30 April, 2024
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«No a un nuovo centro di smistamento ed identificazione migranti in Sardegna (hotspot). Si rientri immediatamente nella quota di accoglienza prevista e concordata a suo tempo (2%), e sforata dagli ultimi sbarchi registrati nell’Isola a causa di una Giunta regionale servile nei confronti del Governo centrale, a sua volta obbediente e con il capo chino di fronte ai diktat dell’Europa. Il presidente della Regione Francesco Pigliaru si attivi immediatamente per scongiurare i piani del governo di Matteo Renzi (contenuti nel documento programmatico di bilancio 2017, attualmente al vaglio di Bruxelles) che, in virtù di una probabile crescita del flusso migratorio nell’area del Mediterraneo, propongono lo stanziamento di nuove risorse e la creazione di ulteriori hotspot, inserendo anche la Sardegna tra le Regioni “idonee”. Se questi sono gli effetti della Finanziaria notificata a Bruxelles, ne facciamo volentieri a meno.»

Lo scrive in una nota Ignazio Locci, consigliere regionale del gruppo Forza Italia Sardegna.

«Lo scenario delineato dal Governo è ancora una volta il frutto di un atteggiamento prono di fronte a un’Europa che lascia sola l’Italia a gestire un fenomeno che riguarda tutto il continente europeo – aggiunge Ignazio Locci -. Se da una parte Matteo Renzi fa finta di alzare i toni, dall’altra non fa nulla per cambiare registro. Ma anzi, proprio nella manovra all’esame di Bruxelles, ipotizza un incremento delle risorse e la creazione di nuovi hotspot. Quanto alla Sardegna, non ci sono le condizioni per realizzare i programmi Renziani. La Sardegna, è evidente, non è la terra che ambiscono a raggiungere i migranti e, soprattutto, non abbiamo più gli spazi per l’accoglienza. È arrivato il momento che Pigliaru faccia sentire le nostre ragioni per cambiare uno scenario futuro che non promette niente di buono. Speriamo vivamente – conclude Ignazio Locci – che questa Finanziaria non consegni questo nuovo (pacco) regalo ai sardi.»

Barchino migranti

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Non si placano le polemiche sul trasferimento del Punto nascite dall’ospedale Sirai di Carbonia all’ospedale Cto di Iglesias. Ad intervenire sull’argomento oggi è il consigliere regionale di Forza Italia Ignazio Locci che definisce quella adottata «una scelta folle che auspichiamo venga scongiurata».

«Disagi per le future mamme di Carbonia e del Sulcis e mobilità passiva destinata a crescere – sottolinea Ignazio Locci -. Dal 26 ottobre tutte le attività di Ginecologia, Ostetricia e Sala parto (e con esse anche il personale medico e infermieristico) saranno trasferite dal Sirai di Carbonia al Cto di Iglesias, per volontà della dirigenza della Asl 7, sorda alle innumerevoli richieste dai noi avanzate nei mesi scorsi ed alle legittime rivendicazioni di associazioni e cittadini. Da mesi sosteniamo l’inutilità di una decisione che, per innumerevoli ragioni, non potrà che creare danno ai cittadini del Sulcis, alimentando la mobilità passiva verso gli ospedali del capoluogo. Ormai è chiaro che la volontà della Giunta regionale e della dirigenza della Asl 7, suo braccio armato, è quella di smantellare i servizi del Sulcis a vantaggio delle strutture sanitarie di Cagliari. Ma sappiano, Arru e compagnia, che non resteremo a guardare mentre portano avanti il loro piano scellerato.»

«Una decisione talmente immotivata e strumentale, che lascia sgomenti – aggiunge il consigliere regionale di Sant’Antioco -. Così come lascia di stucco l’avviso diramato dalla Asl 7 in merito al trasferimento, rivolto a future mamme e bambini, nel quale si sottolinea che presso il Cto di Iglesias sono presenti “ambienti di degenza più confortevoli e spazi più ampi per il nido”. Ciò che però viene omesso è che sempre al Cto mancano i servizi di Rianimazione, Cardiologia, Chirurgia H24 e Centro trasfusionale. Come dire: facciamo nascere i bambini in ambienti “più confortevoli” ma pazienza se malauguratamente dovessero insorgere complicazioni che richiedono Rianimazione o qualsiasi altro servizio. Una follia di cui non si riesce a capire la ratio. E se questo non fosse sufficiente per evidenziare quanto tale decisione sia sbagliata, oltreché impopolare ed osteggiata dai cittadini e dalla politica, indipendentemente dall’appartenenza, si aggiunga che per i residenti nel Sulcis e nel Basso Sulcis, l’ospedale di Carbonia è sempre stato un punto di riferimento anche per la sua centralità: facilmente raggiungibile da tutti (compresi i cittadini di Iglesias).»

«Anche se la frittata è ormai fatta, chiediamo ancora una volta ad Arru e alla dirigenza Asl 7 di ritornare sui loro passi. Reclamiamo l’impegno del sindaco di Carbonia Paola Massidda (anche in virtù della mozione presentata dalla consigliera Daniela Garau ed approvata all’unanimità dal Consiglio) e di medici e infermieri del Sirai di Carbonia, al fine di scongiurare (o quantomeno ridimensionare) un’azione che è destinata a creare danni macroscopici. Confidiamo, infine, nel buon senso di Fulvio Moirano, neo manager della Asl unica della Sardegna, affinché (almeno lui!) si renda conto che scegliere il Cto di Iglesias come unico punto nascite per una popolazione di 120mila abitanti (di cui buona parte di Carbonia e del Basso Sulcis) – conclude Ignazio Locci -, è una scelta folle, arbitraria, dettata soltanto da un disegno politico perverso.»

CTO Iglesias 1 copia

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Precipita, con l’invio delle prime lettere di licenziamento, la situazione di crisi che investe i 530 lavoratori del l’Ati Ifras, impiegati nei siti del Parco Geominerario, Storico e Ambientale della Sardegna. Il 31 prossimo dicembre, infatti, scade la convenzione con la Regione per la valorizzazione del patrimonio minerario dismesso e per le bonifiche e, al momento, non ci sono ancora certezze sul suo rinnovo. Stamane, per sollevare l’attenzione della Giunta e del Consiglio regionale, i lavoratori sono scesi in piazza a Cagliari, davanti al Palazzo del Consiglio regionale, in via Roma, dove una delegazione ha incontrato i capigruppo.

I capigruppo di maggioranza ed opposizione al termine dell’incontro con i rappresentanti dei lavoratori ed una delegazione dei sindaci dei territori coinvolti nelle attività di recupero e valorizzazione dei siti minerari, si sono impegnati per la pubblicazione di un bando internazionale e, in attesa dell’espletamento delle procedure di gara, per una proroga della convenzione con Ati Ifras.

Domani mattina, alle 11.00, la commissione Lavoro, presieduta da Gavino Manca (Pd), sentirà in audizione l’assessore del Lavoro, Virginia Mura. I capigruppo, nell’immediato, proporranno un intervento in sede di assestamento di bilancio.

I rappresentanti delle organizzazioni sindacali hanno ricordato che «ci sono a disposizione 28 milioni di euro ma ancora non c’è un progetto chiaro della Giunta su come utilizzare i lavoratori del Geoparco». I sindaci hanno sottolineato che «l’Ati Ifras ha lavorato in sintonia con i Comuni ed è impensabile disperdere le professionalità che operano al suo interno. In gioco non c’è solo il futuro di 525 famiglie ma la capacità delle comunità locali di operare a tutela del proprio territorio». «Siamo in ritardo ma c’è il tempo per rimediare – ha detto il presidente del Consiglio, Gianfranco Ganau – è importante che oggi sia emersa una volontà unanime delle forze politiche per arrivare rapidamente a una proroga e attivare le procedure per la gara internazionale».

«Si auspica una proroga dell’intesa con la Regione per altri dodici mesi, per  scongiurare che i lavoratori possano entrare nel tunnel della disoccupazione con il licenziamento collettivo – ha detto il capogruppo dell’Udc Gianluigi Rubiu -. Poi si pensi ad accelerare i tempi per il bando internazionale. Non vorremmo che con il bando si possa dare vita ad una cooperativa a danno dei lavoratori, venendo meno alle finalità del Geoparco. Non dimentichiamo che la maggior parte dei dipendenti è impegnata nei programmi di sviluppo dei territori del Parco Geominerario con professionalità che sono state utilizzate dai Comuni anche per la realizzazione ed il rifacimento di diverse opere pubbliche.»

«Occorre garantire la clausola sociale che consenta di mantenere livelli occupazionali e retributivi e la proroga dei servizi nelle more del nuovo appalto – ha sottolineato Ignazio Locci, consigliere regionale di Forza Italia -. Non dobbiamo rinunciare nemmeno a un posto di lavoro. Lo tengano a mente e si comportino di conseguenza. Di parole al vento i lavoratori ne hanno sentito fin troppe: si passi ai fatti senza tergiversare ulteriormente.»

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Il Consiglio regionale ha approvato il passaggio agli articoli del testo unificato n. 5 “Istituzione dell’agenzia sarda delle entrate” (Ase).

La seduta si è aperta sotto la presidenza del presidente Gianfranco Ganau. Dopo le formalità di rito il Consiglio ha iniziato l’esame dell’ordine del giorno, con la discussione del Testo unico sull’istituzione dell’Agenzia sarda delle entrate (Plip-Pl n.187 – Pl n.246/A) . Per illustrare il provvedimento il presidente ha dato la parola al relatore di maggioranza, il presidente della commissione Bilancio Franco Sabatini (Pd).

Poco prima, intervenendo sull’ordine dei lavori, il capogruppo di Forza Italia Pietro Pittalis ha invitato la maggioranza «a valutare l’opportunità di esaminare il testo dopo l’approvazione dei provvedimenti annunciati dal Governo nazionale sulla materia, a cominciare dalla soppressione di Equitalia, per capire quale può essere l’incidenza di questa decisione sulla normativa regionale; chiedo la semplice sospensione dell’esame del testo, senza il rinvio della legge in commissione, per poi riprendere fra qualche giorno». Pittalis ha inoltre sottoposto al presidente Ganau un’altra questione, ricordando che «il Consiglio ha approvato all’unanimità un ordine del giorno sull’inceneritore di Tossilo che la Giunta ha completamente stravolto come se le deliberazioni dell’Aula fossero carta straccia: non entro sul merito della vicenda ma questo è un fatto grave e non può passare sotto silenzio».

Il presidente Ganau ha ricordato che, sulla sospensiva, occorre raccogliere le espressioni dei gruppi.

Il relatore della legge Sabatini ha chiesto una breve sospensione della seduta, a causa del’assenza di alcuni capigruppo.

Alla ripresa dei lavori, il capogruppo del Pd Pietro Cocco si è espresso in senso contrario alla sospensiva richiesta di Pittalis, spiegando che «la nuova Agenzia regionale non si occuperà della riscossione e pertanto le decisioni del Governo nazionale riguardano una materia totalmente diversa; possiamo quindi andare avanti secondo il programma concordato».

Il consigliere del Psd’Az Angelo Carta, con un paradosso, ha respinto la richiesta di sospensiva «ma solo perché la legge in esame, a normativa invariata, non significa nulla per la Sardegna e non è degna di essere nemmeno chiamata Agenzia sarda delle entrate».

Luigi Crisponi, dei Riformatori, ha dato ragione a Pittalis ha ragione, perché in effetti «non ci sono nemmeno i più elementari elementi di sovranità per poter parlare di Agenzia delle entrate». Soffermandosi poi sulla vicenda dell’inceneritore di Tossilo, Crisponi ha lamentato che la decisione della Giunta arriva dopo che «il Consiglio non solo ha deliberato su questioni serissime ma lo ha fatto dopo lunghi confronti ed un attento ascolto delle popolazioni in materia di ambiente e salute».

Il vice capogruppo di Forza Italia Marco Tedde ha affermato che «la legge sull’Agenzia ha fini certamente nobili ed è anche giusto dire che l’autonomia finanziaria è la sostanza dell’autonomia regionale, ma il testo che abbiamo davanti ha lo stesso valore della mozione su Tossilo, cioè non significa niente, anzi aumenta i costi per la Regione che non aveva e non avrà senza alcun potere in materia fiscale».

Il consigliere Gianfranco Congiu (Pds) ha osservato invece che, «proprio per le ragioni sostenute dai consiglieri di opposizione è urgente aprire subito il dibattito per capire il livello di utilità dell’Agenzia e la capacità del nuovo organismo di dare riposte ai Sardi in materia fiscale».

Il consigliere Emilio Usula (Rossomori) ha espresso il «profondo sconcerto del gruppo per la decisione della Giunta di impugnare la sentenza Tar sull’inceneritore di Tossilo, decisione che contraddice la volontà unanime del Consiglio». Usula ha poi annunciato di abbandonare l’Aula «in totale dissenso su una decisione che non è un atto amministrativo ma politico».

La consigliera Annamaria Busia (Misto) ha detto di condividere l’opinione di Usula pur restando in Aula, perché «l’impugnazione contravviene totalmente alla decisione di una istituzione sovrana della Sardegna come il Consiglio, una decisione non generica ma motivata, articolata e ragionata, che difenderò in tutte le sedi».

Anche il capogruppo di Sel Daniele Cocco ha manifestato l’intenzione di restare in Aula pur condividendo la posizione Usula, convinto che «decisioni del Consiglio vadano rispettate, anzi per quanto ci riguarda vogliamo conoscere le motivazioni della delibera della Giunta che va in direzione opposta». Sulla proposta di Pittalis relativa all’Agenzia sarda delle entrate, ha proseguito Cocco, «riteniamo opportuno proseguire nel dibattito, perché sosteniamo da sempre la legge istitutiva dell’Agenzia e ci sentiamo impegnati a migliorarla».

Non essendoci altri iscritti a parlare il presidente ha messo in votazione la richiesta di sospensiva, che il Consiglio ha respinto.

Il capogruppo di Forza Italia Pietro Pittalis, intervenendo ancora sull’ordine dei lavori, ha chiesto informazioni su un provvedimento riguardante una aliquota di precari che attendono una risposta. Il punto, ha segnalato Pittalis, «non c’è all’ordine del giorno e, se c’è il consenso, a mio avviso deve essere inserita in calendario».

Il presidente Ganau ha precisato che, per poter esaminare il provvedimento, occorre il parere della commissione. Successivamente, il presidente ha dato la parola al consigliere Franco Sabatini (Pd), relatore del testo unico sull’istituzione dell’Agenzia sarda delle entrate.

In apertura, Sabatini ha ricordato che «la commissione Bilancio ha approvato la legge a maggioranza dopo un lavoro durato di circa un anno, ma è comunque un provvedimento urgente perché dopo la vertenza entrate la Regione ha più che mai  bisogno di uno strumento specialistico per operare in modo più incisivo su questa materia». La prospettiva, ha aggiunto, «è quella di portare la Sardegna allo stesso livello di altre Regioni speciali, per riaffermare che l’autonomia finanziaria è il fondamento più solido dell’autonomia regionale, tema strategico sul quale è fortemente auspicabile la collaborazione dell’opposizione». Riprendendo il tema della finanza regionale e dei rapporti con lo Stato, Sabatini ha affermato che «l’incertezza del quadro complessivo degli ultimi anni ha determinato in negativo la capacità della Regione di svolgere le sue funzioni, perché le sue risorse sono solo quelle provenienti dalle compartecipazioni, sulle quali lo Stato ha competenza esclusiva in base all’.117 della Costituzione con l’unico limite, per lo Stato, di non rendere impossibile l’esercizio delle funzioni della Regione». La nuova Agenzia, ha sostenuto, «è lo strumento indispensabile per assicurare un monitoraggio costante ed una attenta verifica sul problema delle entrate, come fanno le altre Regioni speciali che non esitano a cambiare i propri statuti ogni due-tre anni per adattarli alle nuove esigenze». In questo momento, ha detto ancora il consigliere del Pd, «sulla fiscalità è in gioco la vita della nostra Regione, che può dire la sua solo attraverso una nuova intesa con lo Stato, alla quale dobbiamo arrivare ben preparati, portando sul tavolo del confronto dello Stato anche il tema della finanza locale che in altre Regioni speciali è già stato affrontato e definito riportandolo nella competenza della Regione». 

La relazione di minoranza  è stata svolta da Christian Solinas (Psd’az) che, in apertura ha sottolineato il significato politico dell’abbandono dei lavori dei due consiglieri di Soberania e Indipendentzia sulla questione di Tossilo. La volontà di ignorare le decisioni del Consiglio da parte della maggioranza e della giunta – ha detto – ormai sta diventando una consuetudine. Anche durante i lavori della commissione su questo Testo Unificato  – ha chiarito Solinas –  la maggioranza ha inteso sorpassare la concertazione e il dialogo ed ha voluto aderire alla proposta della giunta. Se ci fossero stati i  lavori della  sottocommissione avremmo sicuramente potuto contribuire a rendere questo testo condiviso e  più efficace. Solinas è stato molto critico sul testo che arriva in aula. Questa agenzia – ha chiesto – a cosa serve se non può incamerare un euro in più? Per ogni euro che incassa avremo  costi altissimi.  Inoltre,  ci saranno passaggi ulteriori e un appesantimento del procedimento. Doveva essere affrontato il tutto con una diversa ottica, invece di fatto si limita a recepire quello che già c’è. Per Solinas questa agenzia è solo  un grande ufficio studi. Ma abbiamo valutato – ha chiesto ancora – quanto costa questo ufficio studi alla collettività? Al fronte di un gettito che è in costante contrazione, la maggioranza decide di aumentare i costi per la collettività.  Bene farebbe questo Consiglio a riflettere. 

Ignazio Locci (Forza Italia) ha sottolineato la negatività del provvedimento. Sembra però che neanche la giunta regionale sia entusiasta di questa proposta. Mi pare – ha detto – che il  governatore  abbia sentito quasi un obbligo  davanti alle richieste di qualche gruppo politico e  ha deciso di istituire questa agenzia. Insomma, l’esecutivo  ha voluto rispondere alle richieste propagandistiche di una certa parte di questa maggioranza. Per Locci bisogna rafforzare il rapporto con lo Stato per far intendere le nostre ragioni sulla base dell’articolo 8 dello Statuto.  Ma bene avrebbe fatto la giunta a individuare una direzione generale specializzata nel trattare questo rapporto con lo Stato.

Annamaria Busia  (Misto) è convinta che serva una agenzia delle entrate perché è necessario rafforzare il ruolo della Regione in materia nei confronti dello Stato per avanzare delle richieste. Ho sempre pensato – ha aggiunto – a una grande agenzia sarda delle entrate, ma credo che  debba farsi nel quadro della cornice normativa esistente. Annamaria Busia ha invitato alla riflessione e al confronto. La consigliera ha invitato la minoranza  a presentare proposte per raggiungere  un risultato migliore.

Per Michele Cossa (Riformatori) è impensabile che mentre a  livello nazionale si attua la riforma del sistema, noi in Sardegna ci inventiamo una agenzia fittizia, che è l’ennesimo carrozzone che graverà sulle tasche dei sardi. Cossa ha ricordato che la Sardegna  è, con la Calabria, l’ultima regione per incremento del PIL. Nonostante questo la maggioranza,  davanti a questa situazione, si inventa un’agenzia che non serve a nulla, che crea nuovi posti di lavoro che, tra l’altro, potrebbero essere coperti dal personale già esistente nella Regione.  Per il consigliere dei Riformatori la strada deve essere quella di abbassare la pressione fiscale. 

Edoardo Tocco (Fi) ha ricordato che “non è possibile sostituirsi allo Stato nel campo finanziario ” e che dunque l’unico obiettivo possibile dei proponenti la legge “resta quello di trattenere in Sardegna la quota parte dei tributi che spettano all’isola”. «Ma – ha dichiarato l’esponente della minoranza – il provvedimento in esame è inefficace e l’agenzia di cui si propone la costituzione troppo costosa». Il consigliere di Forza Italia ha insistito dunque sulla inopportunità dell’Ase («perché non si è pensato di lasciare il tutto in capo all’assessorato al bilancio?») ed ha paventato il rischio di un incremento dei costi, rispetto ai 2.5 milioni annui ipotizzati nel provvedimento. «Questa legge – ha concluso Tocco – non risolverà i problemi dei sardi e alla Sardegna serve altro, ad incominciare da un forte sostegno al sistema delle imprese per aiutarle a recuperare liquidità».

Alessandra Zedda (Fi) ha evidenziato la scarsa attenzione dimostrata dalla maggioranza per gli approfondimenti proposti dalla minoranza («ad iniziare dall’invito alla riflessione formulato dal capogruppo Pittalis, in apertura dei lavori, perché fossero valutate le implicazioni delle nuove norme in materia annunciate dal governo nazionale»). «Questo provvedimento – ha affermato la consigliera della minoranza – è pura filosofia e parole in libertà». A giudizio di Alessandra Zedda va rivista la norma finanziaria e deve essere tenuto in considerazione che serviranno all’Ase personale con alti livelli di specializzazione “se davvero dovrà funzionare e non rappresentare soltanto un contentino per qualche partito della maggioranza”. L’esponente di Fi ha quindi ribadito il pericolo della creazione di un “nuovo carrozzone” ed ha concluso ricordando che l’istituenda agenzia potrà occuparsi solo “dell’addizionale, Irpef e Irap; della tassa ambientale e di quella sul diritto allo studio”.

Il consigliere di Forza Italia, Marco Tedde, in apertura del suo intervento, ha espresso solidarietà “ai colleghi del centrosinistra che hanno abbandonato l’Aula per protestare contro l’atteggiamento irriverente mostrato dalla giunta sulla questione dell’inceneritore di Tossilo”.

«Nel merito del provvedimento – ha attaccato l’esponente della minoranza  – affermo che la montagna ha partorito un topolino e l’agenzia sarda delle entrate è una finzione giuridica, politica e storica».  «L’Ase – ha aggiunto Tedde – è uno strumento che non serve a  niente ed è soltanto un vuoto pneumatico finanziario che non interviene nella questione che attiene la marginalità della Sardegna nei confronti dello Stato». Il consigliere di Fi ha quindi affermato che ciò che serve è una modifica dello Statuto: «Sono finiti i tempi delle mozioni e degli ordini del giorno, occorre una norma statutaria che fortifichi la nostra specialità nel segno della insularità». «Non spendiamo 2.5 milioni l’anno solo per fare un grande centro studi – ha concluso Tedde – perché con l’Ase facciamo soltanto un esercizio normativo inutile che non ci consentirà di rapportarci paritariamente con lo Stato in materia finanziaria».

Luigi Crisponi (Riformatori) ha ricordato la recente approvazione della legge sulla semplificazione per contrapporla a quella che istituisce l’Ase perché, a suo giudizio, questa sarebbe soltanto “un carrozzone”. «L’agenzia sarda – ha affermato Crisponi – è un grande bluff che costerà 2,5, milioni euro soltanto per iniziare». L’esponente della minoranza ha quindi contestato alcune parti dell’articolato ed ha affermato che “l’Ase sarà di fatto sottomessa all’assessorato della Programmazione a cui restano tutte le competenze in materie di entrate”.

Il consigliere del Misto, Paolo Truzzu (Fd’I), ha riproposto le critiche delle opposizioni in ordine ai costi e alla inopportunità dell’istituzione dell’agenzia sarda delle entrate («in pratica si istituirà un osservatorio e non un’agenzia in grado di riscuotere i tributi e impostare la vertenza delle entrate con lo stato»). L’esponente di Fratelli d’Italia ha quindi definito l’Ase  “un’altra scatola vuota che porterà ulteriore confusione” ed ha sottolineato i costi dell’istituenda agenzia: 2.5 milioni per un  organico di 20 persone con tre dirigenti e 9 funzionari. «Questa non è un’agenzia al servizio dei sardi – ha concluso Truzzu – ma l’ennesimo spreco al servizio di una parte della maggioranza che governa la Regione».

Il capogruppo di Forza Italia, Pietro Pittalis, intervenendo sull’ordine dei lavori, ha ricordato l’incontro in programma con una delegazione dei precari che hanno manifestato sotto il palazzo del Consiglio ed il presidente Ganau ha confermato l’incontro al termine della discussione generale.

Per il Psd’Az Angelo Carta ha sottolineato la necessità di «ragionare sugli obiettivi che si vogliono ottenere con la nuova Agenzia e non limitarsi a scrivere il solito libro dei sogni fermo restando che occorre cambiare passo rispetto ad una Giunta e soprattutto un presidente che con il Governo ha le brache calate mentre con il Consiglio mostra il suo volto più duro e intransigente, come hanno dimostrato le vicende di Tossilo, della riforma sanitaria e di quella degli Enti locali». L’Agenzia delle entrate, ha proseguito, «nasce soprattutto da una esigenza delle imprese sarde di avere un soggetto di prossimità con cui trattare la materia fiscale ma la verità è che lo Stato incassa 100 ma non restituisce alla Regione quanto dovuto ed anzi, non consente alla Regione di trattenere direttamente le sue risorse, la costringe ad aspettare le solite elemosine; questo il problema centrale che non ha trovato risposte, la vertenza entrate ha clamorosamente mancato questo obiettivo per mancanza di una strategia efficace, in altre parole non si è ottenuta la vera autonomia». E’vero, ha concluso, »che bisogna cambiare lo Statuto, rendere operativa la zona franca ed i punti franchi, ma rispetto a tutto questo l’Agenzia come viene configurata è lontana anni luce, quanto meno occorre chiarezza sul quadro nazionale che si va definendo, proprio per fare la vera Agenzia sarda delle entrate e non un semplice osservatorio che non tocca il rapporto fra fisco e contribuenti sardi».

Il consigliere del gruppo Misto Fabrizio Anedda ha ricordato di aver presentato già nel 2014 una mozione che, fra gli altri temi, portava all’attenzione del Consiglio il difficile rapporto fra fisco e contribuenti sardi, ottenendo in quella occasione l’impegno precisi impegni dell’assessore Paci. Proprio la scorsa settimana, ha ricordato, «con l’approvazione della nostra legge sulla semplificazione e la rottamazione di Equitalia annunciata dal Governo centrale, prendono forma due provvedimenti che potrebbero rifare fiato alle imprese spesso strozzate da atteggiamenti al limite dell’usura; con questa legge, in particolare, si fa un primo passo per tenere sotto controllo il nostro bilancio ed assicurare la certezza delle entrate».

Il capogruppo dei Riformatori Attilio Dedoni ha messo l’accento sul fatto che «la stessa maggioranza ha riconosciuto che la nuova Agenzia non risolverà il problema della entrate della Regione, ma non si è spinta al punto di ammettere che in realtà siamo di fronte ad una operazione di propaganda che finisce per portare acqua all’antipolitica; le persone comuni vedono il fisco come una piovra che cerca in tutti i modi di drenare risorse da un sistema economico debolissimo e noi, per giunta, ci aggiungiamo una ennesima sovra-struttura che produce solo costi». Dedoni ha poi citato uno studio di qualche anno «con cui si dimostra che ad un eccesso di produzione legislativa non corrisponde l’efficacia delle azioni di governo; questo è proprio il caso di un provvedimento del tutto inutile per la Sardegna mentre la gente che sta fuori del palazzo aspetta risposte concrete, ci accorgeremo ben presto quali saranno i saldi della prossima finanziaria alla luce del disavanzo della sanità».

Il capogruppo dell’Udc Gianluigi Rubiu si è detto convinto che «l’istituzione dell’Agenzia delle entrate è un momento storico per l’autonomia regionale e per una Sardegna finalmente in grado di poter contare su tutte le sue risorse ma la legge è carica di pesanti incertezze sia alla luce della riforma costituzionale che della prossima legge di stabilità; in altre parole è una legge già vecchia prima di nascere ed uno spot per il No al referendum». Entrando nel merito del testo Rubiu ha criticato i passaggi nei quali si fa riferimento alla collaborazione con Equitalia, «una specie di associazione a delinquere che ha portato al fallimento una buona parte del sistema economico regionale» e quelli relativi agli organici, «dove si parla di selezione interna volontaria ma non si capisce perché qualcuno decida di uscire dal sistema Regione per andare da un’altra parte; forse il vero obiettivo è reclutare personale esterno per mettere in piedi l’ennesima struttura pubblica, un doppione di controlli, pratiche e burocrazia».

Il capogruppo di Sel Daniele Cocco ha auspicato che il Consiglio «trovi il modo, anche con il contributo dell’opposizione, di dare ai sardi una buona legge, andando oltre le critiche dei consiglieri della minoranza, in buona parte eccesive anche se esistono alcune criticità che possiamo migliorare». Certamente, ha assicurato, «non vogliamo fare una legge tanto per farla o per farcela impugnare dal Governo, vogliamo invece fare qualcosa di buono per i sardi; è vero che lo Stato non ci ha dato le risposte che aspettavamo ma, con il nuovo strumento, vogliamo andare avanti sulla strada del confronto con lo Stato con più impegno e più incisività».

Il capogruppo del Pds Gianfranco Congiu ha detto che «quanti parlano dell’inutilità della legge rispetto ai bisogni della comunità sarda dimenticano che, in posizioni di governo, non hanno ottenuto risultati di rilievo; è vero, al contrario, che stiamo provando a prenderci sulla spalle questo fardello per dare risposta, fra l’altro, agli oltre 30.000 cittadini che hanno sottoscritto la proposta di legge di iniziativa popolare, sostenuta da delibere di consigli comunali e provinciali». Sotto questo profilo, ha continuato, «è importante che si affermi il diritto dei sardi a chiedere ciò che spetta a loro, quanto e quando, perché da qui discende la certezza della programmazione; ecco la vera funzione del nuovo organismo che, nel confronto con il Ministero dell’economia, lavorerà con tutte le carte sul tavolo, superando la logica dei trasferimenti ed inserendosi in una cornice normativa di piena attuazione dell’art.8 dello Statuto».

Il capogruppo di Forza Italia Pietro Pittalis ha riposto a Congiu che «il leader del Pds nella scorsa legislatura non ha presentato nessuna iniziativa in tal senso, perché evidentemente ha percepito che c’era qualche problema, ma da parte nostra non vogliamo portare la questione alle calende greche ma sottolineare che le varie proposte presentate, espressione del Consiglio, non sono state prese in considerazione assegnando una sorta di corsia preferenziale al Disegno di legge della Giunta e parlando impropriamente di Testo unificato». Dopo aver criticato con forza le posizioni espresse da un importante esponente del Pds, «un capo di gabinetto che fa politica in orario di servizio come è documentato dai social media», Pittalis ha sostenuto che «la legge è una occasione mancata perché la maggioranza ha respinto sul nascere l’idea del confronto su una materia che tocca da vicino la società sarda, e non affronta gli importanti problemi della fiscalità di vantaggio e del taglio delle tasse; non è serio, inoltre, il passaggio sul contingente di personale esterno da reclutare con compiti di studio e di ricerca, ma di questo riparleremo più avanti con maggiore dettaglio».

A nome della Giunta l’assessore della Programmazione Raffaele Paci ha tenuto a chiarire che «il problema dell’Agenzia sarda delle entrate è cosa totalmente diversa dalla vertenza entrate; certo da sola la legge non fa calare la disoccupazione, aumentare la ricchezza o ridurre la povertà, ma tutto questo non può essere un albi per il continuo ricorso al benaltrismo italiano; non facciamo proclami, riteniamo piuttosto di aver fatto un passo in avanti dopo la chiusura della vertenza entrate e l’approvazione della norme di attuazione, portando a casa risultati che nella legislatura precedente non si è riusciti ad ottenere». Ora, ha precisato, «siamo nel campo delle tecnicalità di calcolo che sono complicate quanto importanti e per questo ci vuole una struttura di specialisti, anche se l’ossatura dell’organico sarà formata con la mobilità e con personale esistente e se, non esiste, dovrà essere integrato da specialisti per definire in molto preciso il calcolo ed il controllo delle nostre spettanze». Quindi l’Agenzia, ha aggiunto, «non è un centro studi né la rivoluzione del sistema e nemmeno la battaglia di qualcuno ma un passaggio importante nella costruzione della nuova autonomia regionale, senza trascurare il rapporto con gli Enti locali». Per quanto riguarda le prospettive future,  ha concluso l’assessore Paci, «stiamo creando le condizioni, a legge vigente, per il riversamento diretto previsto nelle norme di attuazione (come già avviene in Trentino ed in Friuli) con modalità che saranno inserite in un decreto del Governo che forse avremo nella prima metà del 2017; la nostra legge istitutiva dell’Agenzia, inoltre, è perfettamente compatibile con eventuale cancellazione di Equitalia e comunque c’è ancora tempo per migliorare alcuni aspetti».

Dopo l’intervento dell’assessore, il presidente ha comunicato il calendario dei passaggi successivi, che però il capogruppo di Forza Italia Pietro Pittalis ha contestato, chiedendo una breve sospensione della seduta e la riunione della conferenza dei capigruppo.

La richiesta è stata accolta. Alla ripresa dei lavori, il presidente Ganau ha comunicato che gli emendamenti potranno essere presentati entro domani alle 16.00 e alle 17.00 si riunirà la commissione per esaminarli, mentre la seduta del Consiglio è fissata per le 18.00.

Successivamente, ha messo in votazione il passaggio agli articoli della legge, che il Consiglio ha approvato con 31 voti favorevoli e 19 contrari. Subito dopo, ha tolto la seduta convocando un’altra riunione della conferenza dei capigruppo, per incontrare una delegazione di lavoratori precari che hanno manifestato davanti al palazzo del Consiglio.

Consiglio regionale 54

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«Non abbiamo nessuna intenzione di assistere in silenzio mentre lo Stato abbandona gradualmente le zone periferiche della Sardegna. Dopo le scuole e i presidi delle forze dell’ordine cancellati secondo quella fredda logica della razionalizzazione, adesso è il turno dell’Inps. Il timore, sempre più fondato ed espresso chiaramente anche dal Comitato dei dipendenti dell’Istituto nazionale della previdenza sociale, è che l’Inps chiuda o ridimensioni alcuni uffici periferici. Come se non fossero sufficienti i tagli al personale prodotti in questi anni, che costringono i cittadini a file estenuanti.»

Lo ha detto Ignazio Locci, consigliere regionale del gruppo Forza Italia Sardegna.

«Pretendiamo non soltanto che si rinunci al folle disegno di chiusura degli uffici, ma anche che si avvii un processo di potenziamento di quelli attualmente in attività, rafforzando il personale e garantendo agli utenti servizi puntuali ed efficienti. E la Giunta non si limiti alle sole “rassicurazioni” ma metta in campo azioni concrete facendo tutto il possibile per evitare simili scenari. I servizi al cittadino nelle piccole città e nei Comuni periferici della Sardegna sono sempre meno. La Giunta – ha concluso Ignazio Locci – si opponga con forza a uno Stato palesemente in fuga.»

Ignazio Locci 2 copia

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Forza Italia Giovani Sardegna si schiera per il no al referendum costituzionale. Prosegue il tour del movimento politico Forza Italia Giovani in Sardegna. Nella giornata di sabato 15/10/2016, a partire dalle ore 9.30, gli attivisti saranno presenti con un gazebo in Piazza Rinascita, a Carbonia. L’iniziativa, organizzata dal coordinamento provinciale Forza Italia Giovani del Sulcis Iglesiente, vedrà la partecipazione, tra gli altri, dell’on. Ingazio Locci, consigliere regionale di Forza Italia, Roberto Demurtas e Pierpaolo Cassoni, rispettivamente coordinatori per il Sulcis Iglesiente e per la Sardegna del movimento politico Forza Italia Giovani. I cittadini al gazebo potranno ricevere del materiale informativo e confrontarsi con i giovani scesi in campo per dire con forza “NO!” al referendum del 4 dicembre.

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“Referendum costituzionale del 4 dicembre prossimo, le ragioni del No”. E’ il tema dell’incontro convocato per venerdì 14 ottobre, dalle 18.00 alle 20.00, presso il ristorante Antico Borgo di Narcao, organizzato dal Comitato per il No del Sulcis Iglesiente. L’obiettivo è fare chiarezza sui motivi per i quali sostenere convintamente il No alla consultazione popolare sulla riforma costituzionale promossa dal Governo di Matteo Renzi. Il Comitato per il No del Sulcis Iglesiente è composto dal consigliere regionale Ignazio Locci e dai consiglieri comunali Daniela Garau di Carbonia; Rossano Loddo di Portoscuso; Andrea Tunis di Narcao e Simone Saiu di Iglesias. Al dibattito parteciperanno, inoltre, altri amministratori locali del territorio. Sono invitati tutti i cittadini che vogliono fare chiarezza sul perché votare No.

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 Pietro Pittalis 26 copia

Il gruppo di Forza Italia in Consiglio regionale ha presentato una proposta di legge, primo firmatario Pietro Pittalis, per la redazione di un master plan per il rilancio delle zone interne con una dotazione finanziaria annua di oltre 100 milioni di euro.

«In occasione della presentazione del Patto per la Sardegna il presidente Pigliaru ha annunciato un intervento di 150 milioni di euro per contrastare il fenomeno dello spopolamento e favorire la rinascita economica delle zone interne – ha detto il capogruppo di Fi Pietro Pittalis – noi lo sfidiamo con una proposta concreta che mette in campo diversi strumenti idonei a rivitalizzare i nostri paesi.»

La proposta prevede l’introduzione della fiscalità di vantaggio con l’istituzione dei Punti franchi per le zone montane ed interne della Sardegna e agevolazioni per tutte le attività produttive esercitate nei territori.

Altro punto fondante dell’iniziativa di Forza Italia è il ricorso agli strumenti della programmazione negoziata sul modello del Patto Sulcis. «Vogliamo far tesoro di quella esperienza eliminando gli errori che hanno impedito un avvio rapido degli interventi – ha aggiunto Pietro Pittalis – l’obiettivo è affrontare i nodi strutturali con una filosofia diversa rispetto a quella dei modelli di sviluppo calati dall’alto».

Per migliorare le condizioni di vita di chi decide di rimanere nei paesi dell’interno, Forza Italia propone un azzeramento di Irpef e Irap per le imprese con sede e attività nei comuni montani e un contributo di 30mila euro a fondo perduto per coloro che trasferiscono la propria attività.

A favore delle famiglie sono previsti inoltre bonus bebè (3.000 euro per il primo figlio e 4.000 per ogni figlio successivo) e un contributo di 50mila euro a fondo perduto a chi si trasferisce in un paese delle zone interne e voglia acquistare o ristrutturare un immobile da destinare a prima abitazione. Per far fronte alle difficoltà dei trasporti, infine, Forza Italia suggerisce la riduzione del 50% del costo dei biglietti Arst.

«In due anni e sette mesi di Governo la Giunta Pigliaru ha creato una frattura tra territori e aumentato le distanze tra Cagliari e Sassari – ha detto l’ex governatore Ugo Cappellacci – questa proposta cerca di superare gli opposti egoismi e di pensare a un modello di sviluppo differente. La Sardegna non può riprendere un percorso virtuoso se non è compatta. Le comunità dell’interno possono fungere da motore per la rinascita ma devono essere messe nelle condizioni di poter esprimere le loro potenzialità.»

Per Marco Tedde, la proposta di Forza Italia colma il vuoto lasciato dalla riforma degli enti locali «che si occupa di Unioni dei Comuni, Città e Reti metropolitane dimenticando i piccoli paesi depositari della cultura, della storia e delle tradizioni della Sardegna». Mentre Ignazio Locci auspica un’inversione di tendenza che scongiuri la perdita di servizi fondamentali come le scuole. «Servono molte risorse – ha detto Locci – la dotazione finanziaria di 100 milioni deve essere assicurata per diversi anni».

«La Giunta Pigliaru è lontana dalla gente – conclude Edoardo Tocco -, questa proposta serve anche a riaccendere l’attenzione sulla drastica riduzione dei servizi sanitari nelle zone interne che mette a rischio diritti fondamentali per i cittadini come quelli alla salute e alla sicurezza..

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Consiglio regionale 16

Il Consiglio regionale ha approvato il D.L n. 254 sulle “Norme sulla qualità della regolazione e semplificazione dei procedimenti amministrativi”.

La seduta si è aperta sotto la presidenza del presidente Gianfranco Ganau. Dopo le formalità di rito il Consiglio ha proseguito l’esame del Dl n. 254 (“Norme sulla qualità della regolazione e semplificazione dei procedimenti amministrativi”) con la discussione dell’art. 10 (pubblicazione in formato aperto di testi legislativi ed atti amministrativi) e degli emendamenti.

All’art. 10 (Pubblicazione dei testi coordinati delle leggi regionali in formato aperto) è stato presentato l’emendamento sostitutivo totale n. 17, con parere favorevole della commissione e della Giunta, con cui si prevede che «il sistema Regione pubblichi in formato aperto sui propri siti istituzionali atti e documenti non coperti da segreto o altro divieto di divulgazione».

Il relatore Salvatore Demontis (Pd) ha presentato una proposta di emendamento orale per correggere un refuso materiale nel testo dell’emendamento all’emendamento n, 24 che modifica l’emendamento n.17, da cui saranno eliminate le parole “o comunque”; la proposta è stata accolta.

Dopo una breve sospensione, il Consiglio ha approvato sia l’emendamento orale che l’emendamento n. 17.

Soppresso l’art.11, l’Aula ha esaminato l’art.12 (Obbligo della relazione tecnica sulla quantificazione degli oneri finanziari), che è stato approvato.

In sede di discussione generale dell’art.13 (Azioni e obiettivi della semplificazione amministrativa) il consigliere di Forza Italia Ignazio Locci ha definito i principi ed obiettivi contenuti nel testo «piuttosto scontati e privi di un riscontro coerente nella legge, fatto che determina non poche contraddizioni e problemi applicativi; sarebbe meglio stralciare la prima parte e trasformarla in un regolamento, adesso è tardi per farlo ma sarebbe stata la strada giusta».

La vice capogruppo di Forza Italia Alessandra Zedda ha sostenuto che « i ripetuti richiami all’efficacia ed alla trasparenza sono inutili, il problema è che le norme devono essere concretamente applicate, facilitando l’accesso alla pubblica amministrazione da parte di cittadini ed imprese».

Messo ai voti, l’art.13 è stato approvato, assieme al 14 bis (Programma di riduzione e misurazione degli oneri amministrativi). Sull’art.15 (Termini dei procedimenti amministrativi) il consigliere di Forza Italia Ignazio Locci ha sottolineato che «la legge assegna alla Giunta complessivamente circa 300 giorni di tempo per dire entro quali termini si devono concludere certe tipologie di procedimenti; noi speravamo che fosse un lavoro già fatto, perché così sembra la replica del comportamento eccessivamente discrezionale di certi uffici pubblici proprio in materia di termini».

Il relatore Salvatore Demontis (Pd) ha chiarito che «il tempo a disposizione della Giunta è legato alla complessità ed all’importanza del procedimento, facendo attenzione al miglioramento del rapporto fra cittadino e pubblica amministrazione, prevedendo tempi certi per i procedimenti e sanzioni per chi sbaglia».

La capogruppo di Forza Italia Alessandra Zedda ha criticato la legge che, a suo avviso, «con questi appesantimenti rischia di non andare da nessuna parte; stiamo votando una legge di cui non conosciamo nemmeno il momento dell’applicazione, producendo aria fritta».

Al termine della discussione l’art 15 è stato approvato. A seguire, il Consiglio ha votato con esito positivo anche gli articoli n.16 (Celerità delle attività istruttorie), 17 (sospensione dei procedimenti amministrativi), 18 (Riduzione dei termini per le imprese certificate), 19 (violazione dei termini procedimentali e responsabilità), 20 (rapporto su raggiungimento degli obiettivi) e 21 (responsabilità della correttezza e della celerità dei procedimenti).

Sull’art 22 (Indennizzo e danno da ritardo) il consigliere di Forza Italia Ignazio Locci ha detto che «sarebbe una buona norma se non fosse che la commissione Bilancio ha rilevato che non c’è copertura finanziaria e questo è un problema che non si può tenere aperto, quanto meno per quantificare le risorse necessarie, altrimenti non avremmo nemmeno i soldi per indennizzare qualcuno che ne ha diritto».

Subito dopo il Consiglio ha approvato l’art.22 e, a seguire, anche gli articoli 22bis (Obbligo di astensione per conflitto di interessi), 23 (Comunicazione telematica) e 24 (Comunicazione tra le pubbliche amministrazioni del sistema Regione).

Sull’art 25 (Conferenza di servizi in via telematica), il capogruppo del Pd Pietro Cocco ha proposto, su suggerimento uffici, una modifica del testo riguardante la centrale di committenza, «tenendo presente che molti Comuni a bassa densità di popolazione si sono uniti per poter garantire una serie di servizi ma la materia è regolata da nuova norma nazionale che necessita di decreti attuativi; uffici consigliano un approfondimento tecnico», per cui si rende necessaria una sospensione della seduta.

Il presidente Ganau ha comunicato che è opportuno accantonare l’articolo per riprendere il suo esame in un secondo momento.

Il Consiglio ha quindi approvato l’art. n.26 (Rapporto con la legge 241/90 e con le leggi speciali) ed il n.28 (Sportello unico per le attività produttive e per l’attività edilizia – Suape).

Riprendendo l’esame dell’art 25, dopo una breve sospensione, il capogruppo del Pd Pietro Cocco ha spiegato che la modifica consiste nel rinviare la data di applicazione della nuova norma nazionale, in modo da consentire ai Comuni non capoluogo di provincia di garantire i servizi alle rispettive comunità.

Il consigliere di Forza Italia Ignazio Locci ha affermato di non aver niente da dire sulla correzione, ricordando però che «è la quarta volta che proroghiamo la funzione di stazione appaltante per i piccoli Comuni e su questo c’è un grave ritardo della Giunta su Piani strategici che dovevano essere adottati in attesa di perfezionare le Unioni Comuni per raggiungere una popolazione di almeno a 10.000 abitanti; il dato vero è che alla fine dell’anno siamo ancora fermi».

Al termine della discussione l’art. 25 è stato approvato con l’integrazione contenute nell’emendamento orale del capogruppo del Pd Pietro Cocco.

In sede di discussione generale sull’art. 28bis (Progetti speciali), il consigliere del Psd’Az Christian Solinas ha dichiarato in modo critico che «da una parte si riempiono pagine con leggi che il giorno della loro entrata in vigore non sono applicabili e dall’altra si crea nuovo precariato per fornire supporto agli Enti locali; un provvedimento con queste caratteristiche dovrebbe essere ritirato».

Subito dopo il Consiglio ha votato l’art. 28 bis.

L’Aula è poi passata all’esame dell’art. 29 “Procedimento unico” che è stato approvato. Via libera in rapida successione anche agli articoli 30 “Presentazione delle dichiarazioni autocertificative”, 31 “Verifica formale della dichiarazione autocertificativa” e 32 “Procedimenti in autocertificazione”.

Il presidente Ganau ha quindi aperto la discussione sull’articolo 33 “Attività istruttoria del SUAPE”. E’ intervenuto il consigliere di Sel Eugenio Lai per annunciare il ritiro dell’emendamento aggiuntivo n.19. Si è poi passati alla votazione dell’articolo 33 che è stato approvato.

Disco verde, per alzata di mano e senza discussione, anche per gli articoli 34 “Chiarimenti sulle normative tecniche”, 35 “Conferenza di servizi nel SUAPE”, 36 “Ultimazione dei lavori e agibilità”,  37 “Collaudo di impianti produttivi” , 38 “Deroghe ed esclusioni “, 39 “Attività consultiva“, 40 “Oneri istruttori e tariffe”, 41 “Agenzie per le imprese”,  42 “Ufficio regionale SUAPE”, 43 “Semplificazione in materia di autorizzazione unica ambientale”, 44 “Digitalizzazione e semplificazione dei procedimenti amministrativi in materia ambientale” e 46 “Semplificazione delle procedure di deposito per le opere di conglomerato cementizio armato, normale e precompresso e a struttura metallica” mentre l’articolo 45, previsto nel DL della Giunta, era stato soppresso in Commissione.

Si è poi passati all’esame dell’articolo 47 “Semplificazione del procedimento di autorizzazione per le attività di noleggio autobus con conducente”. Il presidente Ganau dopo aver acquisito il parere favorevole da parte della Commissione e della Giunta sull’emendamento aggiuntivo n.3 ha messo in votazione articolo ed emendamento che sono stati approvati. L’emendamento n.3 introduce l’articolo 47 bis che disciplina le funzioni della Regione e degli enti locali in materia di energia. In particolare, la norma aggiuntiva stabilisce che: dopo la lettera e) del comma 2 dell’articolo 20 della legge regionale 12 giugno 2006, n. 9 (Conferimento di funzioni e compiti agli enti locali), è aggiunta la seguente: “e” bis) rilascio dei provvedimenti di autorizzazione per la costruzione e l’esercizio degli impianti di produzione di energia elettrica alimentati da fonti rinnovabili, con potenza termica installata inferiore ai 300 MW, gli interventi di modifica, potenziamento, rifacimento totale o parziale e riattivazione, come definiti dalla normativa vigente, nonché le opere connesse e le infrastrutture indispensabili alla costruzione e all’esercizio degli impianti stessi, ai sensi dell’articolo 12 del decreto legislativo 29 dicembre 2003, n. 387 (attuazione della direttiva 2001/77/CE relativa alla promozione dell’energia elettrica prodotta da fonti energetiche rinnovabili nel mercato interno dell’elettricità) e successive modifiche e integrazioni.

L’emendamento n. 3 abroga inoltre la lettera b) del comma 3 dell’articolo 21 della legge regionale 12 giugno 2006, n. 9 (conferimento di funzioni e compiti agli enti locali) e il comma 3 dell’articolo 6 della legge regionale 7 agosto 2009, n. 3 (Disposizioni urgenti nei settori economico e sociale).

Successivamente l’Aula ha approvato gli articoli 49 “Semplificazione di procedimenti per le attività esercitate in occasione di eventi temporanei”  e 50 “Attività commerciali temporanee”.

Sull’articolo 51 “Semplificazione di procedimenti nel settore del turismo”  il capogruppo del Pd, Pietro Cocco, ha chiesto una breve sospensioni dei lavori che il presidente Ganau ha accordato.

Sull’articolo 51 “Semplificazione di procedimenti nel settore del turismo” è intervenuto l’on. Crisponi (Riformatori), che ha detto: «Da una lettura attenta della norma mi sorprende che si parli solo delle strutture ricettive e alberghiere. Si semplifica così soltanto l’attività di alcune categorie produttive e non di tutte. Per questo chiedo che si sospenda l’esame di questa norma». Favorevole anche il relatore di maggioranza, on. Demontis: l’esame dell’articolo 51 è stato sospeso.

Sull’articolo 51 bis “Semplificazione del procedimento per l’iscrizione nel registro degli esercenti le professioni turistiche” è stato approvato l’emendamento sostitutivo totale 25 (con parere favorevole della Giunta). A seguire, voto favorevole anche per l’articolo 51 bis e così l’articolo 51 ter “Abolizione della tassa di concessione regionale e altre tasse per il rinnovo annuale dell’autorizzazione, anche per gli esercizi di attività stagionale”.

All’articolo 51 quater “Semplificazione dell’attribuzione della categoria “lusso” agli alberghi classificati a cinque stelle” è stato presentato un emendamento soppressivo totale, il 16. La maggioranza ha suggerito un emendamento orale che rivede il concetto di albergo di lusso con un’autocertificazione ad avvio immediato, come illustrato dall’on. Annamaria Busia (Cd). L’on. Pietro Pittalis si è detto favorevole: «Chiamerei questa norma emendamento Briatore e mi fa piacere che lo abbiamo firmato anche i colleghi Pizzuto e Anedda».

Approvato anche l’articolo 51 quinquies “Riconoscimento e classificazione delle strutture ricettive di cui all’articolo 11 della legge regionale n. 5 del 2016”. A seguire sì anche all’articolo 51 sexies “Razionalizzazione della competenza in materia di sanzioni amministrative per attività di pesca senza il consenso del concessionario” e così all’emendamento 21.

Sull’articolo 52 “Inderogabilità della legge da parte di atti regolamentari e amministrativi”, l’on. Tedde ha chiesto alla Giunta e in particolare all’assessore Demuro «di non far rivoltare nella tomba Virga e Sandulli. E’ davvero aberrante quello che scrivete, una smania di semplificazione vi sta portando alla confusione: gli atti amministrativi e regolamentari non possono modificare la legge. Per anni verremo indicati come quelli che hanno approvato una norma lapalissiana».

Per l’on. Demontis «sarebbe bastato un emendamento soppressivo e invece nemmeno uno ne ha presentato l’on. Tedde». L’articolo 52 è stato respinto con voto elettronico.

Approvato l’articolo 53 “Norma transitoria per gli enti locali”  mentre per l’articolo 51, che era stato sospeso in precedenza, il presidente ha disposto una breve sospensione prima del voto. L’on. Demontis ha illustrato un emendamento in Aula e ha chiesto che il testo sia armonizzato in sede di coordinamento normativo finale. L’Aula ha approvato sia l’articolo 51 che l’emendamento aggiuntivo orale.

Approvata anche la tabella allegato A e poi la legge con le modifiche approvate dal Consiglio.

L’on. Busia ha dichiarato il suo voto favorevole alla legge, «un testo assolutamente innovativo che riordina la materia amministrativa e la semplifica».

Contraria invece l’on. Alessandra Zedda: «Una legge per nulla innovativa, che non darà benefici e che non potrà essere applicata. Dei nostri dubbi manco uno ne avete accolto, se non in occasione della mostruosità dell’articolo 53».

Anche l’on. Marco Tedde (FI) ha annunciato il suo no: «La famosa semplificazione vorreste ottenerla con 52 articoli, mi sembra tutto chiaro: non semplificate ma complicate».

Di parere opposto il  relatore di maggioranza Salvatore Demontis secondo il quale si tratta di una legge di grande portata che avrà effetti positivi per la Regione. «Saranno garantiti tempi certi per i procedimenti amministrativi ribaltando il rapporto cittadini-amministrazione a favore dei primi – ha detto Demontis – altro elemento qualificante è l’estensione del Suap allo sportello unico per l’edilizia. In questo modo gli interventi potranno iniziare immediatamente a seguito della presentazione di un’autocertificazione o dopo 20 giorni se è previsto un permesso a costruire. E’ uno strumento molto più efficace delle deroghe in materia urbanistica finora approvate».

Giudizio condiviso da Luigi Lotto (Pd): «Questa legge caratterizzerà questa legislatura. Un risultato ottenuto grazie anche all’atteggiamento sostanzialmente positivo della minoranza che ha consentito di approvarla in tempi rapidi».

Il consigliere Giovanni Satta (Uds) ha annunciato la sua astensione: «Stiamo approvando una legge di riforma attesa dai sindaci. Si poteva però fare di più e aspettare di capire che sorte avrà la legge Madia».

Non essendoci altri iscritti a parlare, il presidente Ganau ha messo in votazione il testo finale della legge che è stato approvato con 31 voti a favore e 7 contrari. Il Consiglio si riunirà martedì prossimo alle 16.00.

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Consiglio regionale 1 copia

Il Consiglio regionale ha approvato stamane i primi nove articoli del D.L n. 254 “Norme sulla qualità della regolazione e semplificazione dei procedimenti amministrativi”.

La seduta si è aperta sotto la presidenza del presidente Gianfranco Ganau. Dopo le formalità di rito, il presidente ha comunicato che, per effetto dell’ordinanza del Gip del Tribunale di Oristano, sono venute meno le cause che avevano determinato la sospensione del consigliere Antonello Peru (FI) il quale, pertanto, riprende il suo posto all’interno dell’Assemblea. Contestualmente è cessato dalle funzioni sostitutive Giancarlo Carta, sempre di Forza Italia.

Il Consiglio ha quindi iniziato l’esame dell’ordine del giorno con la discussione degli articoli del Dl n. 254 “Norme sulla qualità della regolazione e di semplificazione dei procedimenti amministrativi”.

Il capogruppo di Forza Italia Pietro Pittalis, sull’ordine dei lavori, ha ricordato di aver consegnato ai capigruppo la bozza di una proposta di legge sulla ricapitalizzazione della Sogeaal di Alghero ed ha sollecitato una nuova riunione della conferenza, al termine dei lavori, per capire orientamento dei gruppi consiliari per quanto riguarda l’applicazione della procedura accelerata prevista dall’art. 102 del regolamento.

Il presidente Ganau ha assicurato che la richiesta sarà tempestivamente esaminata dai capigruppo alla fine dei lavori del Consiglio.

Successivamente l’Aula ha iniziato il dibattito sull’art 1 (Norme generali e programmazione delle attività di semplificazione) del Dl 254, che è stato approvato.

Sull’art. 3 (legge regionale annuale di semplificazione), il capogruppo di Forza Italia Pietro Pittalis ha parlato di una norma «che appare inutile perché crea appesantimento nel sistema e in particolare nella parte in cui dice che la Giunta presenta ogni anno un disegno di legge sulla semplificazione, è un passaggio che dovrebbe essere implicito nel testo, proprio per semplificare».

Un altro consigliere di Forza Italia, Ignazio Locci ha dichiarato che «in questa materia è più saggio non introdurre nuove norme ed applicare quelle esistenti, con adeguamenti automatici a quelle di nuova approvazione ed una forte attenzione, questo è davvero il tema centrale, alle esigenze reali dei cittadini».

Salvatore Demontis, del Pd, ha chiarito che «la finalità della legge è quella di valutare l’incidenza delle leggi regionali rispetto al panorama nazionale ed europeo, una sorta di valutazione comparata che tende a rendere efficace in modo permanente .l’intervento di semplificazione».

Marco Tedde, vice capogruppo di Forza Italia, ha espresso una valutazione negativa sulla legge perché, ha sostenuto, «la semplificazione è prima di tutto un grande processo culturale cui deve partecipare, a pieno titolo, il Consiglio regionale, che invece viene messo da parte».

Il consigliere di Forza Italia Ignazio Locci ha affermato che la posizione del suo gruppo «non è di retroguardia ma punta invece a migliorare l’efficacia dell’azione amministrativa, mentre la proposta della Giunta si ispira a qualche altra legge regionale ma manca l’obiettivo della modernizzazione della macchina amministrativa della Regione».

Per Antonio Gaia (Cps) il giudizio sulla legge è favorevole ed anche l’articolo in esame è positivo; tuttavia, ha suggerito, «sarebbe bene approfondire la parte delle competenze che spettano al Consiglio e, ai fini pratici, quella relativa all’elenco dei beni sottoposti a vincolo per eliminare inutili contenziosi». Sarebbe perciò utile, ha concluso, una breve sospensione della seduta.

La richiesta è stata accolta.

Alla ripresa dei lavori il consigliere Salvatore Demontis, del Pd, ha proposto un emendamento orale di chiarimento su art. 3, con cui si assegna alla Giunta il compito di predisporre annualmente un non un nuova legge ma l’aggiornamento della stessa, ai fini della semplificazione normativa.

L’emendamento orale non è stato accolto.

Il Consiglio ha poi approvato l’art. 3 nella stesura originaria

Sull’art. 4 (strumenti per il miglioramento della qualità di regolazione) il consigliere di Forza Italia Ignazio Locci ha osservato che «lasciare la questione unici in mano alla Giunta è sbagliato, perché è un compito che spetta al Consiglio ed è un tema che merita di essere approfondito; occorre piuttosto riflettere che sugli strumenti con i quali si vorrebbe fare fronte a questo così ampio intervento di revisione periodica»

Il capogruppo di Forza Italia Pietro Pittalis ha segnalato che «il testo prevede anche forme di partecipazione democratica ma poi non indica alcuno strumento concreto per rendere effettivo questo diritto; in definitiva tutta la prima parte del testo appare inutile e con un carico eccessivo di ovvietà»

Alessandra Zedda, vice capogruppo di Forza Italia ha detto che «sembra una norma sulla filosofia del diritto; piuttosto, come ha ricordato l’apposita commissione del nostro Consiglio, ci sono molte leggi non applicate, anche di buona qualità».

Il relatore Salvatore Demontis, del Pd, per dichiarazione di voto, ha ribadito la sua posizione favorevole, riconoscendo che il consigliere Pittalis ha ragione sulla mancanza di strumenti di partecipazione democratica «ma solo perché è in preparazione una legge organica e si preferito rinviare la disciplina della materia a quella sede; il passaggio nel testo in esame è rimasto per una svista e può essere cancellata con un emendamento orale». Per quanto riguarda gli strumenti, ha concluso, «sono quelli delle comuni buone pratiche amministrative, affidati all’azione della Giunta perché ha una visione più complessiva del panorama normativo».

Il vice capogruppo di Forza Italia Marco Tedde ha criticato la formulazione dell’articolo, a suo avviso «quanto meno bizzarra, dove dice in sostanza che la chiarezza dei testi normativi viene imposta dalle legge ma non è così; la chiarezza normativa è frutto del lavoro degli uomini e in molti casi dal buon senso, sotto questo profilo il risultato raggiunto non è certo esaltante».

Successivamente il Consiglio ha approvato l’art. 4 e, a seguire, anche l’art. 5 (disegno di legge per la riduzione del numero delle leggi). Sull’art. 6 (Chiarezza del testo e tecnica legislativa), il capogruppo di Forza Italia Pietro Pittalis ha definito la norma in esame «l’emblema dell’inutilità quando dice che la Giunta adotta standard di chiarezza legislativa a livelli nazionali ed europei; se questa è la finalità bisogna aggiungere, semmai, la necessità di investire in formazione e conoscenza»

Il consigliere di Forza Italia Ignazio Locci ha affermato che «è preoccupante sentirci costretti a dire che dobbiamo scrivere le leggi in modo semplice, sia nel linguaggio che soprattutto nel contenuto; basterebbe leggere le delibere degli assessorati, spesso incomprensibili, per rendersi conto che c’è davvero da preoccuparsi».

Il capogruppo dell’Udc Gianluigi Rubiu, firmatario di una proposta di soppressione dell’articolo, ha detto che il testo è in larga parte scontato, ripetitivo ed inutile; il nostro compito è renderci conto dei bisogni reali dei cittadini e delle imprese e, in generale, di lavorare per miglioramento del rapporto della comunità con la politica e le istituzioni».

Dopo l’on. Rubiu ha preso poi la parola l’on. Marco Tedde (Forza Italia) secondo cui «quella dell’articolo 6 è una norma psichedelica: sono convinto che l’assessore Demuro, per la stima che ho dei suoi studi, non abbia preso parte alla stesura di questo testo normativo». 

Per l’on. Mario Floris (Uds) «sarebbe interessante capire perché il potere legislativo nell’articolo 6 passa dal Consiglio alla Giunta. Cosa vuol dire questo articolo? Assolutamente nulla».

L’on. Attilio Dedoni (Riformatori) è intervenuto per dichiarazione di voto affermando che «questo articolo è in piena contraddizione con il testo della legge. Altro che semplificazione: è del tutto evidente che le norme devono essere ben scritte e devono essere chiare. Sopprimere l’articolo 6 è il minimo».

L’articolo 6 è stato invece mantenuto in vita a seguito del voto dell’Aula.

Sull’articolo 6 bis “Sviluppo delle politiche di genere e revisione del linguaggio amministrativo”  l’on. Annamaria Busia (Cd) ha detto che «in altre regioni si è favorito un linguaggio adeguato e corretto rispetto ai generi e alle sue differenze. Anche un linguaggio soltanto al maschile è una forma di discriminazione mentre il termine ministra o assessora strappa un sorrisino sempre ironico. Il linguaggio va adeguato anche nelle nostre norme, dunque, perché serve a mutare le regole di una società favorendo la soluzione delle problematiche femminili».

Le osservazioni sono state condivise anche dall’on. Rossella Pinna (Pd): «Non è un capriccio delle consigliere regionali che hanno presentato questa norma ma un’esigenza reale che si sta affacciando nella nostra società. D’altronde, le parole sono il mezzo con il quale rivestiamo i nostri pensieri e li rendiamo disponibili agli altri. Anche il linguaggio che usiamo deve esprimere la nuova realtà di un’identità di genere che deve toccare anche il campo amministrativo e legislativo».

Anche l’on. Alessandra Zedda (Forza Italia) si è detta a favore: «E’ un atto di civiltà questa norma, l’unica per la quale voterò a favore di questa prima parte di una legge che non convince, a dir poco, perché è astrusa».

L’articolo 6 bis è stato approvato.

Sull’articolo 7 “Testi unici” è stato presentato un emendamento soppressivo parziale a firma Rubiu e più. L’emendamento è stato respinto e l’articolo 7, invece, approvato.

L’articolo 8 “Analisi tecnico-normativa”  è stato messo in discussione e ha preso la parola l’on. Tedde (Forza Italia), che ha detto: «Vedo che quanto stabilito dall’articolo 6 viene ribadito nell’articolo 8. Non si capisce perché questa discriminazione tra Giunta e Consiglio».

Per l’on. Demontis «la minoranza ha detto finora che i principi sono pleonastici ma l’on. Marco Tedde ha appena ricordato che anche i consiglieri regionali talvolta hanno bisogno di un sostegno in sede di scrittura delle norme».

L’articolo 8 è stato approvato.

Gli emendamenti 8, 1 e 23 sono stati presentati a valere sull’articolo 9. L’on. Pietro Pittalis (Forza Italia) ha ironizzato sul “ricorso nelle norme alla lingua inglese con incisi come “digital first”, se non ho letto male” e ha presentato un emendamento orale secondo cui sono irricevibili i disegni di legge senza relazione. «Possiamo ipotizzare una cogenza a fronte della mancanza delle relazioni? Colleghi del Consiglio, abbiate un sussulto di dignità, ormai siete consegnati al renzismo autoritario. Imponiamo almeno alla Giunta che faccia fino in fondo il suo dovere».

A seguito dei rilievi l’on. Demontis ha chiesto al presidente del Consiglio una breve sospensione. Dello stesso parere anche l’on. Francesco Agus, presidente della Prima commissione. Il presidente Ganau ha sospeso i lavori per consentire alla maggioranza di elaborare un emendamento. Alla ripresa, l’on. Demontis, relatore di maggioranza, ha detto: «Abbiamo accolto il suggerimento del consigliere Pittalis ma non possiamo andare oltre una certa formulazione per non invadere il campo del regolamento d’Aula, che ha forza maggiore rispetto alla legge ordinaria».

Il testo dell’articolo 9 è stato approvato dall’Aula e così l’emendamento all’emendamento 23, che sostituisce il termine “digital first” con “principio della priorità digitale” e l’emendamento aggiuntivo 1.

Il presidente Ganau ha sospeso la seduta, che riprenderà alle 16.30 e ha convocato la conferenza dei capigruppo.