’oratore ha ricordato la vertenza Aias, «con 3 mila sardi senza stipendio da 11 mesi» e ha parlato anche della chiusura del reparto di Chirurgia Plastica al Brotzu «per favorire il policlinico universitario: posso essere anche querelato, non ho paura».

Sempre per Forza Italia è intervenuto l’on. Mariano Contu, che ha detto: «In tutti questi anni non ci avete mai dato idea di come si faccia una programmazione sanitaria che risponda ai bisogni della popolazione ed è ora del tutto normale che dalla maggioranza, dai banchi del Partito dei Sardi, arrivi questa richiesta di dimissioni. Fino a oggi avete soltanto disatteso gli atti di programmazione del Consiglio regionale».

Per l’on. Raimondo Perra (Socialisti), presidente della commissione Sanità, «è bene però ricordare che siamo partiti da un disavanzo spietato che raggiungeva quasi i 400 milioni e con il ministero che era già pronto a commissariarci. Se non ricordiamo questo diventa difficile affrontare il dibattito odierno: abbiamo rischiato la chiusura di 5 ospedali con l’applicazione del DM70, se solo il ministero avesse inviato un commissario». Per l’oratore «il Consiglio regionale ha già approvato la riforma della rete ospedaliera e la commissione ha fatto sforzi enormi ascoltando tutti e cercando di sardizzare i contenuti del DM70. Noi sappiamo che non è tutto a posto ma sappiamo anche che non esiste la riforma che accontenta tutti né esiste la riforma che subito dimostra la sua validità. Dobbiamo avere pazienza: siamo usciti da un tunnel».

Di opposto avviso Forza Italia, con l‘on. Stefano Tunis (FI) che ha premesso di «interpretare in modo preciso l’intento della mozione: serve processare un uomo ma le decisioni strategiche assunte dalla maggioranza e in ultima sede dal presidente della Regione». Per l’on. Stefano Tunis «è bene che il presidente Francesco Pigliaru sappia che sarà un altro il candidato presidente della Regione e lei che oggi pone la fiducia sarà indicato a breve come l’unico responsabile. Rassegni ora le dimissioni e liberi questa assemblerà dal peso: nessuno si spaventa se lei davvero si dimette oggi. Siamo qui per suggerirle con passione di fare questo e avere poi una campagna elettorale leale: a nessuno della attuale maggioranza sarà consentito dire che è venuto dallo spazio. Chi viene dopo di lei non potrà fare la vergine». Rivolto ai colleghi del Partito dei sardi ha detto: «Scegliere da che parte stare, se siete disposti a costruire un futuro diverso per quest’Isola».

Per l’on. Angelo Carta (PSd’Az) «non va bene cercare capri espiatori e l’analisi dei mali della Sanità sarda non ci consente di approcciare il tema come ragazzini davanti al primo sacramento. Nessuno è indenne perché tutti hanno usato la sanità, per fini legittimi ma che non sempre sono coincisi con gli interessi generali del popolo sardo. Non assolvo oggi Luigi Arru e Francesco Pigliaru, che hanno proceduto senza gradualità alla nascita dell’azienda unica della salute. Oggi avrei voluto indagare qui anche sulle responsabilità del dottor Fulvio Moirano, che non avete tenuto sotto controllo. Non voterò la mozione perché, ripeto, non credo nei capri espiatori ma resta tutta la responsabilità di tutta la maggioranza nell’aver fatto scelte del tutto sbagliate».

Ha preso poi la parola l’on. Marco Tedde (FI), che ha detto: «Nessuno può negare che siamo arrivato all’ultimo gradino dei valori della Sanità dell’ultimo decennio con liste d’attesa di 255 per una mammografia e 127 per una tac. E’ al collasso anche il sistema 118, che è la colonna portante della sanità, mancano decine di medici nelle postazioni medicalizzate. Nel mentre il deficit generale della Sanità sarda cresce: ci vuole chiarire l’assessore Luigi Arru quali sono i numeri economici esatti dello sfascio della Sanità sarda? Già nel 2015 la maggioranza aveva chiesto la rimozione dell’assessore: non è un caso”. Per il consigliere algherese “è del tutto inappropriata la gestione delle patologie diabetiche».

Per il Pd ha preso la parola il vice capogruppo, on. Roberto Deriu, secondo cui «il Consiglio avrebbe dovuto occuparsi della spesa sanitaria invece che occuparsi di quella malattia, di quella medicina mancante, di quell’affaruccio di periferia, perché ciò è fondamentale nella vita di un consigliere. Tutto ormai è purtroppo ridotto alla personalità dell’assessore o del presidente e noi, sia chiaro, non celebreremo un processo pre-giacobino in attesa che arrivino i giacobini che nei fatti stiamo invocando. Oggi celebriamo invece un processo alla nostra incapacità di essere assemblea legislativa e non siamo stati capaci nemmeno di leggere i dati economici della gigantesca spesa della Sanità sarda. Non considero utili argomenti come la rimozione di un assessore se non siamo stati in grado di dire ai sardi come sono stati spesi i soldi della Sanità, se si poteva risparmiare e come».

Per l’on. Giovanni Satta (Psd’Az) «sarebbe bello se il presidente Francesco Pigliaru andasse in giro per gli ospedali sardi a vedere come sono ridotti. A luglio del 2016 fu approvata la riforma sanitaria e io mi astenni per darvi fiducia. Ora posso dire che la vostra riforma è stato un disastro, nei pochi tratti in cui è stata applicata». Sull’elisoccorso l’on. Giovanni Satta ha detto: «Noi abbiamo un elicottero ogni 500mila abitanti e in Lombardia sono 9 milioni con cinque elicotteri. Non ditemi che noi abbiamo una geografia particolare perché in Lombardia, se è per questo, ci sono le Alpi e i laghi».

Per i Riformatori sardi è intervenuto l’on. Michele  Cossa, che ha invitato l’assessore Luigi Arru a fare lo speaker: «Lei si è distinto per annunci in questi anni, è stato bravissimo. Ma la realtà la contraddice perché quasi nulla di quello che ha annunciato è stato fatto. Per i primi tre anni è campato sui disastri che ha trovato e presumo che il suo successore per i primi tre anni camperà sui disastri lasciati da lei». L’ex sindaco di Sestu ha detto che «la gestione della Asl unica è disastrosa, mancano perfino i libretti pediatrici per i neonati. E’ tutto il sistema che si è incartato e abbiamo voglia noi di costituire commissioni di inchiesta se lei, assessore Arru, non mette mano ai problemi concreti. Siamo davanti a un’incompetenza manifesta in tanti settori della Sanità, spesso causate non da mancanza di fondi ma da incapacità organizzativa. E tutto questo produce un supplemento di pena inaccettabile per i malati e i loro familiari: vi rendete conto che per una colonscopia bisogna attendere 18 mesi? E’ allucinante quanto la situazione dell’Aias, dove le prestazioni aggiuntive sono imposte dall’Asl e poi contestate da chi le ha imposte».

Giorgio Oppi (Udc) ha parlato di “massima involuzione della sanità in Sardegna” ed ha affermato che “sono scontenti malati, medici e cittadini”. L’esponente della minoranza ha ricordato le “lunghe” liste d’attesa ed ha preannunciato il potenziamento del Cup “solo in prossimità delle scadenze elettorali”. GiorgioOppi ha criticato le scelte strategiche («la asl unica non è la soluzione per la sanità sarda») e ha definito “disordinata” la gestione del manager Ats. «La sanità sarda – ha tuonato il leader Udc – cade a pezzi e mancano persino i medici». Il consigliere scudocrociato ha inoltre criticato la politica degli annunci per l’apertura del Mater Olbia («abbiate il coraggio di dire che nel 2018 non si potrà aprire») ed anche la gestione della vertenza Aias («Fulvio Moirano ha scelto pessime persone nei posti più importanti»).

Emilio Usula (Rossomori) ha ricordato il voto contrario “alla riforma sanitaria perché  incoerente rispetto ai fabbisogni dei cittadini e dei territori”. Il consigliere che si è dichiarato “non in maggioranza ma non in sintonia con l’opposizione” ha annunciato il voto favorevole alla mozione n. 424 (Cherchi e più) ma non a documenti di sfiducia nei confronti dell’assessore. «Davanti a disservizi e carenze – ha però dichiarato Emilio Usula – abbiamo visto fare spallucce e persino le riunioni in commissioni sono state percepite dall’assessore soltanto come incombenze e non come momenti di confronto». Sulla vertenza Aias, Emilio Usula ha parlato di «contraddizioni e aspetti inquietanti» ed ha evidenziato la «situazione disperata in cui versano i 1.300 lavoratori»”.

Luigi Ruggeri (Pd) ha invitato il Consiglio a «ragionare sul merito degli argomenti» e non già a confrontarsi sulla sanità in generale e sulle politiche della giunta. L’esponente della maggioranza ha difeso l’operato dell’assessore in ordine alle iniziative per le cure del diabete («nel 2014 abbiamo la costituito la consulta diabetologia per mettere in rete esperienze vigenti nella regione») ed ha affermato che “il problema vero è quello dei farmaci biosimilari, considerato che la Sardegna è il luogo dove sono meno utilizzati».

«In troppi ormai parlano di malasanità – ha dichiarato Antonello Peru (Fi) – e nessuno della minoranza ha piacere di parlare di sfiducia e censura all’assessore». Il consigliere della minoranza ha ricordato la mozione discussa in Aula lo scorso 14 marzo e gli impegni disattesi dall’assessore sui misuratori della glicemia (free style e freestyle). Antonello Peru ha inoltre invitato l’assessore a fornire chiarimenti sugli annunciati tagli nella Medicina e Chirurgia dell’Aou di Sassari.

Eugenio Lai (Art. 1 – Sdp) ha dichiarato in apertura del sui intervento il voto contro la sfiducia: «Non è corretto addossare sull’assessore Luigi Arru le responsabilità di ciò che non va nella sanità sarda». Il consigliere del centrosinistra ha ricordato quella che ha definito «una drammatica eredità ricevuta dal centrodestra” ed ha evidenziato le “ormai prossime stabilizzazioni, i concorsi per assumere nuovo personale e l’attivazione dell’elisoccorso». Sul caso Aias, a giudizio di Eugenio Lai, l’assessore Luigi Arru «si è dimostrato coraggioso nell’interpretare la volontà del Consiglio regionale» e si è detto favorevole alla costituzione di una fondazione pubblica per garantire i servizi resi dall’Aias.

Particolarmente critico l’intervento del consigliere del Pds, Roberto Desini, che ha affermato di intervenire in Aula «da cittadino libero, da consigliere regionale libero che non ha in quota primari, né assunzioni, né trasferimenti di personale amico, né segnalazioni di imprese nelle forniture». Il consigliere della maggioranza ha ricordato l’attività di indirizzo e controllo condotta sulla Sanità (25 interrogazioni, 13 mozioni e 9 interpellanze) per affermare che «non c’è, dunque, da meravigliarsi, se i toni alle volte possono essere vibranti, perché conseguenze di atteggiamenti non corrispondenti alle sollecitazioni promosse in materia di sanità».

Ricordando l’affermazione dell’assessore Luigi Arru dell’agosto 2014 («non ho la maglietta di superman»), il consigliere Pds ha tuonato: «L’assessore, viste le bugie raccontate ai sardi, deve indossare quella di Pinocchio». Il consigliere Roberto Desini ha quindi rammentato con tono polemico le segnalazioni e le richieste di chiarimenti a suo tempo fatte, sugli interinali alla Asl di Sassari, sull’acquisto di macchinari obsoleti senza gara ed ha così concluso il suo duro intervento: «Le lacrime dell’assessore Luigi Arru in occasione dell’approvazione della riforma sanitaria ricordano da vicino quelle dell’ex ministro Fornero, mi auguro che per l’assessore non ci sia dunque un’altra esperienza politica».

Francesco Agus (Misto) ha criticato i termini della discussione («non è utile trattare tutti gli argomenti della sanità con tutti i consiglieri schierati nel gioco delle parti») ed ha affermato che «non tutte le criticità possono essere imputate all’azione politica di questa giunta e dell’assessore Arru». «L’eredità è stata pesante – ha dichiarato il consigliere della maggioranzae nonostante le difficoltà nessuno ha nostalgia dei manager che assumevano commercialisti o pensavano a gestire parcheggi negli ospedali». A giudizio di Francesco Agus il fallimento della commissione d’inchiesta sui costi della sanità è stata «un’occasione perduta per fare chiarezza sul sistema» ed ha ricordato le difficoltà nella gestione della sanità sarda anche per effetto dell’accordo sulle entrate ormai vecchio di dodici anni.

Luca Pizzuto (Art. 1 – Sdp) ha accusato la minoranza di dare «un’impostazione sbagliata alla discussione» e di avere sbagliato «la strategia perché ci costringe a difendere il fortino». Il consigliere della maggioranza ha evidenziato «la pesante eredità ricevuta dal centrodestra» e l’impegno della Giunta e del centrosinistra «per mettere a posto le cose». Luca Pizzuto ha ricordato la contrarietà del suo gruppo «per la rimodulazione del progetto Mater Olbia» e i risultati positivi nel frattempo raggiunti con lo sblocco dei concorsi Ats e la «messa in ordine della vertenza Aias». «Difendo con orgoglio il lavoro fatto con la riforma sanitaria – ha spiegato Luca Pizzuto – che ha impedito l’applicazione del decreto ministeriale che si darebbe abbattuto sull’Isola come una mannaia che avrebbe cancellato nove ospedali». Il consigliere ha quindi chiesto delucidazioni sull’iter ministeriale della riforma ospedaliera ed ha così concluso: «Ho elementi di delusione nella gestione della sanità sarda ma voterò contro la sfiducia e darò fiducia all’assessore nella speranza che le criticità possano essere risolte positivamente».

«Tra qualche il consigliere Pizzuto avrà modo di coordinare le strategie della minoranza», così il capogruppo FdI, Paolo Truzzu, ha aperto il suo intervento e replicato all’esponente di Art. 1 – Sdp. Paolo Truzzu ha quindi ricordato le criticità della sanità sarda ed ha posto l’accento sulle responsabilità «di chi governa ormai da quattro anni e mezzo». A giudizio di Truzzu «è stata sbagliata la scelta della Asl unica” ed ha criticato «quelli della maggioranza che sfilano in strada con la fascia tricolore contro l’Ats e poi vengono in Aula a difenderla». «Assumetevi le responsabilità delle vostre scelte – ha attaccato Paolo Truzzu – perché la vostra è stata una scelta folle che ha tolto alla politica il ruolo di controllore e avete commissariato l’assessore della sanità e il presidente della Giunta con la nomina del manager Moirano». Il capogruppo del centrodestra ha concluso il suo intervento ricordando, a titolo esemplificativo, la situazione in cui versa l’ospedale Brotzu di Cagliari.

Il capogruppo Upc, Pierfranco Zanchetta ha ribadito i concetti espressi nell’illustrazione dell’interpellanza ed ha invitato l’assessore «a passare dalle parole ai fatti con la piena applicazione della rete ospedaliera». «La riforma non è un disastro – ha precisato il consigliere della maggioranza – ma ha elementi qualificanti dell’offerta sanitaria, l’urgenza è dare attuazione a quella riforma e l’assessore non può lasciare quest’Aula senza assumere quest’impegno nella formalità degli atti e non solo con le parole».

Il capogruppo dell’Udc Gianluigi Rubiu, in apertura del suo intervento, ha ricordato i dati forniti dal Consorzio per la Ricerca economica applicata in Sanità che assegnano alla Sardegna la maglia nera nella classifica della qualità dell’offerta sanitaria. «La vostra gestione ha fallito – ha detto Gianluigi Rubiu – registriamo una perdita di qualità e l’allungamento delle liste d’attesa. Alcuni territori tra i quali il Sulcis Iglesiente si trovano in forte difficoltà».

Rubiu ha poi contestato la mancata distribuzione dei micro diffusori di insulina ai diabetici («Sono strumenti che permettono ai pazienti di liberarsi dalla schiavitù dell’iniezione quotidiana) e la presa di posizione della Giunta sulla vicenda Aias: «Occorre dare risposte ai 1.300 dipendenti – ha affermato Gianluigi Rubiu – è falso dire che le fideiussioni sono fasulle. Sono state garantite dalla Banca d’Italia. Il 90 delle fideiussioni rilasciate nel nostro Paese sono fatte da assicurazioni straniere».

Il capogruppo di Art. 1 – Mdp Daniele Cocco ha annunciato il voto contrario alla mozione presentata dalla minoranza: «Voterò invece a favore di quella presentata da Augusto Cherchi (Pds) perché ne condivido i contenuti». Daniele Cocco ha poi sottolineato che in Aula si faccia il gioco delle parti. «Oggi contestate Luigi Arru ma se si dovesse votare la sfiducia alla Giunta anche voi sareste in difficoltà perché tra i 60 consiglieri presenti nessuno vuole andare a casa». Il capogruppo di Art. 1 – Mdp, dopo aver ricordato le difficoltà nel mettere mano alla riforma sanitaria, si è detto sicuro della possibilità di trovare una soluzione ad alcune questioni. «Moltissime delle istanze sollevate dalle mozioni possono avere risposta. Siamo comunque contrari a qualsiasi mozione di sfiducia o di censura».

Il presidente del gruppo del Partito dei Sardi Gianfranco Congiu, ricordando il lungo iter che portò all’approvazione della Riforma sanitaria, ha citato il contributo dato dal suo partito che nell’occasione presentò circa 80 emendamenti. «Sanità fa rima con dignità – ha detto Gianfranco Congiu – non solo quella dei cittadini sardi ma anche quella di noi consiglieri. La stessa che ha richiamato l’on. Deriu quando ha ricordato che questo Consiglio non è stato capace di incidere sulla spesa sanitaria e oggi chiede una mozione di censura. Quando si è discussa la riforma noi siamo riusciti a scongiurare l’applicazione del DM 70 in Sardegna».

Gianfranco Congiu ha poi sottolineato l’esigenza di spiegare il perché quella riforma non decolli e perché non si attuino gli ordini del giorno del Consiglio. «Noi con la nostra mozione stiamo ponendo due questioni che riguardano lo stop alla riforma della rete ospedaliera e la mancata assistenza ai diabetici. Non stiamo qui ad aprire un dibattito generale sulla Sanità. Diamo un senso politico a questi due argomenti. Ecco perché, registrata la convergenza dell’intero Consiglio, abbiamo deciso di convertire la mozione in un ordine del giorno  di censura. Ho lavorato per una riforma che non viene attuata, è coerente presentare un atto di censura».

Il presidente del gruppo Misto Annamaria Busia ha manifestato il suo imbarazzo per l’andamento del dibattito in Aula. «Io sono convinta che la riforma non può essere attuata perché è una riforma sbagliata. L’ho detto in tempi non sospetti illustrandone le ragioni. La responsabilità è di tutti coloro che l’hanno votata. Oggi c’è una situazione curiosa: le mozioni sono state presentate da chi era a favore e da chi l’ha contrastata. Questo dibattito è tardivo. Io chiesi le dimissioni dell’assessore quando denunciai un caso gravissimo che se fosse stato risolto avrebbe portato denaro in cassa e risolto una situazione che ha creato tantissimi problemi (Project Nuoro ndr). A cosa servono oggi le dimissioni di Luigi Arru? Adesso la situazione è drammatica, realtà come il Brotzu, prima considerate eccellenze, oggi presentano gravissime carenze. Sulla Brest Unit sta accadendo quello che avevo paventato: manca un team dedicato alla chirurgia della mammella come impongono le linee guida. Non voterò nessuna di queste mozioni. Non possono così come sono state impostate portare a una soluzione».

Il presidente del Pd Pietro Cocco ha difeso la riforma sanitaria: «Fare le riforme è sempre difficile, scatena la reazione di coloro che vogliono difendere lo status quo. Il tema dei diabetici è importante – ha detto Pietro Cocco – riguarda pazienti che hanno bisogno di essere seguiti e monitorati giorno per giorno. Occorre però fare chiarezza sul tipo di sensori di cui si parla. E’ interesse dell’assessore dare una risposta».

Sulla riforma della Rete ospedaliera, Pietro Cocco ha ricordato che l’attuale maggioranza ha avviato il riordino mettendo mano a un piano atteso da anni. «Oggi il sistema non funziona come dovrebbe, ma prima non andava meglio. Abbiamo avuto il coraggio di fare la riforma, abbiamo raccontato una nuova storia che però va seguita fino in fondo. Se non l’avessimo fatta avremmo subito le direttive nazionali. L’assessore ha però il dovere di spiegare il perché dei ritardi». Sul contenuto delle mozioni il presidente del gruppo Pd è stato chiaro: «Censure e ammissioni di fallimento non stanno né in cielo né in terra. Nessuno ha il titolo per farlo».

Secondo Alessandra Zedda, capogruppo di Forza Italia, la difesa blanda fatta dall’Aula all’assessore è indicativa. «I numeri del ministero della sanità ci collocano agli ultimi posti in Italia. Che male vi hanno fatto i sardi che vi hanno pure votato? Nel 2014 avete tentato di fare una riforma costruendo una casa con materiali scadenti, facendoci credere che stavate costruendo la casa del futuro».

Alessandra Zedda ha poi contestato la scelta della Asl unica e l’accorpamento dei presidi ospedalieri. «Continuate inoltre a guidare le varie aziende con atti aziendali non rispettosi della normativa nazionale e regionale. Avete messo la Sanità nelle mani di due persone: il direttore generale dell’assessorato Giuseppe Sechi e quello dell’Ats Fulvio Moirano che vi hanno di fatto commissariato».

Alessandra Zedda ha poi rivendicato il ruolo svolto dalla minoranza: «Siamo stati gli unici coerenti. Nessuno dai banchi dell’opposizione è stato in grado di imporsi a questo disastro. La spesa è cresciuta a dismisura. A San Gavino si è passati da uno a tre dipartimenti». In conclusione del suo intervento, l’esponente della minoranza ha fatto riferimento alla vertenza Aias: «E’ possibile che Fulvio Moirano non sapesse che la Regione ha cambiato tesoriere e per questo c’è stato un ritardo nel trasferimento delle risorse. Aias ha tutte le ragioni a dire di non essere stata pagata».

Il presidente Gianfranco Ganau ha quindi dato la parola per la replica all’assessore alla Sanità Luigi Arru: «La riforma era necessaria perché i conti della sanità sarda erano fuori controllo – ha detto Luigi Arru – il Mef chiedeva un intervento. La Rete ospedaliera è una norma, ma è vero che il Mef ci ha chiesto documenti per capire se rispondeva ai Lea. Ci hanno fatto osservazioni per capire se si garantivano alcune prescrizioni del Dm70». L’assessore ha poi difeso l’operato della Giunta elencando una serie di interventi finalizzati a porre rimedio a una situazione di inefficienza che si trascina da anni: «La Riforma era necessaria perché avevamo un disavanzo di 400 milioni di euro. Oggi stiamo resistendo al tentativo di altre regioni speciali di farci entrare in un piano di rientro formale. Noi abbiamo resistito, perché questo avrebbe bloccato il turnover e comportato il ricorso ai ticket. Il disavanzo non è comunque aumentato».

Sul problema della mancata distribuzione dei micro diffusori ai diabetici, Luigi Arru ha ammesso le difficoltà nell’applicazione della delibera, ma ha ricordato il giudizio dato da un istituto di monitoraggio secondo il quale la rete sarda è una delle migliori a livello nazionali.

L’assessore infine ha parlato dei risultati ottenuti con l’avvio dell’elisoccorso e della riorganizzazione della rete oncologica. «Ci sono problemi e non l’abbiamo negato, sulle liste d’attesa dovuto in gran parte alla presenza di tanti lavoratori a tempo. Un problema che stiamo risolvendo con 500 stabilizzazioni e 500 nuove assunzioni».

Sul Mater Olbia l’assessore ha spiegato che «in due mesi è stato fatto ciò che non si è fatto in 10 anni: «Non è responsabilità nostra se sono stati cambiati tre partner scientifici».

Per quanto riguarda la vicenda Aias, Luigi Arru ha ribadito che la Regione ha sempre messo i soldi a disposizione. «La stessa Aias dichiara di aver ricevuto 150 milioni in questa legislatura. Non c’è correlazione tra il mancato pagamento degli stipendi e i ritardi nelle erogazioni. Il contenzioso riguardava 42 milioni. Poi sono diventati 15 milioni sui quali abbiamo chiesto una fideiussione. Le famiglie sono alla fame non per colpa della Regione». Rispondendo, infine, al consigliere Roberto Desini (Pds) Luigi Arru ha detto: «Non sono Pinocchio, ci ho messo sempre la faccia».

Il presidente Gianfranco Ganau ha quindi dato la parola ai presentatori delle mozioni per le repliche.

Augusto Cherchi (Pds) si è dichiarato insoddisfatto delle risposte della Giunta: «Perché il Ministero fa rilievi sui Lea se non li monitorizza dal 2010? Lo avete ricordato al Ministero?». Sul disavanzo Augusto Cherchi ha citato  la sentenza della Consulta del 2015 in cui si dice che lo Stato italiano non ha competenza sulle norme finanziarie delle regioni che si pagano per intero la Sanità mentre per il problema dei micro diffusori ai diabetici ha affermato: «Perché fare una delibera per assicurare i freestyle a 3.000 pazienti? Ci sono 12mila sardi che potenzialmente ne hanno bisogno. Ci siamo accodati alla gara del Piemonte per acquistare i diffusori. Il lotto 5 è stato sospeso per due volte». Augusto Cherchi ha quindi concluso: «La Riforma va applicata, ci piaccia o no è la nostra riforma, però ho posto un altro problema sull’adeguamento degli atti alle leggi approvate in Consiglio. La legge 17 impone vincoli sugli atti di programmazione che non possono essere delegati ai direttori generali».

Anche Michele Cossa (Riformatori) si è dichiarato insoddisfatto: «E’ vero che la croce non può essere caricata tutta sulle spalle dell’assessore Arru. A lui rimproveriamo 5 anni di gestione in cui la situazione è peggiorata. Le riforme sono indispensabili, ma forse sono state fatte tardi e in modo sbagliato, altrimenti non si spiegherebbe lo stato del sistema e la percezione che ne hanno i cittadini. Aumentano i viaggi della speranza, chi se lo può permettere va a curarsi fuori perché non si fida dei sanità sarda. Un ruolo devastante lo ha giocato l’attacco alla sanità cagliaritana. La vergogna del Brotzu incide pesantissimamente».

Cossa ha poi rimproverato l’assessore per non aver detto cosa farà degli atti aziendali una volta che arriverà la risposta del Ministero sulla riordino della Rete ospedaliera e per non aver chiarito i termini della riorganizzazione del personale: «Vanno bene le stabilizzazioni ma il problema è assorbire personale o efficientare le risorse umane presenti nelle aziende sanitarie? La sfida è questa».

Insoddisfatto anche il capogruppo di Cps Pierfranco Zanchetta: «Credo si debba partire dai più deboli che hanno difficoltà di mobilità e necessitano di attenzioni. La mia insoddisfazione nasce per il fatto che ha trascurato questo aspetto».

Pierfranco Zanchetta ha poi rimarcato la necessità di dare attuazione agli atti del Consiglio: «Occorre riconoscere il lavoro del Parlamento sardo. Il Trentino Alto Adige ha bandito concorso per nuovo manager della sanità dopo la cacciata del precedente che non rispondeva alle richiesta del corpo sociale».

Per Marco Tedde (Forza Italia) le risposte dell’assessore sono insufficienti:«Fare riforme è difficile, lo sappiamo, ma è stato molto semplice arenare quella riforma.

Il collega Roberto Desini sbaglia a definire Luigi Arru “Pinocchio”. «Lui e Francesco Pigliaru sono piuttosto paragonabili al Gatto e alla Volpe». Secondo Marco Tedde la sanità non si gestisce con i sofismi ma con scelte politiche. «Quando le scelte mancano le riforme si arenano. Per quale motivo il Ministero deve dare il placet sulla riorganizzazione della Rete ospedaliera? Il Mef deve dare risposte solo sul Mater Olbia. Si vuole fare lo stesso che si è fatto per il presidio di Alghero Ozieri, si dice che sarà fatto entro il 2018 e poi non viene avviato nessun procedimento. E’ una presa in giro per tutti gli abitanti di quei territori».

Duro il giudizio di Marco Tedde anche sull’Aias: «Avete parlato di fideiussioni farlocche, è bene che andiate in Procura, fate l’opposizione ai decreti ingiuntivi oppure pagate. In questo modo Aias potrà pagare i dipendenti. Le prestazioni vanno pagate. Ci sono costi di esercizio. Smettetela con questi artifizi e questi raggiri».

Al termine delle repliche il presidente Ganau ha chiesto chiarimenti sulla natura dell’ordine del giorno presentato: «E’ unitario o invece si tratta invece di un odg di censura presentato da una sola parte politica? Se non è unitario non può essere discusso prima di tre giorni».

Il capogruppo di forza Italia Alessandra Zedda ha chiesto dieci minuti di sospensione che sono stati accordati.

Alla ripresa dei lavori il presidente Gianfranco Ganau ha preso atto della mancanza di un odg unitario e ha quindi messo in votazione le singole mozioni partendo dalla n. 424 (Cherchi e più).

Per dichiarazioni di voto è intervenuto il consigliere Piermario Manca (Pds): «Apprezziamo la passione dell’assessore, ma noi abbiamo chiesto risposte su due problemi e su questo insistiamo. Lei non ha risposto, abbiamo votato la riforma e pretendiamo che sia applicata. Non stiamo dicendo cose stratosferiche, non siamo dei marziani».

Per Alessandra Zedda: «Non è un buon lavoro quando si chiudono reparti come il Marino o si declassa il Brotzu. L’assessore inoltre non ha mai risposto sulla chirurgia plastica – ha detto – per non parlare della sanità privata. I Centri di riabilitazione si lamentano: anche questi sono dei pazzi? In un territorio come la Sardegna non è pensabile accorpare 200mila prestazioni». 

Il consigliere Roberto Desini (Pds) ha dichiarato voto favorevole alle mozioni su rete ospedaliera e diabetici e si è rivolto direttamente al presidente della Giunta: «Non è un discorso di lealtà e fedeltà alla maggioranza ma di onestà intellettuale». A favore anche il consigliere Peru (Fi) che ha invitato l’assessore a chiarire sui tagli ai reparti di gastroenterologia, medicina, chirurgia e lungo degenze nella Aou di Sassari. La consigliera Annamaria Busia (Misto) ha dichiarato voto di astensione mentre Giorgio Oppi (Udc) si è dichiarato a favore ed ha replicato alle dichiarazioni dell’assessore: «È poco informato, perché la spesa farmaceutica è peggiorata e non è vero che mancano ristrutturazione da trent’anni». Voto favorevole per tutte e tre le mozioni è stato dichiarato dal capogruppo FdI Paolo Truzzu («Ringrazio Luigi Arru perché mi ha convinto a votare anche quella di sfiducia»).

Posta in votazione è stata approvata (45 sì su 45 votanti) la mozione n. 424 (Cherchi e più che impregna il presidente Francesco Pigliaru e l’assessore Luigi Arru«a riferire in Aula in ordine alle problematiche sopra esposte e sugli specifici atti di organizzazione e amministrativi adottati dalle aziende sanitarie regionali in contrasto con il documento di ridefinizione della rete ospedaliera approvato dal Consiglio regionale nella seduta del 25 ottobre 2017; e ad assumere ogni iniziativa necessaria al fine di ricondurre l’attività delle aziende sanitarie regionali nell’alveo della legittimità e della conformità alle norme legislative e ai documenti approvati dal Consiglio regionale in materia».

Approvata (42 sì su 43 votanti) anche la mozione n. 427 (Cossa e più) che impegna presidente e assessore a riferire in Aula su:

«1) sulla vigenza o meno del piano di riorganizzazione della rete ospedaliera approvato dal Consiglio regionale in data 25 ottobre 2017; 2) sulla veridicità delle notizie di stampa secondo cui il ministero della Salute avrebbe richiesto molteplici chiarimenti di merito sul provvedimento;

3) su quali siano, in particolare, gli aspetti del provvedimento che necessitano di approfondimenti e di chiarimenti e che stanno ritardando la conclusione della verifica di coerenza ai sensi della legge n. 164 del 2014 da parte del Ministero della salute;

4) su quali siano i tempi previsti e concordati per il completamento della fase di verifica da parte del Ministero della salute;

5) su quali siano le azioni che la Regione sta eventualmente ponendo in essere per accelerare tale verifica di coerenza da parte del Ministero;

6) su quale sia l’attività di monitoraggio regionale e quale sia il risultato del monitoraggio stesso in merito alla coerenza degli atti assunti dai direttori generali delle aziende rispetto ai contenuti del piano;

7) su quali siano le azioni che la Giunta regionale intende porre in essere per rafforzare il filtro della sanità territoriale, potenziando la medicina d’iniziativa e il sistema della presa in carico della cronicità;
8) su quali siano le attività di riorganizzazione del sistema della continuità assistenziale e dell’emergenza urgenza, per adeguarli alle nuove esigenze sanitarie della popolazione;

9) su quale sia la progettualità dell’AREUS;

10) sul ruolo dell’ATS nelle attività di committenza e nella centralizzazione dei servizi».

 La capogruppo di Fi, Alessandra Zedda, ha dichiarato voto favorevole alla mozione 435 (Tedde e più): «Abbiamo totale sfiducia totale nell’operato del presidente Pigliaru e di tutti coloro che sono parte dei questa maggioranza». A favore anche Marco Tedde (Fi): «Anche il presidente Francesco Pigliaru ha capito che le politiche sanitarie sono miseramente fallite». Contraria Rossella Pinna (Pd): «Non per partigianeria ma nemmeno perché va tutto bene, il punto è che i cambiamenti richiedono tempo ma andiamo nella direzione giusta». Il capogruppo Pds, Gianfranco Congiu, ha annunciato l’astensione dopo che il presidente Ganau ha respinto la richiesta di votazione per parti del documento. A favore si è espresso Edoardo Tocco (FI) e anche Giuseppe Fasolino (Fi), Antonello Peru (Fi), Giovanni Satta (Psd’Az) e Stefano Tunis (Fi). La consigliera Busia ha dichiarato voto di astensione e i segretari dell’Aula hanno proceduto con la chiamata nominale. Conclusa la seconda chiama, il presidente ha proclamato lo scrutinio: votanti 48, astenuti 6, favorevoli 14, contrari 28. Respinta la mozione, il presidente ha dichiarati conclusi i lavori ed ha preannunciato al convocazione del Consiglio al domicilio.

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«Chiediamo al Consiglio regionale di intervenire. Il direttore generale dell’ATS deve rispettare le indicazioni dell’Assemblea.» Una rappresentanza dei lavoratori dell’Aias che oggi hanno manifestato davanti al Consiglio regionale, è stata ricevuta questa sera, dai capigruppo. Una vertenza infinita quella dell’Aias che da ieri rischia ulteriormente di acuirsi. Nonostante le chiare indicazioni da parte del Consiglio regionale e della commissione Sanità, l’ATS ieri ha inviato una nota nella quale comunica all’AIAS la risoluzione del contratto e la prosecuzione dell’attività, fino al 31 dicembre, per ragioni di pubblica utilità. «Ci sentiamo presi in giro – hanno detto i lavoratori – e pretendiamo il rispetto degli accordi».

Il presidente del Consiglio Gianfranco Ganau ha promesso un ulteriore approfondimento con l’assessore della Sanità che domani sarà in aula alle 16.00. Il capogruppo del PD Pietro Cocco ha detto che è necessario  trovare una soluzione per salvare i posti di lavoro e salvaguardare i pazienti; la capogruppo di Forza Italia Alessandra Zedda ha parlato di “errore” dell’ATS e ha chiesto ai colleghi di intervenire  per accelerare i pagamenti dovuti all’AIAS; Giovanni Satta, capogruppo PSd’Az-La Base ha auspicato l’istituzione di una commissione d’inchiesta che faccia finalmente luce sulla vicenda.

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Il Consiglio regionale ha approvato provvedimenti urgenti per l’impiantistica sportiva e l’abbattimento dei costi delle trasferte nelle isole minori, ha prorogato la commissione speciale d’inchiesta sulla crisi del commercio e dell’artigianato ed ha approvato misure di sostegno per le cooperative di comunità.

La seduta pomeridiana si è aperta sotto la presidenza di Gianfranco Ganau. All’ordine del giorno il disegno di legge 519 “Provvedimenti urgenti in materia di impiantistica sportiva e per l’abbattimento dei costi per la partecipazione alle trasferte sportive nelle isole minori della Sardegna. Modifiche all’articolo 38 della legge regionale 17 maggio 1999, n. 17 (Provvedimenti per lo sviluppo dello sport in Sardegna)”.

Il presidente Gianfranco Ganau ha dato la parola al relatore, Lorenzo Cozzolino (Pd), per l’illustrazione del disegno di legge. L’esponente della maggioranza ha spiegato che il provvedimento della Giunta ha l’obiettivo di promuovere lo sport come valore  sociale, educativo, di prevenzione della salute. La legge prevede due punti fondamentali: contribuire economicamente, con 45mila euro, a costi per la partecipazione delle trasferte da e per le isole minori della Sardegna di Carloforte e La Maddalena, «che sono isole nell’isola», e consentire agli enti locali, cui sono state concesse nell’anno 2011 risorse finanziarie per l’impiantistica sportiva, di utilizzarle per la realizzazione o la conclusione di interventi già programmati.

Lo sport, ha spiegato Lorenzo Cozzolino, incentiva il confronto, il dialogo ed è formativo per i nostri giovani. Per questo motivo bisogna adottare norme che aiutino a far crescere lo sport in tutta l’Isola, perché non ha solo una funzione ludico-ricreativa, ma ha fondamentali e insostituibili funzioni pedagogiche, sociali e sanitarie.

Edoardo Tocco (Forza Italia) ha confermato il voto favorevole. Il consigliere  ha affermato che il  disegno di legge arriva a ridosso dell’inizio delle competizioni sportive e aiuta le società sportive, così come il completamento dell’impiantistica affronta un problema legato agli spazi e alle strutture vecchie. Non è una situazione che si risolverà dall’oggi al domani, ma sarà comunque una boccata d’ossigeno per il settore. Tocco ha chiesto all’assessore che la Regione si faccia garante presso gli istituti di credito affinché si possano evitare le fideiussioni personali dei dirigenti delle società sportive per far fronte alle spese sostenute dalle squadre.

Roberto Desini (Pds) ha affermato che questo«disegno di legge certifica la morte della politica» perché cerca di ovviare alla non applicazione della legge di una anno fa, che riconosceva al Coni i fondi da destinare ai costi di trasferta delle società sportive delle isole minori. «Il presidente del Coni ha deciso di non applicare questa legge regionale e ognuno è libero di fare quel che vuole». Per Roberto Desini è una vergogna e visto che il Coni ha rendicontato soltanto una piccola parte di quanto ricevuto l’anno scorso, «forse sarebbe più opportuno rivedere il dispositivo della legge n. 17 che destina il 6 per cento al Coni».

Luca Pizzuto (Art. 1 – Sinistra per la democrazia e il progresso) ha ringraziato l’assessore Giuseppe Dessena per la sua perseveranza. «Il problema vero è che la Regione paga il servizio diurno e notturno a un armatore con 16 milioni di euro, che potrebbe fare tariffe più basse a squadre e bambini e non lo fa. E’ un atto grave». Secondo il consigliere la Regione dovrebbe avere un peso maggiore su società da lei finanziate. Luca Pizzuto ha affermato di aver presentato un emendamento per supportare economicamente i Comuni che dovranno gestire le pratiche e che hanno poco personale.

Gianluigi Rubiu (capogruppo Udc) ha detto che voterà a favore della legge, che tratta dello sport come elemento aggregante, istruttivo e sociale. «Però rilevo – ha detto – la lentezza con cui è stato portato in aula questo testo, visto che arriva dopo un anno dall’approvazione della legge dello scorso agosto che non è stata applicata. Queste sono le tempistiche della Giunta Pigliaru». E ha aggiunto: «Ancora una volta abbiamo una prova che la maggioranza è bravissima nelle dichiarazioni di intenti ma non nell’attuare i provvedimenti».

Alessandra Zedda (capogruppo FI), annunciando il voto favorevole, ha affermato che «lo sport è vita per i nostri giovani». Secondo l’esponente della minoranza la legge 17 è stata una buona legge, ma va rivista almeno per quanto riguarda i fondi per l’impiantistica, visto che stiamo rimodulando finanziamenti del 2011 e nel frattempo chiudono palestre non a norma e spariscono le società. Alessandra Zedda ha appoggiato la proposta del collega Tocco sulla possibilità che la Regione dia garanzie agli istituti di credito supportando le società sportive.

Il presidente Gianfranco Ganau ha chiesto il parere della Giunta e ha dato la parola all’assessore dello sport Giuseppe Dessena, il quale ha condiviso gli interventi dei consiglieri sull’importanza dello sport dal punto di vista sociale, educativo e di prevenzione e cura della salute. Secondo l’esponente dell’Esecutivo questa legge è uno dei tasselli del supporto allo sport e ha ricordato che con la 17 sono disponibili 8,6 milioni di euro e che molte regioni prendono ad esempio la legge regionale del 1999. Questo disegno di legge, ha spiegato, interviene su una precedente norma che non ha funzionato. L’assessore ha detto di aver avuto più volte interlocuzioni con il Coni e che, dopo varie sollecitazioni, i responsabili del comitato hanno detto di non avere una struttura amministrativa capace di gestire un avviso pubblico. Siccome lo spirito della norma, ha proseguito, è di favorire lo sviluppo dello sport per tutti, l’assessore ha parlato con i due enti locali di Carloforte e La Maddalena per trovare una soluzione e li convocherà a un tavolo per fare una delibera che supporti anche la gestione amministrativa delle pratiche. Per quanto riguarda l’impiantistica, Dessena ha spigato che i fondi non sono stati spesi per ragioni legate alla burocrazia, ma ha rassicurato l’aula che nello scorso anno sono stati fatti importanti interventi finanziati con il Fsc (Fondo per lo sviluppo di coesione). L’assessore si è poi impegnato a studiare la proposta dei consiglieri Zedda e Tocco in merito a una interazione con gli istituti di credito.

Il presidente Gianfranco Ganau ha messo in votazione il passaggio agli articoli che è stato approvato (53 sì). Via libera con 53 voti favorevoli anche all’articolo 1 (Risorse finanziarie degli enti locali per l’impiantistica sportiva ai sensi del titolo II della legge regionale n. 17 del 1999).

Sull’art. 2 l’on. Roberto Desini (PDS) ha presentato un emendamento orale all’emendamento 1 a firma dell’on. Luca Pizzuto, con l’obiettivo di ridurre la quota da destinare ai comuni di Carloforte e la Maddalena (dal 25 al 20 per cento) e dunque avere nelle casse della Regione una massa maggiore per il fabbisogno delle trasferte delle società.

Per l’on. Luigi Ruggeri (Pd)  «il percorso più lineare sarebbe stato ottenere uno sconto per le società sportive dal gestore marittimo per le società sportive in occasione delle trasferte verso le isole minori. Messa così, forse saremo costretti a ritornare su questa norma».

L’on. Giorgio Oppi (Udc) è intervenuto e ha detto che «gli articoli 1 e 2 non dicono nulla. Vorrei sapere quanto serve davvero per consentire alle società sportive di Carloforte e di La Maddalena e a quelle che invece vano in trasferta a Carloforte e a La Maddalena di svolgere la loro attività sportiva. Serviva maggiore precisione ma voterò comunque a favore».

L’emendamento orale dell’on. Roberto Desini non è stato ammesso e l’articolo 2 è stato approvato all’unanimità con l’emendamento aggiuntivo 1 Luca Pizzuto (Sinistra), che stanzia il 20 per cento per i due comuni sardi.

Approvato anche l’articolo 3, l’articolo 4, il 5 e in occasione del voto finale della legge l’on. Roberto Desini si è rivolto all’assessore allo Sport e ha caldeggiato l’applicazione immediata delle norme «in modo da consentire alle società sportive di ricevere il contributo per la stagione 2017-2018».

Per dichiarazione di voto anche l’on. Pierfranco Zanchetta ha detto: «Finalmente si attua con legge una risposta a una oggettiva necessità».

L’Aula ha approvato la legge.

Il presidente Gianfranco Ganau ha dato poi la parola all’on. Roberto Deriu (Pd), che ha richiesto al Consiglio una proroga di tre mesi a nome della commissione speciale di inchiesta sulla crisi del commercio e artigianato. «C’è una grande attesa per una proposta di questo consiglio, che vorremmo unitaria e capace di tenere conto delle audizioni fatte finora e delle riflessioni maturate».

Per l’opposizione la richiesta è stata caldeggiata anche dall’on. Gianni Lampis (FDI) e il Consiglio ha approvato all’unanimità un ordine del giorno che dispone la prosecuzione del mandato della commissione speciale per i prossimi tre mesi.

L’Aula è passata poi all’esame del Testo unificato 437, relativo alle coop di comunità, primo firmatario l’on. Gianmario Tendas (Pd). Ma l’on. Alessandra Zedda, capogruppo di Forza Italia, ha chiesto il rinvio.

Per l’on. Antonio Solinas (Pd) «è opportuno procedere con la discussione generale della legge, perché una legge importante».

Anche l’on. Luigi Lotto (Pd) si è associato «perché il testo unificato ha già avuto una lunga discussione in commissione e non ci sono state contrapposizioni. E’ utile licenziarlo oggi».

Contrario l’on. Paolo Truzzu (FDI): “Ho ricevuto in tarda mattinata il testo e anche se fosse la legge migliore del mondo non ho fatto a tempo a esaminarlo. Non morirà nessuno se lo approveremo la prossima volta o a settembre».

Per il capogruppo Pd, on. Pietro Cocco, «il testo è stato inserito durante la seduta dei capigruppo. Perché non sono emerse in quella sede le perplessità?».

L’Aula ha deciso poi di proseguire con la discussione del testo unificato 437/469/497 A che disciplina le azioni regionali a sostegno delle coop di comunità, “uno strumento operativo che sappia intercettare meglio i bisogni dei cittadini appartenenti a una data comunità locale”.

Il relatore Gianmario Tendas (Pd) ha illustrato il testo unificato, ringraziando in apertura “tutti i componenti della Quinta commissione per il contributo e l’impegno profuso su questo testo. Il testo nasce da tre distinte proposte: 437 (Solinas), 469 (Ledda) e 497 (Tedde) e se è vero che il testo definitivo è stato licenziato ieri sera è anche vero che il confronto su questi temi è durato mesi e il Consiglio delle autonomie locali ci invita a una rapida approvazione di queste norme. Nei Comuni piccoli le amministrazioni comunali faticano a soddisfare i bisogni delle comunità e le coop di comunità servono a riconoscere e valorizzare il capitale umano con le risorse pubbliche messe a disposizione dalle comunità come vaucher o spazi. Si tratta di un percorso democratico e paritario per rilanciare se non salvare le piccole comunità sarde”.

L’on. Antonio Solinas (Pd) ha aggiunto: «E’ una legge che nasce nella passata legislatura dall’esperienza vissuta da altre regioni come l’Umbria e le Marche, con poca popolazione come la nostra isola. Nelle zone interne della nostra isola c’è grande aspettativa per la legge sulle coop di comunità e se è vero che non risolverà i disastri della Sardegna certamente metterà un freno al fenomeno dello spopolamento delle zone interne. Sarà il Comune il cardine, con le associazioni di volontariato, intorno al quale si formerà la cooperativa di comunità ma è chiaro che su tanti settori, come i trasporti, sarà necessario pensare a nuove forme collettive per i nostri piccoli centri».

Per l’on. Gaetano Ledda (Psd’Az-La Base) «la tutela delle fasce deboli della popolazione delle piccole comunità è l’obiettivo prioritario e può portare a produrre e erogare servizi sanitari, sociali ma anche a produrre beni rispetto alle loro esigenze di soci utenti, oltre che di soci lavoratori.  In più possono essere soci delle coop di comunità tanto le persone fisiche quanto quelle giuridiche».

Ha preso poi la parola l’on. Angelo Carta (Psd’Az – La Base) che ha detto: «Lo strumento della coop è stato abbondantemente usato a Dorgali sia per il vino e il latte che per l’edilizia  ma io ritengo che sia limitante consentire soltanto alle organizzazioni del Terzo settore che abbiano sede legale in quel territorio far parte della struttura di una coop di comunità».

Anche l’on. Luigi Lotto (Pd) ha preso la parola a favore del testo unificato: «E’ un contributo ad arginare il fenomeno dello spopolamento nelle piccole comunità rurali, non l’unico. E ci sono borgate urbane a carattere agricolo, a Sassari ma anche a Cagliari, che devono essere tutelate».

Per l’on. Daniele Cocco (Art. 1 – Sdp) «va modificato l’articolo 6 di questa buona legge, perché è necessario garantire i finanziamenti agevolati della Regione. In difetto, cosa cambia rispetto alle cooperative di tipo B già in funzione? Nulla»

Il presidente Ganau ha quindi messo in votazione il passaggio agli articoli che è stato approvato con 38 voti favorevoli e 3 contrari.

L’Aula è quindi passata all’esame dell’art.1 “Finalità” e dell’unico emendamento presentato sul quale Commissione e Giunta hanno espresso parere favorevole.  Il capogruppo di Forza Italia Alessandra Zedda ha proposto un emendamento orale all’emendamento sostitutivo parziale (Ledda e più) che estende i benefici del provvedimento alle borgate rurali dei centri urbani maggiori.

Il relatore della legge Mario Tendas ha espresso parere positivo.

Il capogruppo del Psd’Az-La Base Gaetano Ledda ha quindi illustrato il contenuto dell’emendamento sostitutivo parziale: «Occorre specificare che il sostegno della Regione debba andare alle comunità rurali che hanno problemi di spopolamento. E’ un provvedimento diretto ai piccoli comuni disagiati. Occorre fare chiarezza. Per fare un esempio concreto il comune di Galtellì potrebbe essere individuato come comunità rurale ma è anche un centro balneare che non subisce il fenomeno dello spopolamento». Messo in votazione l’emendamento sostitutivo parziale emendato dalla proposta dell’on. Alessandra Zedda è stato approvato all’unanimità. Via libera anche all’articolo 1 con 45 voi favorevoli su 46 votanti.

Approvati in rapida successione anche gli articoli 2 “Definizione” e 3 “Comunità di riferimento”

Si è quindi passati all’esame dell’articolo 4 per il quale è stato presentato un emendamento sostitutivo parziale al secondo comma (Anedda e più). La proposta di correzione prevede che possano diventare soci delle cooperative di comunità  le persone fisiche, gli enti locali nel cui territorio operano le cooperative e le organizzazione del terzo settore a patto che abbiano la sede legale nella comunità interessata e dichiarino di svolgere in maniera prevalente la loro attività nella comunità stessa. L’emendamento e l’articolo sono stati approvati per alzata di mano.

Disco verde anche per l’articolo 5 “Attività”. Sull’articolo 6 “Sostegno regionale all’attività delle cooperative di comunità”, il capogruppo di Art. 1 – Mdp Daniele Cocco ha proposto un emendamento orale che al comma 1 modifica la dicitura “la Regione può supportare l’attività” in “la Regione supporta l’attività” e, al comma 3, sostituisce  la frase “i contributi possono consistere” in “i contributi consistono”. L’articolo 6 così emendato è stato approvato. Via libera, per alzata di mano, anche agli ultimi due articoli: il 7 “Clausola di neutralità finanziaria” e l’8 “Entrata in vigore”.

Il presidente Ganau ha quindi annunciato la votazione elettronica sul testo finale della legge che è passato con 37 voti a favore e 2 contrari.

Al termine del voto ha chiesto la parola il capogruppo di Forza Italia Alessandra Zedda per proporre la sconvocazione delle sedute delle commissioni in programma domani mattina. «Abbiamo l’esigenza di esaminare le mozioni che saranno all’ordine del giorno del Consiglio di domani pomeriggio – ha detto Alessandra Zedda – per questo chiediamo di avere a disposizione la mattinata di domani per un incontro delle opposizioni». 

Contrario all’ipotesi di sospendere il lavoro delle commissioni si è dichiarato il consigliere del Pd Valerio Meloni: «Siamo in prossimità di Ferragosto. Ci sono scadenze importanti. In particolare in Quarta Commissione che discute la legge urbanistica – ha affermato Valerio Meloni – la Commissione deve essere convocata».

Giuseppe Fasolino (Forza Italia) si è detto d’accordo «a patto però che si convochi alle 9 e non si interrompa alle 11 per la riunione di maggioranza».

Il presidente della Commissione Urbanistica Antonio Solinas (Pd), dopo aver ricordato di essere sempre venuto incontro alle esigenze della minoranza, ha chiesto di confermare la seduta del parlamentino: «La riunione si terrà alle 9.00, sarà poi la Commissione a deciderà come lavorare».

Il presidente Gianfranco Ganau dopo aver confermato la seduta di domani mattina della Quarta Commissione ha chiuso i lavori e convocato la Conferenza dei capigruppo per un incontro con i dipendenti dell’Aias.

Il Consiglio si riunirà domani pomeriggio alle 16.00.

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Il Consiglio regionale ha approvato le disposizioni per la valorizzazione della suinicoltura sarda.

Il presidente Ganau ha aperto la seduta dando la parola all’on. Luigi Lotto, primo firmatario della proposta di legge 495 dal titolo Disposizioni per la valorizzazione della suinicoltura sarda finalizzata al rilancio del settore ora che il piano di eradicazione della peste suina africana avviato quattro anni fa dalla Giunta regionale sta dando i suoi frutti.

Per l’oratore del Pd, relatore della proposta e presidente della commissione competente, «si tratta di una legge per ricostruire un comparto in crisi da 40 anni, da quando è comparsa la peste suina africana. In tanti anni abbiamo speso miliardi di lire e milioni di euro per affrontare il problema, affrontandolo solo dal punto di vista sanitario e repressivo. Abbiamo toccato il fondo, è vero, ma da questo settore oggi si possono individuare ottime potenzialità di sviluppo e le basi per il rilancio del settore, dopo che nel 2014 è stata costituita l’unità di progetto. Si può pensare a un comparto che tra produzione diretta e indotto può regalare all’Isola migliaia di posti di lavoro, soprattutto quando sarà possibile riprendere la produzione per esportazione. Da qui il bisogno di una legge che dica cosa si può fare nel settore dell’allevamento dei maiali, settore di grandissima redditività».

Come primo intervento ha preso la parola l’on. Gian Mario Tendas (Pd), che ha detto: «E’ da apprezzare il lavoro della Giunta, delle Agenzie Agris e Laore e quello dell’Università per arrivare a questa proposta di legge. Abbiamo un quadro conoscitivo dettagliato sulla situazione sarda: abbiamo ampie potenzialità per fari diventare questo settore strategico non solo per la zootecnia e capace di generare davvero diverse migliaia di posti di lavoro e allevamenti per un totale di circa un milione di suini». Per l’on. Gian Mario Tendas «la proposta 465 distingue tra allevamenti familiari e a carattere professionale, dove è previsto l’ingrasso dei capi ma anche la vendita dei capi allevati. Si ribadisce il divieto del pascolo brado per evidenti ragioni sanitarie mentre si potranno utilizzare i piccoli macelli aziendali, come chiedono esplicitamente le associazioni di categoria».

Ha poi preso la parola l’on. Luigi Crisponi (Riformatori), secondo cui «questa iniziativa legislativa ci è piaciuta molto e abbiamo collaborato anche noi dell’opposizione perché in questo settore c’è una grande occasione di crescita economica per la Sardegna. Solo in Spagna vale 4 miliardi di euro il giro di affari del suino: immaginate cosa potrebbe accadere in Sardegna in questo comparto seguendo l’esempio iberico. Insomma, è una buona proposta di legge che rassicura il consumatore e assicura gli allevatori del suino di razza sarda sul loro lavoro».

Forza Italia ha preso la parola con l’on. Marco Tedde, che ha denunciato i numeri impietosi del settore: «In Sardegna abbiamo 17 mila aziende e un patrimonio di 169mila suini che soddisfano appena il 10 per cento del mercato interno. Nel 1976, invece, prima dell’avvento della peste suina, i capi erano oltre 300 mila: abbiamo perso metà del nostro patrimonio anche e soprattutto per colpa degli allevamenti clandestini, dei suini allevati allo stato brado nelle zone interne in promiscuità con i cinghiali infettati dalla Psa». Dopo questa premessa l’on. Marco Tedde ha aggiunto: «Ci sono dei semplici imperativi che se rispettati consentiranno alle aziende di lavorare evitando di importare, come stiamo facendo, le carni suine».

Anche l’on. Edoardo Tocco (FI) ha ribadito la necessità «della tracciabilità delle carni, distinguendo l’allevamento dei capi di razza sarda per l’autoconsumo familiare sino a un massimo di 4 capi  dall’industria vera e propria. E’ un rituale vero e proprio l’autoconsumo, che fa parte della cultura della Sardegna. Non basta intervenire per abbattere i focolai di Psa: la Regione deve fare politiche di marketing e valorizzare la razza del suino sardo».

Per l’on. Daniele Cocco (Sinistra) «questa è una legge che va nella direzione giusta, come è già stato detto, a riprova che quando si vogliono fare cose giuste per le nostre comunità si riesce a farle tutti assieme».

Il Partito dei sardi si è espresso con il capogruppo, l’on. Pier Mario Manca, che ha detto: «Sconfiggere la peste suina non è solo abbattere animali ma salvaguardare la cultura sarda e le razze autonome. Questa è una legge che chiude il cerchio;: abbiamo fermato la malattia e adesso la possiamo finalmente rilanciare. Questa legge sarebbe forse dovuta parte prima, ai tempi in cui abbiamo varato al task force contro la peste suina. Ora con la proposta 465 valorizziamo la nostra razza autoctona, che ha un grande pregio e una grande prospettiva di remunerazione per gli allevatori. Questa è una buona legge».

Sempre per Forza Italia la capogruppo Alessandra Zedda ha parlato “dell’aspetto culturale” dell’allevamento del maiale nelle comunità sarde e ha ricordato i numeri del patrimonio suinicolo della Sardegna dopo il flagello quarantennale della peste suina: «E’ fondamentale che noi ripristiniamo un rapporto di fiducia con i sardi in questo settore, legando insieme anche le filiere dell’allevamento suino e le istituzioni pubbliche che se ne occupano per mandato». 

A nome della Giunta, l’assessore dell’Agricoltura Pier Luigi Caria ha ricordato la lunga tradizione dell’allevamento dei suini in Sardegna che in passato rappresentava una delle voci più importanti della zootecnia regionale, persino più importante di quello della pecora. «L’arrivo della peste suina sul finire degli anni ’70 – ha aggiunto – ha purtroppo interrotto bruscamente questa tradizione facendo precipitare la Sardegna in una lunga epidemia dalla quale si è iniziati ad uscire dopo tanti piani di eradicazione inefficaci con l’azione forte di questa Giunta rivolta alle migliori esperienze europee come quelle di Portogallo e Spagna». «In quei Paesi e soprattutto in Spagna – ha detto ancora Pier Luigi Caria – l’uscita dalla peste suina ha favorito fin dagli anni ’90 un vero e proprio boom delle produzioni con incrementi del 500%, che hanno portato la Spagna fra le i primi 5 paesi al mondo. Per quanto riguarda la Sardegna, la peste ha influito negativamente sulla nostra capacità produttiva, limitata a circa 170-180.000 mila capi con segnali timida crescita, nonostante consumi interni molto elevati che possono essere soddisfatti solo per il 25% da produzioni locali». «Sconfiggere definitivamente la peste suina dopo tanti sforzi – ha concluso l’assessore dell’Agricoltura – significa non solo far ripartire un settore economico che ha una lunga tradizione ma anche contrastare lo spopolamento di molte zone interne e creare nuovi posti di lavoro; anche per queste ragioni è una legge molto attesa da tutto il comparto, che fa innovazione, migliora la professionalità degli addetti, valorizza le competenze ed apre nuovi spazi di mercato per la filiera sarda». 

Successivamente il Consiglio ha approvato all’unanimità il passaggio agli articoli con 43 voti.

A seguire l’Aula ha espresso il suo voto positivo anche sui 25 articoli che compongono la legge e sulla tabella di accompagnamento. Il testo è stato approvato con due sole modifiche: all’art.7 è stato inserito il termine di 10 giorni per la macellazione degli animali e all’art. 12 è stato assegnato un ruolo alle organizzazioni professionali agricole. Recepito infine, nello stesso articolo, anche un emendamento orale del consigliere dei Riformatori Luigi Crisponi sui marchi di qualità.

Nelle dichiarazioni di voto finali hanno preso la parola i consiglieri regionali Pier Mario Manca ed Augusto Cherchi del Pds, la capogruppo di Forza Italia Alessandra Zedda, Luigi Crisponi dei Riformatori, il capogruppo di art.1-Mdp Daniele Cocco, Gaetano Ledda del Psd’Az-La Base, Antonio Gaia di Cps ed Emilio Usula del Misto-Rossomori.

La legge è stata approvata all’unanimità con 39 voti.

Dopo lo scrutinio il presidente ha tolto la seduta, convocando la conferenza dei capigruppo per le ore 16.00 e a seguire l’Assemblea.

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«Era solamente un tentativo inutile del centro-sinistra di rinnegare una dissennata politica sulle Entrate, difesa per tutta questa legislatura. Un’operazione di facciata che non è riuscita perché il centrosinistra in Consiglio regionale non trova l’unità neppure per abbandonare la nave che affonda.»

Così affermano, in una nota, i componenti del Gruppo “Forza Italia Sardegna” del Consiglio regionale della Sardegna.

«Oggi, 23 luglio, alle ore 10.00, il presidente Franco Sabatini, aveva convocato la Terza Commissione in seduta congiunta con la Prima Commissione con all’ordine del giorno l’audizione dei parlamentari sardi sull’assetto dei rapporti economici e finanziari tra lo Stato e la Regione Autonoma della Sardegna nella materia della finanza locale e sul concorso regionale al perseguimento degli obiettivi di finanza pubblica nazionali – si legge ancora nella nota -. I consiglieri regionali del centro-sinistra, componenti delle Commissioni Prima e Terza hanno disertato la riunione facendo mancare il numero legale e costringendo i componenti Alessandra Zedda, Stefano Tunis e Stefano Coinu di Forza Italia ad abbandonare i lavori per sottolineare e ribadire che, nel centro-sinistra in Consiglio regionale, non vi sia nessun interesse a risolvere la questione Entrate.»

«Dispiace per i colleghi parlamentari e senatori che avevano deciso di partecipare alla riunione proseguono i componenti del Gruppo “Forza Italia Sardegna” del Consiglio Regionale – ma la vicenda odierna dà maggiore senso alla decisione di abbandonare la seduta in quanto era il tentativo di mettere in scena una semplice operazione di facciata inutile a risolvere il problema Entrate.»

I consiglieri forzisti concludono affermando: «Abbiamo convenuto che non era il caso di offrire il fianco a iniziative disperate del centro-sinistra che tenta, a fini legislatura, di farsi paladino della vertenza Entrate dopo anni di immobilismo e di comportamenti servili nei confronti dei Governi nazionali».

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Le commissioni Autonomia e Bilancio, presiedute rispettivamente da Francesco Agus (Campo Progressista) e Franco Sabatini (Pd) hanno incontrato i parlamentari sardi (presenti Gavino Manca e Romina Mura del Pd, Pino Cabras (M5S), Salvatore Sasso Deidda (Fdi) e Christian Solinas (Lega-Psd’Az) con i quali hanno affrontato la problematica dei rapporti finanziari fra Stato e Regione. Alla riunione non hanno partecipato i consiglieri di Forza Italia che, con una dichiarazione della capogruppo Alessandra Zedda, hanno spiegato che il senso di responsabilità sempre dimostrato dal gruppo trova un limite insuperabile nel dovere della maggioranza di garantire la sua presenza.

Nella sua introduzione, il presidente Franco Sabatini ha fornito i principali dati di analisi: i Comuni sardi, che hanno subito fino al 2015, ma la tendenza è confermata anche per il 2016, il taglio dell’87% delle loro risorse, sono di fatto passati quasi totalmente a carico del bilancio regionale. Lo stesso discorso vale per le Province sarde che, nello stesso periodo, hanno fatto registrare una percentuale di costi coperti dallo Stato di appena lo 0.9, la più bassa d’Italia. Sull’altro fronte la Sardegna versa allo Stato bel 680 milioni l’anno di accantonamenti per contribuire «al perseguimento degli obiettivi di finanza pubblica nazionali».

Un quadro generale di forte squilibrio, ha sostenuto il presidente della commissione Bilancio, «che può essere corretto  da un lato regionalizzando la finanza locale e dall’altro riducendo in modo consistente il volume degli accantonamenti». «Il ruolo dei parlamentari è quindi fondamentale – ha aggiunto Franco Sabatini – sia per il sostegno alle giuste ragioni della Sardegna, sia per individuare il percorso istituzionale migliore per sottoporre queste istanze al parlamento ed al governo».

Il presidente della commissione Autonomia Francesco Agus ha messo in luce che «l’intervento sostitutivo della Regione in materia di finanza locale va ad incidere, attraverso il fondo unico degli Enti locali, sull’unico spazio finanziario libero delle risorse regionali, peraltro non per sostenere politiche di sviluppo ma solo per garantire l’erogazione di alcuni servizi essenziali». «La strada della regionalizzazione della finanza locale – ha continuato Francesco Agus – che come ogni intervento costituzionale prevede un iter lungo ed articolato, è stata già percorsa da alcune Regioni speciali come il Friuli-Venezia Giulia, che la sta proseguendo in modo bipartisan anche dopo i cambiamenti di maggioranze intervenuti a livello regionale e nazionale.»

Successivamente hanno preso la parola i parlamentari. Gavino Manca, del Pd, ha affermato che «la materia richiede un approccio diverso e privo di divisioni e con l’impegno comune di tutti sarà possibile, dopo la pausa estiva, inserire una risoluzione unitaria del Consiglio regionale da sottoporre alla commissione Bilancio di Camera e Senato, senza escludere un confronto con i Ministri interessati e con lo stesso Presidente del Consiglio dei ministri».

Per Pino Cabras, del Movimento Cinque Stelle, «la situazione della Sardegna è il frutto delle politiche di austerità e del pareggio di bilancio che, inserite in un quadro costituzionale rigido, hanno causato ripercussioni molto negative sulla società”. Sugli accantonamenti è evidente che non c’è leale collaborazione ma una contrattazione ad armi impari cui dopo non è facile rimediare. A mio avviso, occorre una autocritica su questa stagione scandita anche da un eccessivo trionfalismo del governatore Francesco Pigliaru e poi selezionare gli obiettivi: prima di battaglie come quella per l’insularità – ha concluso Pino Cabras – bisogna intervenire sul pareggio di bilancio».

Romina Mura, deputata del Partito democratico, ha definito l’iniziativa del Consiglio regionale positiva, «i cui effetti positivi sono però legati al suo carattere trasversale come furono quella sul Patto per la Sardegna e prima ancora sulla vertenza entrate del 2008. E’ vero – ha riconosciuto Romina Mura – che il vincolo del pareggio di bilancio pesa molto consentendo solo interventi ordinari che non hanno mai carattere strutturale, per questo sono convinta che la regionalizzazione della finanza locale sia una buona idea da portare avanti, seguendo esperienze interessanti che fra l’altro hanno portato a nuovi equilibri interni su base regional. Mi preoccupa però – ha concluso Romina Mura – la scarsissima autonomia finanziaria e tributaria dei Comuni sardi, che sono gli ultimi in Italia».

«Credo che questa iniziativa sia fuori tempo massimo – ha dichiarato Salvatore Sasso Deidda di Fdi, – anche per colpa di una Giunta regionale che spesso ha ignorato la sua stessa maggioranza ed altre volte ha fatto annunci senza seguito. Nel merito non credo che la regionalizzazione possa funzionare bene in tutta Italia e sulla Sardegna ho molte perplessità perché lo Stato deve fare lo Stato e dare riposte ai Comuni come sui trasporti o sulla sanità: sono convinto ad esempio, che la continuità territoriale sia stata e possa essere ancora molto dannosa per la Sardegna, così come è concepita.»

Christian Solinas, esponente di Lega-Psd’Az, ha ricordato in apertura che «la situazione di grande difficoltà che vive la Sardegna va attribuita ai governi precedenti e non a questo appena insediato». «Detto questo – ha aggiunto Christian Solinas – il progetto che sosteniamo attraverso la flat tax è quello di aumentare la base imponibile attraverso un fisco più equo; su questo progetto fioriscono molte proiezioni ma fatto sta che dove è stato realizzato ha avuto successo, anche se si può sempre migliorare.»

«Per quanto riguarda gli accantonamenti – ha concluso –, a mio giudizio non si è resistito bene al momento giusto ed ora bisogna fare correzioni, su questa partita ed anche su altre che devono costruire un fascicolo Sardegna da sottoporre al governo».

Il presidente Franco Sabatini ha ringraziato i parlamentari per il loro contributo ribadendo, a proposito dell’autocritica sugli errori del passato, che «l’errore più grave è stato quello della mancanza di unità». Franco Sabatini, infine, ha annunciato per il prossimo 30 luglio una nuova riunione congiunta con i Sindaci, al termine della quale sarà presentata al Consiglio una dettagliata risoluzione sui temi della finanza regionale.

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Una soluzione ponte che renda meno traumatico il passaggio dei malati oncologici dalla Nuova Casa di Cura di Decimomannu, dopo la chiusura del reparto, agli altri ospedali e che consenta una graduale presa in carico dei pazienti da parte dei nuovi medici fino alla fine dell’anno. Tutto a spese della Regione con la collaborazione dell’Università di Cagliari. E’ la proposta scaturita durante l’incontro, che si è tenuto nel pomeriggio in Consiglio regionale, tra il presidente dell’Assemblea legislativa sarda, Gianfranco Ganau, l’assessore della Sanità, Luigi Arru, il presidente della commissione Sanità, Raimondo Perra, i capigruppo, la proprietà della clinica privata ed una rappresentanza dei malati oncologici.

La portavoce dei pazienti, Vanna Fenu, ha evidenziato i disagi psicologici, fisici e organizzativi a cui stanno andando incontro i malati che sono stati assegnati ad altri ospedali: a San Gavino, al Businco a Cagliari, a Carbonia e al Policlinico di Monserrato. E ha evidenziato che «i pazienti in terapia hanno dovuto subire l’interruzione forzosa della continuità di cure e, quindi, anche del modello di fiducia e condivisione di scelte terapeutiche instaurato, con impegno di mesi, con i bravi medici e con il personale davvero particolarmente competente e disponibile di Decimomannu». Vanna Fenu ha poi aggiunto che «la chiusura di Decimomannu è arrivata in un momento di particolare difficoltà dei reparti di oncologia degli ospedali pubblici», legate «anche a carenza di personale, accentuata dal periodo di ferie» e ha chiesto la riapertura del reparto della Nuova Casa di cura «chiuso alla fine del mese scorso con modalità e tempi sbagliati».

Alberto Loi, amministratore delegato della Nuova Casa di Cura ha spiegato che alla base di questa decisione c’è stata la constatazione “dell’evoluzione travolgente della scienza oncologica” e la conseguente  impossibilità di adeguarsi alle nuove terapie, oltre alla decisione del dottor Carlo Floris, responsabile del Reparto di Oncologia, di andare in pensione. La proposta dell’assessore, che dovrà ancora essere esaminata dal punto di vista amministrativo, è stata appoggiata da tutti i componenti del Consiglio regionale, in particolare da Annamaria Busia (presidente del Gruppo Misto – Cd) e da Alessandra Zedda (capogruppo di Forza Italia), che hanno evidenziato la delicata situazione che vivono ogni giorno i pazienti affetti da un tumore. Anche i rappresentanti dei malati hanno accolto favorevolmente la proposta. Alberto Loi non ha inizialmente accettato, ma l’assessore gli ha proposto di rifletterci e di decidere dopo aver affrontato, in un successivo incontro, i dettagli pratici della proposta.

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Il Consiglio regionale, nella seduta di stamane, ha approvato all’unanimità la mozione per la sottoscrizione congiunta del Consiglio regionale sardo e dell’Assemblea corsa dellaCarta europea per l’eguaglianza e la parità delle donne e degli uomini nella vita locale”, le misure in favore degli ex lavoratori del polo industriale di Ottana, ed il passaggio agli articoli delle norme per la lavorazione, la trasformazione e il confezionamento di prodotti agricoli aziendali esclusivamente aziendali.

La seduta è stata aperta dal presidente Gianfranco Ganau. Dopo le formalità di rito il Consiglio ha iniziato l’esame dell’ordine del giorno con la mozione 439 (Pietro Cocco e più) “sulla sottoscrizione congiunta da parte del Consiglio regionale della Sardegna e dell’Assemblea di Corsica della Carta europea per l’eguaglianza e la parità delle donne e degli uomini nella vita locale”, in base all’art.102 del regolamento dell’Assemblea.

Aprendo gli interventi, la consigliera Annamaria Busia, del gruppo Misto, ha ringraziato i capigruppo per la sottoscrizione e la procedura accelerata assegnata al documento comune Sardegna-Corsica. La Sardegna, ha osservato, «per quanto riguarda alcuni aspetti della parità di genere ha ancora molta strada da percorrere, a cominciare dalla rappresentanza in Consiglio regionale, ed in effetti le ultime politiche hanno dimostrato che molta astensione è stata femminile perché, evidentemente, le donne risentono di più del clima generale di disorientamento e difficoltà di trovare spazio e lavoro nella famiglia e nella società». Questo fenomeno, ha concluso, «si ripeterà anche nelle prossime tornate elettorali e chiamerà la politica, anche quella locale, ad una riflessione urgente».

Il consigliere di Fdi Gianni Lampis che ricordato che «la valutazione del lavoro compiuto dalla consulta sardo-corsa ma non si può ridurre alla questione elettorale, perché nella carta c’è molto altro; è vero cioè che la Sardegna deve avere una legge diversa da quella della Corsica ma il dibattito deve riguardare tanti aspetti della vita quotidiana che impediscono alle persone (donne e uomini) di avere uguali opportunità diritti e doveri, dalle giovani coppie alle madri alle famiglie numerose, mettendo al centro di tutto soprattutto famiglia che per la nostra Costituzione è il nucleo centrale della società, voteremo quindi a favore auspicando impegni più ampi e concreti anche in prospettiva».

Il consigliere di Forza Italia Edoardo Tocco ha sottolineato che, con onestà, «bisogna ammettere che la Corsica per certe cose e più avanti della Sardegna e comunque dalla sua realtà si possono ricavare esempi molto positivi; la carta ha un contenuto ampio che è opportuno allargare ancora verso un concetto di uguaglianza a tutto campo».

La capogruppo di Forza Italia Alessandra Zedda ha parlato di «documento importante che il nostro gruppo sosterrà con convinzione, anche se la strada è ancora molto lunga per quanto riguarda la vera parità di genere, la prevenzione, l’educazione al rispetto, le politiche ed i programmi orientati all’educazione affettiva, alla famiglia ed alla scuola, una rete sociale viva insomma capace di caratterizzare in positivo la società sarda». L’Europa sta facendo tanto su questi temi, ha detto infine, «e crediamo che questa battaglia di civiltà potrà essere rafforzata anche da una maggiore delle donne nelle istituzioni».

L’assessore degli Affari generali Filipppo Spanu, a nome della Giunta, si è soffermato sul valore dell’idea comune che Sardegna e Corsica propongono all’attenzione delle due Regioni e dell’Europa, conquistando un ruolo centrale nel contesto europeo e Mediterraneo.

Per dichiarazione di voto, il vice capogruppo di Forza Italia Marco Tedde, dopo aver sottolineato che sulla legge elettorale il Consiglio ha fatto scelte importanti avviando un percorso di perequazione dei generi, ha suggerito l’integrazione del documento in alcuni punti «come la condivisione formale dei principi e dei valori che ispirano la carta e l’impegno per l’attuazione degli stessi anche da parte della Giunta».

Il Consiglio ha accolto le proposte di modifica del consigliere Marco Tedde.

Il capogruppo Upc, Pierfranco Zanchetta ha messo in luce l’importanza dell’azione comune Sardegna Corsica aggiungendo che, purtroppo, «la recente sentenza della Cassazione che ha negato l’applicazione di una aggravante a responsabili di stupro perché la vittima era ubriaca, segna un arretramento grave della condizione della donna nella vita pubblica sul piano della civiltà».

La consigliera Annamaria Busia (Misto) ha apprezzato l’iniziativa del collega Tedde per le importanti integrazioni e per impegno di Giunta ad attuare un programma strategico sulla parità di genere. In Corsica, ha ricordato a proposito della legge elettorale, «ci sono nell’Assemblea regionale 31 uomini e 30 donne, frutto di un sistema con liste bloccate; quanto alle sentenze evocate dal collega Pierfranco Zanchetta, vanno lette per intero e lo faremo la prossima settimana quando parleremo di violenza».

Il consigliere Angelo Carta (Psd’Az-La Base), favorevole, ha sostenuto che il documento «si inserisce in un contesto di continuità con le azioni precedenti adottate insieme alla Corsica per lanciare iniziative di valorizzazione delle culture dei popoli d’Europa».

Il capogruppo dell’Udc Gianluigi Rubiu, favorevole, ha riconosciuto che «sulla parità di genere forse i corsi hanno qualcosa da insegnarci ma noi abbiamo fatto la nostra parte avviando un percorso significativo, mentre sulla consulta serve un passo avanti sul piano dell’operatività e della concretezza, a cominciare dal riconoscimento degli Stati di appartenenza».

Il capogruppo dei Riformatori Attilio Dedoni ha detto fra l’altro che «è meglio non dire troppe parole pensando di fare chissà cosa, la parità di genere è un fatto culturale che si pensa e si pratica, siamo convinti di quello che abbiamo firmato e di crediamo profondamente».

Il consigliere Francesco Agus (Misto-Campo progressista) ha tenuto a precisare che il sistema elettorale corso funziona con liste bloccate senza preferenze, premio di maggioranza e voto alternato.

La capogruppo di Forza Italia Alessandra Zedda, favorevole, ha espresso apprezzamento per le integrazioni proposte dal collega Tedde per favorire azioni più incisive coinvolgendo anche il presidente della Giunta.

Non essendoci altri iscritti a parlare il presidente ha messo in votazione la mozione che il Consiglio ha approvato all’unanimità con 48 voti.

Dopo una breve sospensione della seduta, il Consiglio ha iniziato l’esame della Proposte di legge n. 526 (Congiu e più) che contiene “Misure straordinarie in favore degli ex lavoratori del polo industriale di Ottana”. Anche questo provvedimento arriva in Aula con il consenso di tutto i capigruppo in base all’art.102 del regolamento.

Prendendo la parola sull’ordine dei lavori il capogruppo dell’Udc Gianluigi Rubiu ha chiesto una breve sospensione della seduta per consentire al suo gruppo di incontrare una delegazione di lavoratori Aias, presenti sotto il palazzo del Consiglio.

Il presidente Gianfranco Ganau ha risposto di non poter accogliere la richiesta per motivi organizzativi, come è già stato comunicato ai lavoratori e ad altre delegazioni di diverse categorie, ugualmente presenti sotto il palazzo.

Riprendendo la discussione della legge n. 536 il primo firmatario Gianfranco Congiu, capogruppo del Pds, ha ricordato che il provvedimento nasce da quando, nel dicembre 2017, 130 lavoratori dell’ex polo di Ottana furono esclusi dall’accesso alla mobilità in deroga. Da allora, ha spiegato, «sono state avviate diverse iniziative per il loro recupero, prima inserendoli nel progetto LavoRas con una misura specifica, azione rivelatasi non praticabile, poi prevedendo una una tantum compensativa del danno subito, attraverso una legge ad hoc che cambia la legge di stabilità; siamo conseguenti agli impegni assunti dalla Regione e contenuti in diversi documenti votati dal Consiglio per l’inserimento di Ottana fra le arie industriali di crisi complessa, per cui è auspicabile la sottoscrizione comune dei gruppi».

Per il Pd il consigliere Franco Sabatini ha espresso apprezzamento per il provvedimento proposto dal collega Congiu, ricordando però che «recentemente la Camera ha respinto un emendamento che aveva lo scopo di inserire questi lavoratori nel trattamento di cassa integrazione; tutte le forze politiche devono quindi lavorare per ripresentarlo è ingiusto che i lavoratori siano esclusi dagli ammortizzatori sociali per formalità burocratiche».

Il consigliere dei Riformatori Luigi Crisponi, nel condividere la proposta, ha lamentato che «le vicende di Ottana sono sempre mortificate da un qualcosa che per diversi motivi non va mai a buon fine, mentre invece quei lavoratori invece meritano il massimo dell’attenzione e dell’impegno delle istituzioni e vanno incoraggiati».

Daniele Cocco, capogruppo di Art. 1 – Mdp, ha parlato di una legge che «rende giustizia a lavoratori purtroppo finora bistrattati e non è vero che il Consiglio parla di Ottana solo oggi, ce ne siamo occupati tante volte senza ottenere grandi risultati ma c’è l’impegno a fare ancora di più». Qualche giorno fa, ha ricordato, «la commissione speciale di inchiesta ha visto ad Ottava degrado e scempi ambientali senza fine, mostri di amianto e fiumi di acidi sparsi in ettari ed ettari di terreno per responsabilità certamente non addebitabili a questa Giunta».

Il capogruppo di Fdi Paolo Truzzu si è dichiarato favorevole «solo per rispetto dei 130 lavoratori e delle loro famiglie, non certo per la situazione kafkiana di Ottana piena di responsabilità politiche ed amministrative che non si possono nascondere, in un territorio dove si sono fatte scelte profondamente sbagliate, anche ideologiche, con atti di spoliazione rapace appoggiati da politici». E’sperabile, ha concluso, «che altre crisi simili possano avere la stessa considerazione».

Il capogruppo del Pd Pietro Cocco ha sostenuto che il provvedimento riguardante Ottana riguarda una situazione circoscritta agli anni 2016 e 2017 rimasti senza interventi specifici. E’chiaro però, ha proseguito, «che non possiamo trascurare tanti altri casi di lavoratori che si trovano più  o meno nelle stesse condizioni; è meglio quindi mettere a punto un quadro di insieme, comprendente altre situazioni, dal Sulcis al Medio Campidano, che presentano crisi industriali con caratteristiche previste dalla legge per interventi a sostegno dei lavoratori».

Il capogruppo dell’Udc Gianluigi Rubiu ha affermato che il suo gruppo è rimasto in Aula per senso di responsabilità e per votare questa legge discussa dal Consiglio in base all’art. 102. Però, ha osservato, «forse il collega Congiu avrebbe dovuto parlare di un provvedimento condiviso da tutti i capigruppo e non come esponente di un partito; nel merito, per noi si tratta di un atto di giustizia, ma non dimentichiamo che per altri territori non c’è stata la stessa attenzione, mi riferisco in particolare ai lavoratori della ex Rockwool  definiti invisibili che tali, purtroppo, sono rimasti». Auspichiamo perciò, ha concluso, «che al più presto si affrontino anche altri casi».

Il capogruppo dei Riformatori Attilio Dedoni, nell’esprimere piena adesione all’iniziativa, ha affermato che «Ottana è un problema grave di cui si è parlato a lungo senza mai arrivare a soluzione condivisa, capace anche di fare piena luce sui danni consumatisi nel tempo anche per colpa della pubblica amministrazione; bisogna invece andare fino in fondo per evitare che anche Ottana viva di assistenza come il Sulcis».

Per Forza Italia il consigliere Stefano Coinu ha sostenuto che «la proposta è condivibile ma è chiaro che quanto si interviene molto tardi lo si fa con provvedimenti parziali fermo restano che, per chi non ha nemmeno la cassa integrazione, anche un giorno è importante». Tuttavia, ha auspicato, «è meglio prevenire, va bene la commissione di inchiesta ma più che di ritardi è il caso di parlare di futuro e prospettive, per rispondere non solo al degrado ambientale ma al senso di abbandono di un territorio che da quella industria aspettava un rilancio; non inseguire, in definitiva, ma progettare e programmare».

L’assessore del Bilancio, Raffaele Paci, ha espresso il parere favorevole della Giunta ponendo in evidenza la caratteristica “una tantum” del contributo economico, concedibile quindi solo con un’apposita norma di legge. Il vice presidente dell’esecutivo ha rammentato dunque gli interventi concreti posti in essere dalla Giunta nell’area di Ottana: «Due milioni di euro per una serie di interventi urgenti nei terreni del consorzio industriale ma che non riguardano le bonifiche perché chi ha chi ha inquinato deve pagare, 5 milioni a favore dell’ampliamento degli impianti della Antica fornace; 4 milioni per piccole e medie iniziative; 2 milioni per ulteriori interventi sul mercato del lavoro». «Con questa legge – ha concluso Paci – si interviene sui 130 lavoratori esclusi per motivi fortuiti dagli ammortizzatori in deroga riferiti al 2016-2017».

Il consigliere Domenico Gallus (Psd’Az-La Base) ha dichiarato il sostegno personale e del suo gruppo per il provvedimento, chiedendo di apporre la firma alla proposta di legge, auspicando analoghe attenzioni anche per altre realtà di crisi della Sardegna. Pieno sostegno anche da parte del consigliere Rossomori, Emilio Usula, che ha ricordato la valenza sociale prima ancora che ambientale del disastro di Ottana. La consigliera del Pd, Rossella Pinna, ha ribadito la necessità di “allargare il fronte dopo Ottana” ed ha posto in evidenza la crisi della ex Keller e dei lavoratori rimasti senza alcun tipo di sostegno al reddito. L’esponente della maggioranza ha reiterato la richiesta per il riconoscimento di “area di crisi complessa” nei territori ricompresi tra Villacidro e Guspini.

Roberto Desini (Pds) ha ricordato lo spirito unitario con il quale si è intervenuti sulla crisi di Ottana, anche alla luce della manifestazione pubblica dello scorso aprile, ed ha annunciato il ritiro delle firme dei consiglieri regionali del Pds così da consentire a tutti i capigruppo la sottoscrizione del provvedimento unitario a sostegno dei lavoratori di Ottana.

Gianni Lampis (FdI) ha dichiarato sostegno alla proposta («non ci sottraiamo alla responsabilità verso i lavoratori») ma ha chiesto l’impegno del Consiglio anche per i lavoratori della Keller, proponendo l’approvazione di un ordine del giorno unitario. Luigi Crisponi (Riformatori sardi) ha ribadito l’adesione alla proposta di legge ed ha evidenziato come “il Consiglio sia chiamato ancora una volta a sopperire alle manchevolezze dello Stato”. A favore anche Fabrizio Anedda (Misto) che ha invitato il Consiglio a “ragionare sulla produzione perché l’assistenza non basta più” e ad affrontare in termini risolutivi la crisi dell’Aias.

Il capogruppo Pds, Gianfranco Congiu ha quindi ribadito che il provvedimento si rivolge ai 130 lavoratori esclusi dalla mobilità in deroga 2016 2017 definendo la norma in discussione “una misura di riequilibrio sociale”.

Il presidente del Consiglio ha quindi posto in votazione il passaggio agli articoli che è stato approvato con 47 favorevoli su 47 votanti e di seguito con 48 sì su 48 votanti è stato approvato l’articolo 1 che “autorizza per l’anno 2018 la spesa di euro 2.315.000 per l’attuazione di un programma di interventi in favore degli ex lavoratori del polo industriale di Ottana cessati dal rapporto di lavoro a seguito della liquidazione delle rispettive società e non sostenuti da ammortizzatori sociali ordinari e in deroga con riferimento agli anni 2016 e 2017, nonostante l’avvenuta presentazione della relativa istanza di mobilità in deroga nel mese di aprile 2017, in virtù delle disposizioni dell’asssessorato regionale del lavoro, formazione professionale, cooperazione e sicurezza sociale del 27 marzo 2017, che si trovino in una situazione di ridotta occupazione successiva al licenziamento”.

All’unanimità (50 a favore su 50 votanti) è stata approvata la norma finanziaria con la correzione della provenienza finanziaria, avanzata da Gianfranco Congiu. Dopo il via libera (50 favorevoli su 50 votanti) all’articolo 3 (entrata in vigore), il presidente del Consiglio ha sospeso i lavori per consentire la predisposizione di un ordine del giorno unitario sui lavoratori ex Keller.

Alla ripresa ha preso poi la parola il presidente Gianfranco Ganau che ha dato lettura di un ordine del giorno unitario a firma Rossella Pinna, Gianni Lampis e Alessandro Collu. Il testo sollecita l’impegno della Giunta per “ogni utile azione e iniziative per salvaguardare la continuità produttiva e occupazionale dei lavoratori dello stabilimento Keller elettromeccanica di Villacidro  e l’adozione di misure di politiche attive del lavoro” e anche l’impiego nei cantieri per gli ex lavoratori che non beneficiano di ammortizzatori sociali.

Favorevole l’assessore Raffaele Paci e anche l’Aula, che lo ha approvato e ha detto sì subito dopo anche alla legge 526 a firma Gianfranco Congiu e più “Misure urgenti in favore degli ex lavoratori del polo industriale di Ottana”.

Il parlamento sardo è passato poi all’esame della proposta di legge 506 “Norme per la lavorazione, la trasformazione e il cofnezionamento di prodotti agricoli esclusivamente aziendali”. Il presentatore, l’on. Luigi Lotto (Pd), ha detto: “Si tratta di consentire alle aziende agricole di presentare sul mercato locale con prodotti certificati e garantiti sotto il profilo della sicurezza alimentare. Abbiamo sentito in commissione tutti i pareri interessati e la abbiamo accolta favorevolmente”.

Dello stesso avviso l’on. Luigi Crisponi (Riformatori): “Con questa legge si evita di disperdere conoscenze e storie familiari, si salvaguarda l’identità delle piccole aziende agricole senza mancare di rispetto ai dettami legislativi soprattutto quelli dell’Unione Europea. Diamo forza ed energia a chi, piccola azienda, produce marmellate come salumi e non ha la possibilità di arrivare al mercato. Per questo la commissione ha salutato con favore questa proposta di legge”.

Per l’on. Marco Tedde (FI) “non è possibile non condividere questa proposta di legge perché è una proposta di buon senso. Nella propria azienda ognuno deve essere padrone ma non possiamo dire che con l’approvazione di questo testo ci dimenticheremo gli errori che avete fatto nella gestione dell’agricoltura sarda. Né ci potremo dimenticare i vostri ritardi nei bandi dell’Unione Europea”.

Anche l’on. Piermario Manca (PDS) si è detto favorevole: “Una legge semplice che va nella giusta direzione. Si tratta di consentire alle piccole imprese di trasformazione agricola di fare il suo lavoro. Vanno definiti però i quantitativi trasformati massimi ammessi, anche se si può evitare di farlo in legge”.

Dai banchi dell’Udc l’on. Gianluigi Rubiu ha aggiunto: “Questa legge è strategica perché consente all’azienda agricola di esportare i propri prodotti insieme al bene più importante: il territorio. E tutto questo lavoro di trasformazione potrà accadere usando i piccoli impianti privati dei produttori”.

Soddisfatta anche la capogruppo di Forza Italia, on. Alessandra Zedda: “E’ corretto sostenere con un provvedimento legislativo la produzione che non riesce ad arrivare alla grande distribuzione, stiamo coinvolgendo con questo provvedimento gli operatori del settore aprendo nuove politiche di marketing”.

Per l’on. Gianmario Tendas (Pd) “si colma oggi un vuoto legislativo che altre regioni come la Toscana hanno già colmato da un pezzo”.

Il presidente Gianfranco Ganau ha messo al voto il passaggio agli articoli, che è stato approvato e ha aggiornato la seduta alle 16.00.