28 April, 2024
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Sono 6.537 le imprese artigiane sarde potenzialmente coinvolte nel mercato turistico isolano, poco meno di un sesto di tutte le imprese artigiane isolane. Lo rileva l’annuale elaborazione dell’Ufficio Studi di Confartigianato, su dati UnionCamere-Movimprese del primo trimestre 2015, che sottolinea anche come queste rappresentino il 17,5% del totale delle imprese registrate, coinvolgendo i servizi, le attività ricreative, la somministrazione di alimentari e bevande, i trasporti, l’agroalimentare e le imprese dolciarie ma anche l’abbigliamento e l’editoria.

Nella classifica nazionale, la Sardegna mantiene il 7° posto come percentuale di imprese “turistiche” rispetto al totale di quelle iscritte all’albo (al primo la Campania, seguita dalla Sicilia) anche se i numeri assoluti registrano un calo di 62 imprese (da 6.599 imprese del 2014 agli attuali 6.537 ovvero -0,9%).

«I numeri del dossier dimostrano come artigianato e turismo possano essere complementari – afferma Maria Carmela Folchetti, presidente di Confartigianato Imprese Sardegna – e come questi due elementi, fondamentali per la nostra economia, debbano essere promossi e venduti insieme. Stare al settimo posto nazionale non è più sufficiente dobbiamo puntare a essere tra i primi in Italia: investendo, promuovendo e credendoci».

Anche se in calo rispetto all’anno scorso (-0,9%) il settore si dimostra importante. Delle 6.537 imprese, i “Servizi” la fanno da padrone con 1.621 attività artigiane coinvolte; seguono quelle agroalimentari “1.491”, la “ristorazione” con 1.341, i “trasporti” con 1.054, la produzione di “abbigliamento e calzature” con 484, le “imprese dolciarie” con 452, le “attività culturali e ricreative” con 81 e “editoria e guide” con 13 attività.

A livello provinciale (vecchie province), 2.547 sono a Cagliari (con un tasso del 17,9%, ovvero di imprese artigiane legate al turismo sul totale delle imprese artigiane della provincia): 665 sono legate ai servizi e 641 alla ristorazione. Segue Sassari con 2.307 imprese (17,4%) con preponderanza delle imprese di servizi (546) e della ristorazione (453). Al terzo posto Nuoro con 1.186 (17,6% di incidenza) e 409 imprese dell’agroalimentare e 308 nei servizi. Chiude Oristano con 497 aziende (15,6%) di cui 161 dell’agroalimentare e 102 dei servizi.

Per quanto riguarda le presenze turistiche, i dati dell’ISTAT ci dicono che nel 2013 la Sardegna ha registrato più di 10milioni di presenze (10.680.628), il 2,8% di tutta Italia, di cui 4.908.201 stranieri (46%).

«E’ innegabile che i due comparti soffrano ancora tanto la crisi – sottolinea la Folchetti – data la cronica problematicità del reddito famigliare. A questo si aggiunge la concorrenza spietata delle altre regioni o nazioni che, negli anni passati, hanno investito sul tutto ciò che andava “oltre il mare””. «Inoltre, è sui trasporti che dobbiamo fare la battaglia campale non è possibile che da oltre 50 anni si parli del problema dei trasporti, dei passeggeri e delle merci, senza aver risolto definitivamente il problema».

1Dobbiamo ricordarci che, solo pochi decenni fa, la Sardegna era il centro del mondo del turismo estivo – prosegue ancora Maria Carmela Folchetti – era come una parola magica che trasformava tutto in oro: dalle vacanze ai manufatti artigianali all’agroalimentare. Ora, dobbiamo renderci conto, che non è più cosi». «Ora è necessario programmare, promuovere, combattere con competitor che mettono a disposizioni tanti fondi per rendere sempre più appetibile, e fruibile, la nostra terra dobbiamo continuare a incentivare il turismo e le imprese collegate rappresentano due settori sui quali si deve investire».

Di quanto siano legati i due settori lo dimostra il recente successo avuto dal bando regionale “Vetrine dell’artigianato”, rivolto alle imprese del comparto ricettivo per l’acquisto di manufatti artistici destinati alla promozione. «E’ stata una iniziativa ottima che nello stesso tempo supporterà le imprese, rafforzerà l’immagine dell’isola e renderà ancora più belle e accoglienti le strutture ricettive». «Non dimentichiamo – conclude la presidente Folchetti – che l’artigianato artistico, tipico e tradizionale, insieme all’agroalimentare, rappresenta l’immagine e l’essenza della Sardegna in tutto il mondo».

Per Confartigianato Imprese Sardegna a livello regionale vanno intensificati gli sforzi per restituire competitività alla nostra offerta turistica e valorizzare le eccellenze del Made in Sardegna che hanno reso famosa la nostra isola nel mondo, mentre a livello nazionale è necessario rinvigorire i consumi delle famiglie.

Maria Carmela Folchetti-02

Maria Carmela Folchetti-02

La legge di riorganizzazione dei Consorzi Fidi, appena approvata in Consiglio regionale, non convince Confartigianto Imprese Sardegna..

«La legge appena approvata – sottolinea la presidente Maria Carmela Folchetti – non dirime le questioni importanti per le piccole imprese e rimanda tutto alle decisioni che dovrà prendere la Giunta regionale.»

«Il mondo dei Confidi è una realtà complessa ed eterogenea  che poco si presta a schematizzazioni e generalizzazioni, non essendo sufficiente una classificazione soltanto per comparti o dimensione del Consorzio – continua la presidente di Confartigianato -.Per questo, una legge di tale portata, avrebbe meritato maggior attenzione e approfondimento, anche da parte della massima Assemblea sarda che, avrebbe potuto cogliere l’occasione per cominciare un confronto sui questi temi, offrendo così alla Giunta alcune indicazioni sulla direzione dei successivi provvedimenti.»

«In ogni caso, teniamo fortemente a ribadire – precisa la Folchetti – che all’interno di questa variegata realtà esistono oggi Confidi sani che riescono a rispondere alle esigenze delle imprese in qualsiasi parte del territorio regionale.»

«Aspettiamo, pertanto, di conoscere gli indicatori che dovranno certificare la virtuosità dei Consorzi Fidi – ribadisce la presidente Folchetti – ci aspettiamo che l’Esecutivo nel disciplinare i parametri non perda di vista quelli in grado di intercettare le esigenze della piccola impresa artigiana, e quindi di tutelare un comparto oggi pesantemente escluso dal credito”.

Per Confartigianato Imprese Sardegna «non è soltanto una questione di “capienza del fondo unico”, come hanno fatto notare diversi Consiglieri Regionali, ma si tratta di comprendere come in maniera concreta si agevoleranno le piccole e micro imprese, premiando i Consorzi migliori che riescono ad assisterle».

«Da parte della nostra Associazione – conclude la presidente Folchetti – c’è la più ampia disponibilità a contribuire a rendere tale legge il più funzionale possibile rispetto alle reali esigenze delle imprese.»

Le imprese dell’artigianato artistico, tipico e tradizionale della Sardegna, possono vendere i loro prodotti alle strutture ricettive della nostra isola, che le utilizzeranno per la promozione a fini espositivi, all’interno di corner e vetrine, ma anche per l’arredo di reception, hall, camere, sala ristorante e altri ambienti

E’ questa l’opportunità che viene offerta dall’assessorato regionale dell’Artigianato, Turismo e Commercio alle imprese produttrici di manufatti in ceramica, intreccio, lapideo, legno, metalli lavorati (ferro battuto, coltelleria e rame), pellame, tessuti e vetro, attraverso il bando Promozione dei prodotti dell’artigianato artistico sardo“, il cui ammontare è di 1,4 milioni di euro.

«E’ un’iniziativa ottima – sottolinea la presidente di Confartigianato Imprese Sardegna, Maria Carmela Folchetti – che nello stesso tempo supporta le imprese, rafforza l’immagine dell’isola e rende ancora più belle e accoglienti le strutture ricettive».

«Non dimentichiamo – ricorda la Folchetti – che l’artigianato artistico, tipico e tradizionale, insieme all’agroalimentare, rappresenta l’immagine e l’essenza della Sardegna in tutto il mondo».

Pubblicato pochi giorni fa, il bando permette alle strutture del comparto ricettivo di acquistare prodotti (con aiuti “de minimis”, sino a un massimo di 50 mila euro), che già fanno parte della “vetrina virtuale dell’artigianato artistico” consultabile sul sito www.sardegnaartigianato.com, dove sono presenti già 405 creazioni di 81 artigiani.

Ma l’assessorato ha anche riaperto le manifestazioni di interesse rivolte a produttori di opere non ancora presenti nell’archivio che volessero entrare a far parte della vetrina, già archivio rappresentativo delle tipologie artistiche isolane.

Il repertorio sarà integrato e arricchito con nuovi ingressi e diverrà sempre più il punto di riferimento on-line dell’artigianato artistico in Sardegna. Le immagini delle opere sono corredate da schede illustrative su caratteristiche, processo produttivo, tecniche di lavorazione, elementi tradizionali e innovativi, nonché dalla presentazione dell’autore e dell’impresa.

«Nell’ottica di una promozione e di un supporto alle imprese del tipico e tradizionale – conclude la presidente Folchetti – è necessario che vengano valorizzati e utilizzati i marchi di qualità che a suo tempo sono stati depositati con grande fatica e grande dispendio di risorse, oggi non sono ancora del tutto operativi. Inoltre è necessario riattivare una politica di recupero per settori in via di estinzione come la cestineria o la lavorazione del rame, solo per citarne alcuni. Occorrerebbe, come già proposto anni fa, un elenco speciale presso le Camere di Commercio che consenta alle imprese del settore di non essere classificate come quelle che producono in serie.»

Maria Carmela Folchetti-02

Su iniziativa di Confartigianato nasce il “tempario” per le riparazioni auto, uno strumento per la definizione dei tempi di riparazione dei veicoli che nasce dalla collaborazione con BADA srl, software house specializzata in prodotti gestionali per le aziende, e Confartigianato Nazionale.

In Sardegna, sono 3.792 le imprese sarde dell’autoriparazione che danno lavoro a circa 10mila addetti.

«Una concreta e positiva azione di categoria – commenta Maria Carmela Folchetti, presidente di Confartigianato Imprese Sardegna – che ricadrà su tutti i carrozzieri. Un ulteriore tassello che mettiamo nell’ottica di una più corretta redifinizone del rapporto tra carrozzerie e assicurazioni». «Finalmente -spiega la Presidente – disporremo di un elenco di tempistiche e spese di riparazione più vicino alla realtà, da contrapporre a quanto ci chiedono le compagnie cercando di imporre l’applicazione dei tempari da loro elaborati.»

Aggiornato in tempo reale, disponibile on line attraverso una piattaforma dedicata consultabile dalle imprese di autoriparazione, il tempario consente ai clienti di conoscere con rapidità e certezza, al momento della consegna dei veicolo, i tempi reali di riparazione e di valutare l’adeguatezza del preventivo di spesa.

Per il carrozziere basterà selezionare la casa produttrice, il modello dell’autovettura, la tipologia di intervento, e la piattaforma informatica provvederà automaticamente a evidenziare quanto tempo è necessario per effettuare la riparazione. Un risultato che nasce dai dati elaborati su test di riparazione condotti in un centro tecnico da un pool di esperti carrozzieri.

«Con questa iniziativa – spiega la Folchetti – vogliamo offrire ai clienti delle nostre aziende un contributo di certezza e trasparenza, con l’obiettivo di ottimizzare la qualità dei nostri servizi e garantire la sicurezza dei veicoli.»

«Il tempario – conclude la Presidente di Confartigianato Sardegna – è la nostra risposta ai tentativi di alterare gli equilibri del mercato delle riparazioni auto e di limitare la libertà di scelta dei consumatori e la libertà d’impresa delle aziende di carrozzeria.»

Fabio Aru 1

Nonostante i grandi risultati conseguiti da Fabio Aru vola sulle strade del Giro d’Italia, in Sardegna sono ancora poche le imprese della filiera della bicicletta. 53 per la precisione, di cui solo 19 artigiane, su un totale nazionale  di 3.025. E’ basso anche il numero degli addetti totali sardi: 140. E’ quanto emerge dall’analisi del settore nell’isola, dal titolo “La filiera della bicicletta, produzione, noleggio e riparazione”, realizzata dall’Ufficio Studi Nazionale di Confartigianato, su dati UnionCamere-Infocamere.

«La realtà del nostro campione Fabio Aru porterà, finalmente, tante persone alla bicicletta: dobbiamo sfruttare questa positiva “onda rosa” – ha commentato la presidente di Confartigianato Imprese Sardegna, Maria Carmela Folchetti – anche perché è un settore con grandi potenzialità per tutte le imprese che si occupano direttamente delle due ruote, per il turismo connesso e per le infrastrutture da realizzare. Però occorrono investimenti adeguati e sostegno.»

Con le sue 53 imprese registrate, che si occupano dei settori della produzione, riparazione e noleggio delle due ruote, la Sardegna è al 15esimo posto; al primo troviamo la Lombardia con 556 imprese, seguita dall’Emilia Romagna con 500 e il Veneto con 476. Al contrario, ultimo posto per il Molise con 6, Valle D’Aosta con 8 e la Basilicata con 12.

«Questi dati dimostrano che le piste ciclabili sono ancora troppo poche e che gli investimenti in questo settore sono insufficienti – continua la presidente di Confartigianato – siamo indietro decenni e ora dobbiamo tentare di recuperare il più possibile, in fatto di tempi e di interventi pubblici per la loro realizzazione. Non dimentichiamoci che la maggior parte delle “piste ciclabili” della Sardegna, sono marciapiedi allargati, spesso non protetti e nemmeno tanto sicuri.»

Da una analisi più approfondita dei dati, realizzata sempre da Confartigianato, risulta che l’indice di specializzazione delle imprese sarde è molto basso: l’isola infatti ha una media di 63,2 contro una media nazionale di 98. Nel Trentino, con un punteggio di 268,9, si trovano le imprese con la più alta specializzazione/formazione; l’Emilia Romagna è seconda con 215,4 e terzo il Veneto con 193,9. Ultimo il Lazio con 25,3.

E’ molto basso anche l’indice dei sardi che escono di casa per andare al lavoro in bici: lo fa solo lo 0,4%, contro il 13,1% dei bolzanini, il 9.3% degli emiliano-romagnoli e il 6,6% dei lombardi. I sardi sono penultimi solo dopo i lucani con lo 0,2%.

Anche gli ultimi dati presentati da Legambiente, con “L’A Bi Ci della Ciclabilità”, la ricerca sull’uso della bici nelle città italiane su dati 2013, dimostrano che i capoluoghi storici della Sardegna sono ancora molto carenti in fatto di piste. Oristano è la città con più metri lineari di piste ciclabili ogni 100 abitanti: 6,05. Seguono, lontane, Sassari con 0,65 metri, Cagliari con 0,41 e Nuoro con 0,37.

«Incrementare gli investimenti in questo settore avrebbe una doppia valenza – riprende la Folchetti – far crescere il turismo e sostenere il settore delle costruzioni-infrastrutture. Ricordiamoci che ogni cicloturista spende 130euro al giorno rispetto ai 70 di uno che si reca al mare. Immaginiamoci le ricadute nei piccoli e grandi centri, se solo fossero attrezzati. Puntando su questo tipo di mobilità offriremo spazio per una nuova immagine del nostro turismo e si darà lavoro alle moltissime piccole e medie aziende del nostro territorio”

«Per fare questo, come detto, il settore necessita di opere dedicate – continua la presidente – come le piste, i punti ristoro e quelli per la manutenzione; la loro realizzazione rappresenterebbe un importante sbocco anche per le imprese delle costruzioni». «Se teniamo presente che per realizzare 1 chilometro di pista ciclabile, in media occorrono circa 200mila euro, ci rendiamo conto di quale sia l’importanza di questo settore – prosegue – per esempio la Regione Veneto ha appena messo a disposizione dei Comuni 27 milioni di euro per realizzare 308km di piste, per incrementare i 1400km di piste “vere”, segnalati e protetti.»

«Da qualche anno a questa parte, la Regione e i Comuni hanno iniziato a destinare somme importanti su queste infrastrutture anche se un lavoro importante dovrà essere fatto per migliorare la cultura dell’uso della bicicletta – conclude Maria Carmela Folchetti – in ogni caso, tutte queste azioni sinergiche offrirebbero sia un concreto sostegno alla soluzione dei problemi di mobilità nelle aree urbane e in quelle limitrofe, sia un’opportunità di sviluppo turistico sostenibile a molte zone della Sardegna che hanno un indiscutibile pregio ambientale e culturale.»

Maria Carmela Folchetti-02

Sono più di 63 i milioni di euro che gli oltre 123mila contribuenti sardi hanno portato in detrazione per aver ristrutturato, usufruito del bonus energetico e acquistato arredi.

In modo specifico, per quanto riguarda il recupero del patrimonio edilizio, sono stati 94.463 i sardi che hanno effettuato interventi per 45milioni e 728mila euro di detrazioni. Sul risparmio energetico, invece, hanno richiesto sgravi 26.334 persone per un totale di 17milioni e 142mila euro. Poche invece le detrazioni per il bonus mobili: ne hanno usufruito 2.729 sardi, per un importo totale di appena 589mila euro. Per un totale, quindi, di 123.526 contribuenti e 63milioni e 459 euro detratti.

L’intensità di utilizzo delle detrazioni per il sistema casa, misurata in rapporto al reddito complessivo, in Sardegna incidono per lo 0,35%, contro un dato nazionale dello 0,62%.

I dati sulla Sardegna, forniti dal ministero dell’Economia e delle Finanze, e rielaborati da Confartigianato Imprese Sardegna, prendono in esame le dichiarazioni dei redditi 2014 in riferimento al 2013. Da ricordare che nel 2011 furono 42 i milioni detratti dai contribuenti sardi, quindi nel giro di 2 anni le detrazioni sono aumentate di più del 50%.

«In questi anni, le detrazioni hanno rappresentato un importantissimo strumento per il supporto al settore edile ma, purtroppo, non sono state la panacea alla crisi – ha detto la presidente di Confartigianato Imprese Sardegna, Maria Carmela Folchetti – il problema è che la mancanza di liquidità dei cittadini si sente tutta e, soprattutto le tasse, le imposte e i balzelli sugli immobili non aiutano di certo a rendere sereno chi vorrebbe effettuare gli intereventi.»

Ma sul “sistema casa” si stanno addensando fosche nubi. Infatti, tutte le agevolazioni fiscali, soprattutto quelle relative alla casa, sono entrate nel mirino del Governo come risorsa da utilizzare per la prossima manovra di bilancio.

«Siamo molto preoccupati per le ipotesi che circolano in queste settimane relative al taglio dei “bonus casa” – ha continuato la Folchetti – per anni ci siamo battuti per rendere stabili e permanenti gli incentivi e le detrazioni con l’obiettivo del rilancio delle imprese, la riqualificazione del patrimonio immobiliare, il risparmio energetico, la difesa dell’ambiente, e l’emersione di attività irregolari.»

«Ora l’Esecutivo avrebbe in mente di dare una potente sforbiciata a questi importanti strumenti e ciò non ci piace affatto – ha ripreso la Presidente di Confartigianato Sardegna – è evidente che una eventuale riduzione della percentuale innalzerebbe il costo degli interventi, abbassandone la numerosità. Anche la ventilata introduzione di limiti di reddito determinerebbe effetti pesanti per la domanda rivolta alla filiera della casa. E questo sarebbe gravissimo.»

La limitazione degli incentivi fiscali potrebbe avere effetti pro ciclici molto pesanti, ritardando la ripresa di un settore, quello dell’edilizia, che ha sofferto pesantemente gli effetti della crisi. Parliamo delle costruzioni ma anche dell’installazione di impianti, dei principali fornitori come il vetro, la ceramica, il cemento, il lapideo, i metalli e i mobili. Negli ultimi sei anni, a livello nazionale la filiera ha perso un quinto dell’occupazione (-19,0%), determinando i due terzi della caduta dell’occupazione dell’intera economia, con un calo di 582.700 occupati, il 65,6% del calo registrato nel totale economia.

«Nelle prossime settimane – annuncia la Presidente – cominceremo a contattare Parlamentari sardi per informarli concretamente su come i bonus fiscali sulla casa non debbano essere ridotti e di come siano importanti per il rilancio del settore. Loro dovranno farsi sentire.»

Nonostante il boom di ristrutturazioni, per le imprese edili è ancora notte fonda.

A livello italiano, infatti, è negativo il bilancio per le 536.814 imprese artigiane che operano nelle costruzioni, pari al 38,8% del totale delle aziende artigiane. Queste danno lavoro a 835.963 addetti e nell’ultimo anno sono diminuite del 2,8%, con una perdita di 5.646 imprese.

«Attenzione a leggere come immediatamente positivi i dati sulla forte crescita del numero dei mutui casa – afferma Stefano Mameli, il segretario regionale di Confartigianato Imprese Sardegna – il comparto dell’edilizia versa ancora in una situazione di profonda crisi». «Siamo di fronte sia ad una rinegoziazione dei tassi d’interesse che rendono i mutui più sostenibili per chi già li possiede – precisa Mameli – ma anche ad una forte spinta da parte del settore bancario che cerca in questo modo di favorire la messa in circolo sul mercato del vecchio invenduto in modo da consentire il rientro di somme ingenti anticipate negli anni di inizio crisi ai grandi immobiliaristi.»

«Per garantire un futuro solido all’intera filiera delle costruzioni – sottolinea il segretario Mameli – è necessario sia sostenere e agevolare i privati che intendono investire nella qualità ed efficienza delle costruzioni sia agevolare la rigenerazione sostenibile delle città e dei paesi sardi. Occorre inoltre che le stazioni appaltanti, soprattutto quelle comunali, siano messe nelle condizioni di poter spendere per la realizzazione di piccole e medie opere infrastrutturali che, oltre a migliorare la qualità della vita dei cittadini, sono fondamentali per il rilancio del settore e quindi dell’economia». «Bisogna lavorare – conclude Mameli – affinché sia consentito l’accesso agli appalti pubblici anche alle microimprese, che oggi soffrono più di altre e che spesso sono tagliate fuori da questa fetta importante di mercato. A tal fine è apprezzabile il segnale dato dal disegno di legge regionale sugli appalti pubblici che promuove l’accesso delle microimprese agli appalti pubblici, ma tanto può essere fatto anche dalle stazioni appaltanti per premiare la qualità del lavoro artigiano e non soltanto il prezzo più basso che spesso non va di pari passo con la regola d’arte.»

Maria Carmela Folchetti-02

Le imprese artigiane sarde chiedono credito ma i cordoni della borsa si stringono ancora.

I prestiti all’artigianato, tra dicembre 2013 e lo stesso mese del 2014, sono diminuiti del 1,6%, scendendo sotto quota 900 milioni di euro (per la precisione 899milioni di euro), con una variazione negativa di 15 milioni. I finanziamenti a questo settore, rappresentano solo il 7,4% rispetto al totale assegnato all’intero sistema produttivo isolano (12 miliardi e 094 milioni di euro). Da ricordare che le imprese artigiane rappresentano il 25% circa di tutto il sistema produttivo isolano.

I dati della crisi del credito, presentati ieri sera nel convegno regionale dal titolo “La piccola impresa e la necessità di sostegno finanziario: il ruolo dei Confidi, delle Banche, della Regione, organizzato a Cagliari da Confartigianato Imprese Sardegna, emergono dall’elaborazione dell’Ufficio Studi di Confartigianato, su dati Banca D’Italia e Artigiancassa, tra fine 2013 e fine 2014.

«La situazione creditizia delle imprese, soprattutto di quelle di piccola dimensione, rimane critica – ha affermato Maria Carmela Folchetti, presidente di Confartigianato Imprese Sardegna – un credito sempre più scarso e costoso blocca le opportunità di sviluppo, scoraggia gli investimenti e rallenta i processi di innovazione tecnologica.»

Alla fine di dicembre 2014, per le imprese artigiane della Sardegna i tassi di interesse a breve termine sono leggermente calati rispetto a quelli dell’anno prima (dicembre 2013), perdendo 15 punti base, assestandosi sul 7,84%, tasso in ogni caso enormemente più alto rispetto alla media nazionale del 5,91%.

I tassi “attivi effettivi” provinciali, ovvero i dati sul costo del credito riferito a tutte le imprese del territorio, dicono che Olbia-Tempio registra il tasso più alto in Sardegna: 9,07% ovvero 316 punti base in più rispetto alla media nazionale. Quello applicato in Gallura è il secondo più alto in tutta Italia, dopo Crotone con il 9,l1%. L’Ogliastra occupa il quinto posto tra le province con il tasso di interesse più alto: 8,80% e 289 punti base in più rispetto alla media italiana. Al 15esimo Carbonia Iglesias, con l’8,17% e 226 punti base in più sopra la media. Al 25esimo Nuoro (7,88 e 195 p.b), al 29esimo il Medio Campidano (7,70% e 179 p.b.), al 30esimo Sassari (7,58% e 167 p.b), al 35esimo Cagliari (7,48 e157 p.b.). Quella meglio posizionata tra le province sarde è Oristano, con un tasso del 7,30% e 139 p.b. in più sopra la media italiana.

La consistenza dei prestiti alle imprese artigiane, rileva cali in ogni provincia. La contrazione maggiore del credito verso le aziende si rileva in Ogliastra con un -4,2% (32milioni di euro erogati in totale alle imprese artigiane). Seguono Oristano (-3% e 80 milioni erogati), Cagliari (-2,5% e 243 milioni di euro), Carbonia-Iglesias (-2,1% e 49 milioni), Nuoro (-2% e 108 milioni), Sassari (-0,6% e 181 milioni) e il Medio Campidano (-0,2% e 46 milioni). Il calo minore si registra a Olbia-Tempio con un -0,1% e 106 milioni di erogato.

«Le nostre imprese – ha proseguito la presidente Folchetti – non hanno bisogno di grosse somme ma di cifre piccole, fondamentali per la sopravvivenza di tante attività economiche.»

«Infatti – ha affermato Pietro Paolo Spada, coordinatore del Convegno e delegato della Rete Confidi Confartigianato – l’impossibilità di autofinanziarsi a causa della bassa capitalizzazione e della scarsa liquidità impone alle aziende di dover contare su una continuità delle linee di credito al fine di poter proseguire l’attività». «Insomma – ha sottolineato Spada – le imprese sarde sarebbero pronte a tornare a investire in beni materiali e in asset immateriali, come la formazione, il marketing e la ricerca e lo sviluppo, ma la loro volontà è ostacolata dalla difficoltà di reperire risorse». «Quale è la soluzione? – ha chiesto Spada alla platea degli intervenuti -. La risposta è semplice: per favorire l’accesso al credito degli artigiani, è urgente il rafforzamento dei consorzi fidi promossi dalle associazioni di categoria, che sono vicini alle imprese e conoscono i territori».

Riccardo De Lisa, Docente di Economia degli Intermediari Finanziari presso l’Università di Cagliari, ha ricordato come il 14% delle imprese italiane soffra di problemi di accesso al credito e di come il 29% di queste abbia subito un peggioramento negli ultimi tempi. Per De Lisa è necessario riorganizzare il sistema dei Confidi affinché tutti abbiano garanzie efficaci sottolineando che se questi entrano in crisi il sostegno non può avvenire con gli aiuti di Stato.

Federica Ricci, di Fedart Fidi, la Federazione Nazionale dei Confidi artigiani, ha affermato come i Consorzi Fidi abbiano un ruolo di rappresentanza nei confronti del sistema bancario per ottenere tassi migliori. La Ricci ha poi sottolineato come «il mercato da solo non sia in grado di funzionare» e di come occorrano «politiche specifiche per fornire e ottenere garanzie sufficienti”. Ha concluso ricordando come i Confidi debbano essere “protagonisti della politica regionale».

Giuseppe Cuccurese, Direttore Generale Banco di Sardegna, ieri in rappresentanza dell’ABI, ha ribadito più volte come banche, imprese e pubblica amministrazione debbano prendersi, ognuno per la propria parte, le responsabilità. Ha ribadito come non sia vero che le concessioni di credito vengano decise dal rating e di come i Confidi siano tutti uguali («Il loro ruolo è fondamentale soprattutto in questa crisi»). Cuccurese ha poi presentato alcuni dati sulle “sofferenze”: in Sardegna la percentuale arriva al 15% rispetto al 10% della media italiana, percentuale che arriva al 26% nel cumulo “imprese+famiglie”. Una soluzione per ovviare alla carenza di credito alle imprese, secondo Cuccurese è quella dell’emissione dei mini bond e dei mini mini bond, il finanziamento privato, così come avviene da anni negli USA.

Stefano Pigolotti, Direttore Generale SDL Centrostudi, ha invece presentato il dossier relativo alle “Anomalie finanziarie: il dossier nazionale e la situazione in Sardegna”.

Ha chiuso il convegno, l’intervento di Raffaele Paci, assessore regionale al Credito, Bilancio e Programmazione,

«Dalla crisi si esce con le imprese, facendo sviluppo e occupazione – ha affermato – ma ricordiamoci che la Regione con può creare lavoro, anche se c’è da ricordarsi che se non c’è l’ombrello pubblico molte imprese chiudono». Ha poi affrontato la questione della riforma dei Confidi, ricordando l’istituzione del Fondo Unico, della necessità di Consorzi di Garanzia seri e sani, in grado di svolgere il ruolo di processo degli investimenti delle imprese. Ha poi ricordato che «se l’impresa è incagliata, la Regione o le Banche, ovvero il pubblico, non potranno più intervenire» ovvero «si favorirà solo chi va bene: queste sono le regole e bisogna rispettarle». Paci ha poi fatto anche un richiamo all’edilizia: «Stiamo rilanciando i cantieri ovvero stiamo dando ossigeno alle imprese attraverso il meccanismo del moltiplicatore». In conclusione, l’assessore ha voluto dare un segnale positivo alle imprese: «Il percorso dell’uscita dalla crisi è lungo ma la luce si vede in fondo al tunnel. I primi dati positivi sull’occupazione ci sono, c’è una piccola inversione di tendenza«.

Le 8 province sarde – Imprese artigiane

 

Provincia

Tasso attivo effettivo (costo credito) in %

Variaz. Tasso 2014 su 2013 (in punti base)

Consistenza Prestiti alle imprese artigiane in milioni di euro

Variaz. % Consistenza prestiti 2014 su 2013

Cagliari

7,48%

-27

243

-2,5%

Carbonia-Iglesias

8,17%

+31

49

-2,1%

Medio Campidano

7,70%

+14

46

-0,2%

Oristano

7,30%

+27

80

-3,0%

Ogliastra

8,80%

-34

32

-4,2%

Nuoro

7,86%

+13

108

-2,0%

Sassari

7,58%

-20

181

-0,6%

Olbia-Tempio

9,07%

-17

160

-0,1%

Sardegna

7,84%

-15

899

-1,6%

ITALIA

5,91%

-56

47.055

-3,8%

 

La piccola impresa e la necessità di sostegno finanziario: il ruolo dei Confidi, delle Banche, della Regione” è il titolo del convegno regionale pubblico organizzato da Confartigianato Imprese Sardegna, in programma lunedì 18 maggio a Cagliari, presso il Caesar’s Hotel, con inizio alle ore 17.00, per ragionare delle problematiche che gravano sull’intero sistema produttivo isolano e presentare i nuovi dati, regionali e provinciali, sul credito alle imprese artigiane, ancora una volta negativi.

Le imprese, le banche, l’Università, i centri studi e la Regione, si troveranno a discutere della carenza di liquidità e del problema dell’accesso al credito, due drammi che gli imprenditori vivono quotidianamente. Tali argomenti sono in discussione proprio in questi giorni nella III commissione del Consiglio regionale e, a breve, verranno portati in Aula per l’approvazione definitiva della nuova legge che regolamenterà l’accesso per i Consorzi Fidi.

L’apertura dei lavori è affidata alla presidente regionale di Confartigianato Imprese Sardegna, Maria Carmela Folchetti.

Seguiranno gli interventi di Riccardo De Lisa, docente di Economia degli Intermediari Finanziari presso l’Università di Cagliari, con la relazione “La normativa che regola i Consorzi Fidi e la proposta di riordino della contribuzione pubblica della Regione Sardegna”, quello di Leonardo Nafissi, Direttore Generale Fedart Fidi, Federazione Nazionale dei Confidi artigiani, con  Il sistema dei Confidi in Italia: prospettive e strategie”, di Giuseppe Cuccurese, Direttore Generale Banco di Sardegna in rappresentanza dell’ABI e la relazione “Il rapporto tra banche e imprese in Sardegna”, di Stefano Pigolotti, Direttore Generale SDL Centrostudi, con “Le anomalie finanziarie: il dossier nazionale e la situazione in Sardegna”.

Chiuderà l’intervento di Raffaele Paci, assessore regionale del Credito, Bilancio e Programmazione.

All’iniziativa sono stati invitate le associazioni datoriali e sindacali, i parlamentari, i consiglieri regionali e i sindaci.

«In questo momento di forte difficoltà per la carenza di liquidità – afferma la presidente regionale, Maria Carmela Folchetti  il problema dell’accesso al credito delle imprese è un dramma quotidiano.»

«Ancora più accentuato è nell’artigianato sardo – aggiunge la presidente – dove la nostra associazione, a livello regionale e locale, da sempre lavora con le Istituzioni affinché il tessuto produttivo possa trovare nei Consorzi Fidi Artigiani quella linfa vitale preclusa dal sistema bancario. La strutturazione del Sistema dei Confidi in artigianato concorre al rafforzamento delle attività delle microimprese garantendo loro migliori condizioni di accesso al Credito.»

«Tale argomento è fondamentale per la sopravvivenza di migliaia di piccole e piccolissime imprese – conclude la presidente Folchetti – riverberandosi nei dipendenti, nell’indotto e nelle comunità. Per questo continuiamo il nostro percorso di analisi della situazione economica regionale perché in un contesto di transizione, ancora fortemente instabile, è necessario discuterne tra imprenditori, amministratori e forze politiche, ragionando del futuro del comparto, per capirne le prospettive e studiarne le proposte.»

Maria Carmela Folchetti-02

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Si svolgerà domani, mercoledì 29 aprile, a Nuoro, con inizio alle 9.30 presso la sala conferenze della Camera di Commercio in via Papandrea 8, l’assemblea regionale di Confartigianato Imprese Sardegna dal titolo “Lo stato di salute del comparto artigiano e gli sviluppi futuri”.

Ospiti del convegno, aperto al pubblico e agli artigiani, saranno Giorgio Merletti, presidente nazionale di Confartigianato Imprese, e Francesco Morandi, assessore regionale dell’Artigianato, commercio e turismo.

All’iniziativa sono stati invitate le associazioni datoriali e sindacali, i parlamentari, i consiglieri regionali e i sindaci.

L’apertura dei lavori verrà affidata alla presidente regionale di Confartigianato Imprese Sardegna, Maria Carmela Folchetti, con la relazione “Le imprese artigiane in Sardegna. Quale futuro per il comparto?”.

Seguiranno l’intervento del presidente nazionale Merletti dal titolo “La rappresentanza sindacale della Confartigianato Imprese e il valore artigiano” e quello dell’assessore regionale Morandi dal titolo “L’impegno dell’assessorato per la tutela del comparto artigiano”. Il coordinamento sarà del segretario regionale di Confartigianato Sardegna, Stefano Mameli.

Alla fine delle relazioni, si aprirà il dibattito pubblico.

«La nostra associazione continua il suo percorso di analisi della situazione economica regionale – afferma la Presidente Regionale, Maria Carmela Folchetti  perché in un contesto di transizione, ancora fortemente instabile, è necessario discuterne tra imprenditori, amministratori e forze politiche, ragionando del futuro del comparto, per capirne le prospettive e studiarne le proposte.»

Mercoledì 29 aprile si svolgerà a Nuoro, con inizio alle 9.30, presso la sala conferenze della Camera di Commercio in via Papandrea 8, l’assemblea regionale di Confartigianato Imprese Sardegna dal titolo “Lo stato di salute del comparto artigiano e gli sviluppi futuri”.

E’ prevista la partecipazione di Giorgio Merletti, presidente nazionale di Confartigianato Imprese, e Francesco Morandi, assessore regionale all’Artigianato, Commercio e Turismo.

All’iniziativa sono stati invitate le associazioni datoriali e sindacali, i parlamentari, i consiglieri regionali e i sindaci.

L’apertura dei lavori verrà affidata alla presidente regionale di Confartigianato Imprese Sardegna, Maria Carmela Folchetti, con la relazione “Le imprese artigiane in Sardegna. Quale futuro per il comparto?”.

Seguiranno l’intervento del presidente nazionale Merletti dal titolo “La Rappresentanza sindacale della Confartigianato Imprese e il valore artigiano” e quello dell’assessore regionale Morandi dal titolo “L’impegno dell’assessorato per la tutela del comparto artigiano” e il dibattito. Il coordinamento sarà del segretario regionale di Confartigianato Sardegna, Stefano Mameli.

«La nostra associazione continua il suo percorso di analisi della situazione economica regionale – afferma la presidente regionale, Maria Carmela Folchetti perché in un contesto di transizione, ancora fortemente instabile, è necessario discuterne tra imprenditori, amministratori e forze politiche, ragionando del futuro del comparto, per capirne le prospettive e studiarne le proposte.»