2 May, 2024
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Sbarca al Salone internazionale del libro di Torino, con una novità editoriale, Licanìas, il festival letterario ed enogastronomico di casa a Neoneli, quest’anno alla nona edizione dal 4 al 7 ottobre nel piccolo e antico paese in provincia di Oristano. Si tratta di “Neoneli – Un (in)canto”, ritratto-racconto sull’affascinante borgo, immerso nelle colline del Barigadu, firmato da Giuseppe Culicchia, ospite del festival lo scorso anno. Il libro, edito dal comune di Neoneli, è presentato dallo scrittore torinese in due appuntamenti: il primo è giovedì 10 maggio, alle 20.00, al Bar Pietro (in via San Domenico 34), nell’ambito del Salone Off, il “FuoriSalone” del Libro; intervengono, con l’autore, il sindaco di Neoneli Salvatore Cau, l’assessore comunale Mariella Demontis ed il consigliere Ivano Piras, il presidente della consulta giovanile di Neoneli Paolo Satta ed Enzo Cugusi per l’associazione culturale dei Sardi “A. Gramsci”; il secondo è invece in agenda lunedì 14 maggio, a mezzogiorno, nello stand della Regione Autonoma della Sardegna: presenti all’incontro con lo scrittore, il vice sindaco di Neoneli Marzia Cambuli e, ancora, Enzo Cugusi.

Giuseppe Culicchia (Torino, 1965) ha pubblicato i primi racconti nell’ultima antologia Under 25 curata da Pier Vittorio Tondelli nel 1990. Il suo romanzo d’esordio, “Tutti giù per terra” (1994), è appena stato ripubblicato da Einaudi. Tra gli altri suoi titoli: “Il paese delle meraviglie” (2004), “Brucia la città” (2009), “Venere in metrò” (2012), “Mi sono perso in un luogo comune” (2016), “Essere Nanni Moretti” (2017). Collabora con “La Stampa” e con altre testate. Ha tradotto, tra gli altri, Mark Twain, Francis Scott Fitzgerald e Bret Easton Ellis.

Mentre Licanìas va in trasferta, in paese, a Neoneli, si muovono i primi passi in preparazione delle giornate clou del festival, in programma nel consueto periodo di inizio ottobre, con progetti di promozione della lettura dedicati alla popolazione locale. È già in corso “Le storie in dono. Una voce che legge… una vita che ascolta”, un progetto ideato e curato dalla pedagogista e studiosa di letteratura per ragazzi Mara Durante, dietro incarico della Consulta Giovanile di Neoneli, finanziato interamente dal Comune nell’ambito delle iniziative collegate al festival.

È nel vivo la prima fase del progetto: cinque incontri formativi aperti a tutto il territorio sulla valenza del libro come ponte comunicativo tra le generazioni e strumento di intensa relazione empatica. L’intento è quello di promuovere la cultura della lettura condivisa e individuare possibili lettori volontari che nel tempo possano portare il dono delle storie lette ad alta voce, nelle case della popolazione più anziana. La seconda fase, di tipo più squisitamente operativo, prevede l’incontro degli anziani con i lettori esperti, declinato in otto appuntamenti domenicali, con la partecipazione degli operatori Marco Matta e Laura Cossu.

 

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La campagna elettorale che ci condurrà alle elezioni politiche del 4 marzo prossimo è, oramai, entrata nel vivo. I leader nazionali (e regionali) sono indaffarati a consolidare le alleanze e, puntualmente, a lanciare proposte “sensazionali”. Se poi queste sono anche irrealizzabili, o del tutto inutili, poco importa.  Ma la valutazione di tale aspetto, sia a livello nazionale, sia locale, riguarda la coscienza del singolo elettore. È opportuno, invece, focalizzare apertamente alcuni dati demo-economici. Così da acquisire un metro di giudizio dei parlamentari uscenti, ricandidati, e dei neofiti che si presenteranno secondo la mappa delle circoscrizioni del cosiddetto Rosatellum, che per la Sardegna prevede l’elezione di 25 parlamentari.

Orbene: i dati. Nel 2017 il debito pubblico dell’Italia ammontava 2.260,3 miliardi di euro (fonte: Banca d’Italia 2017); il tasso di disoccupazione, nel mese di marzo, era a quota 11,7%, quella giovanile a quota 34,1% (fonte: Istat). Per quanto riguarda i numeri sull’emigrazione, a livello nazionale, delle fasce più istruite della popolazione, sappiamo che “[…] nell’ultimo decennio si assiste ad un progressivo spostamento dell’incidenza del fenomeno dell’emigrazione verso fasce della popolazione a maggiore istruzione: dal 2001 al 2010 l’incidenza dei cittadini laureati sul totale degli espatri è raddoppiata (dall’8,3% al 15,9%) […] In totale, quasi 1.300 dottori di ricerca che prima dell’iscrizione all’università risiedevano in Italia risultano vivere abitualmente all’estero al momento dell’intervista (6,4% del totale), per lo più in Francia, Stati Uniti d’America e Regno Unito[…]” (fonte: Istat – indagine conoscitiva sulle politiche relative ai cittadini italiani residenti all’estero 2011).

Nel 2016, in Sardegna, il tasso di disoccupazione ammontava al 15,9%, e quello sulla disoccupazione giovanile al 56,3% (fonte: Istat 2016). Nonostante un lieve calo la situazione resta drammatica. Spesso i politici, dinanzi a dati del genere, accampano la scusante del «siamo in periodo di vacche magre» allorquando vengono chiamati ad intervenire, concretamente, per garantire il diritto al lavoro e alla realizzazione personale dei cittadini. In realtà, esaminando i dati sulla spesa pubblica, si evince, ad esempio, che nel 2011 in Italia i costi della politica e della burocrazia ammontavano all’8,6% del PIL (fonte: Eurostat 2012).

Nel 2012 la spesa pubblica del nostro paese ammontava al 50,6% del PIL, ed era così ripartita: 16,3% in pensioni; 10,8% in spese per il personale; 9,7% in altri consumi finali; 4,9% in interessi sul debito; 3% in altri trasferimenti sociali; 2,2% in trasferimenti alle imprese; 2% in investimenti pubblici; 1,1% in imposte indirette; 0,5% in altro (fonte: Istituto di ricerca Bruno Leoni 2013). Una spesa pubblica di tale rilevanza incide enormemente sulla pressione fiscale. Al lettore le ovvie deduzioni sull’impatto di un simile status in una regione come la Sardegna e in un territorio come il Sulcis Iglesiente. Non esiste, fortunatamente, un manuale standard sulle domande da porsi nella scelta dei propri rappresentanti istituzionali.

Certamente, a fronte dei dati sopra esposti, domande come «Cos’hanno fatto (i parlamentari uscenti) per evitare, o risolvere, la presente situazione demo-economica?» e «Cosa hanno intenzione di fare i neofiti?» sono, a dire poco, calzanti. Altrimenti saranno sempre più realistiche le parole di Mark Twain «Se votare facesse qualche differenza non ce lo lascerebbero fare». Ammesso che già non lo siano.

Cristian Usai