14 May, 2024
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La reazione del sindaco di Sant’Antioco, Ignazio Locci, all’azione degli incendiari che ha generato lo spaventoso incendio di Maladroxia, è durissima.

«Quanto accaduto la scorsa notte nell’isola di Sant’Antioco è un atto gravissimo, che condanniamo in modo assoluto, senza alcuna riserva – ha scritto Ignazio Locci in un post pubblicato nel suo profilo facebook -. La mano maledetta di chi ha agito con l’obiettivo di distruggere il nostro patrimonio naturalistico, tra flora e fauna, mettendo a rischio anche la vita umana di quanti risiedono nelle zone colpite dalle fiamme, ha mandato letteralmente in fumo svariati ettari di macchia mediterranea. I danni sono ingenti (tra la frazione di Maladroxia e i pressi di Canai) e, se non fosse stato per il pronto intervento delle forze in campo, il bilancio sarebbe potuto essere ben più drammatico. Ringrazio di tutto cuore quanti, per tutta la notte, si sono prodigati per domare l’incendio: Vigili del fuoco, Protezione civile (di Sant’Antioco, Santadi, Narcao e Sant’Anna Arresi), Corpo Forestale, Vigili Urbani, Carabinieri, Barracelli. Grazie agli operatori turistici che, con estrema professionalità, hanno prestato assistenza e aiutato a mantenere la calma. Grazie, infine, ai residenti di Maladroxia, che hanno trascorso buona parte della notte fuori dalle abitazioni, in attesa che tornasse la normalità.»

«Il rogo, anche alla luce dell’ausilio dei mezzi aerei antincendio di questa mattina, è stato adesso sconfitto (procedono, tuttavia, le operazioni di bonifica). Il nostro impegno – ha concluso Ignazio Locci – oltre a prevedere dovute misure antincendio affinché questi tristi episodi non si verifichino più, sarà quello di contribuire a individuare, fermare e condannare gli incendiari. Nessuno sconto per questi barbari.»

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L’impugnazione deliberata oggi dal Consiglio dei ministri della legge della Regione Sardegna n. 11 del 3/07/2017, recante “Disposizioni urgenti in materia urbanistica ed edilizia”, sarà sicuramente al centro del dibattito del convegno “Verso l’approvazione della legge urbanistica, quali opportunità per lo sviluppo economico e sociale del Sulcis Iglesiente?” che si terrà lunedì 4 settembre, alle 17.30, nel salone dell’Oratorio di San Ponziano, a Carbonia, organizzato dall’Associazione per lo sviluppo socio economico del Sulcis Iglesiente. Dopo i saluti del parroco, don Amilcare Gambella, è prevista l’introduzione dell’assessore regionale dell’Urbanistica e degli Enti locali, Cristiano Erriu. Interverranno il segretario regionale Cisl edili Giovanni Matta; l’imprenditore Ninetto Deriu; il sindaco di Sant’Antioco Ignazio Locci; il sindaco di Iglesias Emilio Gariazzo; il sindaco di Gonnesa Hansel Cabiddu. Chiuderà i lavori, coordinati da Manolo Mureddu, la replica dell’assessore regionale Cristiano Erriu.

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«Il gemellaggio tra Sant’Antioco e la Municipalità di Tiro (Libano) non è soltanto la mera sottoscrizione di un protocollo ufficiale, quanto semmai un concreto progetto di condivisione culturale destinato a durare nel tempo, in un reciproco scambio di professionalità, competenze e conoscenza. Quel ponte ideale tra Sant’Antioco e Tiro, rinsaldato a distanza di millenni il 22 agosto scorso in Libano con la firma dell’accordo d’intesa, verrà ricostruito con i mattoni della conoscenza, della cultura, delle occasioni di crescita e sviluppo, sia economico che sociale.»

Lo scrivono, in una nota, Ignazio Locci, sindaco del comune di Sant’Antioco, e Rosalba Cossu, assessore della Cultura del comune di Sant’Antioco.

«Siglato il gemellaggio – aggiungono Ignazio Locci e Rosalba Cossu – si apre adesso una fase di ricerca fondi con particolare riferimento a specifiche linee di finanziamento rivolte alla cooperazione transfrontaliera. Il primo passo sarà quello di predisporre una congiunta programmazione delle attività di valorizzazione che potranno riguardare la mobilità di studenti per attività di ricerca scientifica da e verso i territori coinvolti; lo scambio di collezioni librarie relative al patrimonio archeologico di ciascun territorio e di best pratics da applicare nel campo della didattica e dell’archeologia sperimentale, con particolare riferimento ai laboratori rivolti alle scuole. E ancora, l’accordo favorirà la creazione e lo scambio di realtà virtuali e immersive relative ai monumenti archeologici Fenici di entrambi i siti. L’obiettivo comune, appunto, è promuovere la conoscenza, favorire il dialogo interculturale e la collaborazione transfrontaliera attraverso la valorizzazione del patrimonio archeologico, sulla scorta del legame antico e profondo che lega Sant’Antioco e Tiro: furono i Fenici, provenienti da Tiro, tra la fine del IX e dell’VIII secolo a.C., infatti, a fondare la città di Sulky, l’attuale Sant’Antioco.»

«L’accordo tra le due realtà istituzionali – concludono Ignazio Locci e Rosalba Cossu – è stato patrocinato dal contingente militare italiano impiegato nella missione UNIFIL, in particolare dal generale di Brigata “Granatieri di Sardegna” Francesco Olla, illustre cittadino antiochense, comandante della Joint Task Force – Lebanon Sector West. La delegazione antiochense è stata ospitata proprio negli spazi militari gestiti dal contingente militare. Per noi è stata l’occasione per toccare con mano la grande professionalità con cui, quotidianamente, le Forze militari si prodigano con grande umanità per garantire la pace in un territorio per niente semplice.»

La delegazione italiana era composta dal sindaco di Sant’Antioco Ignazio Locci, dall’assessore alla Cultura Rosalba Cossu, dal dottor Piero Bartoloni, già professore ordinario di archeologia fenicio-punica presso la Facoltà di Lettere e Filosofia dell’Università di Sassari e direttore del Museo archeologico “Ferruccio Barreca” di Sant’Antioco, e dalla dottoressa Sara Muscuso, curatrice del Museo. In rappresentanza della Municipalità di Tiro, il sindaco Hassan Dbouk, il prof. Hassan Baddahui, docente all’Università di Beirut e la dottoressa Helen Sader, docente di archeologia presso l’American University of Beirut. Era presente alla firma anche Randa Assi Berri, moglie dello speaker della Camera libanese Nabih Berri e promotrice di innumerevoli iniziative culturali e sociali per i libanesi.

 

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Venerdì scorso, l’Amministrazione comunale di Sant’Antioco è intervenuta, con un comunicato stampa pubblicato nel sito internet istituzionale, per “fare chiarezza” sull’emergenza venutasi a determinare nei servizi igienici della spiaggia di CoeQuaddus.

«E’ nostra intenzione fare chiarezza su questa vicenda – ha spiegato il sindaco Ignazio Locci -, soprattutto alla luce dei problemi di interruzione del servizio emersi con ripetuta insistenza nelle settimane passate fino a oggi. Il problema che con regolarità obbliga, infatti, alla chiusura dei bagni è il riempimento delle fosse settiche che, di conseguenza, devono necessariamente essere sbloccate (ogni dieci giorni circa) al costo di 700 euro più Iva. Tali circostanze hanno visto l’Amministrazione comunale chiamata più volte in causa, nonostante non abbia mai mancato di intervenire nei momenti di maggiore criticità, disponendo lo svuotamento delle suddette fosse.»

Il sindaco, Ignazio Locci, ha precisato che «la gestione dei servizi igienici è stata affidata, unitamente ai parcheggi a pagamento, alla ditta “Traffic” tramite bando ad evidenza pubblica predisposto dalla precedente Amministrazione. Tale ditta ritiene di non dover provvedere alla cura delle fosse e, dunque, ogniqualvolta queste si saturano, decide di chiudere i servizi igienici. Noi riteniamo che questa competenza sia invece della “Traffic” e per questo le addebiteremo le fatture, nella convinzione di avere ragione ed ottenere indietro i fondi comunali spesi fino a oggi».

«Abbiamo predisposto un ulteriore intervento di spurgo – ha aggiunto Ignazio Locci – e reso i bagni nuovamente fruibili al servizio di residenti e turisti. Ma non è tutto: in data 24/07/2017 è stato compiuto un sopralluogo presso la struttura di CoeQuaddus e, dalla successiva relazione degli Uffici comunali competenti, si evidenziano alcuni aspetti che aiutano a definire meglio i contorni della questione e a sgomberare il campo dalla disinformazione e dalla strumentalizzazione. La fossa settica avrebbe dovuto raccogliere soltanto i liquami dei servizi igienici, ma fino ad alcuni giorni fa era utilizzata, senza autorizzazione, dalla ditta privata di somministrazione di cibi e bevande che opera all’interno delle aree di pertinenza dei bagni pubblici. La ditta in questione, infatti, possedeva due serbatoi di acqua potabile (adesso rimossi) al servizio della propria attività commerciale, che scaricavano nella fossa settica. Non solo: il trasferimento dell’acqua dai serbatoi al chiosco in uso alla ditta di somministrazione di cibi e bevande avveniva tramite pompa elettrica alimentata, senza alcuna autorizzazione, da un’utenza a carico del Comune (e quindi dei contribuenti). E ancora: sempre senza alcuna autorizzazione, la suddetta ditta utilizzava alcuni locali dei servizi igienici come deposito bibite e prodotti vari. Infine, in generale risulta che nelle aree di pertinenza dei servizi igienici, la ditta di somministrazione di cibi e bevande, sempre senza alcuna autorizzazione, aveva depositato a suo tempo materiali vetusti e obsoleti (ora finalmente rimossi).»

«Ciò detto, ripristinata la legalità, ci impegniamo a mantenere in funzione i servizi igienici fino alla conclusione della stagione estiva. Sia chiaro che non accettiamo il principio secondo cui debba essere sempre il Comune, e quindi i contribuenti, a pagare. Così come respingiamo con forza – ha concluso il sindaco Ignazio Locci – che qualcuno faccia il furbo sulle spalle della collettività.»

Sulla vicenda, oggi registriamo la presa di posizione del gruppo di minoranza Genti Noa che, in una nota, scrive che «nonostante le intenzioni espresse dal titolo, il testo del documento del sindaco non chiarisce proprio un bel niente! Leggiamo nel comunicato che la chiusura dei bagni è dovuta al riempimento delle fosse settiche che devono essere svuotate ogni dieci giorni circa. Per questo, a detta di Ignazio Locci, l’Amministrazione comunale non ha mai mancato di intervenireı».

«Se davvero, come dice Locci, l’Amministrazione comunale ” non ha mai mancato di intervenire nei momenti di maggiore criticità, disponendo lo svuotamento delle suddette fosse”, perché abbiamo dovuto assistere per tutta l’estate ad una apertura a singhiozzo dei servizi igienici di Coguadhus? – aggiunge Genti Noa – E ancora: Perché il problema si è presentato solo adesso, anno nel quale si è insediata la nuova Giunta, e mai negli anni scorsi? Queste sono sempre stata le uniche cose che ci interessava sapere, al netto di tutte le controversie citate da Ignazio Locci che coinvolgono la ditta “Traffic” che, a suo dire, avrebbe dovuto garantire il servizio di svuotamento delle fosse ma non lo ha fatto.»

«Riteniamo, altresì, un pessimo esempio di “reazione scomposta” il fatto che nel suo comunicato Ignazio Locci coinvolga la “ditta privata di somministrazione di cibi e bevande che opera all’interno delle aree di pertinenza dei bagni pubblici”. In questo caso, infatti, gli argomenti sollevati non hanno niente a che vedere con i bagni fuori servizio ma riguardano, a nostro avviso, l’utilizzo di insinuazioni ai danni di operatori commerciali onesti e rispettosi della legge che, giustamente, faranno valere le loro ragioni nelle apposite sedi – sottolinea ancora il gruppo Genti Noa Ci pare un attacco personale insomma, tanto più grave ed inopportuno, perché effettuato usufruendo del sito internet del comune di Sant’Antioco, cosa, questa, che non si era mai vista. E, a dirla tutta, a Sant’Antioco non si era neanche mai visto che un politico rendesse pubbliche delle questioni che, di norma, vengono gestite dai preposti uffici tecnici…ma tant’è.»

«In ogni caso, se Ignazio Locci riteneva che fosse stato perpetrato un abuso ai danni della comunità, avrebbe dovuto rivolgersi all’autorità giudiziaria e non certo utilizzare un sito istituzionale per dare evidenza pubblica a simili argomenti. Non ci sfugge il fatto che Ester Fadda, oltreché consigliere comunale di opposizione è compagna di vita e collaboratrice del titolare dell’attività commerciale citata da Locci. Sicuramente non esiste un rapporto di causa e di effetto tra il ruolo pubblico di Ester Fadda e gli attacchi di cui sopra, ma invitiamo comunque Ignazio Locci ad affidarsi alla calma per gestire il contraddittorio politico che, per definizione, non dovrebbe mai violare la sfera personale degli individui. Infine – conclude Genti Noa – esprimiamo tutta la nostra solidarietà a Ester Fadda che potrebbe sentirsi intimidita da questo stato di cose, nella assoluta certezza, comunque, che ciò non intaccherà minimamente il suo spirito libertario.»

 

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Verrà sancito martedì 22 agosto il gemellaggio tra il comune di Sant’Antioco e la municipalità di Tiro, due centri separati da un ampio tratto di Mediterraneo, ma intimamente legati da radici comuni. Furono, infatti i Fenici, provenienti da Tiro, in Libano, tra la fine del IX e dell’VIII secolo a.C., a fondare la città di Sulky, l’attuale Sant’Antioco. Un legame antico e profondo che verrà rafforzato nelle date del 21 e del 22 agosto, quando una delegazione dell’Amministrazione comunale di Sant’Antioco (composta dal sindaco Ignazio Locci e dall’assessore della Cultura Rosalba Cossu, accompagnati dalla dottoressa Sara Muscuso e dal professor Piero Bartoloni, rispettivamente Curatore e Direttore scientifico del Museo Archeologico Ferruccio Barreca di Sant’Antioco) si troverà a Tiro per la sottoscrizione di un accordo di collaborazione istituzionale. Obiettivo: sviluppare la conoscenza, intesa come fattore di crescita socio-economica, sia attraverso l’investimento in capitale umano capace di valorizzare le competenze e le abilità presenti delle due comunità, sia attraverso azioni di governo del territorio in grado di mettere in giusta luce l’identità, la specificità e la qualità dei beni culturali locali. 

Il gemellaggio tra le due realtà istituzionali è stato promosso dall’antiochense Francesco Olla, Generale di Brigata “Granatieri di Sardegna”, comandante della missione UNIFIL in Libano (operazione Leonte), che ha inoltre offerto la disponibilità del Contingente militare ad accogliere e gestire la visita della nostra delegazione in territorio libanese.

Il comune di Sant’Antioco e la municipalità di Tiro, oltre a poter vantare entrambi un notevole complesso di beni archeologici (il sito di Tiro è stato peraltro riconosciuto Patrimonio Unesco), condividono molteplici finalità: dalla realizzazione di programmi finalizzati al miglioramento della qualità della vita, alla promozione di progetti applicati al territorio che possano garantire un duraturo sviluppo sociale, economico e culturale. Ed è proprio sulla base di questi presupposti che verrà avviato un proficuo rapporto di collaborazione istituzionale.

«Siamo certi che azioni come queste si inseriscano nel solco della promozione culturale attraverso la valorizzazione del patrimonio archeologico antiochense che definisce la nostra identità – spiegano il sindaco Ignazio Locci e l’assessore della Cultura Rosalba Cossu -. E in quest’ottica, sulla scorta del legame creato dai Fenici, l’incontro tra le comunità di Sant’Antioco e Tiro rappresenta un ponte tra Italia e Libano idealmente ricostruito, rinsaldato a distanza di millenni.»

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Dopo anni di assenza, al Museo archeologico “Ferruccio Barreca” di Sant’Antioco, fanno ritorno due dei reperti più pregiati dell’intera collezione fenicio-punica. Da ieri mattina, infatti, l’orlo di coppa ionica in argento con un’importantissima iscrizione (che ci informa delle cariche amministrative della Sulky punica del III secolo a.C.) e il celebre anello punico con rosetta centrale della Sulky del IV secolo a.C., tornano a fare bella mostra di sé nei nostri spazi museali.

«L’operazione – spiegano Rosalba Cossu, assessore dei Beni culturali, Cultura, Scuola, e Ignazio Locci, sindaco del comune di Sant’Antioco – è stata resa possibile grazie alla collaborazione con la Soprintendenza Archeologica della Sardegna – le cui interlocuzioni si sono intensificate nelle ultime settimane – in particolare con il soprintendente Fausto Martino, e con la responsabile della zona del Sulcis Iglesiente Sabrina Cisci.»

«Un ritorno a casa che salutiamo con grande entusiasmo, considerato l’inestimabile valore dei due reperti. L’orlo di coppa ionica, estremamente raro e di straordinaria importanza per le informazioni scientifiche che fornisce, mancava dal MAB da ben sette anni: si trovava, infatti, in mostra a Cagliari dal 2010. L’anello, invece, era in esposizione dal 2016 in Germania, a Kalkriese, presso il Warusschlacht Museum. Questa notizia, che rappresenta per noi un vero e proprio evento – concludono Rosalba Cossu e Ignazio Locci – o -, si inserisce nel solco del nostro progetto di rivalorizzazione culturale dei beni che definiscono l’identità antiochense, a partire proprio dal nostro sconfinato patrimonio archeologico.»

 

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Le mancate dimissioni di Ignazio Locci da consigliere regionale, a distanza di quasi due mesi dalla sua elezione a sindaco di Sant’Antioco (avvenuta l’11 giugno 2017), è sempre motivo di scontro acceso tra maggioranza e minoranza nel nuovo Consiglio comunale di Sant’Antioco. Dopo la decisione di Ignazio Locci di opporsi all’invito rivoltogli dal presidente del Consiglio regionale, Gianfranco Ganau, di superare entro dieci giorni (termine già scaduto) la condizione di incompatibilità venutasi a determinare dopo la sua elezione a sindaco, qualche giorno fa ha preso posizione il gruppo di Genti Noa, oggi interviene con una “Lettera aperta agli Italiani” il consigliere di Sant’Antioco Attiva Massimo Melis, già assessore dell’Ambiente e vicesindaco della Giunta Corongiu.

«Vivo in un paese, Sant’Antioco, dove è stato eletto Sindaco, l’11 giugno 2017, l’avv. Ignazio Locci, già consigliere regionale della Sardegna – scrive Massimo Melis -. Durante la campagna elettorale il tema più dibattuto, era legato all’incompatibilità delle due cariche (T.U.E.L. 267/2000 Art. 65), la risposta del Locci e dei suoi sostenitori è stata quella che avrebbe lasciato “logicamente” la regione per governare il suo paese. Dopo due mesi dalla vittoria elettorale, abbiamo un sindaco pagato da consigliere regionale, unico caso in Italia, in virtù del fatto che continua a mantenere la doppia carica e non ha intenzione di dimettersi, anzi, ha fatto osservazioni al procedimento di incompatibilità avviato dal Consiglio Regionale. È come nella favola, Geppetto crede alle bugie di Pinocchio, anche a Sant’Antioco una fetta di popolazione crede nella posizione ambigua del sindaco, nei confronti della legge e del mantenimento degli impegni presi con la stessa. Basta fare un giro virtuale fra i gruppi locali di Facebook oppure visitare il profilo dello stesso sindaco e possiamo vedere numerose attestazioni di stima e/o di elogio per il lavoro svolto (allo stato attuale praticamente zero, non fosse altro perché in carica da 60 giorni), e quando qualcuno fa cenno al problema incompatibilità viene tacciato di strumentalizzazione politica, “lasciatelo lavorare”, viene scritto a caratteri cubitali, come se tali osservazioni lo distogliessero dal lavoro, senza capire quale però, sindaco o consigliere regionale. »

«Con questo clima si capisce bene che chiedere il rispetto delle leggi sembra una cosa marziana – aggiunge Massimo Melis -. Eppure, viviamo nella stessa Italia dove i mass media quotidianamente parlano dei problemi della politica, dei costi e del perseguimento degli interessi personali in politica, per tutto ciò la reazione di indignazione è unanime.

Ora, considerato che il Sindaco non ha dato nessuna giustificazione riguardo al protrarsi di questa situazione di incompatibilità, aggrappandosi ad un fantomatico iter, è opinione diffusa che ciò accada perché l’indennità da Consigliere regionale (€.10.750,00) è nettamente superiore a quella da sindaco di Sant’Antioco (€.2.788,87), cosa di cui il primo cittadino era ben conscio prima delle elezioni.»

«Appare bizzarro che, lo stesso sindaco, da consigliere regionale, un anno e mezzo fa ha presentato una interrogazione per sollecitare il presidente e due assessori regionali affinché facessero decadere un altro sindaco, anche lui incompatibile, sostenendo in tale occasione la perentorietà della legge (T.U.E.L.), ironia della sorte la stessa che trova applicazione per il suo caso, ma si sa il diavolo fa le pentole ma non fa i coperchi – sottolinea ancora Massimo Melis -. A questo punto, sorge spontanea una considerazione, mentre a Roma si discute animatamente sulla questione vitalizi, quindi riduzione dei costi della politica, e tutti i partiti rilanciano per apparire più bravi degli altri agli occhi del popolo. In Sardegna un partito, Forza Italia, fra i più grandi del nostro paese, fa il gioco delle tre scimmiette con i suoi più autorevoli rappresentanti, accettando passivamente che gli interessi di un singolo creino un alone sulla credibilità di un’intera compagine politica, nonostante all’orizzonte si intraveda la campagna elettorale.»

«E allora chi deve dirimere questa situazione, il buon senso? Là dove c’è…  La coerenza? Se ancora esiste… I consigli di cui l’incompatibile fa parte, come recita l’art. 69 del T.U.E.L.? Quello comunale è un’anatra zoppa, infatti, la procedura la dovrebbe portare avanti lo stesso Sindaco incompatibile, in qualità di presidente del Consiglio – rimarca Massimo Melis -. Ma allora chi deve dirimere questa situazione, la Direzione generale degli Enti locali, della Regione Sardegna? La Prefettura? Il presidente del Consiglio dei ministri? Il presidente della Repubblica? Il presidente di Forza Italia, partito di cui il Sindaco fa parte, se non altro per una questione etica. Oppure siamo davanti a una mente diabolica, quella del sindaco Ignazio Locci, che ancor prima di candidarsi ha visto una falla normativa e ci si è buttato dentro, prendendo in giro tutti i suoi cittadini, consapevole che avrebbe tenuto la doppia carica fino al termine della legislatura in Consiglio regionale. Se così fosse, la questione la potrebbe dirimere solo l’indignazione popolare, una levata di scudi contro l’italietta dei “furbi”.»

«Ho chiesto la pubblicazione di questa riflessione affinché ci sia una presa di coscienza unanime e, una volta tanto, la smettiamo di essere gli italiani che si scandalizzano per le cose che non ci riguardano, amplificandone la portata, mentre facciamo finta di niente se, per partito preso o per amicizia, accade l’impossibile sotto i nostri occhi. Questo messaggio – conclude Massimo Melis – è indirizzato a chi, legislatore e non, ha il dovere di intervenire per far rispettare la legge e se questa non è chiara ha il dovere di modificarla affinché ci sia certezza nei procedimenti.»

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Dieci giorni fa il Consiglio regionale, accogliendo la proposta della Giunta per le elezioni, ha invitato Ignazio Locci, neo sindaco di Sant’Antioco, a rimuovere l’incompatibilità tra la nuova carica istituzionale e quella di consigliere regionale (è anche vicepresidente dell’assemblea regionale) entro dieci giorni. La decisione di Ignazio Locci di opporsi al procedimento è stigmatizzata in un comunicato diffuso pochi minuti fa dal gruppo di opposizione in Consiglio comunale “Genti Noa”.

«Con il presente comunicato, intendiamo stigmatizzare la scelta fatta del sindaco Ignazio Locci di opporsi al procedimento di decadenza avviato dal Consiglio regionale. La procedura è stata avviata per far rispettare la legge che, lo ricordiamo, vieta di essere consigliere regionale e sindaco allo stesso tempo, obbligando a scegliere una delle due cariche – scrivono Alberto Fois, Ester Fadda e Daniela Dessena -. Il nostro sconcerto nasce anche dal ricordo della campagna elettorale appena trascorsa, in occasione della quale Ignazio Locci si era impegnato a rinunciare al suo mandato di consigliere regionale e, anche per questo, aveva ottenuto il consenso della maggioranza dei suoi concittadini che avevano creduto alla sincerità delle sue parole.»

«La suddetta promessa era stata ribadita più volte: in occasione del Consiglio comunale di insediamento ed anche tramite l’invio di comunicati stampa che avevano dato luogo ad articoli pubblicati da diverse testate giornalistiche. Per questo motivo ci aspettavamo tutti che, a breve, Locci inoltrasse le dimissioni dalla carica di consigliere regionale, ma è avvenuto esattamente il contrario – aggiungono Alberto Fois, Ester Fadda e Daniela Dessena -. Questa brutta pagina di politica locale, dimostra che Ignazio Locci non ha mai avuto l’intenzione di fare il sindaco a tempo pieno e di abbandonare la regione. Siamo davanti al peggiore gesto che un amministratore potesse fare nei confronti dei suoi elettori: non mantenere la parola data.»

La vicenda coinvolge in prima persona Paolo Luigi Dessì, ex sindaco di Sant’Anna Arresi ed ex consigliere regionale, che nella sua posizione di primo dei non eletti nella lista circoscrizionale di Forza Italia alle elezioni del 16 febbraio 2014, attende le dimissioni di Ignazio Locci per rilevarne il posto sui banchi del Consiglio regionale per l’ultima parte della legislatura, fino al febbraio 2019.

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«In occasione della Festa di Sant’Antioco Martire, da oggi lunedì 31 luglio, fino a venerdì 4 agosto, esigenze di pubblica sicurezza e incolumità pubblica impongono una regolamentazione del traffico stradale provvisoria, allo scopo di limitare il più possibile disagi e ingorghi derivanti dalla maggiore affluenza che si registra in occasione delle celebrazioni del Santo Patrono.»

Lo scrive in una nota il sindaco di Sant’Antioco, Ignazio Locci.

«Il Settore Vigilanza del Comune – aggiunge Ignazio Locci – ha per questo emanato un’ordinanza che disciplina la circolazione stradale per una durata temporanea e limitata ai festeggiamenti (il documento con l’elenco delle strade interessate è rintracciabile nel sito istituzionale del Comune). In particolare, si segnalano limiti e restrizioni relativi a domani, martedì primo agosto, giornata clou della Festa: la processione in abiti tradizionali prenderà il via alle 18.30 dalla Basilica e si snoderà per le principali strade del centro storico, nelle quali sarà vietata la sosta a partire dalle 14.00 e fino al termine della sfilata; dalle 18 il tratto di via Nazionale compreso tra via Pola e piazza Repubblica sarà interdetto al transito dei veicoli e dalle 18.30 sarà vietato l’accesso al Lungomare Silvio Olla per i mezzi provenienti dalla SS 126 e da via Nazionale. Inoltre, alle 23 avrà inizio lo spettacolo pirotecnico e dalle 22.45 (fino al termine della manifestazione) il Lungomare Colombo sarà interdetto al transito dei veicoli.»

«Per arginare il più possibile gli eventuali disagi, specialmente durante la processione e i fuochi d’artificio, faccio appello al buon senso dei cittadini, chiedendo loro di utilizzare le vetture solo in caso di necessità: una passeggiata a piedi sarebbe l’ideale. O, tuttalpiù – conclude il sindaco di Sant’Antioco -, usufruiscano delle aree di sosta del Lungomare.»

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La posizione del vicepresidente Ignazio Locci (Forza Italia), eletto l’11 giugno scorso sindaco di Sant’Antioco, è stata esaminata questa mattina dal Consiglio regionale, in apertura di seduta.

Il presidente Gianfranco Ganau ha dato lettura del verbale della Giunta per elezioni, riunitasi per esaminare la situazione di incompatibilità. «La Giunta – ha aggiunto il presidente Ganau – ha deliberato di proporre al Consiglio di formulare al consigliere Locci l’invito a rimuovere l’incompatibilità entro 10 giorni, come prescritto dalla legge. La proposta di ratifica della deliberazione ha comunicato infine il presidente, dovrà avvenire a scrutinio segreto».

In sede di votazione, il Consiglio ha ratificato la delibera della Giunta con 26 voti favorevoli, 21 contrari e 2 astenuti.

Le mancate dimissioni di Ignazio Locci subito dopo l’elezione a sindaco di Sant’Antioco, sono state motivo di scontro tra maggioranza e minoranza nell’assemblea civica antiochense. I consiglieri di opposizione hanno ripetutamente invitato il neo sindaco a decidere quale incarico mantenere ed hanno abbandonato l’aula, in segno di protesta, in occasione della seconda seduta svoltasi due settimane fa.