22 October, 2024
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La memoria dell’eccidio di Buggerru del 1904, nel quale tre minatori morirono falciati dal fuoco del Regio esercito chiamato a stroncare uno sciopero alla miniera Malfidano, si è rinnovata anche quest’anno nella commemorazione che ha riunito nella cittadina mineraria le massime autorità civili sarde e i rappresentanti dei sindacati. Ma non solo, grazie alla volontà del Comune, il 120° anniversario è diventato spunto per la firma del Patto di Buggerru, che suggella l’impegno comune tra la Regione Sardegna e i sindacati confederali Cgil, Cisl e Uil per costruire migliori condizioni di lavoro nell’isola.

«È una giornata storica ha detto la sindaca Laura Cappelli all’apertura della commemorazione civile -. L’episodio del 1904 ha creato un prima e un dopo in quella che è diventata la storia del movimento dei lavoratori italiani. Oggi, 120 anni dopo, portiamo a compimento quel cammino di lotta. Vogliamo mantenere vivo il ricordo dei caduti, ma anche, con la firma del Patto che l’amministrazione comunale ha fortemente voluto e di cui è stata promotrice, rafforzare questa giornata del 4 settembre come simbolo di un’identità collettiva costruita sulla democrazia, sul lavoro e sull’impegno per la giustizia sociale. Abbiamo il dovere di ricordare quel sacrificio, ma soprattutto di continuare nell’azione comune per garantire sicurezza e dignità del lavoro, che oggi come 120 anni fa, ancora mancano.»

La mattinata di commemorazione si era aperta con la santa Messa celebrata da don Marco Angius, parroco di Buggerru. Nella sua omelia, il sacerdote si è soffermato sui temi del lavoro, ha ricordato le troppe morti dei lavoratori e ha ribadito l’importanza della memoria attiva: «Non dovremmo mai dimenticareha dettola storia del nostro paese e della Sardegna e le lotte dei lavoratori e dei sindacati per ottenere diritti a favore dei più poveri e dei più umili. E abbiamo il dovere di tenere vivo questo ricordo anche nei più giovani, perché non dimentichino le nostre radici e il nostro percorso».

Dopo la deposizione di una corona di fiori davanti alla targa che ricorda il sacrificio di Felice Littera, Salvatore Montixi e Giustino Pittau, la sindaca Cappelli ha letto i saluti della ministra del Lavoro e delle politiche sociali Marina Calderone, che, in una lettera, ha ribadito come «questa pagina di storia dev’essere ricordata per conservare la consapevolezza di un percorso complesso, travagliato e talvolta tragico attraverso il quale è stato realizzato l’equilibrio tra tutele e doveri nel mondo del lavoro».

La parola è poi passata ai rappresentanti istituzionali.

Il presidente del Consiglio regionale Piero Comandini ha ricordato che «quello che è successo qui nel 1904 appartiene a tutta la Sardegna e ci ricorda che lo sciopero sia un grande atto di democrazia. È necessario difendere questo diritto messo in discussione di alcuni e difendere la dignità del lavoro. Ieri gli ultimi erano i minatori, oggi  sono i lavoratori stranieri sfruttati nei campi. L’Eccidio non è un episodio che appartiene solo alla memoria, ma è attuale anche oggi, dove non viene garantito un salario minimo e la Sardegna è l’ultima regione in Europa per gli stipendi».

La presidente della Regione Sardegna Alessandra Todde ha fatto appello all’unità di tutte le forze in campo: «In questa data simbolicaha dettomi sono impegnata con la sindaca e le organizzazioni sindacali per sottoscrivere un patto che investa la Regione della responsabilità di mettere risorse per la sicurezza e la dignità del lavoro. Se i lavoratori sono precari e il lavoro è poco dignitoso e poco pagato, non serve celebrare i numeri sulla crescita finta dell’occupazione. Tanto è stato fatto, ma tanto è ancora da fare e uniti possiamo ottenere grandi risultati».

La mattina di celebrazioni si è chiusa con gli interventi dei rappresentanti sindacali. Davanti a una piazza Eccidio colma di bandiere delle tre sigle confederali, il segretario confederale nazionale della Cisl Ignazio Ganga, il segretario organizzativo nazionale della Uil Emanuele Ronzoni, la segretaria confederale della Cgil Daniela Barbaresi hanno celebrato la profonda attualità del sacrificio dei minatori di Buggerru.

«La rievocazioneha detto Ignazio Gangaci chiama alla speranza, all’impegno e alla volontà di istituzioni e parti sociali perché questi eventi facciano germinare nuovi orizzonti di libertà e giustizia. Il 4 settembre è il giorno dell’impegno e della partecipazione.» Dal canto suo, per Emanuele Ronzano, «la ricorrenza dei 120 anni ci chiama a rinnovare l’impegno per le nostre battaglie perché ci sono tanti diritti da tutelare: per esempio, non arretreremo davanti a quella classe politica che mette in discussione il diritto allo sciopero». Daniela Barbaresi ha richiamato che «c’è ancora la stessa fatica dei secoli passati, perché le condizioni di lavoro sono vera emergenza di questo paese. Per non dimenticare il passato, dobbiamo agire nel presente  guardando al futuro».

Subito dopo la fine degli interventi, la presidente Todde e i segretari regionali di Cgil, Cisl e Uil, Fausto Durante, Pier Luigi Ledda e Maria Francesca Ticca, hanno sottoscritto il Patto di Buggerru.

Il 4 settembre 1904, al culmine di una giornata di tensioni legate allo sciopero sull’orario di lavoro che coinvolgeva circa duemila lavoratori della miniera di Buggerru, i soldati del Regio esercito chiamati dalla direzione della Société anonyme des mines de Malfidano aprirono il fuoco sui manifestanti. Lasciarono a terra tre minatori e una decina di feriti (uno dei quali morirà pochi giorni dopo). Fu il tragico punto di svolta di un lungo periodo di conflitti sociali legati alle lotte dei lavoratori per maggiori diritti tra la fine del XIX secolo e l’inizio del Novecento: pochi giorni dopo, su iniziativa della Camera del lavoro di Milano e contestualmente con altre proteste represse nel sangue in altre regioni, venne proclamato il primo sciopero generale nazionale della storia d’Italia.

A 120 anni di distanza, dal 1° al 10 settembre Buggerru e la sua comunità commemorano l’Eccidio, episodio cruciale della storia sarda e italiana con un ricco programma di incontri, presentazioni, iniziative e spettacoli teatrali e musicali, organizzato dal comune di Buggerru con il contributo dell’assessorato della Pubblica istruzione, Beni culturali, Informazione, Spettacolo e Sport della Regione, della Fondazione di Sardegna e della Fondazione Cammino di santa Barbara.

Per la sindaca di Buggerru Laura Cappelli, il tragico epilogo dello sciopero dei minatori ha ancora un significato di grande attualità: «Sono trascorsi 120 anni da quel 4 settembre del 1904dice Laura Cappelli -, quando la nostra comunità salì alla ribalta delle cronache nazionali per quello che oggi ricordiamo come l’Eccidio di Buggerru. Dopo più di un secolo, il mondo del lavoro è cambiato, ma nel 2024 vediamo come la dignità, la qualità e la sicurezza sia del lavoro che del posto dove si lavora non vengono garantite a tutte le lavoratrici e a tutti i lavoratori. Per questo, commemorare l’Eccidio non è solo un dovere nei confronti di chi ha dato la vita e combattuto per i diritti più elementari dei lavoratori affinché il loro sacrificio non venga dimenticato, ma soprattutto deve essere l’occasione per mantenere viva l’attenzione in modo serio e costruttivo sull’essere lavoratore oggi e sul valore del tempo e del luogo di lavoro».

Queste le iniziative in programma.

Si inizia domenica 1° settembre, in piazza Santarelli alle ore 22.00, con il monologo “Eva e Petra” della compagnia teatrale “I Girasogni”: scritto da Gianni Loy, ex docente di Diritto del lavoro all’Università di Cagliari, vede in scena Fabrizio Passerotti e la regia di Giulia D’Agostini. Lo spettacolo affronta la vicenda del primo sciopero generale nazionale da un punto di vista inedito, è rivolto ad adulti e bambini e incrocia spunti più diretti come la lotta di classe e quella per i diritti dei lavoratori a grandi temi come l’amicizia e il perdono.

Due gli appuntamenti in programma per lunedì 2 settembre. Alle ore 10.00, nell’aula consiliare del Comune in via Roma 40, si farà il punto sulla Candidatura del patrimonio minerario del territorio del Sulcis-Iglesiente e Guspinese all’inserimento nelle liste del patrimonio mondiale dell’UNESCO, in qualità di paesaggio culturale, che vede il comune di Buggerru capofila dell’iniziativa. Interverranno sul tema, la coordinatrice del progetto di candidatura Irma Visalli, i rappresentanti dei Comuni del territorio, degli enti e delle istituzioni partner.

Alle 21.30, invece, in piazza Santarelli, verrà proiettato il documentario “Uomini in marcia”, una riflessione sul diritto al lavoro che prende spunto dalle lotte che, tra il1992 e il 1993, coinvolsero lavoratori, rappresentanti istituzionali e cittadini di ventisette comuni del Sulcis Iglesiente. Alla serata parteciperanno il regista Peter Marcias e la voce narrante del documentario Gianni Loy, ex docente di Diritto del lavoro all’Università di Cagliari.

Martedì 3 settembre, con inizio alle ore 10.00, ancora nell’aula consiliare di via Roma 40, si terrà il convegno “L’Eccidio di Buggerru del 4 settembre 1904. L’importanza e l’incidenza dell’evento nell’ambito storico, sociale e giuridico”. I lavori, introdotti e coordinati dal giornalista Anthony Muroni, vedranno la partecipazione di Gianni Loy, Duilio Caocci (professore di Letteratura italiana dell’Università di Cagliari), Iride Peis Concas, (scrittrice), Riccardo Massole, figlio del “professore minatore” Manlio Massole). Sono previste anche le testimonianze di alcuni minatori e, in chiusura, l’attore Luigi Pusceddu reciterà un monologo sull’Eccidio.

Alle ore 21.00, in piazza Santarelli, toccherà alla musica dello spettacolo #sessantaminutidi…: presentato dall’associazione culturale Opus Music & Art, sul palco saliranno Juri Deidda (sassofono tenore ed elettronica), Paolo De Liso (batteria preparata e percussioni), Paolo Assiero Brà (contrabbasso, basso elettrico ed elettronica) e Mauro Pes (tastiere ed elettronica).

Il giorno dell’Eccidio, mercoledì 4 settembre, momento centrale delle commemorazioni, verrà aperto alle ore 9.00 dalla Santa Messa di Commemorazione, in piazza Eccidio. Alla funzione seguiranno la deposizione della corona di fiori e gli interventi delle autorità. Dopo i saluti della sindaca di Buggerru Laura Cappelli, interverranno il segretario confederale nazionale della Cisl Ignazio Ganga, il segretario organizzativo nazionale della Uil Emanuele Ronzoni, la segretaria confederale della Cgil Daniela Barbaresi, il presidente del Consiglio regionale Piero Comandini. Concluderà la presidente della Regione Sardegna Alessandra Todde.

Chiuderà la giornata, in piazza Santarelli, alle ore 21.00, il concerto di Enzo Favata acoustic trio, con Enzo Favata ai sassofoni, Marcello Peghin alla chitarra acustica e Salvatore Maltana al contrabbasso.

Il calendario degli appuntamenti di quest’anno prevede due ulteriori iniziative.

Sabato 7 settembre, alle ore 21.00, al Museo del Minatore in via Marina, lo scrittore Raffaele Murru presenta il suo libro “Malfidano”, dedicato alla libertà negata alle donne e agli uomini nelle miniere Malfidano e alla loro ribellione che ha posto le basi per la costruzione di un mondo del lavoro diverso.

Martedì 10 settembre, alle ore 21.00, nello spazio dei Forni di calcificazione, passaggio di testimone tra le celebrazioni del 1904 e l’inizio del Santa Barbara international music festival: i pianisti Junhee kim e Honggi Kim proporranno una loro originale rilettura delle musiche di Bach, Busoni e Chopin intitolata “Blowin’ in the Bach”.

Il programma completo degli eventi è disponibile in formato PDF qui: https://shorturl.at/d107v

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Salvatore Vincis, 58 anni, è il nuovo segretario generale della Cisl del Sulcis Iglesiente. Lo ha eletto questa sera il Congresso straordinario, al termine una giornata di lavoro nella Sala Astarte della Grande Miniera di Serbariu, con 40 voti su 41 votanti.

Il Congresso e l’elezione di Salvatore Vincis alla segreteria, pongono fine ad un lungo periodo di commissariamento, durato 18 mesi, iniziato nel marzo dell’anno scorso, quando la segreteria nazionale decise di affidare la guida temporanea della Cisl sulcitana a Piero Ragazzini (oggi assente al Congresso, bloccato da un’influenza), che con la collaborazione di Antonio Ceres ha ricostruito il mosaico organizzativo, senza fermare l’attività ordinaria delle federazioni e del sistema dei servizi.
La continuità operativa è stata evidenziata nel suo intervento, in apertura dei lavori, dopo la breve relazione introduttiva del sub commissario Antonio Ceres, dal segretario generale regionale Gavino Carta.

«La Cisl territoriale – ha detto Gavino Carta – è stata presente in tutte le vertenze con proposte e azioni di lotta a livello locale, regionale e nazionale. Nessun tavolo contrattuale ci ha visti assenti e l’unità interna all’organizzazione ci rende più forti in un momento in cui non si deve ammainare la bandiera dell’industria, che ancora può dare molto al territorio nato con fortissima vocazione industriale , in armonia con l’ambiente e lungo le nuove frontiere tecnologiche che si sono aperte, mentre devono perseguire altri linee produttive nelle seconde e terze lavorazioni, nel turismo, nell’agricoltura, nella ricerca.»

Il segretario nazionale confederale, Ignazio Ganga, intervenuto in rappresentanza della segretaria Anna Maria Furlan, ha indicato nelle politiche per l’infrastrutturazione della Sardegna (viabilità, trasporti, metanizzazione) le priorità programmatiche, grazie al Recovery Fund, veramente alla portata della Sardegna, a condizione che si sappiano destinare le risorse in arrivo, verso progetti non di piccolo cabotaggio, ma in grado di riallineare la Sardegna ai livelli delle regioni del Nord Italia.
Al congresso sono interventi 82 delegati in rappresentanza di tutte le categorie e dei servizi aderenti alla confederazione sindacale della Cisl (solo la metà dei quali ha partecipato alla votazione che ha eletto il nuovo segretario) e come invitati, i segretari generali di tutte le 7 Cisl territoriali della Sardegna e i segretari delle federazioni regionali.

Domani pubblicheremo le interviste realizzate con il segretario regionale Gavino Carta ed il segretario nazionale confederale Ignazio Ganga.

 

         

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Mercoledì 30 settembre il Congresso straordinario della Cisl del Sulcis Iglesiente eleggerà il nuovo segretario territoriale, ponendo così fine alla gestione commissariale che si protrae da quasi un anno e mezzo.

L’assise congressuale, dal titolo “Il futuro del territorio al centro della nuova Cisl”, si terrà presso la Sala Astarte sita nel complesso museale della Grande Miniera di Serbariu, nel rispetto delle norme e delle procedure anti Covid, con 82 delegati in rappresentanza di tutte le categorie e dei servizi aderenti alla confederazione sindacale della CISL eleggeranno i propri dirigenti.
A suggellare l’importanza che la Cisl a livello nazionale e regionale pone verso la struttura territoriale, la presenza del segretario nazionale confederale, il sardo Ignazio Ganga e quella del segretario regionale Gavino Carta con la
segreteria regionale.
Saranno presenti come invitati i segretari generali di tutte le 7 Cisl territoriali della Sardegna e i segretari delle federazioni regionali.
Il programma dei lavori che inizieranno alle ore 9,00 con la distribuzione dei materiali e gli accreditamenti dei delegati, proseguirà con gli adempimenti statutari e l’elezione delle commissioni congressuali e degli uffici.
Ad aprire gli interventi saranno i saluti delle autorità civili locali.
A seguire Il commissario straordinario Piero Ragazzini nel frattempo ed assurto all’ importante carica di segretario generale nazionale dei pensionati, traccerà nella sua relazione il cammino percorso nella sua gestione e dal suo staff, e i risultati ottenuti di quello che malgrado le difficoltà per la perdurante gravissima crisi del territorio, può contare dai dati ufficiali certificati riscontrati alla fine del censimento 2019, su 15.208 iscritti, pari al 12,2 per cento dei 124.239 residenti nel Sulcis Iglesiente, attestandosi come prima organizzazione del territorio, da sempre radicata tra i lavoratori, lavoratrici e cittadini dell’intero Sulcis Iglesiente.
Si andrà avanti con lo spazio dedicato al dibattito congressuale, che entrerà nel merito delle numerose problematiche che investono in tutti i settori economici produttivi e sociali il territorio e si concluderà con gli interventi del Segretario regionale Gavino Carta e del segretario confederale.
Si passerà subito poi all’apertura dei seggi per l’elezione del Consiglio generale che verrà convocato immediatamente dopo una breve pausa, per l’elezione del Segretario generale dei componenti della Segreteria, del Comitato esecutivo, del presidente collegio dei sindaci, del designato al consiglio generale Regionale e del
responsabile del coordinamento donne.
Si concluderà così la gestione commissariale che ha governato l’organizzazione sindacale nel territorio, protrattasi oltre il periodo previsto di 12 mesi, la cui scadenza era stata indicata per il mese di aprile 2020, ma le prescrizioni dovute alla pandemia da Covid-19, hanno obbligato ad una proroga di alcuni mesi.
Su queste basi si ritornerà alla normale gestione amministrativa e politica il sindacato Cisl nel Sulcis Iglesiente, con il gruppo dirigente regolarmente eletto.

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Gavino Carta, 52 anni, sassarese, è il nuovo segretario regionale della Cisl. E’ stato eletto oggi dal Consiglio generale, riunito nella sala convegni del THotel di Cagliari alla presenza del segretario nazionale Annamaria Furlan, con 93 voti a favore. Subentra a Ignazio Ganga, entrato a far parte nelle scorse settimane della segreteria nazionale con deleghe alla Previdenza, Fisco e Pubblico impiego.

 

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Ieri, al Congresso Nazionale della CISL in corso di svolgimento a Roma, i rappresentanti della FIM nazionale, il segretario generale Marco Bentivogli, il responsabile Alluminio Raffaele Apetino, il segretario generale della FSM Sarda, Rino Barca, presente anche il segretario generale della CISL Sardegna, Ignazio Ganga, hanno incontrato il ministro dello Sviluppo Economico, Carlo Calenda, col quale hanno fatto il punto sullo stato dell’arte della vertenza Alcoa. Il ministro ha confermato l’incontro che si terrà la settimana prossima con le organizzazioni sindacali titolate, riservandosi di comunicare data e ora precise nelle prossime ore.

«In merito alla vertenza – si legge in una nota -, il ministro dello Sviluppo economico ha ribadito che il decreto di riequilibrio dei costi energetici (che entrerá ufficialmente in vigore da gennaio 2018) potrebbe essere licenziato dalla Commissione interessata già dai primissimi giorni della prossima settimana e più specificamente nella giornata di martedì, se non si paleseranno intoppi, imprevisti o addirittura resistenze. In riferimento a ciò, il ministro Calenda, ha messo in guardia i rappresentanti sindacali su alcune resistenze che si sarebbero manifestate in alcuni parlamentari di maggioranza che già nei giorni scorsi avrebbero ripetutamente chiesto un rinvio nell’approvazione del provvedimento per non meglio precisate ragioni. Un atteggiamento che gli esponenti del sindacato va stigmatizzato nella maniera più determinata possibile e che, se dovesse persistere, porterà a una mobilitazione decisa del Sindacato e dei lavoratori.»

«Riguardo alla questione ambientale – si legge ancora nella nota -, il ministro ha confermato la risoluzione dei nodi inerenti le bonifiche delle falde acquifere, annunciando di aver raggiunto un accordo con i soggetti interessati, tra cui la proprietà dello stabilimento ed Invitalia. Sui costi di riavvio ed il debito pregresso di Alcoa con Cassa Depositi e Prestiti, invece, è ancora in corso la trattativa ma le posizioni si starebbero avvicinando e la percezione da lui manifestata è che in tempi rapidi anche questo scoglio potrebbe essere superato. Carlo Calenda ha inoltre ribadito la volontà della multinazionale, Sider Alloys, di restare al tavolo e di voler acquisire il prima possibile lo stabilimento. La percezione della CISL, nei diversi livelli della sua rappresentanza – conclude la nota -, è quella che se tutti i soggetti coinvolti, a partire proprio dal Governo e dai partiti di maggioranza, faranno la propria parte nell’ultimo pezzo di strada da percorrere, per la prima volta dopo i 4 anni e mezzo che intercorrono dalla chiusura, si possa concretamente arrivare a una definizione positiva della vertenza.»

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«E’ arrivato il momento di “fare il tagliando” allo stato delle politiche attive per il lavoro in Sardegna. Giunta e sindacati, insieme, per alcune verifiche obbligatorie, richieste dall’avvio, anche nell’Isola, di un nuovo percorso, segnato in particolare dalla riforma dei servizi per l’impiego, con la creazione di un’agenzia competente in materia (l’Aspal). Si deve, altresì, verificare se la volontà politica, annunciata nel Piano regionale di Sviluppo all’intero della “Priorità lavoro”, di una valorizzazione delle azioni per rilanciare sviluppo e occupazione, accompagnata da una prima programmazione di interventi e risorse, ha cominciato a produrre effetti concreti.»

Lo scrive, in una nota, Ignazio Ganga, nuovo segretario generale della Cisl Sardegna.

«E’ evidente, purtroppo, che il piano articolato sulla “priorità lavoro” già da metà del 2015 non ha ancora dato i risultati attesi, nonostante oltre 30 misure messe in campo dalla Regione. Non si è riusciti, fino a questo momento, a incidere adeguatamente sulle debolezze del mercato del lavoro isolano – aggiunge Ignazio Ganga -. E’ vero che in questi anni le misure hanno avuto carattere fortemente emergenziale, intervenendo soprattutto per tamponare specifiche situazioni di crisi, spesso di origine lontana nel tempo e si particolare problematicità sociale (Saremar, Parco Geominerario, Portovesme, ex tessili, etc.) o comunque interessando una circoscritta platea di destinatari. Alcuni programmi, inoltre, hanno avuto carattere sperimentale, come il caso del bando Flexicurity e del progetto pilota del contratto di ricollocazione, ma soprattutto del programma nazionale Garanzia Giovani, caratterizzato – nonostante un’ampia partecipazione da parte dei destinatari e un buon successo di alcune misure (in particolare quelle legate alla formazione e ai tirocini) – dalle difficoltà nel presentare un’offerta concreta ai giovani, se non per un numero ridotto di loro.»

«Ulteriori azioni attendono ancora di potersi dispiegare come il bando Blue & Green economy, altre si sono perse per strada. Basti citare il progetto ICO edili, atteso da quasi due anni, che conferma tutta l’inadeguatezza di soggetti preposti all’accompagnamento di alcune misure lavoristiche come la società in  house della Regione Insar. Infine – conclude Ignazio Ganga -, persiste una sostanziale cronica debolezza regionale nel programmare la formazione professionale, il cui ruolo è essenziale per promuovere nuovo lavoro nell’Isola.»

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E’ stato un vero e proprio manifesto del sindacalista e del sindacato Cisl, quello dettato ieri dal segretario generale, Ignazio Ganga, nel suo intervento al congresso territoriale dell’Ogliastra. Un appuntamento che ha sancito l’avvicendamento al vertice dell’organizzazione tra l’uscente, Giuseppe Fanni, e il neo eletto (in assoluto il segretario confederale più giovane d’Italia), Michele Muggianu.

Poche chiacchiere o margini di interpretazione, secondo Ganga essere sindacalisti significa «realmente dedicare la propria vita a favore degli ultimi».

E per fare questo, ha spiegato ad un’attentissima platea di congressisti: «E’ necessario dire basta ai sindacalisti da scrivania per far posto a quelli con lo zainetto capaci di stare in mezzo ai lavoratori e di conseguenza capaci di comprendere, facendoli propri, i loro problemi e bisogni».

Un cambio di paradigma per un sindacato che, ha spiegato il segretario generale, deve tornare a essere “meno burocratizzato” e “più sobrio”. Un sindacato di frontiera e di prossimità ai luoghi di lavoro e del disagio dove, materialmente, si manifestano le esigenze delle persone.

«Essere sindacalisti, ha ribadito il leader sardo, è uno stile di vita che si declina nei comportamenti, nelle azioni e nell’esempio concreto. Il sindacalista moderno deve avere la capacità di formarsi costantemente, di migliorare il proprio bagaglio culturale e di diventare un reale punto di riferimento nella società.»

Ignazio Ganga si è poi soffermato sui valori, sulle finalità e sulla mission del sindacato, partendo dall’importanza della parola Lavoro intesa innanzitutto come strumento di liberazione ed emancipazione sociale per gli esseri umani. Un concetto (quello del lavoro) – ha ricordato il segretario -, che rimanda a “memorie individuali e collettive”.

E da qui la necessità che la Cisl diventi la “centrale operativa” da dove nasca, si articoli, si coordini e si diffonda un «sogno collettivo di solidarietà e di elevazione delle legittime aspirazioni di rinascita economica, culturale e sociale di tutto il popolo sardo».

Un grande progetto di emancipazione popolare, dunque, da opporre alla crisi di fiducia e speranza di gran parte dei cittadini in quest’epoca di instabilità dove gli storici punti fermi del passato sono sempre meno distinguibili.

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Spopolamento, inurbamento, insularità, perifericità, decentramento amministrativo e piena esigibilità del Patto per la Sardegna, queste alcune delle principali parole chiave espresse (e declinate in articolate riflessioni) nel suo intervento, dal segretario generale della Cisl Sarda, Ignazio Ganga, al congresso territoriale della Gallura.

Problematiche e concetti ribaditi più volte in tutte le assise territoriali e regionali che hanno accompagnato fin qui la stagione congressuale della Cisl e che troveranno una sintesi perfetta alla fine del mese di aprile con il congresso regionale che sancirà l’avvio di una nuova stagione sindacale dell’organizzazione che conta in Sardegna oltre 154.000 iscritti e una capillare presenza in ogni ambito della società e del mondo del lavoro.

Secondo quanto espresso da Ignazio Ganga, il rischio che la Regione sia percepita “lontana dalle periferie” va scongiurato con una «concreta riforma dell’ente amministrativo» che porti al decentramento delle funzioni e dei poteri (con annessa sburocratizzazione) a favore di tutte le realtà periferiche dell’isola, così da poter dare risposte compiute alle richieste di intervento e alle specificità che si elevano dai territori.

Il segretario ha poi evidenziato l’importanza che il “Patto per la Sardegna”, sottoscritto l’anno scorso con il Governo nazionale, sia realmente concretizzato con la spendita delle risorse assegnate e il rilancio dei settori chiave dell’economia sarda da quello dei trasporti a quello energetico e infrastrutturale, alla valorizzazione del capitale umano affinché i migliori cervelli della nostra isola non siano più obbligati a emigrare ma diventino una inestimabile ricchezza per la propria terra.

Inoltre il leader sindacale sardo, evidenziando il core business del sindacato costituito da fisco, previdenza, contratti (perequazione delle pensioni), ha posto l’accento sull’ormai irrinunciabile obbiettivo di impegnarsi affinché in Sardegna si avvi una vera stagione di ridistribuzione della ricchezza che porti a una diminuzione delle disuguaglianze e possa contribuire a un reale miglioramento della condizione economica per gli oltre 400.000 sardi che oggi vivono sotto gli indici di povertà assoluta.

Di grande importanza è stato anche il passaggio sull’insularità che da potenzialità inespressa basata sulla specificità mediterranea, sull’identità rappresentata dalla lingua, dalle tradizioni e dalla storia della nostra isola, è diventata oggi uno dei più gravi gap allo sviluppo dell’economia isolana in ogni ambito. Da qui la necessità di adoperarsi affinché la Sardegna permanga all’interno dei network internazionali rafforzando i trasporti da e per l’isola, e risolvendo le fondamentali vertenze come quella Meridiana.

Infine, il segretario parlando della (scarsa) competitività della Sardegna ha ribadito la necessità che il sistema produttivo sardo cambi paradigma di riferimento e passi dall’essere incentrato sulla quantità a uno basato sulla qualità in tutti quei settori strategici dell’economia come ad esempio l’agricoltura per la quale è necessario introdurre azioni che tendano a privilegiare coltivazioni che puntino alla “qualità totale” (biologico, biodiversità, etc.). Ragionamento declinabile anche a settori come l’industria dove l’innovazione tecnologica e il conseguente avvento della nuova rivoluzione industriale consentiranno la crescita e il mantenimento sul mercato delle sole aziende capaci di investire, innovare e avviare produzioni ad alto livello qualitativo.

E’ evidente, lo si percepisce oltre che dai congressi anche dalla determinazione espressa dal suo gruppo dirigente, che la CISL sarda si prepara a combattere una delle battaglie più difficili per il salvataggio della Sardegna dallo spopolamento – e quindi dall’alienazione – che autorevoli studi scientifici descrivono come progressivo da qui ai prossimi decenni. Una battaglia campale che ancora una volta può essere racchiusa nella locuzione che il prof. Lilliu introdusse con un famosissimo libro quando ancora era in vita: ovvero quella della “Costante resistenziale sarda”.

Una resistenza che la Cisl sarda si candida a guidare con il suo bagaglio di forti esperienze e proposte e la consapevolezza di essere una grande organizzazione capace di enormi slanci e di fare la differenza.

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Mirko Idili.

L’Unione sindacale territoriale della Cisl Gallura ha confermato il segretario generale uscente Mirko Idili alla guida dell’organizzazione. La votazione è avvenuta oggi durante il congresso che si è svolto nell’hotel Doubletree by Hilton di Olbia. A completamento della segreteria sono stati eletti anche Rosa Casto, riconfermata nel ruolo, e Masino Fresi che prende il posto di Alberto Farina, da sempre colonna portante della Cisl gallurese, che proseguirà la sua attività nel sindacato in qualità di segretario generale della Federazione dei pensionati in Gallura; il suo saluto alla segreteria generale provinciale è stato accolto con commozione da Mirko Idili.

Tema portante dell’assemblea è stata la necessità, da parte del territorio gallurese, di trovare una forma di governance intermedia che possa inserirsi tra i Comuni e la Regione. Durante la sua relazione, Mirko Idili ha lanciato il “Patto per la Gallura” e ha chiamato tutti i rappresentanti della politica e delle forze economiche e sociali a ritrovare coesione e unità di intenti: due elementi necessari per poter difendere le risorse e le potenzialità in via di sviluppo in Gallura. «Basta con le divisioni e con i conflitti campanilistici tra Alta e Bassa Gallura. L’economia di questo territorio è in ripresa. Lieve, ma c’è. E ci sono opportunità importanti da saper cogliere: il Mater Olbia è certamente una di queste. E’ un progetto che va difeso perché rappresenta una risorsa per tutta l’isola, non solo per la Gallura. Dobbiamo farlo capire a tutti, anche ai gufetti che sperano che il Mater Olbia non si faccia». Idili ha anche fatto riferimento all’acquisizione del 49 per cento di Meridiana da parte di Qatar Airways: «Un risultato auspicato quando, tempo fa, decidemmo di firmare l’accordo che prevedeva la fuoriuscita dal perimetro aziendale di centinaia di lavoratori esclusivamente nella previsione di favorire una partnership autorevole con Qatar Airways ed un nuovo piano industriale che consentisse, con l’acquisto di 50 aeromobili, di poter riassumere tutti coloro che ad oggi usufruiscono degli ammortizzatori sociali». Opportunità e potenzialità di sviluppo che però hanno bisogno della massima coesione tra politica e  forze sociali che devono essere in grado di ripensare una forma di autogoverno intermedio: «La vecchia Provincia non aveva più ragione di esistere – ha detto Idili – perché era stata spogliata di competenze e risorse economiche. Tuttavia si è creato un pericoloso vuoto amministrativo che deve essere colmato e la risposta a questa esigenza non può essere certo il ritorno alla vecchia provincia di Sassari».

Una sfida che è stata immediatamente accolta dai politici galluresi che sono intervenuti al congresso.

Gian Piero Scanu, deputato Pd, ha tuonato in difesa del Mater Olbia e contro quei «personaggi della politica regionale i quali sperano che il progetto affondi ma lo fanno ragionando in nome e per conto delle cliniche private di Cagliari».

Settimo Nizzi, sindaco di Olbia, ha spiegato: «E’ ripartito il dialogo tra noi sindaci galluresi ed è stato un atto importante per spezzare certi vecchi schemi che bloccavano la crescita delle nostre comunità. Rappresentiamo un territorio che intende dialogare con le altre aree sarde e italiane, ma non abbiamo intenzione di ricominciare i viaggi della speranza verso Sassari per ottenere ciò che ci spetta. Dobbiamo decidere da soli come gestire la Gallura: da quando non c’è più la Provincia non è più possibile nemmeno tappare i buchi delle strade, piazzare un palo della luce, fare manutenzione nelle scuole».

Pierfranco Zanchetta, consigliere regionale di La Maddalena: «Abbiamo necessità del sostegno di tutti altrimenti la nostra proposta di legge per l’istituzione di una Provincia nel Nordest della Sardegna, non passerà. Abbiamo di fronte forze opposte e contrarie, invochiamo la mobilitazione del territorio».

Giuseppe Meloni, consigliere regionale: «Vogliamo far capire che la nuova Provincia non dovrà essere un carrozzone politico ma avrà il preciso ruolo di fare da argine contro l’arretramento istituzionale, in Gallura, da parte dello Stato e della Regione».

Antonio Satta, sindaco di Padru: «Questa è una battaglia che bisogna vincere nell’interesse della Gallura: dobbiamo quindi sostenere i consiglieri regionali e la loro proposta di legge. Il consiglio comunale di Padru ha già approvato un ordine del giorno a favore di questa proposta».

Pierluigi Caria, neo assessore regionale dell’Agricoltura: «Il mio ruolo mi impone una visione totale della Sardegna, ma provengo dalla Gallura, comunità per la quale avrò ovviamente un occhio particolare. Credo che questo territorio abbia le carte in regola per ottenere l’autonomia».

Alberto Farina si è soffermato sulle condizioni generali della Cisl regionale: «Il sindacato in Sardegna ha ripreso slancio, il lavoro che è stato fatto da Ignazio Ganga in questi pochi mesi è davvero significativo e a lui faccio i miei complimenti».

Un ruolo determinante nel congresso che si è svolto oggi lo ha avuto Gigi Petteni, segretario confederale della Cisl nazionale. Petteni ha tracciato lo scenario in cui si sta muovendo il sindacato per la tutela del lavoro e dei diritti a esso connessi: «La politica ha ascoltato i populismi quando si è trattato di decidere cosa fare sui voucher, mentre avrebbe dovuto ascoltare chi conosce a fondo le realtà lavorative. La Cisl non parla mai, mai alla pancia della gente ma sempre al cervello e al cuore. Gli attacchi della politica nei confronti delle organizzazioni sindacali sono stati evidenti ma noi, come da tradizione, abbiamo evitato lo scontro e cercato il dialogo, presentando proposte. In questo modo abbiamo ottenuto i risultati cercati su tanti importanti temi».

La conferma di Mirko Idili alla guida della Cisl Gallura è stata elogiata anche dal segretario regionale dell’organizzazione sindacale, Ignazio Ganga: «Con la nuova segreteria regionale abbiamo deciso di seguire tutti i congressi e di incontrare tutti i lavoratori e le lavoratrici. Abbiamo l’esperienza per sostenere le ragioni del lavoro e del sociale in questa regione. ci impegneremo per risolvere, in via definitiva, i problemi emersi anche durante questo congresso». L’intervento del segretario regionale si è focalizzato anche sullo spopolamento in Sardegna: «Per combattere questo fenomeno servono risorse – ha spiegato – dobbiamo spendere meglio i fondi europei. Perdere di vista pezzi di questa regione porta la stessa a essere considerata “roba di altri”. E’ quindi necessaria una riforma della Regione per sburocratizzare il Palazzo e dare risorse ai territori». Ignazio Ganga ha mostrato all’assemblea un contenitore con, all’interno, una manciata di terra della Gallura e ha spiegato che la Cisl sarda ha deciso di raccogliere una porzione di suolo da tutti gli otto territori dell’Isola. La terra sarà mischiata in un vaso in cui sarà piantato un ginepro. «Un albero scelto perché è molto robusto e diffuso in tutta l’isola. Simbolicamente rappresenterà le radici della Cisl sarda».