13 December, 2025

«Dopo settimane di lavoro e di incontri per risolvere una situazione molto complessa, esprimo tutta la mia soddisfazione per le garanzie assicurate dal governo per la continuità aziendale dell’Eurallumina. Alla soluzione temporanea trovata con un finanziamento ponte dovrà seguire una via più strutturale che permetta di dare certezze alla produzione. Come Regione siamo sempre stati vicini agli operai di Portoscuso e continueremo a esserlo, lavorando ogni giorno assieme alle istituzioni e ai sindacati per risolvere una vertenza fondamentale per il futuro di tutto il Sulcis Iglesiente.»

Così la presidente Alessandra Todde ha commentato l’esito del tavolo di ieri al Mimit su Eurallumina in cui è stato annunciato che il ministero dell’Economia stanzierà 9,6 milioni di euro per garantire la continuità produttiva per sei mesi (da gennaio a giugno del 2026) di Eurallumina, l’azienda di proprietà russa che rischiava di chiudere a causa delle sanzioni per la guerra in Ucraina.

Il 20 novembre scorso a Roma la presidente della Regione Alessandra Todde aveva discusso della questione direttamente con il ministro Giancarlo Giorgetti.

Con la loro mobilitazione i lavoratori di Eurallumina hanno riproposto all’attenzione delle istituzioni la richiesta di un intervento che scongiuri il rischio di una definitiva chiusura dello stabilimento di proprietà della Rusal. Valutando i temi specifici di questa vertenza emerge, ancora una volta, come il nostro territorio viva problematiche che devono necessariamente essere inquadrate nelle questioni industriali che l’Italia vive nel contesto europeo. Dagli incontri tenuti al Mimit fra settembre e ottobre scorsi, in cui si sono affrontate una dopo l’altra le diverse vertenze, è emersa in maniera ancora più chiara e dirimente l’esigenza di avere politiche nazionali e un’agenda industriale che sia davvero all’altezza delle sfide e della reindustrializzazione dell’Italia. Ci pare sia prevalsa nel Governo, soprattutto in questi ultimi mesi, una tendenza a regionalizzare e parcellizzare le vertenze, una sorta di “ognuno si arrangi”. Eppure, se pensiamo alle conseguenze delle guerre sulla nostra economia, i dazi dell’amministrazione americana, i costi energetici e la tassa ETS che impatta fortemente sui costi del trasporto marittimo, penalizzando quasi unicamente la Sardegna, appare evidente come non si possa prescindere da una politica strategica nazionale. A queste problematiche si può aggiungere un tema che nel Sulcis Iglesiente Guspinese si pone in maniera ancora più stringente in questi mesi, ovvero il peso della burocrazia e le lungaggini delle procedure autorizzative in materia di bonifiche. Nel sollecitare un ruolo nazionale più incisivo, vorremmo fosse chiaro che il nostro territorio vive una fase di unitario e corale lavoro in cui sono impegnati diversi assessorati regionali, la Provincia, i comuni, i sindacati e le imprese, volto a favorire nuove condizioni di sviluppo. In questi mesi non siamo rimasti ad attendere con le braccia conserte che da Roma arrivassero tutte le soluzioni, ma abbiamo attivato tutti gli strumenti a nostra disposizione, su scala regionale e nel territorio, cercando di fare la nostra parte. Vale la pena ricordare che, a fine 2023, i 360 milioni del Fondo per la Giusta Transizione (JTF) assegnati al Sulcis Iglesiente, si trovavano ancora arenati nell’immobilismo della precedente amministrazione regionale, con il rischio che andassero totalmente perduti. Con l’accelerazione che si è riusciti ad imprimere nell’attuazione del JTF e del “Fondo per lo Sviluppo e la Coesione”, nonché delle risorse dello stesso bilancio della Regione, possiamo affermare con un calcolo approssimativo, ma per difetto, che su comuni, Provincia, Consorzio Industriale e imprese, si sono riversate in questi ultimi mesi somme che ammontano a circa 250 milioni di euro. Si aggiunga una particolare ed efficiente capacità che, in maniera diffusa, i comuni stanno dimostrando, in alcuni casi in collaborazione con le società partecipate della Regione, nel reperimento di risorse europee (o derivanti da altre fonti) finalizzate al miglioramento e alla creazione di nuove infrastrutture e nuovi servizi. Tutto questo mentre abbiamo dovuto assistere alle promesse di ministri che sono venuti in fabbrica nel Natale dello scorso anno prospettandoci soluzioni e percorsi di cui non si vede alcun risultato. Ecco perché siamo convinti che nel prossimo confronto con il Governo nazionale il nostro territorio abbia le carte in regola per chiedere a tutti di fare la propria parte sia sull’Eurallumina che per tutti i temi industriali ancora aperti. L’approvazione, nello scorso mese di settembre, del Dpcm Energia Sardegna ha segnato una tappa importante, forse storica, per le aree industriali sarde e in particolare per lo stabilimento, altamente energivoro, di Eurallumina. Dopo anni di immobilismo e di conflitti istituzionali che hanno coinvolto anche il tribunale amministrativo, grazie alla mediazione e alle proposte avanzate dall’assessorato regionale dell’Industria, il nuovo decreto favorirà nell’Isola la stabilità energetica nella fase di transizione verso le fonti rinnovabili e garantirà una perequazione tariffaria sul trasporto del gnl. Possiamo dire che oggi si stanno avviando i passaggi formali che porteranno alla realizzazione della rete del gas sino a Portovesme. Era questa una delle condizioni irrinunciabili per qualsiasi industria altamente energivora, in una regione che è l’unica in Italia non collegata alla rete nazionale del gas metano. Permane ancora un secondo punto, grave e complesso, riguardante le sanzioni stabilite dal Comitato di Sicurezza Nazionale, in quanto, su ricorso del Governo, il Consiglio di Stato ha ripristinato il congelamento degli asset della società Rusal. Pertanto, affinché si possa dare avvio agli investimenti di 300 milioni che la società intende realizzare in quel sito, si pongono alcune questioni imminenti da affrontare con il ministro nel prossimo incontro. La prima riguarda le anticipazioni con cui l’Agenzia del Demanio deve, a norma di legge, con fondi del ministero (20 milioni di euro annui), far fronte alla custodia e alla gestione dello stabilimento. Senza queste risorse, si profila un disimpegno della Rusal e la chiusura definitiva dello stabilimento. Il secondo punto si pone a cavallo fra le questioni di tipo politico e quelle più strettamente tecniche e giuridiche. Il provvedimento sanzionatorio del CSF appare, infatti, non del tutto comprensibile in un contesto di uniformità di decisioni su scala europea. I sindacati rilevano, infatti, che in Germania, Svezia e Irlanda, situazioni analoghe riguardanti aziende consociate della stessa Rusal non vedono applicata nessuna sanzione. Pertanto, mentre va chiesto alla Rusal di fare tutti gli ulteriori sforzi per contribuire alla risoluzione del problema, non possiamo esimerci dal sottoporre al Governo italiano una valutazione riguardante la disparità di trattamento nell’ambito dell’Unione Europea.

Mauro Esu

Segretario Provinciale del Partito Democratico del Sulcis Iglesiente

«Questa mattina al Mimit si è tenuto il dodicesimo tavolo sulla vertenza Eurallumina. Le parole dei ministri Urso e Calderone sono state rassicuranti, ma quella che prospettano è una soluzione tampone: per 6 mesi sarà garantita la continuità aziendale, grazie allo stanziamento di 9,6 milioni di euro da parte del Governo.»
Lo scrive, in una nota, Francesca Ghirra, deputata dei Progressisti.
«Occorre però che il nostro Paese si attivi per sbloccare gli asset della Rusal e perché la continuità produttiva della fabbrica sia garantita, come è accaduto in Svezia, Irlanda e Germania e persino negli Stati Uniti aggiunge Francesca GhirraGli operai, che hanno occupato la fabbrica per 13 giorni e 12 notti portando la vertenza aziendale all’attenzione delle cronache nazionali, vogliono garanzie e pretendono di poter riprendere a lavorare: non vogliono più vivere di ammortizzatori sociali, ma pretendono quella dignità che solo il lavoro può dare. Siamo e saremo al loro fianco al fine di ottenere soluzioni strutturali.»

La segreteria federale PCI Sulcis Iglesiente – Medio Campidano chiede alla presidente della Regione Alessandra Todde lo stop all’ampliamento della RWM.

«Lo stop all’ampliamento della RWM è una scelta politica di prospettiva si legge in una nota -. La Giunta scelga la politica dell’economia della pace e del disarmo, in linea con gli obiettivi di uno sviluppo sostenibile e i principi della Costituzione Italiana In questi giorni si sta consolidando la prospettiva che la Giunta regionale possa approvare l’ampliamento dell’industria bellica RWM. Si usano diverse motivazioni per giustificare questa scelta, tutte discutibili e contestate dai comunicati delle organizzazioni ambientaliste, pacifiste e sindacali, sottoscritti anche dal PCI, che conducono la battaglia contro l’ampliamento. Tra queste, vogliamo soffermarci su quella riguardante il bisogno di non confliggere con i pareri dei tecnici della Regione relativamente alla procedura VIA ex-post, una procedura attivata dopo la sentenza del Consiglio di Stato del 2021, che ha considerato l’ampliamento irregolare.»
«Nascondersi dietro al bisogno di non confliggere con i pareri dei tecnici cela un grave vulnus democratico e politico: così facendo, la Giunta finisce per subordinarsi ai tecnici e rinuncia al proprio compito di fornire indirizzo e visione politica all’azione amministrativaaggiunge la segreteria federale PCI Sulcis Iglesiente – Medio Campidano -. Pensiamo in realtà che tale motivazione dimostri l’esistenza di un grave conflitto interno alla maggioranza, con la difficoltà di alcune componenti di opporsi con decisione e definitivamente alla montante economia di guerra. Ci auguriamo che anche queste componenti cambino posizione. La motivazione relativa alla tutela dei lavoratori è anch’essa insostenibile: non possono infatti esserci state assunzioni per linee produttive non autorizzate, e quindi non vi è alcun rischio di perdita di posti di lavoro, a differenza di quanto sta accadendo in molti settori produttivi realmente utili per la collettività.»

«Per Eurallumina soli sei mesi di ossigeno da parte del Mimit. Un primo passo, sicuramente, ma serve fare di più.»
Lo scrive in una nota la senatrice M5s Sabrina Licheri, capogruppo in commissione Industria e attività produttive.

«Ci troviamo, infatti, di fronte a un provvedimento che intervieneaggiungesu una situazione emergenziale ma che non guarda al futuro dell’azienda né alla salvaguardia dei livelli occupazionali. La Rusal di cui fa parte Euallumina continua a essere bloccata e non basteranno i 9,6 milioni di euro messi sul piatto dal Governo per garantire la produzione di una delle aziende leader nel nostro Paese.»

«Per questo motivo alcuni operai erano saliti sul silos dell’azienda dove sono rimasti 13 giorni, per difendere il loro lavoro e uno degli asset strategici del settore. I lavoratori chiedevano che la loro situazione fosse affrontata e risolta come è accaduto nei siti della società in Svezia, Germania e Irlanda. Ma su questo nessun passo avanti da parte dell’esecutivo. Le loro richieste non possono essere ignorate. A loro e alle loro famiglie il governo deve delle risposte concrete e progetti per il futuro», conclude Sabrina Licheri.

Venerdì 12 dicembre, alle ore 17.30, presso la Biblioteca Comunale di Carbonia, sita in viale Arsia, la rassegna “Carbonia scrive” propone il libro di Mauro Giuseppe Buosi sulla storia di Lord Brassey “Lord Thomas Allnutt Brassey – Genio e impresa di un aristocratico inglese in Sardegna”. Introdurrà la presentazione il dottor Franco Manca.

Mauro Giuseppe Buosi, Geologo, ha lavorato nel settore minerario piombo zincifero e dopo la chiusura delle miniere, si è occupato di attività ambientale finalizzata alla bonifica dei siti minerari dismessi. Ha ricoperto il ruolo di responsabile del Servizio Geologico presso la società Igea S.p.A., realizzando numerose caratterizzazioni ambientali e una intensa attività con i monitoraggi ambientali. E’stato autore di diverse pubblicazioni scientifiche. E’ autore dei libri:  Porto Flavia le vicende della Vieille Montagne in Sardegna. Pertusola storia di una Società mineraria in Sardegna. Monteponi storia di una società mineraria in Sardegna dal 1850 alle soglie del 2000.

Il libro.

Thomas Allnutt Brassey Genio e impresa di un aristocratico inglese in Sardegna

Thomas Allnutt Brassey è stato un imprenditore minerario inglese proprietario della Pertusola, che nel 1889 acquisì La Societè Anonyme des mines de plomb argentifere de Gennamari et d’Ingurtosu.

Di fatto sbarcando in Sardegna e iniziando un’avventura mineraria che lo tenne in Sardegna sino al 1919 anno della sua morte.  Oltre l’aspetto minerario  per la produzione di piombo e zinco, Il suo intervento principale fu quello di migliorare in ogni modo le condizioni di vita e le abitudini dei suoi lavoratori. Oltre che nell’arburese Brassey operò nell’Iglesiente, presso le miniere di. San Giovanni, Monte Onixeddu, Acquaresi, Arenas, Malacazetta, Su Zurfuru, Gutturu Pala etc. Fu socio fondatore dell’Associazione Mineraria Sarda e nel 1914 ne divenne Presidente.Sempre ad Iglesias costruì la sua seconda abitazione Villa Pertusola  oggi sede del Parco Geominerario (la prima fu edificata a Ingurtosu località Pitzinurri, nota con il nome di Villa Idina. Nel 1911 acquisì in Inghilterra il titolo di Conte Brassey e Visconte di Hythe. A causa dei suoi innumerevoli impegni, la sua vita fu divisa tra l’Inghilterra e la Sardegna. Il libro ne descrive la vita descrivendo in maniera dettagliata l’esperienza sarda.

Si è chiusa lunedì (8 dicembre), a Sant’Antioco, la ventunesima edizione di Passaggi d’Autore – Intrecci mediterranei, il festival del cortometraggio mediterraneo organizzato nella cittadina del Sud Sardegna dal Circolo del Cinema “Immagini” (F.I.C.C.), con la direzione artistica di Dolores Calabrò e del regista bosniaco Ado Hasanovic: un festival tematico, capace di unire ricerca, formazione, divulgazione e spettacolo; un festival che fonda la sua identità sul dialogo tra cinematografie diverse, sulla scoperta di nuovi autori e sulla volontà di costruire uno spazio in cui il Mediterraneo – mare di passaggi, migrazioni, conflitti e creatività – possa raccontarsi attraverso il linguaggio del cinema breve.

Nel corso delle sei giornate – ospiti del consueto spazio dell’Aula Consiliare del Comune – è stata presentata un’ampia panoramica della produzione di cortometraggi degli ultimi due anni, alcuni dei quali in anteprima nazionale o regionale, selezionati tra quelli che hanno ricevuto premi e riconoscimenti o partecipato a festival prestigiosi, come Clermont-Ferrand, Cannes, Venezia, Locarno, Sundance; e, oltre alle proiezioni, ad arricchire e impreziosire il programma, il consueto corredo di momenti collaterali, incontri, laboratori e attività per le scuole.

 

«La garanzia della continuità produttiva di Eurallumina rappresenta un risultato di grande rilievo per il Sulcis e per l’intera Sardegna. È una notizia che dà finalmente reali speranze ai lavoratori e alle loro famiglie, oltre a confermare l’attenzione concreta del Governo Meloni verso il Sulcis e il comparto industriale strategico che a Portovesme è insediato».
Lo dichiara il deputato sardo Gianni Lampis che oggi ha partecipato al tavolo di crisi aziendale convocato al Mimit, commentando l’annuncio relativo alla richiesta di 9,6 milioni di euro che l’Agenzia del Demanio ha formalizzato al ministero dell’Economia per garantire la continuità aziendale.
«Voglio esprimere un sentito ringraziamento ai ministri Adolfo Urso e Marina Elvira Calderone e al sottosegretario Fausta Bergamotto – prosegue Gianni Lampisper il lavoro serio, costante e concreto portato avanti in questi mesi. L’impegno del Governo sul dossier Eurallumina dimostra che, quando si opera con determinazione e responsabilità, i risultati arrivano».
«Si tratta di un passaggio fondamentaleconclude Gianni Lampische rafforza le prospettive industriali del sito e restituisce fiducia a un territorio che attende da troppo tempo risposte concrete in termini di lavoro e sviluppo.»

«Con la decisione del Governo di investire risorse al fine di garantire a Eurallumina una continuità produttiva, in attesa dello scongelamento dei beni Rusal, portiamo oggi a casa un risultato politicamente molto importante. Di fronte alla nefasta possibilità di lasciar proseguire la storia societaria di Eurallumina verso un binario morto, il Governo ha scelto di riconoscere che questa produzione è strategica per il Paese, e non solo per la Sardegna.»

Lo ha detto l’assessore regionale dell’Industria Emanuele Cani nel suo intervento durante il tavolo sulla vertenza Eurallumina convocato questa mattina dal Ministero delle Imprese e del Made in Italy, a Roma, al quale hanno preso parte il ministro Adolfo Urso, la sottosegretaria Fausta Bergamotto, la ministra del Lavoro Marina Elvira Calderone, i vertici aziendali e le rappresentanze sindacali.

«Siamo consapevoli del fatto che quello odierno è un passaggio importante ma non conclusivo, e pertanto avremo ancora da lavorare nei prossimi mesi per portare a casa il risultato definitivo. Tuttavia, sia la firma del Dpcm, che consentirà l’arrivo del metano nell’Isola, sia la disponibilità del Governo a favorire nella fase transitoria la continuità gestionale del compendio industriale, sono elementi che ci fanno ben sperare nello svincolo degli asset e nella possibilità che l’intrapresa possa avere i suoi sviluppi», ha sottolineato Emanuele Cani.

L’assessore ha ribadito l’annoso tema dei costi dell’energia: «Come Regione Sardegna possiamo fare ben poco da questo punto di vista, e confidiamo pertanto in un intervento di carattere normativo da parte del Governo che possa favorire non solo la ripartenza di Eurallumina ma anche la risoluzione delle altre crisi industriali, altrimenti le aziende che hanno sede nel nostro territorio non saranno mai competitive sul mercato, un problema atavico non certo imputabile solo a questo Governo. È giunto il momento di affrontarlo in termini strutturali nel suo complesso, e non solo occasionali legati alle singole vertenze».

Via libera alla continuità produttiva di Eurallumina dal Comitato di Sicurezza Finanziaria (CSF) dopo le interlocuzioni degli ultimi mesi. È quanto annunciato oggi al tavolo sulla vertenza dal ministro delle Imprese e del Made in Italy, sen. Adolfo Urso, e dal ministro del Lavoro, Marina Elvira Calderone.

«Un risultato per nulla scontato, raggiunto dopo diversi confronti nelle ultime settimane – anche informali – con azienda, Demanio e organizzazioni sindacali per individuare una via d’uscita dall’attuale situazione – ha dichiarato il ministro Adolfo Urso -. Un passo avanti significativo, importante, che ci consente di lavorare nei prossimi mesi per dare una soluzione definitiva e strutturale.»

Alla luce dell’orientamento positivo del CSF, il Demanio ha quindi presentato al Ministero dell’Economia e delle Finanze l’istanza per la copertura finanziaria necessaria a garantire la continuità aziendale per i primi sei mesi del 2026, pari a 9,6 milioni di euro, comprese le attività di bonifica funzionali alla ripresa produttiva.

«È un risultato importante, quello annunciato dal ministro Adolfo Urso. La mia presenza a Portovesme non è stata simbolica, ma ha portato risultati concreti. Il Ministero del Lavoro resta accanto ai lavoratori e ai territori», ha affermato la ministra Marina Elvira Calderone.

Presente al tavolo anche il sottosegretario con delega alle crisi d’impresa, Fausta Bergamotto, oltre ai rappresentanti della proprietà e delle organizzazioni sindacali, della Regione Sardegna, degli enti locali e delle categorie economiche del territorio.

Il Mimit e il Ministero del Lavoro hanno confermato la piena disponibilità a proseguire il lavoro congiunto con tutte le parti coinvolte per arrivare, nel più breve tempo possibile, a una soluzione stabile e strutturale che tuteli l’occupazione, garantisca la continuità produttiva e sostenga lo sviluppo del territorio.