20 May, 2024
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Dopo le numerose denunce presentate nelle ultime settimane, l’associazione di volontariato Le Rondini ha deciso di fare un appello direttamente al presidente della Regione, Francesco Pigliaru, per rivendicare ancora una volta i problemi emersi nel servizio di assistenza domiciliare integrata garantito dalla Asl 7 di Carbonia.

«Abbiamo cercato in tutti i modi di far capire il nostro disappunto sui repentini cambiamenti del sistema di assistenza domiciliare integrata con manifestazioni, diversi scioperi della fame, scioperi dell’assistenza medica e infermieristica e tanti incontri con il commissario straordinario e con l’assessore Arru – si legge nella lettera dell’associazione Le Rondini -. Continuano a prenderci in giro, e a farci passare un sistema dato per eccellente, che, provato sulla pelle dei nostri casi si è rivelato fallimentare. Per questo motivo, facciamo un appello al presidente Pigliaru, che ci aiuti a risolvere questa grave situazione. Ci ritroviamo a dover scendere nuovamente in piazza per cercare di vedere rispettati i nostri diritti!!!»

Giovedì prossimo, 10 dicembre, i disabili dell’associazione di volontariato Le Rondini inizieranno un presidio permanente in via Trento 69, di fronte all’URP (Ufficio relazioni con il pubblico) della presidenza della Regione.

In attesa che prenda il via la progettazione prevista dalla delibera n° 60/8 del 2 dicembre 2015 “progetto per la riqualificazione della cura a domicilio dei pazienti in area critica con il coinvolgimento del Caregiver e degli assistenti alla persona. Integrazione delib. G.R. n .55/23 del 17 novembre 2015” che prevede il reclutamento dei pazienti della ASL 7 e 8 sino al 30 gennaio 2015, l’associazione Le Rondini chiede «che i pazienti ventilati e tracheotomizzati della Asl 7 vengano distaccati dall’inefficiente U.O. di cure palliative, terapia antalgica del dolore e hospice e vengano presi in carico totalmente dalle rianimazioni».

«Scioglieremo il presidio solo quando il presidente prenderà serie decisioni nel rispetto delle nostre richieste, in cui ci sia specificato che i malati gravi di terzo livello siano presi in carico esclusivamente dalle U.O .di rianimazione più vicine territorialmente.»

L’associazione Le Rondini conclude citando l’articolo 32 della Costituzione Italiana: «La Repubblica tutela la salute come fondamentale diritto dell’individuo e interesse della collettività, e garantisce cure gratuite agli indigenti. Nessuno può essere obbligato a un determinato trattamento sanitario se non per disposizione di legge. La legge non può in nessun caso violare i limiti imposti dal rispetto della persona umana».

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Edoardo Tocco 55

L’ipotesi di inserire nuovi ticket su ricette e farmaci fa discutere e la classe politica sarda è divisa tra favorevoli e contrari. Tra questi ultimi c’è Edoardo Tocco, consigliere regionale di Forza Italia.

«E’ davvero assurdo che in un periodo di difficoltà economiche come quelle attuali la giunta pensi di introdurre nuovi ticket su ricette e farmaci, dissanguando così le famiglie già in gravissima crisi» – dice Edoardo Tocco, componente della commissione sanità nel parlamento di via Roma -. Si tratta di una misura che andrebbe a coprire il sistema sanitario isolano, mettendo mano al portafogli dei cittadini e si tradurrebbe in un’ulteriore restrizione dello stato sociale isolano. Da ormai troppo tempo anche in commissione è stato messo l’accento sui tagli dei costi inutili. Nulla invece è stato fatto. Si pensa a nominare commissari e distribuire consulenze, senza nessun vantaggio per gli utenti».

«Senza dubbio – conclude Edoardo Tocco – l’approvazione in consiglio della copertura delle perdite pregresse è stato il primo campanello d’allarme, con 217 milioni e 518mila euro per sanare il deficit degli anni passati. La sanità isolana rischia di finire fuori strada senza un risanamento razionale».

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Una rassegna musicale per festeggiare l’arrivo nella Scuola civica di musica di San Sperate di un preziosissimo Bechstein, un pianoforte a coda di fine Ottocento riportato a nuova vita con l’aiuto di tutti.

Ha avuto un successo andato oltre ogni aspettativa “Back to Bech”, la grande iniziativa partita un anno fa che, attraverso una campagna di crowdfunding, concerti, e la promozione di un cd contenente brani donati da artisti che vivono e lavorano in Sardegna, ha permesso di mettere insieme i soldi necessari per restaurare, e portare in Sardegna, un Bechstein, proveniente da Udine, regalato all’istituzione musicale di San Sperate, diretta da Francesco Pilia.

Ora che il bellissimo strumento è arrivato nella Scuola civica di musica, è il momento di farlo conoscere e celebrare l’avvenimento, grazie al Festival d’autunno-Bech is back, che da domani, domenica 6 dicembre al 6 gennaio a San Sperate, proporrà cinque appuntamenti con la musica a 360 gradi.

Il concerto inaugurale della rassegna, domani alle 18.30 nella chiesa di San Giovanni, vedrà protagonisti i docenti della Scuola Civica di Musica. Un appuntamento ormai consolidato che, per tradizione, inaugura l’inizio delle attività didattiche. Sarà l’occasione, oltre che per presentare l’offerta formativa dell’istituzione musicale sansperatina, per sentire suonare per la prima volta il restaurato pianoforte Bechstein, strumento apprezzato in tutto il mondo per la qualità dei materiali e la bellezza del suono.

Domenica 13 dicembre alle 19.30 si entra nel vivo con “Welcome Bechstein”, una serata a invito (ospitata anch’essa nella chiesa di San Giovanni) pensata per le oltre 400 persone che da tutta Italia, ma anche dall’estero, partecipando alla campagna di crowdfunding, hanno permesso di realizzare questo grande sogno. Per l’occasione il Bechstein sarà suonato da sei pianisti che vivono e lavorano in Sardegna, e che l’anno scorso hanno dato il loro contributo alla raccolta fondi donando due brani per il  cd “Back to Bech”. Si tratta di: Silvia Corda, Irma Toudjian, Paolo Carrus, Stefano Guzzetti, Battista Giordano e Romeo Scaccia.

Il 19 dicembre, musica e solidarietà si uniscono per il “Concerto di Natale”, realizzato in collaborazione con la Caritas e la Parrocchia di San Sperate che ospiterà l’evento. L’appuntamento è alle 19.30 e vedrà la partecipazione del Coro di voci bianche del Conservatorio di Musica di Cagliari, diretto dal M° Enrico di Maira, che presenterà, insieme all’attore Gianluca Medas, un nuovo progetto musicale sui temi della Natività di Gesù. La serata servirà per raccogliere beni di prima necessità per i più sfortunati.

Il quarto appuntamento del festival, domenica 27 dicembre alle 18.30 nella Chiesa di San Giovanni, vedrà la partecipazione di un artista d’eccezione: Giulio Biddau, tra i più interessanti giovani pianisti italiani con una straordinaria carriera internazionale. Biddau proporrà una masterclass e un recital pianistico (a invito) dedicato ai donatori della campagna Back to Bech.

Il sipario sul Festival d’autunno- Bech is back 2015 si chiuderà, domenica 6 Gennaio alle 19.30, nella Chiesa Redentorista, con il Concerto dell’Epifania affidato al Junior Harp Ensemble. Questa formazione musicale, diretta dalla professoressa Tiziana Loi, è nata da un progetto della Scuola civica di San Sperate, e mette assieme giovani arpiste provenienti dalle scuole civiche di musica di tutta la Sardegna.

Il Bechstein donato alla Scuola civica di musica di San Sperate è stato costruito nel 1890 in Germania. Negli anni Quaranta fu acquistato e regalato ad una giovane donna dalla spiccata sensibilità artistica, da suo padre, che lo fece arrivare in Friuli dalla Liguria. La ragazza vi si esercitò anche durante gli anni difficili della guerra, quando la famiglia viveva, da sfollata, nelle campagne friulane. Diplomatasi al Conservatorio, cominciò ad insegnare e portò avanti questa attività insieme all’amore per le arti visive.

Dopo la sua morte, avvenuta nel 2008, il Bechstein è diventato eredità di famiglia ed è stato custodito a Udine dalla figlia della proprietaria. Ma, ormai muto, senza che nessuno lo suonasse più, ha cominciato lentamente a morire, finché la donna ha deciso di donarlo alla Scuola civica di musica di San Sperate, come doppio atto d’amore verso un oggetto importante della propria storia familiare.

Perché lo strumento potesse però tornare a vivere si rendeva reso necessario un attento restauro. Da qui, nel novembre 2014, ha preso le mosse il progetto “Back to Bech” che attraverso una serie di azioni (una rassegna concertistica, l’uscita di un cd di musica d’autore, e una campagna di crowdfunding) ha raccolto i fondi necessari per affidarlo alle cure di un restauratore e farlo arrivare in Sardegna, per diventare patrimonio comune. La campagna di crowdfunding ha permesso di raccogliere più di 7.300 euro, a fronte dei sette mila euro fissati come obiettivo. Segno che la storia del Bechstein ha fatto breccia nel cuore di molti.

La Scuola civica di musica di San Sperate è un’istituzione nata nel 2004 con lo scopo di concorrere alla diffusione dell’istruzione musicale quale elemento essenziale per la crescita culturale, sociale ed intellettuale dei giovani, per l’aggregazione di bambini, adolescenti e anziani della città.

Nel corso dell’ultimo anno scolastico la scuola ha organizzato numerose attività facendo riscontrare una grande partecipazione soprattutto in occasione di eventi di grande richiamo come, ad esempi, il concerto dell’Orchestra del Teatro lirico di Cagliari e dell’Ensemble di musica barocca del Conservatorio di musica.  Una buona partecipazione si è riscontrata  anche nella maggior parte delle iniziative di dimensione localistica, tra cui la tradizionale mostra di strumenti musicali (che quest’anno ha visto l’abbinamento di masterclass a conferenze e concerti), il concerto per i festeggiamenti del decennale della scuola e, non ultimi, i saggi finali, svoltisi nel nuovo teatro da 120 posti,  in cui si sono esibiti quasi tutti gli studenti della scuola.

Nell’ultimo anno scolastico l’istituzione musicale ha raccolto 300 iscrizioni.

Bechstein 2 Bechstein 1 Giulio Biddau Festival d'Autunno 2015

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Luigi Arru 62

La Giunta regionale ha autorizzato stamane le Aziende sanitarie a contrarre un’anticipazione di cassa nei limiti degli importi dettagliati nella delibera proposta dall’assessore Luigi Arru. Ciò in corrispondenza alle effettive esigenze di liquidità di fine esercizio delle aziende stesse, per evitare un’insolvenza temporanea.

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Gli assessori regionali dell’Agricoltura, Elisabetta Falchi, e del Lavoro, Virginia Mura, sono intervenute stamane, nella sala Dino Zedda della Fiera di Cagliari, al convegno di chiusura del progetto Isidoro – “Cultivar”, dedicato alla formazione e all’inserimento lavorativo in agricoltura.
«Far crescere la qualità delle produzioni agroalimentari e migliorare la competitività nei mercati non può prescindere da un investimento massiccio nella formazione costante dei nostri operatori – ha detto l’assessore dell’Agricoltura -. Dobbiamo professionalizzare sempre di più i nostri giovani con i nuovi metodi di produzione biologica e integrata dobbiamo formarli verso l’uso delle nuove strategie di marketing, che tengano conto delle evoluzioni dei fabbisogni e dei gusti dei consumatori extra regionali. Dobbiamo investire quindi, e con il PSR abbiamo già predisposto le misure, sul ricambio generazionale e su un’agricoltura istruita che porti a valorizzare in tutto il mondo il binomio di eccellenza alimentare frutto della qualità ambientale.»
«L’attività formativa è fondamentale anche per il settore agricolo, per questo intendiamo fare di tutto per realizzare altre iniziative facendo tesoro di questa utile esperienza – ha confermato l’assessore del Lavoro -. Per quanto riguarda il mio assessorato l’impegno è massimo anche per semplificare le procedure e le attività di rendicontazione, eliminare tutta la burocrazia superflua che non discende da obblighi comunitari.»
Il progetto Isidoro è stato organizzato dal Centro servizi promozionali per le imprese (Azienda speciale della Camera di Commercio di Cagliari), in rete con le Università di Cagliari e di Sassari ed è stato finanziato dall’assessorato regionale del Lavoro con fondi Fse Por 2007-13 (Obiettivo Competitività Regionale e Occupazione – Asse Adattabilità). Articolato in sei corsi di formazione rivolti a 870 addetti del settore agricolo e forestale, coerentemente con i fabbisogni formativi indicati dall’assessorato regionale dell’Agricoltura, “Cultivar” ha fornito nuove competenze, tra gli altri, agli imprenditori agricoli professionali, agli addetti del comparto apistico, ai forestali per la decortica delle piante di sughera e agli operatori delle fattorie didattiche.

 

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Maria Carmela Folchetti-02

La Sardegna occupa il 6° posto nazionale tra le regioni con le tariffe più elevate per la raccolta e trattamento rifiuti (al primo posto il Lazio con 214 euro, all’ultimo il Molise con 123 euro, contro una media italiana di 168).

320milioni di euro è il costo totale per la raccolta e trattamento rifiuti, e lo spazzamento strade in Sardegna. Somma che va a pesare su ogni sardo per 188,90 euro l’anno, che spende ben il 12,3% in più rispetto alla media nazionale. I sardi coprono questi costi pagandoli di tasca propria per 98,3%.

A osservarlo è il rapporto nazionale di Confartigianato sulle tariffe dei rifiuti e il costo dei servizi (dati 2014 dell’ISPRA), che sottolinea anche un paradosso: il costo del servizio cresce dove la qualità è peggiore.

«Se imprese e cittadini si trovano a pagare i rifiuti a peso d’oro, se si hanno le strade sporche e se i servizi di nettezza urbana non sono esattamente da prendere a modello – commenta la presidente di Confartigianato Imprese Sardegna, Maria Carmela Folchetti – è innegabile che ci sia più di un problema che viene scaricato sui contribuenti». «Senza contare che le tariffe, nella media nazionale, negli ultimi 5 anni sono cresciute del 22% – sottolinea la Folchetti – quasi 3 volte superiore all’inflazione (+8%). Senza contare il gap del +14,6% rispetto alla media dei costi europei cresciuti solo del 9,8%.»

In Sardegna la gestione dei rifiuti indifferenziati incide per il 34,3% del costo, la gestione della differenziata per il 37% (la Sardegna è al primo posto in Italia come costi), lo spazzamento e il lavaggio delle strade per il 13%, i costi comuni (accertamento, riscossione e contenzioso) per l’11,2% e l’ammortamento di mezzi e attrezzi per il 4,4%.

«E’ curioso osservare come i costi per la riscossione siano quasi uguali a quelli per la pulizia delle strade – ha osservato la Folchetti – e ciò ci dovrebbe far riflettere.»

Proprio su questo punto Confartigianato, analizzando diversi dati aggregati di Istat, Ispra e Unioncamere, ha rilevato che ben il 39,3% della popolazione sarda ritiene «sporche o abbastanza sporche le strade in cui abitano». La Sardegna è al secondo posto in Italia dopo il Lazio (45,9%) e ben sopra la media nazionale del 26,8%.

Il dossier ha monitorato anche i conti e i risultati di esercizio delle 376 società partecipate dalle Amministrazioni locali che operano nella gestione dei rifiuti. A livello nazionale il 64,3% è in utile, il 17,2% è in pareggio ed il 18,5% è in perdita. In Sardegna, delle 4 società partecipate (dati MEF 2012) nessuna ha prodotto utili. Al contrario il 75% è andata in pareggio mentre il restante 25% è andato ha registrato perdite 3milioni246mila euro.

«Sappiamo che la Regione e i Comuni stanno lavorando per trovare le soluzioni al problema gravissimo dei costi e della gestione – continua la Folchetti – noi auspichiamo che vengano trovate al più presto perché queste condizioni non sono più tollerabili». «Come sottolineò Carlo Cottarelli, il Commissario Governativo alla Revisione della Spesa – conclude la presidente di Confartigianato Sardegna – il 30,1% della spesa inefficiente degli Enti locali si concentra proprio sul settore dello smaltimento dei rifiuti che mostra un potenziale di risparmio enorme senza intaccare l’efficienza o la forza lavoro. Le imprese e territori della Sardegna attendono ormai da troppi anni: è tempo di agire.»

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Si è svolto ieri a Tortolì, un incontro dedicato alla appropriatezza prescrittiva. L’iniziativa è stata organizzata dall’Azienda sanitaria locale di Lanusei, rivolta ai medici di medicina generale, ai pediatri di libera scelta e agli specialisti territoriali ed ospedalieri della Asl. Sono intervenuti, tra gli altri il commissario straordinario della Asl di Lanusei, Federico Argiolas, il direttore sanitario, Grazia Cattina e il responsabile del Servizio farmaceutico aziendale, Francesco Noli.

Secondo l’Agenzia italiana del farmaco (AIFA) l’appropriatezza prescrittiva è fondamentale per garantire la sicurezza nei trattamenti farmacologici e per razionalizzare le risorse del Servizio sanitario. In Sardegna il costo dei farmaci è una voce che contribuisce in maniera pesante sul bilancio regionale e, in questo senso, anche l’inappropriatezza prescrittiva gioca un ruolo determinante. Marno (la società che si occupa della rilevazione e rendicontazione della spesa farmaceutica per conto della Regione Sardegna) sulla base dell’andamento nei primi sei mesi dell’anno, ha calcolato la spesa farmaceutica regionale complessiva si discosta dalla media nazionale di circa 103 milioni di euro all’anno, di cui 90 milioni sulla spesa farmaceutica territoriale (+2,5%), e 13 milioni su quella ospedaliera (+ 0,7%).

Chiaramente, età, genere, patologie prevalenti e fattori socioeconomici sono i determinanti principali della spesa farmaceutica. Ma una componente fondamentale è il comportamento prescrittivo del medico, soprattutto quando si riscontrino quantità eccessive di farmaci somministrate a livello locale abbinate a costi per singola dose di farmaco che sono ben oltre gli standard nazionali. Servono quindi azioni immediate per trovare soluzioni condivise che coinvolgano medici e cittadini: si tratta infatti di un problema di sicurezza, prima che di costo.

Nel panorama regionale l’Asl di Lanusei riveste la maglia nera per alcune categorie di farmaci. Da qui l’esigenza di trovare soluzioni condivise. L’incontro di ieri si inserisce proprio nell’ambito delle iniziative che la Asl ha già avviato per elaborare strategie adeguate per il raggiungimento di una ottimale appropriatezza prescrittiva. Tra le azioni già intraprese dall’azienda, oltre la condivisione con le organizzazioni sindacali di categoria, c’è l’elaborazione e l’invio di report analitici mensili sulle prescrizioni dettagliate per categoria di farmaci, che hanno l’obiettivo di informare correttamente i prescrittori sui volumi e sulle tipologie di farmaci erogati. È stato inoltre condotto uno studio di dettaglio sull’andamento della spesa farmaceutica del primo semestre 2015. Nell’incontro con i medici che lavorano in ospedale, negli ambulatori e a domicilio si è parlato della revisione delle maggiori criticità e della promozione delle buone pratiche prescrittive in uso con un confronto relativamente alle indicazioni specialistiche sia a livello nazionale e internazionale. Si è ragionato in particolare su antipertensivi, antiacidi, broncodilatatori e vitamina D. I presenti hanno convenuto di incontrarsi con cadenza periodica in giornate di studio “a tema”. Verosimilmente la prima sarà dedicata al percorso dei cittadini affetti da broncopneumopatia cronica ostruttiva. Seguiranno inoltre incontri individuali per approfondire prescrizioni che si scostano in modo significativo dagli standard indicati dalla linee guida e dalla Regione. Per alcuni dei partecipanti queste iniziative rappresentano’. Ora occorre aspettare i risultati.

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Il capogruppo UDC Gianluigi Rubiu propone una petizione popolare per revocare l’apertura della caccia al cinghiale il giovedì. «A due settimane dall’apertura della caccia grossa al cinghiale durante la settimana – sottolinea Rubiu – le criticità sono legate all’applicazione delle restrizioni sanitarie, ai divieti ed agli obblighi da osservare. Non solo. Si è ormai trovato un giusto equilibrio tra prede abbattute e animali rimasti per il ripopolamento che ha consentito di praticare l’attività venatoria con passione e risultati. La tradizione della caccia al cinghiale non può prescindere da un’accurata organizzazione delle singole compagne di caccia grossa, i cui esponenti più capaci durante la settimana si dedicano alla ricerca delle tracce del cinghiale nelle zone nelle quali la domenica si dovranno svolgere le battute dei selvatici individuati».

«Il comitato faunistico revochi il provvedimento. Anche perché va a vantaggio di un ridotto numero di cacciatori senza impegni lavorativi, oltre a favorire l’abbattimento incontrollato dei cinghiali da parte di cacciatori difficilmente assoggettabili ai controlli sanitari per l’eradicazione della peste suina. Si auspica – conclude il capogruppo UDC – il ripristino della caccia al cinghiale nella sola giornata di domenica.»

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Si chiude oggi allo scalo marittimo di Porto Torres la due giorni – workshop e il B2B Meetings (Business to Business) – inerenti la sessione italiana dell’OPTIMED Rationalising Mediterranean Sea Ways: from Southern-Eastern to Northern-Western ports. La fase conclusiva del progetto, finanziato con il Programma di cooperazione transfrontaliera ENPI CBC Med 2007-2013, prevede la realizzazione di incontri tra le aziende del settore dei trasporti e della logistica che operano tra la sponda Nord e quella Sud del Mediterraneo. Il progetto è seguito dagli specialisti del Cirem (Centro interuniversitario per le ricerche economiche e la mobilità) dell’ateneo di Cagliari.

Lo scalo di Porto Torres potrebbe rivestire – con Beirut nell’altro versante – un ruolo centrale con carattere internazionale per raccolta, smistamento e distribuzione delle merci dei porti dell’arco dell’alto Tirreno. Con riferimento all’area che va da Valencia a Napoli. I traffici coinvolgerebbero anche la sponda sud orientale del Mediterraneo, in particolare, dall’Egitto alla Turchia. Oggi si è tenuta la visita tecnica allo scalo turritano con la partecipazione di aziende libanesi, francesi e spagnole, del rappresentante della Camera di commercio di Beirut, Dory ABoud Saab e dell’Ascame (Associazione camere commercio Mediterraneo), Monica Cunill. Ai lavori ha preso parte il Consorzio Industriale Provinciale di Sassari.

Ieri, giovedì 3 dicembre, si è tenuto il “BusinessToBusiness”. Un confronto proficuo tra una quindicina di imprese libanesi del settore, prevalentemente agenzie marittime, spedizionieri ed operatori logistici (fra queste, Interworld duty Free, AKS Cargo, PetCo srl, General Transportation service) e altrettante sarde (EfisPau Shipping agency, Seamar, Plaisant &c., Agenzia Cincotta Cagliari, SMS Log Porto Torres). Paolo Fadda (Cirem, docente Università di Cagliari) ha evidenziato l’innovatività del progetto Optimed. «Un percorso che introduce il concetto di hub-and-spoke tipico del trasporto aereo, in un settore quale è quello del Ro-Ro marittimo, nel quale attualmente si opera spesso con linee spot, senza una certezza di frequenza né di orari» ha segnalato il coordinatore scientifico di Optimed. Mentre Gianfranco Fancello (Cirem, ricercatore Unica e coordinatore tecnico di Optimed) ha presentato i risultati del progetto da cui emerge un aspetto saliente: «Rispetto allo stato attuale, per cui trasferire un Ro-Ro dall’area di Milano a quella della Siria occorrono dodici giorni, con il progetto Otpimed i tempi si dimezzano». I lavori sono stati aperti da Gabriella Massidda, direttore generale dell’assessorato regionale ai Trasporti. «Il progetto ha un’importanza strategica per la regione Sardegna rispetto ai futuri assetti del Mediterraneo» ha sottolineato la dottoressa Massidda.