19 April, 2024
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Scorrendo l’elenco delle attività svolte dal Circolo culturale sardo “Logudoro” di Pavia nel corso degli anni 2011-2018 si rimane colpiti dall’intensità delle iniziative e dallo spessore che esse rivestono non solo per gli argomenti trattati, ma anche per i relatori e attori intervenuti.

Colpisce la varietà delle proposte che spaziano dalle conferenze per ricordare illustri personaggi della Sardegna, ai cori e ai cantanti solisti che hanno eseguito musiche e canti tradizionali, alla presentazione di nuovi scrittori, già affermati in campo nazionale, alla celebrazione dei 150 dell’Unità d’Italia, de “Sa Die de sa Sardigna”, e via dicendo.

Non si tralascia niente; tutto viene rappresentato in una cornice di sardità, che però non appare come in un contesto isolato, bensì, ricalcando il modello del villaggio globale, l’Isola rimane una piccola entità del mondo, in esso ben inserita e partecipe.

Ci si può domandare del perché di questo tipo di iniziative e non di altre; la domanda non sembri retorica: la risposta è che noi abbiamo bisogno di queste cose perché alto è il sentimento della nostra identità e quindi il desiderio di mantenerla e coltivarla attraverso i canali che più di altri rafforzano questo tipo di connotazione.

Le iniziative, che hanno prevalentemente carattere culturale, non si confermano quindi come esclusive e riservate a una ristretta élite di intellettuali; esse sono dirette e coinvolgono tutti, anche i non sardi, che peraltro nel nostro Circolo sono discretamente rappresentati a cominciare dal Consiglio Direttivo dove un componente è un “continentale” che ha trascorso in Sardegna molta parte della sua attività professionale.

Mi è doveroso ricordare che così alti risultati nel periodo 2011-2018 si sono ottenuti grazie al presidente che mi ha preceduto, il dott. Gesuino Piga, a cui va il mio sincero ringraziamento per avermi lasciato in eredità il tracciato di una strada molto ben definita e percorribile per lunghi anni ancora.

Quale è il nostro auspicio per il futuro? Le parole d’ordine sono migliorare e innovare, ma noi abbiamo un altro desiderio preminente; oltre a rafforzare la rete con le realtà socio-culturali presenti nel territorio, vogliamo in particolare riuscire a coinvolgere i sardi di seconda e terza generazione che all’interno del nostro Circolo non sono purtroppo molto presenti.

Questa è la sfida che ci proponiamo; non sarà facile, ma ci proveremo.

GESUINO PIGA, presidente onorario del Circolo “Logudoro”

FILIPPO SOGGIU, presidente emerito del Circolo “Logudoro” e della Federazione delle Associazioni Sarde in Italia (F.A.S.I.)

A testimonianza della feconda attività del nostro sodalizio è sufficiente rifarsi alla testimonianza costituita dalla documentazione raccolta dall’accorto e abile nostro Paolo Pulina a partire dagli esordi dell’Associazione: sfogliandola appare evidente che il Circolo è stato puntualmente fedele ai princìpi costitutivi della legge istitutiva (L.R. n. 7/1991), non solo come luogo di semplice, nostalgica aggregazione de “is sterraus”, ma di accorti e impegnati sodali, animati dal desiderio di recuperare e contribuire allo sviluppo della loro Piccola Patria Isolana.

Viene, pertanto, ad osservarsi il percorso seguito dal nostro Circolo durante i suoi “quasi 40 anni di esistenza”; a partire da quando, con lungimiranza, Paolo Pulina provvide alla raccolta puntuale ed all’assemblaggio di ogni documentazione, ufficiale o meno, che comunque facesse riferimento al sodalizio: articoli di giornale come di ogni altro scritto valido alla bisogna. Ciò ha avuto luogo fino alla cesura costituita dalla prima panoramica (2010) concernente i primi “Trent’anni di attività”, compendio che abbraccia e riepiloga il periodo tra il 1982 e il 2010.

Il periodo successivo costituisce l’oggetto della presente raccolta, che coincide col cambio di indirizzo che verrà impresso dal rinnovo delle cariche sociali avvenuto nel 2018: dopo i 16 anni continuativi della Presidenza di Filippo Soggiu e gli ulteriori 20 della Presidenza di Gesuino Piga. Fra quei due lunghi periodi si può riscontrare una ideale continuità d’azione e di programma, tesa originariamente a consolidare la nuova creatura, e in un secondo tempo anche, e soprattutto, a ricercare una prospettiva per l’affermazione ideologica e culturale della stessa. Di talché il Circolo Culturale Sardo “Logudoro” può dirsi, senza tema di smentita, che abbia sviluppato un ruolo fondamentale, segnando la via e l’indirizzo ideologico in modo da segnare l’esistenza stessa del Mondo dell’Emigrazione organizzata.

Ciò è stato possibile non solo per merito degli esponenti del sodalizio, ma di tutti coloro che si sono con essi associati nell’impegno, con trasporto, lealtà e lungimiranza, come a voler riscattare avvenimenti che li avevano estraniati e umiliati. Si può ben dire, pertanto, che in tale circostanza sono riemerse e si sono confermate nella loro integrità le doti di carattere tipiche della nostra stirpe: impegno, tenacia, riservatezza, lealtà, laboriosità, ma soprattutto aderenza e fede nel proprio carattere di “sardità”.

Si è in presenza di un quadro abbastanza esaustivo di quanto impegno, fatica e tenacia ma anche di intelligenza siano stati dimostrati dal nostro Popolo, che risulta ormai impegnato nell’affermare la propria personalità, impegno gratificato dalla solidarietà e dal rispetto delle popolazioni che li hanno ospitati, in genere sin dall’inizio.

L’azione sociale all’interno del sodalizio è stata caratterizzata da iniziative coerenti col carattere associazionistico dello stesso, normalmente ispirate dal folclore della Sardegna, ma anche dalle riflessioni tratte dalla nostra storia, dal ricordo di eventi e di personaggi caratteristici che l’hanno segnata, oltre ad essere ritmata dalla costante partecipazione alle iniziative, a livello sia di Circoscrizione, come di Federazione. Ampia anche l’opera di divulgazione volta in particolare a far conoscere gli specifici aspetti della nostra cultura e delle nostre tradizioni all’opinione pubblica cittadina, il tutto consolidando i vincoli di amicizia e solidarietà che ormai intercorrono stabilmente fra la nostra Comunità e la Cittadinanza pavese.

***

Nota. Nel periodo qui preso in considerazione, anni 2011-2018, i segnali di incertezze economiche si sono amplificati e trasformati in una irrefrenabile crisi che ha investito progressivamente tutto il pianeta con effetti devastanti. La già fragile economia isolana ne ha subìto terribili ripercussioni, essendo stata colta, per di più, nella delicata fase del trapasso da un regime marcatamente conservatore ad altro di più ampie aperture progressiste, impattando, pertanto, nel pieno di un mutamento radicale del quadro ideologico e politico-istituzionale. Per un tempo abbastanza lungo, si è paventato che si rendesse necessario di intervenire e modificare il regime della legislazione regionale sull’Emigrazione, vanto appunto della legislazione politico-sociale della Regione Autonoma della Sardegna. Fortunatamente, pur con comprensibile lentezza, le cose sono andate sistemandosi ed anche i bilanci sono andati assestandosi, e anche  il flusso dei contributi previsti per le iniziative regionali ha ripreso a scorrere con una certa regolarità.

PAOLO PULINA

– vicepresidente vicario del Circolo culturale sardo “Logudoro”

– vicepresidente e responsabile Cultura/Informazione della Federazione delle Associazioni Sarde in Italia (F.A.S.I.)

Nella prefazione alle tre pubblicazioni che ho curato per il Circolo culturale sardo “Logudoro” di Pavia per documentare dettagliatamente le attività da esso realizzate a partire dall’anno di istituzione ufficiale del nostro sodalizio, cioè dal 1982:   

1) Dieci anni di attività 1982-1991, Pavia, Antares, 1991, 192 pagine di rassegna stampa, ill.;

2) tre volumi di rassegna stampa (per oltre 500 pagine) riferiti alle iniziative del nostro Circolo nel decennio 1992-2001;

3)Trent’anni di attività, 1982-2010, a cura di Gesuino Piga e Paolo Pulina, Pavia, Nuova Tipografia Popolare, 2010, pagine 64, ill.;

ho espresso la mia ferma convinzione che «ciascuna comunità – anche la più piccola e marginale – deve preoccuparsi di conservare, preservare e valorizzare i documenti relativi alla propria attività».

Fondamentale, a questo scopo, è l’approntamento di una agile pubblicazione a stampa  (quello che ho chiamato «archivio portatile») che diventa sicuro riferimento per riepilogare i dati essenziali anno per anno ma anche per aggregare, in scrupoloso ordine cronologico, la documentazione depositata nell’archivio fisso – e di ben più pesante ingombro – di un’Associazione, di una Comunità, di un Circolo.    

L’attuale Consiglio Direttivo del Circolo, condividendo anch’esso questo principio metodologico, mi ha affidato l’incarico di aggiornare il nostro archivio documentario a stampa (quindi «portatile») raccogliendo in forma sintetica ma esauriente tutte le informazioni riguardanti le iniziative realizzate dal Circolo dall’anno 2011 fino all’anno 2018 compreso.

Portato a termine il lavoro, il mio primo suggerimento – rivolto ai Soci ma anche agli altri lettori  “esterni” – è che essi recuperino nella propria libreria domestica il volume Trent’anni di attività, 1982-2010 e risfoglino non solo le introduzioni di Filippo Soggiu, di Gesuino Piga e del sottoscritto ma anche le restanti pagine con l’elenco minuzioso delle nostre manifestazioni.

Sarà un esercizio della memoria che consentirà di apprezzare meglio questo seguito della storia (arricchita questa volta anche da una significativa appendice fotografica). A questa storia spetta a noi tutti assicurare un futuro all’altezza di quanto realizzato nei 36 anni 1982-2018, cioè in un lungo arco temporale passato di cui possiamo essere legittimamente orgogliosi sia per la quantità delle proposte offerte ai Soci e ai cittadini di Pavia sia per la qualità di esse.

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Il Circolo Culturale Sardo “Logudoro” di Pavia, nel pomeriggio di sabato 22 settembre 2018, nella sede sociale, ha presentato il libro-intervista con Manlio Brigaglia “Tutti i libri che ho fatto”, pubblicato postumo a cura di Salvatore Tola e Sandro Ruju presso le edizioni Mediando di Sassari.

Ed è stato proprio Salvatore Tola l’ospite d’onore per questa commemorazione celebrativa del professor Manlio Brigaglia (Tempio Pausania, 12 gennaio 1929 – Sassari, 10 maggio 2018), doverosa indiscutibilmente nei confronti di una delle figure più rappresentative dell’intellettualità sarda del secondo Novecento e del primo decennio del Terzo Millennio.

Non poteva peraltro esimersi da un ricordo riconoscente il mondo dell’emigrazione, al quale Manlio Brigaglia è sempre stato vicino sia come firma di prestigio del mensile “Il Messaggero Sardo” (con articoli divulgativi che hanno fatto conoscere gli eventi e i personaggi più significativi della storia sarda anche a sos chi non aiant istudiadu), sia come oratore affascinante in occasione di iniziative culturali dei Circoli della Lega Sarda poi Federazione delle Associazioni Sarde in Italia (F.A.S.I.).

Manlio Brigaglia ha espresso la sua solidarietà agli emigrati  per tutte le loro battaglie (pro sa limba; contro le scorie nucleari; per la continuità territoriale; per il riconoscimento dell’insularità) e in occasione dei Congressi della federazione dei circoli sardi dell’Italia continentale non ha mai fatto mancare un suo messaggio di incoraggiamento.

Con Pavia Manlio Brigaglia ha avuto un legame particolare, testimoniato da quanto ha scritto nella presentazione del libro di Gianni De Candia: “Sardegna: la grande diaspora. Memorie e ricordi dei 40 anni della cooperativa ‘Messaggero sardo’, 1974-2014” (Sassari, Delfino, 2016).

«L’insegnamento e altri impegni mi hanno impedito di accettare molti degli inviti che mi venivano rivolti dai circoli degli emigrati sardi. Invidiavo il mio amico Tito Orrù, che da Cagliari volava dappertutto ogni volta che lo chiamavano: gli invidiavo quello spirito di servizio che la gente gli riconosceva riconoscente. Credo che nessun sardo di quelli  che stavano in Sardegna e andavano nei circoli sia mai stato tanto voluto bene quanto lui. Praticamente ho finito per andare quasi soltanto al Circolo “Logudoro” di Pavia, quando presidente della FASI (Federazione delle Associazioni Sarde in Italia) era Filippo Soggiu, che abitava proprio lì a Pavia. In realtà ci andavo chiamato come a un obbligo da Paolo Pulina, prima grande organizzatore di manifestazioni nel circolo, poi eletto a responsabile nazionale per i problemi della cultura. Paolo Pulina, ploaghese di nascita e di affetti (difficile dimenticarsene con tutti i libri e le pagine di storia e memorie che ci ha scritto sopra) era stato mio alunno al Liceo “Azuni” di Sassari alla metà degli Anni Sessanta. Nei primi mesi lavorava sui libri con una durezza d’impegno che ricordava la fatica di chi lavora la terra. L’intelligenza, motore di quell’indomabile afficcu, lo portò a buoni risultati scolastici sassaresi e l’accompagnò agli studi milanesi in via Festa del Perdono nei “meravigliosi” anni dei grandi movimenti studenteschi. Laureato in Lettere, lo ritrovai (anche se non ci eravamo mai persi di telefono) funzionario del Sistema bibliotecario della Provincia di Pavia. Con lui ho ritrovato, andando a Pavia, Gesuino Piga, a lungo anche presidente del circolo, che ricordavo autorevole direttore amministrativo dell’Università di Cagliari e grande amico del mio maestro Alberto Boscolo. A Pavia, l’inesauribile fantasia e, perché no, lo speciale attaccamento alla sua terra suggerivano a Pulina convegni e iniziative a nastro, tutti targati Sardegna. Pavia dovrebbero farla, per questo, una specie di città onoraria dell’emigrazione sarda. Qui del resto veniva spesso Tito Orrù, ispirato forse anche dall’aura risorgimentale che si respira nella città dei Cairoli.»

Dopo i saluti della presidente del “Logudoro” Paola Pisano, orgogliosa di poter onorare la memoria di una personalità così importante per la cultura sarda, ha preso la parola  Salvatore Tola, che dagli inizi degli anni Settanta del Novecento è stato il più stretto collaboratore di Manlio Brigaglia.

Il relatore ha sottolineato il fatto che «spesso intento a rivedere dattiloscritti e bozze che gli venivano affidati e impegnato a tutto campo sul fronte culturale, Manlio Brigaglia ha lasciato pochi e scarni scritti autobiografici. Per fortuna questa intervista (svolta a più riprese e da lui attentamente rielaborata fino agli ultimi giorni) getta luce sulla sua attività di collaboratore di riviste e giornali e, soprattutto, di “facitore” di libri. Attraverso questa lunga testimonianza, che pure non affronta altri aspetti importanti della sua vita di studioso e di insegnante, emerge il quadro di una complessa personalità di uomo di cultura e anche, più semplicemente, di uomo».

Salvatore Tola ha raccontato numerosi divertenti aneddoti riferiti alla sua pluridecennale frequentazione con il professore che gli hanno permesso di conoscerlo come grande uomo, esempio straordinario certamente di impegno culturale e moralità, ma anche campione per doti di spirito (per questo volume aveva concepito il sottotitolo: “Storia di uno che voleva fare l’editore ed è finito correttore di bozze”), la cui capacità affabulatoria era proverbialmente nota e attirava masse di ascoltatori  perché era condita con gli ingredienti di una verve inimitabile.

Salvatore Tola ha voluto soffermarsi su una delle tante opere cui Manlio Brigaglia ha legato il suo nome e che a Lui era particolarmente cara: “L’Enciclopedia della Sardegna” in tre poderosi volumi (PaoloPulina ha ricordato che, presentandola, Manlio Brigaglia aveva usato questo “comincio”: «“Questo l’ho fatto io”, come dice il titolo di una famosa rubrica della “Settimana enigmistica”»).

Ha detto Salvatore Tola: «Gli interessi del prof. Manlio Brigaglia erano sempre concentrati sulla Sardegna, la sua storia in primo luogo, ma poi anche tutti gli altri aspetti, dall’economia alle tradizioni, al paesaggio, al crescente sviluppo turistico. Fu da questa conoscenza capillare che nacque in lui l’idea di distribuirla, insieme a una squadra di bravi collaboratori, in una vera e propria enciclopedia: un’opera che, uscita in tre volumi tra il 1982 e il 1988 (concepita e curata da lui in collaborazione con i suoi allievi Antonello Mattone e Guido Melis, pubblicata dalle Edizioni Della Torre), può essere considerata il suo capolavoro nel campo della divulgazione. Non si tratta di un dizionario enciclopedico ma di un’opera a temi: i diversi aspetti dell’isola sono esposti in 156 saggi organicamente accostati e organizzati. Tutti i pezzi sono stati sottoposti a quel lavoro di revisione del quale era grande specialista: sempre con l’intento primario di renderli quanto più possibile leggibili».

Assente, perché ancora in Sardegna, Filippo Soggiu, presidente emerito del “Logudoro” e della FASI, dopo quello di Salvatore Tola sono seguiti altri intervenuti.

Il presidente onorario del “Logudoro”, Gesuino Piga ha ricordato la comune amicizia sua e di Manlio Brigaglia con il professor Alberto Boscolo ed il sentimento che lo ha sempre accomunato a Manlio Brigaglia per le sorti della Sardegna e per la necessità del riscatto economico e sociale dell’Isola.

Il professor Ettore Cau (che è stato docente di Paleografia e poi anche Preside per un anno della Facoltà di Magistero a Sassari nel periodo 1976-1980) ha rievocato i tempi in cui è stato frequentatore assiduo sia del prof. Brigaglia sia del comune amico, il gesuita prof. Raimondo Turtas, autore di una monumentale “Storia della Chiesa in Sardegna”.

Un ricordo è stato portato anche dal prof. Lucio Casali, pavese amante della Sardegna (fa parte della commissione cultura del “Logudoro”) e da Antonello Argiolas (presidente onorario  del Circolo “Grazia Deledda” di Magenta e componente del Comitato Esecutivo della FASI).

Paolo Pulina ha distribuito ai presenti copia del suo articolo apparso su questo sito: https://www.laprovinciadelsulcisiglesiente.com/2018/07/il-libro-postumo-di-manlio-brigaglia-curato-da-salvatore-tola-e-sandro-ruju/

Edoardo Ruiu

edf

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Gesuino Piga, presidente del “Logudoro”, a nome di tutti i soci, ha consegnato a Filippo Soggiu, per il suo 90° compleanno, una targa con questo testo: «A Filippo Soggiu, promotore e a lungo primo Presidente del Circolo culturale sardo “Logudoro” di Pavia, del quale ha, fra l’altro, incoraggiato l’esemplare attività culturale;  Presidente emerito della F.A.S.I. (Federazione delle Associazioni Sarde in Italia), che ha guidato con capacità e sagacia per nove anni contribuendo  alla affermazione del mondo dell’emigrazione organizzata; propugnatore tenace e energico del diritto del popolo sardo al riconoscimento della contiguità con l’isola madre, per consentire a questa il superamento dello svantaggio dell’insularità, e favorirne lo sviluppo sociale ed economico nel rispetto e nella salvaguardia della propria unicità morale e culturale».

Il cav. Michele Salvemini, presidente dell’Associazione Nazionale Polizia di Stato-Sezione di Pavia, ha consegnato al festeggiato una targa con questo testo: «A nome di tutta l’Associazione di Polizia, ringrazio Filippo Soggiu, presidente onorario del Circolo “Logudoro” e presidente emerito della F.A.S.I., per l’impegno profuso nell’organizzazione e nel sostegno dei Suoi compiti istituzionali, nonché per l’onore che ha sempre assicurato agli appartenenti alla Polizia di Stato di far parte del Suo Sodalizio»