3 May, 2024
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Lo scorso 28 novembre 2016 è scaduto il termine di sessanta giorni necessario per l’istruttoria delle integrazioni al fascicolo dell’Eurallumina prodotto ed esaminato dalla Conferenza di Servizi e finalizzato a dare risposta definitiva sul riavvio delle attività produttive dello stabilimento di Portovesme.

I lavoratori si sono spesi instancabilmente per non spegnere mai i riflettori sulla loro vertenza e sono consapevoli che la ripresa produttiva passi necessariamente anche dall’esame di tutti gli elementi a tutela della salvaguardia ambientale.

Crediamo che i tempi siano maturi per dare risposte a loro e a tutto il Sulcis e per questo abbiamo presentato una interrogazione in Consiglio Regionale per chiedere celerità nell’esito della decisione sul riavvio della fabbrica.

E’ necessario che questi lavoratori e le loro famiglie, come tutti quelli nelle loro stesse condizioni di incertezza, non vengano lasciati soli: per loro e per tutti noi ci siamo e ci saremo sempre.

Luca Pizzuto

Consigliere Regionale Sinistra Ecologia e Libertà

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Manifestazione alla Polar di Piscinas copia

Il consigliere regionale di Sinistra Ecologia e Libertà Luca Pizzuto interviene oggi ancora una volta sulla situazione della fabbrica di estrazione e lavorazione di bentonite di Piscinas, «alla luce di due nuovi elementi che fanno crescere la preoccupazione e mettono ancor più in luce le numerose criticità della gestione aziendale della fabbrica».

«La settimana scorsa – spiega Luca Pizzuto – sono stati reintegrati i lavoratori licenziati ad agosto 2015, ma lo stesso giorno a cinque di questi dipendenti è arrivata una lettera di trasferimento a decorrere dal 27 dicembre 2016 presso la sede di Genova, nuova sede legale della Polar Srl, a nostro avviso illegittimamente trasferita. Inoltre, in data 23.11.2016, abbiamo ricevuto una lettera anonima da parte dei lavoratori diretti ancora in forza nello stabilimento, il cui contenuto è stato interamente riportato nell’interrogazione 915/A del 24.11.2016, nella quale vengono rivelati elementi preoccupanti circa la sicurezza, lo stato dei lavori e il trattamento degli stessi lavoratori.»

«Riteniamo che, qualora quanto sopra rispondesse al vero, siamo di fronte ad una situazione di enorme gravità, sia per l’inadempienza della Polar Srl rispetto a quanto concordato con la Regione, sia sotto il profilo del trattamento dei lavoratori, ma soprattutto rispetto agli scenari che si aprono circa il futuro stesso della fabbrica e dei suoi lavoratori – aggiunge Luca Pizzuto -. Chiediamo un immediato approfondimento della situazione da parte degli uffici preposti e un chiarimento urgente con la proprietà su tutti gli elementi di rilievo, non sottovalutando l’ipotesi di una nuova prospettiva anche sul fronte del cambio nella gestione e nell’affidamento della concessione mineraria regionale.»

«Non possiamo permettere che, ancora una volta, si sacrifichino i lavoratori e l’economia di un territorio per gli interessi di imprenditori privati, che arrivano nel nostro territorio con il solo intento di lucrare e sfruttare le risorse. Per questi lavoratori, per le loro famiglie e per tutte le attività del Sulcis noi ci siamo e ci saremo sempre – conclude il consigliere regionale Luca Pizzuto -, uniti nella lotta per difendere i diritti dei singoli e della comunità.»

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Assessorato regionale della Sanità 6 copia

«In occasione dell’ennesima manifestazione dei lavoratori della Asl 7 in Regione per il case della fasce, esprimo ancora una volta massima solidarietà e rinnovo l’impegno di continuare a lavorare a fianco a loro per l’ottenimento dell’atteso risultato.»

Lo scrive in una nota il consigliere regionale di Sinistra Ecologia e Libertà Luca Pizzuto.

«Auspico che la Regione trovi finalmente la giusta soluzione e riporti giustizia in un caso che per troppo tempo ha tenuto in sospeso i lavoratori. Per loro e per tutti quelli che lottano per il riconoscimento dei propri diritti – conclude Luca Pizzuto -, ci siamo e ci saremo sempre.«

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E’ stato presentato questa mattina, nella sala consiliare del comune di Sant’Antioco, lo sportello antiviolenza e antistalking dei comuni dell’ambito Plus di Carbonia (Calasetta, Carbonia, Carloforte, Giba, Masainas, Narcao, Nuxis, Perdaxius, San Giovanni Suergiu, Sant’Anna Arresi, Sant’Antioco, Tratalias e Villaperuccio). L’ìmportante traguardo raggiunto nel territorio del Sulcis Iglesiente, è stato ufficializzato nella Giornata contro la violenza sulle donne.

Dopo i saluti del sindaco di Sant’Antioco, Mario Corongiu, e dell’assessore delle Politiche sociali del comune di Sant’Antioco, Mariella Piredda, e la presentazione, sono intervenuti Katia Puddu, assistente sociale del comune di Sant’Antioco; Antonio Manicone, comandante della stazione dei carabinieri di Sant’Antioco; Veronica Madau, commissario capo della Polizia di Stato a Iglesias ed attualmente in servizio temporaneamente anche a Carbonia; Raffaella Longobardi, medico, psicologa e psicoterapista, dirigente dell’ufficio sanitario di Cagliari; Silvana Migoni, presidente dell’associazione “Donne al traguardo”; e Maria Mameli, psicologa, coordinatrice dello Sportello Antiviolenza e Antistalking.

Hanno partecipato, tra gli altri, i sindaci di numerosi comuni aderenti al Plus di Carbonia e i consiglieri regionali Luca Pizzuto e Ignazio Locci.

Pubblichiamo gli interventi di Katia Puddu, Antonio Manicone, Veronica Madau e Silvana Migoni, registrati nel corso del convegno.

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Palazzo del Consiglio regionale 2 copia

La commissione Sanità ha approvato con i soli voti della maggioranza la manovra di assestamento di bilancio (per la parte relativa al sistema sanitario regionale) contenuta nel disegno di legge n. 382 della Giunta che a breve passerà all’esame del Consiglio.

L’opposizione, attraverso i consiglieri Giorgio Oppi dell’Udc, Michele Cossa dei Riformatori ed Edoardo Tocco di Forza Italia, è intervenuta ad inizio seduta sull’ordine dei lavori annunciando di non voler prendere parte alla seduta e segnalando che, a suo avviso, il mancato rinnovo delle commissioni entro la scadenza fissata dall’art. 9 del Regolamento costituisce “un’anomalia senza precedenti” che, di conseguenza, «determina l’illegittimità degli atti compiuti dagli organismi consiliari». Sul punto, il presidente Raimondo Perra ha replicato ricordando che il presidente del Consiglio, unico organo cui è attribuita la decisione finale sull’interpretazione del Regolamento, ha autorizzato la prosecuzione dei lavori delle commissioni.

Per quanto riguarda il contenuto della manovra di assestamento relativa alla Sanità, il provvedimento è stato illustrato dall’assessore Luigi Arru.

Luigi Arru ha affermato che «l’intervento più consistente prevede la copertura del disavanzo 2015 di oltre 340 milioni attraverso un intervento aggiuntivo di 120 milioni rispetto a quanto già stabilito dalla finanziaria 2016». «Tale intervento – ha spiegato – si rende necessario per rientrare nei parametri del Ministero della Salute, che la Regione deve rispettare essendo sottoposta ad un piano di rientro, che ammettono uno scostamento massimo del 10% fra costi ed entrate». «Inoltre – ha proseguito – la maggiore disponibilità di risorse consentirà al sistema di rispettare i tempi medi dei pagamenti ai fornitori».

«Altri interventi – ha aggiunto ancora Arru – riguarderanno lo stanziamento di 3.370 milioni a favore della Asl 1 di Sassari per i maggiori costi sostenuti a seguito dell’estinzione della Fondazione San Giovanni Battista di Ploaghe e relativo trasferimento di funzioni, beni mobili ed immobili e rapporti giuridici attivi e passivi all’azienda sanitaria, e la rimodulazione dell’intervento delle politiche sociali attraverso le leggi di settore, in modo da poter utilizzare anche risorse europee oltre i fondi regionali e nazionali (complessivamente 18 milioni).»|

L’assessore della Sanità si è poi soffermato sul bando europeo istitutivo del servizio di Elisoccorso, annunciando la presentazione di uno specifico emendamento in sede di assestamento di bilancio per accelerare le procedure e perfezionare un accordo con la Regione Lombardia. «Abbiamo fatto questa scelta in condizioni di emergenza – ha precisato Arru – perché rischiavamo uno slittamento del bando di altri 6 mesi, un bando molto complesso e ricco di tecnicalità dal cui buon esito dipende il successo della riforma che abbiamo impostato». «Lo schema di contratto per 9 anni ad un costo complessivo di 90 milioni – ha aggiunto – prevede la dislocazione dei mezzi nelle basi di Alghero, Cagliari ed Olbia (di cui Olbia H24) per assicurare interventi di primo soccorso nel tempo massimo di 20 minuti all’interno di un raggio di copertura di 50 miglia; si tratta di uno schema che potrà essere verificato e migliorato dopo una valutazione dei risultati sul campo».

Nel successivo dibattito hanno preso la parola le consigliere regionali Daniela Forma e Rossella Pinna del Pd, Augusto Cherchi del Pds, Lorenzo Cozzolino e Luigi Ruggeri ancora del Pd, Fabrizio Anedda del Misto, Emilio Usula dei Rossonori e Luca Pizzuto di Sel.

Le audizioni della commissione proseguiranno domani, alle 9.30, con gli interventi programmati di Anci, Associazioni e Tribunale di Cagliari sulla proposta di legge relativa ad “Interventi per la promozione e la valorizzazione dell’amministratore di sostegno a tutela dei soggetti deboli”.

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Lo scioglimento di Sinistra Ecologia e Libertà sta creando un forte disorientamento tra quanti in questi anni hanno creduto nel progetto politico ed ora si trovano, quasi all’improvviso, a dover decidere come proseguire il loro percorso tra la gente e, in molti casi, nelle istituzioni. Nei giorni scorsi il sindaco di Cagliari Massimo Zedda, il senatore Luciano Uras e l’assessore regionale della Pubblica istruzione Claudia Firino, hanno annunciato di non avere alcuna intenzione di aderire a Sinistra Italiana ed oggi a prendere posizione è il segretario regionale, nonché consigliere regionale del partito, Luca Pizzuto, che in una nota che pubblichiamo integralmente, annuncia che non entrerà né in Sinistra Italiana né nel Partito Democratico e si mette a disposizione per dare «alla Sardegna e all’Italia un centrosinistra forte e un partito credibile e di sinistra per il lavoro».

«Sono ore concitate per la comunità politica di cui faccio parte a causa della scelta,totalmente sbagliata, di liquidare un partito politico come Sinistra Ecologia Libertà in questo difficile e pericoloso momento storico.

Non sfugge a tutti noi ciò che è successo negli Stati Uniti d’America qualche settimana fa e come, anche in Europa e in Italia, le destre più feroci, razziste e populiste stiano rialzando la testa e conquistando posizioni di potere inimmaginabili fino a poco tempo fa.

All’interno di questo quadro la Sinistra non può ripetere il solito errore: scindersi, dividersi, isolarsi e consentire a forze politiche pericolose di prendere in mano il potere.

Per questo motivo penso che, oggi più che mai, il centrosinistra sia un campo di valori irrinunciabile, da ricostruire con tutto il suo popolo e ad ogni livello: dai piccoli comuni al governo nazionale.

Per questo credo che la scelta, che rispetto ma non condivido, di costruire un partito come Sinistra Italiana, che al momento nasce come settario e marginalizzato, sia un errore storico che la Sinistra non si può permettere.

Credo anche che il PD sia un importante alleato che, a livello nazionale dovrebbe scaricare le destre e contribuire a ricostruire il centrosinistra; è, per me, un alleato che rispetto e con cui stiamo facendo battaglie importantissime al governo della regione Sardegna, ma del quale non farò mai parte, nemmeno se questo dovesse cambiare forma. Voglio un partito alleato alla pari del PD non una costola subalterna.

Ho molta stima sia per i compagni che faranno la scelta di aderire a Sinistra Italiana sia per quelli che faranno la scelta di aderire al Pd, ma ritengo che in Sardegna sia urgente costruire un partito della Sinistra che sia in grado di unire territori, esperienze storiche e culturali diverse, per rimettere al centro dell’azione politica il tema del lavoro e della dignità della vita.

Ecco perché propongo di costituire un’associazione della Sinistra per la Sardegna e  che possa raccogliere tutta la comunità e l’eredità politica di Sinistra Ecologia Libertà ma che possa anche aprirsi alle esperienze del sovranismo, del cattolicesimo sociale, del mondo socialdemocratico e marxista, che metta al centro della sua azione politica il lavoro, la difesa dei valori della costituzione, dell’ecologia, della nonviolenza e della differenza di genere. Abbiamo bisogno d’un partito forte sul piano regionale e nazionale che possa dare speranza a tutte le nostre comunità, per questo non mi spaventa rimboccarmi le maniche e ripartire per una nuova avventura.»

Luca Pizzuto

Consigliere regionale

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«Raccogliendo la voce di centinaia di lavoratori del settore, mi sento in dovere di lavorare attivamente per stimolare un dibattito serio e compiuto sulla questione dei criteri per le attività di spettacolo in vigore dal 2013. Risulta quanto mai urgente porre mano alla ridefinizione di regole che valorizzino le attività culturali e… che sostengano tutte le compagnie, incentivando in particolare anche le piccole e medie realtà che lavorano da anni nel settore.»

Lo dice Luca Pizzuto, consigliere regionale e segretario regionale di Sinistra Ecologia e Libertà.
«Chiederò con forza che il tema sia posto in evidenza dall’Assessorato alla Cultura e dalla Presidenza, sia con la revisione della delibera del 2013 che con la stesura di una nuova legge per lo spettacolo dal vivo.  Non dobbiamo permettere – conclude Luca Pizzuto – che tutto il patrimonio umano e culturale costruito in tanti anni vada perduto.»

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Per combattere la povertà non servono più soldi ma migliori servizi. Perché la povertà raccontata dai poveri è ben diversa da quella immaginata dalle amministrazioni, che pure investono cifre poderose (in Sardegna la spesa pro capite è di 108 euro, a fronte dei 38 euro di media nazionale) per raccogliere però risultati parziali, se non insoddisfacenti. È il risultato della ricerca “Le trappole della povertà in Sardegna: soluzioni e strategie”, realizzata dalla Fondazione Zancan su commissione del Centro di Servizio per il Volontariato “Sardegna Solidale” e presentata ieri a Cagliari nel corso di un incontro svoltosi nell’Aula Magna della Pontificia Facoltà Teologica della Sardegna.

La ricerca si è basata su 52 interviste ad altrettante famiglie povere sarde, ed è stata integrata da due focus group a cui hanno partecipato esperti, volontari ed amministratori. Il risultato è un quadro inedito del fenomeno perché «anche in Sardegna si continuano a fare politiche contro la povertà senza sentire i maggiori esperti: cioè i poveri», ha affermato Giampiero Farru, presidente di Sardegna Solidale.

La domanda di partenza è stata: quali sono i principali fattori legati alla condizione di povertà, soprattutto di lunga durata, delle famiglie?

Ogni famiglia ha indicato in media tre criticità e la prima (richiamata con una percentuale del 95 per cento) è stata l’assenza di un lavoro, seguita da problemi legati all’abitazione (65 per cento) e alla salute (58 per cento). «È evidente dunque che una semplice erogazione finanziaria non risolve assolutamente la gran parte dei problemi connessi alla povertà, che è un fenomeno generato da fattori concomitanti che dunque necessita di una molteplicità di azioni», ha spiegato il direttore della Fondazione Zancan, Tiziano Vecchiato.

Con la seconda domanda è stato chiesto alle famiglie di indicare gli interventi, forniti da soggetti pubblici o privati, che li hanno aiutati maggiormente.

Il 95 per cento delle famiglie ha ottenuto contributi, il 69 aiuti di prima necessità e il 29 per cento assistenza abitativa. Servizi di orientamento e sostegno, agevolazioni sui servizi per bambini/ragazzi e assistenza domiciliare hanno riguardato rispettivamente il 27, 23 e 13 per cento delle famiglie.

A fornire questi aiuti sono stati nell’11,7% dei casi familiari o amici (e quasi due terzi di questi aiuti sono stati contributi a sostegno del reddito del nucleo), nel 33,1% enti privati (associazioni, organizzazioni di volontariato), e nel 55,2% enti pubblici di vario livello. In questo caso, circa tre quarti degli aiuti sono stati contributi economici diretti (erogazioni di sostegno al reddito, contributi per lavori socialmente utili, pensioni e indennità di invalidità) o indiretti (contributi per visite mediche e farmaci, per affitto o utenze).

Ma come le famiglie hanno valutato gli aiuti ricevuti? Su una scala da uno a cinque, il livello medio di utilità degli aiuti ricevuti è quasi 3,7. Ma non tutti gli interventi sono stati ritenuti ugualmente utili. Paradossalmente, ai contributi economici e ai beni materiali di prima necessità le famiglie hanno attribuito un livello di utilità più basso (tra 3,5 e 3,6), mentre al sostegno fornito in forma di prestiti agevolati è associato il massimo livello di utilità (punteggio medio 5,0), seguiti dai servizi di assistenza abitativa (4,7), orientamento/sostegno psicosociale e assistenza sociosanitaria (4,5), servizi di assistenza domiciliare (3,9) e accoglienza residenziale (3,6). «Se i servizi di microcredito sono i più apprezzati significa che le persone vogliono restituire le risorse ricevute – ha spiegato Vecchiato – segno che l’assistenzialismo non è ineluttabile ma è generato dalle politiche messe in campo».

Per quanto riguarda invece gli aiuti non ricevuti, le famiglie hanno individuato 152 aiuti di cui avrebbero avuto bisogno (e l’85,5% delle famiglie ha citato almeno un aiuto mancato). Il 71 per cento delle famiglie ha lamentato l’assenza di servizi per il lavoro, il 60 di contributi e il 20 di assistenza abitativa.

Ma non tutti gli aiuti “mancati” hanno pesato ugualmente sulle famiglie in difficoltà.

Il livello massimo di gravità è stato associato alla mancanza di sostegno socio educativo (dopo-scuola per i figli), supporto psicologico o informativo, assistenza sanitaria, sociosanitaria e domiciliare, agevolazioni sul credito.

Di poco inferiore (4,9) è il livello medio di gravità attribuito al mancato sostegno per la frequenza di servizi educativi e percorsi scolastici dei figli (servizi di trasporto e mensa scolastica, borse di studio, agevolazioni per nidi).

4,7 è il livello medio di gravità associato alla mancanza di servizi di orientamento e intermediazione al lavoro.

Minore è invece la gravità media attribuita al mancato ricevimento di contributi economici (4,5) e beni materiali di prima necessità (4,2).

Sotto questo aspetto, sono significative alcune voci raccolte nel corso della ricerca.

I servizi per l’impiego non ti rispondono… tutti vogliono persone con esperienza, ma se non ti fanno fare neppure un tirocinio… (Int. 21)

Mi sono rivolta a enti o associazioni solo quando mi sono trovata alle strette, e ho sempre chiesto il meno possibile… spesso mi sono trovata di fronte a persone che mi hanno umiliata… lo vedo anche in comune… come si permettono di etichettare, di non portare rispetto… non tutti son così, ma alcuni sì, e danno molto fastidio… non so, è una questione di approccio iniziale: gli aiuti ci sono, ma il modo con cui vengono fatte queste cose fa la differenza… (Int. 29)

Parlo solamente del problema di mio figlio, lo Stato cioè non esiste… la Asl diciamo non esiste… un colloquio faceva ogni due mesi perché c’era una neuropsichiatra che doveva seguire mille bambini… [I servizi per il figlio] non ci sono stati, assenti, irreperibili. [Quanto grave è stata la mancanza da uno a cinque?] Dieci si può scrivere? (Int. 37)

L’ultima parte dell’intervista alle famiglie ha cambiato prospettiva, secondo l’idea guida del welfare generativo per cui la lotta alla povertà non può prescindere dall’idea che “non posso aiutarti senza di te”. Il 73 per cento delle famiglie ha così affermato di essere pronta a mettere a disposizione della comunità (vicini di casa, associazioni di volontariato, parrocchia ecc.) le proprie risorse o capacità. «In questo ambito il volontariato può fare molto – ha spiegato Vecchiato – facendo incontrare offerta e domanda, tenuto conto che le famiglie hanno espresso un giudizio positivo sull’importanza del ruolo delle associazioni di volontariato nel sostenere le famiglie povere, attribuendo un punteggio medio pari a 4,1».

Al termine della presentazione (a cui hanno preso parte anche il presidente del Comitato promotore del Csv Sardegna Solidale don Angelo Pittau, il  direttore regionale della Caritas don Marco Lai, il presidente del Co.Ge. Sardegna Bruno Loviselli, il consigliere regionale Luca Pizzuto ed il responsabile del Servizio Studi e Ricerche di Caritas Sardegna Raffaele Callia), sono state premiate le associazioni partecipanti al concorso “Poveri per sempre?”, promosso da Sardegna Solidale per far emergere le strategie contro la povertà messe in campo dal volontariato nei vari territori. Alla premiazione sono intervenuti Vittorio Pelligra (docente di Politica Economica Università di Cagliari), Gianni Concas (volontario Mensa del Viandante) e Linda Migliaccio (Presidente del Gruppo Volontariato Vincenziano Sardegna).

 

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Alcune centinaia di persone, con in testa i sindaci di numerosi comuni di diverse aree della Sardegna, hanno risposto all’invito “della Rete Sarda – Sanità pubblica”, partecipando a Cagliari alla manifestazione di protesta contro il Piano di riorganizzazione della rete ospedaliera, a difesa dei piccoli ospedali e dei servizi sanitari delle zone interne. Al termine della manifestazione, una delegazione ha incontrato il presidente del Consiglio regionale, Gianfranco Ganau, al quale hanno esposto le ragioni della protesta.

Il gruppo consiliare di Sel (Daniele Cocco, Eugenio Lai, Luca Pizzuto, Francesco Agus) ha diffuso una nota, nella quale sostiene che «comprende le ragioni della protesta di amministratori locali e comunità delle zone interne per la razionalizzazione della rete ospedaliera. E’importante però sottolineare, anche in questa occasione, che la missione della maggioranza sia rivolta verso il rilancio delle aree più marginali della Sardegna, cominciando dalla salvaguardia dei diritti essenziali dei cittadini come quello alla salute».

«I piccoli ospedali ed i servizi ad essi collegati sono quindi un elemento imprescindibile della nostra azione politica – aggiungono i consiglieri regionali di SEL -. Riteniamo che questo debba essere il punto di partenza per gli interventi di razionalizzazione della rete, che devono certamente eliminare gli sprechi ma in un quadro di garanzie fondate sia sulla migliore accessibilità al sistema sanitario che sulla qualità delle prestazioni. L’azione politica di Sel sarà comunque diretta alla difesa delle periferie e dei piccoli ospedali ed alla tutela dei servizi nella zone più svantaggiate.»

«Occorre garantire nell’immediato la qualità e la sicurezza  dei servizi sanitari ai cittadini – ha detto da parte sua Gianluigi Rubiu, capogruppo dell’Udc in Consiglio regionale -. Anche nel Sulcis Iglesiente ci aspetta una sfida decisiva, con l’impegno di preservare e rafforzare i presidi ospedalieri all’interno del distretto. Il rischio del nuovo disegno è il declassamento dei poli ospedalieri dell’interno, veri punti di riferimento nel territorio e con reparti che rappresentano l’eccellenza della sanità. Si pensi alle criticità del Cto di Iglesias e del Sirai di Carbonia, con il trasloco dei reparti ed il taglio dei servizi destinati ai pazienti. Una confusione che sta generando una battaglia di campanile assurda ed inconcepibile. Ci sono poi le situazioni relative agli ospedali di Isili e Sorgono. Non è certo questa la finalità della Asl unica – conclude Gianluigi Rubiu – E’ necessario preservare e salvaguardare i servizi sanitari sul territorio, scongiurando una razionalizzazione basata su tagli privi di logica e le sforbiciate delle prestazioni specialistiche.»

Assessorato regionale della Sanità 6 copia

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Mentre continuano i presidi dei lavoratori di Eurallumina presso la sede dell’assessorato regionale dell’Ambiente, il consigliere regionale di Sinistra Ecologia Libertà Luca Pizzuto chiede la massima disponibilità a tutti gli attori coinvolti per la positiva soluzione nella conferenza di servizi definitiva prevista per il prossimo dicembre e che la Regione si faccia parte attiva per promuovere il riavvio dello stabilimento.

«Intanto – aggiunge Luca Pizzuto -, esprimiamo un cauto ottimismo sulle notizie relative alla vertenza Alcoa che, secondo quanto affermato da fonti ministeriali, dovrebbe vedere la firma dell’accordo per la gestione in capo a Invitalia e l’avvio delle trattative con nuovi acquirenti. Premiato il lavoro della Regione che in questi mesi è stata impegnata instancabilmente nel seguire le trattative del Governo nazionale. Il Sulcis e i suoi lavoratori – conclude Luca Pizzuto – non saranno lasciati soli: dobbiamo e possiamo dare a questo territorio una nuova speranza di sviluppo e di ripresa.»

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