21 December, 2025
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La proposta di legge n.550 in materia di attività di cava e miniera non è stata discussa dal Consiglio regionale. Il testo, entrato in Aula con la procedura d’urgenza prevista dall’art.102 del Regolamento era stato rinviato in Commissione la scorsa settimana per alcuni approfondimenti.

Nella seduta odierna del parlamentino delle “Attività Produttive”, maggioranza e opposizione non hanno trovato l’accordo sulle proposte emendative presentate dalla Giunta. La minoranza ha quindi chiesto il rispetto dei termini previsti dal Regolamento (10 giorni) per presentare la propria relazione alla legge.

Il presidente Luigi Lotto, sentito il presidente del Consiglio Gianfranco Ganau, ha deciso di aggiornare i lavori della.

Deluso il consigliere di Art.1 – Mdp Luca Pizzuto, ispiratore del provvedimento: «Prendo atto della decisione – ha detto – oggi si decide di rinviare la discussione nonostante gli accordi raggiunti in Aula. In ogni caso non avremmo accolto gli emendamenti della Giunta che andavano contro lo spirito originario della proposta. Il nostro intento era quello di riempire un vuoto normativo che impedisce alla Regione di intervenire nel caso in cui una società titolare di una concessione non rispetti i diritti dei lavoratori». Come nel caso della Polar, azienda di Piscinas da tempo al centro di una dura vertenza sindacale: «Oggi in Sardegna può accadere che un’azienda licenzi 13 dipendenti e non rispetti l’obbligo di reintegro deciso dal Tribunale del Lavoro – ha aggiunto Luca Pizzuto – questa norma serve per evitare che si ripetano situazioni simili».

Contro la proposta di legge si sono invece schierati tutti i rappresentanti della minoranza Luigi Crisponi (Riformatori), Gianluigi Rubiu (FdI) e i forzisti Marco Tedde ed Alberto Randazzo. Secondo gli esponenti dell’opposizione la legge interviene su un caso specifico e non rispetta il principio di generalità e astrattezza: «Per risolvere un singolo caso si rischia di mettere in difficoltà decine di aziende e migliaia di lavoratori – hanno detto – la materia, oggi regolata da leggi ormai superate, ha bisogno di una revisione organica». Per i consiglieri di minoranza, inoltre, la proposta contiene profili di illegittimità costituzionale che la espongono a un’impugnazione certa da parte del Governo.

Dubbi sono stati espressi anche dall’assessore all’Industria, Maria Grazia Piras, che ha illustrato alla Commissione gli emendamenti della Giunta. «Abbiamo cercato di riscrivere la legge per evitare che alcune norme vadano in contrasto con la normativa nazionale – ha affermato Maria Grazia Piras – la Regione ha l’obbligo di vigilanza sull’attività di cava e miniera che esercita attraverso la polizia mineraria. Nel caso in cui non vengano rispettate le prescrizioni contenute nell’atto di concessione, l’azienda va incontro a pesanti sanzioni. La Regione può avviare la procedura di revoca della concessione ma non può chiudere l’attività. Sulla tutela dei diritti dei lavoratori, credo che la normativa vigente sia esaustiva. Ho paura che la proposta di legge faccia crescere i contenziosi, da parte nostra c’è la disponibilità a lavorare a una legge organica di settore».

Contro la proposta n.550 si sono schierate, infine, Confindustria, Confapi e Confartigianato sentite in audizione dalla V Commissione. I rappresentanti delle associazioni Federico Fiorelli (presidente della Commissione “Cave e miniere” di Confindustria), Silvana Manuritta (direttore generale di Confapi), Stefano Mameli (segretario regionale Confartigianato) e Marco Fuscello (presidente del Consorzio lapideo) hanno chiesto il ritiro della legge. «E’ un provvedimento che anziché proteggere i lavoratori rischia di lasciarli per strada – hanno detto in coro – le sanzioni contro le aziende che non rispettano le norme esistono già. Si lavori piuttosto a una legge di riforma organica che superi l’attuale normativa ormai non più adeguata ai tempi».

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La commissione Sanità presieduta da Raimondo Perra (Cps) ha approvato, con il voto contrario del consigliere dell’Udc Giorgio Oppi, le linee-guida relative alle strutture sociali e socio sanitarie pubbliche e private, suddivise in quattro tipologie: a) comunità di tipo familiare; b) strutture residenziali a carattere comunitario; b) strutture a ciclo diurno; c) strutture a ciclo diurno; e) strutture per la prima infanzia.

Illustrando il provvedimento l’assessore della Sanità Luigi Arru ha sottolineato che «si tratta di uno strumento normativo molto atteso frutto di un lavoro importante con tutti i gruppi di interesse, che dà certezze agli operatori e qualifica l’intervento della Regione nelle politiche sociali, nelle quali continuiamo a credere molto».

«Anche nel quadro della riforma del sistema sanitario – ha aggiunto l’assessore della Sanità – le nuove linee-guida rafforzano il legame fra sanità e politiche sociali, ancora più stretto nelle situazioni che riguardano pazienti anziani e fragili.»

In un momento successivo saranno definite sia le tariffe che i requisiti delle strutture riguardanti le comunità integrate.

Nel dibattito hanno preso la parola i consiglieri regionali Lorenzo Cozzolino, Luigi Ruggeri e Rossella Pinna del Pd, Luca Pizzuto di Art. 1 – Sdp, Augusto Cherchi del Pds, Emilio Usula del Misto, Paolo Dessì del Psd’Az-La Base e Giorgio Oppi dell’Udc.

 

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L’assessore all’Ambiente, Donatella Spano, ha relazionato in Consiglio regionale, stamane, sull’alluvione dell’11 ottobre e sulle misure messe in campo dalla Protezione civile regionale. La seduta è stata aperta dal presidente Gianfranco Ganau che, subito dopo, ha convocato la conferenza dei capigruppo. Alla ripresa dei lavori, dopo le formalità di rito, il presidente Ganau ha pronunciato un breve intervento di cordoglio in memoria di Tamara Maccario, la giovane mamma che ha perso la vita nella recente alluvione che ha colpito la Sardegna meridionale e l’area metropolitana di Cagliari, ed ha espresso la vicinanza dell’Assemblea anche a chi attende ancora di conoscere la sorte dei suoi cari e a quanti sono stati danneggiati dai gravi fenomeni naturali. Il presidente, dopo aver assicurato che il Consiglio farà la sua parte fino in fondo, ha chiesto all’Aula di osservare un minuto di silenzio in segno di cordoglio.

Successivamente, in base alle decisioni della conferenza dei capigruppo, l’assessore dell’Ambiente Donatella Spano ha riferito al Consiglio sulla recente alluvione.

Nella sua relazione, Donatella Spano ha ricordato l’allerta meteo diramato dalla protezione civile per le giornate del 10 e dell’11 ottobre rivolto alla Sardegna meridionale ed orientale e le precipitazioni di forte intensità su vaste aree del territorio, che hanno raggiunto “punte” del tutto eccezionali fino 484 millimetri a Capoterra e quasi 400 a Tertenia. Una situazione molto complessa, ha aggiunto l’assessore, «che è stata fronteggiata con un grande lavoro di tutto il sistema della protezione civile regionale, ma purtroppo non ha impedito di registrare una vittima ed un disperso, danni elevati ad importanti infrastrutture». La Giunta, ha poi annunciato la Spano, «ha già formulato al Governo la richiesta di dichiarazione dello stato di emergenza nazionale, in modo da poter ottenere più risorse sia per la gestione dell’emergenza che per il ristoro dei danni in base allo stesso codice nazionale; nello stesso tempo si sta procedendo con cura alla stima dei danni». Voglio però sottolineare, ha detto inoltre l’assessore, «il lavoro molto efficace della protezione civile che ha operato con professionalità e responsabilità, senza risparmio e con elevati rischi personali, col supporto fondamentale di tanti Sindaci, di tanti volontari e delle forze dell’ordine il cui impegno ha sicuramente evitato un maggior numero di vittime». Per quanto riguarda gli interventi nell’immediato, ha concluso l’assessore, «affronteremo il problema delle prime spese urgenti dei Comuni con i fondi della legge 28/85 che sarà rifinanziata, con i rimborsi delle anticipazioni relative alle spese sostenute, e con misure di risarcimento dei danni a privati ed attività produttive».

Al termine della relazione dell’assessore il presidente ha ricordato che il regolamento prevede un intervento per gruppo ed ha invitato i consiglieri ad iscriversi a parlare.

Per primo ha preso la parola il consigliere di Forza Italia Stefano Tunis, secondo il quale «siamo stati sconfitti ancora una volta nella battaglia contro le forze della natura e le nostre capacità sono state messe a dura prova». Tuttavia, ha aggiunto, «non abbiamo nessuna difficoltà a riconoscere che questa volta la macchina ha funzionato soprattutto con l’all’erta comunicato per tempo alle popolazioni, anche non è ancora riuscita a coordinare se stessa con il fattore umano e le procedure di gestione delle crisi, perché non bastano i singoli ma occorre più interazione con cittadini, diffondendo la consapevolezza delle migliori modalità di gestione dell’emergenza». Per questo, ha sostenuto, «è necessaria una forte presa di coscienza ed un aumento della tensione verso il miglioramento, perché le dimensioni degli eventi, per quanto eccezionali, non possono giustificare mai la perdita di vite umane». Stefano Tunis, infine, ha fatto un riferimento puntuale alla strada 195, lamentando che «forse l’Anas ha annunciato la riapertura troppo in fretta, dimenticando che questo messaggio ha determinato la scelta degli automobilisti di ripercorrere quella strada con lunghissime code che hanno dilatato i tempi di percorrenza». Quella strada va completata, ha concluso Tunis, «ci vuole una inchiesta con l’accertamento delle responsabilità di appaltatori ed esecutori, e soprattutto ci vuole una inversione di tendenza prevedendo poteri speciali per la realizzazione di opere strategiche, perché non è accettabile attendere lustri per la conclusione di un’opera».

Per i Riformatori sardi, il consigliere Michele Cossa ha osservato che «la sempre maggiore frequenza dei fenomeni ci impone una grande riflessione estesa a tutti i territori». Stavolta le cose hanno funzionato, ad avviso di Michele Cossa, «e, accanto al dolore per le vittime, è necessario sottolineare positivamente che la protezione civile merita un plauso anche se restano alcuni problemi aperti: la manutenzione corsi d’acqua e la chiarezza degli all’erta meteo, che non devono essere adempimenti da interpretare ma strumenti codificati dall’assessorato, senza scaricare sui Sindaci decisioni forti come quelle di aprire o chiudere le scuole o impedire ai cittadini di uscire di casa, perché non accada più che gli appelli pubblici vengano sottovalutati anche se veri».

Il capogruppo di Fratelli d’Italia Paolo Truzzu, dopo aver ricordato che non è solito fare complimenti all’amministrazione, ha affermato di voler fare una eccezione ringraziando presidente ed assessore perché, «di fronte a fatto eccezionale si è operato bene rispetto ad alcuni anni fa, per cui plauso a quanti hanno lavorato alla prevenzione e all’organizzazione dei dispositivi di sicurezza, riuscendo a limitare per quanto possibile i danni, senza dimenticare che si sta ancora lavorando per risolvere i problemi di tante aziende dentro e fuori le zone industriali, degli operatori  agricoli e delle famiglie che hanno perso tutto». Non dobbiamo accontentarci, ha esortato Paolo Truzzu, «e continuare a riflettere sull’uso distorto del suolo che, per l’incuria prolungatasi nel tempo, è sempre più fragile e debole di fronte ad aventi naturali, a fare di più per i Comuni che non hanno risorse sufficienti, a migliorare la prevenzione attraverso gli all’erta meteo che, in effetti, appaiono spesso burocratici, troppo frequenti e ingiustificati, col risultato che alla fine le persone non ci credono». Anche Paolo Truzzu ha criticato la situazione della strada 195 «dove il cantiere è aperto da vent’anni».

Il presidente della commissione Governo del territorio Antonio Solinas (Pd) ha espresso in apertura la solidarietà alla giovane madre ed alla famiglia del disperso che spera ancora, oltre che a tutti i cittadini colpiti dalle inondazioni, riconoscendo fra l’altro che «l’opposizione, in questa circostanza, ha mostrato un approccio serio su un argomento certamente molto delicato». In questo dopo alluvione, ha continuato, «abbiamo il dovere di ringraziare tante persone, dai Sindaci alla protezione civile, da Forestas ai barracelli, dalle forze dell’ordine ai volontari; la protezione civile, in particolare, si è dimostrata all’altezza del compito con professionalità e dedizione ottenendo anche il plauso della struttura nazionale». Adesso, ha auspicato, «bisogna ripercorrere quanto fatto in passato rimediando ad errori gravi come errori costruzioni in aree non adatte e deviazioni di corsi d’acqua; è una azione che abbiamo già iniziato con il Piano delle infrastrutture da 700 milioni e sappiamo che sarà un lavoro difficile da completare nel minor tempo possibile e, da questo punto di vista, siamo ancora in tempo a dare risposte importanti».

Nella replica l’assessore Sonatella Spano ha ringraziato il Consiglio per gli interventi e le proposte formulate, ribadendo il suo apprezzamento per il lavoro svolto dalla protezione civile e lo sforzo organizzativo messo in campo. Non pensiamo di aver raggiunto un traguardo, ha dichiarato, «ma siamo consapevoli che bisogna sempre crescere, lavorare molto sulla prevenzione e la sensibilizzazione, migliorare la coscienza dell’auto protezione dai rischi agendo anche con scuole».

Il presidente Francesco Pigliaru si è rivolto all’Aula per ricordare il progetto di metanizzazione dell’Isola, del quale si è ripreso a parlare nel 2016 in occasione del patto per la Sardegna sottoscritto con il governo “Abbiamo preteso dal Governo che il cuore di questo patto fossero la continuità territoriale, la metanizzazione dell’Isola e il miglioramento delle ferrovie della Sardegna”, ha detto il presidente della Regione. Che ha proseguito: “Siamo l’unica regione senza metano perché siamo l’unica regione realmente periferica. Nel 2014 abbiamo abbandonato il progetto Galsi, non più realistico, e ci siamo mossi per cercare un sistema che si basi sul GNL con lo scopo di portare in maniera omogenea il metano in tutta la Sardegna. A fine luglio 2016 abbiamo poi sottoscritto il patto, che indica chiaramente l’obiettivo della metanizzazione dell’Isola a condizione di sicurezza e di prezzo identico a quello delle altre regioni italiane. Saranno le energie rinnovabili, in un prospettiva non lontanissima, a garantire il fabbisogno energetico della Sardegna: per questo nel Patto abbiamo pensato a un processo leggero di metanizzazione con una dorsale di gasdotti interna, da attuare per fasi, e con depositi costieri e un rigassificatore nell’area di Cagliari. Si tratta di opere strategiche che avrà una procedura autorizzativa autonoma rispetto alle altre opere pubbliche. Ci saranno poi meccanismi di compensazione per i consumatori sardi in modo da uniformare il prezzo in tutta Italia. Il governo con decreto 257 del 16 dicembre 2016 ha confermato questi impegni e negli atti legislativi e amministrativi successivi è stato agli accordi, confermando una logica di transizione energetica. Nell’area industriale di Porto Torres potrebbe trovare spazio un hub per un secondo rigassificatore.

Si tratta della soluzione con il migliore impatto ambientale e territoriale possibile se vogliamo metanizzare la Sardegna in sicurezza e in condizioni di omogeneità del servizio nell’intero territorio isolano. Il metano è uno degli elementi essenziali per superare davvero il gap dell’insularità per le famiglie sarde e per le imprese che operano in Sardegna.

Per questo il 20 settembre abbiamo chiesto al premier Conte e al vicepremier Di Maio un incontro per valutare lo stato di attuazione del progetto di metanizzazione e siamo in attesa fiduciosa di una risposta”.

Dopo la comunicazione del presidente Pigliaru ha preso la parola per Forza Italia la capogruppo Alessandra Zedda ha detto: “C’è un buco di tre anni nel progetto di metanizzazione e non è ascrivibile a responsabilità del governo regionale. Andiamo avanti ma chiediamoci anche qual è il progetto relativo alla produzione di energia elettrica della Sardegna? Qual è il piano per l’energia solare e fotovoltaica? Ci mancherebbe se non siamo d’accordo per ridurre tutti i tempi  ma dovete dirlo al governo: per noi il metano è una condizione di sviluppo necessario che lo Stato dive riconoscerci prima possibile”.

Per il Riformatore Attilio Dedoni “abbiamo fatto grandi passi sull’autoproduzione energetica in Sardegna ma penso che questo progetto di metanizzazione non sia altro che una riedizione del Galsi.  Non mi accontento di sentire che ho avuto 120 milioni di euro in più perché è da anni che il metano ci viene negato dal governo nazionale. Timeo danaos et dona ferentes: ho paura davanti a queste offerte vaghe, senza dettaglio”.

L’on. Pietro Cocco, capogruppo del Pd, è intervenuto sul punto: “Ci sono protocolli mondiali che dicono a quali parametri ci dobbiamo adeguare sotto il profilo dell’inquinamento e lo dico per rispondere a certe considerazioni che provengono sul GNL dal mondo ambientalista. E’ necessario che si passi dal combustibile fossile alle sole rinnovabili. E in questo tempo necessario il metano è la soluzione. Ogni anno senza metano costa ai sardi oltre 400 milioni di euro, una cifra rilevantissima che deve essere azzerata. Ha fatto bene il presidente Pigliaru a sollecitare l’incontro con il governo Conte perché gli impegni si devono rispettare e non può andare come è andato per i denari destinati alla riqualificazione delle periferie. Stiamo uscendo dal carbone ma ci manca mezzo secolo ad arrivare alla produzione attraverso le fonti totalmente rinnovabili: il processo del metano per la Sardegna non può essere assolutamente fermato e bisogna sostenere l’azione della giunta regionale verso il governo”.

Il presidente ha dato la parola a Cesare Moriconi (Pd), che ha condiviso quanto sottolineato dal collega Cocco sulla necessità di fare presto per colmare un gap eccezionale che distingue la Sardegna da tutte le altre regioni italiane e d’Europa. Il merito di questa Giunta è che ha ripreso a parlare di metano.

Per Moriconi è importante che venga fatto un ulteriore approfondimento dei costi e benefici.  Secondo il consigliere di maggioranza “queste opere infrastrutturali sono di gran lunga superiori al nostro fabbisogno”. Moriconi ha anche chiesto alla Giunta, nel caso in cui venisse deciso di costruire un solo rigassificatore, dove “pensano di posizionarlo nell’interesse  dei sardi e non di una parte della Sardegna”, e ha sottolineato l’importanza che potrebbe avere per una zona industriale come quella collegata al Porto Canale.

Emilio Usula (Misto) ha confermato la sua contrarietà come già espresso con il voto contrario all’ordine del giorno del 24 luglio scorso. “È vero che la Sardegna è in fortissimo ritardo, ma puntare sul metano con le modalità di oggi è come prendere un treno che è già passato”. La conferenza di Parigi ha già chiesto la riduzione delle emissioni del gas metano entro il 2050. “Quindi entro 30 anni deve essere avviata la dismissione dell’80 per cento delle emissioni del gas metano. Vale la pena investire tante risorse per qualcosa che potrebbe vedere i benefici nel 2030?”. La Sardegna è già esportatrice di energia e con le fonti rinnovabili copre il 40 per cento del fabbisogno energetico. “Noi come Rossomori e Autodeterminazione siamo autoconsumo e generazione da piccole fonti, rendere autonomi edifici pubblici, scuole e anche questo palazzo”. Si utilizzino i 600 milioni – ha concluso – per la transizione a fonti energetiche sostenibili.

Ha quindi preso la parola il presidente della Regione Sardegna, Francesco Pigliaru, per la replica. Al consigliere Attilio Dedoni ha risposto che si tratta di un progetto concreto, preciso ed è andato molto avanti con diversi atti della Regione e del Governo italiano. Francesco Pigliaru ha sottolineato che si tratta di investimenti per oltre un miliardo e non 120 milioni. Riferendosi poi al consigliere Emilio Usula, il presidente della Regione ha spiegato che gli investimenti nella rete sono stati già fatti in grandissima parte. Francesco Pigliaru ha ricordato di essere stato presidente della Commissione Enve (Ambiente, cambiamenti climatici ed energia) e che la posizione da lui scritta è stata approvata da 350 territori europei. Il capo dell’Esecutivo ha affermato che il passaggio al metano è una transizione energetica virtuosa perché si passa dal carbone al metano abbattendo le emissioni di co2. Una transizione verso un futuro di energie rinnovabili che ancora non c’è. Francesco Pigliaru ha anche chiarito che i fondi sono utilizzabili soltanto per realizzare quest’opera e che non possono essere spesi per altri interventi. Il presidente ha anche sottolineato che l’infrastruttura che sarà realizzata per la distribuzione del metano sarà utilizzabile in futuro anche per il bio metano e per l’idrogeno. Francesco Pigliaru ha poi auspicato una rapida risposta da parte del Governo.

Il presidente del Consiglio Gianfranco Ganau ha quindi annunciato l’esame della Proposta di legge n. 550 (Daniele Cocco e tutti i capigruppo) che modifica normativa e disciplina vigente in materia di attività estrattive di cave e miniere. Il provvedimento, iscritto ai lavori dell’Aula con la procedura d’urgenza (articolo 102 del regolamento interno) è stato oggetto di due riunioni della capigruppo con riferimento alla vertenza della ex Polar, la miniera di betonite a Piscinas (Sulcis).

Il capogruppo dei Riformatori, Attilio Dedoni, intervenendo sull’ordine dei lavori ha però chiesto il rinvio del testo in commissione, supportato dal consigliera Anna Maria Busia (Misto) e dalla capogruppo di Forza Italia, Alessandra Zedda, che ha ricordato la nota trasmessa da Confindustria affinché siano valutate e meglio approfondite le conseguenze e l’applicazione delle norme proposte nella Pl 550.

Per il mantenimento della proposta all’ordine del giorno dei lavori dell’Assemblea regionale si sono invece espressi il capogruppo di Art. 1 – Sdp, Daniele Cocco, il consigliere Art. 1 – Sdp, Luca Pizzuto e anche il neo consigliere di Fratelli d’Italia, ex capogruppo Udc, Gianluigi Rubiu, insieme con il capogruppo del Pd, Pietro Cocco.

Dopo una breve sospensione dei lavori, il presidente Gianfranco Ganau ha posto in votazione, per alzata di mano, la proposta di rinvio del testo in commissione, proposta che è stata respinta a maggioranza. Il consigliere Luca Pizzuto (Art. 1 – Sdp) è quindi intervenuto a sostegno del provvedimento in discussione auspicandone la rapida approvazione senza sostanziali modifiche al testo che – a suo giudizio – contrasta “gli atteggiamenti predatori di certi  imprenditori senza scrupoli e tutela i lavoratori e l’ambiente”. Il consigliere di Forza Italia, Stefano Tunis ha quindi chiesto il rinvio della discussione generale nel pomeriggio ed il presidente Gianfranco Ganau ha quindi dichiarato conclusi i lavori ed ha annunciato la convocazione del Consiglio alle 16.00.

 

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La mancata attuazione, dopo 1.581 giorni, della legge regionale n. 12 del 13 giugno 2014 “Interventi regionali per la prevenzione della fetopatia alcolica” ha portato il responsabile scientifico dell’associazione “Amici della Vita Sulcis”, Giorgio Madeddu, a scrivere una nuova lettera aperta ai Sardi, alla Giunta e al Consiglio regionale della Sardegna, nella quale propone la bocciatura del presidente della Giunta regionale Francesco Pigliaru, dell’assessore della Sanità Luigi Arru e del presidente del Consiglio regionale Gianfranco Ganau.

Di seguito il testo integrale della lettera.

13 giugno 2014, il Consiglio regionale dopo la presentazione dell’assessore della Sanità Luigi Arru e gli entusiastici interventi di numerosi onorevoli regionali approva all’unanimità dei presenti (cinquanta) la legge. Arrivava finalmente al capolinea l’emozionante avventura cominciata nel 1989 al Centro Alcologico “Don Vito Sguotti” di Carbonia dove il tribunale dei minori inviò una mamma, alcolista, di tre bambini con grave ritardo mentale poi affidati a tre coraggiose famiglie. La storia umana ci investì, emozionò, in noi scatenò interesse e impegno, con don Diaz e dr. Gerini pionieri sulcitani dell’amore alla vita debole che, la prevenzione della fetopatia alcolica, sarebbe stato obiettivo prioritario, essenziale, da perseguire!

La proposta di legge elaborata da “Amici della Vita Sulcis” nella trincea del bisogno e della solitudine fu affiancata e preceduta da iniziative divulgative e di sensibilizzazione nelle scuole, parrocchie e associazioni, conquistò gradualmente adesioni e partecipazione delle Amministrazioni comunali, Curia, dei consiglieri regionali del Sulcis ed il sostegno della Giunta e Consiglio provinciale che nel 2012 finanziarono la prima brochure italiana sulla fetopatia alcolica.

I punti qualificanti della L.R. 12/2014:

a) Riconosce la possibilità di prevenire le conseguenze dell’abuso alcolico in gravidanza ma soprattutto propone una premura e un rispetto mai dimostrato prima dal legislatore per la malata di alcoldipendenza, nessun giudizio morale, la stessa dignità che il mondo sanitario e le istituzioni riconoscono alle altre patologie.

b) Adozione di Linee guida, questionari, percorsi di presa in carico attraverso consultori, Serd, associazioni.

c) Incoraggia e valorizza la collaborazione tra tutte le figure professionali sanitarie competenti in materia.

d) Riconosce la gratuità dei rilevatori (GammaGT e Transferrina Desialata) d’abuso alcolico per le donne in epoca pre concezionale o in stato di gravidanza ampliando di fatto in Sardegna) quanto garantito dal decreto ministeriale del 10 settembre 1998.

La legge prevede inoltre:

1) Delibera della Giunta Regionale “entro 60 giorni di linee guida”.

2) Istituzione entro 60 giorni del “tavolo permanente per la prevenzione della fetopatia alcolica e i problemi alcol correlati”.

2 dicembre 2016: delibera di Giunta regionale 64/5, il presidente Pigliaru da mandato all’assessore Arru di istituire un tavolo tecnico che elabori linee guida e tavolo permanente (dai 60 giorni previsti dagli art.2 e 4 della L.R.12/2014 ai 910 giorni della delibera). Evitando le facili polemiche riteniamo che P.A.G. abbiano sottovalutato l’importanza sociale, scientifica e morale della legge.

Sintetizziamo le drammatiche conseguenze che l’abuso alcolico in gravidanza determina in Sardegna ogni anno ( rilievi dalla nostra associazione aggiornati al 2010, condivisi peraltro nella prima proposta di legge regionale sulla fetopatia alcolica n. 546 del 31 luglio 2013 sostenuta da Giorgio Locci, Pietro Cocco, Paolo Dessì, Lorenzo Cozzolino, Onorio Petrini, Lai, Gallus, Campus, Mariani, Corda, Daniele Secondo Cocco, Espa.

Alcolisti in Sardegna 40.000 (20.000 donne, 15.000 in età fertile)

650 aborti da abuso alcolico non diagnosticati, definiti “spontanei” nelle cartelle cliniche ospedaliere.

65 fetopatie alcoliche (F.A.) caratterizzate da sindromi fenotipiche variabili e ritardo mentale grave.

I bambini affetti da F.A. hanno identica aspettativa di vita dei loro coetanei, 75 anni, rappresenta non solo strazio, angoscia e sofferenze per la famiglia e la comunità ma un impegno economico non indifferente.

In 75 anni tra invalidità e accompagnamento, Legge 20, Legge 162, Insegnante di sostegno per, mediamente 13 anni, Legge 104/92 per un genitore e spese sanitarie varie, la F.A. disabilità grave, supera il milione e mezzo di euro, ipoteca che non graverà soltanto su noi tutti ma la trasmetteremo in eredità ai nostri figli, sì, amici sardi, i nostri figli e nipoti affiancheranno e si prenderanno cura di questa grave ma prevenibile disabilità che la superficialità e indolenza di P.A.G. non ha considerato prioritaria rispetto alle, concedeteci, frequenti banalità e spesso marchette clientelari di cui è lastricata la Sardegna.

Riflettiamo insieme: quante iniziative e contributi sono stati destinati nelle ultime due legislature: sagre del pisello, fagiolo, castagne e torrone, ai numerosi eventi animati spesso da semplice familismo e clientelismo? I 150.000 euro annui che la legge 12 prevedeva per il 2014/15/16 meritavano per noi, scandalosamente, esageratamente fuori dal coro, altrettanto interesse!

Amici sardi, la P.A.G. ha snobbato la legge, prima in Europa, in grado di incidere concretamente sulla prevenzione della più frequente forma di ritardo mentale pediatrico da etiologia nota, hanno privilegiato la cronaca e la visibilità delle inaugurazioni dove il clientelismo è tangibile (sanità, turismo, industria, cultura, lavori pubblici e…) trascurando i potenziali vantaggi economici e sociali ma soprattutto morali della Legge 12/2014. Sintonizzati, oggi sulle prossime elezioni, esattamente come Cappellacci, De Francisci, Lombardo (C.D.L.) che anestetizzarono la proposta 546 perché incombeva la campagna elettorale, per i politico-dipendenti da potere, niente è prioritario al craving/bramosia elettorale.

Il Centro, la Destra e la Sinistra Sarda si dimostrano geneticamente simili, campagne elettorali scoppiettanti di buone intenzioni, patetici incoraggiamenti al volontariato, per tutti: «Risorsa insostituibile da valorizzare e sostenere”, balle! I politici, quasi tutti i politici, corteggiano il volontariato quando lo ritengono funzionale al proprio interesse, potere, visibilità; quando il volontariato non chiede assistenza o contributi al potente di turno ma lavora, studia, propone in autonomia e senza servilismi quanto la “strada e la vita” insegna, l’entusiasmo si trasforma in distanza, sospetto, indifferenza e, come in questa vicenda, meschino boicottaggio.

Amici sardi tenetevi stretti, l’assessore Arru, in altre occasioni probabilmente più rapido, impiega oltre un anno (384 giorni per l’esattezza) a firmare una paginetta, il decreto assessoriale n. 37 del 21 dicembre che all’art. 1 costituisce il tavolo tecnico, prendetene visione e senza lasciarvi condizionare dalle nostre perplessità segnalateci se 384 giorni vi sembrano “fisiologica gestazione”? Sarebbe interessante conoscere quanto la task force tecnica ha prodotto in questi 10 mesi, aiutateci a comprendere.

L’’art. 5 della legge 12 recita: «La Giunta regionale presenta ogni due anni al Consiglio regionale una dettagliata relazione che illustra i dati concernenti l’attuazione della presente legge, con particolare riferimento alla verifica dell’efficacia degli interventi», il presidente del Consiglio regionale Ganau protagonista il 13 giugno del 2014 ma successivamente contumace come gran parte dei 50 consiglieri votanti, avrebbe dovuto sollecitare, rimproverare e sculacciare la Giunta regionale che ha ampiamente disatteso quanto la legge n. 12/ 2014 del Popolo Sardo stabiliva.

1.581 giorni, nessuna indicazione è pervenuta alle Assl, ai medici della nostra regione, alle scuole (art. 4) giudicate con le associazioni di volontariato indispensabili partner nella sensibilizzazione e prevenzione. Sgomenta quanto abbiamo scoperto: macchina regionale (politici e dirigenti) indolente, fiacca, incapace di strategie veloci anche quando il compitino come in questo caso è facile facile, la Sardegna meriterebbe ben altri ritmi, passione, sensibilità e amministratori.

Pigliaru, Arru e Ganau vi bocciamo perché siete inadeguati, per 1.581 giorni, statici, ingessati privi di dinamismo e sollecitudine. Il giorno successivo alla pubblicazione della legge nel BURAS potevate con una delibera di Giunta invitare le, allora 8, ASL regionali e a cascata ospedali, consultori, medici di famiglia e pediatri, a garantire gratuitamente i due esami GammaGT e Transferrina Desialata poiché come annunciato dall’art. 3 « …essenziali per la conferma del sospetto diagnostico di abuso di alcol nelle donne in età fertile o in stato di gravidanza». La stessa delibera poteva invitare l’Ufficio Scolastico Regionale e le associazioni di volontariato ad una capillare sensibilizzazione studentesca regionale e divulgare la documentazione scientifica tra i giovani. Siete in ritardo, senza attenuanti, di almeno 1.550 giorni, senza idee, impantanati, vittime, almeno in questa storia, della vostra supponenza o forse c’è dell’altro?

Riabilitatevi, chiedete scusa ai Sardi, siate coerenti, trasformate la legge 12/2014 nel più affascinante ed innovativo dispositivo europeo a favore della vita debolissima accolta nella vita fragile delle alcoliste e tossicodipendenti.

Oggi dopo 29 anni siamo sempre più determinati a sostenere la prevenzione della fetopatia alcolica avremo, forse, perso le speranze se non avessimo ricevuto il sostegno delle Amministrazioni Comunali del Sulcis, del Volontariato, della Curia e dei Sindacati.

Tra i 50 consiglieri regionali che votarono la Legge alcuni ci sono stati sempre vicini, intendiamo ringraziarli per il costante incoraggiamento a non arrenderci. Insieme a Paolo Dessì, Raimondo Perra, Valter Piscedda, Luca Pizzuto e Gianluigi Rubiu, ricordiamo con affetto il costante sostegno e l’amicizia dell’ex consigliere regionale Giorgio Locci e degli ex Parlamentari Emanuele Cani e Tore Cherchi.

GUTTA CAVAT LAPIDEM, NON VI, SED SAEPE CADENDO.

Iglesias, 13 ottobre 2018

Giorgio Madeddu

Responsabile Scientifico di AMICI della VITA Sulcis

Associazione AMICI della VITA – amicidellavitasulcis@gmail.com

Gruppi di Auto Aiuto per Alcol Tossicodipendenti, Malati Tumorali, Autismo

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«Quasi un mese è passato dall’incontro avuto il 19 settembre tra le assessore regionali dell’Industria, del Lavoro, e dell’Ambiente, il Coordinatore del Piano Sulcis, i rappresentanti dell’azienda, una delegazione di lavoratori e i sindacati. In quella occasione la Giunta ha sottolineato come gli assessorati avrebbero lavorato dando a questa vicenda una stringente priorità, trattandosi di 472 posti di lavoro in un territorio come il Sulcis, fortemente in crisi.»

Lo scrive, in una nota, Luca Pizzuto, consigliere regionale del gruppo Art. 1 – Sdp.

«Il progetto del vapordotto Enel, che ha già ricevuto la valutazione positiva del ministro dell’Ambiente, è stato depositato negli uffici del servizio di valutazione ambientale dell’assessorato regionale dell’Ambiente – aggiunge Luca Pizzuto -. L’iter delle differenti autorizzazioni per la ripartenza dei lavori deve avvenire necessariamente, come sostengono i lavoratori, entro la fine dell’anno in corso, in quanto gli ammortizzatori sociali scadranno il 31 dicembre 2018.

Va sottolineato come l’iniziativa consentirà il raggiungimento delle condizioni necessarie per la ripresa delle attività di eurallumina garantendone la competitività sui mercati internazionali ma soprattutto attuando, rispetto al precedente impianto, una riduzione delle emissioni in atmosfera. Questo migliorerà l’impatto ambientale del sito di stoccaggio adeguandolo alle migliori tecnologie disponibili del settore, perché il lavoro e l’ambiente non siano due poli opposti, ma due elementi essenziali per la felicità e il benessere di un territorio.»

«Lavoreremo e presseremo quindi perché si proceda quanto prima alle azioni necessarie per queste autorizzazioni, come precedentemente affermato, e non si venga meno al patto intrapreso con i lavoratori e che non vengano abbandonati proprio ora, a pochi passi dal raggiungimento di un obiettivo – conclude Luca Pizzuto – che vede una lunga e continua lotta da parte di questi ultimi, e un grande impegno da parte di tutte le forze in causa.»

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La commissione Sanità, presieduta da Raimondo Perra (Cps) ha aggiornato i propri lavori a giovedì alle 10.00 per conoscere il Programma sanitario triennale 2018-2020 che sarà illustrato dall’assessore Luigi Arru e dal direttore generale dell’assessorato Giuseppe Sechi.

La commissione ha condiviso una proposta formulata dal consigliere del Pds Augusto Cherchi che, prendendo la parola ad inizio seduta sull’ordine dei lavori, ha sottolineato che «il Piano rappresenta lo strumento fondamentale di programmazione in materia sanitaria (che doveva essere approvato dalla Giunta entro il 31 dicembre del 2017) attraverso il quale il Consiglio esercita i suoi poteri di controllo economico, finanziario e di merito».

Per l’opposizione, il consigliere dell’Udc, Giorgio Oppi, ha precisato che, in riferimento alla rete ospedaliera, «sarà necessario effettuare una comparazione fra le previsioni del Piano, il progetto votato dal Consiglio e agli atti successivi adottati dalla Giunta e dal Direttore generale dell’Ats».

All’ordine del giorno dei lavori di giovedì saranno inserite anche tre risoluzioni, sinteticamente illustrate dai proponenti: Luca Pizzuto (Art. 1 – Sdp) sulla rete oncologica, Emilio Usula (Misto) sulla terapia Vsn (stimolazione del nervo vago) per il contrasto all’epilessia e Daniela Forma (Pd) sul modello organizzativo dell’Areus.

Sono state unificate, infine, le tre proposte di legge presentate in materia di gioco d’azzardo.

 

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E’ di ieri la notizia dell’ennesimo atto di prepotenza della Polar di Piscinas, con la lettera di licenziamento, con decorrenza immediata, per tre lavoratori.  

Questo si rivela essere l’ennesimo atto di arroganza di un’azienda che, prendendo in mano un bene del territorio, con le sue azioni finalizzate al suo solo profitto sta distruggendo una collettività.

Dal 2015, infatti, ha proceduto, conseguentemente ad uno sciopero, con licenziamenti, cassaintegrazioni e trasferimenti nei confronti di 13 lavoratori. Dopo quei licenziamenti ci sono stati dei processi e cause giuridiche che i lavoratori hanno vinto, con il loro conseguente reintegro,ma nonostante questo l’azienda ha continuato a muoversi nei confronti di queste persone in maniera decisamente poco trasparente, con ritardi nel reintegro, trasferimenti e cassaintegrazioni. A seguito dell’ultimo atto di ieri, i dipendenti Polar stanno occupando il comune di Piscinas e non escludono di spostare la loro protesta sino al Palazzo Regionale, se non dovessero essere ascoltati prima.

La situazione è ormai nota a tutti in Consiglio regionale. E’, infatti, di qualche giorno fa l’incontro dei lavoratori in Regione, dove è stato illustrato ciò che sta avvenendo presso la Polar.

Per questo motivo noi di Articolo 1 stiamo promuovendo, insieme alle altre forze politiche, un incontro immediato con l’assessore all’Industria, che è stato richiesto anche dalle diverse sigle sindacali.

Oltre a questo stiamo cercando di costruire uno strumento normativo per uscire da questa situazione e perché non si ripeta più, in nessuna altra circostanza, che i beni pubblici vadano a sostenere imprenditori e aziende che invece di creare ricchezza per il territorio, e prendersene cura, li utilizzino per accrescere solo il proprio patrimonio personale a discapito di un’intera comunità.

Saremo sempre al fianco dei lavoratori e di chiunque rivendica il proprio diritto al lavoro, alla dignità e alla felicità nel proprio territorio.

Luca Pizzuto 

Il Consigliere Regionale Articolo 1 – SDP 

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Liberi e Uguali circolo di Carbonia organizza per venerdì 28, sabato 29 e domenica 30 settembre la sua festa annuale al parco di Villa Sulcis, in via Napoli a Carbonia. La “Festa della Sinistra – Distrazioni di Massa”, unica festa politica quest’anno in Sardegna, ha come tematica principale quella della propaganda, un tema anomalo rispetto alle feste degli scorsi anni maggiormente incentrate su temi sociali “classici”.

«Riteniamo però che il tipo di propaganda, oggi ormai incessante e non basata su tematiche propriamente politiche o di governo, sia ormai alla base del pensiero acritico che sta investendo molta parte della popolazione italiana. Senza scaricare la fetta di responsabilità del centrosinistra nelle questioni di governo e sociali che affliggono il Paese crediamo però, che il tipo di informazione che passa, piena di slogan e concetti populisti carichi di demagogia, sia ormai oltre la semplice campagna elettorale, per questo pensiamo sia un tema su cui riflettere e su cui ricostruire una base sociale critica e attiva», sostiene Luca Pizzuto, consigliere regionale di Articolo UNO – LeU.

Tra gli ospiti principali il giornalista politico de La Stampa di Torino Jacopo Iacoboni, il quale presenterà, intervistato dall’ex giornalista RAI Ottavio Olita, il venerdì 28 alle ore 18,00 il libro L’Esperimento. Inchiesta sul Movimento 5 Stelle. Il giorno successivo, alle 17,30 si terrà il dibattito “Propaganda, consenso e manipolazione”, dibattito con Jacopo Iacoboni (giornalista de “La Stampa”), Vincenzo Vita (ex parlamentare, ex docente di Scienze della Comunicazione dell’Università di Sassari, giornalista), Ottavio Olita (ex giornalista Rai3). Per l’ultimo giorno si arriva ad uno dei grandi temi a cui, a parere di LeU locale, la propaganda odierna è finalizzata: le grandi disuguaglianze sociali, sempre più acutizzate e sempre più nascoste attraverso questo strumento spietato. Sempre alle 17,30 avrà, quindi luogo il dibattito “Disuguaglianze, il vero problema”, con Luca Pizzuto (consigliere regionale Articolo UNO – SDP), Federico Fornaro (capogruppo alla Camera di LeU), Filippo Sestito (presidenza nazionale Arci), coordina Franco Uda (segretario Arci Sardegna).

Durante le varie serate ci saranno spettacoli di stand-up comedy, musica irlandese coi Molly’s Chamber, dj-set e la proiezione del film “La verità negata”, di Mick Jackson, ci saranno, inoltre, alcuni espositori.

Sempre aperto all’ora di cena il ristorante a KM0 e sempre presenti, come ogni anno, delle attività per bambini e bambine.

L’ingresso ai dibattiti, agli spettacoli e alle attività per i più piccoli e le più piccole è libero e gratuito.

La Festa della Sinistra – Distrazioni di Massa vede la collaborazione di ARCI e della Casa del Popolo Carbonia.

Di seguito il programma delle giornate.

Venerdì 28

h 18.00 Presentazione del libro “L’Esperimento” di Jacopo Iacoboni, alla presenza dell’autore. Presenta il libro Ottavio Olita

h20.30 Cena nel ristorante popolare

h22.30 DJ set Meine Fotze / Stand Up Comedy con Massimiliano Puddu, Stefano Podda e

Alessandro Murtas

Sabato 29

h17.30 “Propaganda, consenso e manipolazione”, dibattito con Jacopo Iacoboni (giornalista de “La Stampa”), Vincenzo Vita (ex parlamentare, ex docente di Scienze della Comunicazione dell’Università di Sassari, giornalista), Ottavio Olita (ex giornalista Rai3). Coordina Marino Canzoneri (presidente Arci Sardegna)

h 20.30 Cena nel ristorante popolare

h 22.30 Molly’s Chamber in concerto

Domenica 30

h 17.30 “Disuguaglianze, il vero problema”, con Luca Pizzuto (consigliere regionale MDP), Federico Fornaro (capogruppo alla Camera di LeU), Filippo Sestito (presidenza nazionale Arci). Coordina Franco Uda (segretario Arci Sardegna)

A seguire “Across the Sea” giocare per capire la realtà – Giocare perché non c’è nulla di più serio del gioco

h 20.30 Cena nel ristorante popolare

h 22.00 Proiezione di “La verità negata”, di Mick Jackson, con Rachel Weisz, Tom Wilkinson (GB/USA 110′)

Attività per i bambini

Sabato 29, dalle 17.30, Laboratorio di riciclo “Animali e mostri di carta”, a seguire Truccabimbi e palloncini

Domenica 30, dalle 17.30, Giochi di ruolo per bambini

Ristorante

Il ristorante cerca di offrire i prodotti della Sardegna rispettando il più possibile l’ambiente. Serviamo i nostri cibi, per quanto possibile a Km0, su piatti e con posate biodegradabili

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«Sulla difficile vertenza dei lavoratori della Polar c’è il sostegno dei capigruppo per lavorare ad ogni possibile soluzione, dall’intervento legislativo per la modifica di alcuni aspetti della normativa su cave e miniere alla convocazione di tavolo tecnico presso l’assessorato dell’Industria.»

Lo ha dichiarato il presidente del Consiglio regionale, Gianfranco Ganau, al termine dell’incontro con una delegazione di lavoratori della Polar SrL, l’azienda di Piscinas che dal 2015 ha rilevato un giacimento di argilla bentonitica da una multinazionale svizzera e, da allora, vive una fase di grave incertezza sia per le prospettive economiche e di mercato che per le relazioni sindacali.

I lavoratori, alcuni dei quali hanno vissuto nel tempo una alternanza di licenziamenti, trasferimenti nella penisola, sentenze di reintegro nel posto di lavoro, accordi di conciliazione non rispettati e demansionamenti, hanno raccontato  del costante peggioramento  della loro condizione richiamando l’attenzione dei capigruppo anche su situazioni che sollevano non pochi interrogativi sul futuro dell’azienda.

Di qui l’intervento delle istituzioni regionali e in particolare del Consiglio che, nello scorso mese di giugno, ha approvato una mozione (primo firmatario Luca Pizzuto di Art. 1 – Sdp) sottoscritta da consiglieri di maggioranza ed opposizione.

Nel corso dell’incontro con i lavoratori hanno preso la parola Luca Pizzuto (Art.1-Sdp) in rappresentanza del capogruppo Daniele Cocco, Gianluigi Rubiu (Udc), Pietro Cocco (Pd), Gianfranco Congiu (Pds) ed Alessandra Zedda (Forza Italia).

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Ieri mattina si è svolto a Cagliari, sotto il palazzo della Regione, un Sit-in convocato da Giovani Sardisti e Giovani Leghisti (si avete letto bene, leghisti e sardisti insieme) per protestare contro i pass accademici riservati a circa trenta rifugiati. 

La Regione Sardegna ha appoggiato, senza  impegnare risorse finanziarie, il progetto passaporto europeo promosso dal Consiglio d’Europa,sostenuto dal Ministero dell’istruzione e attuato per i rifugiati dagli atenei di Cagliari e Sassari. Il progetto favorisce il processo di integrazione e consente ai richiedenti asilo di acquisire competenze specialistiche da sfruttare poi nei paesi d’origine. I rifugiati che hanno i requisiti per iscriversi all’Università di Cagliari sono 12, a quella di Sassari circa 20.

Ma la Regione Sardegna assiste solo loro? ASSOLUTAMENTE NO.

Le risorse regionali son passate da 3 a 13 milioni di euro e le borse di studio e le azioni a sostegno di studenti capaci e meritevoli privi di mezzi per il 2018-2019 diventano più ricche e si amplia la platea dei beneficiari. Alle risorse regionali  si aggiungono quelle statali, europee e la tassa per il diritto allo studio universitario, incassato nel corso del 2018 direttamente dall’Ersu, arrivando alla cifra di circa 40 milioni. Nel 2018 9mila studenti idonei potranno beneficiare della borsa di studio, mentre a inizio legislatura i beneficiari erano poco più di 2mila. Quest’anno la borsa di studio sarà più ricca di prima: il contributo economico massimo consentito è di 5.100 euro per i fuori sede. Questa Amministrazione regionale, inoltre, ha aumentato l’esenzione dalle tasse per 10mila studenti, portando la soglia ISEE da 21 a 23mila euro. 

A fronte di tutto questo, alcuni militanti sardisti sposano il razzismo leghista per dire che la Regione deve pensare solo ai sardi!!!

Ma avete idea di cos’era il vero progetto sardista? Ma avete idea del pensiero politico di persone come Emilio Lussu o più recentemente Mario Melis? Ma davvero per un po di visibilità volete infangare un così nobile pensiero dandolo in mano al becero razzismo leghista? Davvero volete vendere valori fondanti del sardismo e della sardità, come ad esempio solidarietà e accoglienza, per una manciata di voti? Davvero volete misconoscere i grandi passi avanti fatti per sostenere il diritto allo studio attaccandovi ad un’azione, anch’essa meritevole di rispetto e gratitudine?

Il Sardismo che io conosco e che ho sempre rispettato e ammirato non è questo. Questo è becero populismo dato in pasto al pericolosissimo razzismo leghista. State svendendo un nobile progetto politico per i vostri personali interessi. 

Luca Pizzuto 

Consigliere regionale