28 March, 2024
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La Dinamo BK Academy Alghero s’è aggiudicata Gara1, a Sassari, nella finale playoff del campionato di serie D maschile di basket, con la Visionottica Scuola Basket Miners Carbonia, con il punteggio di 94 a 82 (primo tempo 45 a 34). La squadra di casa, seconda classificata al termine dalla “regular season” con gli stessi 44 punti della Innovyou Sennori, promossa direttamente in serie C Silver, ha fatto la differenza nei primi due quarti, chiusi con un vantaggio rispettivamente di 5 (21 a 16) e 6 punti (24 a 18). La squadra di Marco Fae ha cercato la reazione nella seconda parte dell’incontro, riuscendo a giocare alla pari ma non riuscendo a recuperare il ritardo accumulato fino al riposo (24 a 23 il terzo quarto, 25 a 25 l’ultimo).

La serie di finale si sposta ora a Carbonia, dove sul terreno di gioco della cupola geodetica di via Deffenu mercoledì 7 giugno, si giocherà Gara2, fischio d’inizio ore 20.00. Dirigeranno Michele Brancolini di Quartu Sant’Elena e Alessandra Sau di Quartucciu. Se la Visionottica Carbonia riuscisse ad imporsi, la promozione al campionato di serie C Silver si deciderebbe alla “bella”, sabato 10 giugno, sul terreno di gioco della Palestra Luca Simula, in via Poligono 2, a Sassari, fischio d’inizio alle ore 19.00.

Ricordiamo che la Dinamo BK Academy Alghero ha raggiunto la finale superando la Cantina Giba Astro in due sole gare. Di misura la prima, 73 a 71, più nettamente la seconda, 66 a 51.

La Visionottica Carbonia ha dovuto fare ricorso alla “bella” per avere la meglio in rimonta su la Casa del Sorriso Su Planu, 95 a 65, dopo aver perso Gara1 per 73 a 65 ed aver impattato la serie in Gara2 con un netto 81 a 62.

Dinamo BK Academy Alghero: Casu S. 16, Denti 3, Obino 4, Pitirra 7, Giua, Langiu 5, Casu E. 21, Dell’Erba 5, Fall 5, Macioccu 3, Altana 2, Pisano 23. Allenatore Antonio Mura.

Visionottica Scuola Basket Miners Carbonia: Diana 5, Boi 5, Angius 2, Ivaldi 21, Corvetto, Sanna 2, Manca 1, Matteu, Secci, Deliperi 18, Crobu 8, Deias 20. Allenatore Marco Fae.

Parziali: 21-16; 24-18; 24-23; 25-25.

Arbitri: Marco Mameli di Ittiri e Mario Manca di Sassari.

 

 

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I presidenti delle Categorie Identitarie Sarde, Confederazione Sindacale Sarda (Giacomo Meloni), Liberi Agricoltori Sardegna (Riccardo Piras), Liberi Pastori (Roberto Congia), CASCOM Impresas de Sardigna (Antonello Pranteddu), Assotziu Consumadoris Sardigna (Marco Mameli), riunitisi in video conferenza, hanno deciso di inviare un appello con la richiesta per annullare immediatamente le imminenti esercitazioni militari Nato in terra sarda, al presidente della Repubblica, Sergio Mattarella; al presidente della Regione Sardegna Christian Solinas; al ministro della Difesa Lorenzo Guerini; al sottosegretario della Difesa Giulio Calvisi; ai prefetti di Cagliari, Sassari, Nuoro e Oristano; ai sindaci di Arbus, Decimomannu, Perdasdefogu, Teulada, Villasor, Villaputzu, Terralba ed Oristano; al presidente di Anci Sardegna, Emiliano Deiana.

«Mentre ovunque nel mondo, in Italia e qui in Sardegna si osservano norme severe di contenimento per difendere le popolazioni dal contagio del Covid-19, ci giungono notizie non smentite di preparativi di una grande esercitazione militare in Sardegna con ampio spiegamento di mezzi aerei, navali, terrestri con una movimentazione di truppe in numero di 30 mila uomini mai visto in terra sardasi legge nella lettera appello -. La contraddizione è palese e assurda, né occorre certo essere pacifisti come noi che sottoscriviamo questo Appello per capire che, proprio in presenza di questa drammatica emergenza sanitaria ed economica, questa esercitazione offende la comune intelligenza e sensibilità e grida vendetta al cospetto di Dio e delle nostre popolazioni. Queste ultime già così colpite da tanta sofferenza in termini di morti, malati per contagio, costrette nelle proprie case per lunghi periodi con conseguente blocco di ogni attività di lavoro e produzione, stremate da una crescente, diffusa e disastrosa disoccupazione che crea uno stato di indigenza, malessere e povertà con pericolosi risvolti sociali.»

«Vi chiediamo come sia possibile che, a fronte di centinaia di migliaia di persone di fatto private delle più elementari libertà di movimento per evitare il propagarsi del contagio di Covid-19, si possa assistere senza un’ inevitabile dura reazione ad una vera e propria “invasione” di eserciti nel nostro territorio – aggiungono i presidenti delle cinque associazioni -. Assurde ci appaiono talune giustificazioni di un addestramento militare indispensabile e non rinviabile – in quanto assimilabile tra i servizi essenziali del rango di difesa della patria – e comunque addestramento mirato a prepararsi per un ipotetico conflitto verso Potenze straniere.Facciamo appello alle vostre coscienze e alle vostre autorevoli persone perché, ognuno per la sua competenza, possiate intervenire urgentemente per annullare questa esercitazione, facendo pressioni presso le Autorità dei Governi, parte della  Nato, perché si blocchi nel nascere l’azione di comando e si eviti questa “sciagura” che, tra l’altro, aggraverebbe l’attuale situazione di conclamata epidemia.»

«Non servono altre motivazioni, benché le scriventi Associazioni e Movimenti abbiano da anni fatto scelte etiche a favore della Pace, quale potente leva di sviluppo e di progresso, ”aborrendo la guerra”, fedeli all’art.11 della Costituzione Italiana alle numerose autorevoli dichiarazioni dell’ONU si pensi in ordine di tempo all’Appello urgente del suo Segretario generale Antonio Guterres per l’immediato cessate il fuoco in ogni parte del Mondo, a cui fanno eco le Dichiarazioni della Comunità europea e gli accorati appelli dei Capi di tutte le Religioni del mondo, primo fra tutti Papa Francescosottolineano ancora i presidenti delle cinque associazioni -. Basta Guerre, Basta Armi. Tutti questi immensi capitali e finanziamenti si utilizzino per la sanità, per la ricerca e l’istruzione, per debellare la fame, per la difesa dell’ambiente e della Terra. Facciamo appello ai Sindaci, nei cui territori è in programma nei mesi di aprile e maggio lo svolgersi di questa esercitazione, perché loro stessi e le popolazioni attuino la resistenza passiva ad ogni tipo di attività di “guerra simulata”, che mira ad aggredire altri popoli e a diffondere divisioni e odio nel mondo.»

«Il nostro esercito si tenga lontano da queste attività e continui, come ora, ad operare a favore delle popolazioni colpite dal Covid-19 e da altre disgrazie, perché questo modo di agire attira ad esso rispetto e gratitudine. La Sardegna è un’isola di Pace e come tale vuole affermarsi nel Mondo per cui respinge non solo queste esercitazioni “stagionali”, ma chiede che venga definitivamente riconvertita la Fabbrica di Bombe della RWM di Domusnovas/Iglesias e chiusi tutti i poligoni e le basi militari site nel suo territorio, perché sono vere e proprie occupazioni che bloccano la capacità di sviluppo socio economico della Sardegnaconcludono i presidenti delle cinque associazioni -. Questa volta i sardi non sono disposti a subire e sono pronti a mobilitarsi con azioni pacifiche, ferme e determinate.»

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Alcune associazioni hanno presentato nuove osservazioni al progetto di ammodernamento dello stabilimento Eurallumina di Portovesme, alla vigilia della Conferenza dei servizi in programma il 21 e 22 gennaio.

Secondo Legambiente Sardegna, «per l’area di Portoscuso tutte le analisi evidenziano la situazione di grave inquinamento diffuso su aria, suolo e falde conseguentemente ai ritardi nelle attività di bonifica ed ai necessari adeguamenti tecnologici e ambientali. La priorità assoluta è il radicale disinquinamento del territorio con la bonifica delle falde e dei suoli. Pertanto, sono inaccettabili i progetti aziendali di ampliamento del bacino fanghi rossi, incompatibili anche con le rigorose normative di tutela paesaggistica. Il DM 430/2018 – aggiunge Legambiente Sardegna – prevede la dismissione della centrale a carbone ENEL, per cui il vapordotto non appare realizzabile. La centrale a carbone dovrebbe essere convertita in una alimentata con GNL di cui però non esiste neppure il terminale. In sintesi, il progetto della Eurallumina appare fortemente contraddittorio con il complesso delle recenti normative e con la strategia espressa nella proposta di Piano nazionale integrato per l’energia ed il clima varata dal Governo».

Legambiente Sardegna sostiene che «la bonifica dei siti inquinati costituisce la priorità, da cui non si può prescindere e da attuare in tempi stretti: non sono più accettabili i tempi del piano di risanamento di Portoscuso ancora non concluso dopo oltre vent’anni; non appare corretto che il territorio di Portoscuso venga considerato un’area condannata alla compromissione irreversibile e nella quale alla situazione di inquinamento diffuso si proponga di aggiungere altri impianti inquinanti. E’ necessario che vengano affrontati con urgenza i problemi connessi con l’inquinamento diffuso del suolo, al fine di giungere rapidamente al superamento dell’ordinanza di limitazione al consumo per i prodotti alimentari. Qualsiasi nuovo intervento deve essere subordinato alla realizzazione del disinquinamento assolutamente indifferibile della falda e dei suoli (già previsti 20 anni fa dal piano di disinquinamento), adottando opzioni tecnologiche efficaci, specie in relazione a quelle che, in altri SIN, hanno dimostrato diverse criticità. Risulta contraddittoria ed inaccettabile dal punto di vista paesaggistico ed ambientale – aggiunge Legambiente Sardegna – la proposta di ampliare il bacino fanghi rossi che comporterebbe di lasciare in eredità alle generazioni future una collina artificiale, in riva al mare, da circa 60 milioni di tonnellate. L’attuazione del DM 430/2018 prescrive la chiusura della centrale a carbone di Portoscuso entro il 2025, rendendo di fatto improponibile la fornitura di vapore all’Eurallumina. Infatti, l’impianto deputato alla fornitura di vapore ed energia elettrica all’Eurallumina dovrebbe prevedere l’alimentazione a gas naturale (con necessaria riconversione della centrale esistente) la cui fornitura potrebbe però avvenire tra molti anni, dal momento che allo stato attuale non esiste né in Sardegna né a Portoscuso un terminale idoneo. In estrema sintesi, i contenuti del progetto Eurallumina risultano totalmente contraddittori con il complesso di recenti normative improntate ad una strategia basata sul disinquinamento dei territori, sviluppo delle fonti di energia da fonti rinnovabili e di chiusura delle centrali a carbone entro il 2025. Il progetto – conclude Legambiente Sardegna – appare non compatibile con la prospettiva ultimamente ribadita in maniera autorevole dalla proposta di piano nazionale integrato per l’energie edil clima, approvata dal ministero dello Sviluppo economico congiuntamente al ministero dell’Ambiente e della Tutela del Territorio e del Mare e dal ministero delle Infrastrutture e dei Trasporti».

Altre osservazioni sono state avanzate da Giacomo Meloni, segretario della Confederazione Sindacale Sarda; Domenico Scanu, presidente di ISDE, Medici per l’Ambiente – Sardegna; Graziano Bullegas, presidente di Italia Nostra Sardegna; e Marco Mameli, presidente di Assotziu Consumadoris Sardigna Onlus, secondo i quali «le principali criticità rilevate riguardano la mancata attribuzione di un codice univoco ai fanghi destinati al Bacino dei Fanghi Rossi (BFR), criticità che si ripresenta anche nel nuovo progetto; le tecniche di coltivazione dei bacini C e D, che non appaiono conformi alla normativa sulle discariche, come già evidenziato in precedenti osservazioni il massiccio impiego di carbone per la fornitura di vapore all’Eurallumina da parte dell’ENEL; la generale assenza di benefici emissivi legati alla cogenerazione e, anzi, un peggioramento rispetto agli anni precedenti. Si fa anche notare che l’intervento dell’assetto cogenerativo ricade nella fattispecie per la quale è necessaria una nuova Valutazione di Impatto Sanitario (la precedente era stata realizzata sulla base del precedente progetto). Desta, infatti, preoccupazione l’impatto sulla salute pubblica dell’intero progetto, localizzato all’interno di un Sito d’interesse nazionale per bonifica (S.i.n.) dove diversi studi epidemiologici hanno evidenziato l’esistenza di una situazione sanitaria problematica».

Giacomo Meloni, Domenico Scanu, Graziano Bullegas e Marco Mameli manifestano la loro contrarietà al rilancio della produzione di allumina da bauxite ed evidenziano una serie di carenze che – a loro parere – «rendono improcedibile la Valutazione d’impatto ambientale» e sostengono che «una delle principali novità del nuovo progetto dell’Eurallumina consiste nella rinuncia all”impianto CHP di proprietà, a favore del vapordotto ENEL-Eurallumina. L’impiego della centrale ENEL “Grazia Deledda” (già inserita dall’Agenzia Europea per l’Ambiente tra i 190 impianti più inquinanti d’Europa) in assetto cogenerativo comporterà la combustione di oltre 730.000 tonnellate di carbone/anno all’interno di un S.i.n, la cui caratteristica fondamentale è la necessità che i carichi inquinanti diminuiscano anziché aumentare. L’effetto di questo intervento – concludono Giacomo Meloni, Domenico Scanu, Graziano Bullegas e Marco Mameli – consiste nel rilanciare il ruolo del termoelettrico alimentato a carbone come erogatore di un servizio di base, proprio quando il nuovo corso della politica energetica comunitaria e italiana (vedi il recente Decreto 430/2018) prevede l’abbandono dei combustibili fossili.»

 

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Nuova ferma presa di posizione della Confederazione Sindacale Sardabe dell’Assotziu Consumadoris Sardegna contro l’ampliamento degli stabilimenti della RWM.

«La Confederazione Sindacale Sarda e l’Assotziu Consumadoris SardignaOnlus ribadiscono la loro posizione di assoluta contrarietà rispetto alla possibilità che gli stabilimenti della RWM vengano ampliati», sostengono il segretario della CSS Giacomo Meloni ed il presidente dell’ACS – Onlus Marco Mameli in seguito alle indiscrezioni di un’imminente autorizzazione da parte del comune di Iglesias alla realizzazione dei reparti R200 e R210 oggetto di procedimento SUAP. «Un intervento capace di aumentare sino a tre volte la capacità degli stabilimenti di confezionare bombe, come rivelato dall’amministratore Fabio Sgarzi a La Nuova in un’intervista dello scorso luglio. Un progetto – quello dell’ampliamento dei due reparti – che si somma ai numerosi altri presentati nel corso degli ultimi due anni.»

«I documenti delle Nazioni Unite e numerose prove fotografiche dimostrano che gli ordigni prodotti a Domusnovas ed esportati dall’Arabia Saudita vengono utilizzati nell’atroce guerra dello Yemen che ha già fatto registrare oltre 17mila vittime civili, tra cui oltre 10.400 causati dagli attacchi aerei della coalizione a guida saudita, secondo le ultime stime dell’ONU – aggiungono Giacomo Meloni e Marco Mameli -. Questa è la prima ragione per cui l’ampliamento della Rwm e la produzione di bombe tout court realizzata a Domusnovas è inaccettabile. L’altra ragione alla base del nostro rifiuto è l’inaccettabile idea che una parte dei lavoratori sardi dipenda dall’economia di guerra, un vero e proprio ricatto simile alla dicotomia lavoro-salute che osserviamo nel caso delle lavorazioni industriali impattanti. Non si può, cioè, pensare di lavorare per morire, pregiudicare la vita del prossimo o addirittura confezionare ordigni utilizzati in contesti di guerra.»

«Ecco perché la CSS e l’ACS Onlus rivolgono un appello al sindaco di Iglesias Mauro Usai, al governatore Francesco Pigliaru e a tutta la classe politica sarda affinché – concludono Giacomo Meloni e Marco Mameli – la Regione ed il comune di Iglesias, gli enti, cioè, che si trovano a dover decidere sulle richieste della RWM rifiutino il ricatto sotteso ai progetti della RWM e facciano un primo passo concreto verso un’economia di pace adoperandosi per la riconversione della fabbrica delle bombe.»

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Il presidente della Onlus Assotziu Consumadoris Sardigna Marco Mameli ha diffuso una nota nella quale esprime solidarietà al sindaco di Iglesias, Emilio Gariazzo, «per il vile atto intimidatorio subito nello svolgimento delle proprie funzioni istituzionali».

«Da troppo tempo assistiamo, purtroppo, a una escalation di atti intimidatori contro gli amministratori locali dell’Isola che vengono colpiti per il loro quotidiano impegno in favore delle nostre comunità locali, mettendo a repentaglio la propria incolumità personale e quella della proprie famiglie, anche a causa dei tagli indiscriminati ai trasferimenti nazionali e regionali, sono costretti a cercare soluzioni alle tante problematiche che attanagliano i Comuni senza le necessarie risorse, non ultimo dei problemi affrontati dal sindaco Gariazzo e dai consiglieri comunali di Iglesias ricordiamo l’impegno per la riconversione della fabbrica delle bombe RWM – scrive Marcio Mameli -. Ribadiamo il nostro più ampio sostegno al sindaco Emilio Gariazzo certi che, saprà portare avanti il mandato ricevuto dai suoi concittadini con lo stesso impegno e la stessa determinazione dimostrati fino ad ora.»

«Siamo certi che la comunità di Iglesias tutta è unita attorno al proprio Sindaco, perché ne condivide la rotta improntata alla legalità ed alla trasparenza dell’azione amministrativa esercitata – conclude Marco Mameli -. Questi atti vanno condannati con ogni mezzo, anche con la solidarietà e la vicinanza pubblica.»

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Il presidente dell’Associazione Consumatori Sardegna, Marco Mameli, ha diffuso una nota sulla procedura autorizzativa per la realizzazione della nuova discarica della Portovesme srl, resasi necessaria per l’esaurimento della discarica di Genna Luas. Dopo aver ricostruito gli eventi degli ultimi mesi, che hanno portato prima all’autorizzazione per un ampliamento di Genna Luas per 25.000 mc di rifiuti, per ulteriori due mesi circa di operatività (fino a novembre), poi alla riunione congiunta tra Presidenza della Giunta, Azienda e Sindacati che ha portato alla determinazione, nella situazione transitoria, di costruire un deposito provvisorio, Marco Mameli rileva che «il riesame ed eventuale approvazione del progetto, comporta non meno di 3-4 mesi e la costruzione del primo lotto della nuova discarica, non meno di 9 mesi (come da crono programma presentato); tutto ciò vuol dire che il nuovo impianto potrà ottimisticamente entrare in esercizio non prima di 12-14 mesi dall’esaurimento dell’ampliamento autorizzato. In questo tempo la produzione di rifiuti supererà i 100.000 mc. Trattandosi di rifiuti pericolosi, il deposito preliminare individuato come toccasana, è un impianto soggetto a VIA ed AIA, i cui tempi tecnici minimi superano i sei mesi dalla pubblicazione del progetto, che non risulta tuttora avvenuta. E’ quindi evidente – aggiunge Marco Mameli – che per novembre/dicembre, periodo di esaurimento dell’ampliamento ottenuto e per almeno ulteriori 12 mesi non saranno disponibili né il deposito preliminare (ammesso che sia autorizzabile), né la nuova discarica».

«A questi quesiti – conclude Marco Mameli – sono dovute risposte chiare ed ufficiali da parte degli Enti (Regione, Provincia) e dell’Azienda, visto che l’applicazione (obbligatoria) delle procedure vigenti, non consente la continuità operativa dello stabilimento.»

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Nuovo esposto dell’associazione “Assotziu Consumadoris Sardigna” sullo smaltimento dei rifiuti della Portovesme srl. Nel documento, inviato a tutti gli organismi competenti, il presidente dell’ACS-Onlus Marco Mameli scrive, tra l’altro, che «dall’esame dei pareri espressi dagli Enti competenti, in sede dell’ultima Conferenza dei Servizi, emerge l’esigenza di una molteplicità di ulteriori integrazioni progettuali, indispensabili per consentire la valutazione finale del progetto».

Riguardo la soluzione temporanea individuata per evitare la fermata della Portovesme s.r.l., Marco Mameli richiama l’attenzione dei soggetti interessati «sul fatto che tale soluzione comporta l’assoggettamento del progetto di deposito preliminare (non può essere autorizzata in assenza di un progetto definitivo redatto ai sensi dell’art. 93 del decreto n. 163/2006 e smi) alla valutazione di Impatto Ambientale, all’Autorizzazione Integrata Ambientale (AIA) e all’Autorizzazione alla realizzazione e gestione di impianti di gestione rifiuti».

Il presidente dell’ACS-Onlus nell’esposto diffida gli organi regionali e provinciali preposti, ad assumere provvedimenti autorizzativi, nulla-osta, ecc., relativi allo smaltimento dei rifiuti prodotti dalla Portovesme s.r.l. in difformità/violazione della normativa nazionale e regionale di settore; ed invita la Procura della Repubblica ad accertare eventuali ipotesi di reato a carico di Pubblici Amministratori e Pubblici Funzionari ed il Nucleo Operativo Ecologico dei carabinieri a vigilare sulle effettive modalità di smaltimento dei rifiuti prodotti dalla Portovesme s.r.l., e sulla legittimità degli atti amministrativi di supporto.

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Il presidente dell’Assotziu Consumadoris Sardigna Onlus, Marco Mameli, ieri ha inviato un esposto «sullo stoccaggio di rifiuti anche pericolosi da realizzarsi in vasche preesistenti, presenti entro l’impianto di produzione della Portovesme S.r.l. Comune di Portoscuso», al ministero dell’Ambiente, al comune di Portoscuso, al comune di Carbonia, alla provincia del Sud Sardegna, al presidente della Giunta Regionale della Sardegna, agli assessorati della Difesa dell’Ambiente e dell’Industria e all’Arpas.

Marco Mameli sostiene che «tale soluzione tampone non risulta sufficiente a garantire lo stoccaggio dei rifiuti per il tempo minimo necessario alla conclusione dell’iter autorizzativo ed alla costruzione della nuova discarica e quindi non è in grado di garantire la continuità produttiva dello stabilimento e la conseguente occupazione. A fronte di un fabbisogno minimo di smaltimento per almeno 10-12 mesi, le vasche in questione possono sopperire al fabbisogno massimo di circa 2 mesi, lasciando irrisolto il problema; lo stoccaggio dei rifiuti nelle vasche si configura come attività di Deposito preliminare di rifiuti pericolosi per un quantitativo superiore a 10 t/g (trattasi di oltre 600 t/g)».

Marco Mameli sostiene, tra l’altro, che l’attività di deposito preliminare debba essere soggetta ad AIA e a VIA e che gli impianti di smaltimento di rifiuti pericolosi debbano avere una distanza minima di m 2.000 dai centri abitati, distanza che non risulta sussistere nel presente caso.

Il presidente dell’Assotziu Consumadoris Sardigna Onlus chiede che non venga autorizzato lo stoccaggio temporaneo di rifiuti pericolosi e non pericolosi nelle predette vasche, per assenza di presupposti legittimi a supportare l’intervento; non si pervenga ad un’autorizzazione attraverso una procedura anomala ed irrituale per presunti motivi “emergenziali”, che come dimostrabile non sussistono e non comportano rischi e conseguenze di carattere socio-economico (fermata degli impianti). E, qualora l’azienda intenda perseguire la soluzione proposta, sottoponga il progetto alle necessarie procedure autorizzative di VIA ed AIA.

Chiede, infine, che la Procura della Repubblica di Cagliari voglia accertare e valutare se, nei fatti, atti e comportamenti riportati, siano rinvenibili fattispecie penalmente rilevanti procedendo, in caso affermativo, nei confronti dei soggetti responsabili. Con espressa riserva di costituirsi parte civile nell’eventuale successivo procedimento penale.

Carloforte 1manifesto

Il 3 e 4 aprile Carloforte ricorda Saturnino Vallebona. L’iniziativa è dell’associazione culturale saphyrina che con la collaborazione dell’Istituto Comprensivo Statale di Carloforte e il patrocinio della Regione Sardegna e del comune di Carloforte, ha organizzato il convegno “U Saturnin Vallebuna: in maistru, in babbu” nei locali Ex Mè di via XX settembre.

Giovedì 3 aprile, alle 18.30, verrà inaugurata la mostra fotografica “Una scuola, un paese“; alle 19.00, incontro-dibattito su “Saturnino Vallebona: ricordi e testimonianze”.

Venerd’ 4 aprile, alle 19.00, incontro-dibattito su “L’Istituto Nautico di Carloforte tra passato e futuro”. Interverranno: Maria Pina Cappai, insegnante dell’Istituto Nautico; Gianni Damele, ex insegnante dell’Istituto Nautico; Giorgio Grosso, ex dirigente e insegnante; Marco Mameli, studente dell’Istituto Nautico; Antonello Rosso, direttore di macchine; Giambattista Serra, capitano di lungo corso; Sally Vallebona, dirigente dell’Istituto Nautico.