20 December, 2025
Home2025 (Page 71)

Una novità importante per la sanità del territorio: da oggi, il Servizio di Anatomia patologica del Presidio ospedaliero Sirai di Carbonia amplia le proprie attività, aprendo le porte anche alla diagnostica citoistologica per i pazienti esterni, ovvero non ricoverati e non seguiti direttamente dalle strutture ospedaliere.
Un passo avanti concreto per rendere più accessibili, rapidi e vicini ai cittadini i percorsi diagnostici, grazie a un servizio essenziale per l’individuazione precoce di numerose patologie, in particolare di natura oncologica.
I pazienti, muniti di impegnativa del medico curante, dovranno rivolgersi agli sportelli CUP per la registrazione e il pagamento dell’eventuale ticket. Successivamente, potranno consegnare direttamente i campioni biologici (come liquidi organici o prelievi citologici) presso lo sportello del Servizio di Anatomia patologica, situato al primo piano del Presidio Sirai.
Questa apertura si inserisce nel piano di potenziamento dell’offerta diagnostica dell’ASL Sulcis Iglesiente, che punta a garantire un servizio sempre più moderno, efficiente e vicino alle reali esigenze del territorio.
Nella foto di copertina l’equipe del servizio di Anatomia patologica

«La minoranza consiliare ha diffuso un comunicato in cui sostiene che stiamo “svendendo” la farmacia comunale per 30.000 euro, definendo questa cifra come il prezzo di vendita del servizio e accusando l’amministrazione di non tutelare gli interessi pubblici. Rispetto profondamente il diritto della minoranza consiliare di esprimere le proprie opinioni, ma dissento categoricamente da quanto affermato, lontano dalla realtà dei fatti.»

Lo scrive, in una nota, Antonello Cani, sindaco del comune di Narcao.

«È scorretto banalizzare in questo modo un lavoro serio, approfondito e tecnicamente ineccepibile, culminato con una relazione di analisi economica redatta da uno studio di rilevanza nazionaleaggiunge Antonello Cani -. Tentare di abbindolare i cittadini facendo credere che stiamo “svendendo” la farmacia comunale per 30.000 euro dimostra una grave incomprensione dei meccanismi di gara pubblica o, peggio ancora, una volontà di mistificare la realtà. I 30.000 euro non rappresentano il “prezzo di vendita” della farmacia – che rimane di proprietà comunale – ma costituiscono la base di gara per il canone annuale di concessione, soggetto a rialzo mediante procedura ad evidenza pubblica. Questo significa che il canone finale sarà necessariamente superiore, determinato dalla concorrenza tra i partecipanti alla gara.»

«Ma c’è un aspetto che mi preme sottolineare e che dovrebbe far riflettere soprattutto chi ha votato per voi, consiglieri di minoranzasottolinea il sindaco di Narcao -. Chi vi ha dato fiducia si aspetta un’opposizione intelligente, costruttiva, capace di contribuire con proposte alternative e critiche fondate. Non merita di essere rappresentato da chi confonde una base di gara con un prezzo di vendita, chi non comprende la differenza tra una concessione e una dismissione, chi trasforma l’aula consiliare in un teatro dove si recita senza conoscere la sceneggiatura. Chi vi ha votato merita un’opposizione che sappia leggere gli atti, che comprenda i meccanismi amministrativi, che proponga alternative concrete invece di limitarsi a gridare al lupo senza nemmeno sapere di cosa si sta parlando. E poi, francamente, non si capisce tutto questo timore che manifestate quando ormai tutte le farmacie in Italia sono private, fatta eccezione per casi molto rari come il nostro. La gestione privata delle farmacie è la normalità in Italia, e funziona perfettamente garantendo il servizio ai cittadini.»

«L’operazione è proprio finalizzata a garantire un servizio di farmacia comunale che rappresenta un servizio essenziale, migliore e più di qualità per i cittadini spiega Antonello Cani -. Non risponde al vero, infatti, che una politica diversa di gestione delle risorse umane avrebbe comportato una gestione in economia più efficiente, poiché tale affermazione non tiene conto dei limiti di spesa del personale cui è soggetto l’ente locale, e della necessità di flessibilità nella gestione degli acquisti e delle risorse umane necessarie a garantire un buon funzionamento del servizio. Il Comune vigilerà e garantirà una buona riuscita del servizio in concessione, poiché questo è il fine ultimo dell’operazione: migliorare i servizi offerti al cittadino. Questa scelta, peraltro, non può essere condotta nell’ambito dell’opinione personale (meglio o peggio gestire il servizio in economia), bensì solo operando una valutazione attenta e di tipo squisitamente economico come è stato fatto dall’ente. Si chiama valutazione delle politiche pubbliche, ed è garanzia di scelte politiche efficaci, non di meri proclami!»

«Questa amministrazione ha operato con la massima trasparenza e competenza tecnica, supportata da un’analisi di convenienza economica che ha valutato tutte le opzioni gestionali possibili, identificando nell’affidamento in concessione la soluzione più vantaggiosa per l’Ente e per i cittadini. La procedura garantirà:

  • Il mantenimento della titolarità pubblica della farmacia
  • Un canone annuale determinato dalla concorrenza di mercato
  • L’eliminazione dei rischi gestionali per l’ente
  • Il trasferimento degli oneri di investimento al concessionario.

«Non accettiamo lezioni di trasparenza da chi evidentemente non ha compreso – o finge di non comprendere – la natura tecnica dell’operazione che stiamo conducendo. I cittadini di Narcao meritano un’informazione corretta e un’amministrazione che non si nasconde dietro le difficoltà, ma le affronta con coraggio e competenza conclude il sindaco di Narcao -. Continueremo su questa strada, forti della correttezza del nostro operato e del supporto di analisi tecniche qualificate. E continueremo a sperare che anche l’opposizione, prima o poi, decida di fare il proprio dovere con la serietà che i cittadini meritano.»

Terminati i lavori di ammodernamento, ha riaperto oggi al pubblico l’ufficio postale di Sant’Antioco. Le opere di ristrutturazione sono state eseguite nell’ambito del progetto “Polis – Casa dei Servizi Digitali”, l’iniziativa di Poste Italiane finalizzata a mantenere la capillarità della presenza aziendale sul territorio, rinnovando gli uffici postali e ampliando l’offerta dei servizi a sportello in tutti i 7 mila comuni con meno di 15mila abitanti. Nella Sardegna Meridionale ad oggi sono 77 gli uffici postali interessati dal progetto, di cui 68 già operativi dopo i lavori di ristrutturazione.

I nuovi servizi a Sant’Antioco. Il progetto “Polis” valorizza gli uffici postali non solo da un punto di vista infrastrutturale, ma anche in relazione all’offerta di nuovi servizi. In particolare, come in 112 uffici postali della Sardegna Meridionale, anche nell’ufficio postale di Sant’Antioco sono già disponibili direttamente a sportello i “Certificati INPS” con la possibilità di richiedere il “Cedolino Pensione”, “Certificazione Unica” e il modello “Obis-M”, i servizi “Atti di Volontaria Giurisdizione” con la possibilità di presentare le istanze di “Nomina amministratore di sostegno” e “Rendicontazione Stato Patrimoniale Assistito” e 15 diversi certificati anagrafici resi disponibili da ANPR, l’anagrafe nazionale della popolazione residente, banca dati di cui è titolare il ministero dell’Interno. Inoltre, anche a Sant’Antioco è possibile presentare la richiesta di prima emissione o di rinnovo del passaporto.

Il Museo Archeologico Ferruccio Barreca e il Parco Storico Archeologico di Sant’Antioco completano un percorso di rinnovamento e innovazione dell’offerta culturale attraverso l’arricchimento dei reperti esposti all’interno delle sale e all’installazione di postazioni multimediali che permettono al grande pubblico di approcciarsi con maggiore agilità ai contenuti archeologici, ottenendo una lettera completa dell’insediamento antico. Un traguardo il cui nastro è stato tagliato nella serata di mercoledì 6 agosto con la presentazione pubblica del progetto “Smart Sulky Mediterranean ART”, il quale era stato preceduto da un primo importante intervento realizzato con un finanziamento PNRR che aveva consentito il posizionamento di una “bussola immersiva” che consente al visitatore di affrontare un viaggio nello spazio e nel tempo, contestualizzando le evidenze archeologiche nel territorio e, attraverso la realtà virtuale, di raggiungere una comprensione completa della strutturazione dell’insediamento antico e della sua evoluzione nel corso dei secoli. Il risultato è un museo per tutti, con particolare attenzione alle categorie fragili, come le persone con disabilità, e ai più piccoli, ai quali vengono garantiti percorsi tattilo-plantari, guide LIS, la fruizione di una interessante animazione dei “Due Leoni”, una visita da remoto e la parziale digitalizzazione del patrimonio.

Con il progetto “Smart Sulky Mediterranean ART” si è completato, dunque, questo percorso di innovazione. Un imponente lavoro finanziato dal Ministero dell’interno che ha previsto: un filone di ricerca sull’arte antica grazie a un accordo stipulato col CNR di Firenze che si occupa dell’analisi e della caratterizzazione fisica e chimica dei pigmenti utilizzati nell’arte dell’antichità; uno studio diacronico che dalla preistoria arriva all’età tardo-antica; la creazione di installazioni virtuali fruibili all’interno sia del Museo archeologico, sia della Necropoli e, in occasione di particolari eventi, con l’ausilio del trenino elettrico, in alcune postazioni dell’urbano. Al riguardo, il visitatore, presso il lungomare, potrà “immergersi” nel porto punico e nel porto romano e, ancora, nella necropoli punica e in particolare nelle fasi romane con la costruzione dell’anfiteatro e del tempio dell’acropoli. Un’altra importante novità è la visita al mausoleo tardo punico conosciuto con il nome di “Sa Presonedda”: sarà possibile visualizzare una realtà virtuale che si sovrappone alla vista di ciò che oggi resta del mausoleo e, grazie a degli speciali visori di ultima generazione, sarà garantita una visita al suo interno. Inoltre, il progetto SmART ha riguardato anche il riallestimento della terza sala del MAB, consacrata al tofet e nello specifico alla produzione litica delle stele con più di duecento esemplari conservati nel nostro museo e in quello di Cagliari. Una suggestiva scenografia valorizza questa riproduzione artistica cui si aggiungono due giochi: «Crea la tua stele», che permette al visitatore di giocare con le stele scomposte e, attraverso questi aspetti ludici, di raggiungere finalità didattiche apprezzando queste “edicole templari” con al centro personaggi di varia natura. Il secondo gioco, in realtà aumentata, è un quiz con tre step fino al punto in cui i personaggi si umanizzano, prendendo vita e interagendo con il visitatore.

«Questi due progetti, dal PNRR fino allo SmArtracconta la direttrice del Parco, Sara Muscusosono stati anche un’occasione per incrementare i reperti esposti, grazie alla collaborazione e alla stretta sinergia con la Soprintendenza. In particolare, sarà possibile ammirare le dee madre di età preistorica rinvenute in località Canai: ritrovamenti eccezionali per il numero e per la concentrazione in un unico sito. Ma non solo: presenti anche nuovi corredi della necropoli punica di is Pirixeddus, tombe indagate da Paolo Bernardini negli anni Duemila. Un sito particolarmente ricco di sepolture che rivela la presenza dell’aristocrazia sulcitana del V secolo a.c. Corredi di eccezionale fattura, composti da statuine e gioielli. Nelle teche, inoltre, una selezione di reperti provenienti dalle ultime campagne di scavo nell’area dell’abitato fenicio condotte dall’Università degli studi di Sassari. Infine, si è voluto incrementare un aspetto poco valorizzato all’interno del MAB, ovvero i complessi catacombali presenti a Sant’Antioco e unici in Sardegna di religione cristiana, pagana ma anche ebraici. Nello specifico, abbiamo esposto due arcosoli rinvenuti alla fine dell’Ottocento a Sant’Antioco e relativi alla presenza di una comunità ebraica.»

«Sant’Antioco e il suo comparto culturale crescono di anno in anno commenta il sindaco Ignazio Locciil Museo archeologico Ferruccio Barreca ha compiuto passi da gigante ritagliandosi uno spazio tra i più importanti musei del Mediterraneo. Di sicuro è abbondantemente al passo coi tempi e con le nuove tecnologie, perché ieri non abbiamo tagliato il nastro di un mero allestimento, bensì del frutto di un progetto altamente innovativo, lo SmART – Sulky Mediterranean Art, nato dalla visione della nostra Amministrazione e dalla guida presente e puntuale della Direttrice del Parco Storico e Archeologico, l’Archeologa Sara Muscuso. Il MAB si è trasformato da esposizione statica a fenomeno dinamico e in continua evoluzione.»

«Con il progetto SmART aggiunge l’assessore della Cultura Luca Mereu il Museo Ferruccio Barreca diventa un luogo sempre più vivo, aperto, accessibile e inclusivo, capace di dialogare con il presente, senza mai perdere però il legame con le proprie radici: è una visione progettuale che unisce tecnologia, cultura e innovazione, portando nel cuore di Sant’Antioco nuove esperienze interattive attraverso postazioni multimediali, giochi, realtà virtuale e aumentata ma anche l’esposizione e allestimento di nuovi e importanti reperti archeologici, che arricchiscono ulteriormente il nostro patrimonio e ci permettono di raccontare con ancora più profondità la straordinaria storia della nostra isola e della civiltà fenicio-punica.»

 

Da oggi Carbonia ha un altro centenario, Giovanni Cancedda, fondatore dell’omonimo panificio di via Sardegna. Si sono ritrovati in tanti, questa sera, per tributargli i meritati festeggiamenti: sei figli, il settimo, Carlo, morì 19 anni fa, con l’amico Sergio Usai (ex segretario della Camera del Lavoro CGIL), in un incidente stradale durante una biciclettata lungo la SP2; i nipoti, i pronipoti, tanti amici, il medico di famiglia, la banda Vincenzo Bellini che ha intrattenuto i presenti e, soprattutto, il festeggiato, con l’esecuzione di alcuni brani musicali.

Qualche tempo fa Giovanni Cancedda ricostruì in un breve scritto, il suo arrivo a Carbonia e la sua esperienza lavorativa.

«1936 – Serbariu mi accolse quando Carbonia ancora non esisteva: avevo 11 anni. Carbonia stava appena nascendo quando ebbe inizio la mia carriera da fornaio. Proprio di fronte a casa mia, il parroco di Serbariu, don Nicolino Mei, fece costruire un panificio. Io, curioso com’ero, andavo spesso a osservare come si faceva il pane. Il titolare, il signor Guala, un giorno mi invitò ad aiutarli nella distribuzione del pane ai negozi, portandolo in delle cestine, in cambio di qualche panino.

Poco alla volta, giorno dopo giorno, cominciai a imparare il mestiere, fino a quando, era il 1950, mi consideravo ormai un bravo operaio, con 25 anni di esperienza.

In quell’anno, per ragioni diverse, il gestore del panificio decise di lasciarlo e mi propose di prenderne in mano la gestione. Accettai, e così divenni il titolare del Panificio Don Mei. Dal 1950 al 1954 gestii quel panificio, e nel frattempo ne costruii uno mio, a Carbonia, in via Sardegna.

Nel frattempo mi sono sposato, ho creato una famiglia, e io e mia moglie, con tanti sacrifici, abbiamo cresciuto sette figli.»

Giovanni Cancedda è nato il 7 agosto 1925, figlio di Michele, originario di Arbus, sorvegliante in miniera, deceduto tragicamente nel 1931 in sella al suo cavallo mentre attraversava il rio Cannas in piena, e di Crisanta Sabiu, deceduta nel 1976, che ebbero anche altri tre figli: Annetta, Peppuccio e Michele.

Sposato con Rina Piga, deceduta due anni e mezzo fa all’età di 92 anni, ha avuto sette figli (Cisa, Lollo, Carlo, Paola, Roberto, Rita, Marcello), dieci nipoti e quattro pronipoti.

La presenza di tanti ospiti alla festa per il suo centesimo compleanno, lo ha rallegrato, al punto che un paio di volte ha accompagnato con il gesto del braccio destro le note dei brani eseguiti per lui dalla banda musicale Vincenzo Bellini diretta dalla maestra Caterina Casula.

Giampaolo Cirronis

 

La comunità di San Giovanni Suergiu si mobilita contro il progetto di costruzione di un impianto di smaltimento di rifiuti speciali a Is Urigus. Dopo l’approvazione all’unanimità di una delibera consiliare che esprime la più totale contrarietà alla realizzazione di una discarica prossima al centro abitato di Is Urigus, ieri i cittadini hanno riempito l’aula consiliare nel corso di un’assemblea popolare che ha registrato numerosi interventi che hanno documentato le ragioni del “NO” all’impianto.

Vediamo l’intervista realizzata con la sindaca, Elvira Usai.

L’Ente di Governo dell’Ambito della Sardegna (EGAS) ha approvato il Piano d’Ambito 2026-2055, lo strumento di programmazione che guiderà la gestione del Servizio Idrico Integrato (SII) nell’isola per i prossimi trent’anni. Con un investimento complessivo pari a circa 5 miliardi di euro, il Piano – licenziato dal Comitato istituzionale d’ambito con la delibera n. 16 del 4.08.25 – rappresenta il più grande programma mai avviato in Sardegna per garantire a cittadini e imprese acqua sicura, infrastrutture moderne e servizi efficienti.

Gli investimenti previsti nel rispetto della regolazione tecnica e contrattuale dell’Arera.

Il Piano prevede una spesa media di circa 166 milioni di euro l’anno, distribuita su tutte le componenti del sistema idrico. Tra quelle di maggior rilievo:

  • € 2,7 miliardi per Acquedotti

    • € 879 milioni per condotte di adduzione

    • € 1,322 miliardi per condotte di distribuzione

    • € 560 milioni per nuovi potabilizzatori e ammodernamenti

    • € 180 milioni per la realizzazione e il rinnovo dei serbatoi

    • € 6 milioni per opere idrauliche e dighe

    • € 144 milioni per la sostituzione progressiva di 800.000 contatori smart

  • € 1,1 miliardi per Fognature

    • € 639 milioni per il rifacimento e la manutenzione straordinaria delle reti urbane

    • € 250 milioni per collettori extraurbani

    • € 215 milioni per impianti di sollevamento

  • € 713 milioni per la Depurazione

    • € 706 milioni per l’adeguamento degli impianti di trattamento secondario

    • € 7 milioni per trattamenti avanzati e riuso delle acque reflue

Il Piano d’Ambito 2026-2055 è una vera e propria visione strategica per il futuro dell’acqua in Sardegna.

Nei prossimi trent’anni l’obiettivo principale sarà ridurre in modo significativo le perdite idriche (oggi superano il 50%) che, unitamente alla riqualificazione dei grandi acquedotti regionali, oggi rappresentano le maggiori criticità del sistema regionale. Verranno inoltre completati gli schemi di adduzione nei territori oggi sprovvisti di un razionale sistema di trasporto e  potenziate le interconnessioni per assicurare a tutti i centri abitati una fornitura continua e sicura, anche nei periodi di siccità.

La qualità dell’acqua potabile sarà al centro degli interventi, grazie alla costruzione di nuovi impianti di potabilizzazione e all’adeguamento di quelli esistenti con introduzione di sistemi di monitoraggio e di telecontrollo che permetteranno di monitorare in tempo reale l’intera rete. Parallelamente, verranno realizzati impianti di depurazione più moderni ed efficienti, per garantire il rispetto delle normative europee e nazionali, ma anche il riuso sostenibile delle acque reflue per l’agricoltura e l’ambiente.

Il Piano punta anche a migliorare l’efficienza energetica del sistema idrico, riducendo i consumi e le emissioni, e a garantire tariffe eque e sostenibili, grazie a una pianificazione attenta ed equilibrata.

Il Piano economico finanziario nella sua visione prospettica prevede un piano tariffario senza aumenti per gli utenti sino al 2030 e, al momento, con moderati e sostenibili aumenti nel periodo successivo, comunque rivedibili alla luce di una sopravvenuta disponibilità di nuovi investimenti pubblici.

«Con il Piano d’Ambito 2026-2055 l’EGASdichiara il presidente Fabio Albierimette in campo un documento strategico e fondamentale per un servizio idrico più efficiente, sicuro e sostenibile, a beneficio dei cittadini e delle cittadine e dello sviluppo economico dell’Isola.»

Dopo una fase di sospensione, riprende nella ASL Sulcis Iglesiente il programma di screening mammografico per la prevenzione del tumore al seno, rivolto alle donne residenti nel territorio aziendale.
A partire dal mese di agosto, il Centro Screening ha avviato l’invio delle lettere di invito alla popolazione target, che potrà sottoporsi gratuitamente agli esami di I livello. Il calendario delle prestazioni è stato organizzato in collaborazione con la Struttura Complessa di Diagnostica per immagini dei presidi ospedalieri Sirai di Carbonia e CTO di Iglesias.
Modalità di comunicazione degli esiti:
• In caso di esito negativo, la comunicazione sarà inviata per
posta. La persona sarà poi reinvitata al successivo round di screening
dopo due anni.
• In caso di esito positivo, sospetto o da approfondire, le donne saranno contattate telefonicamente dal personale del Centro Screening per avviare ulteriori accertamenti diagnostici.
«La ripresa dello screening rappresenta un risultato importante frutto di un grande impegno organizzativo da parte di tutta l’Aziendaha dichiarato il commissario della ASL Sulcis Iglesiente Andrea Marras -. Garantire l’accesso a programmi di prevenzione efficaci è per noi una priorità, perché significa prendersi cura della salute delle nostre comunità in modo concreto e tempestivo.»
«Siamo molto soddisfatti di poter riprendere un’attività così strategica per la prevenzione oncologicasottolinea la responsabile del Centro Screening, Tiziana Serra -. Invitiamo tutte le donne coinvolte a partecipare con fiducia: l’adesione è fondamentale per garantire l’efficacia del programma e incidere significativamente sulla riduzione della mortalità legata al tumore al seno, offrendo alle donne maggiori possibilità di cura e di una migliore qualità di vita».
Il programma è rivolto alla fascia d’età più colpita dal tumore alla mammella (50-69 anni). Secondo l’Agenzia Internazionale per la Ricerca sul Cancro (IARC), la partecipazione a screening organizzati con invito attivo può ridurre la mortalità per tumore al seno fino al 40%.
La ASL Sulcis Iglesiente invita tutte le donne a non rinunciare alla prevenzione, ricordando che lo screening rappresenta uno degli strumenti più efficaci per diagnosticare precocemente il tumore e aumentare significativamente le possibilità di cura.
Non rientrano nello screening (ma sarà loro consigliato un percorso alternativo):
• le donne con patologie invalidanti che impediscono di raggiungere l’ospedale;
• le donne che hanno subito una mastectomia totale o subtotale;
• le donne che si trovano nel periodo di follow-up (5 anni) dopo un intervento alla mammella;
• le donne che portano protesi mammarie.

La rassegna “Sun d’Aixia 2025” si conferma punto di riferimento per la musica dal vivo sull’Isola di San Pietro. Con due appuntamenti da tutto esaurito e più di 300 spettatori complessivi, Sun d’Aixia 2025 conferma il suo successo. La rassegna, organizzata da Botti du Scoggiu e ospitata presso la Residenza A Cova in località Lucaise, a Carloforte, si afferma come uno degli eventi culturali estivi più seguiti e riconoscibili dell’Isola di San Pietro. Un pubblico fedele, che ogni anno cresce. E che quest’estate ha superato ogni aspettativa. Un segnale forte, che dice quanto sia viva la voglia di cultura, di ascolto, di bellezza condivisa. Perché l’estate a Carloforte accoglie una comunità ampia e composita, fatta di curiosità diverse, gusti plurali, desideri che chiedono proposte all’altezza. Sun d’Aixia nasce per questo: per accogliere, unire, offrire musica d’autore in un contesto che invita alla sospensione e all’incontro.

Il debutto della rassegna, il 16 luglio, ha visto sul palco il collettivo I THE CLOWNS, in un omaggio poetico e visionario a Charles Mingus: jazz, teatralità, improvvisazione, scrittura collettiva. Il 29 luglio è stato il turno dell’arpista svizzero Joel Von Lerber, che ha letteralmente incantato il pubblico con un recital per arpa sola, attraversando Debussy, Renié, Fauré e de Falla, e restituendo allo strumento tutta la sua ricchezza timbrica e spirituale.

Il terzo e ultimo appuntamento è in programma venerdì 9 agosto alle ore 19.15, sempre nello spazio A Cova: Sharon Tadmor & Maria José Palla. Voce e pianoforte al tramonto. Sul palco due giovani interpreti di grande talento: il soprano Sharon Tadmor, israelo-francese, attiva nei principali teatri europei e israeliani e la pianista cagliaritana Maria José Palla, vincitrice di concorsi internazionali e oggi perfezionata all’Accademia di Santa Cecilia. In programma un concerto di musica vocale da camera, con brani di Malipiero, Ravel e altri autori del primo Novecento, in un’atmosfera raccolta e suggestiva. Ingresso: 10 euro Prenotazioni: www.bottidushcoggiu.com oppure infopoint in loco Posti limitati, si consiglia la prenotazione.

La rassegna si concluderà il 9 agosto, ma il calendario di Botti du Scoggiu prosegue con nuovi appuntamenti: a fine mese, riflettori accesi su Marballu’s, il festival musicale di fine estate, dal 25 al 30 agosto.