20 April, 2024
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«Area è destinata ad avere un ruolo strategico nel quadro della sua missione per le politiche della casa e per un nuovo welfare, ma occorre perfezionare il processo di fusione e rivedere la legge istitutiva.» Lo ha affermato il prof. Giorgio Sangiorgi, nel corso della sua audizione davanti alla Quarta Commissione (Governo del territorio – Lavori Pubblici), presieduta dall’on. Antonio Solinas (Pd).

Nel suo intervento, Sangiorgi ha fornito alcuni dati particolarmente significativi, alcuni positivi altri meno, utili per capire lo stato dell’azienda: organico finalmente a regime di circa 200 persone di cui 160 impegnati sul territorio diviso in 5 distretti, morosità scesa dai 40 milioni del 2009 ai 34 attuali, conferma degli standard di 350 euro ad unità immobiliare per la manutenzione dei 25.000 appartamenti in proprietà, abusivismo inferiore al 3%, 1132 giorni in media per aprire e chiudere un cantiere in caso di immobili di nuova costruzione, a causa di una serie di vincoli che dipendono in parte dagli Enti Locali, contrazione delle risorse disponibili: solo per il 2012 l’azienda ha versato 5 milioni di Imu a fronte dei 300.000 dell’esercizio precedente.

«I processi di miglioramento già in atto – ha aggiunto il presidente di Area – vanno però completati, soprattutto per ciò che concerne la governance interna, che presenta ancora troppe differenziazioni territoriali, e l’assetto organizzativo.»

In prospettiva occorre poi, secondo Sangiorgi, «differenziare in modo più marcato i canoni di locazione e disegnare un modello di housing sociale, settore nuovo in cui l’azienda è comunque impegnata con 11 progetti finanziati dalla Regione, più adatto alle esigenze della Sardegna».

Riferendosi infine alla delibera della Giunta con cui si è avviata la procedura di scioglimento anticipato del consiglio di amministrazione, Sangiorgi ha dichiarato che «l’iniziativa ci sembra infondata, abbiamo risposto punto per punto con le nostre controdeduzioni che sono consultabili on line sul sito istituzionale dell’azienda, forse è mancata una continuità di confronto che noi abbiamo sempre auspicato».

Nel corso dell’incontro hanno preso la parola i consiglieri Salvatore Demontis, Giuseppe Meloni e Gianmario Tendas del Pd, Antonello Peru, Giuseppe Fasolino e Alberto Randazzo di Forza Italia, Eugenio Lai e Francesco Agus di Sel ed Ignazio Tatti dell’Udc. Gli esponenti della minoranza, in particolare, hanno espresso critiche e sollecitato chiarimenti sulla recente decisione della Giunta regionale di avviare il processo di scioglimento anticipato del Cda dell’azienda a poche settimane di distanza dalla scadenza naturale, fissata per il prossimo 16 settembre.

Il presidente della Commissione, Antonio Solinas, ha assicurato che questo specifico punto sarà oggetto, a brevissima scadenza, di una nuova audizione dell’assessore dei Lavori pubblici.

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Il Consiglio regionale ha approvato ieri sera, con i voti favorevoli dei 28 consiglieri della maggioranza presenti in Aula e l’astensione dei consiglieri di minoranza, il disegno di legge n. 9/A sull’edilizia scolastica che stanzia 30 milioni di euro per gli interventi urgenti, impiegando le risorse stanziate, nel 2014, sul #Fondo per lo sviluppo e la competitività per la realizzazione di opere cantierabili, Programmi integrati d’area e a interventi di fiscalità di sviluppo.

Ad aprire il dibattito è stato il relatore di maggioranza, il capogruppo del Pd Pietro Cocco, il quale ha sostenuto l’importanza del Dl 9 in sintonia con quanto annunciato in campagna elettorale. «L’esecutivo persegue un obiettivo strategicamente primario nelle politiche tese ad arginare i preoccupanti segnali di debolezza del sistema di istruzione anche attraverso il miglioramento delle strutture scolastiche. In un territorio come il nostro – ha affermato Cocco – dove il fenomeno della dispersione scolastica ha raggiunto livelli preoccupanti, è urgente attuare provvedimenti volti a diminuirne la portata cercando di arginarlo». Per questo motivo il capogruppo del Pd ha detto di non condividere la posizione assunta in Commissione dalla minoranza sull’utilizzo del capitolo di spesa in questione. Un intervento che vede i giovani e la scuola in primo piano, ma anche di rendere immediatamente cantierabili le opere dando così anche un po’ di ossigeno al settore dell’edilizia. «L’immediata cantierabilità, contribuisce, come effetto indotto, a creare un minimo di ristoro al settore dell’edilizia duramente colpito dalla crisi economica – ha affermato – un settore che in Sardegna rappresenta uno dei volani di sviluppo che può contribuire a creare nuove e durature opportunità per soddisfare la richiesta di lavoro che proviene dalla società». Pietro Cocco ha rassicurato la minoranza sulla possibilità di recuperare alcuni progetti approvati precedentemente. Non tutti, ma probabilmente alcuni potranno essere confermati.

Il presidente Ganau ha dato quindi la parola al relatore di minoranza, Alessandra Zedda (Forza Italia), la quale ha evidenziato la mancanza di notizie certe in merito al patto di stabilità, in particolare alla possibilità  di escludere dal patto le spese per l’edilizia scolastica. Il consigliere di Forza Italia ha anticipato la contrarietà della minoranza verso questo disegno di legge, un’azione di governo «che va a discapito dello sviluppo della Sardegna». La Zedda ha poi continuato: «Pur rilevando la fondamentale importanza dell’edilizia scolastica, sottolineiamo che l’idea di sviluppo per la Sardegna e dei suoi territori non può essere monotematica ed abbraccia un ventaglio di temi più ampi. Prendiamo atto che si vorrebbe destinare 30 dei 40 milioni stanziati per le opere cantierabili e Piani integrati d’area che la precedente Giunta ed il Consiglio regionale avevano destinato a progetti per lo sviluppo inteso nel suo complesso e destinarli quasi interamente all’edilizia scolastica».

Per il relatore di minoranza l’opposizione «non può né vuole sostenere atti che, anziché partire da una verifica di quanto è stato programmato, dello stato di attuazione dei lavori in corso e di quanto realizzato, partono invece da uno stanziamento aggiuntivo di 30 milioni, anzi potrebbero ridursi sino a 24 perché destinati anche a nuovi progetti. Mi chiedo se sia stato fatto un puntuale monitoraggio dei progetti relativi almeno agli anni 2011, 2012 e 2013 cioè quelli già programmati e finanziati anche per vostra ammissione con le risorse: 35 milioni FSC 2007/2013, i 28 milioni della delibera CIPE 79/2012 di cui 3,444.000 mila destinati dai Fondi obiettivi di sviluppo per le strutture della prima infanzia. Ancora i 5 milioni della legge n. 98 del 2013 per il rilancio dell’economia a favore della riqualificazione e messa in sicurezza delle istituzioni scolastiche di cui al decreto 15 ottobre 2013, n. 12 dell’assessore della pubblica istruzione, di cui non fate nessun cenno. Questi progetti come stanno procedendo? Che fine faranno?». E ha poi chiesto all’assessore Claudia Firino: «Leggiamo fra le righe che proprio i 35 milioni del fondo FSC sono in fase di ridefinizione programmatica e strategica. L’assessore ci spiegherà cosa vuole fare?». Zedda ha confermato il pieno sostegno alla scuola, «e in particolare riteniamo che gli investimenti sull’edilizia scolastica siano importanti, anzi determinanti per il recupero edilizio e la messa in sicurezza delle strutture destinate proprio ai nostri studenti, soprattutto nei comuni, specificatamente quelli più piccoli e quelli colpiti dagli eventi accidentali e naturali, che hanno drammaticamente compromesso il funzionamento e l’esistenza della stessa istruzione che oggi resta insieme alla famiglia e alla chiesa uno dei fondamentali pilastri della società». Il consigliere di Forza Italia ha infine ricordato che la legge finanziaria 2014 era incentrata sugli investimenti per lo sviluppo, attraverso disegni di legge in materia di opere cantierabili, piani integrati d’area e interventi sulla fiscalità di sviluppo: «Di tutto questo nulla si potrà fare se tutte le risorse saranno destinate all’edilizia scolastica. Ricordo che solo con le opere cantierabili sono stati approvati 98 progetti per 45.493.463,84 euro, più il cofinanziamento enti locali si arriva ad un totale di 63 milioni di euro circa ed ad oggi sono stati comunque erogati 34.500.000 euro per gli anni 2011 e 2012 e con la deliberazione n. 38/20 si arriva a 197 opere; infatti è stato disposto lo scorrimento di altri 99 progetti da aggiungere ai 98 del 2012. Ma ad oggi non risultano esserci spazi finanziari per i provvedimenti di delega.  Mi è d’obbligo far notare  – ha concluso il consigliere Zedda – che dei 93 milioni a cui si fa riferimento, 63 milioni sono già stati destinati alla Sardegna e programmati dalla precedente amministrazione e per ora, quello che si fatto è stato sottrarne 30 aggiuntivi già indirizzati per lo sviluppo delle attività produttive e progetti di riqualificazioni delle amministrazioni locali. Ecco perché i capigruppo della minoranza propongono un emendamento sulla differente copertura finanziaria».

Il consigliere del Pd, Gavino Manca, in apertura del suo intervento, ha definito il disegno di legge in discussione in Aula «importante anche se non esaustivo ma utile per segnare la strada della giunta e della maggioranza su un obiettivo strategico, quale è l’istruzione». Il presidente della Seconda commissione ha sottolineato il suo favore per procedere con l’applicazione del programma di governo, perché significa, ha spiegato Manca, dimostrare di mantenere gli impegni assunti con i cittadini sardi. A questo proposito l’esponente del centrosinistra ha ricordato i dati dell’affluenza delle recenti consultazioni elettorali per evidenziare quanto sia elevato il numero dei “disillusi” e degli “sconfortati” che si allontanano dalle urne e dalla “politica”. «Quindi – è l’invito di Gavino Manca – serve mantenere gli impegni assunti sul tema dell’istruzione, sul recupero della dispersione scolastica e anche per migliorare le strutture, dalle aule, ai laboratori alle mense scolastiche».

Il disegno di legge 9/A, a giudizio del consigliere Manca, è dunque «un primo passo, sicuramente perfettibile, sicuramente non risolutivo di un tema difficile e complicato da risolvere». Per l’esponente dei democratici sono chiari «i numeri del disastro e l’assoluta inderogabilità di interventi immediati» ma è altrettanto evidente come «negli ultimi decenni non vi sia stata né attenzione e tantomeno una programmazione concreta per mettere freno al disastro e favorire un’inversione di marcia per avvicinarsi ai parametri europei». Gavino Manca ha rimarcato come «a livello nazionale la consapevolezza di questa urgenza è stata fatta propria dal presidente del Consiglio, Matteo Renzi, nel suo intervento programmatico per la fiducia alla Camera ed ha trovato piena corrispondenza nell’azione politico-amministrativa di questi mesi». «Non esistono più scuse – ha ammonito il presidente della Seconda commissione consiliare – in Sardegna bisogna affrontare senza indugi il tema dell’istruzione».  A questo proposito, il consigliere del Pd, ha auspicato l’approvazione di una nuova legge sull’istruzione che superi la legge 31, a trent’anni esatti dalla sua prima approvazione.

Gavino Manca ha concluso affermando che con l’approvazione del disegno di legge «la Sardegna segue l’esempio indicato in campo nazionale dal premier, Matteo Renzi, per quanto attiene celerità, tempistica e rispetto degli impegni programmatici». «Dal prossimo primo luglio – ha infatti dichiarato il consigliere regionale del Pd – il governo Renzi parte con un programma che prevede un miliardo di euro per le scuole e circa ventimila cantieri in tutta Italia». Gavino Manca ha anche sottolineato le ulteriori opportunità offerte dal decreto del presidente del Consiglio dei ministri, approvato lo scorso venerdì, che esclude dal patto di stabilità interno i Comuni che hanno in progetto di costruire nuove scuole o che hanno in programma interventi di abbellimento e di messa in sicurezza degli edifici scolastici.

Il presidente del Consiglio, Gianfranco Ganau, ha dunque concesso la parola al consigliere del gruppo Forza Italia, Ignazio Locci, che ha espresso perplessità sulla discussione del provvedimento in materia di edilizia scolastica e ha definito l’iniziativa dell’esecutivo e della maggioranza consiliare «il pagamento di una cambiale elettorale». Locci ha proseguito avanzando ulteriori critiche facendo esplicito riferimento alle strumentalizzazioni che, a suo giudizio, sono state fatte all’indomani «del crollo di una pignata al Liceo Dettori di Cagliari». «Un vero e proprio spot elettorale – lo ha definito Locci – che è servito a rappresentare una situazione di decadenza delle scuole che non corrisponde alla realtà dei fatti». Il consigliere della minoranza ha quindi espresso contrarietà per la sottrazione dei circa 35 milioni di euro dal capitolo per le opere immediatamente cantierabili, per finanziare gli interventi stabiliti in legge.

Il consigliere Salvatore Demontis (Pd) ha affermato che in realtà, con la legge in discussione, «si affronta uno dei nodi strategici del programma della coalizione, non ci sono cambiali da pagare ma interventi sull’istruzione nel suo complesso e non solo sull’edilizia scolastica». Quanto ai rilievi dell’opposizione sulle copertura, per Demontis sono infondati: «Abbiamo ritenuto di individuare le coperture dal fondo per la competitività perché era quello che garantiva una disponibilità immediata, significa che riteniamo altri interventi li riteniamo meno importanti dell’istruzione, la politica ha il dovere di scegliere ed è dovere della politica farlo quando le risorse sono scarse». Non pensiamo, ha concluso il consigliere del Pd, «di risolvere tutti i problemi dell’edilizia, ma questi interventi daranno una mano a rimettere in moto l’economia nelle piccole realtà ed anche a frenare lo spopolamento dei piccoli comuni».

Il consigliere Stefano Tunis (FI)  ha intravisto nel provvedimento della maggioranza «il germe di una iniziativa politica frettolosa che vuole personalizzare un percorso che nei fatti non era di questa maggioranza e di questa Giunta». E’ difficile pensare, ha sostenuto, «che in pochi mesi siano emerse dai contatti col sistema delle autonomie misure di così grande qualità rispetto a quelle messe in campo sulla stessa materia nella scorsa legislatura». Secondo Tunis, al contrario, «il lavoro buono che è stato fatto va salvato perché è il fulcro dell’interesse comune che dobbiamo perseguire ed è quindi un errore trascurare progettualità di ottimo livello sviluppata nel corso degli anni». Dopo aver auspicato un confronto più «virtuoso fra maggioranza e minoranza», il consigliere Tunis ha invitato tutti a riflettere su una scelta che ha sottratto risorse preziose «ad innovazione e sviluppo che meritavano ben altra attenzione, temi di respiro strategico che non possono essere sacrificati in nome della volontà di mettere il capello su cose di altri».

Ha quindi preso la parola Francesco Agus (Sel). «La morte di una comunità – ha detto in apertura del suo intervento – si verifica quando chiude una scuola, fino a quando c’è un bambino che frequenta un’aula la comunità continua ad esistere». Agus ha ricordato le problematiche che affliggono il sistema dell’istruzione in Sardegna, soprattutto nei piccoli centri e nelle periferie: edifici fatiscenti, strutture non a norma, crollo degli iscritti e decisioni ragionieristiche prese altrove. «In guerra – ha affermato Agus – la scuola è l’ultima cosa che chiude e la prima che si riapre quando torna la pace. Se si lasciano cadere a pezzi gli edifici si manda un messaggio chiaro: studiare non è più un diritto ma un privilegio». L’esponente della maggioranza, nel ribadire l’importanza del disegno di legge in discussione, ha sottolineato l’esigenza di un provvedimento organico sull’istruzione. «Oggi è un buon inizio – ha concluso Agus – l’edilizia scolastica ha bisogno di interventi urgenti ma occorre mettere mano anche al dimensionamento scolastico, alla didattica e al grave problema della dispersione scolastica. Solo così potremo coltivare la speranza di avere in futuro un’Isola più colta e una classe dirigente all’altezza dei tempi».

Gianni Tatti (Udc), consigliere dell’Udc e sindaco di Ruinas, ha espresso forti dubbi sulla necessità di intervenire con una legge specifica per l’edilizia scolastica. «Nei comuni sardi – ha spiegato Tatti – molti interventi di ristrutturazione e messa a norma delle scuole sono stati inseriti nel piano delle opere cantierabili. Il mio comune ha investito importanti risorse in questa direzione, mi spaventa oggi lo stravolgimento dello scenario con lo spostamento di ingenti risorse da un capitolo all’altro del bilancio regionale». Tatti ha quindi segnalato all’Aula le enormi difficoltà che si trovano ad affrontare i piccoli centri della Sardegna. «E’ vero – ha concluso il consigliere dell’Udc – che la scuola è una priorità, ma è altrettanto vero che nei paesi si muore di fame. Come responsabili delle nostre comunità abbiamo il dovere di metterci una mano sulla coscienza per capire se abbiamo fatto fino in fondo il nostro dovere».

Il presidente Ganau ha dato poi la parola al consigliere di Forza Italia Oscar Cherchi, il quale ha concordato sul fatto che si tratti di un disegno di legge sicuramente urgente, visto tutto quello che accade nelle scuole italiane e sarde. Secondo Cherchi però è un testo «molto controverso soprattutto nella parte economica», perché le risorse, circa 30 milioni di euro, verrebbero sottratte «con giochi di prestigio ad altri settori altrettanto importanti», come le opere cantierabili e i Pia. «Questo disegno di legge – ha proseguito Cherchi – non propone una soluzione, ma demolisce altre iniziative altrettanto fondamentali per la Sardegna». Secondo il consigliere azzurro non si può fare una programmazione di spesa esclusivamente a vantaggio di un settore, seppur molto importante, lasciando indietro gli altri. Cherchi ha chiesto alla Giunta di riferire a che punto siano le trattative con il Governo Renzi sul patto di stabilità, in particolare sull’eliminazione dei fondi sull’edilizia scolastica dal patto. Cherchi ha anche esortato la maggioranza a valutare a che punto siano i diversi piani avviati negli ultimi tre anni per la messa in sicurezza degli istituti scolastici. «Meglio – secondo il consigliere di Forza Italia – concludere i progetti già in corso piuttosto che iniziarne altri. Cosa accadrebbe diversamente ai progetti già finanziati?».

Favorevole alla legge il consigliere del Pd, Piero Comandini, il quale ha affermato che «mandiamo i nostri ragazzi a studiare in impianti fuori norma, in ambienti inadatti per apprendere, e la qualità degli ambiente è anche alla base della dispersione scolastica». Comandini ha ricordato il crollo del soffitto del Liceo classico “Dettori” di Cagliari, dove si è rischiata la tragedia. «Investire sulla scuola e sul sapere è il miglior investimento economico che si possa fare. È questa la scelta strategica della Giunta e i 93 milioni non sono ancora sufficienti».

Il presidente Ganau ha dato, quindi, la parola al capogruppo di “Soberania e Indipendentzia”, Emilio Usula, il quale ha condiviso il disegno di legge presentato dalla Giunta Pigliaru: «È una norma urgente, opportuna e condivisibile. Un modo nuovo di intendere un progetto di sviluppo che si basa sull’istruzione, puntando sui nostri ragazzi». Per Usula occuparsi di scuola e istruzione non significa disimpegnarsi verso altri settori, ma ha anche chiesto alla Giunta di chiarire il significato della frase, scritta nel comma 1 dell’articolo 1, che prevede di «garantire la ripartizione territoriale delle risorse». Per Usula bisogna «potenziare le aree dove è più forte l’abbandono scolastico».

Il capogruppo dei Riformatori sardi, Attilio Dedoni, ha riconosciuto l’importanza del tema oggetto del dibattito consiliare ma ha evidenziato che con l’esame del disegno di legge n. 9/A si «affronta il tema dell’edilizia scolastica ma non quello dell’istruzione». L’esponente della minoranza si è dichiarato d’accordo sulla necessità degli interventi nelle strutture che da tempo non hanno registrato attenzioni e risorse. «Infatti – ha spiegato il consigliere Dedoni – nelle commissioni abbiamo tenuto atteggiamenti e condotta politica conseguenti». Il capogruppo della minoranza ha quindi dichiarato di non condividere, invece, le affermazioni rese dal capogruppo del Partito Democratico, quando, in sede di svolgimento della relazione di maggioranza ha confermato, a giudizio di Dedoni, che «il disegno di legge è il saldo di quanto promesso in campagna elettorale». Il consigliere dell’opposizione ha dunque espresso critiche per la copertura finanziaria del provvedimento («si tolgono risorse ai capitoli che danno respiro alle imprese e un po’ di lavoro»). Attilio Dedoni ha poi evidenziato le difficoltà cui vanno incontro gli Enti Locali e ricordato come di recente, un Comune che aveva avanzato richiesta per realizzare una nuova aula della scuola media del paese, abbia ottenuto le risorse per realizzare l’opera soltanto dopo che l’intera scuola è stata chiusa.

L’esponente dei Riformatori nella parte conclusiva del suo intervento si è detto pronto ad affrontare non solo gli aspetti riguardanti l’edilizia scolastica ma soprattutto quelli inerenti l’istruzione, ricordando le ingenti risorse, destinate nel corso degli ultimi anni, per combattere la dispersione scolastica. «Serve capire come sono state utilizzati i denari», è l’invito del consigliere Dedoni che ha ricordato il basso numero di laureati sardi per affermare che «è necessario anche predisporre approfondimenti su come le Università di Cagliari e Sassari utilizzino le risorse che la Regione stanzia per gli Atenei».

Il capogruppo di “Sardegna Vera”, Efisio Arbau, ha definito il disegno di legge in discussione «importante» e ha ricordato come il tema sia tra gli impegni assunti dal centrosinistra in campagna elettorale. «E’ il secondo impegno che manteniamo – ha aggiunto Arbau – dopo quello che riconosce gli indennizzi agli allevatori per la Blue Tongue». I due risultati sono citati dal consigliere eletto nelle liste de “La Base” per contrapporli alla mancata attuazione del primo impegno assunto nella campagna elettorale del 2009 dall’allora candidato Cappellacci, per quanto riguarda la riscrittura del Piano regionale paesaggistico. L’esponente della maggioranza ha sottolineato che il provvedimento all’esame dell’Aula contiene una importante novità perché prevede un unico centro amministrativo con effetti positivi sulla spendita delle risorse.

Il capogruppo Arbau ha dunque sottolineato il favore per gli interventi in materia di edilizia scolastica ed ha auspicato che da subito si affronti il tema della scuola e dell’offerta scolastica. «Serve una scuola del territorio – ha dichiarato Arbau – una scuola di qualità, senza le pluriclassi, al passo con i tempi e in linea con i bisogni delle nuove generazioni». Il capogruppo di “Sardegna Vera” ha concluso il suo intervento sottolineando la necessità «di ripartire dagli istituti agrari» in considerazione dell’importanza e del ruolo del comparto agricolo in Sardegna.

Il capogruppo dell’Udc, Luigi Rubiu, ha rivolto critiche alla maggioranza «per la scelta di utilizzare il tema importante dell’edilizia scolastica per proseguire nella campagna elettorale». L’esponente della minoranza ha definito il provvedimento «fantasioso e privo di credibilità, visti i vincoli del patto di stabilità». Il capogruppo Rubiu ha criticato la copertura finanziaria della legge e ha denunciato una sproporzione nella quota percentuale di risorse destinate alla progettazione. «Il 20% dei 30 milioni complessivi destinati alla progettazione – ha concluso Rubiu – è una cifra troppo elevata e che non è in linea con quanto la Regione destini alle progettazioni per opere finanziate: al massimo il 6% per i progetti e il 3% per la direzione lavori».

Il consigliere Roberto Deriu (Pd) ha ribadito la posizione favorevole del partito e del gruppo, «perché è parte del programma ma soprattutto perché quello dell’istruzione è un problema centrale della società sarda, una priorità, un argomento non ordinario, una delle linee guida della nostra politica». Soffermandosi poi sul rapporto con le scuole e gli enti locali, Deriu ha sostenuto che «sono dettagli dei quali si occuperà la giunta, il punto centrale restano la forza e l’impatto dell’intervento, l’investimento sui giovani e sul futuro, su uno sviluppo economico che può ripartire proprio dall’istruzione». La politica scolastica, ha infine affermato l’esponente del Pd, «ha bisogno anche di altro e ne siamo consapevoli ma stiano iniziando un percorso che meriterebbe, anzi, una sessione speciale del Consiglio; ci interessano le mura ma ancora di pi le intelligenze migliori della nostra società».

Il consigliere Alessandra Zedda (FI) ha manifestato invece preoccupazione per l’andamento del dibattito. «Siamo tutti per l’istruzione, la sicurezza e l’efficienza – ha detto – il problema è che state dicendo no all’individuazione di diverse coperture che non impatterebbero su attività produttive, una chiusura incomprensibile». L’esponente dell’opposizione ha espresso inoltre forti perplessità sulla possibilità di avviare nuove progettazioni e chiuderle in soli sei mesi. Spero di sbagliarmi, ha commentato, «ma qui si sta ragionando senza tener conto della realtà, così come con tutta probabilità si sta lavorando senza manca una analisi compiuta della situazione esistente, a cominciare dalle risorse disponibili e non ancora spese».

Per la Giunta, e in sostituzione dell’assessore Claudia Firino, assente per una indisposizione, l’assessore della Programmazione Raffaele Paci ha affermato: «E’ vero, siamo qui per pagare una cambiale elettorale e spero che lo faremo molto spesso, è un impegno preso con gli elettori ma si deve fare così, non ci trovo niente di strano». «La Giunta – ha poi spiegato l’assessore – vuole avviare con questo provvedimento un programma complessivo che vuole puntare sull’istruzione e sulla formazione, fermo restando che i problemi dell’istruzione e della dispersione scolastico sono ben altri, in una Regione come la nostra che ha la performance peggiore d’Italia e situazione peggiore anche in termini di edilizia». Citando la massima keynesiana «affrontiamo l’emergenza pensando al futuro», Paci ha aggiunto che «si apriranno cantieri guardando al futuro in un settore considerato strategico, poi si andrà avanti con riforma di legge regionale di settore e molto altro». Nell’azione dell’esecutivo, ha proseguito, «c’è continuità con quanto fatto precedentemente, progetti e risorse non li cancelliamo, mettiamo solo i fondi a sistema, col supporto di un nuovo progetto di sistema informativo già buon punto che ci ha fornito molti dati: su 330 comuni sono pervenute 230 domande più quelle delle province e delle unioni dei comuni e progetti per un controvalore di 457 milioni». Ovviamente, ha chiarito l’Assessore Paci, «non si realizzerà tutto, si tratta sempre di opere pubbliche che hanno bisogno di tempi, ma il quadro del fabbisogno c’è; su questo spero ci sia coinvolgimento di tutto il Consiglio». Dopo aver espresso forti perplessità su una copertura alternativa del piano proveniente dalla sanità, «già sottofinanziata», l’assessore ha concluso sottolineando il dato strutturale dell’integrazione fra il piano della Regione e quello del Governo nazionale «sblocca Italia» orientato alla realizzazione di scuole migliori e più efficienti, primo tassello di nuova visione dell’istruzione.

Chiusa la discussione generale, il presidente Garau ha messo ai voti  il passaggio agli articoli. Quattro gli emendamenti presentati all’art. 1, tre della maggioranza ed uno dell’opposizione che chiedeva di spostare la copertura finanziaria dai fondi per le attività produttive a quello sulla sanità.

Alessandra Zedda (Forza Italia) ha suggerito alla Giunta di rimandare a fine anno il quantum da destinare alla legge. «Non facciamo l’errore di buttare il bambino insieme all’acqua sporca – ha detto Zedda – togliere i 30 milioni dalle attività produttive e dalle opere cantierabili in corso e quello già programmate sarebbe un errore oltre che un danno per le amministrazioni».

Efisio Arbau, capogruppo di “Sardegna Vera” ha voluto rassicurare nel suo intervento il consigliere Zedda: «Non c’è alcune intenzione – ha detto – di abbandonare le cose fatte precedentemente, il progetto per l’ospedale San Raffaele ne è l’esempio più evidente».

Per Salvatore Demontis (Pd) «dallo scorrimento della graduatoria si evince che le opere cantierabili si basano su priorità diverse. Erano infatti orientate sullo sviluppo delle attività produttive, obiettivo differente da quello individuato dalla giunta che vuole intervenire sul primo tassello dell’istruzione, primo punto del mandato affidato dagli elettori questa maggioranza». Improponibile per Demontis pensare di utilizzare per la copertura finanziaria le risorse della sanità.

Mario Floris (Uds) ha sottolineato la mancanza di qualsiasi riferimento all’edilizia scolastica nel programma elettorale del centrosinistra. «Sono andato a rivedere il programma – ha detto Floris – si parla di tutto ma non di questo. Se volete scopiazzare Renzi avete il diritto di farlo, ma non dite di dover pagare una cambiale elettorale».

Chiusa la discussione sugli emendamenti il presidente Ganau ha chiesto il parere della Giunta e del relatore di maggioranza sugli emendamenti presentati. L’assessore Raffaele Paci e il relatore Pietro Cocco hanno espresso parere negativo sull’emendamento dell’opposizione con il quale si individuava una diversa copertura finanziaria per la legge.

Il presidente Ganau ha dato, poi, la parola per dichiarazione di voto al consigliere dei Riformatori sardi Luigi Crisponi, il quale ha ricordato la ratio degli interventi previsti nella legge finanziaria 2014. L’obiettivo era di tenere insieme i progetti  delle opere cantierabili, Pia e per gli interventi di sviluppo attraverso una maglia, una impalcatura  che tutelasse le imprese. Con questo intervento, secondo Crisponi, si sottraggono fondi alla filiera produttiva. Critico anche il consigliere di Forza Italia, Ignazio Locci, il quale ha affermato che «questo provvedimento non darà nulla nell’immediato, state inficiando un provvedimento previsto dalla Giunta Cappellacci per opere di sviluppo per la Sardegna».

Secondo il presidente della Commissione Cultura, Gavino Manca (Pd) «C’è una incomprensione di fondo: i 30 milioni dei 40 milioni fanno parte del Fondo per lo sviluppo e la competitività del 2014, non sono fondi del 2013». Il capogruppo dei Riformatori sardi, Attilio Dedoni, ha esortato, infine, la maggioranza a tornare sui suoi passi, visto che questo intervento sta generando malumori anche tra i sindaci del Pd. Critico nei confronti della maggioranza anche il consigliere di Forza Italia, Stefano Tunis. Il presidente ha dato, poi, la parola al consigliere del Pd, Piero Comandini, il quale ha ribadito che questa legge mette in campo milioni di euro che andranno a dare respiro al settore produttivo, in particolare a quello edile.

Il presidente del Consiglio ha dunque concesso la parola al capogruppo di Forza Italia, Pietro Pittalis per la dichiarazione di voto sull’emendamento. L’esponente della minoranza ha affermato che le dichiarazioni dell’assessore alla Programmazione, per esprimere il parere contrario al suo accoglimento, dimostrano come sia ancora lontana l’intesa, solo annunciata, col governo nazionale sul patto di stabilità. «Penso – ha proseguito Pittalis – che tra ciò che si spera di realizzare e ciò che si è concretamente realizzato ci sia il Mar Tirreno di mezzo». Il capogruppo di Fi ha concluso rimarcando «che il centrosinistra si assume la responsabilità politica di togliere risorse al sistema produttivo sardo, mentre il centrodestra censura questo modo di operare»

Il presidente Ganau ha dunque posto in votazione con procedimento elettronico l’emendamento n.1 (Pittalis). Terminate le operazioni di voto, il presidente del Consiglio ha proclamato l’esito della votazione: presenti, 58 consiglieri; votanti, 55, favorevoli, 21, contrari, 34. «Il Consiglio non approva».

Il presidente del Consiglio ha posto in votazione l’emendamento sostitutivo parziale n. 3 (Pietro Cocco) e ha ricordato il parere favorevole espresso dalla Giunta e dal relatore di maggioranza per l’emendamento che riduce dal 20% al 10% la percentuale riservata alla progettazione. Il presidente ha concesso la parola al capogruppo del Psd’Az, Christian Solinas, che ha polemicamente espresso apprezzamento per la decisione della maggioranza di ridurre la percentuale di risorse destinate alle progettazione ed ha affermato che serve destinare le risorse agli interventi urgenti e portare all’1% la quota riservata alle progettazioni.

La consigliera Alessandra Zedda (Fi) ha denunciato che «non c’è unità di vedute tra maggioranza e Giunta». A giudizio dell’esponente della minoranza la correzione avanzata dall’emendamento presentato dal capogruppo del Pd dimostra che «ci sono errori di valutazione e si è seguita un’impostazione non corretta».

Il capogruppo di “Sardegna Vera” ha espresso parere favorevole all’emendamento n. 3 e sottolineato che il comma 2 dell’articolo 1 garantisce a tutti gli Enti Locali la possibilità di progettare.

Il consigliere Ignazio Locci (Fi) ha ribadito che l’emendamento n. 3 dimostra che «la Giunta non ha compiuto le opportune valutazioni delle esigenze effettivamente in campo».

Il consigliere dell’Udc, Giorgio Oppi, ha “giustificato” il suo voto di astensione sull’emendamento n. 1 e ha dichiarato che, a suo giudizio, l’assessore della Programmazione «dimostra di avere idee un po’ confuse quando cita i dati del bilancio della Sanità». L’esponente della minoranza ha ricordato che nessuna delle Regioni italiane “copre” per intero la spesa sanitaria e ha affermato che «non è ipotizzabile immaginare un qualche taglio alla Sanità». L’onorevole Oppi, in riferimento a quanto stabilito nell’emendamento n. 3  ha dunque sottolineato che nel corso dei lavori della Terza commissione, il competente assessore, in sede di esame del provvedimento in discussione in Aula, ha sempre dichiarato che la quota del 20% per la progettazione era una quota che non poteva essere ridotta. «Il tutto – ha concluso Oppi – dimostra che c’è confusione nel centrosinistra e anche nel centrodestra».

La consigliera del Pd, Rossella Pinna, ha replicato alle critiche della minoranza e ha dichiarato la sua personale soddisfazione nel procedere con il primo intervento in materia di edilizia scolastica.«Questa legge – ha affermato Rossella Pinna – dimostra che abbiamo le idee molto chiare, al contrario di quanto affermano alcuni colleghi della opposizione». L’esponente del centrosinistra ha ricordato i dati diffusi dai sindacati all’indomani dei crolli che hanno interessato il Liceo Dettori («la metà delle scuole non è a norma») e la protesta degli amministratori provinciali con la consegna delle chiavi degli oltre duecento istituti di competenza. A giudizio di Pinna, l’approvazione del provvedimento all’esame dell’Aula, è una risposta alla domanda di sicurezza e ai bisogni di insegnati, genitori e sindaci.

Il capigruppo dei Riformatori Attilio Dedoni ha richiamato l’attenzione del Consiglio sulla concretezza, «che non è compatibile con la scelta di affidare nuove progettazioni, con le quali si arriverebbe alla fine dell’anno senza aprire i cantieri». «Al contrario – ha aggiunto – molte progettazioni sono già completate e su queste, semmai, occorreva concentrare gli interventi, si è parlato di scuole senza abitabilità, sappiamo davvero quali sono e dove sono?»

Il consigliere Ignazio Tatti (Udc), rispetto all’intervento dell’assessore Paci, ha lamentato di «non avere la disponibilità del dato relativo al numero dei comuni hanno che hanno presentato progetti cantierabili». Questo dato, ha sostenuto, «avrebbe avuto una importanza decisiva per valutare le priorità dell’intervento, meglio destinare le risorse sul fondo unico comuni».

Il consigliere Salvatore Demontis (Pd) si è limitato a puntualizzare che l’emendamento prevede il dimezzamento dei fondi per le nuove progettazioni.

Il consigliere Giuseppe Fasolino (FI) , preannunciando l’astensione, ha ricordato la sua esperienza da sindaco «che non dorme se in una scuola manca l’agibilità, ma non si dorme nemmeno pensando ad un padre di famiglia senza stipendio». Con i bandi sulle opere cantierabili, ha continuato, «abbiamo realizzato un nuovo lungomare a Golfo Aranci, con 6 pontili realizzati da cooperative locali con maestranze del posto, più le attività indotte, in conclusione 400 posti barca e 40 posti di lavoro diretti più l’indotto: la scelta non è fra istruzione e occupazione, si deve dare il massimo per entrambe le cose».

Il consigliere Alessandro Collu (Pd), ha ribadito con forza che «la situazione delle scuole sarde, dove nella metà degli edifici mancano le certificazioni di agibilità, richiede interventi di grande urgenza, è vero che i problemi sono anche altri come mancanza di palestre e di impianti efficienti; casomai sarebbe stato giusto lamentarsi per la scarsità dei fondi». Non essendoci altri iscritti a parlare il presidente del Consiglio ha messo in votazione l’emendamento, che è stato approvato.

Subito dopo, Ganau ha sottoposto al vaglio dell’Aula l’articolo 1, approvato per alzata di mano, e l’emendamento aggiuntivo  n.4 sul quale il capogruppo Pittalis ha richiamato l’articolo del Regolamento che richiede il parere delle commissioni di merito entro termini perentori . «Non capisco – ha detto Pittalis – perché si deroghi al Regolamento». Il presidente Ganau ha chiarito il senso dell’emendamento aggiuntivo e rassicurato «Non c’è alcun contrasto con il Regolamento». L’emendamento è stato quindi votato e approvato dall’Aula.

Si è aperta in seguito la discussione sull’articolo 2 del disegno di legge della Giunta che istituisce un unico centro di responsabilità amministrativa per accelerare i programmi di spesa. Alessandra Zedda (Forza Italia) ha contestato la norma ritenendola inutile e contraria al principio di semplificazione amministrativa. Attilio Dedoni, capogruppo dei Riformatori, ha chiesto «più umiltà e maggiore capacità di ascolto al centrosinistra» mentre il capogruppo di Forza Italia Pietro Pittalis ha evidenziato il rischio che l’articolo in discussione non faccia altro che creare confusione: «Mettere in capo a diversi assessorati, a diverse direzioni politiche, le competenze in materia di edilizia scolastica – ha detto Pittalis – significa complicarsi la vita. Non ne comprendiamo la ragione, l’assessore alla pubblica istruzione viene esautorato e non se ne capisce il perché».

Marco Tedde (Forza Italia) ha parlato di “bizantinismo amministrativo”. «Oggi – ha detto – si inventa un appesantimento burocratico che non si capisce a cosa è dovuto. Di fatto si notifica un provvedimento di sfratto per assessore alla pubblica istruzione». L’Aula ha approvato a maggioranza l’articolo e gli emendamenti aggiuntivi.

Il presidente Ganau ha messo in votazione il testo finale del disegno di legge e ha dato la parola al capogruppo di Forza Italia, Pietro Pittalis, per dichiarazioni di voto. L’esponente della minoranza, annunciando il voto di astensione, ha affermato che «sul problema siamo sensibili, non perché fosse iscritto nel vostro programma di governo, ma perché il governo precedente si è già cimentato. Resta ferma la nostra critica sulla copertura finanziaria». Pittalis si è poi rivolto all’assessore della Programmazione: «Se l’assessore Paci avesse voluto collaborare con noi per trovare la dotazione finanziaria necessaria, noi non avremmo avuto problemi ad approvare la legge».

Voto favorevole è stato annunciato dal capogruppo di Sel, Daniele Secondo Cocco, il quale ha dichiarato il sostegno del suo gruppo all’attività della Giunta che ha voluto investire sull’istruzione e l’edilizia scolastica. Il voto di astensione del gruppo dei Riformatori sardi è stato annunciato dal capogruppo Attilio Dedoni, il quale si è detto rammaricato per «non essere riusciti a convincere la maggioranza a fare una legge migliore». Voto di astensione anche per il gruppo del Psd’Az è stato annunciato dal consigliere Angelo Carta: «E’ ovvio che siamo a favore degli interventi in materia di edilizia scolastica, ma anche le nostre imprese hanno bisogno di un po’ di ossigeno». Il problema per Carta è da dove vengono recuperati i fondi.

Voto favorevole del Centro Democratico è stato annunciato dal capogruppo Roberto Desini: «Con questo intervento siamo conseguenti alle promesse fatte in campagna elettorale». Giuseppe Fasolino (Forza Italia) ha affermato: «Non vi stiamo criticando per il tipo d’iniziativa che state facendo, vi stiamo criticando perché avete tolto fondi allo sviluppo. Non voteremo contro, ma ci asterremo, perché siamo d’accordo che siano entrambi interventi positivi, state sbagliando però a interrompere la strada delle opere cantierabili». Voto di astensione è stato confermato anche dal relatore di minoranza, Alessandra Zedda (FI).

Per Modesto Fenu (capogruppo di Sardegna), rispetto all’avvio di questa legislatura questa maggioranza ha perso l’occasione di condividere con il Consiglio gli interventi di programmazione. «Invece ci rendiamo conto, che l’unica volontà di condivisione – ha affermato Fenu, annunciando il voto di astensione del suo gruppo – è di volere che il nostro pensiero si uniformi al vostro». Anche il gruppo dell’Udc ha dichiarato il suo voto di astensione attraverso il suo capogruppo, Gianluigi Rubiu: «Siamo favorevoli al principio, ma contrari nel metodo. Spero che a breve si parli anche del problema della dispersione scolastica». Voto favorevole è stato poi annunciato dal capogruppo di Sardegna Vera, Efisio Arbau. Mentre il consigliere di Forza Italia, Marco Tedde, ha confermato il voto di astensione e ha sottolineato «che abbiamo la medesima sensibilità della maggioranza per quanto riguarda l’edilizia scolastica e la tutela dei nostri ragazzi, ma si tratta di una copertura finanziaria impertinente». «Stiamo per approvare un intervento importante – ha affermato Pietro Cocco, capogruppo del Pd – e lo facciamo per le tante ragioni enunciate nella presentazione del disegno di legge». Cocco ha dichiarato di apprezzare il voto di astensione della minoranza, ma ha ribadito che per alcune questioni c’è stata un po’ di confusione: «Non c’è la volontà di bloccare i cantieri. Le opere cantierabili vanno avanti. Nessuno ha intenzione di bloccare interventi già avviati e che hanno già ottenuto il decreto». Pier Mario Manca ha annunciato il voto favorevole del gruppo Soberania e Indipendentzia, dichiarando di essere orgoglioso di questo provvedimento: «La maggioranza sta rispettando il suo programma elettorale».

Concluse le dichiarazioni di voto, il presidente Ganau ha messo in votazione il disegno di legge n. 9/A che è stato approvato con 28 voti favorevoli e l’astensione della minoranza.

Consiglio regionale 3 copia

Il Consiglio regionale ha bocciato (presenti 50, votanti 49, sì 20, no 29, 1 astenuto) la mozione n. 40 (Fenu e più) «sull’attuazione immediata della zona franca integrale in Sardegna, in ottemperanza e nel rispetto dello Statuto sardo, delle leggi regionali e dello Stato italiano». 

 La seduta pomeridiana del Consiglio regionale si è aperta sotto la presidenza del presidente Gianfranco Ganau. Dopo le formalità di rito, il presidente ha comunicato di aver accolto la richiesta di rinviare a domani la discussione della mozione n. 26 (Cappellacci e più) «sulla continuità territoriale marittima della Sardegna». L’Aula ha quindi proseguito nell’ordine del giorno, con l’esame della mozione n. 40 (Fenu e più) «sull’attuazione immediata della zona franca integrale in Sardegna, in ottemperanza e nel rispetto dello Statuto sardo, delle leggi regionali e dello Stato italiano». Il presidente ha dato la parola al primo firmatario, il consigliere Modesto Fenu (Sardegna – Zona Franca).

Il consigliere Modesto Fenu (Sardegna – Zona Franca), dopo aver precisato che la mozione è stata presentata prima dell’incontro promosso dalla Prefettura di Cagliari con le istituzioni interessate per verificare lo stato di attuazione delle leggi che disciplinano la materia, ha dato lettura del testo della mozione, illustrando i vantaggi concreti della zona franca integrale e invitando le forze politiche presenti in Consiglio ad abbandonare pregiudizi e a superare steccati ideologici.

Il consigliere Salvatore Demontis (Pd) ha espresso in apertura la sua contrarietà alla zona franca integrale. «Responsabilità e coscienza su entrate e spese – ha affermato – sono concetti alla base della vertenza fiscale fra la Sardegna e lo Stato ma la zona franca integrale, grazie alla quale non si pagano iva e accise, comporta necessariamente la rinuncia alle entrate provenienti da queste fonti, entrate che non potrebbero essere compensate nemmeno da una forte crescita dell’economia». Non esistono studi scientifici né una programmazione strategica, ha aggiunto Demontis, «che dimostrino che quella della zona franca è una ipotesi praticabile e concreta, anche perché l’assenza di entrate imporrebbe alla Regione l’individuazione di nuove coperture, ipotesi anche questa non realistica».

Il consigliere di Forza Italia, Oscar Cherchi, ha ricordato la gravità della crisi economica in atto e ha sottolineato la condizione di insularità che caratterizza l’economia della Sardegna «che si traduce in maggiori costi per l’energia, i trasporti e un eccessivo carico fiscale per le imprese che nell’Isola operano». Per l’esponente della minoranza sono queste, in sintesi, le condizioni di svantaggio che oggi si traducono in un aumento della disoccupazione  a livelli tali da poterla definire un’autentica emergenza sociale. «E’ ineludibile – ha dichiarato Cherchi – porre in essere misure e interventi adeguati per assicurare crescita e sviluppo alla nostra Isola». Il consigliere di Fi ha ricordato, dunque, i numerosi dibattiti e gli approfondimenti che in questi ultimi anni si sono succeduti in Consiglio regionale, e non soltanto, in materia di zona franca.

Oscar Cherchi ha elencato, quindi, le diverse norme che regolano la materia e rimarcato come il codice doganale comunitario rappresenti «la fonte normativa in materia di zone e aree franche». L’esponente dell’opposizione, a questo proposito, ha rimarcato che sono «gli Stati membri a chiedere all’Ue l’istituzione del regime franco in particolari porzioni del loro territorio, su proposta della Regione». Il consigliere Cherchi ha quindi spiegato che nella scorsa legislatura, con la delibera 39/30 del 26 settembre 2013, la giunta ha deliberato la richiesta al governo italiano perché procedesse con l’Ue per l’istituzione della zona franca in tutto il territorio regionale. L’onorevole Cherchi ha concluso affermando che la zona franca integrale e la fiscalità di vantaggio rappresentano lo strumento per offrire sostegno all’economia sarda e all’intera Isola.

Il consigliere del Psd’Az, Angelo Carta, ha dichiarato che negli ultimi due anni sulla materia della zona franca si sono dette «tante e tante cose e anche informazioni e comunicazioni non sempre rispondenti alla realtà dei fatti». «Ma è innegabile – ha spiegato Carta – che la zona franca, in questi ultimi anni, sia stata vista da molti come «una soluzione possibile per risolvere tutti i mali» e ha ricordato come però ben trecento Comuni in Sardegna abbiano deliberato per l’istituzione della zona franca in Sardegna. «Queste iniziative – ha proseguito l’esponente della minoranza – hanno spinto anche il Consiglio regionale a ritornare sul tema ed in particolare sui provvedimenti che prevedono l’istituzione dei sei punti franchi nell’Isola. Serve dare immediata attuazione ai decreti attuativi del 1998 – ha affermato Carta – e procedere con l’istituzione dei sei punti franchi». A giudizio di Carta su questo aspetto non si registrano divisioni politiche mentre le differenziazioni emergono sulla cosiddetta zona franca integrale. «Pertanto – ha insistito Carta – procediamo per la parte in cui tutti siamo d’accordo, i punti franchi, e insieme con l’esenzione doganale si inseriscano anche quelle fiscali». Per il rappresentante del Psd’Az in Consiglio sarebbe questa una sperimentazione utile a valutare l’eventuale estensione del regime franco a tutto il territorio regionale.

Il capogruppo di Forza Italia Pietro Pittalis, in apertura del suo intervento, ha sottolineato la mancanza di interesse per l’argomento da parte della maggioranza: «Il fatto che non si intervenga in Aula è significativo – ha detto Pittalis – non ci siamo fatti un’illusione di un cambio di rotta. La posizione di Pigliaru e del centrosinistra e la loro netta contrarietà alla zona franca integrale è chiara fin dalla campagna elettorale. Non ci hanno convinto le motivazioni, per questo abbiamo proposto la mozione». La Sardegna, secondo il capogruppo “azzurro”, assume una posizione rinunciataria. «Comprendiamo le difficoltà – ha proseguito Pittalis – però guardando ai paesi che hanno sperimentato questo strumento di politica economica sarebbe opportuna una riflessione sulla possibilità di utilizzarlo nel confronto con il Governo nazionale e con l’Unione Europea».

Per il consigliere di Forza Italia, non si può ignorare il pronunciamento favorevole di 300 consigli comunali a favore della zona franca. «Questa è una battaglia storica sulla quale purtroppo la Sardegna si divide. «Il centrosinistra – ha concluso Pittalis – oggi si assume la responsabilità di non portarla avanti».

Il presidente Ganau ha quindi dato la parola all’assessore regionale alla Programmazione Raffaele Paci. «E’ un tema importante largamente dibattuto in campagna elettorale – ha esordito Paci – la maggioranza non è silenziosa, la nostra posizione deriva da un programma elettorale chiaro: portiamo avanti ciò che abbiamo scritto». L’assessore ha poi ribadito la posizione della Giunta: «La zona franca integrale è un inganno. Abbiamo spiegato perché non era realizzabile e gli scompensi economici e sociali che avrebbe potuto generare. Siamo invece favorevoli all’istituzione di porti franchi o di aree economiche  speciali così come previsto DL 75/98 rimasto finora inattuato».

Raffaele Paci ha illustrato in Aula i passi fatti dalla Giunta in questa direzione: «Abbiamo preso contatto con la società Cagliari Free Zone per la creazione di una zona franca nell’area doganale del porto. Siamo pronti a fare altrettanto nelle altre 5 aree indicate dal DL 75/98». L’assessore ha poi informato il Consiglio delle interlocuzioni con le Capitanerie di Porto e i responsabili delle dogane. «La Regione – ha annunciato l’assessore – non entrerà nelle compagini sociali, ma offrirà tutto il supporto per implementare le aree doganali. L’obiettivo è l’attrazione di nuove imprese e l’aumento dell’occupazione». Per l’assessore è necessario adesso fare chiarezza con semplificazioni amministrative che creino le condizioni per catturare possibili investitori. «Basta però insistere sulla zona franca integrale – ha concluso Paci – concentriamoci su elementi condivisi e realizzabili in tempi rapidi».

Il presidente Ganau ha dato la parola per la replica al consigliere Modesto Fenu (Sardegna – Zona franca), il quale ha sottolineato la complessità della materia. Il primo firmatario della mozione ha però apprezzato l’intervento dell’assessore Paci che «sembra aver lasciato un piccolo spiraglio per il futuro». Rispondendo poi al consigliere Demontis, Fenu ha affermato che «è vero che la Sardegna avrà in un primo momento meno entrate, ma bisogna rendersi conto della condizione di disperazione delle imprese e famiglie sarde, che non potranno comunque pagare questi tributi. Bisogna affrontare la situazione e trovare le soluzioni per fare fronte al primo periodo tenendo conto che non c’è un’unica zona franca, sta a noi scegliere quella che va bene per la Sardegna e io sono disponibile a dimostrarvi che nelle altre parti del mondo la zona franca funziona».

Il presidente Ganau ha chiuso la discussione generale e ha dato la parola al consigliere Augusto Cherchi (Soberania e Indipendentzia) per dichiarazione di voto, il quale ha dichiarato di apprezzare l’iniziativa di parlare di questo importante argomento e ha annunciato un voto favorevole. Cherchi ha sottolineato che la Sardegna ha bisogno di una fiscalità diversa, «perché la pressione fiscale è eccessiva e schiaccia le nostre famiglie e imprese». Cherchi ha anche ribadito la necessità di istituire l’agenzia regionale delle entrate.

Il consigliere Salvatore Demontis (Pd) ha ribadito che sul problema della zona franca integrale «non si può andare al buio, senza una programmazione strategica». «Sulla sperimentazione suggerita dall’assessore e in parte anche dal consigliere Carta – ha osservato Demontis – ho visto un approccio condivisibile al problema ma è cosa diversa dalla zona franca integrale». Il consigliere ha confermato in conclusione il voto contrario alla mozione.

Il consigliere Mario Floris (Misto – Sardegna) ha ricordato che lo Stato deve concorrere allo sviluppo della Sardegna ma ha smesso da tempo di farlo e non lo ha fatto nemmeno dopo l’uscita della Regione dall’obiettivo 1. «Rischiamo – ha affermato – di fare la fine della continuità territoriale, ottenuta dallo Stato e poi mandata per aria da Soru che la riportò a totale carico della Regione». «E così accadde – ha aggiunto – quando Soru non rinnovò il comitato dei punti franchi. Esercitiamo i poteri che abbiamo, ha detto Floris rivolgendosi a tutto il Consiglio, e cominciamo con i punti franchi, andiamo avanti con prudenza ma andiamo avanti, senza riprendere argomenti da campagna elettorale».

Il consigliere Angelo Carta (Psd’Az) ha annunciato il voto favorevole del suo gruppo perché, ha spiegato, «la zona franca fuori dalla cinta doganale, in realtà, significa che la Regione può esercitare i poteri dello Stato nella materia che da sempre le è riservata, quella fiscale, e quindi esercizio di vera sovranità. Utilizzare la leva fiscale significa decidere se certe tasse si devono pagare e quanto si deve pagare; la vera differenza è che con la zona franca decidono i sardi». 

Il capogruppo di “Sardegna”, Modesto Fenu, ha ricordato che lo Statuto speciale del ‘48 prevede l’istituzione della zona franca e fa riferimento al codice doganale del 1940 che prevede l’istituzione di zone franche extradoganali. «Quindi – ha spiegato il consigliere della minoranza – l’articolo 12 dello Statuto sardo fa riferimento alla zona franca integrale, quella extradoganale, come tutte quelle istituite in base a quelle norme». Il consigliere Fenu ha dichiarato di attendere gli atti annunciati dalla Giunta per l’istituzione dei sei punti franchi in Sardegna ma ha ritenuto opportuno evidenziare che «nel resto d’Italia si sta procedendo con l’istituzione di punti franchi non interclusi».

Il capogruppo di “Sardegna Vera”, Efisio Arbau, ha dichiarato di condividere grande parte dell’intervento del consigliere Carta e ha lamentato come il dibattito si sia svolto senza  tenere conto di quanto accaduto nella parte conclusiva dell’ultima legislatura in Consiglio regionale. L’esponente della maggioranza ha ricordato, dunque, la proposta di legge nazionale approvata nell’Assemblea sarda per la modifica del Titolo terzo dello Statuto di Autonomia che prevede: l’agenzia delle entrate sarda, la fiscalità di vantaggio e la modifica dell’articolo 12 dello Statuto speciale. «La legge varata dal Consiglio – ha annunciato Arbau – è incardinata al Senato».  Il capogruppo Arbau ha proseguito ricordando il confronto in atto per il patto di stabilità e definito maturi i tempi per l’istituzione dell’agenzia delle entrate. Efisio Arbau ha quindi concluso preannunciando il voto contrario alla mozione n. 40.

Il capogruppo dei Riformatori sardi, Attilio Dedoni, ha ribadito il favore per la zona franca e ha denunciato come la Regione sembra non voler «andare contro il governo italiano». «E’ stato così anche per la vicenda delle accise», ha dichiarato l’esponente della minoranza che ha concluso definendo la zona franca «uno dei principali strumenti a cui far ricorso per garantire il benessere del popolo sardo».

Per il capogruppo del Pd, Pietro Cocco, «quella sulla zona franca è un’operazione di facciata più che di sostanza. Se n’è parlato anche nella scorsa legislatura – ha ricordato – noi non sottovalutiamo il tema, siamo però alla ricerca di strumenti utili». Cocco ha citato, come esempio virtuoso, «la zona franca urbana del Sulcis che ha consentito esenzioni fiscali importanti per le imprese. Un’altra opportunità potrebbe arrivare dall’istituzione della zona franca nel porto di Cagliari e nelle altre aree previste dal DL 75/98».

Secondo Giuseppe Fasolino (Forza Italia), il Consiglio con il voto contrario alla mozione perde un’opportunità. «La speranza – ha detto Fasolino – è che, considerato anche il livello degli interventi in Aula, si possa ragionare in futuro dell’argomento per individuare un percorso che dia risposte ai sardi».

Il capogruppo dell’Udc, Gianluigi Rubiu, annunciando il voto favorevole alla mozione, ha sottolineato il rischio della rinuncia alla zona franca. «Stiamo  perdendo una grande occasione per provare a uscire dalla crisi – ha detto Rubiu – i problemi economici non si risolvono con nuove tasse, occorre trovare nuovi strumenti, la zona franca poteva dare nuovo impulso alle imprese». L’esponente dell’Udc ha ricordato all’Aula i benefici della fiscalità di vantaggio che si sta sperimentando nel Sulcis-Iglesiente dove, in pochi mesi, sono stati creati 250 nuovi posti di lavoro.

Il presidente Ganau ha dato quindi la parola al consigliere di Forza Italia, Stefano Tunis, il quale, annunciando il voto favorevole, ha esortato la maggioranza a rivedere le proprie posizioni e a ribellarsi alle logiche di partito. Tunis ha chiesto alla maggioranza di combattere per un sogno per la Sardegna.

Pietro Pittalis (capogruppo di Forza Italia) ha affermato di non avere sentito alcuna argomentazione giuridica ostativa al progetto della zona franca, né ha sentito da parte dell’assessore una proposta alternativa per rendere la Sardegna competitiva. «Per ora – ha detto – avete fatto soltanto annunci». Pittalis, annunciando il voto favorevole del suo gruppo, ha confermato che quello della zona franca è uno strumento anche a portata di mano viste le pregresse interlocuzioni positive con il governo e con l’Unione europea. Piermario Manca (Soberania e Indipendentzia) ha affermato, come sovranista, di essere convinto sostenitore delle tesi di Fenu, ma bisogna decidere come procedere. Manca ha sottolineato che non c’è alcuna volontà di rinunciar alla zona franca, ma bisogna decidere in che modo procedere. L’esponente della maggioranza ha condiviso la proposta dell’assessore Paci.

Il consigliere Alessandra Zedda (FI) ha dichiarato che, al d là delle accuse reciproche, «è giunto il momento di andare a fondo su questa materia». La zona franca integrale, come dicono autorevoli studiosi a cominciare dal professor Victor Uckmar, «viene applicata in tutto il mondo e dalla stessa Unione europea in presenza di una serie parametri identici a quelli che possiede la Sardegna, a partire dall’insularità». A parere del consigliere Zedda, in definitiva, «si può e si deve buttare il cuore oltre l’ostacolo, e possiamo ritrovarci se ci sediamo ad un tavolo senza perdere neanche un minuto, non per coltivare sogni ma per lavorare sui contenuti».

Il consigliere Roberto Deriu (Pd) ha affermato che «nonostante i ripetuti richiami alla concretezza nella proposta della minoranza di concretezza non se ne vede molta». Se c’è volontà di discutere, ha aggiunto, «ognuno deve portare idee e proposte, ma senza dimenticare, come ci ha indicato l’assessore Paci, il duro impatto con la realtà».

Non essendoci altri iscritti a parlare il presidente Ganau ha messo in votazione la mozione che l’Aula ha respinto con 29 voti contrari, 20 favorevoli ed 1 astenuto.

I lavori del Consiglio regionale riprenderanno domani alle 10.00. In apertura sono previste le comunicazioni del presidente della Regione sul problema delle servitù militari, cui seguirà il dibattito. Successivamente sarà esaminata la mozione n. 26 (Cappellacci e più) “sulla continuità territoriale marittima della Sardegna”.

Consiglio regionale 2 copia

L’on. Antonio Solinas (Pd) è stato eletto presidente della Quarta Commissione (Governo del territorio, ambiente, infrastrutture e mobilità).

La seduta di insediamento è stata presieduta dal presidente del Consiglio regionale, on. Gianfranco Ganau che, al termine dello scrutinio segreto, ha proclamato l’esito della votazione: presenti 9 consiglieri; votanti 9; Antonio Solinas, 5; Gianni Tatti, 4. Vice presidente della Commissione è stato eletto, dunque, l’on. Gianni Tatti (Udc).

Segretari sono stati eletti i consiglieri Eugenio Lai (Sel-gruppo Centro democratico) con 5 voti e Giuseppe Fasolino (FI) con 4 voti.

Antonio Solinas è nato a Busachi il 14 giugno 1959. E’ stato eletto nella circoscrizione di Oristano, con 3.322 preferenze). Ha conseguito il diploma di tecnico commerciale e svolge la professione di impiegato.
Ex consigliere comunale di Busachi, è al secondo mandato in Consiglio regionale. Nella scorsa legislatura è stato vicepresidente della Quinta Commissione “Agricoltura e Ambiente”.

La Quarta Commissione si occupa delle seguenti materie: governo del territorio, pianificazione paesaggistica, edilizia, tutela dell’ambiente, parchi e riserve naturali, difesa del suolo e delle coste, pianificazione per la gestione e lo smaltimento dei rifiuti, risorse idriche, politiche abitative, lavori pubblici, porti e aeroporti civili, mobilità e trasporti.

Luigi Lotto (Pd) è il nuovo presidente della Quinta Commissione (Attività produttive).

Completano l’Ufficio di Presidenza della Commissione Luigi Crisponi (vicepresidente) e i segretari Gaetano Ledda (Upc) e Marco Tedde (Forza Italia).

Luigi Lotto è nato a Villagrande il 12 agosto 1953. E’ stato eletto nella Circoscrizione di Sassari con 3.073 preferenze. Laurea in Scienze Agrarie, svolge la professione di insegnante.

Dal 1975 al 1980 è stato consigliere comunale di Villagrande. Dal 1995 al 2000 ha ricoperto l’incarico di assessore dei Lavori pubblici del comune di Sassari, nella Giunta guidata da Anna Sanna. Dal 2000 al 2005 è stato consigliere comunale di Sassari e, successivamente, assessore dei Lavori pubblici nella prima giunta del sindaco Gianfranco Ganau. E’ al suo secondo mandato in Consiglio regionale. Nella scorsa legislatura, è stato prima segretario e poi vicepresidente della Quarta Commissione “Trasporti, Lavori Pubblici e Urbanistica”.

Queste le materie di competenza della Commissione sulla base del nuovo Regolamento: industria, commercio, artigianato, turismo, cooperazione, energia, attività estrattive, forestazione, agricoltura, caccia, pesca, acquacoltura.

Raimondo Perra (Psi) è il nuovo presidente della Sesta Commissione (Salute e Politiche Sociali).

Completano l’Ufficio di Presidenza della Commissione Marcello Orrù (Psd’Az – vicepresidente) e i segretari Gigi Ruggeri (Pd) e Peppino Pinna (Udc).

Raimondo Perra è nato a Quartu Sant’Elena il 4 agosto 1956. E’ stato eletto nella circoscrizione di Cagliari, con 1.171 preferenze.

Ha conseguito il diploma di scuola media superiore e svolge la professione di funzionario della Asl 8 di Cagliari. Dal 2011 al 2014 è stato consigliere comunale di Cagliari. E’ alla sua prima legislatura in Consiglio regionale.

Queste le materie di competenza della Commissione sulla base del nuovo regolamento: salute, politiche sociali, personale delle ASL, igiene veterinaria, attività sportive, alimentazione, emigrazione e immigrazione.

dichiarazioni_program_presidente_pigliaru_02042014

«La riforma della Regione è la sfida più difficile che il nuovo governo regionale dovrà affrontare». Lo ha sostenuto l’on. Francesco Agus(Sel) durante il suo intervento in Aula. La Giunta – ha detto – dovra andare per la sua strada senza badare all’“applausometro” ma pensando ai reali interessi dei sardi. Per l’on. Agus la carenza infrastrutturale e il depauperamento del capitale umano sono i due principali fattori di freno allo sviluppo. Impedire la “fuga di cervelli” e dotare l’Isola di servizi moderni rappresentano due  imperativi categorici per guardare con speranza al futuro.

L’esponente di Sel ha inoltre invitato il Consiglio e l’esecutivo a mostrare grande attenzione a quello che sta succedendo a Roma con la riforma del Titolo V della Costituzione che rischia di svuotare di poteri le Regioni a Statuto Speciale.

L’on. Luigi Lotto (Pd) ha sottolineato nel suo intervento l’esigenza da parte della politica di ricostruire il rapporto con la società sarda per raggiungere i grandi obiettivi contenuti nelle dichiarazioni programmatiche della Giunta Pigliaru. Secondo il consigliere del Partito Democratico, il programma della nuova Giunta individua puntualmente tutte le problematiche che dovranno essere affrontate (dall’istruzione alla sostenibilità ambientale, dalla riforma della macchina amministrativa agli interventi per il settore produttivo). L’on. Lotto ha poi rivolto un appunto alla precedente maggioranza di Governo che, secondo l’esponente del PD, ha ignorato i suggerimenti dell’Aula e ha lasciato insolute le grandi emergenze dell’Isola.

«Le dichiarazioni programmatiche del Presidente della Regione si limitano ad enunciazioni di principio senza dare soluzioni per il futuro». Lo ha sostenuto nel corso della discussione generale sul programma della Giunta Pigliaru l’on. Giuseppe Fasolino (Forza Italia). Nel suo programma, ha detto l’on. Fasolino rivolgendosi al presidente Pigliaru, manca un’indicazione forte su alcuni temi essenziali per lo sviluppo (turismo, agroalimentare, green economy). Dall’on. Fasolino un invito alla maggioranza di centrosinistra: «Basta con le critiche alla precedente esperienza di Governo, pensate al futuro. Avete vinto le elezioni ma sembra che non ve ne siate accorti». 

Il programma di governo della Giunta Pigliaru indica un percorso virtuoso per il rilancio del sistema economico e sociale della Sardegna. Ne è convinto il consigliere regionale di Sel, on. Eugenio Lai. Nel suo intervento ha sottolineato gli aspetti positivi indicati dal presidente Pigliaru in tema di istruzione, sanità, gestione dei rifiuti. Importante, secondo l’on. Lai, anche la decisione di avviare un confronto serrato con lo Stato per la revisione del Patto di stabilità. Dall’esponente di Sel anche un suggerimento all’esecutivo Pigliaru: «Più concertazione con i piccolo comuni che rappresentano una risorsa per tutta l’Isola».

L’on. Gianni Tatti (UDC) ha concentrato il suo intervento sulle “dimenticanze” del programma presentato dalla Giunta regionale. Tra queste, in primis, l’assenza di un progetto per la valorizzazione del patrimonio identitario e della cultura della Sardegna. Mancano, ha detto l’on. Tatti, anche indicazioni per il rilancio dell’agricoltura  e della pastorizia. Dall’esponente dell’Udc, infine, un invito alla Giunta Pigliaru perché riveda le sue posizioni sulla Zona Franca, «un’opportunità che deve essere sfruttata».

«E’ il momento di dare risposte forti alle attese dei sardi. Francesco Pigliaru, siamo sicuri, metterà in campo tutte le sue competenze e tutto il suo impegno ma non potrà fare miracoli». L’on. Antonio Solinas (Pd), ha ricordato gli errori della precedente Giunta regionale e ha evidenziato il diverso approccio del nuovo esecutivo nella ricerca di soluzioni per i problemi dell’Isola. L’esponente del Partito Democratico ha sottolineato l’esigenza di intervenire da subito nel settore dell’agricoltura a partire dalla riforma degli enti di gestione con la creazione dell’Agenzia regionale unica.

L’on. Modesto Fenu (Zona Franca) ha sottolineato nel suo intervento l’assenza di proposte concrete nel programma di governo della Giunta Pigliaru. L’on Fenu ha denunciato la “timidezza” dell’esecutivo nell’affrontare il tema dell’autonomia fiscale e la mancanza di soluzioni per garantire alla Sardegna la fiscalità di vantaggio. «La Zona Franca – ha detto l’on. Fenu – rappresenta un’opportunità che la Sardegna non può lasciarsi sfuggire.»

«Il Consiglio regionale deve farsi carico delle sue responsabilità. La qualità dell’azione politica dipende da noi». L’on Piero Comandini (Pd), in apertura del suo intervento, ha invitato l’Aula a costruire un nuovo rapporto con l’esecutivo. «C’è bisogno di un nuovo metodo di confronto – ha detto l’on Comandini – la Giunta ha fornito delle indicazioni, sta a noi seguirle e tradurle in provvedimenti seri ed efficaci per la Sardegna». L’esponente del PD ha sottolineato l’esigenza di costruire un rapporto più saldo con l’Europa. «La deriva “antieuropeista” è pericolosissima – ha detto l’on Comandini – la cooperazione con le altre regioni del Vecchio Continente rappresenta una necessità e la Sardegna se non si vuole perdere il treno della modernizzazione e dello sviluppo». 

L’on Gian Mario Tendas, dopo aver apprezzato la qualità del programma presentato dalla Giunta, ha invitato l’esecutivo a proseguire nella strada tracciata con i primi provvedimenti. La vera emergenza della Sardegna, ha detto l’esponente del Pd, è il lavoro. La disoccupazione cresce, il costo degli ammortizzatori sociali sta diventando insostenibile. Non ci sono soluzioni certe, ha detto l’on Tendas, ma la decisione della Giunta di puntare sul sistema dell’istruzione rappresenta un importante novità. Investire sul capitale umano, ha proseguito il consigliere di maggioranza, è il modo migliore per affrontare la crisi.

L’on Tendas ha inoltre invocato una riforma seria del sistema degli Enti Locali e una nuova politica creditizia per permettere al sistema delle imprese, oggi in forte difficoltà,  di riprendere fiato.