26 April, 2024
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Il Consiglio comunale di Iglesias, nella seduta dello scorso 29 settembre, ha approvato l’ordine del giorno proposto dal consigliere Marco Loddo all’attenzione del presidente Daniele Reginali, al sindaco Mauro Usai e alla Giunta comunale, per l’intitolazione di una via o una piazza comunale alla memoria di Luigi Garau.

Luigi Garau era un fuochista e conduttore di caldaie e macchine nei siti di estrazione di piombo e zinco, che insieme ad Angelo Corsi e ad altri colleghi amministratori, scrisse importanti pagine della politica iglesiente.

Furono svariate le istanze delle quali Luigi Garau si fece portavoce durante il primo mandato del 1914, quando la Giunta comunale di Iglesias guidata dal sindaco Angelo Corsi venne costituita dagli assessori Ruggero Pintus, Guglielmo Grossholz e Luigi Garau, nonché da Raffaele Cossu, Raimondo Marini e Tito Taci come assessori supplenti, e nella successiva rielezione: le lotte operaie, la battaglia per l’introduzione di un sussidio a favore dei disoccupati, la tutela assicurativa del Civico Ospedale ed altro. Luigi Garau fu anche il promotore in Consiglio comunale della proposta d’acquisto, poi deliberata all’unanimità, del macchinario a “raggi X” da assegnare all’ospedale municipale per l’individuazione delle patologie dei lavoratori di miniera.

La proposta di intitolazione di una via o di una piazza comunale vuole essere un riconoscimento alle sue proposte, originate dal suo pensiero socialista, per essere stato uomo del popolo in lotta per i diritti dei lavoratori minerari, per aver cercato di lavorare per la riduzione dell’enorme divario tra le classi sociali, fu vittima della violenza delle squadracce del tempo. Si ritirò a vita privata e morì nel 1937 e da allora riposa nel cimitero monumentale di Iglesias.

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A 100 anni dall’Eccidio dei minatori, uccisi l’11 maggio del 1920 nel corso delle manifestazioni per chiedere condizioni di vita e di lavoro migliori, la città di Iglesias ricorda le 7 vittime, gli iglesienti Raffaele Serrau di 23 anni, Pietro Castangia di 18, Emmanuele Cocco di 37 anni ed Attilio Orrù di 40, Efisio Madeddu di Villaputzu, di 40 anni, Salvatore Melas di Bonacardo, di 50 e Vittorio Collu di Sarroch di 18 anni, uccisi dalla forza pubblica mentre si dirigevano in corteo verso il Municipio, cercando di parlare con il Sindaco Angelo Corsi, che si era proposto come interlocutore per le rivendicazioni dei lavoratori in sciopero.

Nel corso della mattina, il sindaco Mauro Usai ed il presidente del Consiglio comunale Daniele Reginali, accompagnati dai primi cittadini di Gonnesa Hansel Cristian Cabiddu, Fluminimaggiore Marco Corrias e Buggerru Laura Cappelli, e dai rappresentanti delle sigle sindacali, hanno deposto una corona d’alloro in ricordo della vittime sulla lapide posta sul luogo dell’Eccidio, in via Satta, e sul monumento ai minatori caduti nel cimitero civico.

Una commemorazione che quest’anno, a causa dell’emergenza sanitaria in corso, ha dovuto rispettare un rigido protocollo, che ha reso necessario rinviare la tradizionale rappresentazione dell’Eccidio affidata agli studenti dell’Istituto Comprensivo Eleonora d’Arborea, che ogni anno, sotto la guida dei docenti, mettevano in scena i fatti di quel giorno negli stessi luoghi, avvenimenti ricostruiti grazie ad un importante lavoro di ricerca e di analisi storica.
A causa delle norme di prevenzione Covid-19, quest’anno la commemorazione è avvenuta senza l’abituale corteo che accompagnava i rappresentanti delle Istituzioni fino al cimitero civico.

Il sindaco di Iglesias, Mauro Usai, ha ricordato l’importanza delle lotte che hanno portato i minatori di Iglesias a fare la storia del movimento operaio nazionale, «una parentesi tragica che ha però portato ad acquisire diritti imprescindibili per tutti i lavoratori, anche se ancora oggi, in alcune parti del mondo questi diritti vengono tuttora calpestati».
Come nel caso dei piccoli minatori del Congo, dove le milizie locali controllano le miniere da cui si estrae il Coltan, minerale utilizzato per la costruzione dei componenti per gli smartphone e costringono alla schiavitù tantissimi bambini, obbligati a lavorare in condizioni disumane ed oggetto di violenze quotidiane.
Un paradosso ricordato dai partecipanti, concordi nel sottolineare come ancora oggi tanti lavoratori siano costretti a lottare per chiedere diritti e dignità sul luogo di lavoro.

L’auspicio del sindaco di Iglesias è stato quello di poter al più presto rendere il dovuto omaggio ai minatori caduti cento anni fa, perché come ha sottolineato, «l’impegno per un futuro più equo nasce dalla memoria, dal tenere vivo il ricordo del sacrificio di tanti lavoratori, come quelli che hanno perso la vita l’11 maggio del 1920, perché solamente riappropriandoci della nostra storia possiamo creare i presupposti per un futuro migliore».

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L’Istituto Comprensivo “Eleonora D’Arborea” di Iglesias organizza la rievocazione online, in occasione del Centenario, dell’Eccidio dei minatori, avvenuto l’11 maggio 1920.
Il progetto vede gli studenti coinvolti nella ricostruzione delle vicende che sconvolsero la vita dei minatori di allora, attraverso la memoria storica degli anziani, coadiuvata da ricerche d’archivio. La vicenda coinvolse un gruppo di lavoratori delle miniere di Monteponi e San Giovanni che, dopo alcuni giorni di protesta dovuti al razionamento dei viveri e al loro alto prezzo, marciarono verso il Municipio di Iglesias per chiedere l’intervento dell’allora sindaco Angelo Corsi. Ma ad accoglierli trovarono i carabinieri, che cominciarono a sparare contro i dimostranti. L’eccidio contò sette minatori morti e ventisei feriti, tra i quali ci furono cinque carabinieri.
A causa del Covid-19, non sarà possibile celebrare il centenario in forma classica, come avvenuto per le rievocazioni degli anni precedenti. Tuttavia, la dirigente scolastica, dott.ssa Emanuela Pispisa, in collaborazione con docenti ed alunni, per non privare la popolazione di un evento ormai molto atteso dagli iglesienti, ha organizzato una rievocazione online.
Il primo appuntamento si terrà domenica 10 maggio, alle ore 19.00, sul canale youtube dell’istituto, con la piece teatrale “Preludio”, in cui i ragazzi mostreranno ciò che avvenne la sera prima della tragedia sia in una famiglia di minatori che nella dimora del dirigente della  miniera. Gli studenti, che reciteranno in italiano e in sardo, vestiranno gli abiti dell’epoca. 
Lunedì 11 maggio, dalle 9,30, sempre sul canale youtube dell’istituto, verrà invece riproposto lo scontro tra i minatori manifestanti e le forze dell’ordine. A far da colonna sonora, saranno la campana della cattedrale di Santa Chiara e la sirena della miniera di Monteponi.
A chiudere l’evento saranno gli studenti che, in collegamento ognuno dalla propria abitazione, con indosso gli abiti di scena, solleveranno il pane al grido di “S’ant mortu po custu!”.

Federica Selis