28 March, 2024
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La splendida 26enne modella boema Ivana Mrazova ha tagliato il nastro inaugurale del Porto Cervo Wine & Food Festival: la madrina della manifestazione, ha dato il via alla seconda giornata della rassegna enogastronomica che si è aperta oggi al grande pubblico della Costa Smeralda. Al taglio inaugurale hanno partecipato anche il sindaco di Arzachena, Roberto Ragnedda; l’amministratore delegato di Smeralda Holding, Mario Ferraro e Franco Mulas, Area manager di Marriott Costa Smeralda, la catena alberghiera che gestisce gli alberghi Cala di Volpe, Hotel Cervo, Pitrizza e Romazzino, di proprietà di Qatar Holding.

«Ringrazio Smeralda Holding per questa grande manifestazione – ha detto il sindaco Roberto Ragnedda – che rappresenta un importante momento di confronto con i produttori ai quali guardiamo con orgoglio per i grandi risultati ottenuti al Vinitaly.»

Mario Ferraro, amministratore delegato di Smeralda Holding, ha dichiarato: «Smeralda Holding da tempo ha attuato una strategia di diversificazione dell’offerta turistica ponendosi due obiettivi: la penetrazione di nuovi segmenti di mercato e l’allungamento della stagione. Con il Porto Cervo Wine & Food Festival abbiamo creato una piattaforma per fare conoscere le eccellenze enogastronomiche e comunicare al mercato che la Sardegna non è solo mare, ma ha anche tante altre attrazioni da vivere tutto l’anno e non solo d’estate».

Franco Mulas, Area manager di Marriott Costa Smeralda, ha ringraziato il team che ha organizzato l’evento e soprattutto i partner dell’iniziativa «che sposano la manifestazione anno dopo anno. Ogni edizione lavoriamo per rinnovare la rassegna: in questi mesi, abbiamo stretto accordi con i festival del vino di Miami e New York per l’internazionalizzazione del Porto Cervo Wine & Food Festival».

Ottima la risposta di pubblico nella vetrina del Conference Center dell’hotel Cervo: i tanti appassionati hanno trascorso un pomeriggio tra gli stand delle migliori produzioni enogastronomiche della Sardegna e del resto dell’Italia, con le degustazioni offerte dalle 50 cantine e dalle 25 aziende alimentari che stanno partecipando alla manifestazione. Sempre maggiore rilevanza stanno ottenendo gli eventi collaterali sviluppati all’interno della rassegna: ieri pomeriggio si è svolto il primo talk show dedicato al mercato americano, mentre stamattina l’argomento trattato da Alessandro Torcoli, editore di Civiltà del Bere, e dai suoi ospiti è stato quello dei cambiamenti climatici e le opportunità offerte dalla Sardegna per gli investimenti nel settore vitivinicolo.

Mike Veseth, giornalista di The Wine Economist, ha illustrato giovedì pomeriggio, nel primo dibattito della giornata introduttiva della rassegna riservata agli operatori,  le caratteristiche del mercato americano, dove l’Italia rappresenta il primo Paese esportatore davanti a Francia e Spagna. Veseth ha svelato le nuove tendenze del settore, pilotate dalle esigenze delle nuove generazioni: «La grande novità del mercato USA è il vino in lattina – ha spiegato Mike Veseth -. Non c’è nulla di romantico nel vino in lattina, ma questa confezione alternativa consente di raggiungere segmenti di mercato a vantaggio dei più giovani». Anche Sandro Sartor, manager della multinazionale Constellation Brands e Ruffino, ha confermato le nuove tendenze: «La lattina viene scelta perché è una novità e si adatta alle esigenze attuali del mercato». L’economista ha mostrato i grafici che disegnano la crescita esponenziale dei vini di media e alta gamma, dagli undici dollari in su, e dei rosati. Qual è il vino più adatto al mercato USA? «Ai giovani americani piace scoprire nuovi vini, quello più rispondente ai loro gusti è il vermentino», ha concluso Veseth.

Nel dibattito di questa mattina sono intervenuti: Vittorio Moretti, patron delle Cantine Sella&Mosca; Giordano Emendatori, titolare delle Cantine Masone Mannu; Giancarlo Demuro, manager di Vigne Surrau; Valentina Argiolas, titolare dell’omonima cantina; Giovanni Pinna, direttore tecnico di Sella&Mosca e Umberto Trombelli, enologo e consulente di varie cantine sarde. Durante il confronto è emersa la necessità da parte degli imprenditori del settore di fare sistema per promuovere il brand Sardegna e con esso anche i vini maggiormente identificativi. In questo senso, l’isola ha mantenuto salde le radici produttive continuando a valorizzare i vitigni autoctoni, la cui forte identità può rappresentare la forza dei vini sardi sui mercati esteri. Per quanto riguarda i cambiamenti climatici, sempre più cantine stanno elaborando sistemi di viticoltura “di precisione”: con modelli legati a stazioni climatiche che elaborano elementi statistici e informazioni in grado di anticipare i fenomeni atmosferici.

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L’undicesima edizione del Porto Cervo Wine&Food Festival sarà all’insegna dei grandi numeri e delle novità: l’evento che inaugura la stagione turistica della Costa Smeralda, in programma dal 16 al 19 maggio al Conference Center di Porto Cervo, è stato presentato ufficialmente stamattina dal team Marriott Costa Smeralda, che organizza il festival. L’edizione 2019, firmata Marriott Costa Smeralda, la catena alberghiera internazionale che gestisce i quattro hotel Cala di Volpe, Cervo, Pitrizza e Romazzino per conto di Qatar Holding, ha già fatto registrare il tutto esaurito: con la conferma della partecipazione di un numero record di produttori in arrivo dall’Italia e dall’isola. Gli organizzatori, inoltre, hanno ricevuto un grande numero di richieste da parte di turisti esteri, che hanno già prenotato una vacanza a Porto Cervo durante il festival. La rassegna quest’anno durerà quattro giorni, uno in più rispetto al canonico format, segnando un’importante passo in avanti dal punto di vista delle collaborazioni internazionali attraverso la partnership con il Miami e il New York Wine and Food Festival: due tra le maggiori rassegne enologiche al mondo. Inoltre, è stata stretta una nuova, importante, collaborazione con Alessandro Torcoli, editore di Civiltà del Bere, che sarà il consulente per i contenuti della manifestazione.

Il programma. Al Porto Cervo Wine&Food Festival parteciperanno, in totale, 75 produttori: 20 aziende legate al food e 55 cantine. La prima giornata, giovedì 16 maggio, sarà dedicata interamente agli operatori del settore, ai buyer internazionali e nazionali e ai giornalisti specializzati: «Quest’anno abbiamo deciso di innovare la rassegna confrontandoci con i produttori – spiega Giulia Mundula, direttore marketing Marriott Costa Smeralda – introducendo dei seminari e anche un talk show, coordinati da Alessandro Torcoli».

«Durante gli incontri si parlerà della Sardegna e del vino come possibilità di investimento – aggiunge Cristina Gattu, Digital e Pr manager Marriott Costa Smeralda –. Inoltre, si parlerà di vino del futuro e degli effetti dei cambiamenti climatici sull’enologia. Le mattine saranno dedicate agli incontri di approfondimento e il pomeriggio alle degustazioni·»

Taste of Sardinia. Il Porto Cervo Wine& Food Festival rappresenta una vetrina per i prodotti sardi, che potranno essere degustati in giro per il mondo attraverso il progetto Taste of Sardinia. Gli chef degli alberghi di Marriott Costa Smeralda porteranno i migliori prodotti dell’isola all’Harry’s Bar di Londra, Miami, Il Cairo e in Kazakistan, costruendo una piattaforma internazionale nel nome delle eccellenze enogastronomiche della Sardegna.

I numeri. Il Porto Cervo Wine&Food Festival inaugura la stagione della Costa Smeralda, che nel 2018 ha fatto registrare numeri da record. Lo scorso anno si è chiuso con un lusinghiero + 8% di camere occupate. «Siamo felici di poter comunicare che l’anno scorso abbiamo registrato 21 milioni di euro come ricaduta complessiva sul territorio – spiega Emanuele Massolini, direttore Revenue e dello Sviluppo Marriott Costa Smeralda -. C’è stato un incremento del 5% rispetto al 2017, nel quale vanno ricompresi i 18 milioni di euro di stipendi versati. Una voce particolarmente rilevante per tutto l’indotto dell’economia sarda”. Per quanto riguarda i mercati di riferimento, particolarmente importante l’incremento di quello italiano: + 30% di presenze dei turisti nazionali, seguiti da un +10% di presenze dagli Stati Uniti d’America e un + 8% dal Regno Unito, nonostante le oscillazioni sul cambio della sterlina dovute all’ipotesi Brexit.