15 December, 2025

Mercoledì 10 dicembre 2025 si è tenuto, presso il Centro di aggregazione sociale di Nuxis, un interessante convegno che aveva come temi la solidarietà e la solitudine.
All’evento hanno partecipato Simonetta Uccheddu, presidente dell’associazione; Giorgio Madeddu, medico alcologo e responsabile scientifico dell’associazione; Luciana Curridori, educatore professionale esperta in percorsi di inclusione sociale; Giovanni Consonni, pedagogista e operatore socio-culturale del comune di Nuxis; Federico Figus, assessore ai servizi sociali; Romeo Ghilleri, sindaco di Nuxis; Claudio Moica, giornalista e scrittore e, in collegamento streaming, lo scrittore e docente Danilo Mauro Castiglione.
Gli ospiti hanno narrato la propria esperienza e, in particolar modo, che cosa hanno imparato durante gli anni in cui hanno esercitato la propria professione.
Sono così emersi numerosi spunti di riflessione grazie agli interventi di ogni relatore, dalla educatrice Luciana Curridori, che ha messo in evidenza quanto sia importante la collaborazione delle istituzioni per incidere nell’offrire servizi al territorio, al pedagogista Giovanni Consonni che ha individuato sei forme di solitudine – educativa, istituzionale, relazionale, valoriale, generazionale ed emotiva -; dal dottor Giorgio Madeddu, che ha sottolineato come l’ occuparsi degli altri abbia il benefico effetto di combattere la solitudine di colui che dà aiuto e di colui che lo riceve, a Simonetta Uccheddu che ha raccontato alcuni episodi di solidarietà anche difficili da affrontare, ma davanti ai quali non si è mai tirata indietro per la grande forza interiore che la guida.
L’oblato laico Danilo Mauro Castiglione ha risposto alle domande del moderatore Claudio Moica il quale lo ha intervistato in merito all’ultimo libro da lui curato, Solitudini, edito dalla casa editrice San Paolo.
Danilo Mauro Castiglione ha pensato che ci fosse bisogno di questo saggio quando nel 2018, in Inghilterra, è stato creato il Ministero della Solitudine ed è emersa prepotentemente l’esigenza di riflettere su questa tematica che riguarda tutti. Numerose sono state le considerazioni perché, se è vero che sulla solitudine hanno espresso il proprio pensiero grandi filosofi e intellettuali come Seneca, Montaigne e Pascal, è anche vero che ai nostri giorni il fenomeno assume nuove forme determinate dall’individualismo esasperato e dall’egotismo, dall’essere sempre connessi digitalmente ma senza che vi siano autentiche relazioni personali, dall’incontrarsi solo come consumatori di beni e servizi.
Alla domanda su come si possa aiutare chi è solo, professor Danilo Mauro Castiglione risponde che con l’umiltà si ha il senso del proprio limite e si impara ad ascoltare gli altri.
Un libro significativo, che presenta la prefazione di monsignor Mario Delpini il quale esprime l’essenza dei nostri tempi: «Si nasce in una comunione, ci si prepara a morire in una solitudine. Questo percorso sembra la scelta della libertà contemporanea».

Simona Pirosu

«La fabbrica di bombe RWM non deve essere ampliata, bensì deve quanto prima essere riconvertita con la salvaguardia dei posti di lavoro, e con le necessarie garanzie di tutela dell’ambiente e dei principi etici che contraddistinguono la nostra terra, perché le bombe fabbricate in Sardegna sono utilizzate nel genocidio in corso in Palestina; il popolo sardo chiede da anni lo smantellamento delle basi militari che non solo non servono a nulla, ma risultano dannose sottraendo il territorio alle popolazioni, inquinandolo e  rendendolo inservibile per qualsiasi uso.»

Lo scrive in una nota la segreteria regionale di Sinistra Italiana Sardegna.

«Riteniamo irragionevole ipotizzare una ripresa dell’economia del Sulcis confermando le scelte sbagliate del passato insieme all’ipotesi dell’ampliamento, che ricordiamo, è attualmente bloccato perché realizzato in modo non regolare, come stabilito nel 2021 dal Consiglio di Stato aggiunge la segreteria regionale di Sinistra Italiana Sardegna –. Pensiamo sia urgente individuare nuovi percorsi che segnino una rottura con queste fallimentari e dannose esperienze anche a tutela dei lavoratori e delle loro famiglie. La riconversione della fabbrica di bombe RWM è l’unica soluzione possibile per restituire valore al patrimonio ambientale, storico e culturale gravemente compromessoconclude la segreteria regionale di Sinistra Italiana Sardegna –. Per questo motivo sosteniamo le azioni per la pace e l’opera di cambiamento sociale della giunta della presidente Alessandra Todde e riteniamo che la Regione Autonoma della Sardegna debba farsi carico della difesa dell’ambiente, della sicurezza e della salute delle cittadine e dei cittadini e non rilasciare l’autorizzazione a chi produce morte e sopraffazione.»

 

 

Il Comitato Tecnico Transizione Sostenibile (CTTS) ha inviato agli Onorevoli Senatori e Deputati sardi una proposta di emendamento urgente al decreto legge 175/2025 per colmare il grave vuoto normativo esistente nella gestione dello spazio marittimo italiano oltre le 12 miglia nautiche.

Il Contesto e le Criticità: l’attuale Piano di Gestione dello Spazio Marittimo (PSM) è stato adottato solo come strumento di indirizzo, privo di limiti e prescrizioni operative vincolanti. Questa mancanza ha permesso alle società energetiche di presentare autonomamente 23 progetti di impianti eolici offshore (con 1.050 pale, alte fino a 385 metri).

L’analisi dei progetti, come ad esempio quello del parco “Ichnusa Wind Power”, evidenziano gravi contraddizioni sulla loro sostenibilità, con pesanti interferenze sulle rotte della Pesca Costiera Ravvicinata (fino a 40 miglia). Tali interferenze sono considerate “una minaccia diretta alla sopravvivenza economica della filiera della pesca e all’occupazione” non solo sarda ma dell’intera nazione.

Il CTTS esprime un Parere Favorevole Condizionato all’eolico offshore, a patto che rispetti rigorosi principi di sostenibilità. A tal fine, l’emendamento si articola su due pilastri:

  1. Sospensione Immediata delle Procedure: Viene richiesta la sospensione di tutte le procedure autorizzative in corso per gli impianti off-shore oltre le 12 miglia, fino alla pubblicazione dei Piani Attuativi prescrittivi.
  2. Istituzione di Piani Attuativi Prescrittivi: Le procedure autorizzative dovranno fare riferimento ai Piani di Gestione dello Spazio Marittimo integrati da Piani Attuativi o Misure Spaziali di Dettaglio a carattere prescrittivo. Questi piani dovranno essere definiti in raccordo con le Regioni, garantendo un’efficacia vincolante oltre le 12 miglia.

ZEE e Ruolo Diplomatico: Il Comitato sottolinea che l’unica via per conferire piena legittimità e operatività a tali Piani è la conclusione urgente degli accordi di delimitazione della Zona Economica Esclusiva (ZEE). Si invitano gli Onorevoli Senatori sardi a sostenere gli emendamenti e le necessarie iniziative legislative e diplomatiche.

Rolando Marroccu, Alfonso Corridori, Daniele Garau, Sandro Orrù, Andrea Fabrizi, Mauro Carta

Comitato Tecnico Transizione Sostenibile – Sant’Antioco

Si avvia alla conclusione il XXVII Festival Internazionale di Musica da Camera, che è stato protagonista al teatro Electra di Iglesias dal 16 novembre al 21 dicembre. La rassegna cameristica, organizzata dall’associazione Anton Stadler ETS con la direzione artistica del bandoneonista e compositore Fabio Furìa, ha proposto sette indimenticabili concerti domenicali dedicati alla grande musica interpretata da prestigiosi ensemble di caratura internazionale, conducendo il pubblico in un viaggio tra le opere più amate della musica classica e non solo.

La rassegna si concluderà in bellezza con l’ultima serata, domenica 21 dicembre, in compagnia dell’Orchestra Anton Stadler e i solisti Maria Solozobova al violino, Claudio Mansutti al clarinetto, Ramon Bassal al violoncello, sotto la direzione del Maestro Oliver Weder nel “Concerto sotto l’albero con solisti e orchestra”, con musiche che spazieranno da Rossini, Carl Maria von Weber, Pablo de Sarasate, Camille Saint-Saëns e  F.J. Haydn.

A conclusione della XXVII edizione del Festival Internazionale di Musica da Camera si terrà una degustazione dei vini offerti dalla Cantina Aru di Iglesias, storico partner dell’associazione Anton Stadler, offrendo un momento di convivialità e scambio degli auguri in vista del Natale e della fine dell’anno.

Cala il sipario anche sulla sezione “Il Festival incontra…”, inserita all’interno della rassegna cameristica. Infatti, gli ultimi appuntamenti sono in programma il 13/14 e 20 dicembre.

Sempre al Teatro Electra, sabato 13 e domenica 14 dicembre alle 19 si terrà il concerto “Banda G. Verdi, un secolo e mezzo di musica e…atrus annus” che vedrà protagonista l’Orchestra di fiati G.Verdi di Iglesias per le celebrazioni dei 150 anni di storia del Circolo Musicale G. Verdi.

Il Festival incontra… si chiuderà il 20 dicembre alle ore 20, presso la Chiesa di San Francesco, di Iglesias, con il concerto “Natale in Polifonia”, con la partecipazione della corale Caterina Cittadini,  diretta dal M° Mariano Garau e del coro Concordia Villa Ecclesiae, diretto dal M° Paolo Autelitano.

Ho appreso con profondo rammarico e forte disappunto la decisione di rinviare tale iniziativa, motivata dal fatto che ci sarebbe stata una richiesta formulata in tal senso dalle organizzazioni sindacali e dal “mondo della scuola” e da testuali ragioni: «Cambiamenti rilevanti nel quadro regionale legato alla riorganizzazione della sanità (…) una partecipazione più ampia e consapevole e un quadro istituzionale più chiaro».

Mi esimo da qualunque considerazione in merito al fatto che il “mondo della scuola” possa aver chiesto di “programmare la mobilitazione dopo il periodo natalizio” perché non conosco il contesto di riferimento, ossia se vi sia stata una richiesta formale di partecipazione dell’amministrazione comunale, questo, infatti, mi spingerebbe ad affrontare tematiche (ruolo e responsabilità della scuola, partecipazione di minori d’età rct.) che esulano dal nucleo delle riflessioni di questo mio comunicato che è, a tutt’ora, prevalente.

Ad ogni buon conto.

Ritengo che le motivazioni non solo siano ingiustificate, ma rappresentino un preoccupante segnale di sottovalutazione della volontà popolare e della gravità della situazione sanitaria locale.

Il diritto di manifestare non è soggetto a un “quorum”.

La democrazia non si misura dal numero di partecipanti.

Il diritto di manifestare il proprio dissenso e di esprimere le proprie preoccupazioni per i servizi essenziali non può essere subordinato a un calcolo probabilistico sulla partecipazione.

Ogni singola voce che intende unirsi alla protesta è importante e merita di essere ascoltata.

La valutazione anticipata dell’amministrazione comunale suona come un disincentivo, o peggio, un tentativo di minimizzare l’importanza di una battaglia cruciale per la nostra comunità, anche se fosse di un solo cittadino.

I cittadini non chiedono un favore, ma rivendicano un diritto costituzionale (art. 32), e la libertà di espressione non può essere revocata in base alle previsioni di affluenza.

Il contesto istituzionale poco chiaro e «gli intervenuti cambiamenti rilevanti nella riorganizzazione della sanità» non può bloccare la tutela dei diritti e non essere causa di rinvio di una manifestazione che già si sarebbe dovuta fare tanti mesi fa.

Ribadisco tanti mesi fa. Tutto ciò è inaccettabile.

Le difficoltà e le frizioni tra i diversi livelli di governo ( Regione, Assessorati/Dirigenza Ares ect.) sono la norma in un sistema complesso, ma non possono e non devono mai rappresentare un alibi per sospendere l’azione di tutela dei diritti fondamentali dei cittadini.

Al contrario, è proprio nei momenti di maggiore incertezza istituzionale che la protesta popolare e la voce delle amministrazioni comunali e, soprattutto, dei sindacati, dovrebbero farsi più forti e chiare, fungendo da pungolo e richiamo all’azione per tutti gli enti competenti.
Il ruolo rivestito da questi organi impone di essere garanti della salute e del benessere dei nostri concittadini, agendo in loro difesa, anche e soprattutto quando il quadro istituzionale è instabile.

Il rinvio di una manifestazione sulla sanità – un tema di vitale importanza e urgenza – non fa che aumentare il senso di frustrazione e abbandono nella popolazione.

La salute non ammette rinvii, e i cittadini si aspettano che ognuno di noi sia in prima linea nella battaglia per garantire il miglior servizio possibile, senza aspettare condizioni istituzionali perfette o l’affluenza di massa.

Mi dissocio fermamente e convintamente da questa decisione e continuerò a rivendicare come priorità, ciò che probabilmente non è per altri.

Daniela Garau

Consigliera del comune di Carbonia del gruppo Fratelli d’Italia

Domenica 14 dicembre 2025, al Villaggio minerario di Rosas, si rinnova l’evento “Rosso in miniera”, organizzato dal comune di Narcao in collaborazione con Idea Spettacoli e la Cooperativa Giunone, con il sostegno della Regione Autonoma della Sardegna, assessorato dei Beni culturali, e del Parco Geominerario Storico Ambientale della Sardegna. L’evento, giunto alla decima edizione, si propone di far conoscere il territorio attraverso i racconti di vita degli ex minatori, la promozione della cultura vinicola del Sulcis e le eccellenze locali.

«Il programma spiega Giovanni Maria Lai, assessore del Turismo e delle Attività produttive del comune di Narcaoprevede le visite guidate alla miniera, alla laveria e al Museo di Mineralogia guidate dagli ex minatori, tanta bella musica, degustazioni di vini pregiati e prodotti tipici sardi. L’evento è fondamentale per la valorizzazione delle risorse locali, le tradizioni e la promozione turistica del territorio comunale di Narcao.»

Quest’anno l’evento sarà impreziosito dalla mostra d’arte contemporanea del Maestro Angelo Liberati “Immagini in dialogo”, curata dalla direttrice del Museo Lara Corona, PHD, un’esposizione che invita il visitatore a entrare nell’universo visivo di uno degli artisti italiani più originali nella ricerca sul linguaggio dell’immagine. L’inaugurazione della mostra si terrà domenica 14 dicembre, alle ore 12.00, alla presenza dell’artista. L’esposizione sarà visitabile fino al 21 dicembre, negli orari di apertura del Museo Rosas, 8.00-16.00.

«Dopo settimane di lavoro e di incontri per risolvere una situazione molto complessa, esprimo tutta la mia soddisfazione per le garanzie assicurate dal governo per la continuità aziendale dell’Eurallumina. Alla soluzione temporanea trovata con un finanziamento ponte dovrà seguire una via più strutturale che permetta di dare certezze alla produzione. Come Regione siamo sempre stati vicini agli operai di Portoscuso e continueremo a esserlo, lavorando ogni giorno assieme alle istituzioni e ai sindacati per risolvere una vertenza fondamentale per il futuro di tutto il Sulcis Iglesiente.»

Così la presidente Alessandra Todde ha commentato l’esito del tavolo di ieri al Mimit su Eurallumina in cui è stato annunciato che il ministero dell’Economia stanzierà 9,6 milioni di euro per garantire la continuità produttiva per sei mesi (da gennaio a giugno del 2026) di Eurallumina, l’azienda di proprietà russa che rischiava di chiudere a causa delle sanzioni per la guerra in Ucraina.

Il 20 novembre scorso a Roma la presidente della Regione Alessandra Todde aveva discusso della questione direttamente con il ministro Giancarlo Giorgetti.

Con la loro mobilitazione i lavoratori di Eurallumina hanno riproposto all’attenzione delle istituzioni la richiesta di un intervento che scongiuri il rischio di una definitiva chiusura dello stabilimento di proprietà della Rusal. Valutando i temi specifici di questa vertenza emerge, ancora una volta, come il nostro territorio viva problematiche che devono necessariamente essere inquadrate nelle questioni industriali che l’Italia vive nel contesto europeo. Dagli incontri tenuti al Mimit fra settembre e ottobre scorsi, in cui si sono affrontate una dopo l’altra le diverse vertenze, è emersa in maniera ancora più chiara e dirimente l’esigenza di avere politiche nazionali e un’agenda industriale che sia davvero all’altezza delle sfide e della reindustrializzazione dell’Italia. Ci pare sia prevalsa nel Governo, soprattutto in questi ultimi mesi, una tendenza a regionalizzare e parcellizzare le vertenze, una sorta di “ognuno si arrangi”. Eppure, se pensiamo alle conseguenze delle guerre sulla nostra economia, i dazi dell’amministrazione americana, i costi energetici e la tassa ETS che impatta fortemente sui costi del trasporto marittimo, penalizzando quasi unicamente la Sardegna, appare evidente come non si possa prescindere da una politica strategica nazionale. A queste problematiche si può aggiungere un tema che nel Sulcis Iglesiente Guspinese si pone in maniera ancora più stringente in questi mesi, ovvero il peso della burocrazia e le lungaggini delle procedure autorizzative in materia di bonifiche. Nel sollecitare un ruolo nazionale più incisivo, vorremmo fosse chiaro che il nostro territorio vive una fase di unitario e corale lavoro in cui sono impegnati diversi assessorati regionali, la Provincia, i comuni, i sindacati e le imprese, volto a favorire nuove condizioni di sviluppo. In questi mesi non siamo rimasti ad attendere con le braccia conserte che da Roma arrivassero tutte le soluzioni, ma abbiamo attivato tutti gli strumenti a nostra disposizione, su scala regionale e nel territorio, cercando di fare la nostra parte. Vale la pena ricordare che, a fine 2023, i 360 milioni del Fondo per la Giusta Transizione (JTF) assegnati al Sulcis Iglesiente, si trovavano ancora arenati nell’immobilismo della precedente amministrazione regionale, con il rischio che andassero totalmente perduti. Con l’accelerazione che si è riusciti ad imprimere nell’attuazione del JTF e del “Fondo per lo Sviluppo e la Coesione”, nonché delle risorse dello stesso bilancio della Regione, possiamo affermare con un calcolo approssimativo, ma per difetto, che su comuni, Provincia, Consorzio Industriale e imprese, si sono riversate in questi ultimi mesi somme che ammontano a circa 250 milioni di euro. Si aggiunga una particolare ed efficiente capacità che, in maniera diffusa, i comuni stanno dimostrando, in alcuni casi in collaborazione con le società partecipate della Regione, nel reperimento di risorse europee (o derivanti da altre fonti) finalizzate al miglioramento e alla creazione di nuove infrastrutture e nuovi servizi. Tutto questo mentre abbiamo dovuto assistere alle promesse di ministri che sono venuti in fabbrica nel Natale dello scorso anno prospettandoci soluzioni e percorsi di cui non si vede alcun risultato. Ecco perché siamo convinti che nel prossimo confronto con il Governo nazionale il nostro territorio abbia le carte in regola per chiedere a tutti di fare la propria parte sia sull’Eurallumina che per tutti i temi industriali ancora aperti. L’approvazione, nello scorso mese di settembre, del Dpcm Energia Sardegna ha segnato una tappa importante, forse storica, per le aree industriali sarde e in particolare per lo stabilimento, altamente energivoro, di Eurallumina. Dopo anni di immobilismo e di conflitti istituzionali che hanno coinvolto anche il tribunale amministrativo, grazie alla mediazione e alle proposte avanzate dall’assessorato regionale dell’Industria, il nuovo decreto favorirà nell’Isola la stabilità energetica nella fase di transizione verso le fonti rinnovabili e garantirà una perequazione tariffaria sul trasporto del gnl. Possiamo dire che oggi si stanno avviando i passaggi formali che porteranno alla realizzazione della rete del gas sino a Portovesme. Era questa una delle condizioni irrinunciabili per qualsiasi industria altamente energivora, in una regione che è l’unica in Italia non collegata alla rete nazionale del gas metano. Permane ancora un secondo punto, grave e complesso, riguardante le sanzioni stabilite dal Comitato di Sicurezza Nazionale, in quanto, su ricorso del Governo, il Consiglio di Stato ha ripristinato il congelamento degli asset della società Rusal. Pertanto, affinché si possa dare avvio agli investimenti di 300 milioni che la società intende realizzare in quel sito, si pongono alcune questioni imminenti da affrontare con il ministro nel prossimo incontro. La prima riguarda le anticipazioni con cui l’Agenzia del Demanio deve, a norma di legge, con fondi del ministero (20 milioni di euro annui), far fronte alla custodia e alla gestione dello stabilimento. Senza queste risorse, si profila un disimpegno della Rusal e la chiusura definitiva dello stabilimento. Il secondo punto si pone a cavallo fra le questioni di tipo politico e quelle più strettamente tecniche e giuridiche. Il provvedimento sanzionatorio del CSF appare, infatti, non del tutto comprensibile in un contesto di uniformità di decisioni su scala europea. I sindacati rilevano, infatti, che in Germania, Svezia e Irlanda, situazioni analoghe riguardanti aziende consociate della stessa Rusal non vedono applicata nessuna sanzione. Pertanto, mentre va chiesto alla Rusal di fare tutti gli ulteriori sforzi per contribuire alla risoluzione del problema, non possiamo esimerci dal sottoporre al Governo italiano una valutazione riguardante la disparità di trattamento nell’ambito dell’Unione Europea.

Mauro Esu

Segretario Provinciale del Partito Democratico del Sulcis Iglesiente

«Questa mattina al Mimit si è tenuto il dodicesimo tavolo sulla vertenza Eurallumina. Le parole dei ministri Urso e Calderone sono state rassicuranti, ma quella che prospettano è una soluzione tampone: per 6 mesi sarà garantita la continuità aziendale, grazie allo stanziamento di 9,6 milioni di euro da parte del Governo.»
Lo scrive, in una nota, Francesca Ghirra, deputata dei Progressisti.
«Occorre però che il nostro Paese si attivi per sbloccare gli asset della Rusal e perché la continuità produttiva della fabbrica sia garantita, come è accaduto in Svezia, Irlanda e Germania e persino negli Stati Uniti aggiunge Francesca GhirraGli operai, che hanno occupato la fabbrica per 13 giorni e 12 notti portando la vertenza aziendale all’attenzione delle cronache nazionali, vogliono garanzie e pretendono di poter riprendere a lavorare: non vogliono più vivere di ammortizzatori sociali, ma pretendono quella dignità che solo il lavoro può dare. Siamo e saremo al loro fianco al fine di ottenere soluzioni strutturali.»

La segreteria federale PCI Sulcis Iglesiente – Medio Campidano chiede alla presidente della Regione Alessandra Todde lo stop all’ampliamento della RWM.

«Lo stop all’ampliamento della RWM è una scelta politica di prospettiva si legge in una nota -. La Giunta scelga la politica dell’economia della pace e del disarmo, in linea con gli obiettivi di uno sviluppo sostenibile e i principi della Costituzione Italiana In questi giorni si sta consolidando la prospettiva che la Giunta regionale possa approvare l’ampliamento dell’industria bellica RWM. Si usano diverse motivazioni per giustificare questa scelta, tutte discutibili e contestate dai comunicati delle organizzazioni ambientaliste, pacifiste e sindacali, sottoscritti anche dal PCI, che conducono la battaglia contro l’ampliamento. Tra queste, vogliamo soffermarci su quella riguardante il bisogno di non confliggere con i pareri dei tecnici della Regione relativamente alla procedura VIA ex-post, una procedura attivata dopo la sentenza del Consiglio di Stato del 2021, che ha considerato l’ampliamento irregolare.»
«Nascondersi dietro al bisogno di non confliggere con i pareri dei tecnici cela un grave vulnus democratico e politico: così facendo, la Giunta finisce per subordinarsi ai tecnici e rinuncia al proprio compito di fornire indirizzo e visione politica all’azione amministrativaaggiunge la segreteria federale PCI Sulcis Iglesiente – Medio Campidano -. Pensiamo in realtà che tale motivazione dimostri l’esistenza di un grave conflitto interno alla maggioranza, con la difficoltà di alcune componenti di opporsi con decisione e definitivamente alla montante economia di guerra. Ci auguriamo che anche queste componenti cambino posizione. La motivazione relativa alla tutela dei lavoratori è anch’essa insostenibile: non possono infatti esserci state assunzioni per linee produttive non autorizzate, e quindi non vi è alcun rischio di perdita di posti di lavoro, a differenza di quanto sta accadendo in molti settori produttivi realmente utili per la collettività.»