25 April, 2024
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Conclude questa sera il suo primo fine settimana di eventi “Ai Confini tra Sardegna e Jazz”, lo storico festival organizzato dall’Associazione Culturale Punta Giara giunto alla sua trentasettesima edizione, che sta vivendo la sua prima tranche di anteprime nel mese di agosto (ulteriori date saranno annunciate a breve), racchiuse sotto l’insegna “Jazz Around”, con diversi concerti in siti di interesse paesaggistico, storico e culturale del Sulcis Iglesiente.

E sarà il prezioso sito geo speleo archeologico di “Sa Marchesa” a Nuxis, ad accogliere le sperimentazioni sonore di Paolo Angeli, a cui (alle 21.00) spetta il compito di chiudere la quattro giorni di musica di questa settimana.

Artista da sempre capace di abbattere le barriere tra i generi musicali, alla costante ricerca di nuove ispirazioni creative, Angeli vive la musica da artigiano e la plasma come si fa con materia viva. Il musicista gallurese, classe 1970, ha trovato la sua dimensione di ricerca e sperimentazione con la costruzione e ideazione della “chitarra sarda preparata”: nata dall’incontro-scontro tra avanguardia extra-colta e tradizione popolare, è uno strumento orchestra a 18 corde, ibrido tra chitarra baritono, violoncello e batteria, dotato di martelletti, pedaliere, eliche a passo variabile con cui rielabora, improvvisa e compone una musica sospesa tra free jazz, folk noise e pop minimale. “Rade” è il suo ultimo album, il quattordicesimo della sua carriera, uscito lo scorso maggio (ReR Megacorp), tra popolare e contemporaneo, tra pulsazioni balcaniche, influssi mediorientali e nordafricani, citazioni di rebetiko e memorie delle avanguardie storiche, reminiscenze flamenche, fraseggi dissonanti, crescendo epici art-rock e convergenze in squarci di liricità.

In apertura di serata, le note libere da schemi del duo Immuginazione, nato dall’incontro tra il chitarrista Sandro Perdighe (suona anche il contrabbotto), e il trombettista Marco Pittau, colleghi in musica dal 2006, uniti dallo stesso approccio genuino e informale alla musica, basato sull’improvvisazione e sulla ricerca timbrica, influenzata da suggestioni sonore di ogni sorta, dai guizzi dei pesci al ridere delle scimmie.

 

Ultimi due appuntamenti, oggi e domani, a Villaperuccio e Nuxis, per le anteprime del 37° festival “Ai Confini tra Sardegna e Jazz”, organizzate dall’Associazione Culturale Punta Giara.

Questa sera, alle ore 21.00, Laura Agnusdei in duo nel sito archeologico della Necropoli di Montessu, a Villaperuccio, con Giacomo Bertocchi al sax ed elettronica. 

Il prezioso sito geo speleo archeologico di “Sa Marchesa”, a Nuxis, si prepara ad accogliere, domani sabato 20 agosto, alle ore 21.00, le sperimentazioni sonore di Paolo Angeli, a cui spetta il compito di chiudere la quattro giorni di musica.

Artista da sempre capace di abbattere le barriere tra i generi musicali, alla costante ricerca di nuove ispirazioni creative, Angeli vive la musica da artigiano e la plasma come si fa con materia viva. Il musicista gallurese, classe 1970, ha trovato la sua dimensione di ricerca e sperimentazione con la costruzione e ideazione della “chitarra sarda preparata”: nata dall’incontro-scontro tra avanguardia extra-colta e tradizione popolare, è uno strumento orchestra a 18 corde, ibrido tra chitarra baritono, violoncello e batteria, dotato di martelletti, pedaliere, eliche a passo variabile con cui rielabora, improvvisa e compone una musica sospesa tra free jazz, folk noise e pop minimale. “Rade” è il suo ultimo album, il quattordicesimo della sua carriera, uscito lo scorso maggio (ReR Megacorp), tra popolare e contemporaneo, tra pulsazioni balcaniche, influssi mediorientali e nordafricani, citazioni di rebetiko e memorie delle avanguardie storiche, reminiscenze flamenche, fraseggi dissonanti, crescendo epici art-rock e convergenze in squarci di liricità.

In apertura di serata, le note libere da schemi del duo Immuginazione, nato dall’incontro tra il chitarrista Sandro Perdighe (suona anche il contrabbotto), ed il trombettista Marco Pittau, colleghi in musica dal 2006, uniti dallo stesso approccio genuino e informale alla musica, basato sull’improvvisazione e sulla ricerca timbrica, influenzata da suggestioni sonore di ogni sorta, dai guizzi dei pesci al ridere delle scimmie.

 

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Fine settembre, a Cagliari, all’insegna del jazz di qualità: da domani (giovedì 26) a domenica (29 settembre) tiene banco nel capoluogo sardo il festival “Forma e Poesia nel Jazz”, organizzato dall’omonima cooperativa, quest’anno alla sua edizione numero ventidue. In cartellone nomi di primo piano della scena jazzistica italiana, com’è consuetudine di questa manifestazione: ecco, dunque, alla testa delle rispettive formazioni, la cantante Maria Pia De Vito, il sassofonista Stefano Di Battista, la contrabbassista Federica Michisanti, i pianisti Julian Oliver Mazzariello e Sade Mangiaracina; e poi il trombonista Gianluca Petrellad e il vibrafonista Pasquale Mirra in duo, The Italian Trio di Dado Moroni, Rosario Bonaccorso e Roberto Gatto, il quartetto di Luca Mannutza, Max Ionata, Lorenzo Conte e Joris Dudli.
Quest’anno il festival fa base negli spazi dell’EXMA, il Centro Comunale d’Arte e Cultura in via San Lucifero, con due concerti in programma per ciascuna delle quattro serate; e, oltre alla musica dal vivo, diverse iniziative collaterali, incontri, conferenze, laboratori per bambini, escursioni, con qualche puntata anche altrove. Uno schema valido già dalla giornata inaugurale di domani, giovedì 26 settembre, che si apre a mezzogiorno con la musica di Matteo Costa (contrabbasso) e Marco Pittau (tromba) a bordo della Metropolitana leggera della linea Gottardo-Repubblica: un appuntamento proposto grazie alla collaborazione dell’ARST.
Le attività all’EXMA prendono invece il via alle 18.00 con la prima delle quattro conferenze sulla storia del jazz tenute, anche per questa edizione, dal musicista e musicologo Enrico Merlin, che stavolta analizzerà il sessantennio dal 1959 ai giorni nostri, mentre alle 1900 è il momento degli show case e aperitivi musicali proposti in collaborazione con Radio X, media partner del festival e di casa nel centro di via San Lucifero. Protagonista domani (giovedì) il bluesman Vittorio Pitzalis. L’ingresso a questa prima parte della serata è gratuito.
Poi, alle 20.00, e con ingresso a pagamento, i riflettori si accendono per il primo dei concerti in cartellone, protagonista il trio di Julian Oliver Mazzariello, con Daniele Sorrentino al contrabbasso e Dario Congedo alla batteria. Dopo tante collaborazioni e esperienze con artisti che vanno dall’High Five Quintet al gruppo Yatra di Enzo Pietropaoli, da Lucio Dalla e Alex Britti a Stefano di Battista e Enrico Rava, da Fabrizio Bosso a Maria Pia De Vito, il pianista italo-inglese lo scorso autunno ha firmato il primo album a suo nome, emblematicamente intitolato “Dèbut”, mettendo in luce groove, swing, tecnica sopraffina, in un percorso tra stili diversi affrontati con grande consapevolezza.
Per Julian Oliver Mazzariello doppio impegno in questa serata inaugurale: il pubblico del festival lo ritroverà infatti seduto al suo strumento anche nel secondo set, in programma alle 21.30, insieme proprio al contrabbassista Enzo Pietropaoli per accompagnare Maria Pia De Vito nel suo progetto “Around Joni”, un omaggio della cantante napoletana alla grande Joni Mitchell. Una nuova rilettura, dopo quella consegnata già nel 2005 alle tracce dell’album “So Right”, che attinge a pagine più estese dell’infinita produzione della cantante e autrice americana, andando a toccare l’anima folk degli inizi, dai tempi di Woodstock, ma esplorando anche l’influenza che il jazz ha avuto sulle procedure compositive della Mitchell.
Chiusura di serata con dj-set a cura di Radio X.
Al femminile anche l’incipit della seconda serata – venerdì 27, alle 20.00 -: protagonista Sade Mangiaracina in trio con Salvatore Maltana al contrabbasso e Gianluca Brugnano alla batteria. Classe 1986, talento fra i più interessanti del jazz nazionale, la pianista siciliana ha registrato un anno fa per l’etichetta Tǔk Music di Paolo Fresu l’album “Le mie donne”: otto ritratti in musica di grandi figure femminili, otto brani originali composti e arrangiati da lei stessa, che mettono in evidenza l’anima mediterranea di Sade Mangiaracina inserita nel contesto della musica improvvisata.
Da un talento emergente a uno dei jazzisti italiani più affermati a livello internazionale: venerdì alle 21.30 sale sul palco dell’EXMA Stefano Di Battista (sax alto e soprano) alla testa del suo quartetto con Andrea Rea al pianoforte, Dario Rosciglione al contrabbasso e Luigi Del Prete alla batteria. Cinquant’anni compiuti lo scorso febbraio, nel corso di una carriera cominciata presto sotto l’influenza di Massimo Urbani, e decollata a metà anni Novanta da Parigi, suonando con musicisti del calibro di Michel Petrucciani, Aldo Romano, Elvin Jones, Jacky Terrasson, l’ONJ, il sassofonista romano può vantare un bagaglio di esperienze davvero ragguardevole, con una discografia che conta – tra gli altri – cinque album per la prestigiosa etichetta Blue Note.
Trombone, elettronica, vibrafono e percussioni.
 Due strumenti acustici dal timbro chiaramente diverso e le rispettive incursioni nell’elettronica: Gianluca Petrella, uno dei più talentuosi trombonisti al mondo, e Pasquale Mirra, vibrafonista tra i più attivi del jazz Italiano e internazionale, aprono la terza serata del festival, sabato 28 (sempre alle 20). Un duo atipico in un gioco di equilibri tra melodia, ritmo, armonia ed elettronica, alimentato dalla voglia e la curiosità di entrambi i musicisti di esplorare con leggerezza 
territori musicali diversi.
Progetto nato lo scorso anno, The Italian Trio – al centro dei riflettori nel secondo set di sabato sera – riunisce sotto la sua insegna tre fra i massimi interpreti dei rispettivi strumenti della scena jazzistica italiana: il pianista Dado Moroni, uno dei jazzisti italiani più stimati negli USA; Rosario Bonaccorso, contrabbassista dalla solida conoscenza della tradizione, lo stile molto comunicativo e l’originale spirito di improvvisazione; e Roberto Gatto, batterista in prima linea nel jazz italiano degli ultimi quattro decenni come sideman prestigioso e alla testa di propri progetti. Un super trio, insomma: nessun leader, solo musica di alto livello dove ogni musicista porta in dote il proprio talento e le proprie idee.
Un altro trio, quello di Federica Michisanti, apre alle 20 la serata conclusiva del festival, domenica 29. Si chiama Horn Trio la formazione che vede accanto alla contrabbassista (miglior nuovo talento del 2018 per la rivista Musica Jazz) Francesco Lento (tromba e flicorno) e Francesco Bigoni (sax tenore e clarinetto) e che un anno fa, a ottobre, ha debuttato su disco con “Silent Rides – a suite for double bass and horns“. Le composizioni, tutte a firma della leader, vengono presentate sotto forma di “suite”, ovvero senza interruzione, raccordate da improvvisazioni libere o sulla struttura delle composizioni stesse.
L’ultimo atto dell’edizione numero ventidue di Forma e Poesia nel Jazz vede in scena un quartetto composto dal pianista cagliaritano Luca Mannutza, il sassofonista Max Ionata, Lorenzo Conte al contrabbasso e il batterista svizzero Joris Dudli. La conoscenza del grande repertorio jazzistico e al tempo stesso la passione di sperimentare sempre nuove strade sono la caratteristica che lega tra loro questi musicisti e garantisce una performance di grande impatto emotivo.
Vari eventi collaterali ai concerti arricchiscono e impreziosiscono le quattro giornate di Forma e Poesia nel Jazz all’EXMA. Oltre al musicista e musicologo Enrico Merlin con le sue conferenze sulla storia del jazz, da venerdì 27 ritorna al festival anche il musicista e collezionista Attilio Berni con la sua esposizione di sassofoni e la sua conferenza-spettacolo in cui racconta genesi e fortuna di uno degli strumenti principali del jazz.

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Questa sera, alle 22.00, a Calasetta, per il festival LiberEvento, davanti al piazzale della Torre Sabauda, arriva Giovanni Panunzio, fondatore di Telefono Antiplagio che, in dialogo con la scrittrice Lorenza Garbarino presenterà “Mediocrazia. Il silenzio dei colpevoli”, libro edito da Youcanprint nel 2018 in cui si parla di una società in cui il potere è in mano ai mediocri e ai media. La serata prosegue alle 23 con il reading teatrale “I Monologhi della vedova Puddu”, di e con l’attore Riccardo Montanaro e l’accompagnamento musicale del polistrumentista Marco Pittau.

Domani, si prosegue con Floriana Bulfon, giornalista d’inchiesta impegnata soprattutto sul fronte della criminalità organizzata a Roma (per cui è stata anche minacciata), che parlerà di “Casamonica”, libro uscito quest’anno per Rizzoli. Dialoga con lei il giornalista Luca Gentile. Durante la serata l’artista Massimo MAP Piga eseguirà degli interventi artistici ispirati dalle emozioni suscitati dai racconti della giornalista.

Il sipario su questa seconda edizione di LiberEvento si chiude mercoledì 7 agosto con Toni Capuozzo (già vicedirettore del TG5, ha lavorato a Panorama, Mese, Epoca e per la trasmissione Mixer di Giovanni Minoli) per presentare “La culla del terrore. L’odio in nome di Allah”, pubblicato da Signs Pubblishing. Il libro è un’opera di graphic journalism in cui si spiega quali sono le origini dell’attuale terrorismo islamista, delle bandiere nere dell’ISIS, della guerra santa dello stato islamico e dei suoi seguaci contro gli “infedeli” occidentali. A dialogare con il giornalista sarà Carlo Floris.

La serata si chiude con un concerto di Il Quintetto (formazione composta da Carla Caredda, Daniela Pibiri, Alessandro Ragatzu, Stefano Onano, alla voce, accompagnati al pianoforte da Federico Melis) che proporrà brani dal Quartetto Cetra ai Queen.

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Dal triennio 2012-2014 al 2015-2017 il numero dei focolai di Peste suina africana (PSA) nei maiali domestici si è ridotto del 75%, mentre la presenza della malattia nei cinghiali ha avuto un calo di circa il 64%. Se invece si dovesse fare il paragone con gli ultimi 8 mesi (agosto 2017 – marzo 2018), la riduzione dei focolai nel domestico raggiunge il 90%. Sono i dati che emergono dagli studi elaborati dall’Istituto zooprofilattico sperimentale (IZS), e presentati questa mattina a Cagliari, nel corso di una conferenza stampa, che dimostrano come le azioni di contrasto, promosse in questi ultimi anni dalla Giunta Pigliaru attraverso l’Unità di Progetto (UdP) per l’eradicazione della Peste suina africana in Sardegna, abbiano raggiunto risultati molto incoraggianti. È opinione condivisa fra i veterinari dell’IZS che «l’eradicazione della PSA dalla Sardegna non è mai stata così vicina. Per questo, bisogna continuare a fare quello che si sta già facendo, con il massimo impegno e determinazione». 
Il report sull’andamento della malattia sull’Isola sarà illustrato dagli studiosi sardi, con maggiore dettaglio scientifico, nell’ambito della quattro giorni di lavori internazionali, iniziati oggi a Cagliari e in chiusura il prossimo 14 aprile, dove i maggiori esperti mondiali di PSA si incontreranno per il quarto seminario GARA (Global African Swine Fever Research Alliance).
Alla conferenza stampa di questa mattina, tenuta nell’hotel Regina Margherita, dove si svolge il GARA, hanno partecipato il presidente Francesco Pigliaru, il responsabile dell’UdP, Alessandro De Martini, il direttore generale dell’IZS, Alberto Laddomada, il coordinatore ATS Area veterinaria, Franco Sgarangella, il consulente dell’UdP e docente all’Università di Madrid, José Manuel Sánchez-Vizcaíno, Marco Pittau (docente di malattie infettive dell’Università di Sassari) e, in rappresentanza del ministero della Salute, il direttore generale della Sanità animale e dei farmaci veterinari, Pier Davide Lecchini.
«La Sardegna non è mai stata così vicina a eradicare la Peste suina – ha detto il presidente Francesco Pigliaru -: oggi, nel confronto tra gli esperti internazionali, è emerso chiaramente che, dopo 40 anni, questa partita sta finalmente andando a chiudersi. Se negli ultimi decenni nessuno ha avuto il coraggio di combattere la PSA, noi invece, insieme a un pezzo importante della Sardegna, lo stiamo facendo e siamo vicinissimi al risultato. Questo è il momento di dare la spinta finale per liberarci da una malattia che impedisce a un settore, dalle potenzialità straordinarie, di svilupparsi creando lavoro e sviluppo nelle zone che ne hanno particolarmente bisogno. È vero – ha aggiunto il presidente Pigliaru -, c’è ancora il pascolo brado, ma molto meno rispetto al passato perché tutti hanno capito che c’è una determinazione assoluta, non soltanto della Regione, ma ormai di gran parte della popolazione. C’è la consapevolezza che bisogna liberarsi da questa piaga perché alla fine farà bene a tutti, anche a chi oggi non ha ancora capito e continua a stare nell’illegalità. Se da un lato continueremo con gli abbattimenti dall’altro stiamo costruendo autostrade per chi si vuole mettere in regola garantendo loro sostegno economico e assistenza tecnica e creando tutte le migliori condizioni perché si porti avanti una produzione virtuosa.» Francesco Pigliaru ha poi ricordato quanto accaduto nella Penisola Iberica: «La regione spagnola dell’Estremadura ha avuto come noi la PSA per 40anni: le campagne erano abbandonate, in una situazione disastrosa. Quando se ne sono liberati, la produzione, il lavoro e lo sviluppo sono stati straordinari con oltre 400milioni di euro di fatturato per una territorio molto piccolo. Questa è la nostra prospettiva. È a portata di mano e ci arriveremo insieme». 
Il presidente Pigliaru ha quindi ringraziato tutta la squadra, di donne e uomini, che compongono l’UdP per i risultati raggiunti in questa battaglia giusta per la Sardegna.
«I dati oggi in nostro possesso ci dicono che stiamo intaccando il nucleo vero della malattia – ha precisato il direttore generale dell’IZS, Alberto Laddomada -. Gli abbattimenti hanno anche avuto un ruolo di persuasione verso chi operava nell’illegalità dove molti soggetti hanno deciso di mettersi in regola.» 
«I depopolamenti si sono comunque mossi con una azione costante di dialogo e collaborazione con gli allevatori e i cacciatori. In questo momento – ha proseguito Alberto Laddomada – la Sardegna è impegnata a riconquistare la credibilità internazionale persa con 40 anni di fallimenti e illegalità diffusa. Dimostrare oggi che siamo diventati dei soggetti affidabili non è un percorso facile, ma sia il presidente Pigliaru e sia il ministro Beatrice Lorenzin sostengono questa azione di recupero della fiducia soprattutto nei confronti di Bruxelles.»
Alessandro De Martini ha ricordato le fasi istitutive dell’UdP e la linea di dialogo sempre aperta nei confronti dei territori e degli amministratori: dal coinvolgimento dei sindaci ai 6mila cacciatori formati nei corsi di Laore Sardegna passando per la straordinaria collaborazione con allevatori, cacciatori e tutte le diverse componenti dell’Unità di Progetto.
«I circa 300 veterinari che operano in tutta la Regione – ha spiegato Franco Sgarangella -, garantiscono la Salute animale da un lato e la sicurezza alimentare della filiera dall’altro con controlli effettuati nelle circa 15mila aziende suinicole sarde.»
«Oggi – ha affermato lo studioso spagnolo José Manuel Sánchez-Vizcaíno – sono molto contento perché è un grande giorno per un ricercatore che per anni ha cercato di eradicare una malattia. La squadra veterinaria della Sardegna ha dimostrato di essere una Ferrari, riconquistando con i risultati una credibilità europea e internazionale non facile, soprattutto dopo 40 anni in cui la malattia ha creato gravi danni all’apparato economico.»
Nel periodo 2012-2014 si erano verificati 223 focolai, con una media di oltre 74 per anno e circa 6 al mese; nel triennio successivo, 2015-2017, ci sono stati invece 56 focolai con una media di 19 per anno e di circa 1,5 al mese. Il calo dei focolai è stato ancora più accentuato ed eclatante negli ultimi otto mesi (agosto 2017 – marzo 2018) dove si sono verificati solo 3 focolai in 3 Comuni, a fronte dei 13 focolai in 9 Comuni riscontrati fra agosto 2016 e marzo 2017.
Per quanto riguarda i due focolai di Aritzo (gennaio 2018) e Fonni (febbraio 2018), i controlli nelle zone di protezione e sorveglianza, così come previsti dalle norme, sono ormai pressoché ultimati e finora non è stato trovato alcun riscontro di PSA negli allevamenti registrati. In queste zone di protezione e sorveglianza ricadono territori di numerosi Comuni già categorizzati come ad alto ed altissimo rischio per PSA ed è confortante avere conferma che la situazione sia ragionevolmente sotto controllo.
La situazione nel cinghiale è in chiaro miglioramento, come indicato dal trend di sieroprevalenza nell’attuale zone infetta (circa 10mila kmq su un totale di 24mila Kmq dell’intera Isola). A partire dalla stagione venatoria 2012/2103 fino alla stagione 2017/2018, i valori sono stati i seguenti: 10,44%, 7,84, 7,37, 6,76, 4,70, e infine 3,80% in quest’ultima campagna di caccia. Tali dati registrano un calo progressivo della sieroprevalenza (indicatore importantissimo della avvenuta circolazione virale tra i cinghiali nei mesi/anni precedenti alla caccia). I numeri elaborati dall’IZS sono frutto dei test effettuati sui campioni prelevati dai cacciatori nei cinghiali abbattuti. L’affidabilità di questi dati è andata consolidandosi grazie a una crescente collaborazione con il mondo venatorio che in questi anni ha visto aumentare i campioni sottoposti a controllo da circa 3200 a oltre 5200 (+62%) a stagione.
Il quadro inequivocabile emerso dalla situazione nei cinghiali conferma quanto gli studiosi dell’UdP vanno sostenendo da tempo: «In linea generale, a un miglioramento della situazione nei domestici corrisponde o fa seguito anche un miglioramento nel selvatico». 
I maiali allo stato brado. A fronte di una popolazione, stimata a inizio dicembre 2017, di circa 3-5mila capi bradi presenti fra Nuorese e Ogliastra, negli ultimi quattro mesi sono stati abbattuti circa 1700 animali al pascolo non confinato illegale. I comuni dove si è intervenuti sono: Arzana, Baunei, Desulo, Nuoro, Orgosolo, Talana, Urzulei e Villagrande Strisaili.
I controlli sierologici e virologici indicano che la PSA era perfettamente endemica nei territori di Orgosolo, mentre altrove la situazione era più variegata suggerendo, certamente, l’altissimo rischio di questa pratica di allevamento, ma non necessariamente la sua endemicità in ognuno dei gruppi di maiali e territori in cui gli abbattimenti sono stati effettuati. L’endemicità della PSA ad Orgosolo è presumibilmente dovuta all’alto numero e alla densità dei capi bradi tenuti in quel territorio comunale e alla conseguente elevata probabilità di contatti tra i diversi branchi di maiali, che assicuravano una continua circolazione del virus. Nella sola Orgosolo, fra dicembre 2017 e marzo 2018, sono stati abbattuti 907 capi. In contemporanea e per evitare le azioni di depopolamento, molti detentori di maiali illegali, in tutti gli otto Comuni interessati dagli abbattimenti, hanno macellato clandestinamente i loro animali immettendoli nel mercato abusivo. L’avvistamento dei suini bradi è ora molto più sporadico, rendendo di conseguenza meno facile la stima dei capi rimasti che, a oggi, si ipotizza si siano ridotti a non più del 10-20% rispetto a inizio dicembre 2017. In ogni caso, è sicuro che il numero e la densità sono molto inferiori rispetto al passato e già questo depone a favore di un diminuito rischio di circolazione virale.
La tendenza, chiaramente positiva, degli ultimi tre anni e quella, ancor più marcata, degli ultimi mesi, indica complessivamente una rarefazione della circolazione virale sia negli allevamenti registrati che nel cinghiale e lascia ben sperare sulla possibilità di eradicazione definitiva della malattia dalla Sardegna anche a seguito del forte e ulteriore impatto positivo che ci si attende come conseguenza al contrasto del pascolo brado, che deve continuare.
A determinare il trend positivo dei dati sull’arretramento della PSA, oltre al contrasto del brado, hanno contribuito indubbiamente le attività di controllo sugli allevamenti e sulla caccia, sia in termini quantitativi che qualitativi. Il miglioramento della situazione epidemiologica complessiva è infatti correlato a un miglioramento dell’attuazione delle attività da parte dei servizi veterinari (potenziati a giugno 2017 con il Gruppo di Intervento Veterinario e ora coordinati centralmente dall’Azienda Tutela della Salute, che ha competenza sull’intero territorio regionale) e dei cacciatori rispetto alle norme e al programma di eradicazione.
Altro elemento che ha contribuito notevolmente a ridurre la presenza della PSA riguarda la formazione e l’informazione di allevatori e cacciatori, promossa nei territori dall’UdP, sulle buone pratiche dell’allevamento regolare e sui numerosi vantaggi economici e occupazionali che, soprattutto nelle zone interne della Sardegna, si potrebbero avere una volta sconfitta la malattia.
In ultimo, un fattore esterno che potrebbe aver contribuito ai risultati illustrati oggi è quello legato alla lunga e calda stagione estiva del 2017, che avrebbe favorito l’inattivazione del virus nel ambiente, con il conseguente minor rischio di focolai nei domestici. La siccità e la mancanza quindi di cibo per molti mesi hanno causato una diminuzione della densità dei cinghiali, specie più giovani. L’inattivazione del virus nell’ambiente e la diminuzione della densità dei capi selvatici hanno probabilmente reso più difficile la circolazione del virus tra i cinghiali ed i maiali.

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«Qualità e sicurezza alimentare dei prodotti tipici della Sardegna: dall’allevamento alla tavola» è il tema della Tavola rotonda, organizzata dall’assessorato regionale della Sanità e in programma domani, 21 ottobre, al Conference Center dell’Expò di Milano, con inizio alle 10.00.
Parteciperanno Silvio Borrello, direttore generale della Sanità Animale e dei Farmaci veterinari del ministero della Salute; l’assessore regionale dell’Agricoltura, Elisabetta Falchi; Davide Calderone, Direttore generale Assica; Roberto Moncalvo, presidente nazionale Coldiretti; Battista Cualbu, presidente Coldiretti Sardegna; Luca Sanna, presidente Confagricoltura Sardegna; Joaquim Goyache, Dipartimento Sanità Animale Università Complutense di Madrid; Eraldo Sanna Passino, direttore del Dipartimento di Medicina Veterinaria dell’università degli Studi di Sassari; Marco Pittau, Dipartimento di Medicina veterinaria Università degli Studi di Sassari; Alberto Laddomada, direttore generale Istituto zooprofilattico della Sardegna; Giuseppe Pulina, direttore generale Ente Foreste Regione Sardegna; Daniela Mulas, direttore Servizio Sanità pubblica veterinaria e sicurezza alimentare dell’assessorato regionale della Sanità.

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ll Crogiuolo, centro di intervento teatrale diretto da Mario Faticoni, ha inaugurato una nuova stagione di “Teatro da Camera”, a cura di Rita Atzeri, otto appuntamenti che fino all’11 dicembre 2015, animeranno l’Arco Studio, il poetico spazio di via Portoscalas 17, a Cagliari.

La stagione di “Teatro da Camera” nasce per offrire agli affezionati de Il crogiuolo la possibilità di un incontro intimo con gli artisti ospiti della stagione, i quaranta posti a disposizione, infatti, favoriscono un contatto e uno scambio comunicativo non filtrato dal palcoscenico e rendono semplice il crearsi di un dialogo familiare post spettacolo.

Gli interpreti di questa stagione sono tutti talenti della scena regionale, protagonisti da oltre un decennio della vivace produzione che caratterizza il panorama teatrale: Elena Pau de La Fabbrica Illuminata, Monica Zuncheddu, Fausto Siddi, Angelo Trofa, Daniele Pettinau, Riccardo Montanaro e Giorgia Uccheddu, Rita Atzeri e Andrea Congia. Ciascuno, a seconda della propria propensione, indaga la scena contemporanea attraverso la scrittura creativa di grandi attori/autori, come nel caso di Elena Pau con Franca Valeri, o la scrittura originale propria, Angelo Trofa, Daniele Pettinau, Riccardo Montanaro e Gloria Uccheddu, o di un compagno di lavoro, Fausto Siddi e Monica Zuncheddu con Alessandro Muroni. Sempre di scrittura originale nata dall’adattamento di un romanzo possiamo parlare invece nel caso di Rita Atzeri e Andrea Congia.

Giovani presenze a cui si affianca la solida esperienza di due grandi mattatori Mario Faticoni e Aldo Brigaglia.

Il 2 ottobre, alle ore 21.00, “Filastrocca, messa di arcani archetipi e filastrocche”, di e con Daniele Pettinau: «Quando faccio un’ improvvisazione mi sento davvero vivo… Gianni Rodari trascriveva le parole del Professor Grammaticus così: “Chi sbaglia inventa!”… Sono cresciuto grazie alle sue filastrocche e recentemente, scriverne di originali è diventato un modo per far circolare la creatività in me. Questa “Messa” tra arcani e archetipi , vuole essere l’occasione per condividere questo piacevole fluire , messo in “ordine” dall’ordine sacro che solo uno strumento come i tarocchi possono permettersi di scandire. Durante la celebrazione avremo modo di consultare i Tarocchi insieme e di farli “Vivere” attraverso gli archetipi che essi incarnano…»

Il 9 ottobre, ore 21.00, “Come sto, di Angelo Trofa, con Valentina Fadda e Angelo Trofa, produzione Batistera. “Come sto” è un dialogo sconnesso, un fiume di parole dove stati d’animo, sensazioni, eventi e accidenti concorrono a dare risposta alla domanda “Come stai?”. Mille risposte possibili, tutte insieme, mescolate, in contraddizione. Un quadretto assurdo e definitivo, un fluire di parole per definirsi almeno per un attimo, per recintare temporaneamente il caos dilagante, tutto quel rumore che concorre a rendere difficile la risposta all’eterna domanda “Come sto?”

Di scena il 23 ottobre, alle ore 21.00, “All’ombra della pensilina”, racconto in musica di Alessandro Muroni, con Fausto Siddi e Alessandro Muroni al pianoforte, musiche e canzoni di Alessandro Muroni.

L’impossibilità di rendersi autonomo e credibile in una società dai ritmi frenetici e insostenibili per un carattere fragile e labile fa di Luigi il bersaglio preferito delle stesse persone che la costituiscono. Persi i genitori, si trova libero nell’aspettare un autobus che non prenderà e di vagare per l ipermercato più vicino in cerca di quel calore umano perso nei ricordi di casa sua.

Ancora un’opera i Muroni il 30 ottobre, alle ore 21.00, “Puppenspiel, interpretata questa volta da Monica Zuncheddu, sempre accompagnata al pianoforte dello stesso Muroni, autore anche delle musiche. Le voci registrate sono di Rita Anedda, Laura Cubeddu, Giorgia Lai, Claudia Mandas, Veronica Puddu, Monica Zuncheddu e i suoni sono stati registrati da Alessandro Fulvio Bordigoni.

La solitudine dell’essere donna consapevole in una società come la nostra, riflesso del maschilismo imperante e della difficoltà di mettersi (e di mettere tutto ciò che ci circonda) in discussione, annienta l’esistenza di Laila che percepisce sempre più stretto e ingiusto il suo ruolo scontato di madre e moglie, riscoprendosi donna in un rapporto autentico con se stessa.
Ribaltati i ruoli, la donna odierna, sempre più indipendente ed organizzata, si trova a far fronte alla rapida trasformazione del proprio ruolo di donna, madre e moglie. Una figura femminile che manifesta nuove esigenze affermando la propria individualità e autonomia. E’ così che Antonia, con sprezzante scetticismo, prende le distanze dalle relazioni false, nelle quali ci si confronta attraverso le maschere sociali, per giungere ad una profonda consapevolezza di sé stessa e del proprio ruolo.

I decani del panorama culturale sardo sono in scena il 20 novembre, ore 21, con “I colori della neve”, da “Neve” di Maxence Fermine, adattamento Aldo Brigaglia, recital Mario Faticoni, al pianoforte Giancarlo Salaris.

Yuko è un giovane poeta giapponese. Nei suoi Haiku sa cantare solo lo splendore e la bianchezza della neve. Soseki è un anziano pittore divenuto cieco. Vive nel ricordo di un amore perduto. Neve è una ragazza bellissima. Il suo corpo giace per sempre tra i ghiacci.

A legare i loro destini, un filo, disperatamente teso tra le cime di due montagna, come simbolo di un esercizio funambolico impossibile da eseguire. Una favola senza tempo, che parla al lettore di vita e di poesia, di amore e di morte, e di un fiocco di neve che cade leggero dal cielo.

Continuano i padroni di casa, il 4 dicembre, alle ore 21.00, con La Pelle intera” da Giulio Angioni, con Rita Atzeri, Andrea Congia chitarra classica, Francesca Romana Motzo clarinetto, coproduzione Il crogiuolo / Casa di Suoni e Racconti

Tre Voci per una Polifonia dell’Ultima Guerra, dal libro dell’intellettuale, scrittore e antropologo sardo Giulio Angioni. Un’avvincente narrazione musicale ambientata in uno dei più difficili periodi storici del nostro paese: oltremare, un giovane sardo è scaraventato nel caotico epilogo del Secondo Conflitto Mondiale. Tra indefiniti Eserciti e Stati lacerati, i Liberatori avanzano. Nottetempo la piccola sentinella sarda osserva l’immenso freddo di un’Italia sfilacciata. Un’Identità incerta, che rovescia la Realtà, è rivelata dalla trama della Parola e dall’ordito della Musica. Una storia di Resistenza, di Salvezza, di Vinti e Vincitori, di Vittime Mutanti.

Chiude la stagione l’11 dicembre, alle ore 21.00, “Diritto di precedenza” Omaggio a Stefano Benni, con Gloria Uccheddu e Riccardo Montanaro, Marco Pittau alla tromba e Matteo Costa al basso, regia di Gloria Uccheddu, produzione Nefos – artisti associati.

Ispirato ai testi di Stefano Benni, lo spettacolo mette in luce temi di carattere sociale quali razzismo, morti bianche e corruzione. Gli attori Gloria Uccheddu e Riccardo Montanaro, accompagnati dalle note della tromba di Marco Pittau e del basso di Matteo Costa, con pungente ironia, daranno voce, esistenza e “precedenza” a questi argomenti.

Maialetti allo spiedo 2

Si è svolta oggi la riunione operativa dell’Unità di progetto, costituita per il contrasto e l’eradicazione della peste suina africana (PSA) in Sardegna, per esaminare e valutare lo stato di avanzamento del Piano straordinario recentemente approvato dalla Commissione europea e prima ancora dal Ministero della Salute. All’incontro hanno partecipato tutti i rappresentanti di parte regionale, quelli di parte statale, con il Direttore generale della Sanità animale dott. Silvio Borrello e il rappresentante del Centro nazionale di referenza per le pesti suine dott. Francesco Feliziani, della Commissione europea dott. Alberto Laddomada e dell’Università di Sassari prof. Marco Pittau.

In apertura è stata riaffermata la determinazione che l’intera struttura regionale pone nell’attuare l’obiettivo strategico di eradicare la peste suina africana dalla Sardegna, che la Giunta regionale ha richiamato tra i primi obiettivi della propria azione di governo, e che sta producendo i primi effetti. Lunga la lista degli argomenti trattati nel corso della riunione, che è iniziata alle 10.00 ed è terminata alle ore 16.00, che hanno spaziato dalla situazione epidemiologica della PSA, al progetto di informazione e formazione per gli operatori agricoli, alla verifica dei dati rilevati nel corso della stagione venatoria sui cinghiali.

E’ stato fatto anche un quadro delle iniziative in corso per approntare quanto necessario per garantire e facilitare le azioni di depopolamento e smaltimento dei suini affetti dal virus o allevati in modo illegale. Piena la convergenza, da parte delle diverse componenti istituzionali, sulle azioni sin qui intraprese e sul percorso tracciato dal Piano.

Anche su uno degli argomenti certamente più controversi, quello relativo al divieto vigente di “esportazione” dalla Sardegna di prodotti di origine suina “termizzati”, che vede posizioni differenziate tra Regione Sardegna e Ministero, è stato possibile raggiungere una intesa che consente di porre basi certe al superamento di questo divieto.

E’ stato stabilito che, a cura dell’Osservatorio epidemiologico della Sardegna, verrà aggiornata, entro la prossima settimana, la restituzione cartografica della presenza e diffusione della PSA in Sardegna, con la puntuale individuazione delle aree interessate, in modo da poter circoscrivere gli ambiti esclusi dalla possibilità di esportare i prodotti “termizzati”.

Il responsabile dell’Unità di progetto, infine, certificherà al Ministero della Salute, grazie a una verifica effettuata dal Servizio di Prevenzione dell’assessorato della Sanità, in collaborazione con i Dipartimenti di Veterinaria e Agraria dell’Università di Sassari, presso gli stabilimenti di produzione, l’esistenza degli standard previsti dalle norme per la produzione di alimenti di origine suina “termizzati”.

Con questa intesa sono state poste basi certe per il superamento del divieto esistente e consentire così la qualificata partecipazione della Sardegna all’Expò 2015, anche con alcuni dei prodo

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Sulla lotta alla #lingua blu, il #ministero della Sanità promuove la Sardegna, un «esempio positivo esportato in tutta Italia».

«La Sardegna è un esempio positivo per tutta Italia per diversi motivi – spiega  Giovanni Savini, responsabile nazionale per la blue tongue (LOIE), direttore dell’istituto zooprofilattico Molise-Teramo e referente delle malattie esotiche IZS Abruzzo-Molise, oggi a Cagliari, all’assessorato regionale della Sanità, per un incontro inter-istituzionale sulla febbre catarrale degli ovini – e il principale è il successo ottenuto nella lotta al sierotipo 1. Per capire meglio il fenomeno è sufficiente guardare i numeri: 34.720 capi morti al 1′ ottobre 2013, senza campagna vaccinale. 12 capi morti alla data di oggi, 1′ ottobre 2014, dopo la campagna di vaccinazioni.»
«La situazione epidemiologica della lingua blu in Sardegna – dice l’assessore della Sanità, Luigi Arru – è molto diversa dallo scorso anno e il nostro vaccino è utilizzato in diverse parti d’Italia. In Abruzzo e in Umbria si stanno organizzando per fare una campagna di vaccinazioni uguale alla nostra. Dall’isola sono anche partite in Abruzzo 40mila dosi di vaccini per tamponare l’emergenza.» Il vaccino utilizzato quest’anno è spento, ovvero con virus inattivato, efficace e sicuro. «Può essere utilizzato – aggiunge Arru – anche in gravidanza, non provoca aborti, immunizza le madri che trasmettono l’immunità agli agnelli. Ciò non toglie che debbano essere fatte anche tutte le azioni di igiene zootecnica per la lotta all’insetto vettore, che gli allevatori ben conoscono e che in futuro saranno potenziate.»

Il virus della blue tongue si sposta dal nord Africa verso la Sardegna, incidendo su tutto il bacino del Mediterraneo, dall’isola poi si dirige trasportata dall’insetto vettore verso la zona di Viterbo e Grosseto. «La Sardegna può vantare due grandi successi – dice il professor Marco Pittau, direttore delle malattie infettive alla facoltà di Veterinaria di Sassari – aver debellato la brucellosi e aver bloccato il siero tipo 1 del virus della lingua blu. E’ fondamentale per noi diffondere queste risultati ottenuti grazie allo studio e alle vaccinazioni mirate perché tutti gli allevatori d’Italia si convincano che questo è il modello e il protocollo da seguire”. Esistono infatti 26 sierotipi in diffusione dal nord Africa. “E’ la strategia del virus – aggiunge Pittau – quella di cambiare sierotipo. Per questo è importantissimo cercare di individuarlo e creare il vaccino specifico e nelle giuste quantità. Stabilito che esiste il modo per contrastare la malattia, ci prepariamo per tempo».
All’incontro inter-istituzionale, insieme all’assessore della Sanità Luigi Arru e al dottor Giovanni Savini, hanno partecipato tutti i dirigenti delle Asl, il professor Marco Pittau, direttore delle malattie infettive alla facoltà di Veterinaria di Sassari, il direttore generale di Ara, Marino Contu ,e per il Servizio Sanità animale del ministero, Ugo Santucci. Ancora Marcello Tidore, direttore del servizio prevenzione regionale, e il direttore generale dell’assessorato dell’Agricoltura Sebastiano Piredda, assessorato in prima linea con la titolare, l’assessore Elisabetta Falchi, nella lotta contro la febbre catarrale. 
Nel corso del vertice, si è discusso anche della situazione epidemiologica, dei dati sulla campagna vaccinale in atto e nello specifico al numero dei capi vaccinati e dei possibili effetti collaterali, della strategia vaccinale e della programmazione della campagna di vaccinazioni per il 2015, profilassi diretta e indiretta.