21 May, 2024
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Ermal Meta, protagonista del concerto di ieri sera sul palco dell’Arena Fenicia al Sulky Festival 2018, è stato scelto dagli esperti di musica live di “Area Stampa 360”, quale “Miglior Artista Live 2018”. Ermal Meta riceverà il prestigioso premio in occasione del concerto che si terrà a Carmagnola il prossimo 3 settembre.

Ermal Meta è un cantautore, compositore e polistrumentista albanese naturalizzato italiano, nato a Fier il 20 aprile 1981. Negli ultimi due anni ha ottenuto sei dischi di platino e quattro d’oro. Ha vinto il Festival di Sanremo 2018 in coppia con Fabrizio Moro con il brano “Non mi avete fatto niente” ed ha rappresentato l’Italia all’Eurovision Song Contest di Lisbona, classificandosi al 5° posto.

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A Ferragosto sono ancora intrecci nei teatri di pietra con il NurArcheoFestival edizione numero dieci, la rassegna organizzata dal Crogiuolo e diretta da Rita Atzeri.

Domani, mercoledì 15 agosto, è la volta di PERSEVERARE HUMANUM EST (Piccolo mosaico di storie bibliche e moderne) di e con Matteo Belli, grande affabulatore sulle orme di Dario Fo, e le musiche originali di Paolo Vivaldi. L’appuntamento, una prima regionale, è fissato alle 22.00, al Menhir Museum di Laconi. Lo spettacolo si presenta, secondo quanto recita il sottotitolo, come un insieme di storie legate dal filo rosso dell’eterno ritorno di alcuni aspetti del comportamento umano. Si inizia con una chiacchierata tra la mamma di Noè e quella di Mosè relativa ai problemi dei rispettivi figli, si arriva alla storia di una generazione nata intorno alla metà degli anni ’60, emblematizzata nella figura di un antieroe come Massimo Piloni, eterna riserva di Dino Zoff nella Juventus dei primi anni ’70, e si chiude con la più “antica di tutte le storie”: la divertita e malinconica rievocazione di un inedito paradiso terrestre.

Nell’arco di circa un’ora e mezza Matteo Belli, che prosegue la sua ricerca espressiva affabulatoria, interpreta una sessantina di personaggi e una ventina di parlate diverse tra lingue, dialetti e grammelot, utilizzando un repertorio di strumenti antichi e moderni, nel tentativo di ritrovare i principi di un linguaggio popolare che sempre e comunque sia in grado di premiare la sensibilità e l’intelligenza dello spettatore.

Il giorno successivo, giovedì 16, dopo la prima nazionale andata in scena nell’area archeologica di Tamuli a Macomer, viene riproposto DALLA LUNA AI MENHIR, sempre al Menhir Museum di Laconi, palcoscenico di queste giornate ferragostane del NAF. Il testo di Bepi Vigna vedrà ancora protagonista Rita Atzeri, che sarà accompagnata dall’arpa di Roul Moretti. Lo spettacolo sarà preceduto alle 21.30 dalla visita guidata al Museo.

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Genti Noa rivolge un appello alla Giunta Locci per risolvere il problema delle auto in sosta nel Corso Vittorio Emanuele e nella via Roma, a Sant’Antioco.

«Da troppi mesi le aree pedonali notturne sono ostaggio delle auto parcheggiate oltre l’orario di sosta – si legge un una nota -. Questo fenomeno oltre danneggiare le attività commerciali, danneggia il decoro e la sicurezza della nostra cittadina. Noi di Genti NOA ci siamo posti diversi quesiti, e analizzando la problematica ci siamo resi conto che tra le maggiori cause del “parcheggio selvaggio” vi è sicuramente una comunicazione non sufficiente.»

«Verificando la maggior parte dei cruscotti delle auto in sosta, ci siamo resi conto che il 90% della auto ha il tagliando della sosta pagato con orario di scadenza fino all’indomani mattina – aggiunge Genti Noa -. Questo potrebbe essere uno dei  motivi che inducono turisti e ospiti a cadere in errore, lasciando cosi l’auto in sosta oltre l’orario concesso. Lo stesso cartello posto all’ingresso dell’area del corso risulta essere poco visibile a causa dei rami che intralciano la vista.»

«Per questo motivo – sottolinea ancora Genti Noa – proponiamo all’amministrazione comunale alcune semplici ed economiche soluzioni che potrebbero aiutare a risolvere il problema:

1) posizionare all’ingresso delle aree pedonali delle aiuole con ruote, con tutte le indicazioni chiare, nel quale si evince che tra le ore 20 e le ore 04 l’area è pedonale e la sosta è vietata. Tale azione non solo sarebbe uno strumento migliore di comunicazione, ma sostituirebbero quelle poco gradevoli transenne dando maggiore decoro alle aree;

2) obbligare il concessionario dei parcheggi comunali a impostare nelle aree pedonali la scadenza del ticket alla sola giornata di sosta con scadenza ore 20;

3) posizionare cartelli chiari e ben leggibili in ogni lato degli automatici per il pagamento del ticket parcheggio, ove si evince che oltre le ore 20 il parcheggio è vietato e che l’area sarà pedonale.

Con queste tre semplici azioni, sicuramente il problema del parcheggio nelle aree pedonali potrebbe attenuarsi.

Resta in piedi, comunque, la necessità di stipulare convenzione con carro attrezzi autorizzato.

Considerato gli investimenti davvero esigui – conclude Genti Noa -, auspichiamo che il sindaco Ignazio Locci e la sua giunta, voglia seguire i nostri consigli.»

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Dopo 81 giorni di navigazione e ricerca scientifica oltre il Circolo Polare Artico, ieri, Nave Alliance è rientrata nella sede della Spezia dopo aver concluso con ottimi risultati le Campagne Idro – Oceanografiche “Calypso 18”, “NREP 18” e “High North 18”.

Con queste attività si è consolidata la presenza italiana in una regione, quella artica, al centro da alcuni anni dell’agenda internazionale per i rilevanti mutamenti di natura climatico-ambientale, ma anche geo-politica, che hanno luogo in misura sempre crescente creando anche nuove opportunità per i traffici marittimi e la ricerca in campo energetico.

Particolare rilievo ha avuto l’attività “High North 2018” voluta fortemente dalla Marina Militare e gestita dall’Istituto Idrografico della Marina (I.I.M.), durante la quale hanno partecipato i più importanti Enti di Ricerca Italiani – in particolare CNR, ENEA, OGS, INGV – ai quali si sono aggiunti ricercatori dell’Università parigina de “La Sorbona” e della norvegese Norwegian Defense Research Establishment, insieme a rappresentanti di alcune imprese dell’industria nazionale italiana (e-GEOS e IDS-georadar) che stanno concentrando in Artico una parte rilevante delle loro attività. 

La Campagna Artica High North 18 si è svolta dall’8 al 24 luglio, ed è entrata nel vivo già dal 16 luglio: dopo aver condotto più di 120 ore di attività scientifica nell’area a Nord-Ovest delle Isole Svalbard, dalla plancia della Nave si sono avvistati i primi ghiacciai driftanti alla latitudine di 81°20’N.

Attraverso un’attenta pianificazione e una scrupolosa navigazione tra i ghiacci artici, l’Unità si è diretta ulteriormente verso Nord-Est per cercare di distinguere la calotta polare artica, fino a spingersi alla latitudine massima di 81°50’N, ad una distanza di poco superiore ai 900 km dal Polo Nord geografico. In questo frangente l’Unità ha condotto attività di ricerca mirate attraverso l’impiego di sensori autonomi e non, capaci di rilevare parametri marini e condurre rilievi acustici di rumore ambientale raramente misurati in quest’area. Nonostante non sia ancora possibile estrapolare modelli acustici dell’ambiente esplorato, i dati raccolti risultano di straordinario interesse per le successive valutazioni acustiche e climatico-ambientale da  parte dei ricercatori dell’Istituto Idrografico e degli Enti di ricerca imbarcati a bordo.

Altro elemento fondamentale è stata la condivisione dei dati raccolti con la comunità scientifica internazionale; sono stati infatti messi a disposizione i dati batimetrici raccolti sia a favore dell’ufficio idrografico norvegese per l’aggiornamento dei documenti nautici ufficiali, sia dell’organizzazione internazionale General Bathymetric Charts of the Oceans (GEBCO), con specifico riferimento alle carte nautiche riguardanti l’oceano artico. 

L’intera attività, scientifica e di navigazione, ha assicurato nel suo complesso un grande bagaglio addestrativo, oltre che personale, per tutti i membri dell’equipaggio. La pianificazione della navigazione di trasferimento verso il Circolo Polare Artico, il continuo e meticoloso studio delle previsioni meteorologiche, l’approccio nei ghiacci, le manovre marinaresche per la messa a mare di tutta la strumentazione scientifica hanno riempito a pieno ritmo le giornate di tutti i marinai di Nave Alliance.

 

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Uno dei sassofonisti più rappresentativi della scena jazzistica contemporanea tiene banco questa sera a Berchidda, nella settima giornata di Time in Jazz: Steve Coleman è il grande protagonista della serata in programma in piazza del Popolo (inizio alle 21.30), “palco centrale” del festival ideato e diretto da Paolo Fresu nel suo paese natale e in altri sedici località del nord Sardegna. Il musicista nato a Chicago nel 1956 ritorna all’ombra del Limbara a dieci anni di distanza dalla sua precedente apparizione, alla testa dei Five Elements, la storica formazione con cui porta avanti dai primi anni Ottanta le sue principali attività, con un organico quasi completamente diverso rispetto a quella precedente occasione: accanto al suo sax alto e alla tromba di Jonathan Finlayson ci saranno, infatti, la voce di Kokayi, Anthony Tidd al basso elettrico e Sean Rickman alla batteria.

Steve Coleman è senza dubbio tra gli artisti che meglio hanno ereditato e sviluppato in senso logico la lezione dei grandi maestri del passato. Con una sintesi che ha combinato la pulsazione swing con i ritmi del funk e dell’hip-hop, ha esteso la sua indagine alle tradizioni africane, asiatiche e cubane, creando gruppi e progetti in cui interagiscono musicisti di jazz e cantanti rap, percussionisti latinoamericani e vocalist asiatici, oltrepassando lo steccato prettamente jazzistico per esondare in territori più vasti ma sempre coinvolgenti. L’intento di Steve Coleman nei recenti tour è quello di suonare nel modo più spontaneo possibile rimanendo comunque ancorato ad una forma ed una struttura. Con i suoi Five Elements è riuscito a sviluppare questa abilità istintiva e telepatica in una serie di concerti negli Stati Uniti e in Europa come testimoniato dal recentissimo album dal vivo registrato al Village Vanguard.

A Ploaghe, dalle 18.00, al Convento dei Cappuccini, tiene banco Gegè Munari, decano dei batteristi jazz italiani, alla guida di un quartetto con Ettore Carucci al pianoforte, Luca Bulgarelli al contrabbasso e Francesco Lento alla tromba e al flicorno; un nuovo coinvolgente progetto che spazia dal bebop all’hard bop, con standard rivisitati e arrangiati in chiave moderna. Attivo dai primi anni Sessanta, quando ha iniziato ad accompagnare musicisti americani di passaggio ed italiani come Nunzio Rotondo e Romano Mussolini, il batterista campano conta tra le numerose collaborazioni della sua lunga carriera quelle con Gato Barbieri, Enrico Rava, Franco D’Andrea, Martial Solal, Lee Konitz, Enrico Pieranunzi; Gegè Munari ha anche inciso musica per film sotto la direzione di maestri del calibro di Ennio Morricone, Bruno Canfora, Ritz Ortolani, Piero Piccioni, Pino Calvi ed Armando Trovajoli.

A Berchidda parte alle 19.45 la consueta parata della Fanfaraï Big Band per le vie del paese, che farà da prologo al concerto di Steve Coleman and Five Elements sul palco di Piazza del Popolo, dopo il quale, intorno alla mezzanotte nello spazio antistante, si accendono luci e amplificatori di “Time is over”, il momento “dopofestival” curato da Gianluca Petrella; protagonisti, domani notte, dj Gruff (voce e giradisco) insieme allo stesso trombonista; due nomi che descrivono due mondi: un rap che da trent’anni continua a segnare la storia dell’hip-hop italiano con basi, parole e dischi, e un trombonista tra i più noti che pare aver perfettamente compreso l’evoluzione multi-direzionale del suo genere madre, il jazz; rap e scratch incontrano note e improvvisazione, beat, elettronica e rime in un prezioso e imperdibile mix.

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“Nottinsieme 2018” non va in vacanza neppure per Ferragosto. Si svolgerà regolarmente nella serata di domani – mercoledì 15 agosto – il sesto appuntamento con l’evento clou dell’’estate carboniense, organizzato dall’’associazione Culturale Gruppo Origine con il patrocinio ed il contributo dell’’Amministrazione comunale.

Il fulcro della manifestazione di domani sarà localizzato in piazza Roma e nel tratto superiore di via Gramsci, fino all’’incrocio con via Brigata Sassari. Musica, divertimento per bambini, espositori, spettacoli ed una degustazione gratuita di gnocchetti alla campidanese consentiranno di festeggiare nel migliore dei modi la ricorrenza più attesa dell’estate.

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Un tubo lungo cinquecento metri in polietilene in mezzo ai graniti e alla macchia mediterranea allacciato abusivamente al serbatoio al servizio della zona. E’ quanto hanno scoperto stamattina i tecnici del Servizio ispettivo di Abbanoa assieme ai carabinieri della Stazione di Porto Cervo sulle alture di Poltu Quatu, in comune di Arzachena. L’intricato sistema portava dritto dritto a una cisterna al servizio di una lussuosa villa con piscina appartenente ad un professionista continentale in precedenza slacciato per aver accumulato una morosità di oltre 90mila euro per consumi mai saldati.

La “fornitura” gratuita messa in atto, però, non è passata inosservata. Il sopralluogo effettuato stamattina ha consentito ai militari dell’Arma di constatare in flagranza il reato di furto d’acqua. C’è anche un’aggravante non di poco conto: la tubatura era stata collegata al vicino serbatoio pubblico che, come tutti gli impianti del Servizio idrico integrato, è un sito sensibile.

Per accedere ai locale del serbatoio dove sono presenti le apparecchiature, è stata forzata la grata di una finestra. Da un foro presente nella muratura è stato passato il tubo alimentato dai collegamenti con il serbatoio. Da qui la condotta volante scendeva per mezzo chilometro in mezzo alla macchia mediterranea sino a raggiungere la proprietà privata dove riforniva di acqua una cisterna al servizio della villa con piscina.

L’allaccio abusivo era emerso grazie al sistema di telecontrollo a presidio dell’acquedotto. Nei giorni scorsi era stata riscontrata un’anomalia nell’acqua in uscita dal serbatoio. Immediatamente erano scattate le verifiche per scoprirne la causa. Dopo aver verificato l’inesistenza di eventuali perdite nelle condotte, alla fine i tecnici di Abbanoa hanno ristretto il campo sulla presenza di un prelievo abusivo. La tubatura volante ha tolto qualsiasi dubbio.

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Entra nel vivo l’undicesima edizione di Mamma Blues, il “festival nel festival” di Dromos, costola della più ampia rassegna itinerante organizzata dall’omonima associazione culturale che si muove tra Oristano e altri undici comuni della sua provincia. Protagonista assoluta sul palcoscenico dell’Arena Mamma Blues nel piccolo borgo di Nureci sarà la cantante norvegese Kristin Asbjørnsen (biglietto a 10 euro più prevendita). Ad aprire la serata, alle 22.00, e più tardi nuovamente in scena nello spazio dopofestival, il duo sulcitano Don Leone, reduce dal successo in terra ungherese, dove ha preso parte all’importante Sziget Festival.

Kristin Asbjørnsen è una delle espressioni di spicco della scena musicale norvegese. Nel corso degli ultimi dieci anni ha raggiunto un crescente successo internazionale tra il pubblico e la critica per la sua personale cifra stilistica, vincendo diversi premi in patria e all’estero (come il Mondomix Babel Med in Francia nel 2009). Nativa di Lillehammer, Kristin Asbjørnsen ha conseguito il diploma al Conservatorio di Musica di Trondheim e successivamente ha perfezionato il suo percorso all’Accademia Musicale Norvegese e all’Università di Oslo. Il suo personalissimo stile affonda le radici nella tradizione cantautorale norvegese, includendo elementi della musica africana, dello spiritual e del jazz. Pubblicato nel 2006, “A Spiritual Songbook” – disco di platino e una nomination per gli Spellemannprisen (Norwegian Music Awards) – è stato il suo primo album da solista, basato su spiritual afro-americani e sulle influenze ereditate dalla cantante Ruth Reese, sua ex insegnante di canto. Domani sera (martedì 14) a Nureci, la cantante e chitarrista norvegese, accompagnata da Olav Torget alle chitarre e Suntou Susso alla kora e al canto, presenta l’album “Traces Of You”, uscito tra febbraio e marzo di quest’anno. Una realizzazione dove risuonano tracce di musica dell’Africa occidentale, ninnananne e jazz contemporaneo del Nord Europa.

Ma il compito di aprire la serata, alle 22.00 sul palco dell’Arena Mamma Blues, spetta al duo Don Leone, formazione composta dai musicisti sulcitani Donato Cherchi (voce) e Matteo Leone (chitarra, batteria), che da due anni hanno unito le forze e le proprie esperienze personali, mettendo nel calderone spiritual rivisitati e stravolti, pezzi originali, ma anche cover importate da altri generi: un progetto di musica blues, cruda, elettrica e rauca che in breve tempo ha conquistato premi e riconoscimenti internazionali (sono i vincitori dell’Italian Blues Challenge 2017 e rappresentanti dell’Italia agli scorsi European Blues Challenge in Norvegia e all’International Blues Challenge di Memphis). Leone e Cherchi vantano al loro attivo il fortunato EP d’esordio “Welcome to the south-west”: un titolo che fa chiaro riferimento al loro Sulcis, territorio assetato e per larghi tratti incontaminato, con le sue aride strade di campagna sulle quali si muove l’idea dei due musicisti, strade piene di incroci, come quelle paludose della storia del blues. Dopo il concerto di Kristin Asbjørnsen il duo sarà di nuovo protagonista (alle 24.00) nei Giardini del Sottomonte per il consueto appuntamento dopo festival.

La notte di Ferragosto riflettori puntati, infine, alle 23.00, su la formazione di Seun Kuti & Egypt 80. Il trentaquattrenne musicista e cantante nigeriano, figlio più giovane della leggenda dell’afrobeat Fela Kuti, arriva al Mamma Blues con il suo nuovo album “Black Times”, il quarto registrato in studio con la straordinaria orchestra creata dal padre (l’epica Africa 70), ribattezzata Egypt 80 per riflettere le origini dell’Africa nera dall’antica civiltà faraonica. A fare da cornice al concerto principale, ci sarà in questa occasione la formazione dei South Sardinian Scum.

Altri appuntamenti scandiscono il trittico di giornate del festival Mamma Blues. Alle 18.00 i maestri della Music Accademy di Isili impartiscono le prime lezioni di musica (batteria, chitarra, armonica, tastiere) ai più piccoli nel laboratorio “Primi passi verso il Blues” (ingresso libero). Nei locali del Museo del Fossile è invece allestito il Blues Museum, dove si può visitare una piccola raccolta di materiale che ricorda la storia del Mamma Blues e del genere di matrice afroamericana. Il biglietto per il concerti di di Kristin Asbjørnsen costa 10 euro; 15 euro il biglietto per Seun Kuti & Egypt 80 (15 agosto). Costa 25 euro, invece, l’abbonamento per le tre serate di Mamma Blues. A tutti i prezzi vanno aggiunti i diritti di prevendita. Ingresso libero e gratuito a tutti gli appuntamenti dopo festival.

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Oltre duemila spettatori in delirio questa sera all’Arena Fenicia di Sant’Antioco al concerto di Ermal Meta, prima tappa musicale del Sulky Festival 2018. Il vincitore dell’ultima edizione del Festival di Sanremo non s’è risparmiato e per in quasi due ore ha proposto tutti i suoi più famosi successi, tra i quali “Non mi avete fatto niente”, canzone con la quale ha vinto il Festival in coppia con Fabrizio Moro (per sostituire il quale, ha chiesto l’aiuto al pubblico); “Piccola Anima”, cantata dopo la versione riservata al pubblico, e “Io mi innamoro ancora”.  Nell’ultima parte del concerto ha proposto anche un inedito e, come bis, tre canzoni da solo, senza l’accompagnamento dei bravissimi musicisti del suo gruppo.

L’Arena Fenicia ha superato ancora una volta l’esame di un grande evento, confermando di essere una location straordinaria per questo genere di spettacoli, in grado di ospitare oltre 5.000 spettatori.

           

                           

 

 

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I carabinieri di Sarroch la notte scorsa hanno arrestato in flagranza del reato di furto aggravato, un pregiudicato di San Gavino Monreale classe 1979 che, intorno alle 2.30, è stato colto dai carabinieri impegnati in un servizio perlustrativo, intento a rubare sei pannelli solari della società telefonica Vodafone di circa 2 mq ciascuno, utilizzati per l’alimentazione energetica di un ripetitore dell’azienda telefonica che veniva immediatamente informata dai militari. L’arrestato è stato tradotto presso gli uffici del comando stazione e, successivamente, presso le aule del tribunale di Cagliari, per il rito direttissimo.