19 March, 2024
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Si è concluso con un’ottima risposta di pubblico il secondo appuntamento con il Festival Vivere la Terra. L’evento, promosso dall’Unione dei Comuni “I Nuraghi di Monte Idda e Fanaris” che comprende i Comuni di Decimoputzu, Siliqua, Vallermosa e Villaspeciosa, sostenuto della Fondazione di Sardegna e della Regione Autonoma della Sardegna – Assessorato alla P.I. BB. CC ed è organizzato dall’Associazione Enti Locali per le Attività Culturali e di Spettacolo, è giunto alla sua seconda edizione e sabato 10 e domenica 11 ha avuto come palcoscenico il paese di Siliqua.

«Questa seconda edizione del Festival Della Terra si è potuta finalmente svolgere nel suo periodo idealedichiara la sindaca di Siliqua, Francesca Atzoriun’organizzazione che non è stato possibile proporre lo scorso anno, a causa dell’emergenza sanitaria. Emergenza dalla quale, seppure con fatica, ci stiamo allontanando se pre di più.»

E con il Covid alle spalle, la risposta dei partecipanti è stata sicuramente soddisfacente, tanto che la due giorni dedicata alle tradizioni e alle contaminazioni tra passato, presente e futuro si conferma come un appuntamento imperdibile per giovani e meno giovani, per residenti e per visitatori.

«Le due giornate del Festival Vivere la Terra a Siliqua dichiara il viceSindaco della cittadina Bachisio Bachis sono state molto positive, sia in termini di accoglienza che in termini di partecipazione. Le associazioni e le attività produttive coinvolte hanno risposto con entusiasmo, e questo fatto, dopo due anni di pausa forzata, non era affatto scontato. Il giudizio è dunque decisamente positivo.» 

Molto apprezzati i momenti didattici con il laboratorio curato dall’Associazione Terras per conto dell’Associazione Città della terra Cruda e quelli artistici con le esibizioni musicali dei giovani artisti emergenti Charles Dillinger e Valucre e l’arte sublime di Jorghe, al secolo Giorgio Casu, che ha inaugurato e portato a termine, anche grazie alla collaborazione con i ragazzi del territorio, un murale che contribuisce a rendere più bello e colorato il paese del Cixerri.

Tanto spazio, come ormai di consueto, anche alle esposizioni d’artigianato e alle degustazioni dei prodotti locali. Sapori e saperi che per due giorni hanno permesso ai visitatori di conoscere meglio un territorio ospitale e sempre più apprezzato anche da migliaia di giovani.

Emozionante l’atteso momento cinematografico con le proiezioni del film Terra Cruda del regista Andrea Muraun opera prodotta dall’Associazione Internazionale Città della Terra Cruda, e del documentario Ladiri. Al termine della proiezione, Andrea Deidda, direttore di Istorias ha dialogato con Marco Sideri, presidente dell’associazione Città della Terra Cruda e Walter Secci, segretario organizzativo di Città della Terra Cruda sulle dinamiche che hanno portato l’associazione a produrre un film come Terra Cruda e di quanto, simili iniziative possano essere importante per tramandare, innovando, l’identità di un popolo.

I prossimi appuntamenti del Festival Vivere la Terra, sono in programma nel mese di Ottobre con le date di Vallermosa, il primo e il due ottobre e di Decimoputzu l’otto e il nove ottobre.

«Obiettivi futuri sono quelli di creare le condizioni affinché manifestazioni di questo tipo possano svolgersi con regolarità, con il supporto e la partecipazione di tutti i soggetti attivi del territorioconclude il vicesindaco Bachisio Bachis -. Un evento di questo tipo serve a promuovere le capacità produttive del territorio, a mostrare a chi viene a visitarci le nostre competenze e tutte le diverse declinazioni che l’espressione “vivere la terra” può assumere.»

 

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La Sardegna ha già dato! E’ questo il messaggio univoco che arriva dalla Sardegna, dopo la diffusione dell’elenco delle aree potenzialmente idonee allo stoccaggio delle scorie nucleari prodotte nella Penisola.

Siapiccia, Albagiara, Assolo, Usellus, Mogorella, Villa Sant’Antonio, Nuragus, Nurri, Genuri, Setzu, Turri, Pauli Arbarei, Tuili, Ussaramanna, Gergei, Las Plassas, Villamar, Mandas, Siurgus Donigala, Segariu, Guasila e Ortacesus. Sono questi i 22 comuni sardi, tra le province di Oristano e Sud Sardegna, inseriti nelle 14 aree nella “Carta nazionale delle aree potenzialmente idonee” allo stoccaggio delle scorie nucleari prodotte nella penisola, che ne comprende complessivamente 67.
Sono 7 le regioni in cui sono state individuate le aree potenzialmente idonee alla costruzione del deposito nucleare nazionale: Piemonte, Toscana, Lazio, Puglia, Basilicata, Sardegna e Sicilia.
Il deposito nazionale e il Parco tecnologico saranno costruiti in un’area di circa 150 ettari, di cui 110 dedicati al deposito e 40 al Parco.
In Sardegna è già iniziata la rivolta contro qualsiasi ipotesi di destinazione del deposito unico nell’Isola.
Esprime la sua contrarietà è la Corona De Logu, l’assemblea degli amministratori locali indipendentisti sardi. «Niente e nessuno potranno convincere il nostro popolo a sobbarcarsi il peso della custodia dei rifiuti nucleari – ribadiscono gli amministratori indipendentisti -. Un popolo mai consultato e mai ascoltato sulle questioni che più contano e lo riguardano rigetta senza alcun appello il progetto di Roma. Tocca ai sardi decidere del proprio destino. Basta con l’imposizione di politiche dall’alto. Ora basta.»
Un parere contrario che sta già arrivando da più fronti, tanto che è già stata aperta una consultazione pubblica online.

«Inutile dire che noi siamo assolutamente contrari e, se necessario, siamo pronti a dare battaglia», ha dichiarato il sindaco di Ussaramanna, Marco Sideri.
«La Sardegna ha detto già in passato no alle scorie radioattive, il consiglio comunale di Nurri si è già espresso per un no alle scorie radioattive nel territorio comunale e in tutta la Sardegna, lo diciamo oggi e lo ripeteremo anche domani. Se insistono, covid o non covid, le piazze saranno pronte con i forconi», tuona il sindaco di Nurri, Antonello Atzeni.
Un NO arriva anche dal PD. «Invitiamo il Governo nazionale, qualora ci fosse solo l’idea di individuare la nostra regione come possibile sede, di scartare anche la più remota di queste ipotesi, rispettando l’unanime posizione più volte ribadita dall’intera popolazione sardaha detto il segretario regionale Emanuele Cani -. Ribadiamo di essere pronti ad avviare una mobilitazione in difesa dei sardi e della Sardegna che ha già dato tanto al Paese in materia di servitù militari e non solo.»

Nessun deposito di scorie nucleari in Sardegna: «Il nostro no a qualunque ipotesi veda coinvolta la Sardegna in questa direzione è netto e deciso», dichiarano i Progressisti in Consiglio regionale: «Lo abbiamo sempre detto, come cittadini sardi prima e come rappresentanti delle istituzioni poi, lo ribadiamo anche oggi che arriva l’ufficialità da parte del Governo su 14 zone nell’isola potenzialmente idonee ad ospitare il deposito nazionale».

«Per cercare di tranquillizzare e per abbindolare i più sprovveduti, nei documenti il deposito che conterrà le scorie nucleari italiane viene associato ad un “Parco Tecnologico”, su cui si millantano le solite balle già sentite mille altre volte, con lavoro per i residenti e benessere per tutti, sperando di fare leva sulla miseria e sul bisogno di lavorodichiarano gli indipendentisti di Liberu -. La verità è che si tratta di una discarica blindata in cui verranno riversate le scorie nucleari italiane, di una produzione energetica del passato, inquinante e pericolosa.»

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Il 20 ed il 21 ottobre 2018 si svolgerà la seconda edizione della manifestazione “Stòrias de Comunidadis” nei comuni di Villanovaforru e Ussaramanna, in Marmilla, promossa ed organizzata dall’associazione culturale “Laras – Suoni e parole di Sardegna”. Il progetto culturale è nato per stimolare il confronto nelle comunità sarde, al fine di esprimere una maggiore consapevolezza del nostro essere sardi ad iniziare dalla nostra lingua, il simbolo più compiuto della nostra identità.

Il titolo della rassegna di quest’anno è: “Sa lìngua est de su pòpulu”. L’evento è suddiviso in due giornate: nella prima si parlerà della nuova legge sulla lingua sarda e del sardo nelle comunità e nelle scuole di ogni ordine e grado e si terrà a Villanovaforru.

Nella seconda giornata verrà dato spazio alla poesia improvvisata sarda con particolare riferimento alla cantada campidanese a “mutetus longus”. Durante le due giornate si terranno anche dei laboratori che avranno come destinatari sia gli alunni delle scuole sia i cittadini. 

Tra i protagonisti ed ospiti interverranno intellettuali ed esperti del settore oltre ai sindaci dei comuni che ospitano la manifestazione, Maurizio Onnis, sindaco di Villanovaforru e Marco Sideri, sindaco di Ussaramanna.