25 April, 2024
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La Sardegna occupa il 6° posto nazionale tra le regioni con le tariffe più elevate per la raccolta e trattamento rifiuti (al primo posto il Lazio con 214 euro, all’ultimo il Molise con 123 euro, contro una media italiana di 168).

320milioni di euro è il costo totale per la raccolta e trattamento rifiuti, e lo spazzamento strade in Sardegna. Somma che va a pesare su ogni sardo per 188,90 euro l’anno, che spende ben il 12,3% in più rispetto alla media nazionale. I sardi coprono questi costi pagandoli di tasca propria per 98,3%.

A osservarlo è il rapporto nazionale di Confartigianato sulle tariffe dei rifiuti e il costo dei servizi (dati 2014 dell’ISPRA), che sottolinea anche un paradosso: il costo del servizio cresce dove la qualità è peggiore.

«Se imprese e cittadini si trovano a pagare i rifiuti a peso d’oro, se si hanno le strade sporche e se i servizi di nettezza urbana non sono esattamente da prendere a modello – commenta la presidente di Confartigianato Imprese Sardegna, Maria Carmela Folchetti – è innegabile che ci sia più di un problema che viene scaricato sui contribuenti». «Senza contare che le tariffe, nella media nazionale, negli ultimi 5 anni sono cresciute del 22% – sottolinea la Folchetti – quasi 3 volte superiore all’inflazione (+8%). Senza contare il gap del +14,6% rispetto alla media dei costi europei cresciuti solo del 9,8%.»

In Sardegna la gestione dei rifiuti indifferenziati incide per il 34,3% del costo, la gestione della differenziata per il 37% (la Sardegna è al primo posto in Italia come costi), lo spazzamento e il lavaggio delle strade per il 13%, i costi comuni (accertamento, riscossione e contenzioso) per l’11,2% e l’ammortamento di mezzi e attrezzi per il 4,4%.

«E’ curioso osservare come i costi per la riscossione siano quasi uguali a quelli per la pulizia delle strade – ha osservato la Folchetti – e ciò ci dovrebbe far riflettere.»

Proprio su questo punto Confartigianato, analizzando diversi dati aggregati di Istat, Ispra e Unioncamere, ha rilevato che ben il 39,3% della popolazione sarda ritiene «sporche o abbastanza sporche le strade in cui abitano». La Sardegna è al secondo posto in Italia dopo il Lazio (45,9%) e ben sopra la media nazionale del 26,8%.

Il dossier ha monitorato anche i conti e i risultati di esercizio delle 376 società partecipate dalle Amministrazioni locali che operano nella gestione dei rifiuti. A livello nazionale il 64,3% è in utile, il 17,2% è in pareggio ed il 18,5% è in perdita. In Sardegna, delle 4 società partecipate (dati MEF 2012) nessuna ha prodotto utili. Al contrario il 75% è andata in pareggio mentre il restante 25% è andato ha registrato perdite 3milioni246mila euro.

«Sappiamo che la Regione e i Comuni stanno lavorando per trovare le soluzioni al problema gravissimo dei costi e della gestione – continua la Folchetti – noi auspichiamo che vengano trovate al più presto perché queste condizioni non sono più tollerabili». «Come sottolineò Carlo Cottarelli, il Commissario Governativo alla Revisione della Spesa – conclude la presidente di Confartigianato Sardegna – il 30,1% della spesa inefficiente degli Enti locali si concentra proprio sul settore dello smaltimento dei rifiuti che mostra un potenziale di risparmio enorme senza intaccare l’efficienza o la forza lavoro. Le imprese e territori della Sardegna attendono ormai da troppi anni: è tempo di agire.»

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Martedì 24 novembre, presso il THotel di Cagliari, dalle ore 18.00, Confartigianato Imprese Sardegna e AZIMUT Consulenza SIM, invitano al un seminario, aperto a tutti, dal titoloL’importanza del passaggio generazionale e della tutela del patrimonio, nel quale consulenti e professionisti illustreranno la normativa, affronteranno le problematiche e illustreranno le opportunità.

Ai saluti introduttivi del Manager Azimut Consulenza SIM della Sardegna, Omar Amorati e della Presidente di Confartigianato Imprese Sardegna, Maria Carmela Folchetti, seguirà l’intervento di Massimo Doria, presidente di Kleros, società specializzata in consulenza patrimoniale.

«É proprio sullo sviluppo della dotazione del capitale umano delle imprese artigiane che si innescano i processi di trasmissione delle conoscenze – afferma Maria Carmela Folchetti, Presidente di Confartigianato Imprese Sardegnaresa possibile dal passaggio generazionale nelle imprese familiari e dai processi formativi on the job». «Un vettore di rilievo nella trasmissione di competenze, know how e capitale umano nelle imprese è rappresentato dal passaggio generazionale – aggiunge la Folchetti fase critica nell’economia delle imprese, che espone la struttura produttiva da un lato al rischio di una perdita del patrimonio imprenditoriale, di occupazione e di conoscenze, e dall’altro alle opportunità connesse con l’ingresso in azienda di risorse più giovani, maggiormente scolarizzate, con una più alta propensione all’utilizzo delle tecnologie e con una maggiore vocazione al rischio e all’innovazione.»

In Sardegna il valore dell’artigianato si trasmette di padre in figlio.

Secondo il dossier elaborato l’Ufficio studi nazionale di Confartigianato su dati Istat, nella nostra regione sono ben 3.454 le imprese a conduzione familiare (tra i 3 e i 9 addetti) interessate da un passaggio generazionale tra 2012 e 2016, il 19,4% delle imprese familiari totali nella regione (17.840). Valore che sale a 4.742 se si considera il periodo 2006-2016. Sesta nella classifica nazionale, la Sardegna è preceduta solo Basilicata, con il 21% di microimprese interessate dal passaggio generazionale entro il 2016 (cioè 1.065 realtà), Sicilia, con il 20,8% (pari a 8.771 microimprese) e Molise con il 20,2% (663 unità imprenditoriali), Liguria ed Emilia.

In Italia sono ben oltre 128mila le microimprese a conduzione familiare interessate dal fenomeno (il 18,2% del totale, quasi 706 mila microimprese).

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Oltre 14mila imprese edili artigiane e circa 23mila addetti in tutta la Sardegna, ovvero i 2/3 delle aziende di tutto il comparto isolano delle costruzioni.
Sono questi i numeri dell’edilizia artigiana che in Sardegna ha necessità di risvegliarsi da anni di tremenda crisi, e su cui punta la Cassa Artigiana dell’Edilizia della Sardegna (CAES), rilanciata dall’accordo tra Confartigianato Edilizia e i sindacati CGIL-CISL-UIL.
L’ente bilaterale delle costruzioni, unica Cassa Edile Artigiana operante in Sardegna, si rivolge alle imprese artigiane rilasciando il fondamentale durc on-line, soddisfacendo le necessità legate ai dipendenti garantendo, per esempio, gli assegni di anzianità professionale edile, fornendo gratuitamente i dispositivi di protezione individuale, ma anche i contribuiti per interventi sanitari, malattia e infortuni, o i premi matrimoniali, gli assegni per l’istruzione dei figli e le borse di studio.

«Il rilancio della CAES segna una vera e propria rivoluzione per il sistema delle costruzioni della Sardegna – sottolinea Maria Carmela Folchetti, presidente di Confartigianato Imprese Sardegna – in quanto le piccole imprese del settore potranno fruire di servizi e prestazioni quasi “su misura”, studiati sulle necessità delle piccole imprese». «L’intesa è ancora più importante – continua la Presidente – considerando che per l’edilizia sarda non si tratta di un momento semplice e di come vi sia la necessità di costruire un clima positivo tra le parti sociali, mettendosi al servizio di imprese e lavoratori per individuare azioni, iniziative e prestazioni sempre più efficaci, efficienti ed innovative.»

Con l’accordo, nella Cassa Artigiana dell’Edilizia, continueranno a valorizzarsi le esperienze positive finora sperimentate, fornendo un servizio adeguato ai soci, e incrementando il contrasto al lavoro nero o irregolare, al fine di sradicare dal settore edile le “male erbe” che, specie in una difficile fase di crisi come quella attuale, creano concorrenza sleale e sottraggono linfa vitale alle imprese vere e in regola con le normative vigenti.

«La CAES è riconosciuta come elemento di garanzia dell’applicazione del CCNL del settore edile artigiano e della piccola impresa – ha continuato la Folchetti – e si è qualificata come ente bilaterale di assicurazione in tema di appalti pubblici insieme a INPS e INAIL, garantendo quindi il committente sulla piena correttezza contributiva dell’impresa edile associata, avendo l’autorizzazione a rilasciare il DURC.»

Per Confartigianato negli ultimi 10 anni il comparto delle costruzioni si è trasformato rapidamente e in maniera disordinata: «In questo contesto così mutevole – ha concluso la Presidente – il sistema bilaterale edile della CAES rappresenta lo strumento strategico per il rilancio di questa “nuova edilizia” e per l’attuazione di innovative politiche del lavoro, che possano rispondere alle nuove esigenze delle imprese e dei lavoratori».

I numeri della Sardegna di fine settembre di quest’anno, elaborati dall’Ufficio Studi Nazionale di Confartigianato secondo i dati UnionCamere e Ministero del Lavoro, raccontano di 22.886 imprese edili in Sardegna, di cui ben 13.902 artigiane (il 60,7%). Di queste ultime 5.206 sono in provincia di Sassari, 4.689 in quella di Cagliari, 2.741 a Nuoro e 1.266 a Oristano.

Le notizie non buone sono rappresentate ancora dal calo registrato tra il 2014 e il 2015: -3,6%.

Imprese nell’edilizia in Sardegna a settembre 2015

Imprese 2015

Imprese Artigiane 2015

Incidente imprese artigiane

Occupati in imprese edili artigiane 2015

Cagliari

8.644

4.689

54,2%

6.784

Nuoro

3.708

2.741

73,9%

4.304

Oristano

1.654

1.266

76,5%

2.400

Sassari

8.880

5.206

58,6%

8.973

SARDEGNA

22.886

13.902

60,7%

22.461

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Sarà di circa 67milioni di euro l’impatto, positivo, che la Legge di Stabilità porterà alle oltre 100mila imprese sarde sotto i 20 addetti, tra la riduzione del prelievo fiscale e la diminuzione del costo del lavoro.

E’ questo il calcolo fatto dall’Ufficio Studi di Confartigianato, dopo aver analizzato l’impatto del DDL S.2111 (questo è il numero della legge) sulle nove principali misure per le PMI; tra quelle “fiscali” troviamo il Regime forfetario, l’Ecobonus, i Superammortamenti, la Franchigia IRAP, il Recupero IVA ai fallimenti e le riduzioni IRES; tra quelle sul lavoro, la Proroga dell’esonero contributivo per assunzioni a tempo indeterminato, l’estensione della CIGD e la detassazione dei premi di produttività.

«Tutto quello che va nell’ottica della riduzione delle tasse, del costo del lavoro e della burocrazia è sempre ben accetto e da lodare a patto di non tagliare i servizi utili – commenta Maria Carmela Folchetti, presidente di Confartigianato Imprese Sardegna – certamente queste non sono cifre che potranno determinare la sopravvivenza o meno di una impresa, però rappresentano un importante segnale di attenzione verso i settori produttivi». «Essendo un disegno di legge, e quindi essendo ancora in discussione – continua la presidente di Cobfartigianato Imprese Sardegna – chiediamo ai nostri Parlamentari di migliorarlo e magari di raddoppiare la cifra che le attività produttive isolane potranno risparmiare

A livello provinciale, la Legge impatterà sugli imprenditori di Cagliari per 24,2 milioni di euro, 13 per quelli di Sassari, 8,9 per Olbia-Tempio, 6 per Oristano, 5,9 per Nuoro, 3,9 per Carbonia Iglesias, 3,3 per il Medio Campidano e 2,1 per l’Ogliastra.

Tra le principali novità inserite nella legge a favore delle imprese, Confartigianato Sardegna sottolinea quelle relative alla riedizione dei bonus per la riqualificazione edilizia, per il risparmio energetico e per l’acquisto di mobili ma anche la misura relativa agli appalti e al mercato elettronico della Pubblica Amministrazione.

«Finalmente troviamo inserite le richieste sollecitate più volte dalla nostra Associazione per gli Appalti Pubblici – sottolinea il Segretario Regionale di Confartigianato Imprese Sardegna, Stefano Mameli – per esempio quelle relative al mercato elettronico gestito da Consip che si apre anche alle attività di manutenzione, svolte prevalentemente da piccole imprese, che da “servizi” diventano quindi qualificabili come “lavori pubblici e non”.»

Stefano Mameli sottolinea anche le «nuove opportunità per le pmi con la possibilità offerta ai Comuni con meno di 10.000 abitanti di eseguire in autonomia gli appalti di importo inferiore a 40mila euro, senza passare da una centrale, da un’unione di comuni o da un soggetto aggregatore».

Su 377 comuni, quelli con popolazione inferiore alle 10mila unità sono ben 348, rappresentanti il 92,3% della popolazione sarda.

«E ancora – aggiunge il segretario di Confartigianato Sardegna – i piccoli lavori svolti da artigiani e piccole imprese saranno agevolati dalla riduzione dei soggetti obbligati ad acquistare tramite il Mercato elettronico della pubblica amministrazione per importi inferiori a 1.000 euro.»

«Gli interventi sugli Appalti – conclude Stefano Mameli – sono un segnale importante a tutela delle piccole imprese sul territorio e rappresentano una ulteriore sollecitazione verso gli Enti Locali per sostenere le aziende di prossimità.»

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Maria Carmela Folchetti, presidente di Confartigianato Imprese Sardegna, è fortemente preoccupata per il falso allarme sulla carne rossa che mette a rischio un settore di nicchia che contribuisce in modo importante al patrimonio gastronomico-culturale italiano.

«La campagna denigratoria sulla carne rossa e sulle carni lavorate lanciata dall’OMS “puzza di bruciato”. E’ troppo generalizzata ed ha un’eco spropositata proprio qui in Italia dove rischia di penalizzare un filiera straordinaria che non ha eguali in Europa con un gravissimo danno economico, in Sardegna in particolare, anche nell’artigianato. In Sardegna sono oltre 100 le imprese artigiane della trasformazione e lavorazione delle carni – spiega la Folchetti – che danno lavoro a oltre 500 persone, senza contare l’indotto.»

Una rete di sapere che garantisce non solo la realizzazione dei prodotti a base di carne “doc” ma anche la produzione delle 15 leccornie inserite nell’elenco dei Prodotti Agroalimentari Tradizionali  del Ministero per le Politiche Agricole e Alimentari, sui 782 totali in Italia – legati alla carne.

«L’indagine Oms – aggiunge la presidente di Confartigianato Imprese Sardegna – sta creando un panico immotivato per quanto riguarda il nostro Paese, soprattutto se si considera che la qualità della carne italiana, dalla stalla allo scaffale, è diversa e migliore. E soprattutto i cibi sotto accusa come hot dog e bacon non fanno parte della tradizione nostrana. Nulla hanno infatti da spartire con le metodiche di lavorazione, conservazione e stagionatura di tipo ‘naturale’ a base di sale garantite dalle lavorazioni dei laboratori artigiani. Da sempre sappiamo che a fare male sono gli additivi,  se usati in modo esagerato. Ma sappiamo bene che in Italia e  soprattutto gli artigiani sono molto attenti su questo punto.»

«Ora – conclude Maria Carmela Folchetti – il vero rischio che corriamo è che i consumatori incorrano in paure ingiustificate che nel passato, per situazioni analoghe, hanno provocato senza ragione una psicosi nei consumi che è costata migliaia di posti di lavoro e miliardi di euro al sistema produttivo. I produttori di insaccati artigiani hanno da tempo investito volontariamente nella maggiore trasparenza dell’informazione possibile e nella rintracciabilità in etichetta. Due sistemi fondamentali per garantire i consumatori ed evitare la psicosi nei consumi. Questo nuovo falso allarme, conferma la necessità di accelerare nel percorso dell’obbligo di etichettatura d’origine per tutti gli alimenti, a partire dai salumi. E’ questa la vera battaglia che l’Italia deve fare in Europa.»

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Buone notizie per gli imprenditori del Sistema Casa e i cittadini: anche per il 2016, il Governo ha deciso di puntare sull’Ecobonus per ristrutturazioni, efficienza energetica e acquisto mobili.

Nella legge di stabilità, infatti, vengono prorogati gli incentivi che, nonostante la crisi, negli ultimi due anni e mezzo, in tutta Italia, hanno generato ben 27miliardi di investimenti, dando un impulso forte alla riqualificazione e al risparmio energetico, dando una boccata d’ossigeno a costruttori, impiantisti, produttori e installatori di infissi, ingegneri, geometri e a tutto l’indotto.

«Un intervento fortemente sollecitato da Confartigianato che coglie numerosi obiettivi – commenta la presidente di Confartigianato Imprese Sardegna, Maria Carmela Folchetti – come il rilancio delle imprese che si occupano di costruzioni e ristrutturazioni ma anche di riqualificazione del patrimonio immobiliare, del risparmio energetico, della difesa dell’ambiente e dell’emersione delle attività irregolari.»

«La proroga delle misure per il “sistema casa” – continua la presidente dell’associazione artigiana – è particolarmente importante per sostenere le imprese nel 2016, vale a dire in quello che può essere l’anno di svolta per il settore delle costruzioni che, non va dimenticato, ha anche un potente effetto-leva per il rilancio di molte attività economiche dell’indotto.»

Confartigianato sottolinea anche come per risollevare il comparto edile allargato, e tutti i settori collegati, serve uno sforzo in più ovvero serve la stabilizzazione degli incentivi. 

Gli incentivi fiscali hanno mostrato in passato il loro effetto benefico sull’edilizia: Confartigianato rivela che, per esempio nel 2011, le detrazioni sono state utilizzate da 6.752.644 contribuenti italiani per una cifra di 3.595 milioni e hanno inciso per il 4,2% del valore aggiunto del settore costruzioni. La spesa complessiva effettuata nel 2011 per interventi di ristrutturazione ammonta a 12 miliardi di cui 3,5 miliardi (29,1%) per il risparmio energetico e 8,5 miliardi (70,9%) per il recupero del patrimonio edilizio. Tale spesa rappresenta il 5,8% del valore del fatturato nel settore delle costruzioni e il 13,9% del valore aggiunto.

«La possibile inversione di tendenza del trend dell’edilizia, ed il suo consolidamento, devono necessariamente poter contare su alcuni elementi di stabilità – conclude la presidente Folchetti – e la capacità del settore delle costruzioni di agganciare la ripresa è condizionato dall’indice di fiducia di famiglie ed imprese. Se le regole sono chiare, costanti e definite, verranno programmati di certo investimenti tali da rivitalizzare il comparto.»

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Senza metano, con difficoltà nei trasporti, con poche strade malandate, con scarse opportunità di crescita ma con almeno 9.467 euro di tasse locali da pagare ogni anno solo per esistere.

Questa è la condizione cui sono sottoposte le piccole imprese della Sardegna e, soprattutto, questo è il conto totale dato da IRAP, addizionali comunali e regionali, IMU e Tasi. Un carico fiscale insostenibile per tantissimi imprenditori che, anche per questo, continuano a chiudere ogni giorno. Da sottolineare che dal 2011 al 2014, il prelievo è aumentato del 76,8%.

L’indagine è stata condotta dall’Ufficio Studi di Confartigianato sul peso della fiscalità in Sardegna per una micro impresa-tipo (soggetta a IRPEF composta da 2 lavoratori indipendenti e 3 dipendenti a tempo indeterminato, che ha di proprietà un immobile produttivo.

La nostra regione è al 19° posto nella speciale classifica ovvero è la seconda regione italiana per “attrattività fiscale”, basata sui 5 tributi locali principali (2 addizionali Irpef, Irap, Imu e Tasi).

Il fisco locale + la “tassa sulla tassa”, relativa all’indeducibilità dell’IMU, pesano su una piccola-micro impresa della Sardegna per una cifra poco sotto i 10mila euro (9.467 euro per l’esattezza) con una differenza positiva (ovvero in favore delle imprese) di 1.697 rispetto alla media nazionale di 11.164. All’interno di questa cifra, ogni dipendente costa, in tasse, ben 1.893.

Differenze significative anche all’interno delle varie province: tra la più “cara”, Sassari con 9.768 euro a impresa e Oristano, la più “economica” con 8.776, ci sono quasi 1.000 euro di differenza. Nel mezzo Cagliari con 9.646 euro, Carbonia-Iglesias con 9.404, Olbia-Tempio con 9.399, Medio Campidano con 9.373, Nuoro con 9.177 e Ogliastra con 8.857.

Colpevole di questo boom è di certo la tassazione immobiliare che ha fatto impennare il prelievo fiscale locale colpendo in modo prevalente le PMI, devastando imprese e cittadini, trainando la crescita del prelievo fiscale.

«La notizia è positiva ma ci chiediamo se, a fronte di un livello basso di tributi, corrisponda un livello soddisfacente di servizi – si interroga retoricamente la presidente di Confartigianato Imprese Sardegna, Maria Carmela Folchetti – la riposta è chiara: in Sardegna è difficile fare impresa, crearla, proteggerla dalla concorrenza sleale e dal lavoro nero.»

Come dire: siamo ai primi posti della graduatoria per la bassa pressione fiscale ma l’ambiente non è ugualmente favorevole alla creazione di impresa.

La Folchetti ricorda i principali mali: «La carenza di infrastrutture, il mercato del lavoro, la burocrazia e i servizi pubblici, come testimoniava pochi anni fa un’altra ricerca di Confartigianato che ci vede al terz’ultimo posto in Italia per qualità della vita d’impresa. Ci aspettiamo che a fronte di questa analisi, parta un cammino di maggiore attenzione. Troppo spesso la Politica appare preoccupata solamente dei bilanci pubblici e per nulla del peso che la tassazione ha su quelli delle imprese e delle famiglie”.

«Essere la seconda regione italiana dove le imprese pagano “meno tasse” – continua la presidente Maria Carmela Folchetti – dovrebbe avvantaggiarci ma evidentemente non è così, visto che è difficile operare in una regione quasi totalmente priva di servizi. E siamo molto preoccupati anche in prospettiva sia per la riforma del catasto, sia per la “nuova” Local tax, che rischiano di portarci ulteriori aumenti

«La situazione però ci dice che ci sono enormi margini di miglioramento – conclude la presidente di Confartigianato Sardegna – per questo dobbiamo, la politica in primis, lavorare affinché la riduzione della pressione fiscale diventi la priorità per i piccoli imprenditori. Tra tasse locali e prelievo dello Stato centrale paghiamo troppo e in modo troppo complicato. Così non si aiuta la ripresa.»

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I cittadini potranno far aggiustare la propria automobile nell’officina di fiducia e gli autoriparatori potranno rimanere indipendenti dalle Compagnie di Assicurazione. Questo ha stabilito la Camera con il voto finale al disegno di legge “Concorrenza, all’interno del quale sono contenute le norme in materia di RC Auto.

«Dopo mesi di battaglie, ragionamenti con i Deputati, emendamenti e incontri territoriali con la nostra Associazione – ha detto la presidente di Confartigianato Imprese Sardegna, Maria Carmela Folchetti – la Camera ha riconosciuto le ragioni degli autoriparatori. E di questo siamo molto soddisfatti.»

«Dobbiamo ringraziare i deputati sardi Emanuele Cani, Romina Mura, Giovanna Sanna, Caterina Pes, Francesco Sanna che hanno votato in modo favorevole anche nel passaggio finale per l’approvazione – aggiunge la Folchetti – e gli altri, come Andrea Vallascas, che hanno supportato la categoria nei vari passaggi nelle commissioni, ascoltando e capendo quali fossero le difficoltà e necessità delle imprese dell’autoriparazione.»

Già all’inizio dell’estate le commissioni Attività produttive e Finanze cancellarono le condizioni che “intimavano” all’assicurato di far riparare la macchina, dopo un incidente, a una carrozzeria convenzionata con la propria Compagnia di Assicurazione.

«E’ stato ristabilito – spiega la presidente Folchetti – il principio in base al quale gli assicurati hanno diritto ad ottenere il risarcimento per la riparazione a regola d’arte del veicolo danneggiato, avvalendosi di imprese di autoriparazione di propria fiduciaSi tratta di un primo, importante risultato per la battaglia che Confartigianato sta conducendo contro il rischio, contenuto nella riforma dell’Rc auto, di mettere fuori mercato le carrozzerie indipendenti, rendendo di fatto obbligatorio il risarcimento ‘in forma specifica’, vale a dire far riparare il veicolo incidentato dalle officine di carrozzeria convenzionate con l’assicurazione.»

«Ora ci auguriamo – conclude la presidente Folchettiche le modifiche approvate siano confermate nel passaggio al Senato. Ne va del futuro del settore dell’autoriparazione anche in Sardegna.»

In Sardegna, nel primo semestre del 2015, le imprese dell’autoriparazione (artigiane e non), ovvero tutte quelle che svolgono attività di Manutenzioni e Riparazioni Meccaniche e “Riparazioni Carrozzerie, sono state 3.770 di cui 3.154 artigiane (l’83,8%). Queste ultime sono calate del 2,6% rispetto al 2014. In provincia di Cagliari erano 1.548 (l’82,2% artigiane, ovvero 1.274), a Oristano 317 (271 artigiane, l’85,4%), 670 a Nuoro (574 artigiane, l’85,6%) e ben 1.235 a Sassari (1.035 artigiane, l’83,8%). La Sardegna (-2,6%) occupa il terz’ultimo posto come calo demografico di questo settore mentre la provincia di Nuoro registra la peggior performance italiana: -4,9%.

Le imprese della manutenzione e della riparazione meccanica di autoveicoli, alla fine dello scorso giugno, sono risultate 3.049, di cui l’83,6% (ben 2.548) sono artigiane. Da segnalare che tra il 2014 e il 2015, il settore ha registrato un calo del 2,6%. A livello territoriale, tra le imprese artigiane 1.034 sono registrate in provincia di Cagliari (-1,3% rispetto al 2014), 826 sono in quella di Sassari (-1,7% rispetto al 2014), 462 in quella di Nuoro (-4,7% rispetto al 2014) e 226 a Oristano (-3% rispetto allo scorso anno).

Tra quelle della carrozzeria, ne risultano attive 721 di cui 606 artigiane (84%). Il bilancio tra il 2014 e 2015, risulta cessato l’1,8% delle imprese.

Tra le province, le aziende artigiane sono 240 a Cagliari (-1,6% rispetto al 2014), 209 a Sassari (-0,5% rispetto allo scorso anno), 112 a Nuoro (calo del 5,1% rispetto al 2014) e Oristano con 45 (nessun calo registrato).

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Nella comunicazione, la rivoluzione digitale “investe” l’artigianato. E in Sardegna nascono nuove imprese e molte di quelle tradizionali si evolvono.

Il bilancio dell’ultimo anno nell’isola (da giugno 2014 a giugno 2015) segna un patrimonio di 1.340 imprese artigiane, con 2.197 dipendenti, che si occupano di attività connesse al mondo della “comunicazione”ovvero di servizi editoriali on line, fotografia, attività di informazione, pubblicità e ricerche di mercato, produzione di software e di tante altre professionalità

A livello italiano, la nostra regione occupa il 6° posto come percentuale di imprese della comunicazione (3,6%) rispetto al totale delle aziende iscritte agli albi camerali (su base regionale); questo nonostante il comparto abbia subito un calo (sempre nell’ultimo anno) del 2,5%.

In Italia sono ben 42.629; circa 7.300 in Lombardia, segue l’Emilia Romagna con oltre 4mila e il Veneto con oltre 3.700.

La “fotografia” arriva dal rapporto sulle imprese del settore della comunicazione, sui dati UnionCamere-Infocamere 2014-2015, che disegna l’identikit dei piccoli imprenditori dell’era digitale.

«La ‘rivoluzione’ digitale ha spinto la creazione d’impresa – sottolinea Maria Carmela Folchetti, presidente di Confartigianato Imprese Sardegna – quello della comunicazione (dall’editoria all’ICT, dai fotografi alle agenzie pubblicitarie) è un settore in cui spicca la presenza di piccole imprese espressione di abilità, personalizzazione, creatività, flessibilità di risposta alla domanda sempre più complessa e sofisticata che proviene dai consumatori e dalle altre imprese».

«In Sardegna – aggiunge la presidente – ma in tutto il resto dell’Italia, il problema resta l’infrastrutturazione tecnologica. In tantissime zone la rete non è accessibile o se lo è la velocità non è di certo adeguata alle necessità delle imprese.»

Il settore della Comunicazione in Sardegna, tra le oltre 1.300 imprese, conta 379 imprese tra le “Attività professionali, scientifiche e tecniche”, 355 per quelle che svolgono “Attività dei servizi d’informazione e altri servizi informatici”, 305 per le quelle relative alla “Stampa e riproduzione di supporti registrati”, 141 della “Produzione di software, consulenza informatica e attività connesse”92 sono le “Attività di supporto per le funzioni d’ufficio e altri servizi di supporto alle imprese”, 61 quelle che svolgono “Pubblicità e ricerche di mercato” e 7 le imprese di “Attività editoriali”. La dinamica di crescita segnala un +16,7% per le “attività editoriali”un +1,4% per le imprese “Produttrici di software e consulenza informatica”. Tutte le altre sono in calo: tra queste da segnalare un -14,1% delle imprese di “Pubblicità”.

«Il bando della Regione sulla banda ultra larga, di poche settimane fa, è un importante passo in avanti – riprende la presidente di Confartigianato Sardegna – ed auspichiamo che le imprese e i territori possano fruirne in tempi consoni alla necessità di sviluppo. Non è un mistero, infatti, che tale ammodernamento produrrebbe effetti occupazionali ben più consistenti del Jobs Act.»

«Occorre uno sviluppo imprenditoriale che incentivi la digitalizzazione delle imprese esistenti, o la nascita di nuove startup digitali – conclude la Folchetti – una regione come la Sardegna di oggi, per competere con il resto del mondo, ha bisogno di adattare la propria struttura produttiva ai lavori delle generazioni più giovani e alle loro competenze. Ha bisogno di imprese in cui coniugare la capacità di innovare con l’esperienza. Ha bisogno, in altre parole, di una politica industriale a misura di nuovi saperi.»

Dalla ricerca (dati Istat) risulta anche come i sardi, con il 60,4%, siano terzi in Italia per la lettura on line di news, con una media superiore a quella nazionale del 55,8%. Ai primi 2 posti Bolzano (61,6%) e la Toscana (60,5%). La Sardegna si piazza bene anche nell’analisi di coloro che usano il web per scaricare e leggere libri o e-book: i sardi sono sesti (16,1%), ben sopra la media nazionale (15,6%). Primi i laziali con il 20,6%.

Il dossier dice anche che la comunicazione on line batte quella su carta 4 a 1: nel 2014 le famiglie italiane hanno speso in telefoni, apparecchiature elettroniche e servizi telefonici 37,4 miliardi, vale a dire, in termini reali, il 256,8% in più rispetto ai 10,5 miliardi del 1995. Sempre lo scorso anno la spesa degli italiani in prodotti su carta (dai libri ai giornali, dalla stampa di vario tipo fino alla cancelleria) si è attestata a 8,6 miliardi, con un calo del 39,3% rispetto ai 14,2 miliardi del 1995. Il telefono cellulare è l’oggetto tecnologico più diffuso tra gli italiani: il 93,6% delle famiglie ne possiede almeno uno. Seguono il personal computer, a disposizione del 63,2% delle famiglie, il telefono cellulare connesso a Internet (54%), la macchina fotografica digitale (50,8%). Decisamente meno diffusi, anche se in crescita, gli e-book, in possesso del 6,8% delle famiglie.

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«Il Parlamento ha restituito alle imprese di carrozzeria la libertà di esercitare la propria attività e ai cittadini il diritto di scegliere il proprio carrozziere di fiducia.»

La presidente di Confartigianato Imprese Sardegna, Maria Carmela Folchetti, commenta con soddisfazione le modifiche approvate dalle Commissioni Finanze e Attività Produttive della Camera ad alcuni aspetti riguardanti la riforma dell’Rc auto contenuti nel Ddl Concorrenza

«E’ stato ristabilito – spiega la presidente Folchetti – il principio in base al quale gli assicurati hanno diritto ad ottenere il risarcimento per la riparazione a regola d’arte del veicolo danneggiato, avvalendosi di imprese di autoriparazione di propria fiducia. Inoltre, le linee guida per la riparazione a regola d’arte verranno definite con un accordo tra le Associazioni nazionali del settore dell’autoriparazione, l’Associazione nazionale delle imprese assicurazioni, sentite le Associazioni dei consumatori.»

«Si tratta – aggiunge Maria Carmela Folchetti – di un primo, importante risultato per la battaglia che Confartigianato sta conducendo contro il rischio, contenuto nella riforma dell’Rc auto, di mettere fuori mercato le carrozzerie indipendenti, rendendo di fatto obbligatorio il risarcimento ‘in forma specifica’, vale a dire far riparare il veicolo incidentato dalle officine di carrozzeria convenzionate con l’assicurazione.»

«Ora ci auguriamo – conclude la presidente Folchetti – che le modifiche approvate oggi siano confermate dall’Aula della Camera e nel successivo passaggio al Senato. Ne va del futuro del settore dell’autoriparazione della Sardegna in cui operano 3.700 imprese, con 10.000 addetti.»

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