17 December, 2025
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Va detto subito: il vero salto quantico” è un concetto della fisica atomica; invece il “salto quantico” della lingua parlata è sinonimo di “illogico”. Questo secondo genere di “salto quantico” è quello che si attaglia di più alle dichiarazioni rilasciate ieri dall’assessore della Sanità Armando Bartolazzi. Da ciò che dichiara si desume che in modo indipendente sta procedendo al sovvertimento della legge sulla “rete ospedaliera” sarda, approvata dal Consiglio regionale della Sardegna il 25 ottobre 2017. Egli sta trasformando la destinazione dei nostri ospedali da una struttura generalista con tutti servizi a strutture con un solo servizio specialistico. Cioè, a suo vedere, ci sarà un’ospedale per i bambini, uno per i tumori, uno per gli occhi, uno per l’addome, uno per il cuore, uno per i vecchi, uno per i depressi, uno per il cervello, uno per la pelle e così via. A parte l’illogicità del metodo per le complicazioni organizzative che comporterebbe, una cosa del genere non si può fare. Qualunque sia il fine di questa azione personale, deve essere precisato che nessun assessore regionale può modificare una legge. Lo possono fare solo i consiglieri regionali in Assemblea. Il “salto quantico” dell’assessore, che non è assimilabile a quello della fisica, in realtà e un “volo pindarico”. Pindaro era un poeta greco del sesto secolo avanti Cristo che scriveva opere con ragionamenti belli ma senza capo né coda.
Il vero “salto quantico” della fisica quantistica è dato del salto di un elettrone di un atomo da uno stato di energia ad un altro con emissione di radiazione elettromagnetica sotto forma di “fotoni”. Dietro questo concetto esistono gli studi dei più grandi scienziati del 19° e 20° secolo: Max Plank, Niels Bohr, Rutherford, Heisenberger, Broglie, Einstein, Fermi, eccetera, tutti premi Nobel. Essi fondendo la “teoria particellare” e la “teoria ondulatoria” della fisica quantistica gettarono luce sulla natura stessa della materia dando all’Umanità la “consapevolezza” di cosa sia l’”esistente”.
Presto l’”Intelligenza artificiale” occuperà molti spazi riservati oggi agli umani. Essa sostituirà tutti: anche i medici e i chirurghi verranno sostituiti dalla I.A. Tuttavia, a detta degli scienziati i nuovi computer, nonostante la loro super-intelligenza, hanno un difetto che non verrà risolto in futuro: non hanno “coscienza di sé”. Cioè non hanno la “consapevolezza” del proprio “Io” perché non lo possiedono.
L’Uomo, che vive nel mondo reale e ne ha “consapevolezza”, manterrà la sua superiorità nel processo di programmazione del proprio futuro. E’ esattamente ciò che vogliamo.
Il programma di riforma sanitaria esposto ieri pare non avere “consapevolezza” né di come è fatto il mondo dei sardi né di quanto sta avvenendo nel mondo globale.
Il mondo concreto di cui bisogna avere “consapevolezza” è davanti a noi.
In questi due mesi tutto è cambiato. Nessuno prevedeva il ritorno indietro della storia del mondo Occidentale fino a rivivere le guerre di conquista. Dopo la Seconda Guerra Mondiale si costituì la Società delle Nazioni e poi l’ONU, alla ricerca di un garante del vicendevole rispetto fra le Nazioni. In un attimo, con un “salto quantico” illogico è avvenuto il regresso della civiltà occidentale delle Democrazie e delle Costituzioni verso le conquiste territoriali per puro interesse economico. Un fatto grande come questo, nel momento in cui si decide la revisione dell’apparato sanitario pubblico regionale, non può essere ignorato e tutti i programmi devono essere rivisti e adeguati alla nuova realtà storica.
Un’altra notizia proveniente dal mondo reale, molto istruttiva per chi vuole essere “consapevole”, è quella riguardante la scomparsa di Gene Hackman, di sua moglie e del suo cane. Novantenne, ex famoso attore, titolare di vari premi Oscar, e affetto da Alzheimer, Gene Hackman viveva con la moglie di 63 anni, in solitudine. Visse ricco ed amato dal pubblico americano finché si ritirò dalle scene. Invecchiando venne la malattia e con questa l’eclissi di amici e figli. Le figlie si informavano della sua salute con una telefonata ogni 6 mesi. In un sistema sanitario e di Welfare come quello statunitense chi è senza figli, e non lavora, se si ammala è perduto. E’ avvenuto che sua moglie, sua unica fonte di assistenza, contraesse un’infezione polmonare da Hantavirus. Si tratta di un virus dei roditori americani (topi). L’essere umano contagiato manifesta sintomi di tipo influenzale (febbre, dolori muscolari, tosse). L’infiammazione polmonare può provocare stravaso di liquido essudatizio negli alveoli respiratori; questi, allagati dal liquido, non scambiano più ossigeno con l’aria respirata. Tale infiammazione può portare al peggioramento del respiro, a compromissione del cuore e del cervello, fino alla morte. La moglie, non curata, si aggravò e morì lasciandolo solo. Cosa può fare un paziente con Alzheimer, solo, per sopravvivere? In questi pazienti oltre al danno motorio e cognitivo esplode il danno della memoria. La “memoria episodica” comporta la cancellazione dei ricordi di eventi passati. Tuttavia il danno peggiore è la perdita della “memoria procedurale”. Cioè il malato non sa come si deve procedere per raggiungere un determinato scopo. Se, per esempio, ha sete e vuole bere, egli non ricorda quale è la sequenza di azioni da mettere in atto: non sa che deve allungare il braccio per afferrare con la mano il bicchiere; non sa che per riempire il bicchiere bisogna versare acqua dalla bottiglia; non sa neppure che deve avvicinare il bicchiere alle labbra, riempire la bocca e deglutire. Similmente non sa cosa fare per nutrirsi, per lavarsi, per proteggersi dal freddo, per aprire la porta di casa, eccetera. In sostanza rimane inerte nel luogo in cui si trova e non prende iniziative. Morirà per mancata assistenza alimentare e termica.
Nel caso di Gene Hackman, una volta morta la moglie, egli morì dopo 7 giorni. Così pure il cane.
Ora, applichiamo a questo evento le regole del fondatore della medicina clinica: Ippocrate di Coo del V secolo avanti Cristo. Egli osservava il malato sia nel suo letto, sia nell’ambiente di vita; ne seguiva l’evoluzione patologica e, dopo osservazione prolungata, emetteva la diagnosi.
Seguiamo lo stesso metodo di osservazione col caso del malato Gene Hackman; caso che ci interessa molto perché attuale, e perché è lo specchio di questi tempi; potrebbe riguardarci. Caratteristiche:
– era un grande anziano;
– era malato di Alzheimer;
– aveva la sola compagnia della moglie;
– era senza figli in prossimità;
– mancava la frequentazione di un vicinato;
– era senza badante;
– non aveva la visita abituale di un medico di famiglia;
– non aveva una cerchia di amici a cui rivolgersi;
– non aveva un amministratore delle proprie risorse finanziarie.
Questo elenco riguarda molti.
Oggi stiamo tutti vivendo la vera epidemia del 21° secolo nel mondo occidentale. Si tratta della crisi demografica con scarsità di nuovi nati e con un eccesso di anziani candidato alla vecchiaia in solitudine.
Si può fare un programma di riforma sanitaria senza tener conto del dato demografico? No.
Ora facciamo un “salto quantico – volo pindarico” nella storia della Sanità.
Iniziamo col fare una distinzione fra “Sanità” e “Medicina”.
La “Sanità” riguarda lo stato di salute di una persona, di un popolo, o di una Nazione. Essa rappresenta  uno degli aspetti della “sicurezza” pubblica. E’ un compito dello Stato.
La “Medicina” è un branca della scienza e dell’attività professionale che ha lo scopo di modificare, con artifizi, l’evoluzione di un malattia. Di questo si curano i medici.
La Sanità pubblica nacque per un fatto storico drammatico: la peste del 1347-48. In quei 12 mesi in Italia, che aveva circa 10 milioni di abitanti, morirono 2 milioni di persone. E’ come se in 12 mesi del nostro anno 2025 in Italia, che ha 56 milioni di abitanti, morissero 12milioni di persone, e ne sopravvivessero 44 milioni. Nelle grandi città ( Milano, Venezia, Firenze) morirono più della metà degli abitanti.
Morirono gli operai, i contadini, gli artigiani, i professionisti; l’economia crollò. La povertà e la penuria di alimenti negli anni successivi provocarono una mortalità anche maggiore.
Le autorità politiche dei vari Stati e staterelli capirono l’importanza di contenere i contagi. Allora vennero costituiti i primi “Uffici di sanità” pubblici. Erano dotati di personale che aveva il compito di controllare i traffici di uomini e merci alle frontiere e nei porti. Furono i primi Sistemi sanitari nazionali della storia.
Fino ad allora gli ospedali caritativi religiosi ricoveravano poveri, vecchi, idioti, orfani, e li assistevano procurando loro un letto, alimenti e vestiario. Erano ospizi. Dopo il 1348 fu chiara la necessità di convertire gli “hospitalia” religiosi in veri ospedali per malati. Così nacquero gli ospedali moderni che si avvalevano di medici professionisti e infermieri pagati dallo Stato.
A Milano, nell’Ospedale Maggiore del 15° secolo, si pensò di distinguere gli ospedali destinati alle malattie che iniziano e finiscono rapidamente colla guarigione o colla morte del paziente. Si individuarono poi gli ospedali per quei malati che non guariscono, non muoiono e restano invalidi. Un questo caso il problema assistenziale, a carico dello Stato, si cronicizzava.
Il Sistema sanitario pubblico si adattò alle esigenze della popolazione del tempo.
Nei secoli successivi, fino al 1900, la situazione sanitaria si mantenne quasi immodificata. Poi, con l’arrivo dei vaccini (fine 1800) e degli antibiotici (1950) i malati acuti iniziarono a sopravvivere. Dopo la Seconda Guerra Mondiale, col miglioramento delle condizioni economiche, la pace garantita dall’ONU, l’industrializzazione e la liberalizzazione dei mercati internazionali, la salute nazionale migliorò ulteriormente fino a generare un “boom” demografico tra il 1946 e il 1966. Al Sirai di Carbonia nascevano 2.000 bambini all’anno. Al Santa Barbara di Iglesias ne nascevano 1.000. Oggigiorno ne nascono in tutto circa 300 all’anno.
I nati di quegli anni vengono denominati “baby boomers”. I bambini del “boom” oggi (anno 2025) hanno un’età fra i 59 e 79 anni. A causa di questi fatti abbiamo, tra gli abitanti della Sardegna, il 45% di ultra-55enni. Si tratta di un numero pari a 700mila anziani su un milione e mezzo di abitanti. Nel Sulcis Iglesiente gli anziani sono il 50%. della popolazione.
A questo punto mettiamo in rapporto questi dati col triste fatto di Gene Hackman e chiediamoci: “quanti di questi 700mila diventeranno invalidi? Rivediamo anche l’elenco dei motivi della fragilità e
della solitudine di Hackman:
1 – problemi amministrativi-economici;
2 – figli distanti, assenti, o impegnati;
3 – assenza di famiglia stabile e convivente;
4 – assenza di un compagno o una compagna di vita;
5 – assenza di rapporti sociali;
6 – assenza di badante;
7 – incapacità motorie;
8 – deficit cognitivo:
– eccetera.
Questi soggetti, tra l’altro, sono bersaglio, praticamente obbligato, di altre malattie come: infarto, ictus, tumori, artrosi, dolori articolari e muscolari, diabete, ipertensione arteriosa, insufficienza renale, ipertrofia prostatica (catetere), tumori ginecologici, problemi intestinali, fibrillazione atriale e uso di farmaci da monitorare come gli anticoagulanti. Questo è un quadro realistico ed è con questo quadro, tipico di questo secolo, che si devono fare i conti. Una riforma si può fare solo se si ha la “consapevolezza” di questo mondo reale. Altrimenti è solo una soddisfazione teorica.
In questo scorcio di secolo, e con questa umanità sofferente, abbiamo bisogno di:
– Ospedali dotati di tutti i servizi chirurgici e internistici per le malattie che agiscono concorrenti.
– Vicinanza dell’ospedale alle residenze degli utenti.
– Medicina territoriale collegata all’ospedale provinciale competente.
– Tutto il Sistema sanitario della provincia finanziato dallo Stato, ricordando che il malato di oggi è per definizione: solo, povero, invalido, senza disponibilità di autonomia nei mezzi di trasporto.
Per questo ogni città ha bisogno di un suo ospedale completo di tutti servizi.
Per giunta: gli ospedali provinciali non hanno bisogno di finanziamenti per un Centro Trapianti, o per la cura delle leucemie, o per la neurochirurgia, o per la chirurgia pediatrica. Hanno bisogno di essere attrezzati per assistere le patologie quotidiane, le più frequenti e più diffuse.
Io oggi ho bisogno di un chirurgo che sappia fare una ureterocutaneostomia per trattare un cancro di vescica inoperabile in vecchio, e non lo trovo. Intervento facile, semplice e poco costoso. Prima era disponibile.
Cosa fare nel nostro territorio? Cosa può fare la Politica? Abbiamo un esempio davanti agli occhi: c’è un Sindaco che ha la concreta “consapevolezza” di cosa si deve fare. E’ il sindaco di Iglesias. Sta riuscendo a restituire all’ospedale della sua città tutti quei Servizi specialistici di cui ogni città necessita. Sembra l’unico ad aver capito per tempo che il mondo è cambiato mentre noi corriamo il rischio di rimanere ai margini del programma sanitario regionale. I sindaci del Sulcis Iglesiente in tutto sono 23. Aspettiamo che si rivolti l’animo degli altri 22.
Questo non è un “discorso quantico”, è semplicemente logico. Ci serve gente che usi la logica umana.
Che sia come noi.

Mario Marroccu

Il primo appuntamento della stagione agonistica di surf italiana è arrivato. Martedì 11 e mercoledì 12 marzo si terrà a Buggerru, in Sardegna, il Buggerru Surf Trophy, la prima tappa del campionato della FISSW, la Federazione italiana surfing, sci nautico e wakeboard.

A pochissimi giorni dall’apertura del periodo di attesa per attendere la mareggiata, e come ormai da tradizione, gli organizzatori del Buggerru Surf Club hanno già acceso il semaforo verde. Previsioni rispettate, con la Sardegna che si conferma ancora una volta una scommessa vinta sotto il punto di vista meteorologico e un luogo sicuro dove poter svolgere manifestazioni nazionali, fattore per niente scontato nelle coste mediterranee. Cinquantacinque i piccoli atleti in gara nelle categorie under 12, under 14, under 16 e under 18 femminili e maschili. La competizione darà il via al campionato federale, basato su tre tappe totali, su onde di libeccio di circa un metro.

Buggerru si animerà con circa duecento persone tra surfisti e accompagnatori. Ci saranno i vicecampioni under 18 Costanza De Lisi e Federico Melis, la campionessa under 16 del 2024 Chiara Cuppone, quest’anno nella categoria superiore, il campione under 14 Alex Filosini, i campioni under 12 Caterina Congiu e Daniele Mereu.

«Sarà una gara emozionante, ricca di giovani talenti ai quali auguriamo il miglior surfracconta Simone Esposito, contest director e presidente del Buggerru Surf Clube per noi si tratta della settima tappa di campionato di fila, uno sforzo e un impegno anche per la nostra cittadina che è tornata ad essere un luogo nevralgico non solo per le competizioni di surf, ma anche per allenamenti che si svolgono durante tutto l’anno.» 

Tra le novità messe a punto dal surf club quest’anno, anche la diretta streaming: con la quale sarà possibile seguire le prodezze dei campioncini collegandosi al link che sarà divulgato sui canali social del Buggerru Surf Club club. Appuntamento alla spiaggia alle 8.30 con il riders meeting, con un possibile inizio della competizione alle ore 9.00: il campo gara sarà scelto tra la spiaggia del porto o San Nicolò in base alle carte meteo che saranno divulgate domani (lunedì 10 marzo).

 

I sentieri sono stati puliti dalla vegetazione e sono quindi pronti per accogliere gli amanti delle due ruote. Spinti dalla passione per la bici e gratificati dal successo dell’edizione 2024, l’ASD “Full Metal Bike” ha organizzato, anche quest’anno, un’escursione in mountain bike che si terrà domenica 13 aprile 2025, a Monte Tamara, nel comune di Nuxis.
Consapevoli che ci sono diversi livelli di preparazione sportiva e diverse esigenze, gli organizzatori hanno ideato due percorsi:
– Il “Giro full” – costituito da 25 km, con dislivello di 1000 metri- è pensato per gli amanti della mountain bike che hanno già esperienza in questa tipologia di escursione: si partirà dal centro del paese e si giungerà fino al Rifugio Macioccu – a 832 mt s.l.m. – per poi proseguire verso “S’Arcu de sa Mossa”;
– Il “Giro corto” – costituito da 15 km, con dislivello di 500 metri – è più leggero: parte dal centro del paese per dirigersi verso la chiesa di sant’Elia, per poi passare nelle strade periferiche e giungere a Sa Marchesa, alternando strade asfaltate a strade bianche, sterrate.
Entrambe le formule sono pensate per chi è già sportivo, ma tutti abbiamo imparato da bambini ad andare in bici, poi in tanti abbiamo sfruttato la comodità dell’automobile e messo da parte la bicicletta.
Abbiamo così perso quella sensazione di libertà e benessere che dà il vento sul viso come premio di una discesa conquistata dopo la fatica della salita. Sarebbe bello se in tanti riportassimo fuori la bicicletta e iniziassimo a fare qualche chilometro ogni giorno per arrivare allenati a pedalare i 15 km del
giro breve: un’occasione per vivere una giornata in mezzo alla natura, fare sana attività fisica e stare insieme agli altri.
Per ulteriori informazioni, potete contattare Barbara: 3488290995, Manuel: 3469517978, Simone:
3792910890 e visitare il sito internet https://sites.google.com/view/wwwasdfullmetalbike/home

Simona Pirosu

L’Iglesias ospita la vicecapolista Tempio nella decima giornata di ritorno del campionato di Eccellenza regionale. Dirige Enrico Cappai di Cagliari, assistenti di linea Andrea Cubeddu di Sassari e Marco Fara di Oristano. La squadra di Giampaolo Murru cerca punti per consolidare il quarto posto, quella di Mauro Giorico non ha ancora abbandonato l’ambizione di insidiare il primo posto cel Budoni, oggi lontano 5 punti. Nel girone d’andata si impose il Tempo 1 a 0, con un goal di Ibrahima Thiam.

Il Carbonia, rilanciato nella corsa salvezza dalla larga vittoria sul Li Punti, che l’ha portata a +3 sulla zona playout, cerca punti sul campo dell’Ossese. Dirige Riccardo Mattu di Oristano, assistenti di linea Samuel Fronteddu di Nuoro e Mattia Cordeddu di Sassari. All’andata l’Ossese si impose a Carbonia 4 a 2. La squadra di Giacomo Demartis attraversa un periodo negativo, che nelle ultime 9 giornate l’ha vista mettere insieme solo 8 punti. Uscire imbattuta dal campo dell’Ossese, per il Carbonia potrebbe rappresentare unpasso fondamentale nella conquista della salvezza.

«Oggi è un bel giorno per i sardi. Iniziamo il percorso di cambiamento della sanità in Sardegna e speriamo in breve tempo di restituire ai cittadini il pieno diritto alla tutela della salute.»
Ad affermarlo è Luca Pizzuto, presidente regionale di Sinistra Futura, a margine del percorso di approvazione della legge di riordino del Servizio Sanitario regionale, giunto oggi alla sua tappa finale.

Il provvedimento della giunta regionale prevede una serie di novità rilevanti che nelle intenzioni dovrebbero determinare un’inversione di tendenza rispetto alle condizioni drammatiche nelle quali la sanità sta precipitando (l’istituzione dei Dipartimenti regionali interaziendali e la valorizzazione dei territori periferici con la istituzione dei Centri di eccellenza in materia di Prevenzione, di Salute mentale, di Riabilitazione, la previsione del polo di eccellenza Pediatrico con il trasferimento del Microcitemico al Brotzu, l’avvio delle procedure per creare il polo regionale di cura e di ricerca scientifica, il rafforzamento delle ASL mediante la restituzione di competenze primarie da parte di ARES, solo per citare i più rilevanti).

«Diamo un giudizio positivo di questo provvedimento e siamo fiduciosi che con questo atto la maggioranza, che prosegue nella realizzazione del programma di governo affrontando le maggiori criticità sul tappeto aggiunge Luca Pizzutorestituisca alle ASL e ai territori la centralità che serve. Ma questo è solo il primo passo per consentire ai sardi di curarsi adeguatamente: la vera sfida per la salute delle persone inizia domani, affrontando con determinazione la carenza di professionisti, le liste d’attesa, il riordino degli ospedali, della medicina di famiglia, il disastro della prevenzione, l’agonia dei piccoli ospedali, l’abbandono della salute mentale, la grave situazione dei Pronto Soccorso.»

Luca Pizzuto conclude con un appello, richiamando «le forze politiche, i professionisti, i cittadini, e in primo luogo la Giunta Regionale, a mettere in campo tutte le energie necessarie a vincere la battaglia per la dignità delle cure e del diritto per tutti a curarsi. Sinistra Futura è pronta, con tutte le proprie forze e competenze a mettersi al servizio dei cittadini. Fin da domani mattina».

Proseguono le iniziative di lotta delle segreterie territoriali FIOM, FSM, UILM, alla Portovesme srl. Dopo l’incontro con le famiglie dei lavoratori tenutosi stamane, lunedì 10 marzo si terrà una nuova manifestazione, denominata «Porta uno striscione in fabbrica».

«Glencore non sopporta la protesta attuata dal mondo degli appalti (e non solo), spariscono gli striscioni presenti nel reticolato davanti all’ingresso! si legge in una nota delle segreterie territoriali FIOM, FSM, UILM -. Oggi 8 marzo 2025, abbiamo potuto constatare che ancora una volta sono “magicamente” scomparsi gli striscioni davanti ai cancelli d’ingresso, a conferma di quanto la proprietà mal digerisca l’aria di protesta di questa settimana a cui non è abituata, nonostante le tante chiusure in corso ed il conseguente rischio di esuberi. Il ridicolo tentativo di normalizzare la crisi in corso e dare le sembianze di essere una fabbrica che produce alacremente, senza creare scompensi, non andrà in porto; sarà contrastata dalle azioni che i metalmeccanici metteranno in campo.»

«Alle azioni FIOM, FSM e UILM risponderanno con reazioni! Per questo lunedì 10/03/2025, alle ore 7.00, organizzano l’iniziativa “Porta uno striscione in fabbrica”aggiungono -. Invitiamo lavoratrici e lavoratori, delegate e delegati RSU, protagonisti del presidio in sciopero di questi giorni, a non accettare passivamente le azioni della committente. Invitiamo a decuplicare gli striscioni che erano stati esposti in questi giorni e che sono spariti nel nulla. Pertanto, invitiamo tutte le Rsu, tutte le Lavoratrici ed i Lavoratori a portare bandiere, lenzuoli, striscioni, in modo da rendere colorata e visibile la protesta al momento sospesa, soprattutto in prossimità della convocazione al MIMIT. Protesta causata dalla mancanza di lavoro perseguita dalla multinazionale in conseguenza della fermata delle produzioni. FIOM, FSM e UILM invitano tutti a consegnare la propria testimonianza e comunicano che non ci saranno ritardi di alcun tipo agli ingressi, ma solo una risposta per quanto fatto. Non ci fermeremo!!!», concludono le segreterie territoriali FIOM, FSM, UILM.

 

Tragico scontro a San Giovanni Suergiu, all’altezza del km 8.700 della strada statale 126 Sud Occidentale Sarda, tra una Panda e un Suv. Entrambi i mezzi, dopo lo scontro, sono terminati fuori dalla carreggiata. Sul posto sono intervenuti i vigili del fuoco, l’ambulanza del 118 e personale dell’Anas. Alla guida della Fiat Panda c’era un 70enne, estratto dall’abitacolo dai vigili del fuoco. Tutti i tentativi effettuati per cercare di tenerlo in vita, purtroppo, si sono rivelati vani.

L’ennesimo incidente mortale, nel Sulcis, pone ancora una volta in primo piano la pericolosità delle strade, soprattutto, nei pressi dei centri abitati, dove sono ancora presenti incroci a raso tra le vie interne e la statale 126.

I sindaci dell’Unione dei Comuni del Sulcis hanno diffuso una nota nella quale «esprimono la loro piena e incondizionata solidarietà ai lavoratori del Polo Industriale di Portovesme, che stanno vivendo momenti di grande incertezza a causa della crisi profonda che da tempo colpisce il comparto produttivo della nostra regione. L’ultima decisione annunciata dalla multinazionale Glencore di fermare tutte le produzioni industriali della Portovesme S.r.l. rappresenta solo l’ennesimo segnale di una situazione ormai insostenibile».

«La crisi del Polo Industriale di Portovesme si inserisce in un quadro di difficoltà strutturali che stanno mettendo in ginocchio l’intero Sulcis Iglesiente, già provato da anni di dismissioni, chiusure e vertenze irrisoltesi legge nella nota -. Il blocco delle attività da parte di Glencore non è solo una minaccia per i lavoratori direttamente coinvolti e per l’indotto, ma rischia di compromettere definitivamente il tessuto economico e sociale del nostro territorio, con conseguenze devastanti per le famiglie e le imprese locali.»

«Come amministratori locali, riteniamo inaccettabile che decisioni di tale portata vengano prese senza un adeguato confronto con le istituzioni e senza una strategia di rilancio e tutela per i lavoratoriaggiungono -. È indispensabile un intervento immediato e concreto per affrontare l’emergenza e per delineare un futuro sostenibile per l’intero Polo Industriale di Portovesme.»

«Chiediamo con forza al Governo e alla Regione Sardegna di attivarsi senza indugi per l’apertura di un tavolo di crisi che coinvolga tutti gli attori interessati, al fine di individuare soluzioni che garantiscano la continuità occupazionale e produttiva. Il Sulcis Iglesiente non può permettersi di assistere passivamente all’ennesima emergenza industriale senza risposte concreteconclude la nota -. Saremo al fianco dei lavoratori in ogni iniziativa di mobilitazione e lotta per difendere il diritto al lavoro e il futuro del nostro territorio.»

 

Presso i locali dell’EX-Mè, a Carloforte, si è tenuto l’incontro finale del percorso di animazione finalizzato alla costituzione di una comunità di tutela e del cibo della Sardegna sud occidentale ai sensi della legge regionale n. 16/2014 e della legge n. 194/2015.
La costituenda comunità denominata “IncoMunis” è la prima che nasce in Sardegna. La comunità, come prevede la legge regionale e nazionale è uno strumento importante per tutelare, conservare e valorizzare le numerose agro biodiversità del territorio della Sardegna sud occidentale comprendente i
territori storici del Sulcis Iglesiente, del Linas, dell’area di Capoterra, di parte della Marmilla e del campidano. Alla comunità la legge attribuisce anche il
compito di occuparsi di cibo in tutti i suoi aspetti storici, culturali, identitari, economici, ambientali, sociali e di sostenibilità in generale.
Il percorso di animazione si è avviato a seguito dell’importante lavoro svolto in questo territorio da parte di istituzioni pubbliche, associazioni, comitati e agricoltori e allevatori custodi nel recupero e valorizzazione delle agro biodiversità vegetali e animali. Attualmente nel territorio di riferimento della comunità sono state iscritte al repertorio regionale delle agro biodiversità n. 40 risorse vegetali, n. 8 risorse animali e n. 73 agricoltori e allevatori custodi.
Il territorio è inoltre ricco di prodotti agro alimentari tradizionali, Dop, Igp, biologici meritevoli di essere valorizzati. https://www.biodiversitasardegna.it/laore/it/index.html
L’attività di animazione è stata svolta con n. 12 incontri itineranti compreso quello di sabato 8 di Carloforte e hanno preso avvio a partire dal 14 dicembre
2023 a Carbonia, dove è stato costituito un comitato promotore ed eletto come capofila il comune di Carloforte. Tutta l’attività di animazione è stata
realizzata con la collaborazione dell’agenzia Laore Sardegna.
Gli incontri di animazione si sono svolti secondo il seguente calendario:
Comune – data numero – partecipanti
Carbonia 12/12/2023 65
Arbus 30/01/2024 30
Villacidro 29/02/2024 37
Musei 14/03/2024 47
Fluminimaggiore 11/04/2024 33
San Giovanni Suergiu 7/05/2024 52
Iglesias 17/05/2024 72
Siddi 17/06/2024 43
Narcao 26/09/2024 84
Gonnosfanadiga 23/09/2024 61
Domus De Maria 14/11/2024 34
Durante l’attività di animazione si sono redatti in forma partecipata econdivisa i seguenti documenti: carta della comunità, Piano di attività della comunità, elenco delle risorse genetiche del territorio, relazione descrittiva del territorio, statuto della comunità. I documenti sono pubblicati, così come tutti gli incontri di animazione nel sito istituzionale del comune di Carloforte https://www.comune.carloforte.su.it/it/page/124356
Alla costituzione della comunità ad oggi hanno aderito n. 80 soggetti, di cui:

n. 28 pubblici (4 scuole (Beccaria Carbonia – Ferraris Iglesias – BuonarrotiGuspini-Carloforte),

n. 2 province,

n. 16 comuni, GAL campidano, Gal Linas, Dipartimento di agraria Università di Sassari, Centro valorizzazionebiodiversità vegetali UniSS, IERFOP, Pro Loco Vallermosa);

n. 7 associazioni (2 GAS, Slow Food, Warfree, Giardini Biodiversità di Iglesias, Associazione mondiale longevità, Cooperativa sociale Millepiedi Sant’Antioco);
n. 7 comitati biodiversità (Villacidro, Calasetta, Fluminimaggiore, Gonnosfanadiga, Musei, Arbus, San Giovanni Suergiu));
n. 19 agricoltori custodi (10 professionisti, 9 Hobbysti);
n. 4 allevatori custodi (tutti professionisti);
n. 5 aziende agricole;
n. 1 azienda ittica;
n. 1 azienda artigiana;
n. 1 azienda erboristica;
n. 1 altra impresa;
n. 4 gestori mensa;
n. 2 cittadini.
Nel corso dell’assemblea partenariale odierna è stato dato mandato al capofila di presentare l’istanza di riconoscimento della comunità alla regione Sardegna. Nei giorni successivi si avvia quindi la fase di costituzione della comunità, che come ha deciso il partenariato, porterà alla nascita di un’associazione di promozione sociale riconosciuta.
Tutti i soggetti interessati potranno ancora aderire alla costituenda comunità inviando l’apposito modulo al comune di Carloforte via PEC.

 

Si è svolto, a Nuxis, il primo laboratorio del progetto “Passi di comunità”, in collaborazione con la dott.ssa Francesca Cinus.
Il progetto vede coinvolti i cittadini che da protagonisti partecipano allo sviluppo di una strategia per riscoprire e valorizzare i tesori del nostro territorio.
Il prossimo appuntamento si terrà nelle prossime settimane.

Il progetto è consultabile online e scaricabile a questo link https://bit.ly/3F7kkN6