28 March, 2024
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Francesco Pigliaru 1 copia

Il presidente della Regione, Francesco Pigliaru, non ha firmato il protocollo d’intesa con il ministero della Difesa sulle servitù militari. Francesco Pigliaru ha motivato la mancata firma con il fatto che i tempi non sono maturi e ormai da troppo tempo i sardi protestano senza essere ascoltati.

Il governatore ha mostrato i dati delle servitù nell’Isola, sui quali si registra un grado di incidenza dei gravami di circa il 65% rispetto al totale nazionale: oltre 30mila ettari impegnati dal Demanio militare, spazi aerei sottoposti a restrizioni o interdetti, 80 km di costa non accessibili per alcuna attività economico-turistica, tre poligoni di tiro (Capo Teulada, Capo Frasca e Salto di Quirra) che sono i più vasti d’Europa. Un’analisi dettagliata, presentata ai tecnici del Ministero prospettando un’integrazione così da elaborare un quadro di informazioni e conoscenza chiaro e definito.

All’interno delle considerazioni tecniche portate all’attenzione della Conferenza da parte del ministero della Difesa, per voce del generale Alberto Rosso, è emerso che il trasferimento in altre zone delle attività svolte a Teulada, Quirra e Capo Frasca appare “non facile”, ma è stato sottolineato che la Difesa ha avviato un costruttivo percorso – ove possibile – per trovare soluzioni “attagliate” alle esigenze locali e ripensare i poligoni come «opportunità di cooperazione civile e militare», così come l’avviare, secondo linee concertate tra la Difesa e la Regione Sardegna, un processo di riduzione delle aree interessate.

Queste considerazioni non hanno soddisfatto Francesco Pigliaru che ha chiesto con grande fermezza il riequilibrio della presenza militare in Sardegna, con la dismissione dei Poligoni di Capo Teulada e di Capo Frasca.

Il protocollo d’intesa è stato firmato dai governatori della Puglia, Nichi Vendola e del Friuli Venezia Giulia, Debora Serracchiani.

Esercitazioni militari copia
L’intervento dei sindaci dei comuni interessati dalle servitù militari ha impresso una nota politica alla prima giornata delle due giornate della Conferenza Nazionale sulle Servitù militari iniziata ieri a Roma, organizzata dal Ministero della Difesa nell’aula magna della città militare di Cecchignola. L’Odg approvato dal Consiglio regionale impegna il Presidente a proseguire le interlocuzioni con il Governo, a partire appunto dai lavori della seconda Conferenza nazionale, per arrivare alla stipula di un’Intesa i cui contenuti dovranno essere preliminarmente illustrati al Consiglio regionale. Al centro dell’accordo dovrà essere l’impegno del Governo appunto verso un riequilibrio del gravame militare, attraverso la previsione di una progressiva diminuzione delle aree soggette a vincoli e la dismissione dei poligoni di Capo Teulada e Capo Frasca, nonché la riconversione del poligono di Salto di Quirra. Punti fondamentali saranno inoltre l’istituzione di osservatori permanenti per il monitoraggio ambientale in ciascun poligono militare e l’avvio di una valutazione indipendente, secondo standard internazionali, degli eventuali costi da mancati sviluppi alternativi dei territori. Si dovrà prevedere, in più, l’avvio di un tavolo tecnico finalizzato alla ridefinizione del sistema dei contributi ai Comuni maggiormente oberati da servitù militari. L’Intesa dovrà poi stabilire la destinazione, nell’ambito dei processi di riconversione delle attività svolte nei poligoni, di una quota degli investimenti statali in ricerca e innovazione anche in una prospettiva “dual use”, in misura proporzionale al gravame militare, al fine di avviare processi di sviluppo e di incremento dell’occupazione e delle competenze nei territori. Tra i contenuti, infine, la sospensione delle esercitazioni militari nel periodo estivo a partire dal primo giugno al 30 settembre. Su questi temi interverrà oggi il presidente Francesco Pigliaru.
Nelle differenti prospettive ed espressi come esigenze delle comunità locali, i punti sono stati toccati ieri dai sindaci. Gli interventi dei primi cittadini di Perdasdefogu, Teulada, Sant’Anna Arresi, Arbus e La Maddalena hanno evidenziato le difficoltà di territori che soffrono la presenza delle servitù in termini di inaccessibilità, mancato sviluppo, tutela ambientale e della salute. Lo stato delle cose, per quanto riguarda la Sardegna, è stato illustrato da Alessandra Berry, funzionario della Direzione generale della Presidenza della Regione, intervenuta insieme ai rappresentanti tecnici delle Regioni Puglia e Friuli-Venezia Giulia. La scheda presentata dalla Sardegna ha mostrato i dati delle servitù nell’Isola, su cui si registra un grado di incidenza dei gravami di circa il 65% rispetto al totale nazionale: oltre 30mila ettari impegnati dal Demanio militare, spazi aerei sottoposti a restrizioni o interdetti, 80 km di costa non accessibili per alcuna attività economico-turistica, tre poligoni di tiro (Capo Teulada, Capo Frasca e Salto di Quirra) che sono i più vasti d’Europa. Un’analisi dettagliata, presentata ai tecnici del Ministero prospettando un’integrazione così da elaborare un quadro di informazioni e conoscenza chiaro e definito. All’interno delle considerazioni tecniche portate all’attenzione della Conferenza da parte del ministero della Difesa, per voce del generale Alberto Rosso, è emerso che il trasferimento in altre zone delle attività svolte a Teulada, Quirra e Capo Frasca appare “non facile”, ma è stato sottolineato che la Difesa ha avviato un costruttivo percorso – ove possibile – per trovare soluzioni “attagliate” alle esigenze locali e ripensare i poligoni come «opportunità di cooperazione civile e militare», così come l’avviare, secondo linee concertate tra la Difesa e la Regione Sardegna, un processo di riduzione delle aree interessate.Nella sezione della Conferenza dedicata alla ricerca, è stato Gianluigi Sechi del CRS4 a fare il punto sulla situazione del sistema regionale della ricerca in Sardegna e dello specifico ruolo del CRS4, così come delle potenzialità di sviluppo attraverso la ricerca non solo per quanto riguarda il territorio regionale, ma in un’ottica più ampia. «Dare un’opportunità investendo sul sistema sardo della ricerca – ha detto – significa non compensazione per qualcosa che ci viene tolto, ma un investimento che può dare alla Difesa e allo Stato un vantaggio competitivo, in quanto in Sardegna esistono competenze scientifiche e tecnologiche all’avanguardia», il tutto «con la ferma condizione che la ricerca sia a servizio della società civile in ambiti tematici di interesse strategico per la Regione», mettendo inoltre l’accento sulla «necessità di un patto territoriale, perché qualunque tipo di progetto o attività imprenditoriale non può essere portato avanti in mancanza di una visione del futuro condivisa». L’ultimo intervento tecnico in programma era affidato al generale Nicolò Falsaperna, che ha fatto il punto sugli indennizzi, analizzando e riassumendo i riferimenti di legge. La criticità rilevata rispetto agli indennizzi ai privati, è stata il fatto che viene elaborato a monte un programma di spesa che non sempre può essere rispettato per mancanza di risorse. Sarebbe quindi opportuno da parte del ministero delle Finanze, come ha rilevato Falsaperna, che l’individuazione dello stanziamento nel capitolo di bilancio avvenga nel momento stesso in cui viene realizzato il programma di imposizione della servitù. Alla prima giornata della Conferenza hanno assistito, partecipando con interventi dal pubblico, anche alcuni parlamentari sardi e componenti della Commissione Difesa alla Camera.