21 December, 2025
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Il Consiglio regionale ha approvato le nuove disposizioni in materia di status di consigliere regionale (disegno di legge n. 19 – Oppi e più).

La seduta è stata aperta dal presidente Michele Pais. In apertura il consigliere dell’Udc, Giorgio Oppi, ha chiesto la cancellazione della sua firma dalla proposta di legge, dichiarando che sarebbe intervenuto in seguito con toni critici.  Sull’ordine dei lavori è intervenuto il consigliere del Pd, Piero Comandini, criticando l’assenza in aula del presidente della Regione Christian Solinas, così come la Giunta anche nella riunione del Mibact che non ha concesso l’autorizzazione paesaggistica per l’area del Porto Canale. Piero Comandini ha reso noto che la Contship ha depositato, il 9 luglio, alla Camera di Commercio di Cagliari lo scioglimento della Contship Italia, «ciò significa che il 31 agosto la compagnia licenzierà tutti i lavoratori». Il consigliere, ricordando la mozione approvata all’unanimità dal Consiglio regionale e che riguarda il futuro di 250 lavoratori, ha chiesto che il presidente Solinas venga a riferire in aula e intervenga a tutela del Porto Canale e dei lavoratori.

Eugenio Lai (Leu) ha chiesto che si parli nella seduta odierna della situazione dei lavoratori dell’Aras, che «non hanno una prospettiva», visto che non è stato ancora approvato il bilancio di Laore. Lai ha chiesto di chiedere all’assessore dell’Agricoltura di riferire in aula.

Critiche all’assenza del presidente Solinas sono state mosse anche dal capogruppo dei Progressisti, Francesco Agus, anche per l’importanza del provvedimento in discussione sui rapporti tra la Regione e lo Stato, la risoluzione n. 1. Il consigliere ha quindi chiesto al presidente Pais di farsi garante affinché sia presente in aula il presidente Christian Solinas o il vice presidente.

Critico anche il capogruppo del Pd, Gianfranco Ganau, che ha chiesto, visto l’assenza del capo dell’Esecutivo, il rinvio della discussione sulla risoluzione n. 1 “Sulla ridefinizione dei rapporti economico-finanziari tra lo Stato e la Regione autonoma della Sardegna”.  

Il consigliere di Forza Italia, Emanuele Cera, ha chiesto di togliere la firma dalla proposta di legge sul taglio dei vitalizi.

Daniele Cocco (capogruppo di Leu) ha chiesto di discutere oggi in Consiglio la mozione sulla situazione dei lavoratori dell’Aras.

Il presidente Pais ha proposto di andare avanti con il primo punto all’ordine del giorno, sulla proposta di legge 19/A, e poi valutare la proposta del capogruppo del Pd.

Di seguito i consiglieri della Lega Salvini Sardegna, Michele Ennas, Andrea Piras, Ignazio Manca, e Sara Canu, hanno chiesto di apporre la propria firma sulla proposta di legge sui vitalizi.

E’ poi intervenuto il capogruppo del Psd’Az, Franco Mula, che ha accolto favorevolmente la richiesta del consigliere Gianfranco Ganau sul rinvio dell’esame della risoluzione.

Il presidente Michele Pais ha, quindi, aperto la discussione sul primo punto all’ordine del giorno e ha dato la parola al relatore, Pierluigi Saiu (Lega Salvini Sardegna), presidente della commissione Autonomia e Riforme.

«La Prima commissione, nella seduta del 4 luglio 2019, ha inserito all’ordine del giorno il testo della proposta di legge n. 19 stabilendo, all’unanimità, di stralciare il Capo II della medesima contenente la disciplina per la cosiddetta “indennità differita”. Come è emerso dal dibattito in commissione, tale scelta nasce dall’intento di valutare in modo più approfondito l’opportunità di prevedere questo istituto già adottato da numerose Regioni e basato sulla disciplina in vigore presso la Camera dei deputati», ha affermato Pierluigi Saiu.

«La commissione, in seguito allo stralcio, ha dunque preso in esame il Capo I della proposta di legge, approvando all’unanimità i singoli articoli e licenziando il testo nel suo complesso. Come è noto il testo licenziato dalla Prima commissione, reca disposizioni per l’attuazione della disciplina introdotta dal bilancio di previsione dello Stato per il 2019 e si conforma all’Intesa, sancita in sede di Conferenza permanente per i rapporti tra lo Stato, le Regioni e le Province autonome di Trento e di Bolzano, siglata il 3 aprile di quest’anno», ha aggiunto Pierluigi Saiu -. La normativa e l’Intesa citate, ai fini del contenimento della spesa pubblica e del coordinamento della finanza pubblica, hanno impegnato le singole Regioni a rideterminare, in riduzione, la disciplina dei cosiddetti “vitalizi” già in essere in favore dei consiglieri regionali, prevedendo come sanzione, in caso di inadempimento entro i termini, la riduzione di una considerevole quota dei trasferimenti erariali. Nel caso della Regione sarda le misure interessano i consiglieri che hanno ricoperto la carica fino alla quattordicesima legislatura (2009-2014)».

Pierluigi Saiu ha aggiunto: «Rispetto al testo dei proponenti, la commissione ha inserito uno specifico articolo relativo alla norma finanziaria in quanto la disciplina approvata, prevedendo un evidente risparmio di spesa, non comporta nuovi o maggiori oneri a carico del bilancio del Consiglio regionale. La prima proiezione di risparmio di 1,6 milioni è stata rivista ed è, invece, di 2 milioni. Gli altri articoli approvati dalla commissione, invece, risultano identici a quelli contenuti nel Capo I del testo del Proponente che riproducono i criteri, stabiliti nell’Intesa citata, per la rideterminazione dei vitalizi. La commissione, sotto questo aspetto, si è dunque attenuta a quanto già stabilito in sede di Intesa al fine di rispettare, in nome del principio di leale collaborazione, gli impegni assunti in sede di conferenza Stato-Regioni”». In conclusione Pierluigi Saiu ha chiesto di apporre anche la sua firma alla proposta di legge 19/A.

La capogruppo del Movimento 5 stelle, Desirè Manca, ha ricordato che era il 4 giugno quando è stata presentata una proposta di legge suddivisa in due capi: il primo sulla rideterminazione dei vitalizi “su cui eravamo d’accordo”, il secondo su quello che veniva chiamata “indennità differita”. Desirè Manca ha ricordato di aver chiesto la divisione del testo in due per approvare subito la prima parte e di riportare il secondo capo in commissione per valutare una proposta su una pensione contributiva. “Ci avete messo un mese”, ha detto, “e quello che è cambiato, rispetto al 4 giugno è che i termini sono scaduti e che ci saranno probabilmente delle penali”. Manca ha affermato che voterà a favore perché quello del taglio dei costi della politica è uno degli obiettivi principali del Movimento 5 Stelle.

E’ intervento il vice presidente della Commissione Autonomia, Diego Loi (Progressisti), il quale ha ripercorso il lavoro fatto dalla commissione, che ha fatto una sintesi opportuna, votando in maniera unitaria la proposta di legge che stralciava la seconda parte del testo. Loi ha poi aggiunto che la proposta di legge arrivata in commissione prevedeva una seconda parte che necessitava, però, di essere approfondita e valutata in tutti i suoi aspetti. Il testo in esame, ha aggiunto, consentirà una riduzione dei costi per il Consiglio regionale di 1,6 milioni che potranno essere utilizzare a favore della collettività e va nella direzione di avvicinare i cittadini alla politica. Loi ha, inoltre, ribadito che la proposta di legge è stata licenziata all’unanimità dalla commissione, quindi ha già avuto il favore di tutte le forze politiche e ha annunciato il voto è favorevole.

Giorgio Oppi (Udc) si è detto assolutamente contrario, ricordando che ci sono anche diritti da difendere come quelli delle vedove di consiglieri regionali, che si potrebbero trovare in difficoltà. Giorgio Oppi ha ricordato che sono 13 le regioni che hanno approvato la legge sulle indennità differite, alcune all’unanimità, tra cui Abruzzo, Calabria, Campania, Liguria, Molise, Puglia, Valle d’Aosta e Veneto.

Per Giorgio Oppi alla base di questa discussione c’è scarsa conoscenza che porta a non capire determinate situazioni. Oppi ha sottolineato che non parla per interesse personale, in quanto lui non viene coinvolto in questo provvedimento, ma che vuole riportare ordine e chiarezza su un argomento che forse pochi conoscono a fondo, ricordando che non devono essere danneggiate le persone che si sono messe a disposizione della collettività e che quando andranno in pensione, magari da dipendente di livello non elevato, si vedranno mortificati.

Giorgio Oppi ha ricordato che già dalla XIII legislatura lui è stato uno dei sostenitori dei tagli delle indennità dei consiglieri regionali e dell’eliminazione delle indennità aggiuntive per le altre cariche ricoperte nelle commissioni e nell’ufficio di presidenza e che non ha bisogno dei consigli di chicchessia. Oppi ha ricordato tra l’altro che tra i 309 vitalizi ci sono 90-100 ultranovantenni e che, quindi, sarà un costo che andrà via non fra tantissimi anni. Oppi ha affermato che bisogna smetterla di parlare di privilegi e di caste, perché sono altre le caste, e non va svilito il ruolo istituzionale di consigliere e dell’Istituzione che si rappresenta. Il consigliere dell’Udc ha annunciato il suo voto contrario.

Eugenio Lai (Leu) ha ricordato che da subito tutte le opposizione si sono schierate per eliminare il secondo capo della proposta di legge, anche perché c’era una richiesta da parte della cittadinanza ed è necessario che si lavori per riavvicinare i cittadini alla politica. Quindi sì alla rideterminazione dei vitalizi, ma bisogna fare attenzione a non delegittimare il più alto Parlamento sardo, se no si rischia che la politica diventi accessibile soltanto ai ricchi, con un danno per la democrazia. Eugenio Lai ha auspicato che, nonostante il ritardo, si riesca a evitare il  taglio dei  trasferimenti da parte dello Stato alla Sardegna.

Per Ignazio Manca (Lega Salvini Sardegna) si è assistito, nell’approccio a questa proposta di legge, all’azione di una categoria di persone, definite “vetrinisti”, che agiscono anteponendo il loro ego al lavoro da svolgere in questo Consiglio, e che cercano soltanto una vetrina mediatica, senza pensare che il ritardo nell’approvazione di questa proposta potrebbe portare a un taglio delle risorse per la Sardegna e, quindi, a un danno per i sardi. Manca ha auspicato che per il futuro le forze politiche sappiano dialogare lealmente per la Sardegna e per le migliaia di disoccupati.

Massimo Zedda (Progressisti) ha ricordato che nella riunione  citata dalla capogruppo del Movimento 5 Stelle furono portate tre proposta: i vitalizi, il ripristino dei fondi ai gruppi e il raddoppio personale degli uffici di gabinetto degli assessori. Il consigliere di opposizione ha confermato quanto sostenuto dal collega Giorgio Oppi, ossia che la norma opera per pochissime persone, ma ha ricordato che in quei giorni di giugno quando si ragionava sui vitalizi i sardi stavano ricevendo una decurtazione sulle loro pensioni. Massimo Zedda ha poi ricordato al presidente Michele Pais, che se ci fosse stata l’urgenza di portare entrambi i capi della legge, oggi ci sarebbero state due proposte di legge, invece l’urgenza era soltanto per il primo capo. Il consigliere ha ricordato anche che quando il vitalizio era stato introdotto non era stato pensato per portare ai ricchi più benefici o per creare un cumulo tra il vitalizio da consigliere regionale, deputato, senatore ed europarlamentare, ma per dare ristoro a coloro che avevano dedicato una vita alla politica. Massimo Zedda ha annunciato il voto favorevole sulla proposta di legge così licenziata dalla commissione Autonomia e ha rivendicato la sua autonomia nel decidere di non appoggiare e non accettare ciò che ritiene non giusto o che non condivide.

Il presidente Michele Pais, replicando all’intervento del consigliere Massimo Zedda, ha tenuto a precisare che il dibattito in Consiglio non è sede di propaganda.

Il consigliere Giovanni Satta (Psd’Az) riferendosi all’ultima seduta della commissione in cui si è operato lo stralcio della prima proposta presentata, ha ricordato che il Consiglio ha fatto in precedenza tagli molto consistenti, portando da 80 a 60 il numero dei consiglieri, abolendo i vitalizi, generando risparmi nella precedente legislatura per 10 milioni di euro; siamo sicuramente la Regione che ha fatto di più ed è una buona ragione per non abbandonarsi al populismo. Per quanto riguarda la seconda parte, ha proseguito, è improprio parlare di vitalizio e ne potremo discutere, senza fare niente di diverso rispetto a quanto fatto da altre Regioni in materia di adeguamento contributivo alla retribuzione dei consiglieri, come è stato fatto a livello nazionale con la c.d. legge Fico, presidente della Camera. Giovanni Satta ha poi ricostruito il percorso dei provvedimenti di riduzione della spesa pubblica, citando le tante battaglie della sinistra sulla giusta retribuzione dei consiglieri regionali. Ora, ha detto infine, lavoriamo sulla normativa attuale che consente ai gruppi di assumere solo pochissimi collaboratori in comando trascurando ad esempio giovani laureati e disoccupati, ritrovando il coraggio delle proprie azioni perché anche queste sono riforme da fare.

Il consigliere Piero Comandini (Pd), parlando del clima mediatico che ha accompagnato il dibattito su questi temi, ha affermato che è difficile doversi difendere prima ancora di essere attaccati, affrontando un pregiudizio prima del giudizio, e tuttavia va difeso senza riserve il ruolo del Consiglio come luogo della rappresentanza del popolo sardo. Riprendendo in parte l’intervento del collega Giovanni Satta, Piero Comandini ha ribadito l’azione forte ed incisiva del Consiglio nella precedente legislatura ed ancora prima del governo Monti, che ha visto la Regione prima in Italia nel taglio dei costi della politica. La conferenza Stato Regioni, ha aggiunto, ci ha invitato ad applicare un principio di equità, dopo alcune situazioni del passato giustamente giudicate scandalose come andare in pensione a 41 anni ma per il futuro è necessario discutere del nostro status con tranquillità, compresa la proposta controversa della cosiddetta indennità differita; ne riparleremo in commissione con trasparenza ma chiarito subito che non è vitalizio ma riempie un vuoto legislativo, quello che attualmente si determina quando chi fa politica vede un “buco” nel suo percorso previdenziale.

Il consigliere Pierluigi Saiu (Lega) ha dichiarato che il dibattito impone un dovere di verità verso l’opinione pubblica, il popolo sardo e l’Aula e si per questo soffermato sui passaggi legislativi che hanno preceduto il provvedimento: l’accordo raggiunto in sede di conferenza Stato Regioni del 3 aprile scorso che, collegato alla legge 145/18, chiarisce che i vitalizi di cui si parla oggi sono solo quelli degli ex consiglieri regionali, e l’ordine del giorno approvato il 17 aprile all’unanimità dalla conferenza dei presidenti dei Consigli regionali con il quale si recepisce uno schema di legge relativo all’indennità differita (non attribuibile quindi a nessun intervento del Consiglio regionale della Sardegna) per unificare i trattamenti in tutte le Regioni armonizzandoli con quelli di Camera e Senato. La nostra proposta nasce da questo contesto, ha continuato, e per questo con dolore ho assistito al linciaggio di chi non ha messo la firma e non ha nessuna responsabilità, ad un tentativo di aggressione ingiusto e disonesto superato solo dalla fine della campagna elettorale. Non c’è nessun ingiusto privilegio come dicono i 5Stelle, ha detto ancora, perché il trattamento di cui parliamo è lo stesso dei deputati e dei senatori del vostro partito, ma semmai una disciplina uniforme in tutto il territorio nazionale. La seconda parte, ha concluso, la vedremo in un momento successivo perché non è una priorità di oggi, fermo restando che con questo provvedimento otteniamo due grandi risultati, risparmi: un risparmio di 2 milioni secondo le ultime proiezioni, a la sicurezza di non subire da tagli perché la stessa 145/18 dice che scatterebbero semmai nell’esercizio successivo: raccontare balle non porta consensi ma sfiducia nelle istituzioni.

Il consigliere Franco Mula, capogruppo del Psd’Az ha definito imbarazzante il clima venutosi a creare, che mette in discussione la dignità dei consiglieri regionali. Come dice Comandini, è giusto riprendere alcuni argomenti vanno ripresi per far capire che non stiamo ripristinando alcun privilegio e nella seconda parte della legge si parlava solo di poter assumere alcune figure di staff al di là di quelli in comando, a parte il fatto che già oggi i gruppi possono retribuire solo 2 o 3 collaboratori provenienti in prevalenza da Cagliari perché se provenissero dal resto della Sardegna le risorse non basterebbero. Nel mondo dei media, ha lamentato, spesso si continua a dire che abbiamo reintrodotto i vitalizi ma è falso perché quelli dei consiglieri regionali sono stati già tagliati con consiglieri regionali a differenza dei parlamentari nazionali che non hanno toccato nulla. Basta con questo clima forcaiolo, ha protestato ancora il consigliere, ricordo manifestazioni sotto il palazzo del Consiglio con manichini che vano attaccato il nome di ogni consigliere e cappi al collo. Ricordo, infine, ha concluso, che per indennità differita intendiamo un versamento di 580 euro mensili per una integrazione pensionistica che arriverà a 65 anni e non è certo un vitalizio, se continuiamo così finiremo con l’essere tutti additati come ladri, dimenticando che nella politica ci sono altri sprechi.

Il capogruppo della Lega Dario Giagoni, dopo aver ribadito che la legge dà attuazione alla normativa nazionale ed all’accordo Stato Regioni, colmando un divario fra cittadini e classe dirigenti e generando risparmi per due milioni, non ha nascosto le molte divergenze con la minoranza che spesso però, a suo giudizio, non ha lavorato per migliorare il testo ma per mettere alla gogna il presidente del Consiglio. Lo stralcio della seconda parte, ha osservato, lo ha condiviso anche la maggioranza, pienamente consapevole che non bisogna imporre niente dall’alto ma aprirsi al confronto di merito con la massima trasparenza. Il nostro intento, ha concluso, è e resta quello di combattere i privilegi non solo per una necessità di adeguamento ma per convinzione.

Daniele Cocco, capogruppo di Leu, dopo aver premesso che è difficilissimo parlare di queste cose ha voluto chiarire che oggi non si sta facendo altro che prendere atto di una norma nazionale che andava recepita e quindi è sbagliato abbandonarsi alla deriva della delegittimazione che investe tutto il Consiglio, facendo passare un messaggio contrario alla verità e, purtroppo, facendo dimenticare che siamo stati i primi in Italia dal 2011 a fare i tagli e ad abolire i vitalizi, aprendo una strada che nessuno ha seguito nonostante i grandi proclami. E’giusto, ha sostenuto, che i consiglieri siano equiparati a tutti i cittadini e lavoratori ed abbiamo gli stessi diritti, per questo occorre recuperare serenità e dare il giusto valore al nostro ruolo, fermando la tendenza che a livello nazionale annuncia continuamente riduzione di parlamentari e indennità alimentando un pessimo clima. Il rischio è, a suo avviso, che alla fine la politica potranno farla solo quelli che dispongono di grandi mezzi economici, mettendo veramente a rischio la democrazia perché i costi della politica non vanno mai confusi con quelli della democrazia.

Dopo che il presidente ha messo in votazione il passaggio agli articoli, alcuni consiglieri hanno preso la parola per dichiarazione di voto.

Il consigliere Stefano Tunis (Sardegna 20/20) ha preannunciato la sua astensione, criticando una legge parziale, esaminata sotto una pressione eccessiva di opinione pubblica, che lascia intatte alcune diseguaglianze presenti nella precedente ed in questa legislatura, tanto più che lo stesso dibattito non è stato sul provvedimento in esame ma sul problema nel suo complesso, lasciando fuori altri argomenti sui quali bisognerà tornare.

Il consigliere Michele Ennas (Lega), favorevole, ha spiegato l’iniziativa sua e di altri colleghi di sottoscrivere la proposta è stata dettata da motivi di opportunità, dopo che alcuni con motivazione diverse ne hanno preso le distanze. Non ci deve essere dubbio, ha ribadito, sulla posizione della Lega che riafferma la missione di tagliare i privilegi senza paragonare la politica al lavoro e di concentrare il proprio impegno a favore dei cittadini e dei lavoratori, affrontando serenamente in un momento successivo il problema della copertura previdenziale dei consiglieri regionali.

Il capogruppo del Pd Roberto Deriu ha ricordato in apertura che il compenso dei delegati fu istituito in Grecia da Pericle mentre oggi si affronta solo una parte del problema intervenendo a posteriori nei confronti di qualcuno, una operazione abbastanza banale che, questo è l’auspicio, spero sia seguita da una valutazione seria dei principi costituzionali che consentono a tutti, senza eccezione, di partecipare alla vita della Repubblica, al di là di propaganda, bugie e conformismo.

Angelo Cocciu (Forza Italia), favorevole, ha affermato che chi fa politica deve essere uomo tutti i giorni non solo in Aula ma anche in commissione, cosa che qualcuno ha dimenticato, esprimendo poi la sua solidarietà al presidente Michele Pais al centro di attacchi ingiusti. Sulla seconda parte, ha citato il colloquio con un suo amico consigliere regionale che durante il mandato ha perso il posto di lavoro, un caso che non deve essere sottovalutato perché, da una parte, è giusto lavorare su alcuni privilegi ma senza dimenticare il riconoscimento del lavoro svolto e, soprattutto senza paragonare ad un vitalizio il versamento di 500 euro lordi che consentiranno di prenderne 200 a 65 anni.

Gian Franco Satta (Progressisti) ha confessato di provare un certo imbarazzo assistendo ad un dibattito che dimentica la situazione di molti Sindaci che prendono 416 euro al mese. Il Consiglio, ha poi ricordato, ha approvato l’anno scorso un regolamento che prevedeva rimborsi forfettari a valere sui bilanci comunali ed è offensivo per chi lavora senza risparmio ogni giorno con enormi responsabilità.

Successivamente il Consiglio ha approvato il passaggio agli articoli della legge con 49 voti favorevoli e 5 astenuti. Subito dopo sono stati approvati i 7 articoli della legge, l’allegato e le due tabelle che la compongono.

Michele Cossa (capogruppo Riformatori) ha dichiarato voto favorevole ed ha definito la discussione sul provvedimento “imbarazzante, per un atto dovuto a causa degli eccessi della politica”. Il consigliere della maggioranza ha salutato il ritorno “ad una certa sobrietà della politica” ed ha ricordato “i tagli draconiani fatti in Sardegna ai costi della politica”. «Ma è tempo – ha concluso Michele Cossa – che si restituisca dignità al Consiglio consentendogli di operare al meglio».

Francesco Agus (capogruppo Progressisti) ha dichiarato voto a favore e si è detto soddisfatto del lavoro svolto dalla Prima commissione («bene ha fatto a limitarsi a presentare in Aula solo la prima parte del testo originario»). L’esponente della minoranza ha quindi affermato che il ricalcolo dei vitalizi è un obbligo politico («mai la specialità può essere utilizzata per salvaguardare privilegi») ma ha criticato il principio introdotto dallo Stato (taglio dei trasferimenti se non si adempie alle disposizioni statali) per vincolare la nostra  Regione che è autonoma («non è affatto corretto e non rappresenta un buon precedente»).

Aperta la votazione finale, la legge è stata approvata con 50 voti a favore e tre astensioni.

Il presidente Michele Pais ha quindi sospeso la seduta e convocato la riunione della capigruppo. Alla ripresa dei lavori, ha riferito le risultanze: il Consiglio è convocato martedì 23 luglio per la discussione del rendiconto del Consiglio, la discussione del disegno di legge n. 24 (Mater Olbia) e la risoluzione della commissione Autonomia in materia di accantonamenti (n. 1).

 

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Timori sull’effettivo rispetto della norma che richiede per i vertici amministrativi della struttura regionale il possesso della qualifica dirigenziale, acquisita secondo le modalità di legge e svolta per almeno cinque anni in strutture – pubbliche o private – di livello adeguato. Perplessità sulla scelta della Giunta di limitare a sei mesi la durata degli incarichi dei nuovi direttori generali, con scadenza al 31 dicembre 2019 (ad eccezione di un caso).

La segretaria generale dello SDIRS, Cristina Malavasi, ha scritto al presidente della Regione, Christian Solinas, e all’assessore del personale, Valeria Satta, per ricordare la necessità di trasparenza e di controlli rigorosi in particolare sulle nomine di soggetti esterni: «La legge riconosce alla Direzione politica la facoltà di scegliere i propri vertici amministrativi sulla base di un rapporto fiduciario, ma, a garanzia dell’interesse pubblico generale, limita questa scelta tra coloro che sono in possesso dei requisiti minimi per dirigere una struttura pubblica», scrive il sindacato dei dirigenti e direttivi della Regione Sardegna.

Perplessità anche sulla scelta di approvare le delibere di nomina dei 22 direttori generali (più il direttore del Centro Regionale di Programmazione) e di “congelarle” in attesa della verifica sui requisiti, affidata all’assessorato del personale: «Un’inversione logica e procedurale rispetto alle precedenti esperienze», scrive lo SDIRS. Il sindacato comunque ha preannunciato che «a tutela dei propri iscritti che hanno risposto agli avvisi per la copertura delle diverse Direzioni generali, a conclusione delle procedure in corso avvierà la richiesta di accesso agli atti».

Quanto poi alle nomine valide per soli sei mesi, «è difficile comprendere, data anche l’assenza di qualsivoglia motivazione, la logica che giustifica detta scelta – aggiunge lo SDIRS –. Qualunque valutazione della performance viene incentrata sul raggiungimento degli obiettivi assegnati in un arco temporale adeguato e, considerato che siamo già nel periodo estivo feriale, il semestre assegnato appare ancor più illogico e non funzionale rispetto alle esigenze operative delle strutture tecnico amministrative».

Nel documento datato 10 luglio 2019 c’è anche un richiamo alla «paradossale situazione che vede numerosi dirigenti privi di incarichi organizzativi, in taluni casi da oltre tre mesi, a fronte di una conclamata carenza di figure dirigenziali che si continua a tamponare, con innegabili disagi funzionali, con attribuzioni di servizi ad interim».

 

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Venerdì 12 luglio, a partire dalle ore 17.00, nella sala conferenze dell’Horse country Ala Birdi di Arborea, si svolgerà l’assemblea di Confagricoltura “Quale futuro per l’Agricoltura, la Pac da Bruxelles alla Sardegna”.
Parteciperanno:
Paolo Mele, presidente Confagricoltura Oristano
Vincenzo Lenucci, area economica Confagricoltura
Gabriella Proietti, Caa Confagricoltura
Felice Assenza, Direttore generale delle politiche internazionali e dell’Ue
Gabriella Murgia, assessore regionale Agricoltura
Christian Solinas, presidente Regione Sardegna
Massimiliano Giansanti, presidente nazionale Confagricoltura.

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«Preoccupano le affermazioni dell’assessora dell’Agricoltura dott.ssa Gabriella Murgia rilasciate in V commissione sullo stato di attuazione della legge regionale 47/2018. Da un lato si dice favorevole al completamento del percorso destinato ai 257 dipendenti Aras, dall’altro annuncia ufficialmente di voler verificare i bandi di concorso prima della pubblicazione e che comunque i procedimenti concorsuali devono essere portati avanti in contemporanea con la riclassificazione di tutti i dipendenti regionali.»

A dirlo è Eugenio Lai, consigliere regionale del gruppo Leu Sardigna.

La separazione dei poteri sancite dalle norme di diritto amministrativo non consentono all’assessora di verificare i bandi di concorso se non dopo la pubblicazione da parte dei tecnici Laore.

Sul secondo punto l’assessora dovrebbe sapere che la riclassificazione di tutti i dipendenti della macchina regionale e dei suoi enti, seppur giusta, non trova copertura economica complessiva nel bilancio regionale e cosa ancor più evidente non è possibile, in contemporanea per tutti, secondo le norme nazionali attualmente in vigore.

«Per questo chiediamo – conclude Eugenio Lai -, che il Governatore Christian Solinas solleciti la sua assessora all’approvazione veloce del bilancio di Laore in Giunta regionale, avendo già acquisito tutti i pareri necessari, e permetta cosi ai tecnici di Laore di completare l’iter di una legge regionale approvata all’unanimità nella precedente legislatura.»

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«Alla luce della nuova documentazione acquisita, credo sia necessario un nuovo accertamento. Il presidente Christian Solinas e la Giunta valutino se sia opportuno revocare in autotutela la determinazione del 2011 che individua le aree gravate da usi civici nel comune di Orosei. Chiedo inoltre al Governatore, in via prioritaria, di attivarsi con urgenza per promuovere qualsiasi valida iniziativa che possa risolvere definitivamente e al più presto la vicenda che coinvolge circa un migliaio di famiglie proprietarie di appezzamenti di terreno e case di cui di fatto non possono disporre. Beni immobili al centro di un braccio di ferro tra Regione e Comune che dura ormai da anni.»

La consigliera del M5S Elena Fancello, prima firmataria di una mozione presentata dal Gruppo Movimento 5 Stelle in consiglio regionale per chiedere una nuova verifica degli usi civici in contraddittorio con il comune di Orosei sulle aree coinvolte.

Elena Fancello guarda alle pesanti ricadute economiche negative che la situazione attuale porta con sé:

«Questi beni – ricorda Elena Fancello – non possono essere oggetto di compravendita, ma non solo, dobbiamo tenere a mente che sul patrimonio gravato da uso civico non è consentito nemmeno apportare interventi di ristrutturazione, ampliamento e ammodernamento. La situazione di stallo in cui ci troviamo comporta il blocco dell’economia dell’intero paese, e travolge a cascata tutti i settori edilizia e quelli collegati dell’artigianato e del commercio.»

«Invito, pertanto, il Presidente e la Giunta – conclude Elena Fancello – a considerare che parte dei terreni che risultano gravati da usi civici hanno perso già da tempo la valenza agro-silvo-pastorale che li caratterizzava. Inoltre, un attento esame della documentazione prodotta dal comune di Orosei dimostra inequivocabilmente l’inesistenza degli usi civici in alcune zone. Ritengo pertanto che nelle more di un nuovo accertamento si possa procedere, in autotutela, alla revoca di quello precedente.»

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«Si rischia uno stallo peggiore di quello in cui già si trova la Regione Sardegna a causa di una serie di nomine dirigenziali di dubbia legittimità. Alcune scelte del Governo Solinas potrebbero mettere a serio rischio le azioni di Giunta, in quanto parrebbero prive dei titoli necessari per dare legittimità alle firme poste sugli atti. Queste nomine appaiono dettate più dagli equilibri di ripartizione tra le forze di governo che non in base ai requisiti necessari per gli incarichi.»

E’ molto duro l’attacco odierno di Luca Pizzuto, coordinatore regionale di Articolo UNO Sardegna, alla Giunta regionale guidata da Christian Solinas.

«La Regione, inoltre, risulta non pervenuta su tanti problemi che incombono nell’Isola, primo fra tutti quello delle vertenze industriali, dove non è presente né il governo nazionale, né le componenti della maggioranza nazionale e regionale – aggiunge Luca Pizzuto -. Sono, inoltre, fermi diversi importanti bandi per cultura e sport, che mettono a rischio l’annualità di centinaia di realtà organizzate dell’Isola. Ancora: il totale blocco del Consiglio regionale, che a diversi mesi dall’insediamento non ha portato avanti nessun atto in grado di sviluppare un’azione di riforma di governo, ma ha discusso solamente del ripristino dei vitalizi. Tutto tace anche sulle enormi esercitazioni militari, esercitazioni molto pesanti e di grande rilevanza, che si sono svolte durante questi mesi nei poligoni sardi. In ultimo, con l’applicazione di QUOTA 100 il sistema pubblico sardo, sanitario e non, subirà uno tsunami di enorme portata, di cui nessuno, all’interno della maggioranza del governo regionale, sembrerebbe capacitarsi. Un’ondata che porterà a rischio di chiusura ospedali interi della nostra regione e metterà in discussione il servizio sanitario pubblico, oltre che altri servizi essenziali.»

«Di tutto questo la maggioranza di governo non si occupa, ma si occupa di una ripartizione di potere portata all’esasperazione e concretizzata con modalità che rischiano di creare più danni di quanti si possa immaginare. Non basta il faccione di Salvini, che gridando “prima i sardi” tutela soltanto i padani prendendo in giro il popolo sardo per interposta persona, con il viceconsole Solinas, Presidente della Regione. Una Regione che ormai è allo sbando, senza bussola, senza guida e senza capacità di governo. Siamo molto preoccupati – conclude il coordinatore regionale di Articolo UNO Sardegna – e ci organizzeremo per una mobilitazione molto presto.»

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Su proposta dell’assessore della Programmazione Giuseppe Fasolino, la Giunta guidata da Christian Solinas ha dato il via libera al rendiconto 2018 dell’Agenzia sarda delle Entrate.

Su proposta dell’assessore dell’Agricoltura Gabriella Murgia, la Giunta ha deliberato gli indirizzi per la realizzazione di uno studio, affidato all’agenzia Agris, sull’interazione dei cetacei, in particolare i delfini, con le attività di pesca.

Su proposta dell’assessore della Pubblica istruzione Andrea Biancareddu, l’Esecutivo ha dato l’approvazione definitiva, dopo il parere espresso dalla II Commissione consiliare, alla programmazione della rete scolastica e dell’offerta formativa per l’anno scolastico 2019/2020.

Su proposta dell’assessore della Difesa dell’ambiente Gianni Lampis, l’Esecutivo ha autorizzato un gemellaggio fra volontari sardi e volontari di protezione civile provenienti dal resto d’Italia. Scopo dell’intesa è quello di consentire, con l’inserimento del contingente in arrivo dalla Penisola, un significativo potenziamento delle fila del personale assegnato alle strutture operative antincendio del territorio di Muravera-Castiadas, fortemente compromesso dall’alluvione dell’ottobre scorso e soggetto ad alta presenza turistica nel periodo estivo.

Sempre su proposta dell’assessore Gianni Lampis, la Giunta ha concesso il nulla osta alla deliberazione dell’amministratore unico dell’agenzia FORESTAS sul bilancio pluriennale 2019/2021.

Via libera, infine, al finanziamento di 1 milione e 82mila euro a favore del Consorzio industriale provinciale Nord Est Sardegna-Gallura (CIPNES) per la realizzazione degli interventi di adeguamento dell’impianto di compostaggio di Siritu Santu, a Olbia.

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La Camera dei deputati ha approvato ieri la mozione 1/00204, primo firmatario Pino Cabras, col parere favorevole del governo, recante iniziative per il blocco dell’esportazione e del transito di bombe per aereo e missili verso l’Arabia Saudita e gli Emirati Arabi Uniti.

Il Comitato Riconversione Rwm ha accolto con soddisfazione l’approvazione della mozione, «che differisce solo parzialmente da quelle presentate da LEU, PD e Fratelli d’Italia – costituisce un risultato importantissimo per tutte le organizzazioni della società civile italiana ed europea, con le quali il Comitato ha intensamente collaborato negli ultimi anni per la promozione della pace in Yemen e nel mondo – sostengono i portavoce del Comitato Arnaldo Scarpa e Cinzia Guaita -. E’ evidente che lo stop dell’esportazione delle bombe prodotte nello stabilimento sardo della Rwm Italia Spa non potrà fermare subito la guerra ma è altrettanto chiaro che si tratta di un’assunzione di responsabilità necessaria per rimettere nel giusto ordine di priorità gli interessi commerciali del nostro paese e il perseguimento della pace nel mondo, in accordo col principio costituzionale di ripudio della guerra. Una scelta che non mancherà di generare risposte di pace a livello europeo e internazionale».

«Si trova, nella mozione, anche il riferimento alla necessità di finanziare la riconversione dell’industria bellica verso altre forme produttive, rispettose della vita umana e dell’ambiente, anche se, purtroppo, non viene ribadito nella parte dispositiva – aggiungono Arnaldo Scarpa e Cinzia Guaita -. Il Comitato richiama l’attenzione di tutti gli attori istituzionali sul tema della salvaguardia dei posti di lavoro dei circa 300 lavoratori della fabbrica iglesiente, i quali non devono subire le conseguenze di un eventuale chiusura dello stabilimento e conseguente delocalizzazione, da tempo minacciati dalla proprietà in caso di ostacoli esterni al preventivato aumento di produzione.»

«Riteniamo che non si possano scaricare su lavoratori e territorio le conseguenze di 3 anni di ipocrisie politiche, durante i quali si sono illuse le maestranze e le istituzioni locali della regolarità dell’esportazione verso la coalizione saudita. Una delle condizioni della vera ricerca della pace è la giustizia sociale e sarebbe oltremodo ingiusto che, a pagare gli errori dei governi che si sono succeduti dal 2016 ad oggi, siano solo i lavoratori e i cittadini del Sulcis Iglesiente. Per questo motivo – concludono Arnaldo Scarpa e Cinzia Guaita -, il Comitato chiede l’immediato interessamento del presidente del consiglio Giuseppe Conte, del presidente della regione Solinas, del consiglio regionale, dei sindacati e del mondo imprenditoriale e accademico, al fine di promuovere e sostenere, in maniera coesa, la messa in atto di attività alternative a quelle della produzione di bombe, anche con una appropriata legge regionale.»

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«I vergognosi tentativi del centrosinistra in Consiglio Regionale, di voler scaricare la propria inconcludenza palesatasi negli ultimi 5 anni di Governo, Pigliaru, sulla vicenda AIAS, oltre a essere patetici, sono per quanto mi riguarda inaccettabili.»

Lo sostiene, in una nota, Fabio Usai, consigliere regionale del Partito Sardo d’Azione.

«La precedente Giunta regionale ha avuto 5 anni, 60 mesi, ovvero 1.825 giorni, per risolvere le problematiche dei lavoratori AIAS, che ancora oggi attendono il pagamento di almeno 9 stipendi arretrati, ma niente di ciò che realmente andava attuato per andare incontro in maniera “definitiva” alle loro esigenze, è stato fatto. Il risultato di questa mancata azione, è che ancora oggi centinaia e centinaia di famiglie sopravvivono in una condizione economica disastrata che oltre a generare gravi deprivazioni sta influendo pesantemente nei rapporti familiari e nella psiche delle persone coinvolte, ormai esasperate per questa situazione ormai incancrenita nel tempo – aggiunge Fabio Usai -. A tal proposito, appare quantomeno strumentale che l’attuale opposizione spinga per la costituzione di una “commissione d’inchiesta” quasi a volersi lavare la coscienza di ciò che non ha saputo fare quando, fino a pochi mesi fa, a parti inverse, il centrosinistra deteneva il potere.»

«Non accetterò e non accetteremo in alcun modo che continuino le strumentalizzazioni sulle spalle dei lavoratori. L’attuale maggioranza, insediatasi al governo nel solo nel mese di aprile e con le commissioni consiliari in quello di maggio, ha già dato prova di voler risolvere concretamente le problematiche dei lavoratori e contestualmente dei pazienti assicurando loro i migliori livelli di assistenza sanitaria, con le prime azioni intraprese dall’assessore, Mario Nieddu e dal presidente della “Commissione Sanità”, Domenico Gallus, i quali hanno già interloquito fattivamente con gli attori istituzionali, aziendali e sociali coinvolti nella complessa vicenda, interessando anche i dirigenti preposti materialmente ad assumersi le rispettive responsabilità in merito al riconoscimento delle somme dovute all’AIAS in virtù delle proprie prestazioni – sottolinea ancora Fabio Usai -. È necessario, dunque, che si continui sulla strada già intrapresa anche con il coinvolgimento diretto del presidente della Regione, Christian Solinas, così come avvenuto per altre importanti vertenze quali Alcoa-Sider Alloys ed Air Italy, per raggiungere l’obiettivo di ristabilire la corretta puntualità dei pagamenti per i lavoratori interessati e quello della migliore assistenza sanitaria per i pazienti – conclude il consigliere regionale sardista -, isolando ogni tentativo di strumentalizzazione e rivalsa politica da parte del centrosinistra, ovvero da coloro in tutti questi anni non hanno saputo risolvere i problemi e anzi li hanno acuiti.»

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Il Consiglio regionale ha approvato il disegno di legge per interventi a favore dei lavoratori ex Sardinia Green Island. Keller, Vesuvius, Ottana Polimeri, Ottana Energia e S&B Olmedo. La seduta è stata aperta dal presidente Michele Pais. Dopo le formalità di rito il presidente ha comunicato la costituzione della Giunta per il Regolamento. Completata inoltre la composizione della Giunta per le elezioni, che sarà presieduta dal vice presidente del Consiglio Giovanni Antonio Satta, e della commissione per la Biblioteca, che sarà guidata dall’altro vice presidente dell’Assemblea Piero Comandini.

Prendendo la parola sull’ordine dei lavori, il consigliere Ignazio Manca ha brevemente ricordato la figura dell’avvocato sassarese Dino Milia recentemente scomparso, ex consigliere regionale e parlamentare, oltre che presidente della Dinamo Basket di Sassari. Il presidente Michele Pais ha poi annunciato per la prossima settimana una commemorazione formale del Consiglio, alla presenza della famiglia dell’avv. Dino Milia.

Sempre sull’ordine dei lavori, il consigliere Piero Comandini (Pd) ha ribadito la sua richiesta della presenza in Aula del presidente della Regione Christian Solinas per riferire sulla vertenza del porto canale, sulla quale è in programma proprio domani un importante incontro a Roma.

Ancora sull’ordine dei lavori il consigliere dei Progressisti Francesco Agus si è associato alla richiesta, sollecitando inoltre la nomina del vice presidente della Regione prevista dallo Statuto. Il consigliere ha lamentato inoltre che, in occasione delle recenti designazioni disposte dal presidente, non tutti i capigruppo sono stati avvisati con la necessaria tempestività.

In riferimento alla presenza in Aula del presidente della Regione il presidente Michele Pais ha chiarito che il governatore, trattenuto da improrogabili impegni istituzionali, ha delegato la trattazione dell’argomento all’assessore del Lavoro Alessandra Zedda.

Successivamente il Consiglio ha iniziato l’esame dell’ordine del giorno con il disegno di legge 17/A – Giunta regionale che, modificando una parte della Legge Finanziaria 2019, prevede interventi a favore dei lavoratori ex Sardinian Green Island, Keller, Vesuvius, Ottana Polimeri, Ottana Energia ed Sardabauxiti di Olmedo.

Illustrando il provvedimento il presidente della commissione Alfonso Marras (Riformatori) ha affermato che, fra le finalità condivise, ci sono quella di indennizzare i lavoratori destinatari di procedure di licenziamento favorendone la rioccupazione, garantire quanti non hanno trovato opportunità di reimpiego al termine del periodo di blocco aziendale ed infine, come nel caso di Ottana Energia, proteggere i lavoratori con ammortizzatori sociali in scadenza.

Per la Giunta l’assessore del Lavoro Alessandra Zedda ha ricordato che, con la normativa vigente, ci sarebbe stato un blocco delle risorse disponibili ed un periodo di azione troppo limitato, per cui si sono introdotti elementi correttivi che consentiranno in alcuni casi di proteggere quote di lavoratori fino al 2020, rideterminando inoltre la stessa definizione giuridica dello stato di disoccupazione. Nella seconda parte della legge, ha aggiunto, c’è la novità di misure adeguata per gli ex Ila ed ex Alcoa che non avevano alcuna forma di sostegno, a testimonianza del fatto che crediamo in una politica non di assistenza ma di mantenimento di un legame con mondo del lavoro in attesa di progetto di rilancio. Il provvedimento interessa complessivamente 630 unità.

Per dichiarazione di voto, il consigliere Piero Comandini del Pd ha ringraziato sia l’assessore Alessandra Zedda che la Giunta per primi provvedimenti, legati al lavoro fatto nella precedente legislatura, sia in materia di urbanistica con la proroga del cosiddetto Piano casa che ora con una legge sul lavoro. Alla legge sono state apportate significative modifiche tecniche per proteggere alcune aliquote di lavoratori, ha sottolineato Piero Comandini, ma questo è avvenuto all’interno di un impianto comunque molto solido e di un indirizzo generale finalizzato alla ricerca di possibili acquirenti, un punto sul quale chiediamo alla Giunta un impegno preciso.

Successivamente il Consiglio ha approvato con 53 voti il passaggio della legge agli articoli.

Intervenendo sull’art 1 per dichiarazione di voto, il consigliere dei Progressisti Massimo Zedda ha messo l’accento sul fatto che si tratta di interventi di qualità decisi dalla precedente amministrazione. Sul piano procedurale, ha però osservato, non va taciuto che il provvedimento è arrivato in commissione Bilancio senza copertura finanziaria, fatto segnalato dagli uffici che ne hanno chiesto anzi la riscrittura. Il problema è stato poi risolto dall’assessore Alessandra Zedda, ha detto ancora il consigliere, che ha fatto le opportune correzioni aumentando anche la dotazione finanziaria: tuttavia è una prassi sbagliata, se di prassi si tratta, contraria alla Costituzione.

Il presidente della commissione Bilancio Paolo Truzzu, chiarendo di volersi rivolgere “a chi non vuol capire”, ha parlato di un episodio accaduto tante altre al volte risolto correttamente dalla commissione con un parere condizionato. Oggi, ha concluso, la legge ha piena copertura e, questo è vero, segna una continuità con il lavoro portato avanti dal centro sinistra nella precedente legislatura.

Successivamente il Consiglio ha approvato all’unanimità tutti i 4 articoli della legge.

Prima del voto finale, il consigliere del Pd ha presentato con altri un ordine del giorno nel quale si impegna la Giunta a favorire e sostenere le azioni di rilancio delle aziende in crisi, valorizzando conoscenze esperienze e professionalità maturate dai lavoratori.

Il capogruppo del Psd’Az Franco Mula ha chiesto una breve sospensione dei lavori per verificare la possibilità di arrivare ad un ordine del giorno unitario.

Alla ripresa dei lavori, esprimendo il parere della Giunta, l’assessore dell’Industria Anita Pili ha dichiarato che, sulle vertenze all’attenzione del Consiglio, è in corso il lavoro congiunto di diversi assessorati per rilanciare le attività in crisi. L’assessore ha poi fornito alcune informazioni di dettaglio, sia sulla Keller, per la quale è stato chiesto la riapertura del tavolo tecnico presso il ministero in modo da poter valutare le due proposte pervenute, che su Ottana e Porto Torres per il rispetto degli accordi di programma, e Portovesme dove il discorso è ancora aperto perché i Sindaci dei Comuni interessati hanno lamentato di non essere stati adeguatamente coinvolti nei programmi di rilancio. L’esponente dell’Esecutivo si è dichiarata infine a favore dell’ordine del giorno.

Per l’assessore del Lavoro Alessandra Zedda l’azione qualificante che si sta portando avanti riguarda il potenziamento delle politiche attive del lavoro, con le quali si sta cercando di attrarre nuovi investitori ed accelerare i tempi del recupero di molte aziende in crisi, anche con altre misure di supporto che saranno attivate a breve.

Per dichiarazione di voto, il consigliere dell’Udc Giorgio Oppi ha auspicato che l’ordine del giorno sia sottoscritto da tutto il Consiglio, puntualizzando che nel caso di Portovesme le comunità hanno ragione a sentirsi escluse perché sono stati messi da parte quanti hanno veramente lottato per far ripartire Alcoa.

La seduta è stata nuovamente sospesa.

Alla ripresa dei lavori, l’ordine del giorno Piero Comandini e più è stato integrato con un riferimento più specifico alla salvaguardia delle esperienze professionali maurati dai lavoratori delle aziende in crisi.

Il consigliere Piero Comandini, come primo firmatario, ha detto di accogliere le integrazioni proposte.

L’ordine del giorno è stato quindi approvato all’unanimità con 54 voti e, subito dopo, il Consiglio ha espresso il voto finale sulla legge, con 52 voti.

Il parlamento sardo è poi passato all’esame della proposta di istituzione di una Commissione d’inchiesta sullo stato di insolvenza dell’Aias, ai sensi dell’articolo 125 del Regolamento del Consiglio regionale. L’on. Eugenio Lai (Leu) ha illustrato a nome di tutta l’opposizione la proposta e ha detto: «I diritti dei lavoratori sono negati in questo momento per quanto riguarda gli stipendi mensili ed è ancora più importante andare a verificare la situazione a seguito del tavolo attivato in Prefettura e delle dichiarazioni dell’assessore Mario Nieddu in commissione Sanità. Vogliamo certezza sui crediti che Aias ha verso la Regione e vogliamo sapere se è vero che l’Aias ha presentato soltanto il bilancio 2017. Vogliamo poi chiarezza sui servizi offerti e sulla situazione dei lavoratori, diretti e indotti. Non è dignitoso nemmeno che la nostra classe politica si trovi in questa condizione: dimostriamo che noi stiamo tra la gente e la difendiamo».

Per l’on. Annalisa Mele (Lega), di parere opposto, «è stupefacente che si chieda di istituire una commissione di inchiesta. Dove eravate in questi anni? E cosa facevate? Perché dovremmo verificare noi quel che dovevate verificare voi? E’ davvero incredibile».

L’on. Giorgio Oppi (Udc) è intervenuto: «Più volte in questi anni abbiamo chiesto all’assessore Luigi Arru di fare chiarezza e farci conoscere l’esatta situazione e questo non è mai accaduto. Non dobbiamo dimenticare che in più di una circostanza l’Aias ha sostituito il servizio sanitario pubblico ed è per questo che non si può svolgere un’indagine su un soggetto privato come l’Aias. Noi possiamo invece indagare in questa commissione sui rapporti tra Aias e l’assessorato alla Sanità».

Ha preso poi la parola, rafforzando il concetto appena espresso, l’on. Valerio De Giorgi (Fortza Paris), secondo cui «non è possibile attuare parti della richiesta e in particolare non è possibile verificare atti privati perché il Consiglio non ne ha il potere. Chiedo pertanto un parere sulla legittimità della istituzione di questa commissione d’inchiesta».

Per Leu ha preso la parola l’on. Daniele Cocco, che ha affermato la necessità di «andare a fondo e chiarire tutto. Dobbiamo intervenire per chiarire qual è la prospettiva di vita e quali sono i diritti dei lavoratori Aias. A nulla serve recriminare verso il passato e guardarsi sempre indietro: dobbiamo chiudere in maniera positiva questa vertenza e la commissione di inchiesta dovremmo chiuderla tutti, non per istituire un tribunale ma per conoscere i dati. Se in passato non sono arrivate le risposte questo non significa che non possano arrivare ora».

Il presidente Michele Pais ha messo in votazione la richiesta di sospensione avanzata dall’on. Valerio De Giorgi della proposta di istituzione della commissione di inchiesta.

Prima di procedere al voto, su richiesta di alcuni consiglieri la seduta è stata sospesa per alcuni minuti.

Alla ripresa dei lavori il presidente Michele Pais, ha concesso la parola al consigliere Valerio De Giorgi (Misto) che ha ritirato la richiesta di sospensiva con l’introduzione della specifica che l’istituenda commissione d’inchiesta potesse richiedere documentazione e quant’altro necessario, soltanto in riferimento ai fondi pubblici introitati dall’Aias.

Il capogruppo dei Riformatori sardi, Michele Cossa, ha avanzato quindi la richiesta di interruzione dei lavori dell’Aula che dopo una breve discussione, alla quale hanno preso parte i consiglieri Agus, Piu, Lai, Corrias e Mula, è stata approvata  a maggioranza.

Il presidente Michele Pais ha quindi comunicato il rinvio a domani della convocazione dell’ufficio di presidenza in programma alle 16.00; confermato la convocazione delle commissioni Sesta e Seconda in seduta congiunta alle 15.00 per svolgere alcune audizioni, ed ha dichiarato sospesi i lavori del Consiglio fino alle 16.00.