26 December, 2025
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La Regione interviene con 800mila euro per la ricostruzione del ponte sul rio San Giorgio a Gonnesa, crollato il 2 aprile 2020. La Giunta regionale, su proposta dell’assessore dei Lavori pubblici Aldo Salaris, ha destinato le risorse necessarie per realizzare l’intervento di ripristino del collegamento viario tra l’area parcheggio della spiaggia di Fontanamare a Gonnesa e la S.P. 83.

«Si tratta di un’opera ritenuta strategica per il territorio, dato che il collasso improvviso del ponte ha precluso ha precluso l’unica via di accesso in sicurezza al litorale di Fontanamare, immediatamente cantierabile e in grado di rispettare le tempistiche di spesa imposte dal mutuo infrastrutture», ha spiegato l’assessore Aldo Salaris ricordando come a seguito del crollo la Regione si sia immediatamente attivata mettendo a disposizione dell’Amministrazione comunale di Gonnesa un finanziamento di 300mila euro (su interessamento dell’allora assessore dei Lavori pubblici, il compianto Roberto Frongia, che fece anche un sopralluogo sul luogo del crollo). La spiaggia, situata nel litorale del Golfo del Leone, rappresenta uno dei luoghi strategici per la valorizzazione e la promozione turistica a livello regionale. Non solo. La mancanza di un adeguato attraversamento del rio San Giorgio non consente il passaggio dei mezzi di soccorso per emergenze sanitarie o in caso di incendio, rappresentando un problema in termini di pubblica sicurezza e di ordine pubblico, data anche l’impossibilità di installare un ponte provvisorio.

«Allo stato attualeconclude l’assessore regionale dei Lavori pubblici il Comune ha provveduto all’esecuzione delle attività previste (rimozione delle macerie dal sito) e a terminare la progettazione dell’intervento di ricostruzione del ponte.»

Per procedere con l’appalto dei lavori si sono però rese necessarie nuove risorse. Da qui l’intervento di sostegno destinato alla realizzazione dell’infrastruttura, che grazie all’intervento della Regione potrà ora essere sbloccata.

Si diradano le nubi emerse nei mesi scorsi sul futuro della Sotacarbo, dopo che la Regione ha deciso di ricapitalizzare l’azienda. 

La decisione è stata appresa con soddisfazione dalla RSU aziendale.

“Dopo mesi di incertezze e mobilitazione sindacale che hanno portato alla nomina del nuovo Presidente, è stato fatto un passo importante verso il rilancio aziendale sulla base di quanto deciso nell’Assemblea Straordinaria dei Soci svoltasi il 18 giugnosi legge in una nota firmata da Ivo Puddu della Filctem Cgil della Sardegna Sud Occidentale, Andrea Porcu della Uiltec Uil Sardegna ed Alberto Plaisant della Flaei Cisl Sardegna -. In attesa che si concretizzi nei prossimi giorni il processo di ricapitalizzazione societaria, l’RSU riconosce il grande lavoro svolto in questi mesi dal presidente ing. Mario Porcu ed il fondamentale supporto dato dalle OO.SS territoriali e regionali per arrivare a questo primo importante risultato.”

“È doveroso inoltre riconoscere una spiccata sensibilità mostrata dai consiglieri regionali del territorio e la volontà della Regione nel voler riconoscere a Sotacarbo un ruolo strategico in questa delicata fase di transizione energeticaconclude la RSU della SotacarboSiamo certi che col concretizzarsi degli impegni assunti dalla Regione, la Sotacarbo rivestirà un ruolo chiave nel processo di decarbonizzazione del sistema energetico regionale grazie alle consolidate professionalità  acquisite dai ricercatori, che con le loro competenze sono riusciti a ritagliarsi una altissima credibilità nel panorama scientifico internazionale.”

Eloise Carboni sfiderà la sindaca uscente Elvira Usai alle prossime elezioni amministrative a San Giovanni Suergiu.

46 anni, eletta 5 anni fa consigliera di minoranza con la lista Progetto Comune, Eloise Carboni ha annunciato la sua candidatura, della quale si parlava da diversi mesi, con una lunga lettera che pubblichiamo integralmente.

San Giovanni Suergiu è molto di più.  San Giovanni Suergiu merita di più.
Metaforicamente parlando è come se fossimo dinnanzi a una cartolina sbiadita e rovinata dal tempo, per larga misura raffigurata a tratti bianchi e neri.
In questi anni, chi poteva, ha fatto una scelta ben precisa, comprensibile ma non condivisibile: si è scientemente deciso di non osare, è mancato totalmente il coraggio di immaginare il sogno per San Giovanni Suergiu, ci si è adeguati ad una visione ordinaria e a breve termine della nostra comunità, senza particolari slanci o lampi di luce e priva di lungimiranza, rispetto alle sue enormi potenzialità e prerogative.
Ciò che preoccupa maggiormente è che nella visione comune, tale stato di fatto sia oramai assimilato al fine massimo perseguibile, quasi come in uno stato di assuefazione all’ordinario, in cui gioire per proclami di normalissime oltre che dovute iniziative o interventi afferenti l’ordinaria amministrazione o la cura del territorio.
Un modus operandi che in questi ultimi anni, con un’impostazione quasi chirurgica, giorno dopo giorno, ci ha privati della capacità di immaginare, in prospettiva, una gestione (in totale discontinuità con quella attuale), improntata allo sviluppo tangibile e concreto del nostro paese, partendo dall’esaltazione dei suoi punti di forza, quelli che si sarebbero dovuti valorizzare negli anni, ma che invece sono rimasti totalmente inespressi.
E’ innegabile, per chiunque conosca i principi dell’onestà intellettuale, che i margini per uno sviluppo concreto della nostra comunità siano sovrabbondanti: dal meraviglioso litorale alle estese, e per lunghi spazi fertili, campagne, passando per le popolose frazioni, fino al centro cittadino. Si è deciso di non rischiare, instillando la percezione che questa sia l’unica visione possibile, il meglio a cui ambire. Questa è una inesorabile verità. San Giovanni Suergiu non è solo un Paese in “bianco e nero”. Ma è anche una comunità umana, di persone in carne e ossa, che ambisce, per se stessa e le prossime generazioni che verranno, ad avere una possibilità reale di riscatto, una chance di ripartenza per i suoi, ossia per i nostri, figli.
Un luogo che oltre a rafforzare il proprio, importantissimo, ruolo di crocevia del Sulcis, capace di unire e indirizzare le principali arterie turistiche del territorio, possa un giorno diventare anche una fucina di opportunità economiche, sociali e culturali, e allo stesso tempo un attrattore di risorse e investimenti negli ambiti pubblico e privato. Un paese Nel quale i nostri giovani, dopo anni di ordinaria Amministrazione della cosa pubblica, non debbano più sopravvivere di assistenza, di lavori saltuari non sempre adeguatamente remunerati, o del sostegno di familiari o nell’attesa, prima o poi, di emigrare e ricercare opportunità di realizzazione personale altrove.
Convinzioni, queste, che ho maturato in tutti questi anni di impegno sociale nell’organizzazione di eventi per la valorizzazione dell’immagine del nostro Paese e per garantire alla nostra comunità visibilità, prestigio e momenti di svago e vera convivialità.
La medesima convinzione ha guidato il mio costante impegno politico come Consigliera comunale d’opposizione, sempre orientato alla responsabilità nelle scelte, intraprese nell’interesse unico dei cittadini, su mille battaglie.
Amministrare non è un compito semplice. Ritengo pertanto che sia irragionevole e insensato sabotare e/o ostacolare, per il solo fatto di rappresentare l’opposizione, ordinarie, usuali quanto necessarie iniziative promananti da questa amministrazione. Ho sempre collaborato, le ho sostenute, l’ho fatto e lo rifarei, sempre nell’ottica dell’interesse preminente della mia comunità.
Sono queste riflessioni che mi hanno indotto, sulla scia delle tante sollecitazioni arrivate da più parti, ad assumermi la responsabilità di intensificare il mio impegno per la nostra comunità capitanando una lista civica, nel ruolo di candidata Sindaca, che abbia come ambizione proprio quella di far tornare il nostro Paese a brillare e risplendere. Per arrivare a ridisegnare una cartolina nella quale San Giovanni Suergiu sia finalmente raffigurato a colori.
Colori che scaturiscano da una visione diversa, grandiosa ma realistica, rispetto a quelle espresse fin qui, dei punti di forza del nostro Paese. Per costruire una realtà urbana che, torni a essere un Luogo ove venire o restare a vivere, mettere su famiglia, e guardare al futuro con rafforzato ottimismo.
Il tutto grazie a un’azione politico-amministrativa portata avanti senza inutili proclami ma coraggiosa, senza il timore di cambiare e apportare cambiamenti reali. Un’azione amministrativa che, finalmente, ritorni ad esercitarsi nelle sedi istituzionali, appropriate ed adeguate, tali da rivitalizzarne l’autorevolezza ed il prestigio. “Un’altra storia”, insomma, un ‘altro profilo, che caratterizzerà gli obiettivi che perseguirò assieme a un nutrito gruppo di persone motivate, competenti, preparate che ho l’onore di rappresentare e che amano profondamente la nostra comunità, hanno stabilito in paese la loro dimora, lavorano e crescono i loro figli e per tale motivo ne sono i primi fruitori.
Perché solo chi è cresciuto a San Giovanni Suergiu e vive 7 giorni su 7 la nostra comunità può apprezzarne il valore e per questo lottare per migliorarla, ogni giorno ad ogni costo.
Persone valorose con le quali condivido la visione e il senso della politica come un’opera di costante volontariato sociale, piuttosto che come una professione o un modo per sbarcare ogni mese il lunario. E’ il nostro segno distintivo e la garanzia che anima la nostra missione.
Sarà una sfida impegnativa e stimolante, faticosa ma gratificante che come consuetudine affronterò a testa alta e schiena dritta, dedicando ad essa tutto il mio impegno ed energia, perché fuggire dinnanzi alle difficoltà di una battaglia, non è una mia prerogativa.
Con questa riflessione, cari compaesani, ufficializzo la mia candidatura al ruolo di Sindaca e vi invito a sostenere il nostro progetto che, ovviamente, avrete modo di conoscere approfonditamente nelle prossime settimane e nei prossimi mesi, da qui alla data delle elezioni, perché sarà partecipato e vi coinvolgerà passo per passo, giorno per giorno.
Per riaffermare, in termini concreti, l’importante principio che «San Giovanni Suergiu è molto di più di ciò che ci è stato rappresentato finora».

Eloise Carboni

Lunedì le segreterie della Funzione Pubblica di CGIL CISL e UIL del Sulcis Iglesiente hanno incontrato i consiglieri regionali eletti nel territorio, Fabio Usai del Partito Sardo d’Azione e Michele Ennas della Lega, che hanno accolto l’invito per un confronto sulla situazione emergenziale della Sanità territoriale. 

Il problema è stato analizzato nelle più svariate declinazioni:

«La drammatica carenza di personale sanitario è tale che per garantire l’attuale organizzazione sanitaria territoriale servirebbero immediatamente almeno 120 figure sanitarie professionali del comparto e oltre una settantina di medici specialisti nelle varie discipline, liste d’attesa che in più di un caso contano migliaia di persone, l’omessa nomina dei primari, il pensionamento di personale cui non ha fatto seguito un adeguato turn over, la continua emorragia di personale sanitario e assistenziale che nella ASL 7 è interessato da procedure di mobilità sempre in uscita e mai in ingresso, interi reparti posti nell’impossibilità di funzionare a causa della mancanza delle unità minime per garantire l’avvicendamento nei turni, la mancanza del servizio di parto in analgesia, le insistenti avvisaglie di una possibile chiusura, anche parziale, dei servizi di Pronto Soccorso, l’aumento esponenziale ma necessitato del ricorso alla sanità privata per una popolazione che vive nella Provincia più povera d’Italia, fino ad arrivare al dato parimenti preoccupante: la contrazione della dotazione organica ha prodotto non solo servizi precari o la loro chiusura, ma anche una riduzione di occupazione tale che negli ultimi 10 anni sono venute a mancare progressivamente oltre 300 buste paga dirette, con conseguente riduzione della produzione e circolazione di ricchezza e consumi nel territorio, ed effetti collaterali gravi e non quantificabili su tutto l’indotto».

Le parti hanno concordato circa il fatto che l’arretramento dei servizi di sanità pubblica, al di là delle responsabilità politiche e gestionali pregresse e/o attuali, non possa più essere accettato passivamente dai cittadini del Sulcis Iglesiente. Per questo motivo le organizzazioni sindacali di categoria chiedono che i consiglieri regionali eletti in questo territorio promuovano subito un incontro urgente presso l’assessorato regionale della Sanità, per potersi confrontare sia con l’interlocutore politico che con i massimi vertici di ATS che detengono la responsabilità gestionale del servizio sanitario nel Sulcis Iglesiente, al fine di individuare in un clima di dialogo collaborativo tutte le possibili soluzioni atte a garantire interventi seri e strutturali, non improvvisati, necessari per riportare i livelli qualitativi della sanità territoriale almeno entro parametri di dignità, da cui attualmente è ben lontana. I rappresentanti sindacali e i consiglieri regionali presenti all’incontro hanno reciprocamente assunto l’impegno di non permettere che la questione sanitaria, di primaria e assoluta importanza per il bene comune della popolazione del Sulcis Iglesiente, venga strumentalizzata ed eterodiretta per finalità di interesse particolare, poiché in questo momento più che mai occorre anteporre la comunione d’intenti volti alla tutela del bene collettivo, alle velleità personali o alle divisioni di bandiera. Da questo spirito è animata la comune convinzione che le popolazioni di Carbonia e Iglesias e di tutti i paesi della Provincia saranno unite nel difendere a gran voce il servizio sanitario del Sulcis Iglesiente, sentendosi un’unica comunità territoriale. 

Al terzo tentativo, il comune di Carbonia ha affidato la gestione della sala prove musicali di Is Gannaus. Ieri è stata firmata la convenzione con l’Associazione Africa sarda presieduta dalla cantautrice Carla Cocco.
«C’è grandissima soddisfazione per aver portato a termine quest’iter e poter rilanciare le attività artistico-musicali destinate soprattutto a favore dei più giovani sviluppando in loro creatività e talento musicale», ha commentato il sindaco Paola Massidda.

E’ stata inaugurata lunedì sera, a Carbonia, presso la sala del Circolo Soci Euralcoop, in piazza Marmilla, la mostra fotografica 1921-2021 – 100 anni il P.C.I. e la Sardegna, organizzata dalla Fondazione Enrico Berlinguer ed allestita con la consulenza e ricerca fotografica di Renato Brotzu.

La mostra sarà visitabile dal lunedì al sabato, dalle 9.30 alle 12.30  e dalle 16.30 alle 19.30. fino al 3 luglio.

Vediamo uno stralcio dell’intervento di presentazione fatto da Mauro Esu, uno degli organizzatori della mostra.

   

E’ iniziata alle 8.30 di stamane, a Sant’Antioco, la seconda giornata della seconda fase della campagna vaccinale di massa per le isole minori italiane, riservata ai Comuni di Sant’Antioco e Calasetta, con l’inoculazione della seconda dose del vaccino Pfizer presso il Palazzetto dello sport di Sant’Antioco. La tappa antiochense conclude il programma avviato all’Isola di La Maddalena e proseguito nell’Isola di San Pietro.

Per consentire un regolare afflusso delle persone ed evitare code ed assembramenti, è stato predisposto, come già nella prima fase, un calendario che si dovrà rispettare scrupolosamente.

Occorrerà recarsi al palazzetto dello sport con il documento ricevuto all’atto della prima dose e con la tessera sanitaria.

Le vaccinazioni proseguiranno fino alle 13.00, riprenderanno nel pomeriggio, dalle 14.00 alle 17.30 e si concluderanno domani, giovedì 24 giugno, con gli stessi orari.

Sono diminuiti da 8 a 3 i casi positivi al Covid-19 a Portoscuso. Ne ha dato comunicazione in serata il sindaco Giorgio Alimonda.
«Si mantiene a zero il numero delle persone in quarantena obbligatoriaha aggiunto il sindaco di Portoscuso -. Non si documenta da due settimane nessun nuovo caso di covid 19, ma tra i 3 casi ancora positivi permangono 2 casi di ricovero ospedaliero. La situazione quindi segue un trend di miglioramento ma l’obiettivo è quello di giungere all azzeramento dei casi.»
«Per perseguire questo risultato e quindi avere condizioni maggiore sicurezza soprattutto nel periodo estivo ha concluso Giorgio Alimonda -, si invitano tutti i cittadini e i turisti ad osservare la massima prudenza nei comportamenti, ponendo in essere tutte le note misure anticontagio, distanziamento e proseguire con le vaccinazioni.»

Notte di passione per la Sardegna in musica e parole, quella di domenica 20 giugno presso “Corto Maltese”, al Poetto di Cagliari, dove il pubblico ha applaudito calorosamente l’esibizione di Claudia Aru e della sua band, formata da Matteo Marongiu al basso, Simone Soro al violino, Matteo Demuro alle chitarre e Simone Sassu al pianoforte. Una musica travolgente ben studiata ed armonizzata, a cornice di una voce calda e suadente: ora decisa e dai toni forti e poco dopo dolce ed accarezzante.

La cantautrice, artista dai toni poliedrici, racconta le tradizioni sarde per non farle dimenticare, per protrarle nei tempi e tramandarle alle nuove generazioni. Ironizza per certi versi su alcuni “modi di fare antichi” e allo stesso tempo ogni sua canzone nasconde un messaggio che invita a riflessioni profonde. Tra il serio ed il faceto, Claudia Aru monopolizza l’attenzione dei suoi fans accorsi ad ascoltarla e addirittura alcuni che la raggiungono sul palco per cantare due suoi pezzi con lei. Quando sul palco si esibisce Claudia Aru, è un continuo passare da una risata alla commozione o alla nostalgia e poi di nuovo alla risata, proprio come nella vita di tutti i giorni.

Vera, umile e dall’aspetto rigorosamente mediterraneo, Claudia Aru riesce a coinvolgere tutti: grandi e piccini, giovani e meno giovani. L’ultimo suo successo “Cento Concas” per la cui produzione si è avvalsa del contributo di due grandi artisti del panorama musicale sardo, Francesco Piu e Benito Urgu, è un vero e proprio inno alla multiculturalità, con un piccolo appunto sul fatto di essere “sardi” non come diritto acquisito alla nascita ma come scelta consapevole. Un successo, sarà sicuramente l’intera stagione estiva, nel corso della quale Claudia e la sua band comunicano e condividono gioia, speranza ed umanità, non solo per la propria terra, ma per il mondo intero, perché Claudia vuole fare come il “compasso”: un piede nella sua isola natìa e l’altro in movimento in giro per il mondo. A si biri otra bortasa poitta “su tasinanta” attendiri.
Nadia Pische

Intervista a Claudia Aru

            

Si è conclusa domenica 20 giugno, in piazza Giovanni XXIII, a Cagliari, la prima tappa della Festa del Gusto 2021, evento organizzato dall’associazione INVITAS di Ivan Scarpa ed Alessia Littarru, ormai più che noti nell’ambiente fieristico e delle sagre, con il patrocinio del comune di Cagliari. Il bilancio è sicuramente positivo… rivedere la piazza popolata seppur nel rispetto delle regole antic-Covid è stato davvero confortante, dopo tanto, tantissimo tempo in cui si è stati costretti a stare “chiusi in casa”, risentire i profumi e poter gustare i sapori della cucina internazionale “street food”, è una sensazione senza pari che non rinfranca solo le papille gustative ma sicuramente anche l’anima. È l’anima ce l’hanno messa non solo gli organizzatori ma anche i 65 espositori che, dopo tanto tempo, hanno potuto “riaffilare i coltelli e riaccendere i fornelli”, per deliziare i palati dei tantissimi visitatori. Perché poi, la mascherina, è vero nasconde il sorriso, ma girando tra i tavoli, dove la mascherine sono abbassate, è facile vederlo a testimonianza del piacere di essersi ritrovati. Ma non solo secondi piatti in vetrina, anche pizze, focacce, patatine, dolci, miele, birre…

I numerosi visitatori hanno potuto assaggiare sapori sardi, siciliani, genovesi e bolognesi sino ad arrivare in Brasile, Argentina e Cuba. Una ripresa con un respiro di sollievo per chi per tanto tempo ha visto “vietarsi il lavoro” ma ha dovuto continuare a pagare le tasse. Una festa che è stata resa possibile anche dalla professionalità dello staff: 20 persone tra uomini e donne che hanno vigilato per il corretto svolgimento della manifestazione. Oltre ai piaceri legati al gusto si sono potuti ammirare i capolavori di artigiani provenienti da diverse parti della Sardegna: monili, borse, accessori moda, suppellettili, tutti finemente rifiniti ed unici perché realizzati a mano. È non è mancato neanche lo schermo dove poter vedere la terza partita del girone A degli Europei, Italia-Galles, giocata allo Stadio Olimpico di Roma e terminata con la vittoria dell’Italia.

Il bello del “ritorno alla vita” è sentire, passeggiando tra gli stand, i dialetti e gli accenti che si mischiano e la piazza diventa internazionale oltre che per gusti e sapori, per battute e modi di dire. E neanche l’improvvisa pioggia accompagnata da preoccupanti folate di vento è riuscita a spegnere l’entusiasmo dei visitatori che, finita la partita, si apprestavano a scegliere il giusto gusto a “prova di palato”.

Quando anche i piccolissimi Manuel e Gabriele dai loro passeggini sorridevano felici… finalmente si rincomincia a vivere con mamma e papà e a gustare tante leccornie che solo alla Fiera del Gusto è possibile trovare in abbondante varietà. Ma l’unico ed imperdibile “gusto” che ci è mancato in tutti questi mesi di Pandemia, è stato quello dello “stare insieme” e condividere momenti di svago da serbare per sempre nel cuore.

Nadia Pische