24 April, 2024
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E’ morto l’altra sera, a Villaperuccio, all’età di 82 anni, vittima di un infarto fulminante, Antonio Crisioni, “Su cantadori”.

Nato a Villaperuccio nel 1933, Antonio Crisioni ha lavorato nei campi dell’agricoltura e dell’allevamento ma ha sempre avuto una grande passione per il canto sardo, per il quale aveva grande talento. Fu protagonista della prima esibizione pubblica nel 1954, all’età di 21 anni, nel suo paese. Negli anni si è confrontato con poeti di assoluto valore, tra i quali Antonio Ariu, Antioco Aresu e Giuseppe Bandinu. Uno dei poeti ai quali Antonio Crisioni si è ispirato maggiormente è stato Giovanni Broi (1908-1985), celebre cantadori originario di Iglesias.

Le sterrinas del cantadori di Villaperuccio sono celebri per il riferimento a scene bucoliche e personaggi immaginari. Una delle piazze in cui Antonio Crisioni si è esibito quasi tutti gli anni è quella di Villasimius, paese a cui è stato molto affezionato grazie anche all’amicizia che lo legava ai versadoris locali. Salì per la prima volta sul palco di Villasimius nel 1977 e gli improvvisatori con i quali si è confrontato sono stati Fideli Lai, Marcello Matta e Anselmo Melis. Su quel palco, durante la sua lunga carriera artistica, Antonio Crisioni ha partecipato a circa sessanta cantadas.

La scomparsa di Antonio Crisioni ha portato grande dolore e commozione tra parenti, amici e quanti hanno avuto modo di conoscerlo ed apprezzarlo durante la sua lunghissima carriera artistica, durata oltre 60 anni.

La cerimonia funebre si svolgerà questo pomeriggio, a Villaperuccio, a partire dalle ore 15.00, nella chiesa della Beata Vergine del Rosario.

Antonio Crisioni.

Antonio Crisioni.

Sabato 10 gennaio, alle ore 18.00, nella Sala Branca (Palazzo Municipale, Piazza Municipio) sarà inaugurata la mostra “Ma nel lavor tu fai libere le genti, commercianti e imprenditori a Iglesias fra Ottocento e Novecento”.

La mostra “Ma nel lavor tu fai libere genti”, allestita presso il vecchio Municipio, ricorda il periodo in cui, fra Ottocento e Novecento, la città di Iglesias offriva importanti opportunità di occupazione e, con esse, la facoltà ai lavoratori di acquisire autonomia e libertà. La mostra non vuole essere nostalgica, vagheggiare solo i bei tempi andati, ma si propone di riscoprire quelle capacità di determinazione, dinamismo e inventiva che qualificava gli Iglesienti del periodo, affinché questi stessi valori possano essere di stimolo per l’attualità.

La mostra, curata da Antonio Ariu, Marcella Cogoni e Grazia Villani in collaborazione con il comune di Iglesias, è solo la prima fase di un progetto più ampio che riguarderà il commercio iglesiente della Belle Epoque: in questa tranche iniziale, attraverso documenti e oggetti d’epoca, sono rappresentati i farmacisti, i rivenditori di tessuti e i sarti, i fotografi e i gioiellieri, alcuni dei quali, con la loro intraprendenza e fiducia nel futuro, furono capaci di distinguersi positivamente in ambito nazionale e persino internazionale. Nelle fasi successive saranno rappresentati gli artigiani, gli esercenti di bar, alberghi e ristoranti, per finire a dare uno sguardo ai gestori di cinema e teatri.

La caratteristica saliente della mostra è di essere stata allestita, secondo una formula già sperimentata in precedenza, con materiale messo gentilmente a disposizione da tutti quegli Iglesienti che hanno voluto collaborare in nome dell’amore che nutrono per la propria città. Ed è su questa base che ci si augura che, sempre più partecipata, la mostra possa crescere fino a diventare, eventualmente, una prima base per un museo stabile sulla storia cittadina.

Nel mese di gennaio la mostra sarà aperta tutte le mattine dal lunedì al sabato dalle 10.00 alle 12.30, il giovedì sera dalle 15.30 alle 20.00 e il venerdì e sabato sera dalle 17.00 alle 20.00.

Il Municipio di Iglesias copia