29 April, 2024
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E’ durato quasi quattro ore, questa mattina a Carbonia, il confronto serrato tra l’assessore della Sanità, Luigi Arru, con il manager dell’Ats, Fulvio Moirano, la direttrice della Assl del Sulcis, Maddalena Giua, e i 23 sindaci del territorio. Alla riunione era presente anche Pietro Cocco, capogruppo del Pd in Consiglio regionale.

Luigi Arru ha aperto la riunione ribadendo la volontà di confronto e dialogo, nel reciproco rispetto dei ruoli. «Ci avete posto dei quesiti, la scorsa settimana, e oggi siamo qui per darvi risposte, a partire dalla richiesta di maggior chiarezza sulla Rete ospedaliera arrivata da più parti. Sulla riforma della Rete – ha ribadito Luigi Arru – non c’è alcuno stop da parte del ministero della Salute, ma è in corso un confronto tecnico su alcuni punti apparentemente in contrasto col decreto ministeriale 70. Siamo in attesa delle controdeduzioni del Ministero, ma la Rete non è bloccata né tanto meno è stata bocciata».

Fulvio Moirano e Maddalena Giua hanno spiegato cosa è stato fatto finora – ad iniziare dalla soluzione trovata per la fasce dopo anni di controversie – e precisato che molte delle situazioni segnalate dai Sindaci hanno avuto origine ben prima della nascita dell’Azienda unica, ad iniziare dal degrado delle strutture sanitarie del territorio. Rispondendo alle principali richieste dei primi cittadini, i vertici della Ats/Assl hanno affermato che, grazie allo sblocco del turn over e al piano delle stabilizzazioni, anche nelle strutture del Sulcis arriverà nuovo personale, a partire da metà giugno, mentre dal 1 luglio al Sirai di Carbonia arriverà l’emodinamista. Fulvio Moirano ha anche spiegato che sulle liste d’attesa si sta lavorando con decisione: si tratta di un problema non solo locale e certamente non di oggi, sul quale si interviene – ha detto – con maggior personale, col controllo delle agende ed eliminando quella sacca del 40% di prenotazioni che avviene in maniera non trasparente e per vie preferenziali.

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Importanti novità nella tormentata vertenza dei lavoratori dell’AIAS. Ieri il direttore generale dell’ATS Sardegna Fulvio Moirano ha inviato una diffida all’AIAS ad adempiere al contratto ATS/AIAS, l’assessore regionale della Sanità Luigi Arru ha convocato le segreterie CGIL FP, CISL FP e UIL FPL per mercoledì 30 maggio, alle 16.00, in assessorato, e queste ultime, a fronte dei segnali di apertura pervenuti dall’assessore della Sanità e dell’ATS, hanno annullato la manifestazione organizzata per la giornata di domani, 24 maggio, confidando in una soluzione definitiva della vertenza.

Il direttore generale dell’ATS Sardegna Fulvio Moirano, ha scritto all’AIAS di aver ricevuto la comunicazione circa il futuro pagamento, entro il 25 maggio 2018, dello stipendio del mese di marzo nei confronti dei dipendenti e delle competenze di marzo nei confronti dei consulenti.

«Appare di tutta evidenza – scrive Fulvio Moirano – che la succitata comunicazione costituisce una prova formale della reiterata violazione del 3° comma dell’art. 5 bis del contratto che, come è noto, impone l’obbligo del regolare pagamento delle retribuzioni nei confronti del personale impegnato nell’esecuzione del servizio.»

«Premesso quanto sopra – aggiunge Fulvio Moirano -, in applicazione delle disposizioni di cui all’art. 16 bis del contratto stipulato con l’ATS, questa ATS contesta formalmente a Codesta Fondazione la violazione del 3° comma dell’art. 5 bis del contratto e concede il termine di 15 (quindici giorni) dal ricevimento della presente, per la produzione di documentazione e deduzioni atte a confutare quanto contestato.»

Fulvio Moirano ha concluso la lettera inviata all’AIAS, rimarcando che «in difetto, l’Amministrazione si riserva il diritto di avviare il procedimento di risoluzione del contratto stipulato con l’ATS per il 2017 e attualmente in proroga».

 

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Il Mater Olbia verrà inaugurato quattro o cinque mesi al massimo a partire dall’approvazione della rimodulata offerta assistenziale e dopo aver avuto evidenza delle risorse destinate all’ospedale nel medio periodo, cioè almeno fino al 2021. Lo ha detto l’amministratore delegato della Mater Olbia spa, Giovanni Raimondi (presidente della Fondazione Policlinico Gemelli di Roma che detiene il 35% delle quote della società a maggioranza del Qatar (60%) e partecipata anche dalla fondazione Luigi Maria Monti, nell’audizione della Fondazione Gemelli e della Qatar Foundation nella commissione Sanità del Consiglio regionale, alla quale ha preso parte anche il presidente, Gianfranco Ganau, e l’assessore della Salute Luigi Arru.

L’ulteriore chiarimento sull’iter per l’apertura dell’ospedale gallurese, è arrivato dall’assessore Luigi Arru e dal direttore generale dell’assessorato, Giuseppe Maria Sechi, che, nel corso dei rispettivi interventi, hanno confermato il percorso politico amministrativo (stabilito dalle disposizioni contenute nella ridefinizione delle rete ospedaliera, approvata il 25 ottobre dello scorso anno) per la riconversione dell’offerta sanitaria e assistenziale del Mater Olbia: approvazione della delibera in Giunta a cui dovrà seguire il parere della commissione consiliare Sanità e successivamente la ratifica degli accordi sui posti letto con l’assessorato, l’investitore privato, l’azienda tutela della salute e l’azienda ospedaliero universitaria di Sassari.

A spiegare ai commissari in che cosa si sia modificato il setting assistenziale del Mater Olbia, nel passaggio dalla partnership con il Bambino Gesù a quella con il Gemelli di Roma, ci ha pensato il professore Rocco Bellantone, preside della facoltà di Medicina e Chirurgia dell’università Cattolina del Sacro Cuore di Roma e direttore dell’unità operativa complessa di Chirurgia, Endocrina e Metabolica del Policlinico Gemelli, che ha sostanzialmente confermato una rimodulazione verso le specialità ed i servizi tendenti a ridurre la cosiddetta mobilità passiva nella sanità sarda (la migrazione dei pazienti sardi nel Continente per ottenere le cure) con una riduzione delle specialità pediatriche a vantaggio di quelle dell’oncologia, di quelle correlate all’obesità, al diabete e all’invecchiamento della popolazione.

La sollecitazione “forte” alla Giunta perché approvi in tempi rapidi e stringenti la delibera che dà il via al nuovo Mater Olbia è arrivata dal presidente della commissione Sanità, Mondo Perra (Psi), che ha ricordato le varie fasi della pratica Qatar Foundation (a partire dall’accordo di programma del 2014) ed ha insistito sull’urgenza del via libera dell’esecutivo, impegnandosi alla immediata convocazione della commissione per il necessario parere all’attesa deliberazione. «Abbiamo registrato un’ampia condivisione sul tema del Mater Olbia – ha dichiarato Mondo Perra – ed è evidente l’urgenza di procedere con tutti gli atti politici e amministrativi che consentano l’apertura della struttura gallurese che sono certo innalzerà la qualità delle cure e dei servizi in tutta l’Isola, insieme con lo straordinario impegno per la ricerca scientifica e medica».

La richiesta di procedere in tempi rapidi è stata avanzata anche dai consiglieri regionali, di maggioranza e minoranza, espressione della Gallura: Giuseppe Fasolino, Fi («la Giunta acceleri nel dare risposte al Gemelli e alla Qatar Foudation perché il Nord Est della Sardegna da troppo tempo è il fanalino di coda della sanità sarda e non solo per la carenza di posti letto»); Pierfranco Zanchetta, Upc («la Gallura ha scommesso sul mater Olbia e senza l’apertura del nuovo ospedale rischiamo il collasso del San Giovanni di Olbia per effetto del ridimensionamento delle strutture ospedaliere di Tempio e La Maddalena») e Giovanni Satta, Psd’Az («abbiamo rinunciato a tanta sanità pubblica pur di avere il Mater Olbia ma è tempo di fare chiarezza sui tempi di apertura»).

Sulle conseguenze che l’apertura del Mater potrebbe avere sulle strutture pubbliche operanti in Sardegna si sono soffermati, seppur con accenti diversi, il consigliere dei Rossomori, Emilio Usula («il presupposto per la realizzazione dell’ospedale privato in Gallura era la capacità di intercettare i bisogni di salute con prestazioni di alta qualità non presenti nel resto delle strutture isolane»); dei Riformatori, Michele Cossa («il Mater potrà rappresentare un’occasione di confronto virtuoso tra le diverse strutture sanitarie della Sardegna e migliorare così la qualità del sistema sanitario nell’Isola») del Psd’Az-La Base, Domenico Gallus («auspico una vera competizione con la sanità pubblica»). Sugli investimenti per la ricerca ha chiesto lumi la consigliera del Pd, Rossella Pinna, mentre il suo collega di gruppo e di partito Gigi Ruggeri si è soffermato sui tetti di spesa. Entrambi gli esponenti della maggioranza, insieme al consigliere Augusto Cherchi (Pds) hanno sottolineato inoltre la necessità di una reale e proficua collaborazione tra il Mater Olbia, il Gemelli e le università sarde. Daniele Cocco (Sdp) si è soffermato sulle modalità di reclutamento del personale e Edoardo Tocco (Fi) ha posto una serie di quesiti inerenti l’accreditamento della struttura sanitaria di Olbia.

Il consigliere dell’Udc, Giorgio Oppi, nel suo articolato intervento non ha mancato di evidenziare i ritardi accumulati nel corso degli anni ed ha elencato una serie di criticità rilevate dalla commissione consiliare nel recente sopralluogo nella struttura della Qatar Foundation. Oppi ha quindi chiesto «chiarezza nei tempi, nelle procedure, nelle responsabilità e negli impegni» ed ha ipotizzato la sigla di un nuovo protocollo di intesa per superare quello precedentemente siglato nel 2014.

Per la Qatar Foundation è intervenuto, il dottor Lucio Rispo, che ha confermato l’impegno della fondazione per favorire la realizzazione ad Olbia di una struttura di eccellenza nel campo sanitario, in grado di migliorare la qualità delle cure in tutta la Sardegna.  

A margine dell’audizione sul Mater Olbia, il consigliere del Partito dei sardi, Augusto Cherchi, ha chiesto al presidente della commissione, Mondo Perra, l’immediata convocazione del direttore generale Ats, Fulvio Moirano, sull’effettiva entrata in vigore delle disposizioni in materia di riorganizzazione della rete ospedaliera. A sostegno della richiesta del consigliere Augusto Cherchi si sono dichiarati i capigruppo della maggioranza Daniele Cocco (Sdp) e Pierfranco Zanchetta (Upc-Psi).

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Ieri la direzione dell’ATS Sardegna ha risposto alle pesanti critiche ricevute nelle ultime settimane per i problemi legati al servizio sanitario nel Sulcis Iglesiente, prospettando i vantaggi che deriverebbero dalla realizzazione di un ospedale unico; oggi il capogruppo dell’Udc in Consiglio regionale, Gianluigi Rubiu, replica in termini molto critici.

«Una ricetta miracolistica? No, semplicemente l’ennesimo gioco di prestigio del manager dell’Ats per nascondere il fallimento del riordino della rete ospedaliera nel Sulcis Iglesiente – scrive in una nota Gianluigi Rubiu -. L’ultima scappatoia è quella relativa all’ospedale unico. Davvero singolare registrare la giravolta verso questo progetto, senza avere consapevolezza sui passaggi legislativi, dal recupero delle risorse utili alla realizzazione dell’infrastruttura (con una cifra pari a circa 100 milioni di euro) sino alla localizzazione dell’area con un piano che metta tutti sulla stessa lunghezza d’onda ed ai tempi per la costruzione del presidio.»

«Si auspica che Fulvio Moirano possa vedere in modo diretto – aggiunge Gianluigi Rubiu – i disservizi della sanità nel Sulcis Iglesiente, con un’attesa nelle sale del pronto soccorso che dura sino ad otto ore, accompagnata da una sentenza negativa dei pazienti nella speranza delle prime cure. Si pensa a progetti mastodontici ma nel frattempo al Cto di Iglesias come al Sirai di Carbonia le strutture si sbriciolano come castelli di carte, con una sanità ridotta in macerie. E si costringono i pazienti a rivolgersi in altri presidi sanitari, con una mobilità passiva dei pazienti senza precedenti.»

«La verità è che si cerca di distogliere i pazienti ed i cittadini dai reali problemi che attanagliano i complessi sanitari ormai in stato di perenne abbandono. Sarebbe indicativo conoscere dalla Corte dei Conti il parere sugli investimenti stanziati per la ristrutturazione di diversi reparti ormai fatiscenti, con una grande fetta di impianti mai utilizzati. Si pensi alle quattro sale operatorie del Cto di Iglesias, inaugurate senza poi entrare in attività. Sarebbe il momento – conclude Gianluigi Rubiu – di ripensare ad una sanità sul territorio che incroci le vere esigenze dei malati, garantendo servizi essenziali per le cure ai pazienti.»

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Questa mattina, nella sede elettorale della coalizione che appoggia la candidata sindaca Valentina Pistis, si è tenuta una conferenza stampa sul disastro della sanità iglesiente. All’incontro hanno partecipato Paride Reale ed Alberto Cacciarru.

«La chiusura degli ospedali cittadini sono il prezzo inaccettabile che la nostra città sta pagando a causa di una maldestra gestione della sanità da parte del Partito democratico – ha detto Valentina Pistis -. Un lungo elenco di criticità mai affrontate. La chiusura del presidio Santa Barbara, la cancellazione dei tanti servizi, la chiusura del laboratorio, il disastro della ristrutturazione del CTO, avvenuto senza i dovuti controlli, il dramma delle liste d’attesa, la carenza del personale infermieristico e medico, l’assenza di una politica per il territorio. Una sanità, quella iglesiente e sulcitana, che non è in grado di offrire i livelli di assistenza previsti dalla legge. I colpevoli sono, senza ombra di dubbio, la Giunta Regionale e l’assessore Luigi Arru, il sindaco di Iglesias, silente per cinque lunghi anni, gli Amministratori che si sono succeduti.»

«Non sono servite le marce, non sono servite le tante mozioni, interpellanze, interrogazioni e proposte – ha aggiunto Valentina Pistis -. Il sindaco di Iglesias e la sua Giunta monocolore del Partito democratico sono stati sordi a qualsiasi appello. Non sono serviti nemmeno le sollecitazioni accorate dei dipendenti. Contro il martello demolitore del Partito democratico non c’è stato nulla da fare. Basta scorrere le immagini del CTO per capire in quale stato di degrado è caduta la sanità Iglesiente. E’ indispensabile ricreare la cultura della qualità in sanità, restituendo l’eccellenza alla nostra città. Proponiamo, ancora una volta, una ristrutturazione vera, immediata e controllata del CTO, riequilibrio dei servizi tra Iglesias e Carbonia, la progettazione del nuovo ospedale, ed uno studio epidemiologico, decisivo per programmare le risposte adeguate. Dunque, chiediamo che il sistema sanitario iglesiente faccia un salto di qualità andando a scegliere quali risposte sanitarie può dare al cittadino e dove gliele può dare. Esistono risposte sanitarie domiciliari, ne esistono altre che possono essere fruite nelle strutture territoriali, altre che hanno riferimento negli Ospedali. L’unico ospedale rimasto ad Iglesias, come nel passato, deve diventare centro regionale di riferimento, la cui perfetta efficienza è ancora più indispensabile in una regione che ha il mare come confine geografico.»

«E’ evidente che questi obiettivi richiedono la piena integrazione nel sistema di tutte le professionalità che vi operano e richiedono la piena collaborazione e la condivisione della mission aziendale nelle ASSL. La creazione di un clima virtuoso di collaborazione nel sistema non sembra dunque un elemento estraneo rispetto alla possibilità di raggiungere gli obiettivi – ha concluso Valentina Pistis – La gestione del laboratorio analisi, dopo il crollo, è solo un esempio del mal governo. La lettera inviata dai dipendenti al Commissario Fulvio Moirano è un segnale dello sconforto che oramai regna tra il personale.»

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Cancellare la Asl unica in Sardegna e istituire tre aziende sanitarie (Nord, Centro e Sud): così Fratelli d’Italia e Forza Italia rilanciano la proposta di legge presentata nel novembre del 2017 (proposta di legge n. 463, Truzzu e più), mentre sul piano prettamente politico lanciano la sfida ai consiglieri del centrosinistra che, nelle ultime settimane, hanno marcato la distanza dall’istituzione dell’Ats e dalla gestione del manager Fulvio Moirano.

«Notiamo una certa effervescenza tra le fila della maggioranza – ha affermato Paolo Truzzu (FdI) – e sul tema vogliamo capire se le prese di distanza, di singoli consiglieri e di gruppi del centrosinistra, dalla Asl unica sono solo una  tattica pre-elettorale o se davvero si sono ricreduti su quella che da sempre le opposizioni hanno definito una soluzione inadeguata per risolvere i problemi della sanità in Sardegna.»

A giudizio dei quattro consiglieri FdI (Paolo Truzzu, Marcello Orrù, Gennaro Fuoco, Gianni Lampis) e dei tre consiglieri di Fi (Alessandra Zedda, Stefano Tunis, Edoardo Tocco), presenti all’incontro con gli organi di informazione, l’azienda per la tutela della salute ha fallito nella sua missione perché i costi non sono stati ridotti, le liste d’attesa non si sono accorciate e nel complesso, sono peggiorati i servizi per i cittadini.

«Le criticità denunciate dai gruppi della minoranza consiliare al momento dell’approvazione della legge istitutiva dell’azienda unica – ha incalzato la capogruppo Fi, Alessandra Zedda – trovano oggi riscontro nel disagio denunciato dagli operatori della sanità e dai cittadini sardi ed anche per queste ragioni  domandiamo alle forze politiche della maggioranza, ed in particolare al partito dei sardi che oggi contesta apertamente l’Ats e la sua gestione, dove erano quando in Consiglio si è votato per l’Ats.»

«L’assessore Luigi Arru ed il manager Fulvio Moirano, visti i risultati ottenuti, dovrebbero fare entrambi un passo indietro – ha dichiarato Edoardo Tocco (FI) – e la cancellazione dell’azienda unica porterebbe risparmi e più efficienza nella sanità sarda.»

«L’Ats – ha aggiunto Gennaro Fuoco (FdI) – è servita solo a ridistribuire potere non a riorganizzare i servizi della salute.»

Stefano Tunis (Fi) ha rimarcato l’assenza di “basi scientifiche” a supporto della scelta per l’azienda unica in Sardegna ed ha affermato che con l’Ats «si è sostituito il ruolo politico svolto dall’assessorato della Sanità con una struttura amministrativa che fa sì che la sanità resti lontana dai territori e dai bisogni di salute ma vicina agli interessi del potere».

«L’assessore Luigi Arru conta meno di Fulvio Moirano – ha insistito Gianni Lampis (FdI) – ed il centrosinistra deve fare i conti con due riforme fallite, enti locali e sanità, ed una riforma destinata a fallire: l’urbanistica.»

«Serve un cambio di passo – ha concluso Marcello Orrù (FdI) – e, dopo i tagli ragionieristici del centrosinistra, è necessario restituire servizi ai cittadini sardi e voce ai territori, anche nella sanità.»

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Fulvio Moirano

La Direzione dell’ATS in merito ad alcune note stampa di critica degli atti amministrativi relativi ai 49 incaricati di Struttura Complessa (Il Partito dei Sardi contesta i criteri di attuazione della riforma della rete ospedaliera: «Non è quella votata dal Consiglio regionale».), evidenzia in una nota diffusa oggi, che tutto è stato fatto nel pieno rispetto delle disposizioni normative previste. In particolare, quanto indicato rispetto all’operato ATS, e cioè che si “introduce arbitrariamente una norma di salvaguardia contrattuale contrariamente a quanto stabilito dal decreto n. 78/2010”, risulta inappropriato poiché il comma 32 dell’articolo 9 del DL 78/2010 (quello richiamato nell’interrogazione per escludere l’attuale permanenza di situazioni di salvaguardia) si applica esclusivamente nelle ipotesi di scadenza di incarico.
Inoltre, rispetto alle procedure di selezione, la Direzione ATS sottolinea che «le stesse sono tutte avvenute applicando le disposizioni previste nel Regolamento sugli incarichi ATS il quale è stato adottato a seguito di confronto con le OO.SS. e non risulta essere stato oggetto di ricorso da parte di alcuno. Peraltro tutti gli atti presupposti ed esecutivi alla base delle procedure selettive, dall’Atto aziendale approvato dalla Giunta fino alle deliberazioni per gli avvisi e di conferimento di incarico, sono pubblicati e disponibili per chiunque intenda leggerli e analizzarli».
«Appare doveroso precisare, inoltre, che rispetto a quanto riportato dalle agenzie di stampa la composizione della Commissione di selezione, in base al decreto 158/2012, riguarda gli incarichi di direzione di struttura complessa nelle discipline mediche e sanitarie indicate nell’articolo 4 del DPR 484/1997 – si legge ancora nella nota dell’ATS -. Mentre, relativamente agli altri incarichi di struttura complessa, e quindi, nello specifico, a quelli relativi all’ambito dello Staff della Direzione generale con valenza multidisciplinare, tali disposizioni non trovano applicazione. Anche in questo caso l’ATS ha agito nel rispetto del principio della trasparenza e tutta la documentazione è naturalmente a disposizione di chiunque voglia effettuare approfondimenti.»
«Quanto all’attribuzione delle due strutture complesse indicate nelle note stampa – formazione e pianificazione sanitaria e strategica – la Direzione ATS sottolinea come siano state assegnate a figure con specifiche competenze ed esperienze decennali nelle suddette materie. Tali professionisti peraltro hanno ricoperto anche ruoli di vertice e, rispetto ad altre figure, sono inseriti nell’elenco degli idonei per incarico di Direttore di area socio sanitaria locale avendo superato le relative selezioni. Alla luce di quanto sopra sintetizzato – conclude l’ATS -, si conferma la piena legittimità e correttezza di tutte le procedure poste in essere dall’ATS nella scelta dei propri Direttori di Struttura.»

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Si è svolta questo pomeriggio, a Carbonia, una visita informale del Direttore Generale ATS Fulvio Moirano che ha incontrato il Direttore dell’Area Socio sanitaria Maddalena Giua.

«E’ stato un incontro proficuo – seguito da una visita presso il reparto di Emodialisi del Presidio ospedaliero Sirai – nel quale si è discusso dei problemi dell’Area e di modalità e impegni precisi per l’immediata risoluzione degli stessi», si legge in una nota della ASSL 7.

Il direttore generale, in particolare, s’è impegnato a destinare all’ASSL di Carbonia le risorse necessarie per importanti interventi, tra i quali:

1) acquisto di 2 ambulanze;

2) acquisto di letti elettrici per le esigenze dei due presidi di Carbonia e Iglesias;

3) Interventi di manutenzione straordinaria per i presidi di Carbonia e Iglesias.

In particolare per il Sirai:

Acquisto dell’ecocardiografo

Impianto di condizionamento per tutto il Presidio;

Interventi nel Reparto di Emodialisi

Acquisto di attrezzature per il Reparto di Rianimazione

In particolare per il CTO:

Acquisto di un Apparecchio Telecomandato e di un Mammografo.

«E’ stato un momento di confronto molto importante – ha commentato il direttore generale Fulvio Moirano – che mi ha permesso di verificare direttamente l’impegno del personale a supporto di un servizio fondamentale per la salute di tanti pazienti.»

«Stiamo lavorando per risolvere i problemi – ha concluso Maddalena Giua – e la Direzione ATS ci sta supportando per garantire servizi di qualità ai cittadini di questo territorio.»

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Una rete regionale per l’insufficienza respiratoria severa che consente di automatizzare il percorso di cure in precedenza affidato a realtà intensive della penisola. Una rete in grado di dare le soluzioni migliori per superare la fase più acuta della malattia, oltre che mettere a disposizione un’equipe specializzata per il posizionamento dell’Ecmo “on site” e avviare la centralizzazione dei casi più gravi. Nata formalmente ieri, con le Rianimazioni dell’Aou di Sassari centro regionale di riferimento, la rete regionale punta alla creazione di un registro delle attività, alla creazione di protocolli condivisi e alla possibile estensione delle attività di assistenza extracorporea ad altre condizioni cliniche.

Ieri mattina, nella sede del Rettorato dell’Università di Sassari, si sono ritrovati gli operatori delle strutture di Anestesia e Rianimazione della Sardegna, da quelle dell’Aou di Sassari a quella di Olbia, quindi Nuoro, Oristano, Carbonia, San Gavino, Ozieri e Alghero e ancora Cagliari, con quelle della Santissima Trinità, del Brotzu, dell’Oncologico e del Marino. Con loro le strutture di Cardiochirurgia dell’Aou di Sassari e della Cardioanestesia del Brotzu di Cagliari.

«Abbiamo avviato un percorso necessario di cambiamento – ha detto l’assessore regionale della Sanità Luigi Arru – perché l’insularità ci obbliga ad avere un servizio sanitario sardo più efficiente. Con l’Ecmo avete creato una rete che consente di condividere le professionalità e raggiungere risultati importanti. Siete la testimonianza concreta di rete in questo momento di cambiamento.»

Un esempio da estendere, anche ad altre specialità come quella Chirurgica, «un’esperienza interessante che dimostra una forte sinergia tra operatori e cooperazione. Dobbiamo abituarci ai lavori di squadra», ha sottolineato il direttore generale di Ats Fulvio Moirano, intervenuto all’incontro con il direttore sanitario Francesco Enrichens.

«Una bella dimostrazione di cooperazione – ha aggiunto il direttore generale dell’Aou di Sassari Antonio D’Urso presente assieme al direttore sanitario Nicolò Orrù – in cui le professionalità lavorano assieme per garantire la migliore risposta che, per un territorio come la Sardegna, è importantissima. Consente di non trasferire i pazienti fuori dall’isola.»

Concetto ribadito anche dal rettore dell’Università di Sassari Massimo Carpinelli che ha sottolineato il fatto che la nascita di questa rete a Sassari nell’Aou, «rappresenta l’esempio di ciò che vorremmo: realtà che fanno servizio al territorio e diventano un punto di riferimento, anche nazionale».

E i numeri illustrati dal direttore del dipartimento di Emergenza e urgenza dell’Aou di Sassari, professor Pier Paolo Terragni, sono il chiaro esempio del lavoro messo in campo da tutti i professionisti delle Rianimazioni isolane.

Da ottobre 2017 a marzo 2018 sono stati 34 i pazienti trattati per insufficienza respiratoria severa nelle due Rianimazioni dell’Aou di Sassari: in media avevano 55 anni, 23 erano uomini mentre 11 erano donne.

Nel 59 per cento dei casi si è trattato di pazienti centralizzati, cioè trasportati a Sassari da altre strutture della regione mentre nel restante 41 per cento si è trattato di pazienti del Sassarese.

Sono stati 24 i pazienti ricoverati per complicanze da influenza e di questi 10 con virus A H1N1, 11 con H1N1 e altri virus, 2 con virus dell’influenza B e 1 solo con virus A e B.

Gli altri 10 pazienti, invece, presentavano altri patogeni che avevano provocato l’insufficienza respiratoria severa.

Nel 26 per cento dei casi presentavano anche una broncopneumopatia cronica ostruttiva, nel 23 obesità e nel 20 per cento dei casi soffrivano d’ipertensione arteriosa.

I pazienti hanno trascorso in media 23 giorni in terapia intensiva. La durata media della ventilazione artificiale è stata di 19 giorni; per 7 pazienti è stato necessario il trattamento Ecmo della durata media di 15 giorni. Per 6 pazienti, poi, a causa di un’insufficienza multiorgano è stata necessaria anche la dialisi renale. Infine, ha fatto notare il professor Terragni, abbiamo riscontrato nei pazienti ricoverati una valida risposta alle cure con un tasso di sopravvivenza superiore a quella prevista.

Un pensiero quindi è andato all’ultimo paziente ricoverato in Ecmo a Sassari poco prima di Pasqua. Il giovane era arrivato alla Rianimazione del Santissima Annunziata in Ecmo direttamente da Cagliari, dove una equipe dell’Aou di viale San Pietro era andata per prelevarlo.

Il paziente è uscito dal trattamento extracorporeo il 6 aprile e – secondo il bollettino medico – «superata la fase più critica, ha ripreso conoscenza e risulta in contatto con familiari e curanti. Nelle prossime 24 ore potrà essere scollegato dalla ventilazione meccanica e riprendere la nutrizione regolarmente. È in atto un ampio programma riabilitativo motorio. Resta comunque in trattamento in area critica fino a stabilizzazione consolidata».

Durante la riunione del tavolo di lavoro in Rettorato, il cardiochirurgo Michele Portoghese ha illustrato l’evoluzione negli anni del trattamento con Ecmo mentre l’epidemiologo e presidente del Corso di Laurea in Medicina e Chirurgia Paolo Castiglia ha illustrato i dati dell’influenza 2017-2018 e presentato il sito VaccinarsinSardegna.org che sta diventando punto di riferimento per un pubblico vasto di specialisti e cittadini.

Angela Fenu e Davide Piredda, invece, hanno presentato la scheda di contatto con il centro di riferimento regionale mentre Luigi Solinas e Giangiacomo Carta, infine, hanno illustrato le modalità di intervento Ecmo mobile.

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I rappresentanti sindacali di FP-CGIL Roberta Gessa, FP-CISL Davide Pateri e UIL-FPL Fulvia Murru, hanno chiesto all’assessore regionale della Sanità Luigi Arru e al direttore generale ATS Sardegna Fulvio Moirano, l’attivazione delle procedure di risoluzione del contratto ATS/AIAS.

«Come è noto – si legge in una nota – l’Azienda AIAS è debitrice nei confronti dei suoi dipendenti di circa nove mensilità. Oggi, ad un anno esatto dall’impegno assunto dal Consiglio regionale con l’approvazione dello specifico ordine del giorno, la vertenza AIAS rimane irrisolta. Siamo a conoscenza che il contratto tra ATS ed AIAS per l’acquisizione di prestazioni di assistenza riabilitativa globale sanitaria e sociosanitaria stipulato nel 2017 è stato prorogato e scadrà il 30 aprile 2018. Allo stato, non ci risulta che l’ATS, nonostante il clamore delle vicende AIAS, abbia mai attivato le procedure di risoluzione del contratto previste nell’art. 16 bis, lettera d, del medesimo.»

FP-CGIL, FP-CISL e UIL-FPL, chiedono all’assessore Luigi Arru e al direttore generale Fulvio Moirano, «di attivare immediatamente le verifiche sul rispetto delle clausole contrattuali da parte dell’AIAS, e di valutare tutte le eventuali conseguenze».