12 May, 2024
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Il 18 novembre si è concluso all’ENAP di Carbonia il corso Competenza Immigrazione, rivolto inizialmente al mondo della scuola.

En.A.P. Sardegna

Il 18 novembre si è concluso all’ENAP di Carbonia il corso Competenza Immigrazione (Azione Formativa 5 – P.O.R. FSE 2007-2013) rivolto inizialmente al mondo della scuola; di fatto il gruppo di sedici persone era composto, da alcuni insegnanti della scuola primaria e secondaria, personale ATA con varie qualifiche, da operatori socio sanitari, tirocinanti, giovani universitari e neolaureati, impegnati nel campo sociale e nei centri di accoglienza e registrazione degli immigrati.

Le lezioni sono iniziate nel mese di maggio e proseguite a partire dal mese di settembre ed è stato molto faticoso conciliare i propri orari di lavoro con le cinque ore del corso due volte alla settimana fino al mese di novembre. Ciononostante, l’interesse è stato molto vivo non solo per i temi affrontati con esperienza e vivacità dai docenti formatori, ma anche per la conoscenza di aspetti non diffusi e/o travisati dai mezzi di informazione relativi alle condizioni dei vari immigrati che giungono in Italia ormai da diversi anni. Oltre ad aver esaminato il fenomeno immigrazione dal punto di vista statistico, sociologico, antropologico, legale, umanitario e della comunicazione, si è lavorato e riflettuto su come creare reti di servizi efficienti per l’accoglienza degli immigrati, superando i pregiudizi razziali, le paure e le deformazioni presentate talvolta dai mezzi di comunicazione o gli atteggiamenti pietistici o demagogici dei politici. Da questo tipo di studio, si è rafforzata la convinzione che  una vera integrazione degli stranieri potrebbe fornire un valido apporto culturale ed  essere una preziosa risorsa per la nostra società e la nostra economia, così come accade già da decenni in vari paesi europei dove la multiculturalità è una realtà positiva e consolidata. Ma ciò che ha reso particolare tale corso, al di là dell’interesse dei contenuti e del lavoro, è stato il graduale affiatamento tra partecipanti, docenti formatori e tutor, che ha creato un clima familiare in cui ciascuno ha condiviso esperienze non solo di tipo professionale, ma anche di vita, nonostante le differenze di età. L’auspicio è che questo lavoro possa portare realmente nel nostro territorio, in cui sempre più spesso approdano o giungono immigrati dall’Europa orientale, dall’Africa e dall’Asia, alla creazione di un sistema organizzativo che aiuti paradossalmente a superare i nostri  stessi problemi sociali ed economici, sfatando la convinzione che gli immigrati siano un ulteriore ‘peso’ e un problema che potrebbe aggravare la profonda crisi e il disagio diffuso. Proprio la scuola deve  fungere da tramite nel processo di integrazione, specialmente nella formazione delle nuove generazioni di immigrati, e ogni settore di lavoro sarà importante, senza gerarchie o posizioni privilegiate, al fine di trasformare positivamente ciò che ora è visto come ‘emergenza’  in un modo di lavorare attraverso una rete  in cui ciascuno, italiano o straniero, abbia il suo posto e il suo ruolo con l’opportunità di realizzare la propria vita. 

«Se ci riescono tanti paesi, resi grandi proprio dalla multiculturalità – sostengono i formatori Muratori, Mei, Piras e Zedda e la tutor Carla Orrù – perché non dovremmo riuscire anche noi, che abbiamo all’estero tanti connazionali emigrati e un’antica  tradizione frutto di tante influenze culturali?»

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