20 April, 2024
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Suor Silvia Carboni, responsabile della comunità alloggio per minori Casa Emmaus che attualmente accoglie 6 minori con diagnosi psichiatrica inserite su richiesta dell’UONPIA territoriale di riferimento, ha inviato una nota al dott. Massimo Temussi Commissario Straordinario dell’ATS, al dott. Giorgio Carboni Direttore Sanitario, al dott. Paolo Tecleme responsabile della Programmazione sanitaria e strategica ATS Sardegna, alla dott.ssa Anna Cau della Procura Minori presso il Tribunale per i Minorenni di Cagliari e al dott. Guido Pala, Presidente Tribunale per i Minorenni di Cagliari Ufficio Garante per l’Infanzia, nella quale comunica che se entro 48 ore l’ATS non provvederà alla vaccinazione immediata degli operatori non ancora vaccinati, nonché all’immediata vaccinazione di tutti i minori accolti in tutte le comunità per minori della Sardegna, tali minori verranno dimessi, con conseguente intasamento della Clinica di Neuropsichiatria infantile.

«Questa decisione, seppur dolorosa, arriva dopo mesi in cui con diverse note l’ente scrivente congiuntamente ad altri enti, ha chiesto ripetutamente di inserire le comunità per minori nel piano vaccinazione. Solo 2 settimane fa abbiamo appreso che minori e personale di molte delle comunità per minori sono stati vaccinati e solo alcune comunità minori risultano escluse dal piano vaccinale. Al momento non è dato sapere in base a quale criterio “molte comunità” sono state incluse nel piano vaccinale, e altre, soprattutto nel sud Sardegna, sono state escluse da tale piano, né comprese in nessuna programmazione. Venerdì 6 giugno l’ente scrivente ha prenotato le minori accolte tramite piattaforma: ebbene, sono stati dati 14 appuntamenti tutti in orari diversi: ciò significa che per 14 volte un operatore dovrà accompagnare le minori a fare il vaccino, pur avendo evidenziato che si trattava di minori di una comunità alloggio. Ci sembra inaccettabile il “trattamento” riservato alle comunità per minori, agli operatori e ai loro assistiti. Considerando che nella maggior parte delle Regioni d’Italia gli operatori delle comunità per minori sono stati vaccinati contemporaneamente agli operatori delle RSA e considerando che in diverse regioni d’Italia sono state riservate delle corsie ad hoc per la vaccinazione dei minori delle comunità, ci si chiede come mai la Regione Sardegna non abbia riconosciuto agli operatori e ai minori accolti in comunità la loro peculiarità. Eppure durante il lock down le comunità per minori non solo hanno proseguito nell’erogazione del loro servizio, seppur in condizioni ad alto rischio, non solo non sono andate in smart working, ma i minori delle comunità sono stati ulteriormente danneggiati perché fino al 31 maggio 2020 il TM di Cagliari (come i Tm di tutta Italia) ha “chiuso” le comunità: vietando di fatto ai minori la visita in famiglia dal 10 marzo al 31 maggio 2020 (quando il resto d‘Italia il 4 maggio poteva muoversi liberamente almeno dentro il proprio territorio). Ci preme sottolineare in questa sede che i minori delle comunità sono stati privati della loro libertà e di tutta la socializzazione in misura maggiore rispetto ai loro coetanei. Una positività in comunità significa quarantena per i minori e per tutti i dipendenti: un dramma. Nel nostro caso, con i due centri, ha significato per ben due volte da ottobre ad oggi, 60 persone in quarantena. Rischio focolaio? Altissimo. Ma nonostante in più sedi e in più occasioni sia stata evidenziata a chi di dovere la peculiarità della condizione delle comunità per minori, i vari organi istituzionali non hanno saputo dare una risposta efficace a tale problema. E in questo momento ci troviamo ad assistere impotenti al “grido di dolore” della Responsabile della Comunità per minori di Aritzo che ha indetto lo sciopero della fame per sollevare l’attenzione delle Istituzioni e degli organi di stampa su tale realtà. Si tratta pertanto di una tipologia di servizio ad alto rischio di contagio considerata anche che la “prossimità relazionale” è parte integrante del progetto educativo.»

«Se entro 48 ore l’ATS non comunicherà tempi e modalità (urgenti) per l’inoculazione del vaccino a minori e operatori di tutte le comunità per minori della Sardegna, si procederà alla dimissione delle minori attualmente in carico 2. Non verrà accolto nessun minore, se non precedentemente vaccinato (prima era previsto il tampone, ora pretendiamo il vaccino prima dell’ingresso in struttura) Per gli stessi motivi la scrivente, responsabile anche del centro semiresidenziale BorgoTreMani, comunica che da domani 8 giugno il BorgoTreMani, che attualmente accoglie 20 minori, di cui 10 con diagnosi psichiatrica, interromperà le attività in presenza e i minori verranno seguiti in DAD, onde evitare il rischio focolaio (questo vuol dire che i ragazzi dovranno stare a casa con conseguente disagio per i minori stessi e per i loro familiari). Ciò, fino a quando tutti i minori e gli operatori di tutte le comunità per minori della Sardegna non verranno vaccinati.»