3 May, 2024
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L’imprevedibile pioggia di metà maggio ha condizionato lo svolgimento di Monumenti Aperti a Carbonia.

Monumenti aperti 2014 Piazza Roma Torre Civica Rifugio antiaereo

L’imprevedibile pioggia di metà maggio ha condizionato lo svolgimento di Monumenti Aperti a Carbonia, la rassegna organizzata in collaborazione con il coordinamento regionale affidato all’Associazione culturale Imago Mundi. Cittadini e turisti hanno potuto visitare 26 tra siti e monumenti di interesse storico-archeologico e aree di interesse paesaggistico, che rappresentano l’importante patrimonio culturale della  città di Carbonia.

Grande attenzione è stata rivolta al passato minerario della città, con il complesso di archeologia industriale della Grande Miniera di Serbariu che nella sua area ospita anche il Museo del Carbone C.I.C.C. e poi il Pozzo Castoldi a Bacu Abis. Gli appassionati e curiosi di archeologia hanno potuto visitare: il Parco archeologico di Monte Sirai; quello di Cannas di Sotto; l’Area archeologica di Corona Maria, nella Pineta di Cortoghiana; il Museo archeologico di Villa Sulcis; il Museo dei Paleo Ambienti Sulcitani E. A. Martel (all’interno della Grande Miniera di Serbariu); la Fortezza del nuraghe Sirai. È stato confermato anche il nucleo di monumenti che riguardano la fondazione di Carbonia: il CIAM, Carbonia Itinerari di Architettura moderna, la Torre Civica, il Dopolavoro Centrale, Piazza Venezia a Cortoghiana e la Chiesa di San Ponziano.

Le visite hanno interessato anche l’Antico Borgo di Serbariu, la Chiesa di Santa Maria di Flumentepido, la Chiesa di Santa Barbara a Bacu Abis, il Quartiere “lotto B“, il Rifugio Antiaereo e la Scuola media Satta.

Cinque le importanti novità: i Murales di Serbariu, realizzati in alcune piazze dell’abitato di Serbariu dall’artista Debora Diana in cui erano illustrati vari aspetti della vita popolare, delle tradizioni e del folklore della nostra terra; l’esposizione etnografica Tanit in cui si sono potuti apprezzare una grande varietà di oggetti conservati per rivivere le diverse fasi della vita quotidiana del popolo che abitò anticamente il Sulcis; il Mattatoio, realizzato tra il 1940 e il 1943, comprensivo oltre che dei locali adibiti a macello, anche di una palazzina con uffici ed alloggi per impiegati (interessante dal punto di vista architettonico è il grande portale in trachite che costituisce l’entrata principale); l’insediamento punico e romano (area PIP), noto come “Villa Romana”, costituito da diverse fasi di vita che vanno dal IV secolo a.C. al III secolo d.C., di cui sono stati finora messi in luce circa venti ambienti con probabili funzioni diverse: abitativa, produttiva e forse sacra (nuovi scavi potrebbero delineare al meglio l’utilizzo e le funzioni esatte dei diversi ambienti); e, infine, l’Ospedale civile Sirai, completato nel ’41, posato su un solido zoccolo di trachite, che si articola in un sistema di blocchi lineari impegnati su un nodo centrale, sfruttando una spazialità di tipo razionale, tipica delle città di fondazione.

Nei prossimi giorni si conosceranno i numeri delle presenze e quindi si saprà quanto effettivamente la pioggia domenicale, dopo la splendida giornata inaugurale di ieri, avrà condizionato le visite di cittadini residenti e turisti.

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