25 April, 2024
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«Troppa leggerezza da parte delle autorità locali, nel non aver preteso fermamente di mettere in essere la cosiddetta “Sorveglianza Sanitaria” per verificare lo stato di presenza del Covid-19, tra le popolazioni residenti nel Sulcis Iglesiente.»

Lo scrivono, in una nota, Angelo Cremone e Bruno Calabrò, esponenti dell’associazione VerdeSardegna Pulita.

«Ciò che era stato impegno preso e tanto sbandierato quattro mesi fa, da parte dell’assessorato regionale della Sanità, nel far partire uno screening di massa – aggiungono Angelo Cremone e Bruno Calabrò -, ad oggi è ancora lettera morta. Ci sono e saranno individuate responsabilità precise, qualora questa manchevolezza istituzionale, si manifesterà con l’evolversi di tanti casi affetti dal Covid-19.
Riproponiamo una domanda precisa a tutti i Sindaci del Sulcis Iglesiente: “Volete gentilmente e istituzionalmente, dirci, rendere noto, il numero dei tamponi processati ad oggi, tra i cittadini del vostro comune?”»

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La banda musicale Giuseppe Verdi di Sant’Antioco, fondata nel 1946 dopo la guerra dal maestro Domenico Cardaropoli con l’aiuto di pochi musicisti e da un piccolo comitato cittadino, oggi una tra le bande musicali più note nel Sulcis, festeggia i 70 anni di attività. A ricordare la storia del complesso bandistico antiochense è Giuseppe Lai, noto Pinuccio, che serba ancora vivi ricordi da quando giovanotto iniziò a suonare la tromba, entrando a far parte della banda musicale.

«Già dai primi anni questo gruppo di  giovani allievi e musicisti di una certa esperienza formavano con successo un complesso bandistico ben affiatato – racconta Giuseppe Lai – in poco tempo siamo arrivati ad essere un gruppo di 50 musicisti invidiati in tutta la Provincia.»

Giuseppe Lai racconta che la banda musicale non ha mai avuto contributi di nessun tipo sorreggendosi per le piccole spese solo con i servizi musicali nelle processioni, dalle feste paesane dove la banda veniva invitata a suonare e per concerti nelle piazze di tutta la provincia che effettuavano a richiesta. «Potevamo contare solo su un piccolo contributo per il maestro mentre noi musicisti suonavamo gratis per la passione che avevamo per la musica e il grande orgoglio di appartenere a questo corpo bandistico così apprezzato e ben organizzato».

«Il repertorio – ricorda ancora con orgoglio Giuseppe Lai – comprendeva marce religiose, trionfali, militari e sinfoniche. Tra le arie più importanti suonate nelle piazze: il Rigoletto, la Sonnambula, il Barbiere di Siviglia,  Madama di Tebe, la Vedova Allegra,  Casta Diva, Carmen e Tosca.»

Giuseppe Lai è stato uno dei primi componenti della banda musicale e ricorda che suo padre aveva venduto delle pecore per potergli comprare la tromba. «Avevo 14 anni quando, acquistata la tromba, mio padre mi portò dal maestro a cui chiese di insegnarmi a suonarla, posso dire che nella banda ci sono stato per ben 47 anni. Prima come prima tromba, poi organizzatore e vice maestro senza mai abbandonare però di suonare la tromba. Dei musicisti della prima ora oggi ancora in vita – conclude Giuseppe Lai – siamo rimasti solo in cinque.»

Tito Siddi