6 May, 2024
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La rivolta ha un unico volto: l’uomo e la donna del Sulcis rivendicano la propria dignità attraverso un’identità persa!

Il sole la fa da padrone suoi volti ormai stanchi di chi, stamane alle nove, era già in fermento per organizzare una spedizione verso un «modo più equo di stare al mondo».

Osservo le persone che ancora sono presenti in piazza, sono quasi le tredici, un gruppetto di giovani è seduto per terra in cerchio, uno poco più in là chiacchiera, tre stan sopra il tetto del vecchio dopolavoro e con un megafono continuano a dire qualche parola inerente alla manifestazione che volge al termine… scatto delle foto e poi mi fermo a parlare con loro.

Sono esausti, desiderosi di rientrare a casa, ma decidono di rilasciarmi un’intervista… eccola, e a voi il compito di tirare le somme di un momento decisivo per «la rivendicazione della propria dignità attraverso un’identità persa».

Maurizio Sanna arriva da San Giovanni Suergiu, è il rappresentante dei giovani che, nel 2008, hanno dato vita ad un comitato spontaneo, formato dai figli della crisi, da ex rappresentanti d’istituto. Maurizio è diplomato al Liceo Artistico di Iglesias, ma non ha ancora trovato un lavoro. Mi presenta Ivan Sais, un ex studente di Villamassargia. I due mostrano un carattere ed un approccio molto diversi tra loro: Maurizio sembra pacato mentre Ivan appare come più adirato, anche lui è disoccupato, nonostante si sia diplomato, hanno entrambi circa 28 anni e sono lì a chiedere quel qualcosa di negato a tanti giovani in Italia, a tanti ragazzi in Sardegna ma, in particolar modo a tanti uomini e donne del Sulcis Iglesiente, la provincia più povera del nostro tanto amato Stivale.

Ivan forse, a suo dire, diventerà il “pensionato delle lotte del territorio”… ed io sorridendo aggiungo: «In fondo è giusto che ci siano nuove facce, nuovi volti che combattano uniti in un fronte comune per il raggiungimento dello stesso obiettivo», e anche Ivano e Maurizio ne sono convinti.

Poi continuano a raccontare… stamane chiassosi e determinati, avevano una voglia tremenda di portare a casa “i fatti”, sono preoccupati per il loro futuro, si vergognano di appartenere alla provincia più povera d’Italia, sono pronti a tutto pur di raggiungere la meta, perché i loro genitori ed ancora prima i loro nonni in questo ci hanno creduto, ora soffrono insieme ai loro figli e ai loro nipoti. A Maurizio ed Ivan e non solo a loro, bensì a tutti i nostri giovani, non interessa una politica che esiste già, loro vogliono, pretendono e gridano a gran voce il volere una politica nuova, per il rilancio del territorio stretto ormai in un sepolcro.

Si avvicina Daniele Corrias, è stanco, stremato, ma si ferma ugualmente con noi… è il rappresentante d’istituto della scuola superiore IPIA di Carbonia.

«Stamane, quando sono arrivato ero “un po’ così…”, ora sono un pochino più speranzoso, più fiducioso… certo avrei voluto vedere in piazza più disoccupati, più alunni…più artigiani e magari anche più commercianti, spero che tutti possano comprendere l’importanza della protesta ed unirsi al più presto alla battaglia».

Cosa avete chiesto al sindaco di Carbonia, Giuseppe Casti?

Semplicemente di unirsi a noi…

E cosa si è rivelato propenso a fare, «per voi e con voi?»

Ci ha ascoltato e si è messo subito all’opera per produrre, insieme ad un gruppo di rappresentanti, un documento da indirizzare all’attenzione del governatore Francesco Pigliaru e del presidente del Consiglio Matteo Renzi.

Alla vostra attenzione rimetto integralmente il testo del volantino distribuito in occasione della manifestazione…

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Che altro dire se non fate sentire le vostre voci… non lasciamoci morire senza neanche provare a combattere ma… una cosa, anzi alcune non dobbiamo dimenticare: tenere i toni pacati, non mostrarsi aggressivi, non ricorrere alla forza, non far della giusta protesta un modo per passare dalla ragione al torto. Non insultare, chi forse non compie appieno il proprio dovere, ma invitarlo a riflettere per raggiungere insieme la giusta meta… non lanciare accuse o ingiurie ma ragionare e trovare una soluzione oggi per noi tutti e domani per i nostri bambini e le nostre bambine… il futuro del territorio forgiamolo insieme… UNITI NELLA LOTTA.

Nadia Pische

nadiapische@tiscali.it

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«Il presidente Pigliaru deve fare di tutto per impedire che Ryanair lasci la Sardegna ed Alghero in particolare. I dati dimostrano che la presenza di questo vettore low cost ha quadruplicato in pochi anni il movimento passeggeri da e per la Sardegna, con ricadute importantissime per l’economia di territori basata sul turismo in cui operano centinaia di attività produttive e per la mobilità dei sardi.»

Lo ha detto Antonello Peru, consigliere regionale di Forza Italia.

«In questo momento di grave crisi economica, inoltre, non basta fare di tutto ma bisogna farlo adesso perché, dopo l’annuncio della compagnia di lasciare la Sardegna il prossimo 31 ottobre, “il domani è già cominciato” e rischia di travolgerci. Le soluzioni ci sono, sono compatibili con la normativa dell’Unione europea e possono contare anche su risorse aggiuntive. La Regione ed il presidente Pigliaru in particolare – ha concluso Peru -, non hanno alternative rispetto ad un intervento immediato, concreto, e decisivo.»

«Rispediamo al mittente le accuse che il centrodestra rivolge alla Giunta regionale sulle politiche dei trasporti. È un attacco totalmente infondato. Se c’è qualcuno che ha fatto danni nel sistema dei trasporti sardi, questo è l’ex presidente Cappellacci». Il capogruppo SDL, Roberto Desini, si schiera con il presidente Francesco Pigliaru e con l’assessore Massimo Deiana, attaccati dall’opposizione in seguito all’annuncio della compagnia aerea Ryanair della chiusura della base di Alghero, dal prossimo autunno.

«Non ho dubbi che il presidente Pigliaru e l’assessore Deiana faranno tutto il possibile per trattenere in Sardegna la compagnia irlandese e i collegamenti che questa effettua fra l’Isola e l’Europa – spiega Desini -. Di sicuro tutti i tentativi di mediazione e tutte le strategie che saranno messe in campo, saranno portate avanti nel pieno rispetto delle leggi, senza assumere alcun provvedimento che possa affondare la Sardegna così come Cappellacci ha affondato la flotta sarda».

 

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Consiglio regionale 16

Il Consiglio regionale ha approvato un ordine del giorno, con i voti della maggioranza di centrosinistra, che certifica la chiusura della “Vertenza entrate” con lo Stato.

L’accordo sulla “Vertenza entrate” si chiude per sempre dopo 10 anni e diventa una legge certa, con regole scritte e precise che valgono per la Sardegna e per lo Stato e che riconoscono pienamente tutto quanto rivendicato grazie all’approvazione delle norme di attuazione dell’articolo 8 dello Statuto – quello che elenca tutte le entrate che spettano alla Sardegna incluse quelle oggetto del contenzioso – da parte della Commissione paritetica Stato-Regione per l’attuazione dello Statuto speciale. Adesso l’ultimo sigillo spetta, attraverso una presa d’atto, al Consiglio dei ministri.

«Abbiamo mantenuto la promessa fatta ai nostri cittadini chiudendo definitivamente una vicenda rimasta in sospeso troppo a lungo – commenta il presidente Francesco Pigliaru -. Era tempo di archiviare un lavoro cominciato nel 2006, quando emerse una situazione di completa disattenzione nell’applicazione dello Statuto della Sardegna. E adesso, in pochissimo tempo e lavorando duramente, la nostra Giunta ha chiuso definitivamente la partita. L’abbiamo chiusa per sempre: voglio infatti ricordare che non solo abbiamo finalmente definito una quantificazione certa delle entrate dovute alla Sardegna, ma grazie anche all’impegno della Commissione paritetica abbiamo scritto e concordato regole che chiudono la vertenza e danno certezza assoluta per il futuro. Questo significa che, se nel 2006 ottenemmo la scrittura di un articolo 8 molto più favorevole per il nostro regime delle entrate, oggi grazie a quelle regole – che accolgono in pieno tutte le nostre richieste – nessuno potrà mai più mettere in dubbio i nostri diritti”.»

Il presidente Pigliaru evidenzia poi la novità contenuta nell’articolo 2, ovvero la possibilità di inversione del gettito fiscale. «Significa che, dopo un accordo con l’Agenzia delle Entrate, la parte delle compartecipazioni erariali che spetta alla Sardegna non sarà più versata a Roma per poi tornare nell’Isola ma resterà direttamente e immediatamente disponibile nelle casse regionali».
La vicenda è iniziata nel 2006 con l’accordo Soru-Prodi che, recepito nella legge 296, modificava l’articolo 8 dello Statuto riconoscendo alla Regione nuove e maggiori entrate tributarie. Lo Stato, grazie a quell’accordo, aveva riconosciuto alla Sardegna, con una nuova formulazione statutaria, 5 miliardi e 800 milioni circa di entrate a regime dal 2010. Ma il percorso non era concluso: erano rimaste infatti in sospeso – rivendicate dalla Sardegna ma non riconosciute dallo Stato durante tutta la precedente legislatura, non essendo state approvate le norme di attuazione – alcune voci sulle quali non si riusciva a trovare un metodo condiviso di quantificazione, e cioè Ires maturata, giochi, riserve matematiche, redditi di capitale. A dicembre scorso queste voci sono state invece pienamente riconosciute e saranno per sempre versate nelle casse della Sardegna, garantendo assoluta sicurezza sulle entrate finora controverse, circa 130 milioni di euro all’anno, e il riconoscimento di tutti gli arretrati, 900 milioni di cui 300 già versati a gennaio 2015, i primi che la Sardegna è riuscita a incassare dal 2010. Un altro importante risultato è che lo Stato non potrà tenere per sé le riserve erariali della Sardegna per fare cassa, se non in caso di eventi eccezionali e imprevedibili, un terremoto per esempio, che rendano necessario ricorrere a risorse straordinarie.

Il confronto con lo Stato ha avuto un’accelerata nell’ultimo anno, con un lavoro costantemente condiviso con Palazzo Chigi, il ministero dell’Economia e delle Finanze e la Ragioneria dello Stato, e con il sostegno del Consiglio regionale che nella vicenda ha sempre avuto un ruolo importante.

«Non è stato facile ma alla fine abbiamo portato a casa il massimo: abbiamo ottenuto tutto quanto avevamo chiesto, non un solo euro in meno, compresa la rateizzazione degli arretrati in 4 anni e non in 10 dei 900 milioni di arretrati – sottolinea l’assessore della Programmazione e del Bilancio Raffaele Paci -. Dalla nostra parte avevamo le norme con la sentenza della Corte Costituzionale del 2012 e un Governo da subito disponibile al confronto. Poi certo è servita una paziente e a tratti dura contrattazione politica, ma alla fine il risultato ci premia, anzi premia la Sardegna e i sardi. Perché vengono riconosciuti i diritti di tutti i sardi e perché adesso abbiamo certezza delle nostre risorse che potranno essere utilizzate in totale autonomia dalla Regione per migliorare la qualità della vita dei cittadini, rafforzare e cogliere nuove opportunità di sviluppo e lavoro. È un risultato storico, concreto, che cancella qualunque incertezza per il presente e per il futuro.»

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Il presidente della Regione Francesco Pigliaru, accogliendo le richieste dei sindaci, ha convocato i primi cittadini del Sulcis Iglesiente e i sindacati per discutere delle problematiche relative alle vertenze ancora aperte. Lo stato di avanzamento del Piano Sulcis, illustrato nei giorni scorsi dal coordinatore Salvatore Cherchi e con una dote di 620 milioni di euro, è un fatto positivo e molto importante per il territorio e i suoi abitanti. A oggi restano ancora aperte vertenze importanti come quella dell’Alcoa, dell’Eurallumina e dell’ex Ila alle cui risoluzioni è legato il futuro di migliaia di lavoratori. Come rimarcato da tempo dagli stessi sindaci, è necessario predisporre un cronoprogramma per affrontare i diversi argomenti.

Per questo motivo, e mettendo al bando qualsiasi tipo di eventuale e ipotetico spirito campanilistico, come rappresentanti delle due città capoluogo rimarchiamo la necessità di istituire immediatamente un tavolo permanente di lavoro.

Giuseppe Casti sindaco di Carbonia e presidente Consiglio autonomie locali

Emilio Gariazzo sindaco di Iglesias

Giuseppe Casti, Maria Marongiu ed Emilio Gariazzo

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Search engine friendly contentDopo anni di attesa, la Sardegna ha finalmente un Piano energetico. Si tratta di un passaggio fondamentale per costruire il futuro industriale ed economico dell’Isola. La Giunta regionale ha approvato il tanto atteso strumento ieri pomeriggio, su proposta dell’assessore dell’Industria, Maria Grazia Piras. Il Piano energetico disegna un nuovo modello energetico per l’Isola, fino al 2030, con l’obiettivo di ridurre drasticamente le emissioni di CO2 associate ai consumi, abbattere i costi della bolletta per i cittadini, rendere più competitive le imprese e favorire l’occupazione.
Sono 4 i pilastri sui quali si regge il PEARS. Innanzitutto, la modernizzazione del sistema energetico che si concretizza nel passaggio da un modello centralizzato a uno distribuito, integrato, interconnesso e sostenibile. Il futuro sono le smart grid a livello locale e le isole energetiche per promuovere l’autoconsumo, abbattere i costi e creare così vantaggi per cittadini e imprese. Poi c’è la metanizzazione. L’assenza di gas naturale costa alla Sardegna 400 milioni di euro all’anno. Il Piano delinea la strada verso il metano: certezza dell’offerta, tariffa equiparata a quella nazionale e, soprattutto, tempi rapidi. Il terzo pilastro è il risparmio energetico. La riduzione dei consumi, la mobilità elettrica e l’efficientamento del patrimonio pubblico e privato equivalgono a una vera e propria fonte energetica. Infine, i ruoli e le competenze. In primo luogo il ruolo della Regione, chiamata a gestire in maniera integrata non solo il sistema dell’energia ma anche le risorse idriche, i rifiuti e la mobilità; quindi i Comuni che avranno il compito di pianificare i modelli energetici locali, le cosiddette smart city e smart community.
«E’ un progetto e un obiettivo ambiziosi. Tutta Europa parla di energia, è argomento essenziale in questo momento storico: parlare di energia significa parlare di benessere», queste le parole del presidente della Regione, Francesco Pigliaru a commento dell’approvazione del Piano.
«Non a caso il Comitato delle Regioni dell’Unione Europa mette insieme, nella stessa Commissione, energia e ambiente» ha aggiunto Francesco Pigliaru, che proprio della Commissione ENVE è presidente, citando gli esiti della Cop21 di Parigi. «Lì abbiamo portato la posizione dei territori, che chiedono la riduzione del 50% delle emissioni nocive. Noi cerchiamo di raggiungere questa cifra, mentre i governi d’Europa si fermano al 40%. Un obiettivo per noi ancora più ambizioso, se consideriamo che abbiamo ereditato un modo vecchio di produrre energia basato sul carbone. Per questo la proposta di oggi è una vera svolta di sviluppo. In un mondo in cui l’energia è sempre più strettamente legata a internet, allo sharing, alle politiche di condivisione – ha detto ancora il presidente Pigliaru – puntiamo a ottenere una leadership tecnologica, Non stiamo parlando di generici scenari futuri, ma di cose che si vanno a concretizzare nell’intreccio tra il vecchio e il nuovo sistema energetico. Passiamo da un tempo in cui qualcuno produceva tanta energia in un unico luogo, poi la distribuiva attraverso una grandissima rete con costi altrettanto grandi, a una visione autosufficiente in cui è dominante, grazie alla tecnologia, il modello locale, con il conseguente abbattimento dei costi.»
«E’ uno strumento di crescita economica e sociale – dice l’assessore dell’Industria, Maria Grazia Piras -. È un Piano coraggioso, europeo e innovativo. La Sardegna avrà un sistema all’avanguardia, se possibile anche più moderno rispetto alle strategie individuate dall’Unione Europea per il 2030-2050. Non solo accettiamo la sfida comunitaria – ha detto l’assessore Piras – ma rilanciamo con scelte importanti sulla riduzione delle emissioni climalteranti, sull’efficientamento del sistema, la sicurezza e l’integrazione del consumo con la produzione. La Regione – ha aggiunto l’assessore dell’Industria – si sta dotando di uno strumento di crescita economica e sociale che sarà di supporto fondamentale alle attività produttive per abbattere i costi di produzione e aumentare così l’occupazione. Tutto ciò, inoltre, sarà in equilibrio con le politiche di tutela ambientale. Responsabilità di governo – ha concluso l’assessore Piras – significa anche gestire la transizione. Ecco perché il passaggio dal vecchio al nuovo modello energetico sarà perseguito assicurando efficienza, stabilità, risultati economici delle imprese e convenienza per le famiglie».
Con l’adozione del Piano e della proposta tecnica si apre anche l’iter amministrativo con l’avvio della procedura di Valutazione Ambientale Strategica. Nelle prossime settimane si terranno gli incontri per la consultazione con le parti sociali, le associazioni ambientaliste e i territori.

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Elio Cancedda_AssembleaGeneraleMovimentoPartiteIva-17gen2016

Sarà un inverno molto caldo quello del Sulcis Iglesiente, dal 1 Febbraio riparte la mobilitazione generale e popolare che vede tra i suoi artefici oltre le organizzazioni Sindacali Cisl, Cisal, Fismic, Consal, anche il Movimento Partite Iva Sulcis Iglesiente, artigiani e commercianti, agricoltori, pastori, pescatori, Movimento Sardegna Zona Franca, Movimento studenti, Movimento disoccupati, ed altri movimenti, gruppi e comitati dei diversi settori della società civile.

Martedì scorso è stata trasmessa una lettera al presidente del Consiglio, Matteo Renzi; al Presidente della Regione Sardegna, Francesco Pigliaru; e al prefetto di Cagliari, Giuliana Perrotta, per sollecitare un tavolo di confronto tra Governo, Regione e forze sociali promotrici della mobilitazione, per portare a soluzione la drammatica situazione economica e di degrado sociale vissuta nel Sulcis Iglesiente.

«Abbiamo sempre sostenuto che il grande tema della crisi nel nostro territorio è fondamentalmente legato alla diffusa condizione di precarietà economica delle famiglie – dice Elio Cancedda, recentemente eletto presidente del Movimento Partite Iva -. La disamina dei principali indicatori economici evidenzia una dilagante disoccupazione generale che interessa oltre 37 mila persone su una popolazione generale di 128 mila abitanti, il 74% dei giovani non ha lavoro, gli studenti non hanno alcuna prospettiva occupazionale; gli indici di povertà estrema, che fanno riferimento alle famiglie assistite dalle Caritas diocesane, nonché alle liste delle famiglie assistite dai servizi sociali comunali, sono in progressivo aumento. Poiché le Partite Iva dipendono strettamente dalla capacità economica delle famiglie, è chiaro che nessuna politica di investimenti potrà mai avere successo, se non accompagnata dalla capacità di spesa delle famiglie che devono avere occasione di lavoro stabile. Per questo abbiamo sposato la proposta della Cisl territoriale di richiamare l’attenzione della classe politica sull’urgenza di definire le linee strategiche per un progetto di piena occupazione o,  quanto meno, affinché l’indice di disoccupazione sia riportato al livello nazionale, già di per sé preoccupante.»

«Con il comitato – aggiunge Elio Cancedda – abbiamo definito un percorso di consapevolezza sulla inefficacia del cosi detto Piano Sulcis, sottoscritto il 13 novembre 2012, e che avrebbe dovuto alleviare le sofferenze del territorio. Ma da allora sono trascorsi inutilmente oltre 3 lunghi anni; e nulla è stato realizzato di tutto quanto era previsto. Nelle assemblee popolari, è scaturita dunque la necessità di una mobilitazione generale del territorio, per richiamare la politica alle proprie responsabilità. Partendo dall’assunto che il Piano Sulcis è un importante programma di infrastrutture per guardare in prospettiva al futuro economico del territorio, ma nel contesto attuale occorre un cronogramma di attività, condiviso, per dare opportunità di integrazione lavorativa, e con carattere di urgenza alle famiglie in difficoltà.»

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Oggi a Roma, negli uffici del ministero dello Sviluppo economico, il presidente Francesco Pigliaru ha incontrato il ministro Federica Guidi per esaminare possibili soluzioni da portare in tempi rapidi all’attenzione degli investitori che hanno manifestato interesse per l’acquisizione dello smelter di Portovesme, a partire da Glencore che, come è noto, ha firmato un protocollo d’intesa con Governo e Regione.

La riunione, nella giornata che ha visto i lavoratori occupare il Palazzo del Consiglio regionale e provocare lo slittamento dei lavori dell’Assemblea sulla legge di riforma degli enti locali, e faceva parte degli appuntamenti in agenda, ha riguardato la valutazione degli strumenti compatibili con le regole dell’Unione Europea, a disposizione di Governo e Regione, per conseguire scenari di lungo periodo di approvvigionamento dell’energia elettrica in linea con le condizioni richieste dal mercato europeo per i metalli non ferrosi. Il confronto ha consentito di individuare concrete ipotesi di lavoro che in breve saranno verificate soprattutto in relazione alla durata di lungo periodo e portate presto all’attenzione degli investitori.
Il Governo ha inoltre informato la Regione che nel frattempo Sideralloys ha continuato il proprio lavoro finalizzato alla raccolta di dati e informazioni utili al fine di adottare in tempi rapidi una decisione riguardante lo smelter di Portovesme.

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Search engine friendly contentE’ stato presentato questa mattina, nei locali dell’assessorato regionale del Turismo, Artigianato e Commercio, in viale Trieste, a Cagliari, il nuovo sponsor del Cagliari Calcio: ISOLA.
Il 2016 in Sardegna sarà l’anno dell’artigianato, con un percorso di rilancio del settore che parte dalla Terza Conferenza regionale, a Olbia dal 29 al 31 gennaio, e che si svilupperà attraverso specifiche azioni promozionali. La principale è la partnership tra la Regione e il Cagliari Calcio, il primo veicolo per la valorizzazione del marchio ISOLA. Il presidente Francesco Pigliaru, l’assessore Francesco Morandi, il presidente della squadra rossoblù, Tommaso Giulini, con i giocatori Marco Storari e Nicola Murru, hanno presentato stamattina i progetti alla stampa.
«Oggi parliamo di lavoro, in un ambito molto promettente e con grandi potenzialità quale l’artigianato – ha detto Francesco Pigliaru -. Perché questo potenziale crei occasione di crescita, è essenziale puntare anche e soprattutto sui mercati esterni. E quanto più si commercia lontano da casa, tanto più è importante promuovere le certificazioni di qualità in modo credibile. Ecco perché il marchio ISOLA, che rilanciamo oggi, e le azioni di comunicazione che iniziano con il Cagliari Calcio e proseguiranno attraverso altri canali, assumono un ruolo fondamentale. La Sardegna produce prodotti di eccellenza che dobbiamo far conoscere nel mondo”.»
Nel biennio 2014-2015 l’assessorato del Turismo, Artigianato e Commercio ha compiuto un’analisi del comparto «per individuare – ha spiegato l’assessore Morandi – azioni in grado di dare nuovo slancio alle differenti anime produttive, compresa quella dell’artigianato artistico, la cui affermazione passa anche per linee strategiche sulla politica di marchio”». Sarà promosso un nuovo brand ombrello, nel quale gli artigiani potranno riconoscersi e col quale potranno essere ‘accompagnati’ sul mercato. Il cavallino abbinato al marchio ISOLA rappresenterà tutte le produzioni sarde nelle iniziative di promozione e sarà un segno distintivo dei singoli prodotti creati nel rispetto del disciplinare regionale. «Un nuovo modo di intendere un marchio storico, un trait d’union fra tradizione e innovazione» ha aggiunto l’assessore Morandi.
Il Cagliari Calcio e il suo stadio sono i canali attraverso i quali sarà veicolata la prima campagna di comunicazione ‘Isola – Artigianato di Sardegna’, caratterizzata dalle immagini della pluripremiata collezione Domo.
«Siamo orgogliosi che il Cagliari sia stato scelto come canale principale di promozione di un’eccellenza della nostra Terra quale l’artigianato – ha detto Tommaso Giulini ai giornalisti -. Peraltro trovo che il logo ISOLA sia perfetto per la nostra maglia e la renda ancora più bella.»
Un’esposizione mediatica in palcoscenici importanti e di amplissima diffusione per promuovere le produzioni artigiane, valorizzate anche con il progetto ‘Vetrina dell’Artigianato Artistico della Sardegna’. Il brand ISOLA sarà il punto di riferimento nel progetto con la società di vertice del calcio sardo che prevede una comunicazione in ambito regionale e una per il mercato nazionale e internazionale.
Uno speciale piano ‘Top partner’, ideato appositamente per la Regione, prevede un mix di impianti di comunicazione all’interno dello stadio con l’immagine delle produzioni artigianali dell’isola. Saranno realizzate animazioni con le diverse tipologie dei prodotti ed è prevista la visibilità sui backdrop delle interviste nel centro sportivo di Assemini e negli impianti del Sant’Elia, anche in occasione di presentazioni e comunicazioni ufficiali. Il materiale promozionale – flyer dedicati, logo su cartelle stampa, materiale promozionale nelle sale hospitality – sarà arricchito col il logo ISOLA e con messaggi video su maxischermo e teli a copertura delle impalcature che lo sostengono, nei distinti centrali della vecchia tribuna e dell’anello superiore dello stadio. La brandizzazione innovativa e di forte impatto sarà completata con il messaggio ‘ISOLA – Artigianato di Sardegna’ riportato sulla maglia, per volere del Cagliari Calcio, nel corso di tutte le partite del girone di ritorno del campionato di serie B.
La “skin” del sito www.cagliaricalcio.com – con 60mila utenti registrati e oltre 1 milione di visitatori unici, riferimento per stampa, tifosi e appassionati – sarà dedicata anch’essa a ISOLA per tutto il girone di ritorno. Il messaggio sarà veicolato anche su tutti i canali social della società sportiva, che vanta oltre 250mila followers su facebook, più di centomila su twitter e 38mila seguaci su Instagram. Numeri che la attestano tra le prime squadre in Italia per engagement digitale. Social network e YouTube del Cagliari diffonderanno cinque video promozionali con i calciatori protagonisti, fra i quali il portiere Marco Storari come principale ambasciatore. I testimonial saranno presenti anche in cinque eventi e la rivista ufficiale “Cuore Rossoblu” presenterà ogni mese quattro pagine con editoriale e focus sugli artigiani.
Altre azioni riguarderanno la visibilità su campi di allenamento della prima squadra, della ‘Primavera’ – la cui la partita interna viene trasmessa in diretta streaming – e del settore giovanile. Nel centro sportivo, dove si svolgono dirette, conferenze e interviste di tv nazionali e locali, sarà allestito un banner ISOLA di 5 metri x 1. Infine, all’interno del nuovo store nel Largo Carlo Felice a Cagliari, sarà messo a disposizione del pubblico materiale promozionale e proiettati video in tema. Ci sarà anche un concorso, rivolto a tifosi e simpatizzanti, che prevede la possibilità di vincere prodotti legati a ISOLA e di assistere alla partita del Cagliari.

 

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Nuova manifestazione di protesta dei lavoratori ex Alcoa, questa mattina, all’aeroporto di Elmas, scelto per mantenere alta l’attenzione dell’opinione pubblica e, soprattutto, della politica, sulla vertenza, dopo l’ennesimo incontro interlocutorio svoltosi al ministero dello Sviluppo economico.
I lavoratori chiedono al Governo e alla Regione Sardegna di sbloccare finalmente la situazione in attesa del pronunciamento decisivo della Glencore, la multinazionale che ha manifestato interesse all’acquisizione dello stabilimento e dovrebbe sciogliere le ultime riserve entro il 20 gennaio.

I lavoratori hanno raggiunto poi viale Trento, a Cagliari, dove una delegazione è stata ricevuta dal presidente della Giunta regionale, Francesco Pigliaru.

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Palazzo della Regione 1 copia

Durissimo attacco dei Riformatori sardi alla Giunta regionale guidata da Francesco Pigliaru sugli aumento delle aliquote Irpef decisi per ripianare il deficit creato dalla spesa sanitaria.

«La legge Dracula sugli aumenti Irpef, oltre che inutile e dannosa, sta creando il caos in Regione – denunciano il coordinatore regionale, Michele Cossa, e il responsabile del Centro Studi, Franco Meloni -: la società che gestisce le buste paga dei dipendenti delle Asl  ha comunicato di avere aggiornato il sistema “paghe” per gennaio, prevedendo gli aumenti sin da subito e non dall’anno prossimo come prevede la legge.»

«È chiarissimo nella legge – spiegano i due esponenti dei Riformatori – che tali imposte graveranno sui poveri sardi dal 2016 ma saranno pagate nel 2017, o almeno è chiaro a molti ma non a tutti. Infatti risulta che nei giorni scorsi la società Engeenering, che gestisce le buste paga di  tanti dipendenti della regione, tra cui quelli della sanità, ha comunicato per le vie brevi agli operatori delle Asl di avere aggiornato il sistema “paghe” per il mese di gennaio, nel senso  di prevedere che il pagamento dell’addizionale comunale e regionale relativa al 2015, da effettuarsi dal mese di gennaio 2016, sarebbe avvenuto applicando le aliquote nuove introdotte dalla legge 34/2015. La decisione appare in tutta evidenza palesemente illegittima tanto che, a fronte di immediate contestazioni, la stessa società ha comunicato a tutte le ASL che le nuove aliquote dell’addizionale regionale IRPEF sono state riconfigurate, in modo da considerare come base imponibile i redditi 2016, discendendo pertanto che tali aliquote verranno trattenute a partire dalla mensilità del gennaio 2017.»