29 April, 2024
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Le osservazioni e le proposte della FIOM e della CGIL sul tema delle relazioni industriali e sulla partecipazione dei lavoratori Sider Alloys Italia.

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La proposta di riconoscere ai lavoratori della ex Alcoa, aldilà delle modalità proposte, un ruolo di partecipazione nella nuova società Sider Alloys Italia costituisce una novità positiva nel panorama delle relazioni industriali del nostro Paese. Essa dal nostro punto di vista rappresenta l’apprezzamento dell’impegno straordinario, che dura da anni, che i lavoratori hanno messo in campo per mantenere in vita una realtà produttiva di interesse nazionale in un territorio devastato dalla crisi economica e sociale.

L’interesse primario è, dunque, portare a conclusione il nuovo progetto industriale e la rioccupazione dei lavoratori in tempi ragionevoli ridando speranza e concreta prospettiva a quanti, lavoratori e Istituzioni, hanno creduto e lottato per riattivare un impianto così importante per il Sulcis e per l’Italia.

Consapevoli che il processo di riattivazione della produzione necessita di passaggi complessi e quindi tempi non brevi di assestamento industriale e occupazionale, è necessario il massimo di copertura sociale ai lavoratori coinvolti garantendo per tutta la fase di transizione la prosecuzione degli ammortizzatori sociali.

La partecipazione azionaria nella nuova società da parte di Invitalia in questo contesto straordinario deve costituire un elemento di forte garanzia e controllo affinché tutti gli impegni assunti da Sider Alloys Italia siano rispettati e gestiti nei tempi e nelle modalità previste dal contratto di sviluppo.

Tutti questi elementi costituiscono una premessa essenziale per determinare una reale condizione per esercitare nelle forme e nei modi opportuni una partecipazione alle scelte d’impresa efficace e concreta da parte dei lavoratori.

Quale partecipazione

Per le informazioni a nostra disposizione è possibile esprimere una valutazione che necessita di ulteriori approfondimenti sia sul piano formale che giuridico. In linea generale si fa riferimento ad una partecipazione che si concretizza attraverso la cessione del 5% del capitale della società ad una costituenda Associazione, a cui aderirebbero volontariamente i lavoratori di Sider Alloys, dentro un modello di governance che non ha oggettivamente riscontri nel nostro ordinamento.

Sommariamente è possibile comunque affermare, a nostro avviso, che la partecipazione dei lavoratori esercitata attraverso l’Associazione, valutati i compiti assegnati e descritti nella bozza di Statuto («promuovere e favorire il miglioramento delle condizioni di lavoro e di vita degli Associati nonché promuovere e difendere i loro interessi e diritti lavorativi»), si configuri come una sovrapposizione di compiti e ruoli che sono in capo alle Organizzazioni sindacali e quindi alla contrattazione da esse esercitata. Ne deriverebbe una commistione non accettabile, di surroga inoltre di compiti e funzioni, che devono rimanere distinti.

Questa nostra osservazione primaria e fondamentale ci porta ad avanzare e formulare un’ipotesi di strutturazione della partecipazione dei lavoratori, diversa da quella proposta, che meglio corrisponde alla necessità di influire positivamente sulle scelte industriali, organizzative e occupazionali della nuova società, garantendo l’autonomia tra funzione della partecipazione e ruolo della contrattazione ovvero tra parti sociali e impresa.

Una partecipazione che nella sostanza non sia considerata come simbolica per peso e dimensione, come invece appare nell’impianto complessivo sottostante la proposta di Statuto, e che non trova – tra l’altro – oggettivamente riferimenti nell’ordinamento giuridico italiano, ma invece, come noi auspichiamo, realmente ancorata per via contrattuale a compiti di controllo e sorveglianza.

Una possibile soluzione

Tra i diversi modelli di amministrazione e controllo contemplati dalla disciplina sulle società per azioni dal nostro ordinamento, quello che a nostro avviso più corrisponde all’ispirazione di fondo dello stesso art. 46 della Costituzione che «riconosce il diritto dei lavoratori a collaborare alla gestione delle aziende», è il cosiddetto sistema duale caratterizzato dalla presenza del Consiglio di sorveglianza che assomma in sé alcune competenze dell’assemblea e del collegio sindacale, distinte dalle competenze esclusive di gestione affidate al Consiglio di amministrazione.

Tenendo conto dell’attuale assetto societario di Sider Alloys Italia, sottoposta in quanto società per azioni ad un regime di amministrazione e controllo di tipo tradizionale, dovrà essere compito delle parti definire le necessarie modifiche statutarie al fine di passare dall’attuale modello a quello dualistico. Tale modifica determinerebbe così l’introduzione del Consiglio di sorveglianza e la conseguente possibilità di prevedere – sulla base di intese pattizie assunte da parte della società e delle organizzazioni sindacali – l’impegno che nel predetto organo siano designati rappresentanti eletti da tutti i lavoratori e le lavoratrici, i quali avranno il compito di esaminare ed esprimere preventivamente il proprio parere sui piani strategici industriali, organizzativi, finanziari e occupazionali, di vigilare sulla corretta amministrazione e sul generale andamento della gestione.

Un modello di co-determinazione in grado cioè di incidere sulle strategie d’impresa e attraverso il quale è possibile esercitare un controllo in termini di informazione e consultazione.

Tale impostazione, a fronte dei tempi previsti dal piano industriale che ci è stato in linea generale presentato, di riassetto organizzativo dello stabilimento, di avvio produttivo e di graduale riassorbimento dell’occupazione, permette inoltre di decidere e governare questo processo partecipativo in modo opportuno, una volta verificate le condizioni di stabilità produttiva e occupazionale che allo stato attuale sono ancora tutte da concretizzare e verificare.

Questa nostra ipotesi non confligge con l’idea di costituire un’Associazione dei lavoratori alla quale poter riconoscere una partecipazione azionaria senza fini di lucro e con funzioni sociali, e che quindi a nostro avviso può coesistere con il Consiglio di sorveglianza, fatta salva l’inderogabile distinzione di ruoli ad essa attribuiti rispetto all’esercizio precipuo del sindacato e dei suoi rappresentanti aziendali.

Circa il riconoscimento del 5% del capitale della società all’Associazione, restano comunque perplessità da sciogliere in relazione all’effettiva possibilità di attribuire risorse pubbliche adAssociazioni così come sono prefigurate nel caso in questione.

Sull’insieme delle questioni sommariamente indicate, la Fiom e la Cgil si rendono naturalmente disponibili ad un confronto di merito per individuare le soluzioni più adeguate e condivise.

Segreterie FIOM e CGIL

Roma, 11 maggio 2018

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