27 April, 2024
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Esposto dell’Assotziu Consumadoris Sardigna Onlus sullo stoccaggio di rifiuti entro l’impianto di produzione della Portovesme srl.

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Il presidente dell’Assotziu Consumadoris Sardigna Onlus, Marco Mameli, ieri ha inviato un esposto «sullo stoccaggio di rifiuti anche pericolosi da realizzarsi in vasche preesistenti, presenti entro l’impianto di produzione della Portovesme S.r.l. Comune di Portoscuso», al ministero dell’Ambiente, al comune di Portoscuso, al comune di Carbonia, alla provincia del Sud Sardegna, al presidente della Giunta Regionale della Sardegna, agli assessorati della Difesa dell’Ambiente e dell’Industria e all’Arpas.

Marco Mameli sostiene che «tale soluzione tampone non risulta sufficiente a garantire lo stoccaggio dei rifiuti per il tempo minimo necessario alla conclusione dell’iter autorizzativo ed alla costruzione della nuova discarica e quindi non è in grado di garantire la continuità produttiva dello stabilimento e la conseguente occupazione. A fronte di un fabbisogno minimo di smaltimento per almeno 10-12 mesi, le vasche in questione possono sopperire al fabbisogno massimo di circa 2 mesi, lasciando irrisolto il problema; lo stoccaggio dei rifiuti nelle vasche si configura come attività di Deposito preliminare di rifiuti pericolosi per un quantitativo superiore a 10 t/g (trattasi di oltre 600 t/g)».

Marco Mameli sostiene, tra l’altro, che l’attività di deposito preliminare debba essere soggetta ad AIA e a VIA e che gli impianti di smaltimento di rifiuti pericolosi debbano avere una distanza minima di m 2.000 dai centri abitati, distanza che non risulta sussistere nel presente caso.

Il presidente dell’Assotziu Consumadoris Sardigna Onlus chiede che non venga autorizzato lo stoccaggio temporaneo di rifiuti pericolosi e non pericolosi nelle predette vasche, per assenza di presupposti legittimi a supportare l’intervento; non si pervenga ad un’autorizzazione attraverso una procedura anomala ed irrituale per presunti motivi “emergenziali”, che come dimostrabile non sussistono e non comportano rischi e conseguenze di carattere socio-economico (fermata degli impianti). E, qualora l’azienda intenda perseguire la soluzione proposta, sottoponga il progetto alle necessarie procedure autorizzative di VIA ed AIA.

Chiede, infine, che la Procura della Repubblica di Cagliari voglia accertare e valutare se, nei fatti, atti e comportamenti riportati, siano rinvenibili fattispecie penalmente rilevanti procedendo, in caso affermativo, nei confronti dei soggetti responsabili. Con espressa riserva di costituirsi parte civile nell’eventuale successivo procedimento penale.

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Alessandro Massidda

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