17 May, 2024
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I consiglieri regionali del gruppo Art. 1 – Sdp Daniele Cocco, Luca Pizzuto, Eugenio Lai e Paolo Zedda, hanno diffuso una nota sul caso Aias.

«Assistiamo sorpresi alle azioni e ai comunicati messi in campo dai vertici Aias che, dopo la stretta dell’assessorato della Sanità e del Consiglio regionale, vorrebbero far ricadere su questi ultimi i possibili e probabili errori commessi nell’ambito della gestione in questi anni – scrivono Daniele Cocco, Luca Pizzuto, Eugenio Lai e Paolo Zedda -. Crediamo che non si possa e non si debba fare leva sul dolore dei malati e sulla dignità dei lavoratori per ottenere il favore dell’opinione pubblica ed il consenso dei propri assistiti.
Come consiglieri regionali – concludono Daniele Cocco, Luca Pizzuto, Eugenio Lai e Paolo Zedda – vigileremo perché la situazione venga riportata nel giusto ordine delle cose con l’obiettivo primario di tutelare i lavoratori e la salute dei pazienti.»

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Questa mattina la VI commissione Sanità del Consiglio regionale, nell’esame degli “Indirizzi per l’adozione dell’atto aziendale dell’Azienda per la Tutela della Salute” ha introdotto, su proposta del consigliere Luca Pizzuto di Art. 1 Sinistra per la Democrazia e il Progresso, la possibilità di predisporre un nuovo Servizio innovativo. Si tratta dei servizi che, come avviene per i minorenni in carico alla Neuropsichiatria Infantile, tutelano e possono avere in carico i disabili cognitivi, quali i ragazzi affetti da autismo, che alla maggiore età, in assenza di una collocazione specifica vengono trattati nell’ambito della disabilità psichica.

«Questo per noi e per la nostra isola – afferma Luca Pizzuto – costituisce una grande innovazione, poco diffusa anche nella Penisola, e permetterà ai pazienti maggiorenni di migliorare la qualità della vita attraverso metodi, cure e accompagnamento simile a quello operato nei pazienti appartenenti alla fascia di età inferiore.»
Il testo della delibera e dell’allegato licenziato oggi dalla Sesta Commissione, è il frutto dell’attento esame anche da parte dei consiglieri, tenendo conto delle criticità rilevate e delle istanze provenienti da settori e territori che necessitano di interesse e massima attenzione.

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Il vicepresidente del gruppo Art. 1 – SDP del Consiglio regionale, Luca Pizzuto, ha diffuso una nota nella quale esprime solidarietà e sostegno ai lavoratori Eurallumina.

«Riceviamo con preoccupazione le segnalazioni di ulteriori lungaggini relative alla riapertura dello stabilimento dell’Eurallumina – scrive Luca Pizzuto -. L’iter, pur comprensibilmente complesso, conta ormai 1.049 giorni di istruttoria. Non possiamo continuare a lasciare questi lavoratori e queste famiglie appesi a decisioni che non arrivano mai.  È necessario e urgente che si proceda con la delibera regionale e che si chiuda definitivamente e positivamente questa annosa vicenda.»

«Come sempre massimo sostegno ai lavoratori e alle loro famiglie – conclude Luca Pizzuto -: insieme nella lotta per il lavoro e per la dignità di tutti.»

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E’ stata presentata stamane una proposta di legge (primo firmatario il consigliere Paolo Zedda, Art.1-Sdp) su “Utilizzo dei farmaci cannabinoidi per finalità terapeutiche nell’ambito del servizio sanitario regionale”. L’obiettivo è disciplinare l’uso terapeutico e la produzione della cannabis ed aprire un varco nel verso della legalizzazione della marijuana.

«L’utilizzo della cannabis per finalità terapeutiche è lecito in Italia – ha dichiarato Paolo Zedda – serve però che la Regione sarda approvi le norme di attuazione come hanno fatto già Piemonte, Veneto, Liguria, Toscana, Emilia Romagna e Puglia, per garantirne l’acquisto a carico del sistema sanitario nazionale.»

I proponenti gli 11 articoli di cui si compone il provvedimento (Paolo Zedda, Daniele Cocco, Eugenio Lai, Luca Pizzuto di Art.1-Sdp; Pierfranco Zanchetta, Antonio Gaia e Mondo Perra, dei Popolari Socialisti; Alessandro Collu, Rossella Pinna e Gianmario Tendas del Pd; Emilio Usula e Annamaria Busia del Misto) stimano che nell’Isola possano essere assistiti circa 25mila pazienti contro i circa cento che attualmente possono utilizzare i farmaci cannabinoidi con effetto analgesico, antiematico, antianoressico o miorilassante.

«In Sardegna soltanto cinque farmacie – ha spiegato Paolo Zedda – hanno a disposizione il principio attivo della cannabis ma lo Stato ha introdotto il prezzo di vendita bloccato a 9 euro al grammo che è più basso di quello sostenuto dai farmacisti per l’acquisto, a cui si devono aggiungere le spese di confezionamento e trasporto». In Italia si producono, presso l’autorizzato istituto farmaceutico militare di Firenze, circa 100 chilogrammi di cannabis per uso terapeutico ma il fabbisogno potenziale solo nell’Isola sarebbe di almeno 250 chili.

A favore del provvedimento si è pronunciato il presidente della commissione Sanità del Consiglio regionale, Mondo Perra, che ha ricordato le 57mile firme depositate nel parlamento a favore della legalizzazione della cannabis, per iniziativa dei Socialisti e dei Radicali, nonché l’impiego dei cannabinoidi nelle terapie del dolore e antitumorali.

Pieno sostegno anche da Luca Pizzuto che, insieme con Gavino Sale (Irs, primo firmatario della mozione discussa e respinta recentemente in Aula per l’impiego della cannabis anche per finalità ludiche), hanno auspicato non solo l’approvazione delle norme inerenti l’uso terapeutico della cannabis ma anche una sperimentazione della legalizzazione della marijuana in Sardegna.  

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I consiglieri di Sdp Eugenio Lai, Daniele Secondo Cocco, Luca Pizzuto e Paolo Zedda, hanno presentato una mozione sulla condizione dei lavoratori della società Wind 3.

La mozione, se verrà approvata, impegnerà il presidente della Regione Sardegna e l’assessore del lavoro, formazione professionale, cooperazione e sicurezza sociale a:

1) relazionare in Consiglio regionale sulla condizione dei lavoratori della società Wind 3, con particolare riferimento ai lavoratori della sede di Cagliari;

2) impegnarsi per garantire il mantenimento del livello occupazionale dei lavoratori della società Wind 3;

3) individuare strumenti e azioni per evitare il decadimento delle condizioni lavorative degli addetti della Società Wind 3 interessati dalle scelte aziendali.

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La commissione Sanità, presieduta da Raimondo Perra (Psi), ha completato le audizioni sugli atti aziendali con l’intervento dei responsabili dell’Azienda ospedaliera Brotzu di Cagliari e dell’Azienda mista ospedaliero-universitaria di Sassari.

Per l’Azienda Brotzu, il Direttore generale Graziella Pintus ha affermato in apertura che, in base agli indicatori del Piano nazionale esiti (il principale strumento di valutazione delle strutture sanitarie sul piano clinico ed organizzativo), «l’azienda si colloca nella fascia medio-alta, confermando il suo ruolo di principale hub sanitario del sistema regionale, con alcune aree di eccellenza». Fra queste vanno segnalate quella dei trapianti (100 interventi nel 2016) e della cardio chirurgia (dallo scorso mese di maggio sono stati eseguiti due interventi di Vad, cosiddetto “cuore artificiale”, ed i pazienti sono in buone condizioni).

«Sono dati – ha aggiunto – che trovano conferma anche nei conti economici, in linea con la media nazionale per le aziende di analoghe dimensioni e abbondantemente all’interno del budget di 328 milioni assegnatoci dalla Regione.»

«Con l’atto aziendale – ha detto ancora la Pintus – puntiamo a consolidare e migliorare i risultati complessivi dell’azienda che nasce dall’accorpamento di strutture (San Michele, Businco, Microcitemico) con storie e vocazioni diverse oggetto di specifici percorsi di integrazione e diversi interventi di riorganizzazione, dai reparti ai laboratori di analisi, che perfezioneremo dopo l’atto aziendale lavorando sui dipartimenti e le strutture complesse, sempre con la massima attenzione ai volumi di attività ed all’appropriatezza delle prestazioni.»

A nome dell’Azienda ospedaliero universitaria di Sassari il Direttore generale Antonio D’Urso ha esposto invece una realtà molto diversa, parlando di «un’azienda che, al di là degli atti formali, è ancora da costruire, ha profonde difficoltà e nelle condizioni attuali non è in grado di svolgere la sua funzione di hub del Nord Sardegna». «Questa piuttosto – ha osservato D’Urso – è una scommessa importante che si può vincere solo recuperando il tempo perduto attraverso un intervento straordinario della Regione e soprattutto del Consiglio».

Soffermandosi sui problemi strutturali dell’azienda sassarese, il Direttore generale ha messo l’accento soprattutto sul personale, ricordando che circa un terzo delle 2600 unità sono al di fuori del normale ciclo di turnazione, e sulla struttura amministrativa, non in grado perché molto sotto dimensionata rispetto alle numerose gare da bandire nel settore dell’acquisto di beni e servizi. «Sotto questo profilo il quadro resta molto critico – ha lamentato D’Urso – anche se abbiamo cercato di intervenire con provvedimenti di emergenza; ho assunto 6 amministrativi a tempo determinato attingendo dalle graduatorie ed il controvalore delle gare è passato dai 21 milioni del periodo precedente all’accorpamento ai 127 del 2016 ed ai 103 dei primi 5 mesi di quest’anno mentre, con il ricorso agli interinali, sono stati abbattuti i tempi di liquidazione dei fornitori».

Nel successivo dibattito sono intervenuti numerosi componenti della commissione: Edoardo Tocco ed Alessandra Zedda di Forza Italia, Luigi Ruggeri, Rossella Pinna e Lorenzo Cozzolino del Pd, Giorgio Oppi dell’Udc, Michele Cossa dei Riformatori, Luca Pizzuto di art.1-Sdp, Augusto Cherchi del Pds e Fabrizio Anedda del Misto.

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Il Direttore generale dell’Ats (Azienda per la tutela della salute) Fulvio Moirano ha partecipato ai lavori della commissione Sanità, presieduta da Raimondo Perra (Psi), con un’audizione sugli atti aziendali della stessa Ats e delle altre aziende sanitarie.

«Vivendo qui mi sono reso conto che il Dm 70 (che definisce gli standard qualitativi, quantitativi, strutturali e tecnologici dell’assistenza ospedaliera) non può essere applicato in Sardegna così com’è e, soprattutto in alcuni territori della Regione, occorre trovare soluzioni diverse – ha detto Fulvio Moirano -. La Giunta, direi in modo ragionevole, ha utilizzato questi spazi di autonomia senza i quali la situazione della sanità sarda sarebbe stata davvero molto diversa.»

Dopo aver annunciato che, una volta approvati gli atti aziendali, l’Ats entrerà a regime entro la fine dell’estate, Moirano ha messo l’accento sul alcuni grandi “mali” della sanità sarda sui quali ha concentrato il suo lavoro: la mancanza di gare pubbliche per l’acquisizione di beni e servizi, le liste d’attesa, il personale.

Dovremo fare centinaia di gare importanti e non sarà facile, ha spiegato il manager, aggiungendo che «l’Ats costituirà a breve una struttura amministrativa specializzata in questo tipo di attività, senza trascurare il ricorso a centrali di acquisto presso altre Regioni, in modo da accorciare i tempi, spuntare prezzi migliori e raggiungere risultati economici positivi».

Per quanto riguarda le liste d’attesa, Fulvio Moirano ha sottolineato che sono in qualche modo il frutto di 8 gestioni diverse che hanno determinato una bassa qualità dell’offerta pubblica: «Solo il 50% delle prenotazioni affluisce ai Cup mentre una quota rilevante è dei primari, uno squilibrio che va corretto e ci lavoreremo anche con un progetto speciale di miglioramento inserito nel budget 2017».

Sul personale, il Direttore generale dell’Ats ha confermato l’attenuazione del blocco del turn over (su 1000 uscite potranno esserci 660 ingressi) che sarà accompagnato da una verifica molto precisa sull’impiego delle risorse umane e professionali nelle varie strutture. «In Sardegna – ha aggiunto Moirano – c’è una spesa molto elevata per il personale, concentrato in larga parte negli ospedali ed utilizzato spesso in modo non appropriato, in alcuni casi gli organici sono sotto dimensionati ma in altri c’è un surplus e molte unità sono collocate (per vari motivi) fuori turno». «Il discorso – ha continuato – va esteso anche agli interinali per i quali ci sono margini soprattutto per quanti hanno maturato una certa anzianità».

Affrontando il problema del disavanzo del sistema sanitario regionale, attorno ai 300 milioni, il Direttore dell’Ats ha affermato che «per 220 milioni è attribuibile alle aziende ed in parte ai cosiddetti extra Lea (ad esempio farmaci contro l’epatite C molto diffusa in Sardegna), spese straordinarie che non sono un male in assoluto ma che comunque aprono un buco cui va data copertura».

Sui risultati economici della gestione, al netto della rete ospedaliera, Mirano ha assicurato risparmi attorno ai 90 milioni precisando che «il bilancio 2017 sarà quello in cui si potranno verificare gli effetti concreti delle varie misure di razionalizzazione introdotte nel sistema».

«Sono consapevole delle difficoltà – ha concluso il manager piemontese – ma credo di saper fare il mio mestiere e che qui in Sardegna ci sia lo spazio per far bene.»

Nel dibattito che si è sviluppato dopo la relazione del Direttore generale dell’Ats hanno preso la parola numerosi consiglieri regionali: Edoardo Tocco e Alessandra Zedda di Forza Italia, Micheloe Cossa dei Riformatori, Angelo Carta del Psd’Az, Luigi Ruggeri e Rossella Pinna del Pd, Augusto Cherchi del Pds, Giorgio Oppi dell’Udc, Luca Pizzuto di Art 1-Sinistra per la Democrazia ed il Progresso, Emilio Usula e Fabrizio Anedda del Misto.

Dopo la pausa di domani per i lavori del Consiglio, la commissione riprenderà i lavori giovedì con le audizioni dei responsabili dell’azienda ospedaliera Brotzu e delle due Aziende ospedaliero universitarie di Cagliari e Sassari.

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L’assessore regionale della Sanità Luigi Arru ha partecipato ad un confronto con la commissione Sanità, presieduta da Raimondo Perra, sulle linee-guida degli Atti aziendali per l’Ats (l’Azienda unica per la tutela della salute), l’azienda Brotzu di Cagliari e le Aziende ospedaliero-universitarie.

«Abbiamo predisposto un rapporto sulla sanità sarda – ha detto Luigi Arru – con i dati disponibili prima del 2014 e formulato proposte sulla base del quadro normativo tracciato dal Decreto ministeriale 70 all’interno del quale ci sono comunque spazi significativi per la Regione. Il nostro lavoro ha l’obiettivo principale di mettere a punto uno schema coerente per la riforma della sanità sarda ed è stato particolarmente difficile in una realtà complessa come la nostra dove non c’erano dati disponibili anteriori al 2014 sui Lea (livelli essenziali di assistenza), sul rispetto degli indicatori scientifici e delle procedure amministrative, perché non si facevano gare da 3 anni con costi maggiori del 30% rispetto alla media nazionale.»

«Abbiamo quindi deciso di ridurre il numero delle aziende – ha aggiunto l’assessore – perché ci è sembrata la scelta migliore per definire un nuovo quadro di regole a garanzia della qualità e dell’appropriatezza di servizi e prestazioni. L’approvazione delle linee guida – ha concluso Luigi Arru – rappresenta perciò un passaggio fondamentale per consentire alle aziende di operare e al tempo stesso una necessità per far partire concretamente la riforma, senza per questo voler limitare le prerogative sia della commissione che del Consiglio regionale.»

Prima dell’intervento dell’assessore Arru, la commissione ha espresso un’articolata valutazione del documento, sia con osservazioni critiche e perplessità su alcuni punti, che con proposte e suggerimenti di integrazioni e miglioramenti del testo.

Nel dibattito sono intervenuti i consiglieri regionali Augusto Cherchi (Pds), Cesare Moriconi, Rossella Pinna e Luigi Ruggeri del Pd, Emilio Usula del Misto-Rossomori, Alessandra Zedda ed Edoardo Tocco di Forza Italia, Giorgio Oppi dell’Udc, Luca Pizzuto di Art. 1 – Sinistra per la Democrazia per il Progresso.

Le audizioni della commissione proseguiranno domattina, alle 10.00, con l’intervento del Direttore generale dell’Ats Fulvio Moirano.

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«L’approvazione della delibera di Giunta sui tetti di spesa per le strutture accreditate presso il servizio sanitario regionale rappresenta un “cambiamento epocale” della sanità pubblica in grado di garantire, nello stesso tempo, i diritti dei lavoratori e degli utenti del servizio.»

Lo sostengono, in una nota, i consiglieri regionali di Articolo1-Sdp Daniele Cocco, Eugenio Lai, Luca Pizzuto e Paolo Zedda, secondo i quali «il cambiamento c’è tutto perché, con il provvedimento, si va ad incidere chirurgicamente su alcuni grandi mali della sanità pubblica: da ora in poi il mancato rispetto delle principali norme sul lavoro (retribuzioni, sicurezza, previdenza, assicurazioni), insieme a quelle sulla buona, sana e regolare gestione delle aziende convenzionate, saranno clausole risolutorie dei contratti».

«Ci sentiamo di ringraziare l’assessore Arru per l’impegno mantenuto – aggiungono i quattro consiglieri regionali di Art. 1 – Sdp – perché legalità ed efficienza sono le vere precondizioni di una buona riforma della sanità sarda. Siamo soddisfatti per la celerità e l’efficienza con il quale l’ordine del giorno n. 67 approvato dal Consiglio Regionale in data 11 aprile e da noi fortemente sostenuto e voluto, si sia immediatamente trasformato in linee operative da parte dell’Esecutivo. E’ la dimostrazione che quando c’è sinergia tra la politica e i lavoratori si ottengono importanti risultati.»

«Questo primo risultato – concludono Daniele Cocco, Eugenio Lai, Luca Pizzuto e Paolo Zedda – era un nostro obiettivo fin dall’inizio della legislatura: le grandi innovazioni non sono mai facili, ma riescono comunque a farsi strada con il lavoro, e a volte anche con la fatica, di chi le sostiene e le condivide con serietà ed impegno.»

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«Ci giungono notizie di una manifestazione svoltasi nei giorni scorsi ad Iglesias, capeggiata da illustri esponenti e consiglieri regionali dei partiti di Centrodestra, per protestare contro l’apertura del Centro per i migranti che dovrebbe essere ospitato nell’ex carcere.»

Lo scrive, in una nota, Luca Pizzuto, consigliere regionale Art. 1 Sinistra per la Democrazia e il Progresso.

«Noi non ci stiamo – aggiunge Luca Pizzuto -. Noi crediamo che non esista e non possa esistere il pensiero del “Non sono razzista, ma…”. A NOI IL RAZZISMO FA SCHIFO!!! Tuttavia, non ci trovano d’accordo le ipotesi di ammassamento dei migranti che vadano nella direzione della “accoglienza” in strutture uniche che, a ben vedere, paiono più dei ghetti che la risoluzione del problema. Noi siamo per l’accoglienza diffusa. Noi siamo per l’integrazione delle persone tra le persone.»

«Per questo, accogliamo con grande gioia le notizie che arrivano da Villamassargia, dove la sindaca Debora Porrà e la sua coraggiosa amministrazione comunale hanno messo in piedi un progetto di accoglienza per i minori rifugiati. Speriamo – conclude Luca Pizzuto – che presto altre amministrazioni comunali possano prendere come esempio casi di questo genere e che si amplino le buone pratiche dell’accoglienza diffusa e integrante.»