7 May, 2024
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Manifestazione Alcoa 4 novembre 2015 7

Una numerosa delegazione di lavoratori e rappresentanti sindacali ex Alcoa è partita questa sera per Roma, dove domani pomeriggio è in programma un’attesissima al ministero dello Sviluppo economico, per fare il punto della vertenza della fabbrica chiusa ormai da alcuni anni. Le segreterie regionali e nazionali di Fim Cisl, Fiom Cgil, Uilm Uil e Ugl sono state convocate per le 15.00 dal ministro Federica Guidi. Al centro dell’incontro che verterà sul regime di essenzialità elettrica in Sardegna, parteciperà anche il presidente della Giunta regionale, Francesco Pigliaru.

L’incontro di domani arriva dopo quelli che hanno visto riuniti prima il Governo e la Glencore giovedì, poi il Governo e l’Alcoa venerdì. Il governo ha proposto alla Glencore, la multinazionale svizzera che ha siglato lo scorso anno il Memorandum, l’intesa per rilevare lo stabilimento Alcoa, quanto offerto dalla Commissione europea, e cioè tariffe agevolate per due anni, successivamente rinnovabili. La Glencore, è noto, chiede la concessione di 10 anni di super interrompibilità ed è ferma su questa sua richiesta, mentre il Governo ha chiesto una risposta definitiva della società entro il 20 gennaio.

 

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Il nuovo Programma ENI CBC Bacino del Mediterraneo è stato adottato il 17 dicembre dalla Commissione europea ed è tra i primi programmi di cooperazione transfrontaliera approvati all’interno della Politica Europea di Vicinato per il periodo 2014-2020. Con uno stanziamento pari a 209 milioni di euro l’ENI CBC Med mira a promuovere lo sviluppo economico, sociale e territoriale equo e sostenibile nelle regioni situate lungo le coste del Mar Mediterraneo.
«La cooperazione transfrontaliera riveste un ruolo chiave per evitare la creazione di nuove divisioni. Questo nuovo finanziamento contribuirà a uno sviluppo regionale più integrato e sostenibile nei territori frontalieri e a una cooperazione più armoniosa lungo le frontiere esterne dell’Unione europea», ha dichiarato il Commissario per la Politica Europea di Vicinato e i negoziati di allargamento, Johannes Hahn.
ll quadro strategico del Programma prevede quattro obiettivi tematici per la realizzazione di progetti di cooperazione:
• Sviluppo delle imprese e delle PMI;
• Supporto a istruzione, ricerca, sviluppo tecnologico e innovazione;
• Promozione dell’inclusione sociale e lotta alla povertà;
• Protezione dell’ambiente, adattamento e mitigazione dei cambiamenti climatici.
Si tratta di un quadro all’interno del quale l’occupabilità e la valorizzazione dei talenti dei giovani e delle donne, lo sviluppo delle PMI, l’innovazione e la sostenibilità ambientale costituiscono le sfide più importanti. Il dialogo interculturale e il rafforzamento delle capacità istituzionali sono invece principi trasversali a tutta l’attuazione.
«L’adozione del Programma mette in evidenza l’importanza del Mediterraneo nelle relazioni esterne dell’Unione europea. Sono molte le sfide comuni che uniscono le regioni mediterranee e sono lieto di constatare che la Commissione ha confermato la sua fiducia nel Programma e nei confronti della Regione Autonoma della Sardegna. Con queste nuove risorse abbiamo la possibilità di consolidare il quadro di relazioni avviate nel periodo 2007-2013 attraverso i 95 progetti finanziati, che hanno coinvolto enti pubblici, comuni, università, imprese e società civile sulle due sponde del Mediterraneo», ha dichiarato il Presidente Francesco Pigliaru.
La Regione Sardegna continua ad essere l’istituzione responsabile della gestione del Programma per conto della Commissione europea e dei Paesi partecipanti. Ad oggi sono 13 quelli che hanno aderito: Cipro, Egitto, Francia, Giordania, Grecia, Israele, Italia, Libano, Malta, Palestina, Portogallo e Tunisia. Altri potranno unirsi al più avanti.
I prossimi bandi per finanziare nuovi progetti potranno essere lanciati a partire da metà 2016, in seguito alla firma degli accordi di finanziamento tra la Commissione europea e i paesi partner del Mediterraneo. Il Programma Bacino del Mediterraneo 2014-2020 si inserisce all’interno della componente transfrontaliera (Cross-Border Cooperation – CBC) dello Strumento finanziario della Politica Europea di Vicinato (European Neighbourhood Instrument – ENI) che prevede 17 programmi e a cui è dedicato un investimento comunitario pari a 1 miliardo di euro.

 

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La Giunta regionale presterà massima attenzione al lavoro in agricoltura, compreso quello svolto dagli immigrati, e alle sue più pesanti distorsioni, dal lavoro nero al caporalato. Lo hanno assicurato il Presidente della Regione Francesco Pigliaru e l’assessore regionale del Lavoro Virginia Mura, incontrando questa mattina, nella Sala Giunta della Presidenza della Regione (in viale Trento a Cagliari), i rappresentati di Cgil e Flai. L’appuntamento è stato richiesto dal sindacato a margine della “Giornata internazionale dei migranti” celebrata per presentare due iniziative: una proposta di legge sul lavoro di qualità in agricoltura e un più complessivo progetto per l’integrazione dei migranti in Sardegna.

Da parte degli esponenti della Giunta regionale è stato annunciato un documento organico sul tema Migranti, attualmente allo studio dell’esecutivo, che consentirà di trattare unitariamente le varie tematiche connesse al fenomeno migratorio, dalla sanità alla Protezione civile, dal sociale al lavoro, anche in agricoltura. L’elaborato prenderà forma definitiva all’inizio del 2016, dopo un ampio confronto che sarà attivato dall’esecutivo con le parti sociali, e conterrà indicazioni specifiche legate al lavoro – con particolare attenzione a quello nel comparto agricolo – per sfociare poi in iniziative politiche e normative. La Giunta, dunque, ha dato appuntamento al sindacato -esteso a tutte le sigle – all’inizio del nuovo anno per un altro incontro in cui riprendere il filo dei ragionamenti impostati stamane.

«Rispetto al tema dei migranti, l’agricoltura può svolgere un compito essenziale per favorire l’inclusione – ha detto il presidente Pigliaru. È un settore straordinariamente importante, e uno dei grandi impegni di questa giunta è far sì che diventi trainante per l’intero sistema economico della Sardegna. Sappiamo bene che se cresce l’agricoltura, cresce contestualmente la nostra capacità di accoglienza. Per raggiungere l’obiettivo servono buoni imprenditori, che vogliono andare sul mercato e non sulle rendite generate da assistenzialismo, insieme a sindacati che agevolino questi processi. Per quanto riguarda la Sardegna, attualmente la quota dei migranti che trova lavoro in agricoltura è molto bassa rispetto a quanto accade in altre regioni – ha concluso il presidente Pigliaru – ma combattendo l’illegalità e organizzandoci con regole chiara e la giusta flessibilità, lavoriamo perché possa aumentare.»

«I problemi e le distorsioni del lavoro in agricoltura che riguardano i migranti sono le stesse che interessano anche i lavoratori sardi», ha detto l’assessore regionale del Lavoro Virgina Mura. «Appena il ciclo di riforme delle autonomie locali sarà concluso e potremo contare su un assetto stabile, un aiuto fondamentale arriverà con la riforma dei Servizi per il Lavoro, attualmente all’esame del Consiglio regionale. Quando il percorso sarà ultimato, e i Csl saranno sotto il pieno controllo della Regione, torneremo a un sistema di collocamento pubblico che possa concorrere a tutelare al meglio i diritti dei lavoratori agricoli, italiani e stranieri. Per quest’ultima categoria potremo contare anche sull’apporto dei mediatori culturali, figure che saranno incardinate proprio nel nuovo sistema di collocamento».

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Il presidente della Regione, Francesco Pigliaru, e gli assessori della Programmazione e della Sanità, Raffaele Paci e Luigi Arru, hanno illustrato questa mattina il piano di rientro per rimettere ordine nei conti della sanità, con l’eliminazione di sprechi e doppioni, riqualificazione e razionalizzazione il servizio sanitario regionale. Sono previste dieci aree tematiche su cui intervenire, con ventidue programmi operativi e risparmi per oltre 328 milioni di euro.
«Vogliamo una sanità di gran lunga migliore, e per averla dobbiamo combattere gli assurdi sprechi che negli anni scorsi si sono moltiplicati senza controllo e che sono il peggior nemico della qualità» ha detto il presidente Pigliaru aprendo l’incontro con la stampa. Per assicurare servizi adeguati ai tempi e che rispondano alle esigenze dei nostri cittadini, occorre una gestione attenta dell’aspetto economico. È una riforma molto difficile e che tocca tanti interessi, ma è tempo di mettere ordine. La Giunta sta facendo una fortissima assunzione di responsabilità insieme a tutta la maggioranza, con cui interloquiamo costantemente per correggere gli errori e raggiungere il risultato migliore. Serve uno sguardo lungo: quando vedremo una sanità che non spreca e che garantisce buoni servizi, tutti capiranno quanto non andava prima.
«Stiamo facendo un’operazione di verità e di trasparenza – ha detto l’assessore Paci -. Vogliamo rientrare dalla inefficienza e dagli sprechi e avere una sanità che abbia risorse per fare investimenti e dare servizi migliori ai cittadini. Dobbiamo rimediare a quanto abbiamo ereditato dal passato, abbiamo il dovere di rimettere ordine nella spesa della Sanità».
«Il piano di rientro che porteremo avanti – ha precisato l’assessore Arru – è all’insegna della riqualificazione del sistema sanitario. Si tratta di azioni che si sviluppano in un triennio, alcune già avviate, come la rete ospedaliera e quella territoriale”.
I Piani di rientro sono stati introdotti con la legge finanziaria del 2005: le Regioni in disavanzo sono tenute a procedere ad una ricognizione delle cause dello squilibrio economico e all’elaborazione di un programma operativo di durata non superiore al triennio che, nel rispetto dei livelli essenziali di assistenza, avvii la riorganizzazione, la riqualificazione o il potenziamento del Servizio sanitario regionale.
Il Piano di rientro 2016-2018 è articolato in Aree tematiche e Programmi operativi e individua i settori su cui intervenire: si parte dalla governance del piano stesso, con controlli dei Lea (livelli essenziali di assistenza) e monitoraggio dell’andamento della spesa trimestrali, con verifiche su bilanci preventivi e consuntivi, la certificabilità dei bilanci in sanità, il potenziamento del sistema informativo regionale, i rapporti con gli erogatori (riqualificazione della rete dei laboratori, revisione delle tariffe e verifica dell’appropriatezza delle prestazioni specialistiche, revisione dell’offerta per dialisi, riorganizzazione della rete dei servizi di radiologia). Ci sono poi le azioni già avviate con la riforma della rete ospedaliera (con risparmio di 134 milioni) e la riorganizzazione delle cure primarie territoriali; interventi di promozione e tutela della salute mentale, interventi di riqualificazione delle reti a carattere socio-assistenziale, la sanità penitenziaria, della quale va ridisegnato l’assetto organizzativo, così da condurre i costi a un valore il più vicino possibile all’assegnazione statale, la riorganizzazione del sistema di emergenza-urgenza, con la nascita dell’Areus, la razionalizzazione e riqualificazione del personale delle due attuali Centrali operative, del Centro di coordinamento trapianti, della struttura regionale di Coordinamento Sangue. L’ottava Area tematica riguarda la Ridefinizione delle regole del Sistema: comprende la riorganizzazione delle Aziende sanitarie (riduzione del loro numero e definizione delle funzioni) e l’avvio dell’Areus. Si prosegue con i Rapporti con l’Università, i Protocolli di intesa da aggiornare con i due Atenei, la necessità di rafforzare l’integrazione tra universitari e Servizio Sanitario regionale.
Altro punto qualificante del Piano di rientro è la centralizzazione degli acquisti di beni e servizi, con un risparmio di circa 48 milioni di euro, mentre, per quanto riguarda il personale, con il nuovo assetto istituzionale verranno approvate le nuove Linee tendenziali per la distribuzione tra le aziende sanitarie, alla fine del 2016 potranno esserci le nuove piante organiche, entro il 2017 i primi concorsi unici regionali.
Sul controllo della spesa farmaceutica – altra voce importante del PdR – sono state già avviate azioni per il monitoraggio dell’appropriatezza prescrittiva dei farmaci, sia sul versante territoriale che su quello ospedaliero. Verrà introdotto l’hub unico dei farmaci, uno per l’Area vasta di Cagliari, l’altro per quella di Sassari, ci sarà l’acquisto centralizzato anche per la protesica.
Gli ultimi programmi operativi riguardano il governo clinico e la qualità delle cure, la promozione della salute e gli interventi di sanità pubblica.
Il riordino della rete ospedaliera, secondo le stime del Piano di rientro, porterà a un risparmio di 114 milioni, 47 milioni in meno si spenderanno grazie al sistema di acquisti centralizzato, 36 milioni risparmio dalle azioni, in parte già avviate, di contenimento della spesa farmaceutica, 18 milioni con due soli centri per il farmaco e la riduzione delle giacenze. Il nuovo assetto delle ASL dovrebbe comportare un risparmio immediato di 11 milioni 400mila euro.

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Il sindacato SDIRS critica la Giunta regionale per i ritardi nella nomina del direttore generale di Agris. “Disinteresse e disimpegno” da parte della Giunta regionale: solo queste motivazioni possono spiegare i silenzi e i ritardi nella nomina del nuovo direttore generale dell’Agenzia Agris. Lo scrive lo SDIRS in una nota inviata al presidente Francesco Pigliaru e agli assessori Elisabetta Falchi e Gianmario Demuro.

Due mesi fa, il 16 ottobre, il sindacato dei dirigenti e direttivi della Regione aveva segnalato alcune anomalie nella procedura di selezione dei candidati alla carica di DG per Agris, chiedendo che la procedura fosse annullata “in termini di autotutela”. Dopo 60 giorni tutto tace: nessuna risposta dall’Assessorato dell’agricoltura, nessuna nomina e neppure una notizia sulla commissione incaricata di esaminare l’idoneità dei candidati.

«Rimarchiamo con preoccupazione come tale situazione faccia pensare a un disinteresse e un disimpegno della Giunta regionale nei confronti di un’agenzia che dovrebbe essere trainante per i processi di innovazione non rimandabili» per lo sviluppo del sistema agricolo regionale, si legge nel documento firmato dal segretario generale del sindacato, Cristina Malavasi.

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Palazzo della Regione 2 copia

Via libera al Piano di riorganizzazione e di riqualificazione del servizio sanitario regionale. L’esecutivo guidato da Francesco Pigliaru ha dato inoltre il via libera alla modifica dell’accordo tra Regione e Federfarma per la distribuzione di medicinali del Prontuario farmaceutico ospedale-territorio, che anticipa uno sconto su circa la metà dei farmaci contenuti nel Pht. Sono stati, inoltre, prorogati di sei mesi i piani personalizzati della 162/98 per disabili gravissimi ed è stato assegnato all’Istituto zooprofilattico sperimentale della Sardegna un contributo di 600mila euro per attività straordinarie.
Su proposta dell’assessore dell’Agricoltura, Elisabetta Falchi, è stata approvata la delibera di aiuto all’avviamento delle organizzazioni dei produttori (OP), delle loro unioni (OC) non ortofrutta e dei consorzi di tutela delle produzioni con marchio di origine. Si è intervenuti inoltre per adeguare le direttive di attuazione all’art. 19 del Reg. (UE) n.702/2014 della Commissione del 25 giugno 2014. Con la delibera si è approvato anche il programma di spesa da destinare al settore pari a 390mila euro. L’Esecutivo ha inoltre dato il via libera agli aiuti, circa 100mila euro, per il risarcimento degli operatori del settore ittico per i danni causati dai delfini ed ha dato il via libera all’esecutività del riaccertamento straordinario dei residui attivi e passivi di Argea e al conto consuntivo dell’esercizio finanziario 2014 di Argea.
Per l’anno Accademico 2016/2017 l’importo della tassa universitaria per il diritto allo studio sarà stabilita in base a tre fasce di reddito, applicando il minimo di quanto previsto a livello nazionale: 120 euro per gli studenti che hanno una condizione economica non superiore all’indicatore Isee, 140 euro per coloro che superano il minimo, e 160 euro per gli universitari che dichiarano il doppio rispetto all’Isee stabilito.
La Giunta regionale ha approvato la proposta dell’assessore della Difesa dell’Ambiente, Donatella Spano, di riprogrammazione delle risorse finanziarie di 1,5 milioni di euro per gli interventi urgenti di difesa della fascia costiera dai fenomeni di erosione e dissesto geomorfologico ad Alghero, Dorgali e Valledoria. Gli interventi prevedono specifici progetti per la tutela delle coste in condizioni di particolare criticità. Gli stanziamenti sono così ripartiti: 750mila euro al comune di Valledoria, per ulteriori lavori a seguito dei cedimenti della falesia, e 600mila euro al comune di Dorgali per interventi integrativi di difesa costiera. Ad Alghero arriveranno 150mila euro, per i primi lavori urgenti di difesa costiera nel lungomare.
Su iniziativa della Presidenza, è stata approvata la modifica necessaria per procedere al bando di alienazione delle quote della SO.GE.A.OR S.p.a., in liquidazione volontaria dal 2011. La delibera dà mandato all’assessore ai trasporti di partecipare al bando di vendita delle quote sociali e di proporre all’assemblea dei soci le modifiche statutarie necessarie.

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Nonostante la crisi, dal consueto report sul mercato del lavoro, rilasciato dall’Istat ed elaborato dal Servizio di Statistica regionale. arrivano segnali positivi per quanto riguarda l’occupazione. Il tasso di disoccupazione in Sardegna, nel terzo trimestre del 2015, si attesta al 16,7% contro il 17,6% del Mezzogiorno e il 10,6% nazionale. A livello numerico i disoccupati sardi sono il -11,6% rispetto a un anno fa (circa 15mila unità, per un totale di 114mila senza lavoro): il Mezzogiorno registra il -10,5%, la media italiana è del -10%.
Il tasso di occupazione è al 50,8% (circa 574.300 unità), con una crescita tendenziale del 4,5%, contro il 43% del Mezzogiorno (+2,3%). Anche in questo caso la nostra regione si avvicina al valore nazionale, che è il 56,7%, e lo supera nella variazione tendenziale, che per l’Italia si ferma al +1,1% .
Buoni segnali di vitalità nel tasso di occupazione femminile: in Sardegna è più alto che nel resto delle regioni del Sud: 42,9% contro il 30,8%, più vicino al valore nazionale: 47%. Al terzo trimestre di un anno fa le occupate sarde erano 221.700 circa, dodici mesi dopo sono 239.700 con una variazione del +8,1%, contro il 2,4% della media del Mezzogiorno e lo 0,4% nazionale.
La forza lavoro (ovvero la somma degli occupati e delle persone in cerca di occupazione) in Sardegna aumenta dell’1,4% rispetto allo stesso periodo dell’anno scorso, in controtendenza con il dato del Mezzogiorno e con quello nazionale: entrambi si attestano al -0,2%. Anche in questo caso spicca il dinamismo delle donne, che si stanno affacciando con più fiducia sul mercato del lavoro (+4,4%): nel Sud del Paese il dato scende al -0,6%; quello nazionale è -1,3%.
«Quelle che arrivano dall’Istat sul mercato del lavoro sardo sono buone notizie – sottolinea il presidente della Regione Francesco Pigliaru -. I numeri certificano che l’uscita dalla crisi è lenta, ma c’è. Rispetto a un anno fa, da un lato diminuiscono i disoccupati, 15mila in meno con un tasso di disoccupazione che passa da 19,1 a 16,7; dall’altro crescono gli occupati, che arrivano a più 25mila, cioè un aumento del 4,5%, mentre in Italia la crescita si ferma a +1,1%. Questi dati vanno letti insieme perché dicono che la Sardegna ha una caratteristica unica in questo momento: un certo numero di disoccupati ha trovato lavoro e altri che non risultavano disoccupati, per esempio gli studenti, sono entrati nel mercato del lavoro. A volte il tasso di disoccupazione diminuisce perché le persone sono sfiduciate e smettono di cercare – spiega Pigliaru – invece qui si documenta che più persone stanno cercando occupazione. Significa che sta cambiando il contesto, che c’è più ottimismo, che le imprese puntano di più sull’occupazione, rispondendo positivamente alle politiche del Job Act. Va evidenziato – conclude il presidente della Regione – che questo meccanismo è molto trainato dalla occupazione femminile, il cui tasso in Sardegna è ben superiore a quello che si registra nel mezzogiorno.»
Per l’assessore regionale del Lavoro Virginia Mura «sono segnali incoraggianti che ci spingono a proseguire sulla strada intrapresa dalla Giunta regionale. L’andamento del mercato del Lavoro in generale, e quello del lavoro femminile in particolare – commenta l’assessore Mura -, ci forniscono diversi elementi di un aumento della fiducia delle persone verso la prospettiva di trovare un’occupazione. Questi dati rafforzano i segnali positivi già presenti in quelli diffusi dall’Osservatorio sul Precariato dell’Inps giovedì, che tra le altre cose indicavano una crescita delle assunzioni a tempo indeterminato nell’isola. Sembra consolidarsi l’incoraggiante tendenza di una ripresa dell’occupazione già presente nelle scorse rilevazioni. Naturalmente noi non ci accontentiamo – conclude Virginia Mura -, e anzi i riscontri positivi ci spronano a continuare a lavorare con la massima determinazione per dare le risposte che servono alla Sardegna».

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Search engine friendly contentIl nuovo treno Atr ha effettuato oggi il primo viaggio sulla rete ferroviaria sarda. E’ partito dalla stazione di Cagliari diretto a Sassari alle 10,45. Il presidente Francesco Pigliaru e l’assessore dei Trasporti Massimo Deiana, con il presidente del Consiglio regionale Gianfranco Ganau, l’arcivescovo di Cagliari Arrigo Miglio, parlamentari, sindaci e consiglieri, hanno tagliato il nastro tricolore sulla banchina del binario 6. Per Trenitalia era presente il direttore nazionale Divisione passeggeri regionale di Trenitalia, Orazio Iacono. I nuovi convogli entreranno quindi in servizio effettivo il 13 dicembre sulle tratte Sassari-Cagliari-Sassari, Olbia-Cagliari-Olbia, e Olbia-Sassari-Olbia.
«Questo è solo il primo passo, avremo un trasporto su ferro che funziona. Torno ora dai lavori della COP 21 di Parigi, la conferenza dell’Onu sul clima, dove è emerso chiaramente che uno degli elementi su cui si deve lavorare è la mobilità sostenibile – ha detto il presidente Francesco Pigliaru durante la conferenza stampa – ciò significa anche più treni e meno automobili e noi vogliamo andare in quella direzione». «La partenza dei nuovi treni – ha continuato il presidente – rappresenta un passaggio importante per adeguare agli standard nazionali ed europei la mobilità interna della Sardegna, un tassello fondamentale della nostra filosofia incentrata sulla ferrovia quale asse portante dei collegamenti interni e veicolo della messa in rete di porti e aeroporti. Conseguentemente si attrezzerà la rete per consentire un ulteriore aumento della velocità – e si valuteranno i dettagli del servizio in accordo con le comunità locali.»
«In questo anno e mezzo la Regione ha riattivato una procedura che aveva subito una prolungata battuta d’arresto e portato a termine un percorso molto delicato e decisivo per il miglioramento della qualità del nostro sistema di trasporto», ha aggiunto l’assessore Massimo Deiana.
Non potendo essere presente per motivi istituzionali, il ministro delle Infrastrutture e dei Trasporti Graziano Delrio, nel ringraziare il presidente Francesco Pigliaru per l’invito, ha espresso «soddisfazione per la partenza del ‘pendolino’ sardo. Oggi il trasporto pubblico locale dell’isola si arricchisce di un’offerta di qualità, che sarà ulteriormente accresciuta con gli investimenti sulla rete che faremo. Ora c’è da registrare il fatto che la lunga attesa dei cittadini, ha trovato finalmente una risposta fattiva e positiva, che ha tolto dal binario morto un investimento e un servizio, e l’ha messo sul binario giusto».
A partire da domenica, saranno inizialmente 3 i convogli che cominceranno a correre sulla rete isolana, sino ad arrivare gradatamente al pieno regime il 31 gennaio, quando tutti e 7 i treni della Regione copriranno le tratte Cagliari-Sassari-Cagliari, Cagliari-Olbia-Cagliari e Olbia-Sassari-Olbia. Il miglioramento del livello del servizio sarà immediato. Da subito si passerà da 10 a 14 collegamenti tra il capoluogo regionale e la città di Sassari, con un periodo massimo di percorrenza di 2 ore e 45 minuti, tenendo conto delle fermate. Il risparmio di tempo si aggirerà tra i 10 e i 20 minuti.
Anche sul collegamento Cagliari-Olbia-Cagliari si registrerà un apprezzabile taglio dei minuti, tra i 30 e i 50 rispetto al passato, considerato che le motrici spagnole effettueranno il percorso in 3 ore e 10. La Sassari-Olbia-Sassari, inoltre, incrementerà le corse da 12 a 16.
«Naturalmente – precisa l’assessore – l’orario in vigore dal 13 sarà soggetto a variazioni importanti a partire dal mese entrante, quando tutti i treni saranno immessi in circolazione: a quel punto si ragionerà anche sui diretti senza soste intermedie e si prenderanno in considerazione le peculiari esigenze rappresentate dai territori in relazione alla programmazione delle singole fermate».
Uno degli otto pendolini resterà ad Arezzo per la prosecuzione delle prove al fine di ottenere l’autorizzazione alla circolazione con il rango “P”, ossia al pendolamento e sino alla velocità massima di 180 chilometri all’ora. «Tutto questo sarà possibile non appena Rfi appronterà l’attrezzaggio della rete con il ‘Sistema Controllo Marcia Treno SCMT’, operazione già in appalto che porterà – ha spiegato il titolare dei Trasporti – verso la risoluzione una situazione lasciata in stato di abbandono durante gli anni precedenti». Il bando internazionale per l’acquisto dei convogli, pubblicato nel 2007 e affidato nel 2010, prevedeva un impegno finanziario della Regione pari a circa 80 milioni e, contestualmente, erano state stanziate le risorse per l’adeguamento della rete. Questi ultimi fondi, corrispondenti a 130 milioni, tuttavia non sono mai stati utilizzati per tale finalità ma dirottati dalla precedente Giunta di centrodestra sulla costruzione della strada Sassari-Olbia e mai più ripristinati.
L’Agenzia nazionale per la sicurezza ferroviaria ha dato il via libera definitivo dopo aver esaminato i risultati dei test ai quali è stato sottoposto l’Atr 365 la primavera scorsa, in base alle norme europee e nazionali. Per completare tutti questi procedimenti sono serviti 503 giorni. Il treno è stato provato in tutte le condizioni possibili, a carico normale ed eccezionale e in diversi tracciati: rettilineo, curve strette, curve a largo raggio. Sono state raggiunte differenti velocità sino al superamento di quella massima consentita, compatibilmente con il livello di sicurezza dell’infrastruttura ferroviaria. «Se non avessimo insistito affinché tutte le procedure di collaudo necessarie fossero attivate e le prove fossero effettuate in Sardegna, i tempi si sarebbero dilatati ulteriormente e probabilmente quei treni sarebbero rimasti ancora fermi in qualche deposito nella penisola o in Spagna», ha rimarcato l’assessore Deiana.
Le specifiche tecnologiche dei nuovi treni rispecchiano livelli di sicurezza, prestazioni, capacità di trasporto, qualità e rispetto dell’ambiente mai offerti in Sardegna e al top a livello nazionale. Tutte le carrozze sono motorizzate, la struttura delle casse in lega leggera di alluminio è autoportante, le vetture di testa sono dotate di due carrelli motore, i passeggeri a mobilità ridotta hanno a disposizione un carrello elevatore e un servizio igienico dedicato, tutti i comparti sono climatizzati, è previsto il posto per le biciclette, wi-fi, i sedili sono ergonomici con braccioli e tavolino ribaltabile, in caso di necessità si può inoltrare una chiamata di emergenza al macchinista attraverso un citofono. Il treno è dotato di un sistema di rilevamento ed estinzione incendi, mentre la trazione utilizza gruppi motore in classe IIIB per ridurre le emissioni di monossido di carbonio, idrocarburi e ossidi di azoto, come previsto dalla direttiva europea.

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Dopo le numerose denunce presentate nelle ultime settimane, l’associazione di volontariato Le Rondini ha deciso di fare un appello direttamente al presidente della Regione, Francesco Pigliaru, per rivendicare ancora una volta i problemi emersi nel servizio di assistenza domiciliare integrata garantito dalla Asl 7 di Carbonia.

«Abbiamo cercato in tutti i modi di far capire il nostro disappunto sui repentini cambiamenti del sistema di assistenza domiciliare integrata con manifestazioni, diversi scioperi della fame, scioperi dell’assistenza medica e infermieristica e tanti incontri con il commissario straordinario e con l’assessore Arru – si legge nella lettera dell’associazione Le Rondini -. Continuano a prenderci in giro, e a farci passare un sistema dato per eccellente, che, provato sulla pelle dei nostri casi si è rivelato fallimentare. Per questo motivo, facciamo un appello al presidente Pigliaru, che ci aiuti a risolvere questa grave situazione. Ci ritroviamo a dover scendere nuovamente in piazza per cercare di vedere rispettati i nostri diritti!!!»

Giovedì prossimo, 10 dicembre, i disabili dell’associazione di volontariato Le Rondini inizieranno un presidio permanente in via Trento 69, di fronte all’URP (Ufficio relazioni con il pubblico) della presidenza della Regione.

In attesa che prenda il via la progettazione prevista dalla delibera n° 60/8 del 2 dicembre 2015 “progetto per la riqualificazione della cura a domicilio dei pazienti in area critica con il coinvolgimento del Caregiver e degli assistenti alla persona. Integrazione delib. G.R. n .55/23 del 17 novembre 2015” che prevede il reclutamento dei pazienti della ASL 7 e 8 sino al 30 gennaio 2015, l’associazione Le Rondini chiede «che i pazienti ventilati e tracheotomizzati della Asl 7 vengano distaccati dall’inefficiente U.O. di cure palliative, terapia antalgica del dolore e hospice e vengano presi in carico totalmente dalle rianimazioni».

«Scioglieremo il presidio solo quando il presidente prenderà serie decisioni nel rispetto delle nostre richieste, in cui ci sia specificato che i malati gravi di terzo livello siano presi in carico esclusivamente dalle U.O .di rianimazione più vicine territorialmente.»

L’associazione Le Rondini conclude citando l’articolo 32 della Costituzione Italiana: «La Repubblica tutela la salute come fondamentale diritto dell’individuo e interesse della collettività, e garantisce cure gratuite agli indigenti. Nessuno può essere obbligato a un determinato trattamento sanitario se non per disposizione di legge. La legge non può in nessun caso violare i limiti imposti dal rispetto della persona umana».

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«Accogliamo con soddisfazione l’approvazione, da parte del Governo, delle norme di attuazione del nostro Statuto speciale in materia di promozione e valorizzazione della lingua e della cultura sarda e catalana. Era un passaggio che la Sardegna attendeva da tempo e che ci consentirà finalmente di attuare quell’importante aspetto della nostra specialità che è l’autonomia linguistica. Potremo finalmente dare nuovo impulso ai vari strumenti di promozione e valorizzazione delle nostre lingue identitarie.»
Lo ha detto il presidente della Regione Francesco Pigliaru intervenendo oggi a Roma, alla seduta del Consiglio dei ministri che ha approvato lo schema del decreto legislativo.
«Il trasferimento delle competenze dallo Stato alla Regione ci consentirà un ruolo diretto nella distribuzione delle risorse dedicate in funzione degli obiettivi, indirizzi e priorità stabiliti dagli atti di programmazione regionale in materia – ha aggiunto Francesco Pigliaru -. Ciò va naturalmente a investire alcuni settori nevralgici circoscritti dalla legge 482/99 quali, ad esempio, l’uso o l’insegnamento delle lingue minoritarie del territorio nelle scuole di diverso ordine e grado. Siamo consapevoli che un simile trasferimento imporrà un impegno gravoso in termini di programmazione e coordinamento ma che permetterà interventi diffusi, incisivi e continuativi. Migliorando il regime generale delle entrate, poi, potremo attuarlo al meglio. Ritorna dunque centrale – ha concluso il presidente della Regione – la rapida approvazione delle norme di attuazione dell’art.8 dello Statuto, che ci auguriamo possa avvenire al più presto.»
Francesco Pigliaru 3321