20 April, 2024
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Ritratto d’artista per il Janas Festival 2021 organizzato da Le Voci di Astarte con la direzione artistica di Sabrina Barlini: oggi, alle 21.30, in piazza Chiesa, a Masainas, va in scena “La capretta di Maria” de Il Crogiuolo, lo spettacolo ideato, scritto e diretto da Rita Atzeri, interpretato da Marta Gessa,Antonio Luciano e Daniela Vitellaro insieme con la giovane danzatrice Giulia Cannas per un ideale viaggio nel mondo di Maria Lai.

Fantasia e realtà s’intrecciano nella pièce che ripercorre la vita della creatrice dei celebri “libri cuciti” e artefice del progetto “Legarsi alla montagna”, fin dall’infanzia, con la scoperta del talento per il disegno e la prima ispirazione, nata con «l’immagine di un pettine che vela il suo occhio destro di capelli ribelli». “La capretta di Maria” – per un pubblico di giovanissimi e famiglie – rappresenta un’occasione per esplorare, in forma poetica e giocosa, la poetica visionaria dell’artista di Ulassai ma anche per riflettere sul significato e sull’importanza dell’arte e della bellezza.

Nel segno della fiaba – prendendo spunto dalle storie narrate e illustrate da Maria Lai e dalla presenza ricorrente della capretta, capace di inerpicarsi su alture e precipizi, sul limite dello strapiombo come sulla misura dell’infinito, che diventa simbolo dell’ispirazione che conduce l’artista fin sulle vette più alte senza dimenticare il legame con la propria terra e la propria gente, con la memoria e le radici, ma guardando al futuro.

La capretta di Maria” accosta note biografiche ed elementi fiabeschi, trasportando sulla scena le avventure vere o immaginarie di una bambina affascinata da ogni aspetto del reale e dall’esistenza segreta degli oggetti del quotidiano, un’anima sensibile attenta all’essenza oltre le apparenze, da cui trarrà materia per le sue creazioni in cui la dimensione concreta e materica si sposa a quella evocativa, onirica e fantastica.

«Ero analfabeta, ma piena di favole. Ciò che ho fatto dopo, da adulta, è iniziato a quell’età. Mani, occhi, parole, diventavano collegamenti tra realtà e sogno – racconta l’artista -. Ho dietro di me millenni di silenzi, di tentativi di poesia, di pani delle feste, di fili di telaio»: nei suoi racconti e nelle sue opere, dense di metafore e simbolismi, magici specchi capaci di trasfigurare la realtà e di parlare al cuore dei fanciulli, con la semplicità e l’innocenza dell’età dei giochi, Maria Lai ha saputo dar forma alle aspirazioni e ai desideri, alle parole e ai pensieri di generazioni di donne e uomini, facendo sue la saggezza dei vecchi e la curiosità dei bambini, nel segno della poesia.

Le sue “Fiabe Cucite” – libri come sculture, opere in cui il filo ricama la traccia della scrittura, nel germogliare delle idee, nel fluire dei racconti, fino a dar forma “tangibile” e insieme metaforica all’immaginario – rivivono sulla scena attraverso la magia del teatro e le geometrie in movimento della danza, così che l’artista stessa diventa l’eroina di una storia, regalando al pubblico l’illusione di poter, come Alice, andare al di là dello specchio per entrare nel regno della fantasia – e dell’arte.

Il Janas Festival 2021 prosegue sabato 7 agosto, alle 19.00 nel Parco di San Leonardo a Perdaxius con “Pindulas” – nuova produzione de Le Voci di Astarte mentre lunedì 9 agosto, alle 19.00, al Parco Scarsella di Domusnovas spazio alle “Cantastorie” Sabrina Barlini e Gloria Uccheddu tra antiche e nuove favole e leggende dell’Isola.

 

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Tornano nel Sulcis Iglesiente gli appuntamenti con Spazi di Frontiera, il festival organizzato da Cernita Teatro e Gruppo Teatro Albeschida. 
Il festival, diretto da Monica Porcedda, ha preso il via lo scorso giugno con incontri e performance attorno al tema della salute mentale e della salute nel suo complesso: un tema più che mai attuale in un momento come questo, in cui dobbiamo confrontarci con riflessioni e limiti che hanno cambiato le nostre vite, la percezione di noi stessi, la relazione con il mondo. Una visione universale calata però nella dimensione comunitaria di una realtà, quella del Sulcis Iglesiente, caratterizzata da un forte disagio socio-economico ed un alto tasso di dispersione scolastica e di disoccupazione giovanile. E’ qui dunque che si è concentrata l’azione di Cernita Teatro, nata nel 2009, con l’obiettivo di promuovere azioni di teatro sociale, e del Gruppo Teatro Albeschida, nato nel 2000 nel Centro Diurno di Salute mentale dell’Assl 7 Carbonia. “Spazi di frontiera” è l’ultimo progetto condiviso dalle due realtà. 
Il programma è iniziato sabato 17 ottobre, a Bacu Abis, nel cortile ex scuola elementare con “Vorrei essere libero come…”, spettacolo diretto da Monica Porcedda  per Cernita Teatro e Gruppo Teatro Albeschida (in replica il giorno dopo alle 16.30, a Iglesias, nella chiesa di San Salvatore). Di seguito andrà in scena Il Crogiuolo teatro con “Memorie dal sottosuolo” di Giorgio Todde, con Rita Atzeri e la violinista Barbara Sirigu. 
Fino a giovedì 22 ottobre Cernita e Albeschida terranno i laboratori teatrali Cantieri Creativi che saranno ospitati tra Bacu Abis, Fluminimaggore, San Gavino e Sanluri. 
Sabato 24 ottobre, alle 16.00, alla Tonnara Su Pranu di Portoscuso andrà in scena il Crogiuolo con “La capretta di Maria”, testo e regia di Rita Atzeri con Marta Gessa, Antonio Luciano, Daniela Vitellaro e la danzatrice Giulia Cannas, e a seguire il laboratorio per ragazzi ispirato a Maria Lai con Marco Nateri. 
Alle 17.00, al Teatro di Bacu Abis, “Madame La Thèrapie” con Albeschida. 
Il festival Spazi di Frontiera si chiuderà domenica 25 ottobre: alle 18.00, a Bacu Abis, gli attori dello spazio Lab saranno protagonisti di “Chaos parte terza”, per la regia di Monica Porcedda. 
Nel rispetto delle misure di contenimento del Covid-19 l’ingresso agli eventi potrà avvenire solo su prenotazione ai numeri 3897673106 – 3393380375
Il Festival è realizzato in collaborazione con l’Assessorato della Pubblica Istruzione e Beni Culturali della Regione Sardegna, l’ATS – Azienda per la Tutela della Salute in Sardegna, la Fondazione di Sardegna, i Comuni di Carbonia, Portoscuso, Iglesias, Fluminimaggiore, San Gavino Monreale e Sanluri e con il supporto del Coordinamento delle Associazioni di Bacu Abis, Anpi Carbonia, Rete Unitaria Antifascista del Sulcis Iglesiente, Primavera Resistente – Sulcis Iglesiente, Asce – Associazione sarda contro l’emarginazione.

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La Casa di Suoni e Racconti si prepara ad affrontare una nuova edizione del programma TRA LE MUSICHE dietro il coordinamento del musicista e scrittore Andrea Congia. Il progetto artistico, giunto al suo quarto anno di vita, e costituito dalla Rassegna di Spettacolo tra Parola e Musica SIGNIFICANTE, dal Festival delle Musiche dei Mondi UCRONIE e dalla Rassegna di CineConcerti SINESTESIE, è il percorso attraverso cui la Casa di Suoni e Racconti sviluppa e perfeziona la propria prospettiva multiartistica incentrata sulla Musica concepita come amplificatore emotivo, espressivo, narrativo e sociale nei confronti delle altre Discipline (Letteratura, Teatro, Danza, Cinema, Arti Visive e altri Linguaggi).

Inoltre, al di là del suo cartellone principale, la Casa di Suoni e Racconti affronterà un 2020 molto intenso, ricco di nuove produzioni artistiche, nuovi progetti e appuntamenti nel territorio regionale, nazionale e internazionale, pertanto, con lo scopo di sostenere i suoi progetti, l’Associazione ha attivato anche una raccolta fondi sulla piattaforma online buonacausa.org e ha avviato una campagna di ricerca di collaboratori, rivolgendosi a chiunque voglia divenire un Operatore Culturale Multisciplinare nell’ambito dello Spettacolo dal Vivo.

SIGNIFICANTE – Giunta alla sua tredicesima edizione, la Rassegna di Spettacolo tra Parola e Musica, sarà dedicata anche quest’anno a una selezione di opere che, a vario titolo, rappresentano l’universo letterario della Sardegna. Dieci i titoli in scena di alcuni degli autori più rappresentativi del panorama letterario sardo: Giuseppe Dessì, Giulio Bechi, Emilio Lussu, Grazia Deledda, Sergio Atzeni, Marcello Fois, Tonino Oppes, Matteo Porru, Eliano Cau e Gianni Zanata. UMBRAS (titolo di questa edizione 2020) si svolgerà dal mese di gennaio al mese di Marzo 2020, debuttando ad Arbus e proseguendo il suo corso principalmente a Cagliari e, nei mesi successivi, in diverse location in Sardegna e nel territorio extra-isolano. Sul palco diversi interpreti: Pierpaolo Piludu, Anna Brotzu, Carlo Antonio Angioni, Federica Zucca, Anna Fronteddu, Daniele Monachella, Andrea Pisu, Manuela Ragusa, Daniela Vitellaro, Marco Secchi e Claudia Benaglio, insieme al chitarrista e compositore Andrea Congia.

UCRONIE – Il Festival delle Musiche dei Mondi si presenterà, come di consueto, come costruzione immaginifica che parte dalla Musica, collante sonoro per tutte le altre espressioni artistiche utilizzate per l’edificazione di nuove Realtà: Narrativa, Teatro, Danza, Arti Visive. Quasi degli specchi nei quali proiettare Immaginazione e Fantasia, al fine di poter comprendere meglio il Reale. Nel suo quarto anno di vita, in programma nel mese di luglio 2020, sarà evocato un mondo fantastico, Next Tenebrae, suddiviso in episodi in varie location, e inscenato da diversi attori e da un folto gruppo di figuranti (grandi e piccini), denominato Canovaccio Vivente, e dal corpo di ballo dei Darkdancers, che si muoveranno sulle sperimentazioni musicali dirette dal musicista e compositore Andrea Congia.

SINESTESIE – La quarta edizione della Rassegna di CineConcerti si porrà nuovamente l’obiettivo di portare il Cinema “quasi” sul Palcoscenico e la Musica “quasi” sullo Schermo. Tre i CineConcerti che saranno proposti, e che trarranno slancio dal linguaggio dei suoni e da quello delle Immagini in Movimento rappresentando ancora una volta una prospettiva di impegno per il dialogo tra le Arti, uno stimolo per una riflessione sul rapporto tra i sensi, sperimentando ancora una volta una fusione espressiva. Nel mese di Novembre 2020 a Cagliari verranno proposti tre lavori di interazione tra musica e immagine diretti da Andrea Congia (L’Ombra della Croce, Sepolcri di Mare e Corpi Celesti). La Rassegna si aprirà con il Convegno Ombre e Luci nel Cinema Sardo, mentre sarà la presentazione del Film Sorella Morte, produzione Casa di Suoni e Racconti, a chiudere il programma.

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L’appuntamento d’autunno a Carbonia è con l’Archeologia ed il Teatro. Curiosità, risate e malintesi prenderanno vita al Nuraghe Sirai, un luogo in cui due grandi culture si intrecciano. Corto teatrale con prenotazione obbligatoria.

Archeologia e Teatro, un connubio perfetto. Domenica 27 ottobre, alle ore 17.00, si potrà partecipare al corto teatrale presso il Nuraghe Sirai di Carbonia, a cura della compagnia teatrale “Il Crogiuolo” e della Cooperativa Sistema Museo, gestore del circuito museale cittadino. Sarà un’esperienza unica e coinvolgente dal titolo “Incontri. Ge est nudda s’ospitalidadi!”.
L’area archeologica fa parte del Parco Archeologico di Monte Sirai-Nuraghe Sirai e del Sistema Museale di Carbonia (SiMuC). Lo scavo del Nuraghe Sirai, caso scientifico di eccezionale importanza, diventa lo sfondo di un divertente spettacolo. Utilizzando la forma itinerante del dramma a stazioni, ricostruisce ipotetici momenti di vita quotidiana all’interno dell’insediamento in cui si trovano a convivere, nel 600 a.C., due diverse civiltà, la nuragica e la fenicia. Alla musica delle launeddas, eseguita dalla suonatrice Enrica Puggioni, è affidato il compito di condurre il pubblico da una stazione all’altra. La regia del corto è di Rita Atzeri.
Protagonista della vicenda è il mercante fenicio Hiram: partito dalla sua città di Tiro, nel Libano, dopo un lungo viaggio arriva al Nuraghe Sirai. Curiosità, risate e malintesi prenderanno vita in un luogo in cui due grandi culture si intrecciano.

I sei attori che prenderanno parte al corto teatrale sono Marta Gessa, Antonio Luciano, Giulia Maoddi, Daniela Vitellaro, Laura Zedda e Fabrizio Zucca.

Il costo del biglietto è di 8 euro a persona.

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Prima Paskedda Zau, eroina del popolo nei moti nuoresi di Su Connottu nel XIX secolo, poi Paska Devaddis, vittima, probabilmente innocente, di una lunga faida che sconvolse Orgosolo agli inizi del 900, infine Maria Lai, grande maestra d’arte ogliastrina scomparsa nel 2013. Donne forti, ciascuna a suo modo simbolo, tre “ribelli”, alle quali Il Crogiuolo ha voluto dedicare una mini rassegna intitolata, appunto, Trittico delle Ribelli. Che si chiude proprio con un omaggio all’opera dell’artista di Ulassai, che ha ispirato “La capretta di Maria“, una nuova produzione di teatro per l’infanzia della storica compagnia – fondata da Mario Faticoni – diretta da Rita Atzeri. Lo spettacolo andrà in scena mercoledì 26 dicembre, alle 17.00, nella Sala Bancri dello spazio Fucina Teatro, nel centro culturale La Vetreria di Pirri. L’ideazione, l’elaborazione drammaturgica e la regia sono della stessa Rita Atzeri, Marta Gessa, Antonio Luciano, Daniela Vitellaro, con la danzatrice Giulia Cannas, gli interpreti.

«”La capretta di Maria” è uno spettacolo pensato per parlare ai più piccoli dell’opera di Maria Lai e permettere loro di fare un viaggio alla scoperta del valore e dei significati dell’arte nella nostra vita – spiega Rita Atzeri -. In questo percorso poetico abbiamo fuso alcuni elementi biografici della vita di Maria con la narrazione di alcune fiabe da lei rivisitate. Abbiamo immaginato che la nostra ‘scatola teatrale’, privata dei neri e resa bianca per l’occasione, fosse un teatrino con il quale la stessa Maria, bambina, gioca a far prendere forma alle immagini del suo sguardo che trasforma la realtà.»

Lo spettacolo, fatto di sogni e visioni della durata di quaranta minuti, si apre con Maria Lai bambina, che descrive la nascita in lei del pensiero artistico con l’immagine di un pettine che vela il suo occhio destro di capelli ribelli: un’azione che si specchia nei gesti simmetrici delle attrici in scena. Da qui si dipana, con il tessuto metaforico della danza, che simboleggia l’arte, la narrazione delle fiabe “La capretta”, “Cuore mio”, “Il dio distratto”. Delle installazioni ambientali, site specific, di Maria Lai, Atzeri ha scelto di dare corpo in scena alla sua più nota, “Legarsi alla montagna”.

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Sarà un 25 aprile “speciale”, denso di appuntamenti ed attività, per “Aprile alla Vetreria Aprile Resistente”, la rassegna congiunta di Cada Die Teatro, Il Crogiuolo e Cemea.
Nel pomeriggio di domani, mercoledì, nella Corte della Vetreria di Pirri, il programma per la Festa della Liberazione avrà inizio con Il Crogiuolo e TiConZero, coproduttori di “Concertato per la Liberazione”, concerto per ensemble di musicisti, spettatori, attori e performer, diretto da Daniele Ledda, con l’azione performativa dei pittori Gianluca Marjani e Mario Floris. Esperimento dove si fondono contaminazione dei linguaggi artistici e coinvolgimento attivo dello spettatore.
Dalle 16.00 alle 18.00, si terrà il Laboratorio di costruzione di strumenti musicali (aperto a tutti), fino ad arrivare all’esito finale spettacolare: dalle 19.00 alle 20.00, in scena un Concerto con gli attori Rita Atzeri, Antonio Luciano, Daniela Vitellaro, Fausto Siddi, i musicisti di TiConZero ed i partecipanti al laboratorio (coproduzione Il Crogiuolo/TiConZero). L’unico vincolo sarà il tema, che deve affrontare argomenti legati alla Festa della Liberazione. «Perché legare il tema della contaminazione in ambito artistico a quella della Liberazione? L’esigenza – dichiarano gli organizzatori – è quella di utilizzare uno spazio ludico per indirizzare, in particolare alle giovani generazioni, riflessioni su come identificare le tracce di pensiero neofascista nel nostro quotidiano».

Dalle 16.00, fino alle 20.00, sempre nella Corte La Vetreria, anche l’esposizione, curata da Cemea, di fotografie e oggetti realizzati dagli ospiti del gruppo Umana Solidarietà Sardegna.
Alle 17.30, stessa location, ecco Pietro Olla, prof. Pietrowsky, con il suo Circoscienze, spettacolo a cappello per ragazzi e bambini di tutte le età. Giocoleria, equilibrismo fra didattica e risate. Il prof. Pietrosky, docente emerito di fisica del gioco presso l’Università del Divertimento, insegue il sogno di trovare la formula per togliere un coniglio dal suo cappello. 

La serata del 25 aprile alla Vetreria si chiuderà, alle 21.00, allo spazio Fucina Teatro, con lo spettacolo Bachisio Spanu. “L‘epopea di un contadino sardo alla guerra”, libero adattamento di Marco Parodi da “Un anno sull’altipiano” di Emilio Lussu, con inserti tratti da “Roccu U Stortu” di Francesco Suriano tradotti in campidanese da Rossana Copez. In scena Giovanni Carroni, sotto la regia di Parodi (produzione Bocheteatro).

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Volge quasi al termine “Teatri di guerra”, la stagione di Teatro d’autore del Crogiuolo, diretta da Rita Atzeri, in scena allo spazio Fucina Teatro, nella Vetreria di Pirri. Ancora due gli appuntamenti in cartellone. Domani, venerdì 29 dicembre, alle 21.00, “Passaggi”, spettacolo di narrazione di e con Ilaria Gelmi, artista indipendente, esperienze in teatro con Cesar Brie, Laura Curino, Donati & Olesen, al cinema con Pupi Avati (“Il cuore grande delle ragazze”) e Paolo Virzì (“Tutti i santi giorni”).
L‘autostop è il filo del racconto: «Questo modo di viaggiare – racconta l’autrice – apparteneva già ai miei genitori coi quali l’ho condiviso e imparato, per molti anni è stato il mio unico mezzo di trasporto. Racconto dei miei viaggi solitari, assieme a mia madre, dei miei genitori negli anni ‘70 in Italia e all‘ estero…». Queste storie si intersecano con quelle in autostop di Pippa Bacca, artista performer milanese, da bambina con sua madre, le sorelle e poi spesso da sola in giro per il mondo. “Racconto anche del suo ultimo viaggio nel 2008: come espressione artistica e messaggio di pace, vestite da sposa, Pippa e Silvia Moro partirono da Milano per raggiungere in autostop la Palestina ma per Pippa il viaggio terminò tragicamente a Istanbul. Nonostante la diversità della scelta – per Pippa è stato un atto performativo mentre per me un agire nella quotidianità – l’autostop rappresenta un potente strumento di provocazione rispetto allo stereotipo del femminile e, al tempo stesso, un “termometro” delle relazioni e di “come va il mondo”.

“Teatri di guerra” si chiude sabato 30 dicembre, sempre alle 21.00, con “Aranci in fiore – Palestina nuovo teatro…”, serata dedicata alla narrativa, poesia, musica e danze della cultura palestinese (produzione Il crogiuolo/Associazione Sardegna Palestina). Un recital con una selezione di testi – curata da Rita Atzeri – tratti dalle opere di autori come Ghassan Kanafani, Emil Habibi, Sahar Khalifa e che vede in scena Daniela Vitellaro, Antonio Luciano, Marta Gessa e Alessandra Leo. Dalle note sullo spettacolo: «Parlare di Palestina dalla fine degli anni ’40 del secolo scorso ai nostri giorni comporta fornire al mondo un resoconto di ciò che avveniva in un teatro di guerra, un atto di impegno civile a sostegno del popolo palestinese. “Aranci in fiore” è un atto d’amore verso gli artisti che hanno raccontato la loro terra. E’ una testimonianza. E’ un ulteriore terreno di conoscenza. E’ il frutto dell’amicizia con l’Associazione Sardegna Palestina. Un incontro. I puntini di sospensione dopo le parole “nuovo teatro” del sottotitolo sono dei semi da cui si attende nasca la parola pace».

La rassegna “Teatri di guerra” è organizzata da Il Crogiuolo, su idea e progetto di Rita Atzeri, con il sostegno dell’assessorato della Cultura della Regione Sardegna.

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Prosegue l’intenso fine settimana proposto da Teatri di guerra, la stagione di Teatro d’autore de Il Crogiuolo. Dopo “Nulla succede per caso”, spettacolo, liberamente ispirato a un racconto di Sergio Atzeni, andato in scena ieri sera, spazio a una nuova produzione del Crogiuolo domani, sabato 16 dicembre, alle 21: sul palco del Fucina Teatro, alla Vetreria di Pirri, ko tecnico – Quando la vita è un teatro di guerra, con la regia di Rita Atzeri. Si tratta di un collage di pezzi originali scritti da non professionisti della scena (Emanuela Garau, Eleonora De Murtas, Nicoletta Lecca, Marco D’Amico), a cui è stato chiesto di sviluppare, in riferimento alla propria esperienza di vita e utilizzando la formula del racconto, il tema della stagione: teatri di guerra. “Ko tecnico” riprende uno dei titoli degli scritti, adattati e messi in scena dalla Atzeri, in cui gli autori hanno voluto raccontare esperienze di lavoro, salute, di condizione esistenziale. In scena Alessandra Leo, Antonio Luciano, Daniela Vitellaro, Marta Gessa e Fabrizio Zucca.

Il giorno dopo, domenica 17, sarà al Fucina Teatro, alle 18.00, Levitico – Pentateuco #3, spettacolo tratto da “The Mexican” di Jack London, firmato da Chiara Boscaro, Marco Di Stefano, Marco Pezza, con la regia di Marco Di Stefano, drammaturgia di Chiara Boscaro, con Marco Pezza, voce di Francesco Boscaro e musiche di Lorenzo Brufatto (un progetto La Confraternita del Chianti, una produzione Associazione K. – Teater Albatross/Gunnarp – Svezia, in collaborazione con Teatro Verdi – Teatro del Buratto).
La terza parte del progetto Pentateuco, simbolicamente ispirato ai primi cinque libri dell’Antico Testamento, affronta il tema delle regole. Il Levitico parla delle norme sociali e religiose che Mosè diede al popolo ebraico, in cammino verso la Terra Promessa, durante il soggiorno nel deserto del Sinai. «Il nostro Levitico – scrivono gli autori dello spettacolo – parte da un racconto di Jack London, “Il Messicano”, per raccontare di un Paese in cui gli immigrati sono fuorilegge e dove il Movimento Liberazione Immigrati porta avanti una Rivoluzione contro il Governo. In questo mondo distopico si muovono diversi personaggi. Poco o niente li accomuna, se non il passaggio nelle loro vite di un misterioso ragazzo di cui ignoriamo la storia, le origini, di cui ignoriamo tutto».
Marco Pezza attraversa sei diversi personaggi, alcuni grotteschi, altri volgari o glaciali, in questo giallo fatto di rivoluzionari, sadici, allenatori, organizzatori di incontri di boxe e divinità inaspettate. In scena un ring, che è simbolo della boxe ma anche metafora della condizione del protagonista del racconto, del quale tutti parlano, ma che si vedrà solo alla fine. Il Messicano. Orfano, straniero, costretto a combattere per sopravvivere.

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Parate e spettacoli in piazza, sotto “Il segno del Natale”. È il titolo della rassegna con cui Il Crogiuolo animerà le vie e le piazze del centro di Carbonia sabato 16 e domenica 17 dicembre, all’interno di un progetto realizzato con il patrocinio ed il contributo economico del comune di Carbonia che, come ha spiegato l’assessore della Cultura Sabrina Sabiu, «ha messo in campo una serie di eventi, molti dei quali destinati ai bambini, che attendono con trepidazione la festa più sentita dell’anno».
Domani, sabato 16 dicembre, si parte con SUL-CIRCUS TAM TAM, un corteo festoso che, dalle 9.30 alle 11.30, percorrerà Piazza Roma e via Gramsci.
“Babbo Natale e i doni scomparsi” è invece lo spettacolo che la compagnia del Crogiuolo presenterà domenica 17 dicembre nel parco di Villa Sulcis, alle ore 11.00, con ingresso gratuito. Il testo e la regia sono di Rita Atzeri, in scena Alessandra Leo, Antonio Luciano, Daniela Vitellaro e Marta Gessa.
Lo spettacolo è ambientato nel Polo Nord, nella casa di Babbo Natale. Il fermento è tanto, la vigilia si avvicina e ci sono ancora molti doni da preparare. Babbo Natale è impegnato nel tentativo di interpretare il desiderio di un bambino che, al posto della classica letterina, ha inviato un disegno. Purtroppo non si sente bene, un brutto raffreddore lo rende un po’ sordo, così fraintende spesso ciò che gli dicono gli gnomi Vanillina e Frollino. Anche Alfredo, la renna, per contagio, si ammala. Nella casa di Babbo Natale, intanto, succedono strani avvenimenti: giocattoli che si animano e rischiano di far cadere Babbo Natale; la manomissione degli omini di zenzero a cui vengono fatte facce tristi; la sostituzione dello zucchero con il pepe nell’impasto dei dolci e, come se non bastasse, la scomparsa dei doni da consegnare ai bambini! Il consulto con gli gnomi anziani per risolvere il caso non produce il risultato sperato, non resta quindi che chiedere aiuto alla Befana e ai bambini. Il loro compito sarà quello di tenere gli occhi bene aperti per aiutare Babbo Natale a ritrovare i doni, scoprire il significato del disegno e che cosa sta succedendo. Verranno poi invitati a visitare i centri commerciali naturali dei quartieri dove si tiene lo spettacolo per trovare, come in una caccia al tesoro, un pacco nel quale far arrivare i loro doni ai bambini che soffrono di atrofia muscolare spinale.

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Parate e spettacoli in piazza, sotto Il segno del Natale. E’ la ricetta, e il titolo, della mini rassegna con cui Il Crogiuolo animerà le vie e le piazze del centro, e non solo, di Cagliari, dal 13 al 23 dicembre, un progetto realizzato per l’assessorato comunale del Turismo e, insieme, un’iniziativa di solidarietà a favore delle famiglie SMA, i cui figli sono colpiti da atrofia muscolare spinale.

Domani, mercoledì 13, si parte con Babbo Natale e i suoi amici, un corteo chiassosamente festoso che, dalle 17.00, percorrerà le vie e le piazze del quartiere di Castello. La parata si ripeterà, sempre con inizio alle 17.00, snodandosi il 15 fra le strade della Marina, il 19 fra quelle di Villanova e il 22 dicembre nel quartiere di Sant’Elia.

Babbo Natale e i doni scomparsi è invece lo spettacolo che la compagnia del Crogiuolo presenta sabato 16 in Piazza Carlo Alberto, alle 17.00, e replicherà, sempre con lo stesso orario, il 17 in Piazza San Sepolcro, il 21 in piazza San Domenico ed il 23 dicembre al Lazzaretto di Sant’Elia. Il testo e la regia sono di Rita Atzeri, in scena Alessandra Leo, Antonio Luciano, Daniela Vitellaro e Marta Gessa.

Polo Nord, casa di Babbo Natale: il fermento è tanto, la vigilia si avvicina e ci sono ancora molti doni da preparare. Babbo Natale è impegnato nel tentativo di interpretare il desiderio di un bambino che al posto della classica letterina ha inviato un disegno. Purtroppo non si sente bene, un brutto raffreddore lo rende un po’ sordo, così fraintende spesso ciò che gli dicono gli gnomi Vanillina e Frollino. Anche Alfredo, la renna, per contagio, si ammala. Nella casa di Babbo Natale, intanto, succedono strani avvenimenti: giocattoli che si animano e rischiano di far cadere Babbo Natale; la manomissione degli omini di zenzero a cui vengono fatte facce tristi; la sostituzione dello zucchero con il pepe nell’impasto dei dolci e, come se non bastasse, la scomparsa dei doni da consegnare ai bambini! Il consulto con gli gnomi anziani per risolvere il caso non produce il risultato sperato, non resta quindi che chiedere aiuto alla Befana e ai bambini. Il loro compito sarà quello di tenere gli occhi bene aperti per aiutare Babbo Natale a ritrovare i doni, scoprire il significato del disegno e che cosa sta succedendo. Verranno poi invitati a visitare i centri commerciali naturali dei quartieri dove si tiene lo spettacolo per trovare, come in una caccia al tesoro, un pacco nel quale far arrivare i loro doni ai bambini che soffrono di atrofia muscolare spinale.