5 May, 2024
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La Regione promuoverà la formazione professionale per i detenuti delle colonie penali sarde. A Mamone, Is Arenas e Isili i detenuti potranno frequentare corsi di formazione che consentiranno loro di accedere più facilmente al mondo del lavoro una volta scontata la pena.

La Giunta regionale, riunita nel pomeriggio sotto la presidenza di Christian Solinas, ha infatti deliberato l’adesione al progetto PON Inclusione Sociale 2014-2020 “Modelli sperimentali di intervento per il lavoro e l’inclusione attiva delle persone in esecuzione penale”. L’iniziativa, di alto valore sociale, ha una dotazione finanziaria di 1 milione e 171mila euro, è tesa ad avviare attività formative e lavorative nel settore agricolo.

Il presidente della Regione, Christian Solinas, segue costantemente, in collegamento con la sala operativa, le operazioni delle squadre antincendio anche oggi impegnate su più fronti con mezzi aerei e squadre a terra. “Assistiamo sgomenti e indignati – afferma Solinas – alle nuove tragedie del fuoco che in questi giorni di festa hanno devastato vaste zone della nostra Isola causando gravi danni all’ambiente e all’economia e mettendo a rischio la vita di molte persone. In queste ore drammatiche desidero manifestare la mia vicinanza alle persone più direttamente colpite da questa emergenza, ed il plauso mio e di tutti i sardi alle donne e gli uomini dell’apparato regionale di protezione civile e contrasto agli incendi e ai Vigili del fuoco che anche oggi stanno operando con abnegazione e in molti casi a rischio della vita per contrastare il fronte del fuoco insieme a tanti volontari”. “Siamo impegnati – aggiunge il presidente della Regione – a ricercare le cause e i responsabili di questi disastri e a verificare i margini per ristorare gli ingenti danni subiti dalle comunità colpite”. Solinas rivolge un ringraziamento anche agli assessori della Difesa dell’Ambiente, Gianni Lampis, che ha trascorso Ferragosto al lavoro insieme agli uomini dell’apparato antincendio regionale, e della Programmazione, Giuseppe Fasolino, che oggi in rappresentanza della Giunta si è recato a Torpè per esprimere solidarietà alla comunità, che ha subito gravi danni nell’incendio dei giorni scorsi“.

“Voglio esprimere la profonda gratitudine mia e di tutta la Giunta alle donne e agli uomini che in questi giorni difficili sono chiamati a un duro lavoro nella lotta agli incendi, combattuta dalla Regione con un imponente schieramento di operatori e mezzi, coordinati dall’assessore della Difesa dell’Ambiente, Gianni Lampis.” Lo ha detto il presidente della Regione, Christian Solinas. “Un ringraziamento particolare – ha aggiunto Christian Solinas – va agli operatori del Corpo Forestale e di Vigilanza ambientale, di Forestas, del Corpo Nazionale dei Vigili del fuoco e ai tanti volontari delle associazioni di protezione civile sarde, nelle ultime ore in prima linea per scongiurare che i roghi divampati alle porte di Nuoro si propagassero, con gravi rischi per la popolazione. Un grande abbraccio e tutta la mia solidarietà va ai nuoresi, ad una città grande patrimonio storico e culturale dell’Isola, e a tutti i sardi, da Pula a Torpè, da Teulada a Buddusò, in questi giorni minacciati dalle fiamme”.

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Il Consiglio regionale tornerà a riunirsi nel mese di settembre. E’ la decisione unanime della Conferenza dei capigruppo che si è riunita questa mattina presieduta da Michele Pais. Alla seduta erano presenti il presidente della Regione Christian Solinas e la vicepresidente Alessandra Zedda. Dopo una lunga e articolata discussione in cui tutti i Presidenti dei gruppi consiliari hanno dato la massima disponibilità a riunirsi anche il giorno di Ferragosto in caso di urgenza, è intervenuto il presidente della Regione che ha sottolineato che la vertenza entrate, è una vertenza con lo Stato ed è indipendente rispetto al Governo di turno. «La Giunta – ha detto Christian Solinas – andrà fino in fondo per rivendicare i diritti dei sardi a prescindere dalle crisi di governo.»

«Dopo queste rassicurazioni una convocazione straordinaria ed urgente prima di ferragosto – ha concluso il presidente Michele Pais – è inutile come sostenuto dagli stessi proponenti. Questi temi li affronteremo tra qualche settimana.»

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«L’aumento dell’Iva per il mondo agricolo della Sardegna, si calcola in un maggiore costo quantificato in oltre 40 milioni di euro annui, come si sa il mondo agricolo in Sardegna utilizza il sistema del regime fiscale agevolato e semplificato, cioè senza compensazione fra iva pagata e iva incassata, quindi l’aumento dell’Iva sarebbe per gli agricoltori Sardi solo ed esclusivamente un ulteriore costo secco.»

Lo scrive, in una nota, Tore Piana, presidente del Centro Studi Agricoli.

«Il maggior costo pagato dagli agricoltori per l’aumento dell’Iva, secondo alcuni calcoli del Centro Studi Agricoli , annullerebbe interamente gli introiti percepiti dal mondo agricolo sardo con la PAC per il tramite del “fascicolo unico” – aggiunge Tore Piana -. Una situazione questa che darebbe il colpo mortale allo stesso comparto agricolo, come tutti sanno, in Sardegna l’equilibrio economico del settore agricolo è molto delicato e basterebbe un intoppo per rischiare di far saltare una delle economie tradizionali e importanti della Sardegna. Si pensi che recenti indagini statistiche, hanno evidenziato come la maggior parte delle aziende agricole Sarde, sopravvivono esclusivamente grazie agli introiti della PAC , per il tramite del Fascicolo Unico. In Sardegna abbiamo circa 35 mila fascicoli  attivi Aziendali. Inoltre l’iva in vendita dei prodotti agricoli, passerebbe dal 10% al 13,5% situazione che farebbe contrarre i consumi interni dei prodotti agricoli Sardi, rendendoli meno competitivi a causa dei maggiori costi causati dall’insularità e dai maggiori costi dei trasporti da e per la penisola.»

«Ecco che come CSA chiediamo urgentemente alla Regione Sardegna e al Suo Presidente di chiedere con forza al Governo Nazionale il riconoscimento dei benefici fiscali e di costi dovuti all’insularità, al pari di altre Isole europee, e di riprendere,  sempre con urgenza la richiesta per il riconoscimento della “Zona franca per la Sardegna” altrimenti, già dall’immediato futuro, il destino del comparto agricolo Sardo sarà destinato a soccombere, con inimmaginabili ripercussioni demografici, sociali ed economici per l’intera Sardegna. Il destino della Sardegna – conclude Tore Piana – è ora affidato all’operato del Consiglio regionale e al suo presidente Christian Solinas.»

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«La Regione vuole individuare la migliore soluzione per il settore, che rappresenta una risorsa importante per lo sviluppo di quei territori, e valutare quanto l’energia geotermica possa rappresentare un’opportunità per il futuro dell’Isola.»

Lo ha detto il presidente Solinas durante l’incontro di oggi a Villa Devoto con i rappresentanti dei comuni del sistema termale sardo (Santa Maria Coghinas, Bultei, Benetutti, Viddalba, Fordongianus e Sardara) e con don Francesco Tamponi, responsabile beni culturali della Diocesi Tempio -Ampurias, alla presenza dell’assessore regionale dell’Industria, Anita Pili, e del presidente della commissione Attività produttive del Consiglio regionale, Piero Maieli.

Gli amministratori degli enti locali hanno ribadito la necessità di una normativa adeguata ai tempi: «Intanto, è necessario – ha sottolineato Christian Solinas – uno studio complessivo aggiornato sulla situazione, grazie anche al contributo di conoscenza e di esperienza dei comuni termali, che porti ad una gestione complessiva con competenze ben definite tra Regione ed enti locali, così da identificare opportunità e garantire il miglior utilizzo della risorsa».

Anche l’assessore Pili ha condiviso la necessità di «un riordino normativo che possa garantire omogeneità nella gestione dei comuni, stante la regia nelle mani dell’Amministrazione regionale. Gli uffici dell’Assessorato stanno affrontando il problema e presto si potrebbe valutare anche un protocollo d’intesa tra Regione e Comuni».

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«La politica si misura sulle azioni e non sulle dichiarazioni e gli annunci. Ecco i fatti.»

Così l’assessore regionale della Programmazione, Giuseppe Fasolino, dopo l’approvazione in Consiglio della variazione di bilancio, proposta dalla Giunta Solinas.

«Le risorse per la continuità aerea (18 milioni in due anni), per lo sviluppo dello sport (3.450.000), per il progetto ‘ritornare a casa’ (27 milioni), per il potenziamento dell’ufficio interventi civili presso la Procura per i minori e l’incremento degli stanziamenti destinati ai barracelli: sono questi i principali provvedimenti contenuti in questa variazione, che avviene nel primo scorcio della Legislatura. Ma uno dei passaggi più importanti – sottolinea l’assessore della Programmazione – è quello che riguarda gli enti locali, che, grazie alla norma approvata, potranno mantenere i finanziamenti trasferiti in applicazione di programmi cofinanziati con risorse europee o regionali per i quali sia stata adottata la decisione formale di chiusura e utilizzarli per le stesse finalità previste dagli atti di programmazione unitaria. Abbiamo compiuto un altro passo in avanti – conclude Giuseppe Fasolino – e continuiamo a lavorare a testa bassa, ogni giorno, per dare risposte alla Sardegna.»

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«Nella giornata che ricorda il sacrificio del lavoro italiano nel mondo, voglio rivolgere un pensiero anche ai sardi vittime del lavoro nel bacino minerario dell’Isola. Oltre che ai tanti appartenenti alle forze dell’ordine, morti nell’esercizio del proprio lavoro al servizio della comunità.»

Lo ha detto il presidente Christian Solinas durante la cerimonia, questa mattina a Villa Devoto, per la celebrazione della ‘Giornata del sacrificio del lavoro italiano nel mondo’, alla quale hanno partecipato anche l’assessore regionale del Lavoro, Alessandra Zedda, don Ottavio Utzeri e il direttore regionale dell’Inail, Enza Scarpa.

La giornata è stata istituita nel 2011 dal Presidente della Repubblica, in ricordo della tragedia di Marcinelle (8 agosto 1956), cittadina mineraria del Belgio, dove morirono 262 minatori, 136 dei quali italiani.

«La Sardegna è terra di emigrati che con il loro lavoro hanno contribuito al progresso sociale e spirituale delle nazioni dove si sono stabiliti – ha aggiunto Christian Solinas -. Protagonisti del lavoro italiano nel mondo che meritano di essere ricordati anche in questa giornata.»

«Un doveroso ricordo di quella triste vicenda, che consente di esaltare il valore del lavoro – ha detto l’assessore Alessandra Zedda -. È nostro dovere dare giusta dignità ai lavoratori sardi, combattendo con forza la disoccupazione, anche grazie alla sfida, che dobbiamo assolutamente vincere, delle politiche attive del lavoro, che nei prossimi anni vedranno importanti investimenti.»

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«Una mobilitazione sacrosanta, messa in piedi per far arrivare fino a Roma il grido d’allarme che parte da chi è sul territorio e quotidianamente vive le difficoltà legate alla viabilità e al trasporto delle persone e delle merci.»

È il commento dell’assessore dei Lavori pubblici Roberto Frongia in merito alla manifestazione che ha interessato il Nord Sardegna, unito nel chiedere che il Governo sblocchi la situazione relativa alla 4 corsie Sassari-Olbia attraverso la nomina di un commissario straordinario.

«È una richiesta che ho fatto e sollecitato più volte al ministro e perfino ai vicepremier Luigi Di Maio e Matteo Salvini – spiega Roberto Frongia – proponendomi nel ruolo di Commissario straordinario in un’ottica di risparmio per le casse regionali e con l’obiettivo di accelerare tutte le opere oggetto di richiesta di commissariamento. Su indicazione del presidente Christian Solinas nella seduta del 25 luglio la Conferenza delle Regioni ha approvato un ordine del giorno che va nella stessa direzione, nel quale si chiede l’individuazione del commissario straordinario nella figura del presidente della Regione. Ad oggi non è arrivata alcuna risposta, un atteggiamento – aggiunge Roberto Frongia – che mi spinge a sposare tutte le forme di protesta che verranno messe in piedi in nome e per conto della Sardegna, non ultima l’intenzione palesata stamani di manifestare direttamente a Roma.»

Più in generale, secondo l’assessore Roberto Frongia «è inaccettabile che la sicurezza stradale dipenda dai tempi biblici dei cantieri in capo ad Anas, come succede purtroppo in Sardegna, e che proprio in virtù di questa situazione fino a oggi non si sia riusciti a contrastare con sufficiente efficacia il fenomeno dell’incidentalità stradale che registra un valore dell’indice di mortalità superiore alla media nazionale. Una situazione non più tollerabile». 

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Il Consiglio regionale ha approvato la proposta di legge nazionale n. 4 sulla costituzione del pegno sui prodotti vitivinicoli Dop e Igp.

La seduta è stata aperta dal presidente Michele Pais. Dopo le formalità di rito il Consiglio ha iniziato l’esame dell’ordine del giorno con la proposta di legge nazionale n. 4 (Maieli e più) sull’estensione del pegno rotativo ai prodotti vitivinicoli.

Aprendo la discussione generale, il relatore Piero Maieli (Psd’Az) ha ribadito che il provvedimento apre spazi enormi ai prodotti sardi sul mercato nazionale ed internazionale ed inoltre, costituendo come garanzia del credito i vini destinati alla cantina, assegna ai prodotti un valore che altrimenti non verrebbe finanziato e contribuisce a costruire un sistema molto conveniente per le aziende.

Il consigliere Emanuele Cera (Forza Italia) ha assicurato il sostegno del suo gruppo  alla legge, che estende i vantaggi della normativa ad un settore fondamentale per il buon andamento del comparto agro alimentare e in definitiva dell’economia sarda, e risponde positivamente alle esigenze di liquidità del mondo produttivo.

Il capogruppo della Lega Dario Giagoni, dopo aver chiesto di sottoscrivere la proposta a nome del gruppo, ha parlato di un passo avanti nel potenziamento di un settore vitale sia dell’agricoltura che dell’economia sarda sempre più capace di produrre eccellenze ormai riconosciute al di fuori dell’Isola, garantendo nello stesso tempo più facile accesso al credito per le imprese.

A nome della Giunta l’assessore Gabriella Murgia, dopo aver espresso parere favorevole, ha brevemente sintetizzato i passaggi normativi che disciplinano la materia, sottolineando inoltre che l’esigenza recepita dalla legge era stata manifestata più volte sia dal mondo produttivo che da quello del credito.

Successivamente nelle dichiarazioni di voto (per tutti favorevole) hanno preso la parola i consiglieri regionali Michele Ciusa (M5S), Angelo Cocciu (Forza Italia), Gianfranco Ganau (Pd), Domenico Gallus (Udc), Gian Franco Satta (Progressisti), Michele Cossa (Riformatori) e Daniele Cocco (Leu).

Il Consiglio ha poi approvato la legge all’unanimità con 51 voti favorevoli.

Al termine dello scrutinio il capogruppo del Psd’Az. Franco Mula ha chiesto una sospensione della seduta che il presidente ha accordato.

Alla ripresa dei lavori, il presidente ha informato il Consiglio del breve ritardo del presidente della Regione Christian Solinas proponendo comunque, in attesa del suo arrivo, di procedere con l’ordine del giorno discutendo la mozione 34 (Giagoni e più) sulle concessioni balneari, per poi sospendere.

Sull’ordine dei lavori, il capogruppo di Leu Daniele Cocco ha sollecitato il rispetto della decisioni assunta in sede di conferenza dei capigruppo, cioè quella di procedere con la discussione della risoluzione sulle entrate.

Il presidente Pais ha chiarito che la decisione dei capigruppo non è in dubbio, ma nel frattempo si è ritenuto di continuare a lavorare, in assenza di proposte di sospensione.

Il capogruppo della Lega Dario Giagoni, illustrando la mozione n. 34, ha ricordato in apertura che il turismo balneare costituisce uno dei fattori principali di attrazione turistica della Sardegna, dove però molte aziende sono costrette ad operare senza un quadro di certezze. Da parte nostra, ha sottolineato, c’è un dialogo aperto col sistema di piccole e medie imprese attive in campo regionale coerente con la proroga delle concessioni per 15 anni, coerente inoltre col programma di centro destra per le politiche del 2018 ed in particolare contro la direttiva Bolkestein, inserito infine nel contratto di governo con 5 stelle. La proroga, ha sostenuto, è considerata di fondamentale importanza per gli investimenti ed il consolidamento delle imprese che, invece, si vedono chiudere la porta in faccia dalle banche proprio con la motivazione sulla mancata proroga, trascurando poi che nelle realtà i concessionari forniscono anche servizi gratuiti di pubblica utilità. La proroga, ha concluso, è stata già recepita da molte Regioni, e quindi anche la Sardegna deve utilizzare ogni strumento per deliberare la proroga.

Il consigliere Giuseppe Meloni del Pd ha espresso una valutazione positiva sulla mozione Dario Giagoni su un tema, ha affermato, che ha visto il comune di Loiri percorrere nel 2012 diverse sedi di giustizia fino alla corte europea. Il Tar, ha proseguito il consigliere, ha disposto la cessazione della materia del contendere per effetto della legge di stabilità 2019 approvata nel 2018 con cui è stata introdotta la proroga, in base alla quale si chiede alla Giunta regionale di recepire questa normativa. Cosa che però, ha osservato, non avviene come ad Olbia che non riconosce la proroga del Governo nazionale, un problema al quale si unisce anche un certo atteggiamento degli uffici comunali. In definitiva, ha concluso, su questo argomento in campagna elettorale il centro destra ha fatto tante promesse che non sono state mantenute, anche se bisogna agire con un indirizzo unico rivolto ai Comuni.

Il consigliere della Lega Andrea Piras ha dichiarato che la proroga fino al 2034 è indispensabile anche per la Sardegna e per le aziende che si trovano esposte alle banche e a grave incertezza giuridica, fattori negativi che si aggiungono all’andamento non positivo della stagione turistica, fin qui condizionata anche dal maltempo. Andrea Piras ha auspicato infine che il governo regionale emani quanto prima una direttiva di adeguamento alla proroga nazionale.

Per il movimento 5 Stelle il consigliere Roberto Li Gioi ha ribadito che l’incertezza del diritto è un problema grave e, nel merito, ha detto che il suo gruppo sostiene l’adeguamento della Regione alla legge 145, a favore di una categoria che contribuisce in maniera molto elevata al pil turistico della nostra Regione, nonostante molti problemi e molte difficoltà di accesso al credito. «Abbiamo l’occasione per rendere un buon servizio alla Sardegna e nello specifico il nostro movimento si è speso per la proroga di 15 anni coerentemente con un impianto normativo già recepito da tante altre Regioni, per cui la Sardegna non può aspettare».

Per l’on. Giovanni Satta (Psd’az) «è fortissima l’esigenza degli imprenditori della Gallura di avere stabilità di investimento rispetto alle concessioni. Però non bisogna cadere nel populismo e nella demagogia perché in realtà il governo italiano dovrebbe trattare con l’Ue per il superamento delle direttive Bolkestein. Dovrebbe essere noto a tutti che le direttive europee hanno un rango superiore rispetto alla legge ordinaria. Ben venga la mozione del collega Dario Giagoni, per dare risposte agli imprenditori balneari. Ma dobbiamo essere sicuri delle risposte che diamo loro: le false promesse non sono accettabili e il rischio di una censura di illegittimità costituzionale è altissimo, identica a quella che potrebbe colpire le regioni che hanno legiferato su questo».

Per i Progressisti l’on. Massimo Zedda «il tema è conosciuto a tutti coloro che hanno amministrato una città che abbia anche solo un fazzoletto di terra sul mare. Non mi pare intelligente semplificare cose complesse perché il rischio è mettere in pericolo posti di lavoro e aziende. Il 19 luglio scorso una concessione demaniale statale sulla costa ligure è stata censurata dai giudici come “occupazione abusiva di suolo demaniale” e non dobbiamo dimenticare mai che accanto a chi ha concessioni in proroga ci sono migliaia di imprenditori che vorrebbero partecipare a una gara per l’assegnazione di quelle aree». L’ex sindaco di Cagliari ha aggiunto: «E’ giusto considerare l’affidamento diretto rispettoso del principio di concorrenza? Questa è la domanda che si pone la direttiva Bolkestein  e noi non possiamo ignorarla. E se la concessione non è mai in discussione viene meno anche lo stimolo dell’imprenditore concessionario a migliorarsi e a investire ancora. E’ anche certo che le concessioni di brevissima durata non servono a nulla perché nessuno investe se non ha in partenza la possibilità di rientra dell’investimento».

Ha preso poi la parola l’on. Franco Mula, capogruppo del Psd’az. «E’ forte la preoccupazione degli imprenditori e ho predisposto un ordine del giorno che non ci porta a forzare la mano visto che lo scoglio della Bolkestein non è superabile così, come qualcuno ha pensato. Sappiamo che lo stesso ministro Centinaio ci sta lavorando e ha promesso di emanare un Dpcm. Dunque, un ordine del giorno in attesa del decreto del governo italiano che sembra raccolga anche la volontà dell’Ue: lo rimetto alla valutazione dell’Aula».

Il presidente Michele Pais ha ricevuto l’ordine del giorno e ha rimesso ogni  valutazione ai lavori dell’Aula di domani, sospendendo così la discussione.

L’on. Giuseppe Meloni (Pd) ha chiesto però la discussione immediata «approfittando della presenza del presidente Christian Solinas». Dello stesso parere anche il capogruppo dei Progressisti, on. Francesco Agus: «Ormai siamo al novanta per cento della discussione e c’è un dibattito costruttivo. Chiedo di concluderlo».

L’on. Giovanni Satta (Psd’Az) ha chiesto l’intervento dell’assessore agli Enti locali, Quirico Sanna, ma il presidente Michele Pais ha disposto una breve sospensione dei lavori per deciderne le modalità di prosecuzione insieme ai capigruppo.

Alla ripresa il presidente Michele Pais ha dato la parola all’assessore Quirico Sanna: «Da due mesi stiamo esaminando la materia con serietà e rispetteremo gli impegni presi e le aspettative degli operatori balneari. Nella prossima seduta del Consiglio porteremo la proposta della giunta, che in queste ore stiamo definendo in raccordo con la presidenza del Consiglio dei ministri, proprio sulla base del Dpcm in emanazione».

Il presidente Pais ha sospeso ancora la seduta su richiesta della maggioranza.

Al rientro in aula la capogruppo del M5S Desiré Manca ha chiesto la parola sull’ordine dei lavori e ha chiesto una sospensione di cinque minuti per consentire una riunione dei capigruppo di minoranza. Il presidente Pais ha sospeso la seduta. Al rientro in aula il presidente è passato all’esame del secondo punto all’ordine del giorno: la Risoluzione n. 1 «sulla ridefinizione dei rapporti economico-finanziari tra lo Stato e la Regione autonoma della Sardegna ai sensi dell’articolo 1, comma 851, della legge n. 205 del 2017 e dell’articolo 1, comma 875, della legge n. 145 del 2018 e alla luce dei criteri di contribuzione sanciti nella sentenza della Corte costituzionale n. 6/2019».

Daniele Cocco (capogruppo di Leu) è intervenuto sull’ordine dei lavori per chiedere una variazione dell’Ordine del giorno, ossia di consentire al presidente della Regione, Christian Solinas, di illustrare lo stato dell’arte dei rapporti con lo Stato e rinviare la discussione sulla Risoluzione n. 1 alla prima seduta del Consiglio regionale dopo il rientro dalle ferie estive. L’Aula ha accolto positivamente la proposta ed il presidente Michele Pais ha dato la parola al presidente della Regione, Christian Solinas. Il Capo dell’Esecutivo regionale ha fatto un excursus della cosiddetta Vertenza entrate, che ha origine dall’accordo del 2005 e che ha attraversato altre due legislature per arrivare a quella in corso, tra accordi, ricorsi e sentenze della Corte Costituzionale.

Una volta ripercorse le tappe fondamentali della Vertenza il presidente ha illustrato all’Aula la situazione attuale dei rapporti tra la Regione e il Governo. Christian Solinas ha informato il Consiglio regionale che il 25 febbraio e il 3 marzo si sono svolti due incontri delle delegazioni di dirigenti e tecnici e delle parti legali regionali e del Ministero dell’Economia e Finanze. «Il 9 maggio presso la sede del Ministero degli Affari regionali ho incontrato personalmente – ha affermato Christian Solinas – insieme all’assessore del Bilancio della Regione Sardegna, il ministro per gli Affari regionali, il vice ministro dell’Economia e delle Finanze. Il 16 maggio si è svolto un ulteriore incontro tecnico tra i rappresentanti della Regione e quelli del Mef». Christian Solinas ha spiegato che, nel corso di queste interlocuzione, la Regione ha formulato le seguenti richieste, già formalizzate con una serie di atti successivi: «Un riequilibrio degli accantonamenti che tenga conto dell’incidenza sul Pil regionale del concorso alla finanza pubblica imposto alla Regione e, secondo questo criterio, l’avvicinamento al rapporto di contributo di finanza pubblica e Pil regionale che è stato impiegato di recente nell’accordo di finanza pubblica stipulato tra il Mef e la Regione Sicilia. Secondo quanto risulta l’incidenza del concorso alla finanza pubblica imposto alla Sardegna sul Pil regionale è pari all’1,60 per cento, mentre quello della Sicilia ammonta all’1,14 – ha affermato -. In questa prospettiva è stata chiesta una correzione del contributo pari a 153 milioni di euro annui, abbiamo chiesto l’applicazione della sentenza della Corte costituzionale n. 6 del 2019 e n. 77 del 2015 e, conseguentemente, la soppressione del contributo di finanza pubblica pari a 285 milioni illegittimamente imposto con l’illegittima applicazione dell’articolo 16, comma 3 del Decreto legge 95 del 2012». Un’altra richiesta fatta al Governo è stata «la ridefinizione del contributo di finanza pubblica imposto alle autonomie locali come stabilito dalle sentenze della Corte», ma anche «la liquidazione delle somme a titolo di trasferimento delle entrate erariali trattenute dallo Stato dal 2010 in avanti». Christian Solinas ha poi aggiunto che «a fronte di tali circostanze e specifiche richieste lo Stato non ha formulato controproposte o negato la sussistenza di tali crediti». Christian Solinas ha poi spiegato ulteriori pronunce dei giudici amministrativi e della Corte hanno ritenute illegittime ulteriori somme di accantonamento imposte dallo Stato alla Sardegna: in particolare i 7 milioni di euro per la tassa sulle emissioni di autoveicoli per le annualità 2012-2013, il riconoscimento dei  7/10 delle entrate erariali dalla Sardegna dal 2010 e non dal 2017. «Abbiamo richiesto allo Stato di dare esecuzione a tutte le sentenze e anche in questo caso il Governo non ha dedotto alcuna osservazione contraria». Christian Solinas ha quindi letto la tabella che sintetizza i ragionamenti fatti con lo Stato sulla base degli accordi e delle sentenze: la riduzione del concorso alla finanza pubblica 2019-2021 per 153 milioni annui, la richiesta degli arretrati 2010-2016 alla compartecipazione dal gettito da reddito da capitale per 78,631 milioni, richiesto riserve erariali 2010-2013 per tasse automobilistiche per 12,869 milioni, trasferimento di risorse per gli anni 2016-2018 per funzioni fondamentali per enti di Area vasta per 121,079 milioni e il trasferimento per funzioni di Area vasta non fondamentali per 33,458 milioni e per funzioni non fondamentali per 30,03 milioni, la richiesta, inoltre, in base ai ricorsi pendenti della cancellazione dell’accantonamento di 285,308 milioni relativo alle annualità pregresse.

«Allo stato attuale il Governo ha assunto l’impegno di modificare nel primo provvedimento utile la data di scadenza per il raggiungimento dell’accordo con la Regione Sardegna, prevista per il 10 agosto e spostandola al 31 dicembre. A settembre dovremmo avere la chiusura della prima parte dell’accordo – ha affermato Christian Solinas – con la riduzione del contributo di 153 milioni sugli accantonamenti e in Legge di Bilancio una serie di provvedimenti, che rendano strutturale l’intervento anche con contributi in conto investimenti sia per il settore sanitario, sia per la viabilità ed i trasporti. Abbiamo anche richiesto che nell’ambito dell’accordo si tratti il passaggio di competenze del Demanio regionale e delle Soprintendenze archeologiche e paesaggistiche. Abbiamo ragionevole fiducia che a settembre ci possa essere la chiusura della prima parte dell’accordo e con la Legge di Bilancio 2020 la chiusura definitiva degli accordi.»

Il presidente Michele Pais ha chiuso la seduta e ricordato che il Consiglio regionale è convocato per domani alle 16.00 e per giovedì alle 10,30.