29 April, 2024
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Arriva a Bruxelles il documento approvato all’unanimità dei presenti in conclusione del Focus Internazionale “Percorsi di autogoverno in Europa” dell’Incontro organizzato dal Partidu Sardu – Partito Sardo d’Azione a Villagrande Strisaili: “La Nostra Sardegna – Un progetto di governo e di speranza”, che chiede “l’immediata liberazione dei cittadini europei e patrioti catalani Jordi Cuixart e Jordi Sanchez affinché essi tornino alle loro famiglie e possano continuare da uomini liberi la loro attività civile e politica”.

Il documento, recapitato in queste ore all’EFA/ALE (European Free Alliance/Alleanza Libera Europea), che raggruppa in seno al Parlamento europeo le rappresentanze politiche dei popoli e delle nazioni europee senza stato, è stato l’atto conseguente della complessa situazione politica e civile che in questo momento vive la Catalogna, ben illustrata dagli interventi dei deputati catalani Jordi Solè e Joseph Maria Terricabras, presenti all’incontro sardista assieme a parlamentari e rappresentanti dell’EFA/ALE. Un messaggio che è stato ribadito anche dal segretario nazionale del PSd’Az Christian Solinas ai saluti finali: «Abbiamo ragioni forti dalle quali dobbiamo partire e da queste ripartiremo. Vogliamo perciò indicare progetti concreti e individuare la via da seguire, guardando all’unità e non alle divisioni, poiché crediamo che il Popolo sardo per salvarsi abbia bisogno della collaborazione di tutti, ma crediamo che negli stati uniti d’Europa la Sardegna possa e debba partecipare esclusivamente con la sua unicità e in autonomia. Guardiamo perciò con molta attenzione e preoccupazione ai fatti recenti che vive il Popolo della Catalogna, al quale si vorrebbe di fatto impedire l’esercizio dei più elementari diritti civili e politici, esprimendogli la nostra più stretta solidarietà e vicinanza, e richiedendo anche noi a gran voce la liberazione dei prigionieri politici catalani Jordi Cuixart e Jordi Sanchez».

Nel documento si esprime inoltre forte preoccupazione per le violazioni dei diritti personali e collettivi commessi dal Governo spagnolo nei confronti della Catalogna, alla quale si tenta di impedire di esercitare in pratica diritti fondamentali universalmente riconosciuti, ed adottati come principi fondanti dell’Unione europea. È stato deplorato, infine, l’utilizzo di metodi centralisti, violenti e polizieschi contro i cittadini e le istituzioni della Catalogna, impegnati a seguire un percorso pubblico e pacifico verso l’indipendenza e chiesto, nella conclusione del documento, che la Commissione ed il Parlamento europeo intervengano nei confronti del Governo spagnolo chiedendogli di interrompere ogni pratica repressiva e di facilitare in ogni maniera il dialogo fra la Catalogna e le istituzioni spagnole. 

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Il deputato di Unidos Mauro Pili ha presentato ieri una proposta di legge che prevede una norma per l’indizione del referendum per l’autonomia della Sardegna, quando a deciderlo sarà il Consiglio regionale della Sardegna o la richiesta arriverà dai sardi con la sottoscrizione di almeno 100.000 firme.

«Serve uno strumento democratico per far scegliere ai Sardi se continuare ad essere discriminati dallo Stato italiano o meno – sostiene Mauro Pili – uno strumento di tutela e di rispetto del Popolo Sardo. Se lo Stato persiste nelle discriminazioni, se insiste nella violenza nei confronti del patrimonio ambientale della Sardegna, se continua a trattare la Sardegna come una colonia, è giusto che i Sardi abbiano uno strumento per difendersi. Per questa ragione la proposta di legge costituzionale nasce per dare alla Sardegna uno strumento democratico di difesa e di libertà.»

Mauro Pili ha presentato la sua proposta di legge nel corso di una conferenza stampa tenuta a Montecitorio. L’ex presidente della Giunta regionale nelle scorse settimane ha avviato a Barcellona una condivisione di «percorsi anche giudiziari» con le massime autorità catalane incontrando il leader catalano Jordi Cuixart, presidente dell’Omnium Cultural, e legali internazionalisti sardo-catalani.

«Dinanzi ad uno Stato che niente ha fatto per riequilibrare divari e discriminazioni, non resta che perseguire un percorso democratico che consenta ai Sardi di reagire con uno strumento referendario che consenta di scegliere se restare o meno sotto questo regime italiano – ha sottolineato Mauro Pili –. Quello che inizia con questa proposta di legge, reiterata dopo due anni, e calibrata sul diritto internazionale sull’autodeterminazione, è un cammino definito sul piano identitario, economico, culturale e statuale. Per questa ragione questa proposta di legge costituzionale prevede la facoltà del Popolo Sardo di esprimersi con un referendum sull’autodeterminazione-indipendenza.»