19 December, 2025
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Palazzo del Consiglio regionale 3 copia

Il Consiglio regionale ha approvato ieri l’art. 8 “Unione dei Comuni di area metropolitana” del D.L 176/A sul riordino degli Enti locali.

Aprendo la discussione generale sull’art.7 il consigliere Ignazio Locci (Forza Italia) ha osservato che la legge «richiama il testo dell’art. 32 del Testo unico nazionale degli enti locali, anche se i Comuni hanno iniziato relativamente da poco ad utilizzare lo strumento delle unioni». Criticabile, ha aggiunto, «il meccanismo di obbligatorietà che per noi è solo il preambolo che serve a cancellare i piccoli comuni, tendenza confermata del resto da una proposta di legge nazionale del Pd che prevede l’accorpamento dei comuni fino a 5.000 abitanti». «Noi pensiamo – ha concluso – che questa proposta sia coercitiva, frutto di una visione miope che indebolisce l’autonomia delle amministrazioni a danno delle funzioni dei consigli comunali, delle opposizioni con il loro ruolo di controllo, e della stessa democrazia sostanziale».

Il vice capogruppo di Forza Italia Alessandra Zedda, condividendo le argomentazioni di Locci, ha criticato il metodo legislativo seguito «perché per l’ennesima volta si stravolge in corso d’opera il testo della Giunta». «Inoltre – ha proseguito – è irrealistico pensare che la norma porti semplificazione ed efficienza nel sistema delle autonomie, soprattutto per quanto riguarda una mole ingente di beni pubblici e la sorte dei dipendenti di questi enti di cui non ci si occupa; singolare poi, sotto questo profilo, il silenzio dell’Anci di fronte ad una legge che tratta i Comuni come le ultime ruote del carro, siamo di fronte ad un processo di accentramento senza precedenti che è il contrario di quanto serve alla Sardegna».

Il consigliere Edoardo Tocco (Forza Italia) si è soffermato sul fatto che «nell’esperienza attuale le gestioni associate non hanno portato alcun tipo di vantaggio ai cittadini, a cominciare dal servizio dei rifiuti solidi urbani da cui sono tagliate fuori le piccole aziende sarde a vantaggio di quelle del nord e della Sicilia, e dei i servizi alla persona che saranno totalmente snaturati a favore delle centrali della cooperazione». «In sostanza – ha concluso – non c’è nessuna grande riforma ma solo un forte indebolimento della democrazia e dei diritti dei cittadini».

Il consigliere Giuseppe Fasolino, anch’egli di Forza Italia, ha prefigurato dopo l’approvazione della legge «una serie di contraccolpi negativi sulla comunità sarda, espressione di un nuovo centralismo regionale che privilegia oltre ogni misura la città di Cagliari a danno di tutti gli altri territori a cominciare dall’intero nord Sardegna». La riforma, a suo avviso, «poteva essere uno strumento utile per dare finalmente risposte all’Isola ma questo obiettivo è stato clamorosamente mancato, a favore di un quadro istituzionale fortemente sbilanciato che, fra l’altro, farà scomparire i piccoli comuni; in poche parole una riforma senza coraggio».

Il consigliere Gianni Tatti (Udc Sardegna) ha messo in evidenza che l’articolo in discussione «è di fondamentale importanza per far capire quali risposte vuole dare la Regione alle popolazioni della Sardegna centrale ed in particolare dell’oristanese ed è amaro constatare che il dibattito avvenga in assenza dei Sindaci e dell’Anci che dovrebbe rappresentarli». «Io – ha ricordato – faccio il sindaco in una unione di comuni che ha 20.000 abitanti, quindi è assurdo dimezzare il requisito a 10.000 prevedendo poi eccezioni mirate per qualche amico senza alcun criterio oggettivo». Tatti ha poi espresso il suo radicale dissenso nei confronti della proposta di legge nazionale del Pd, «una vergogna contro cui soprattutto la Sardegna deve ribellarsi, altrimenti meglio rimettere il mandato nelle mani degli elettori, cosa che io lo farò dalla mia carica di sindaco di Ruinas».

Il consigliere Marcello Orrù (Psd’Az) ha osservato «l’evidente contraddizione di una legge che, da un lato, si propone di valorizzare il ruolo dei Comuni e dall’altro li mortifica, privandoli degli strumenti necessari per governare le comunità; resta invece il vuoto attorno a Cagliari ed un vuoto ancora più grande nei territori dopo l’abolizione delle province». La riforma, ha aggiunto, «immagina una Sardegna che non c’è mai stata e mai ci sarà perché ignora le tante specificità che storicamente la compongono e, quanto alle unioni dei Comuni, sono uno strumento inefficace che oltretutto si abbatterà sui due terzi dei comuni dell’Isola».

Dopo Marcello Orrù è intervenuto Gianluigi Rubiu (UDC Sardegna) che ha detto che questa riforma “a tutti costi” è una riforma contro la volontà dei sindaci, calata dall’alto per accentrare il potere verso la Giunta e verso Cagliari escludendo i piccoli comuni e il nord Sardegna dai finanziamenti. Inoltre, secondo Rubiu, dal capo secondo dell’articolo 7 iniziano le contraddizioni: i comuni hanno l’obbligo di associarsi. Questa imposizione snatura il ruolo delle istituzioni comunali che non possono scegliere.

Per Attilio Dedoni (Riformatori sardi) questo articolo, che sembra tranquillo, nasconde molte cose che non vanno bene. La coercizione è negativa. I comuni devono poter scegliere come e dove organizzarsi. Sono stati bocciati gli emendamenti: 159 (uguale al 1080 e al 1485), 2397, 2398, 2399, 2400, 2401, 2402, 2403, 2404, 2405, 2406, 2407, 2490, 2409, 2523, 2524, 2525, 2410, 2411. Sull’emendamento 2490 è intervenuto Marco Tedde che, dopo aver espresso il voto a favore, ha detto che questo emendamento tende ad  evitare che ci sia  solo una città metropolitana. Tedde ha sottolineato il silenzio assordante della maggioranza e dei sindaci del Nord Sardegna. Per l’esponente di Forza Italia questa legge aumenterà la desertificazione del nord e del centro dell’isola.  Anche Marcello Orrù (Psd’az) voterà a favore di questo emendamento che cerca di arginare i danni che crea questa legge. Questa riforma è sbagliata e rischia di essere penalizzante per Sassari e dintorni. La Sardegna del futuro – ha detto – è immaginata erroneamente solo su Cagliari. Questa arroganza di imporre una legge blindata non si può accettare. 

E’ stato approvato l’emendamento 2408 (Gavino Manca e più), sostitutivo del comma 7 dell’articolo 7, su cui c’era il parere favorevole della commissione. Questo emendamento stabilisce che la Giunta regionale, entro 90 giorni dall’approvazione della legge individui i comuni sperimentatori  delle zone “a burocrazia zero” e con apposita delibera ne definisca le modalità di attuazione. L’emendamento è stato approvato con 34 sì e 13 no.

Approvato anche l’emendamento 2508 (Tatti e più), su cui la commissione si è rimessa all’aula. Questo emendamento aggiunge il comma 8 bis all’emendamento 1953. Questo comma prevede che la Regione promuova ogni azione necessaria per favorire percorsi di sostegno, quali servizi di accompagnamento, incentivi e/o fiscalità di vantaggio alla creazione d’impresa e al lavoro autonomo, per contrastare il fenomeno dello spopolamento e della disoccupazione nel territorio individuato d’intesa con lo Stato quale Area prototipo per la sperimentazione  della Strategia Nazionale Aree interne. Ignazio Tatti (Udc Sardegna)  ha chiesto all’aula di votare a favore di quest’emendamento che può dare respiro alle zone più depresse dell’isola. 

Via libera poi all’ emendamento 2517 (Deriu e più)  che aggiunge il comma 4 bis all’emendamento 1953. Questo comma 4 bis prevede che i comuni facenti parte di una unione di comuni, il cui territorio coincide integralmente con quello di uno o più isole, costituiscono sub ambiti territoriali ai sensi e con le modalità stabilite dal comma 4.

E’ poi stato approvato l’emendamento 1953, sostitutivo totale dell’articolo 7. Secondo la nuova formulazione dell’emendamento 1953 le unioni dei comuni sono enti locali con autonomia normativa, organizzativa, finanziaria e hanno potestà statutaria e regolamentare. Esercitano le funzioni ad esse attribuite dalla legge  e dai comuni che ne fanno parte. Il secondo comma prevede che tutti i comuni della Sardegna abbiano l’obbligo di associarsi in unione di comuni, salvo i comuni facenti parte della Città metropolitana di Cagliari e le città medie. Al comma 3 si stabilisce che le unioni di comuni sono costituite da quattro o più comuni contermini, con popolazione complessiva non inferiore a 10.000 abitanti, fatte salve le unioni di comuni con popolazione inferiore già costituite alla data dell’entrata in vigore della legge, da una rete urbana, da una rete metropolitana.

Il quarto comma prevede che al fine di una migliore organizzazione dell’esercizio associato delle funzioni e dei servizi e in relazione al particolare contesto territoriale, lo statuto dell’unione può prevedere la gestione delle funzioni e dei servizi per sub ambiti territoriali. Lo statuto determina le modalità organizzative, l’articolazione territoriale e il numero di comuni facenti parte dell’unione che costituiscono sub-ambito territoriale, il quale può essere organizzato, anche attraverso convenzione, esclusivamente tra i comuni facenti parte dell’unione di comuni. La convenzione stabilisce il comune capofila e regola i rapporti tra i comuni ai sensi dell’articolo 30 del decreto legislativo 18 agosto 2000, n. 267 (Testo unico delle leggi sull’ordinamento degli enti locali).

Il comma 5 stabilisce che entro 90 giorni dall’approvazione del piano territoriale, i comuni non appartenenti a unioni di comuni costituiscano unioni di comuni ovvero aderiscano ad una unione di comuni già esistente. Secondo l’emendamento poi le comunità montane sono equiparate alle unioni di comuni e adeguano il loro statuto e i regolamenti alle disposizioni della legge entro 90 giorni dall’entrata in vigore. Esse esercitano le funzioni di tutela, promozione e valorizzazione della montagna e gestiscono gli interventi speciali per la montagna stabiliti dalla normativa dell’Unione europea e dalla legge statale e regionale.

L’Aula è passata poi all’esame dell’art. 8 “Unione dei Comuni di area metropolitana”. Sentito il parere del relatore di maggioranza e della Giunta sugli emendamenti, il presidente Ganau ha dato la parola al consigliere di Forza Italia Stefano Tunis.

L’esponente della maggioranza ha espresso forti perplessità sui contenuti della norma. «E’ l’articolo dei sepolcri imbiancati – ha esordito Tunis – nella sua genesi confluiscono tutti i difetti e le modalità operative che Giunta e maggioranza stanno mettendo in campo da inizio legislatura».

Secondo Tunis l’articolo in discussione è la risposta alle rivendicazioni dei territori del Nord Sardegna: «Anche in questo caso, però, il problema non viene risolto – ha rimarcato il consigliere azzurro – siete la maggioranza del differire, del “comincerò domani”. Avrei preferito un’altra strada: l’estensione dei confini della Città Metropolitana a tutta la Sardegna. In questo modo avremmo risolto un’infinità di problemi, a partire dalla cancellazione delle province, voi invece preferite nascondere la polvere sotto il tappeto».  

Michele Cossa (Riformatori) ha puntato l’attenzione sulle modalità di partecipazione dei comuni alla Rete Metropolitana. «Della Rete faranno parte i territori che appartengono alla pianificazione strategica intercomunale. Entro 20 giorni i comuni potranno esercitare l’iniziativa per il distacco. E’ un criterio coattivo – ha attaccato Cossa – il centrosinistra che si erge a difensore dell’autonomia comunale impone ai comuni di far parte della Rete Metropolitana».

Giudizio condiviso da Ignazio Locci (Forza Italia) secondo il quale l’articolo 8 rappresenta il tentativo di compensare il mancato conferimento del titolo di Città Metropolitana a Sassari. «La previsione di una Rete Metropolitana formata da due città contermini di almeno 150mila abitanti mette insieme Sassari e Alghero – ha detto Locci – allo stesso tempo obbliga i comuni che fanno parte della pianificazione strategica a entrare nella Rete. Le amministrazioni non avranno scelta e saranno obbligate a stare sotto il cappello di Sassari».

Gianni Lampis (Fd’I) ha definito la legge in discussione «un minestrone indigesto per i sardi». Secondo il rappresentante del centrodestra, l’articolo 8 conferma la volontà della maggioranza di aggirare il problema senza risolverlo. «E’ la legge dei continui rinvii – ha sottolineato Lampis – anche in questo caso si rimanda a un successivo decreto il coordinamento della disciplina statale e regionale in materia di reti metropolitane. E’ una norma destinata al fallimento: tenta di accontentare tutti ma non soddisfa nessuno. Alla  Rete Metropolitana non potrà accedere Olbia pur avendo nel suo territorio un porto e un aeroporto».

Al termine dell’intervento del consigliere Lampis, il vicepresidente del Consiglio Eugenio Lai ha assunto la presidenza dell’Assemblea e ha messo in votazione gli emendamenti soppressivi totali 189, 1061 e 1496. Non essendo presente il numero legale, il presidente Lai ha sospeso la seduta per 30 minuti.

Alla ripresa dei lavori l’Aula ha respinto tutti e tre gli emendamenti soppressivi dell’art.8.

Si è quindi passati all’esame dell’emendamento n. 2417 all’emendamento n.1945 che è stato però ritirato dal presentatore Salvatore Demontis (Pd).

Il Consiglio ha quindi respinto, in rapida successione, gli emendamenti 2418, 2419 e 2420 e 2421 all’emendamento sostitutivo totale n.1954 (Demontis- Deriu-Agus).

Il consigliere Giuseppe Fasolino (Forza Italia) ha sottolineato la necessità di «restituire dignità ad un territorio come la Gallura almeno con lo status di rete metropolitana, anche se non apre la porta a fondi nazionali ed europei». Adesso, ha lamentato, «non c’è nemmeno questo perché per volontà di uno o due comuni la Gallura non potrà avere la rete metropolitana a causa del tetto di abitanti fissato a 150.000; è una vera e propria discriminazione anche se è stato l’unico territorio della Sardegna che in questi anni è cresciuto con dati sotto gli occhi di tutti, la maggioranza ha mostrato di voler male ad un territorio della Sardegna ma questo però significa voler male a tutta la Sardegna».

Il consigliere Marco Tedde, anch’egli di Forza Italia, ha definito la riforma «una grande delusione per tutti e questo emendamento, in particolare, è una grande sconfitta per un territorio che assolutamente non la merita; è il corrispettivo che viene fatto annusare ai consiglieri di maggioranza del Nord Sardegna pur sapendo che non ha alcun contenuto, è il frutto della grande offensiva del presidente Pigliaru e dell’assessore Erriu contro quanti sostenevano una Sardegna differente, con due pilastri e due aree metropolitane, una Sardegna orientata a far crescere tutti con equilibrio».

Il consigliere Peppino Pinna (Udc Sardegna) ha criticato con forza «l’ostinazione nel sostenere l’idea di una sola città metropolitana maltrattando tutti i sardi che non risiedono a Cagliari, eppure il nord ha titoli uguali se non superiori a quelli del capoluogo». Particolarmente grave, ha concluso, «il silenzio dei sindaci della città interessate».

Il vice capogruppo di Forza Italia Alessandra Zedda si è riferita al significato di una parte del testo che accomuna definizioni molto diverse, le unioni dei comuni e le aree strategiche con riferimento alla «stipula di accordi con comuni contermini nel quadro di una pianificazione strategica comune».

Il consigliere del Psd’Az Marcello Orrù, contrario, si è espresso in modo molto critico sull’emendamento «inserito in una legge totalmente sbagliata, uno schiaffone in pieno volto per tutto il Nord Sardegna, per giunta col contributo di sassaresi come Pigliaru e diversi consiglieri di maggioranza; resta il fatto che il centralismo regionale deve essere riequilibrato ma non certo con surrogati privi di senso come l’invenzione della rete metropolitana».

Il consigliere Michele Cossa (Riformatori sardi), contrario, ha espresso un dubbio analogo a quello della consigliera Zedda perché nel testo si dice chiaramente che «le reti metropolitane svolgono funzioni fondamentali e inoltre si occupano della gestione in forma associata dei servizi pubblici, si tratta di una definizione che va corretta altrimenti non si capisce di cosa stiamo parlando».

Il consigliere Salvatore Demontis (Pd) ha fornito una interpretazione diversa del testo, nel senso che «si intende che la rete metropolitana può stringere accordi con comuni contermini e non ai fini di una pianificazione strategica comune».

Successivamente è stato messo in votazione l’emendamento n. 1954, che il Consiglio ha approvato per alzata di mano. Il testo disciplina l’istituto della “rete metropolitana” individuandone funzioni ed organi di governo. I Comuni, entro 20 giorni dall’entrata in vigore della legge, potranno deliberare di non aderire con maggioranza qualificata dei due terzi. Entro 30, inoltre, la Giunta proporrà alla commissione paritetica per l’attuazione dello Statuto uno schema di decreto legislativo per coordinare la normativa statale con quella regionale.

Subito dopo l’Aula ha respinto per alzata di mano gli emendamenti dell’opposizione n.2430, 2431, 2432. Approvato invece, sempre per alzata di mano, l’emendamento n. 1955, con parere favorevole della commissione e della Giunta. Prevede che il Sindaco della città media con il maggior numero di abitanti assuma la carica di presidente della rete urbana mentre, per gli altri organi di governo, si applica la disciplina delle unioni dei Comuni.

Al termine dello scrutinio, il presidente ha disposto una breve sospensione della seduta per convocare la conferenza dei capigruppo e definire le modalità di prosecuzione dei lavori, con riferimento agli interventi degli assessori dei Trasporti e della Sanità sul grave incidente accaduto stamane a Cagliari in un tratto della rete della metropolitana di superficie.

Alla ripresa dei lavori, il presidente Ganau ha dato la parola ai rappresentanti dell’Esecutivo. 

L’assessore regionale ai trasporti Massimo Deiana, dopo aver rivolto un pensiero ai feriti e alle loro famiglie, ha illustrato le modalità dell’incidente. Per ora – ha detto – è azzardato avanzare ipotesi precise sulle cause dello scontro anche se possiamo affermare che, al  momento dell’incidente, i segnali di controllo dei treni erano regolarmente in funzione. L’assessore ha aggiunto che non sono stati riscontrati danni alla linea ferroviaria. Da domani – ha assicurato l’esponente della Giunta – riprenderà regolarmente il traffico. Intanto, le indagini continuano. Sono in corso gli accertamenti dell’ARST, del ministero dei  trasporti e della procura repubblica. Le indagini saranno agevolate dalla modernità dei mezzi coinvolti nel sinistro che sono dotati dei più moderni sistemi di sicurezza. Sono stati già acquisiti le scatole nere e i filmati delle telecamere che sono dislocate sia sui treni che nelle fermate.

La macchina dei soccorsi ha funzionato. L’assessore della sanità Luigi Arru ha parlato di soccorsi immediati che hanno permesso agli 84 feriti, di cui 3 con il codice rosso, di avere tutte le cure necessarie. Sul luogo dell’incidente sono intervenute 13 autoambulanze che hanno trasportato  62 feriti nei quattro ospedali cagliaritani. Gli altri feriti hanno raggiunto i nosocomi con mezzi propri. 22 feriti sono stati portati al Brotzu, 14  al San Giovanni di Dio, 22 santissima trinità, il resto al Marino.  

Dopo le dichiarazioni degli assessori Deiana e Arru la seduta è stata interrotta.

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In Consiglio regionale prosegue il dibattito sul D.L. n. 176 “Riordino del sistema delle autonomie locali della Sardegna”.

Alla ripresa dei lavori, ieri pomeriggio, il presidente Ganau ha messo in discussione l’emendamento 2359 all’emendamento 1948 e ha dato la parola all’on. Michele Cossa (Riformatori sardi) e Marco Tedde (Forza Italia), entrambi fortemente critici sulla formulazione delle norme relative all’istituzione dell’area metropolitana di Cagliari.

L’on. Ignazio Locci (Forza Italia) ha detto: “In questo modo state surrettiziamente ripristinando le vecchie province. Sarebbe stata necessaria una norma transitoria, che non avete invece realizzato”. Anche l’on. Alessandra Zedda (Forza Italia) ha annunciato il voto a favore.

L’emendamento 2359 è stato respinto.

Sull’emendamento 2360, relativo alle cosiddette “città medie”, l’on. Marco Tedde (Forza Italia) ha detto: “Non state facendo scelte strategiche ma scelte tattiche per accontentare qualcuno. Trentamila abitanti potrebbero essere un numero corretto o meno, dipende da come lo si intende”.

Anche l’on. Zedda (Forza Italia) ha preso la parola. “Quante città medie avete intenzione di realizzare in Sardegna? Ce lo fate sapere?”.

Sulle stesse posizioni l’on. Ignazio Locci (Forza Italia) e Gianluigi Rubiu (Udc), che hanno parlato espressamente di “allontanamento dal processo di semplificazione annunciato da Pigliaru in campagna elettorale. Che cosa ce ne facciamo di un altro ente, che nulla c’entra con i problemi reali della gente’ mi fa specie che in questo consiglio ci siano sindaci che pure avvallano riforme così inutili”.  

Il sardista Angelo Carta ha aggiunto le sue perplessità: “Questa legge dà una certezza, ovvero la nascita della città metropolitana di Cagliari. Il resto sono una serie di illusioni, perché la città media la state inventando voi e niente vieta che ci sia il paese grande e la città piccola. E’ più coerente che questi poteri siano conferiti con un decreto legge dal Governo. Per questo voto a favore dell’emendamento”.

Favorevole anche il consigliere Attilio Dedoni (Riformatori), che ha parlato del dimensionamento delle città, così come l’on. Stefano Tunis ha detto: “Questa maggioranza ha un problema di dimensioni perché parla solo di questo, con riferimento alle città sarde. L’ossessione del presidente Francesco Pigliaru è che ogni azione sia misurabile e sventura vuole che l’azione della Giunta sia misurabile solo con i numeri relativi. A voi non interessa il come organizzare gli enti locali ma interessa decidere chi è meno grande della città metropolitana”.

Secondo l’on. Luigi Crisponi (Riformatori) “non saranno le città medie a risolvere i problemi dei cittadini. Tutto il resto della Sardegna diverso da Cagliari è paccottiglia da aggiungere all’area metropolitana, secondo voi”. Per l’on. Edoardo Tocco “sarebbe stato molto utile sentire il parere di qualcuno di voi e invece nulla, solo silenzio”.

Per il capogruppo di Forza Italia, Pietro Pittalis, “l’articolo 2 è un pasticcio peggiore dell’articolo 1 perché per voi tutto ciò che non è Cagliari, ovvero il 90 per cento dei paesi della Sardegna, non ha dignità. Dove siete sovranisti e indipendentisti, che fate? Siete al servizio di altri che governano a Roma e scimmiottate quel che fanno in altre regioni italiane”.

L’on. Mario Floris (Uds – Misto) si è rivolto all’assessore agli Enti locali e ha detto: “Non vorrei che aver riportato in commissione la legge sia servizi a mascherare i limiti di una legge che stiamo vedendo”.

L’emendamento 2360 è stato respinto.

Il presidente Ganau ha aperto la discussione sull’emendamento 2361, soppressivo come i precedenti e relativo alla “rete urbana”. L’on. Tedde (FI) ha detto: “Siamo davanti a una tecnica normativa barocca, cosa vuol dire rete metropolitana? Non è una definizione politica, né sociale né urbanistica. Non esiste la rete metropolitana se non quella della metropolitana, nel senso dei trasporti. Non si può legiferare così”.

L’on. Luigi Crisponi (Riformatori) ha annunciato il voto a favore e così anche l’on. Ignazio Locci, che ha detto: “Avete parlato di rete urbana e città medie perché volete rispondere così alla città di Olbia e alla Gallura. Nulla di più. Noi abbiamo pensato che non è così  che si risponde alle esigenze sacrosante dell’area che più di tutte sta crescendo”.

Per l’on. Angelo Carta (Psd’az) “la rete urbana non è stata inventata solo per Olbia ma anche per Nuoro, che con Dorgali o con un comune confinante supera i trentamila abitanti. Ma quali sono i poteri di una rete urbana rispetto a quelli dell’Unione dei Comuni? Non si sa. Questa è demagogia pura”.

Secondo l’on. Gianni Lampis (Misto) “siamo davanti all’ennesima truffa, perché state scontentando tutte le zone interne della Sardegna”. Dello stesso parere l’on Rubiu (Udc), che ha detto. “I paesi sono il tessuto sociale della Sardegna e a loro dovremmo pensare scrivendo la riforma degli enti locali. Il vero obiettivo di questo provvedimento è invece la spartizione del potere”.

L’on. Tunis (Forza Italia) ha chiesto al presidente del Consiglio come debba essere intesa “Macomer” e ha presentato un emendamento orale sul punto. Anche l’on. Dedoni si è domandato il significato di “rete urbana. Non lo capisco e non comprendo cosa rappresenti. Manco voi lo sapete, però”.

Non è possibile fare leggi a richiesta di qualcuno, le leggi si fanno perché servono e non perché le chiede un sindaco appartenente a un partito”, ha detto l’on. Gianni Tatti, annunciando il voto a favore.

Per il capogruppo di Forza Italia, on. Pietro Pittalis, “l’unica spiegazione possibile alla rete urbana è l’interpretazione che ne dà Wikipedia rispetto alle reti telefoniche e di telecomunicazioni. E’ evidente che siete competenti in materia e volete far baciare alcuni centri della Sardegna da questa legge. E’ intollerabile confinare Nuoro dentro una scatola vuota come la rete urbana”.

L’emendamento 2361 è stato votato e respinto.

Il presidente ha quindi messo in discussione l’emendamento n. 2306, ed il primo firmatario, il consigliere del gruppo Misto, Paolo Truzzu (Fdi), è intervenuto per sostenere la soppressione della parola “contermine” alla lettera d) comma 1) dell’emendamento sostitutivo totale dell’articolo 2, presentato dal presidente della Prima commissione Francesco Agus e dal relatore della maggioranza, Roberto Deriu. Voto a favore è stato annunciato dal consigliere di Fi, Marco Tedde, («si usa la rete per accalappiare le volontà politiche e mi dispiace che non siano presenti in Aula i colleghi del Centro democratico che forse non sono stati accalappiati»).

Posto in votazione l’emendamento 2306 non è stato approvato (18 sì e 27 no) e quindi il presidente Ganau ha annunciato la votazione dell’emendamento 2309 (Truzzu e più). Marco Tedde (Fi) ha dichiarato voto favorevole per la soppressione della lettera e) comma 1): «E’un tentativo di presa in giro per il Nord Sardegna e la rete metropolitana è un atto di bullismo politico perché è un invenzione priva di contenuti». « Stiamo rappresentando una parodia dell’attività legislativa – ha concluso l’esponente della minoranza – e non è accettabile questo comportamento nei confronti dei cittadini del Nord Sardegna che meritavano di vedere riconosciuta la loro città metropolitana».

Paolo Truzzu (Misto-FdI) ha affermato che la legge del centrosinistra “scatena il campanilismo fine a se stesso e nella lettera e) c’è il tentativo di offrire un ciambella di salvataggio ai consiglieri di maggioranza del Nord Sardegna”. A favore anche il capogruppo del Psd’Az, Angelo Carta: «Giusto eliminare la parola “contermini” per non pregiudicare la collaborazione tra Nuoro e la Gallura».

Ignazio Locci (Fi) ha dichiarato voto favorevole all’emendamento: «Non si può pensare che i cittadini del sassarese abbiano l’anello al naso e la maggioranza ha rifiutato il confronto politico sulla possibilità di inserire la seconda città metropolitana nel testo di legge».

Luigi Crisponi (Riformatori), ha dichiarato voto a favore “all’emendamento che interviene sul bestiario delle definizioni contenute da questa legge”. Il capogruppo Attilio Dedoni (Riformatori) ha dichiarato voto a favore ed ha introdotto il tema dei collegamenti con banda larga che – a suo giudizio – sarebbero riservati solo per i grandi agglomerati urbani.

Il capogruppo di Forza Italia, Pietro Pittalis, ha dichiarato voto favorevole ed ha affermato che le definizioni di rete urbana e rete metropolitana “sono state gonfiate nella comunicazione perché sono in realtà contenitori assolutamente vuoti”.

«La rete urbana – ha concluso l’esponente della minoranza – cerca di dare il contentino a qualche Comune, ben sapendo che niente cambia e nulla si ottiene rispetto al risultato di città metropolitana ottenuto da Cagliari. Tutto il resto è, infatti, solo schiuma propagandistica»

Il consigliere del gruppo Misto, Mario Floris (Uds), ha evidenziato “la resa totale da parte di quelle forze politiche che sembravano orientate a difendere gli interessi della Sardegna”. «Ma sui Comuni – ha tuonato l’ex presidente della regione – non vincerete». Floris ha concluso il suo intervento evidenziando come Sassari non ottenga il riconoscimento di città metropolitana mentre conta il presidente della Giunta, il presidente del Consiglio e una miriade di assessori: «E’ evidente che c’è qualcosa che non funziona. Riflettete!».

Posto in votazione l’emendamento 2309 non è stato approvato con 18 favorevoli e 30 contrari.

Annunciata la discussione dell’emendamento 2310, il primo firmatario Paolo Truzzu (Misto- FdI) è intervenuto per dichiarare il voto a favore; seguito dal consigliere Ignazio Locci (Fi) e da Marcello Orrù (Psd’Az) che ha insistito sulle penalizzazioni per il territorio del sassarese a fronte del perdurare di una visione politica cagliaricentrica. Attilio Dedoni (Riformatori) ha dichiarato voto a favore: «Questa legge aggrava le disparità tra i diversi territori e anche tra i disoccupati della Regione». Il capogruppo di Fi, Pietro Pittalis ha dichiarato voto a favore ed ha invitato la maggioranza a fermarsi e a ritirare il disegno di legge («squalifica la politica e non rende alcun servizio alla nostra Isola»). «Noi ci opporremo con tutte le nostre forze a questo provvedimento – ha concluso Pittalis – che è discriminatorio e fa aumentare la conflittualità tra i diversi territori della Sardegna».

Marco Tedde (Fi) a favore della soppressione della lettera e): «E’ uno dei passaggi più offensivi verso il Nord Sardegna, uno sberleffo nei confronti di una parte dell’Isola».

Il capogruppo Udc, Gianluigi Rubiu, ha dichiarato voto favorevole ed ha espresso forti critiche alle istituende reti metropolitane: «Creano un ulteriore ingorgo amministrativo, mi chiedo cosa dovrà fare un’impresa o un privato per ottenere un’autorizzazione».

Il consigliere dei Riformatori, Michele Cossa ha dichiarato voto a favore: «Tra le tanti invenzioni di cui non sentiva il bisogno c’è certamente la rete metropolitana».

Posto in votazione l’emendamento n. 2310 non è stato approvato con 32 contrari e 19 a favore.

Subito dopo il Consiglio ha iniziato la discussione dell’emendamento n. 2311 all’emendamento n. 1948.

Il consigliere Gianni Lampis (Misto-Fdi) ha affermato che il senso della sua proposta è quello di «evitare l’approvazione di una nuova legge truffa, soprattutto nella parte in cui si parla di soppressione delle province, mentre anzi viene istituita la nuova provincia del sud Sardegna di cui faranno parte i comuni non compresi nell’area metropolitana». Con questa decisione, ha continuato, «sarà dura spiegare ai cittadini della Marmilla che dovranno andare a Carbonia per utilizzare servizi essenziali e gli stessi disagi toccheranno a cittadini di altre zone sfortunate dell’Isola, che resteranno tali».

Ha assunto la presidenza dell’Assemblea il vice presidente Eugenio Lai.

Il consigliere Ignazio Locci (Forza Italia) ha criticato con forza le norme transitorie della legge che «riportano in vita quelle province che saranno soppresse definitivamente dopo l’approvazione della riforma costituzionale; c’è poi una asimmetria dei tempi che porterà solo in Sardegna alla sopravvivenza di questi enti». Piuttosto, ha concluso, la vera emergenza della Sardegna, riguarda la verifica dell’efficienza della pubblica amministrazione sarda e, come dicono tutte le indagini, nel 2015 c’è stato un forte peggioramento rispetto all’anno precedente».

Il consigliere Luigi Crisponi (Riformatori sardi) ha detto che «non c’era alcun bisogno di riesumare le province dopo il referendum del 2012, è una brutta pagina della politica sarda di cui il centro sinistra ha la responsabilità, con in più la faccia tosta di dire ai sardi perfino quali saranno le province soppresse stralciando la posizione di quelle cosiddette storiche».

Il consigliere Paolo Truzzu (Misto-Fdi) ha ricordato che, astrattamente, «gli ambiti territoriali strategici potevano essere un elemento positivo della legge, solo che poi vengono collegati alla soppressione delle province alla quali in pratica si sovrappongono del tutto, chiamando le province con un altro nome; per cui è giusta l’abrogazione».

Il consigliere Marco Tedde (Forza Italia) ha definito l’emendamento «giusto», per cercare di riportare un minimo di chiarezza in un testo «pieno di confusione e di espedienti tattici di basso profilo che, inoltre, dilata a dismisura il tessuto istituzionale (istituendo perfino una nuova provincia) che invece doveva essere snellito e semplificato».

Il capogruppo di Forza Italia Pietro Pittalis ha sottolineato la scarsa chiarezza della legge al punto che, provocatoriamente, «sarebbe stato forse meglio ripristinare le vecchie province piuttosto che introdurre una articolazione pasticciata che oltretutto non decentra alcuna funzione, o anche fare di tutta la Sardegna una intera area metropolitana».

Il consigliere Michele Cossa (Riformatori sardi) ha lamentato «l’ennesima incongruità di una legge che crea una gerarchia fra i comuni ed ora anche fra gli organismi di aggregazioni, istituendo anche una specie di doppione delle province». Ma dove è finita, ha chiesto, «la razionalizzazione del sistema che era la vera necessità della Sardegna? Casomai gli ambiti territoriali strategici andavano dimensionati sulla base dei confini dei nuovi enti e non dei vecchi».

Il capogruppo dei Riformatori Attilio Dedoni ha rilevato la mancanza di una idea di fondo e di una prospettiva concreta della riforma proposta dalla maggioranza, che «non dice niente sul punto centrale che interessa davvero ai cittadini, cioè chi fa cosa, eppure la Sardegna ha avuto anni di tempo per progettare una riforma vera che, magari con pochi articoli, metta al centro il cittadino rispettando le vocazioni dei diversi territori».

Messo in votazione, l’emendamento è stato respinto con 19 contrari e 30 contrari.

Subito dopo è iniziato l’esame dell’emendamento n. 2362.

Il capogruppo dei Riformatori Attilio Dedoni ha criticato la violazione del principio di sussidiarietà, «mentre sarebbe stato utile ispirarsi ai modelli istituzionali più avanzati, in modo flessibile, istituendo nuovi organismi laddove c’è la necessità di gestire problemi comuni nell’interesse dei cittadini sardi». Questo è il grande obiettivo mancato della riforma, ha protestato Dedoni, «che divide le comunità e spinge ai margini della Regione le zone della Sardegna in cui si registra il maggiore ritardo di sviluppo».

Il consigliere Angelo Carta (Psd’Az) ha osservato che «l’emendamento ha lo scopo di impedire alla maggioranza di dire tutto ed il suo contrario, con riferimento all’art.44 dello Statuto che sancisce il decentramento delle funzioni dalla Regione agli enti locali; per questo è giusto abrogare il passaggio della riforma relativo agli ambiti territoriali strategici che invece consentono alla Regione di andare in controtendenza con un nuovo processo accentratore».

Il consigliere Marco Tedde (Forza Italia), favorevole, ha chiarito che «si vuole incidere su una delle maggiori storture della legge che divide i cittadini sardi e che molto probabilmente sarà impugnata per l’istituzione di una nuova provincia che la legge Delrio vieta espressamente».

Il consigliere Ignazio Locci, anch’egli di Forza Italia, ha dichiarato che «occorre richiamare la maggioranza alle sue responsabilità perché non solo questa legge è il tentativo fallito di organizzare in modo diverso la rete istituzionale regionale ma, come si vedrà più avanti, contiene interventi settoriali destinati a risolvere situazioni delicate sparse qua e là per la Sardegna».

Il consigliere Pietro Pittalis, capogruppo di Forza Italia, ha citato una recente dichiarazione del capogruppo del Pd Pietro Cocco a difesa dell’assessore dei Trasporti Massimo Deiana oggetto di un attacco del segretario del Pd Renato Soru. E’ l’ennesima mozione di sfiducia interna, ha detto polemicamente, «ma sarebbe ora di finirla perché tanto, se Deiana dovesse abbandonare la Giunta, continuerebbe a fare il consulente della Regione come ha fatto per vent’anni».

Messo in votazione l’emendamento è stato respinto con 18 voti favorevoli e 28 contrari.

Sull’emendamento 2314 (Truzzu e più) che prevede la soppressione all’art 2 comma 1 lettera g delle parole “sino alla definitiva soppressione delle stesse” sono intervenuti: Attilio Dedoni (Riformatori) che ha detto, riprendendo il tema sollevato dal capogruppo di Forza Italia Pietro Pittalis, che questa legge aggrava anche il sistema dei trasporti. Luigi Crisponi (Riformatori sardi) ha affermato che i trasporti sono argomento di estrema attualità. Questo tema ben si coniuga con la discussione in corso che riguarda la riorganizzazione territoriale. L’emendamento è stato bocciato (presenti 50, sì 18, no 32) .

Sull’emendamento 2486 (Tedde e più), che modifica l’articolo 2, comma 1 lettera B) e che prevede di intendere per città metropolitana di Cagliari i comuni compresi nelle province di Cagliari, Oristano, Carbonia Iglesias e Medio Campidano, è intervenuto Marco Tedde (Forza Italia) che voterà a favore dell’emendamento prima di tutto per il rispetto della gerarchia delle fonti. Il disegno di legge non rispetta la legge nazionale. E’ d’accordo anche Ignazio Locci (Forza Italia). Paolo Truzzu (Misto) ha espresso parere favorevole e ha definito l’emendamento “una ciambella di salvataggio” che viene offerta alla maggioranza per superare il concetto di città metropolitana di Cagliari. Gianni Lampis (Misto) ha ricordato che in commissione la minoranza aveva proposto un dialogo ma non lo ha mai trovato . L’idea originale era quella di un’area metropolitana unica regionale, ma si poteva discutere anche sull’ipotesi di due città metropolitane. Invece, l’opposizione si è scontrata contro un muro. L’emendamento è stato bocciato (presenti 50, sì 19, no 31).

Sull’emendamento 2304 (Lampis e più) che prevede di sostituire la parola quarantamila a trentamila scritta alla lettera C del comma 1 dell’art 2 è intervenuto Paolo Truzzu (Misto) che ha fatto una riflessione sul numero degli abitanti che deve avere la “città media”. L’emendamento è stato bocciato (presenti 48, sì 17, no 30, 1 astenuto).

Sull’emendamento 2305 (Lampis e più), che prevede di sostituire la parola venticinquemila alla parola trentamila scritta nel comma 1 dell’articolo 2 lettera C,  è intervenuto Ignazio Locci che si è soffermato anche lui sul numero che devono avere le città medie. Marco Tedde (Forza Italia) ha sottolineato che le città medie costituiscono un concetto tormentato per la maggioranza che si sforza di accontentare tutti. Questo Dl è un pasticcio normativo e se approvato sarà una delle leggi peggiori di questo Consiglio. L’emendamento è stato bocciato (presenti 48, sì 18, no 30).

Si è poi passati all’esame degli emendamenti (nn. 2476 e 2501) all’emendamento 1948. Il presidente Lai ha annunciato il ritiro degli emendamenti che sono stati fatti propri dal capogruppo di Forza Italia Pietro Pittalis.

Ha quindi preso la parola il consigliere dei Riformatori Luigi Crisponi che ha sottolineato come l’emendamento 2476 bocci la previsione di una città media con 30mila abitanti e propone invece una quota pari a diecimila. “E’ un modo di dare dignità agli esclusi – ha detto Crisponi – per questo voteremo a favore».

Il presidente Ganau, tornato al banco della presidenza, ha quindi dato la parola al capogruppo del Psd’Az Angelo Carta: «Non capisco perché questi emendamenti siano stati ritirati – si è chiesto il consigliere sardista – si sta superando il ridicolo. State facendo diventare una barzelletta un argomento serio».

Marco Tedde (Forza Italia) ha sottolineato come gli emendamenti fossero finalizzati a dare il titolo di città medie anche a centri minori come Macomer. «Ci dispiace che oggi siano assenti i consiglieri che hanno presentato gli emendamenti – ha detto Tedde – prima si avanzano proposte di correzioni, corredate da dichiarazioni a mezzo stampa, e poi non ci si presenta in aula. Anche questo emendamento rientra in una legge priva di contenuti che vuole dare un contentino a tutti».

L’emendamento n. 2476 che è stato respinto dall’Aula con 44 voti contrari e 5 a favore.

Il presidente Ganau ha quindi dichiarato chiusa la seduta e aggiornato i lavori del Consiglio a giovedì mattina alle 10.00.

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L’assessorato dei Trasporti ha trasmesso alle due società prequalificate Cin Tirrenia e Delcomar l’invito a presentare le offerte, il capitolato di gara e il contratto di servizio, per l’esercizio dei collegamenti marittimi con le isole minori di San Pietro e de La Maddalena.
A seguito del bando e delle successive manifestazioni di interesse, gli armatori sono adesso chiamati a formulare la migliore offerta tecnico economica per aggiudicarsi l’esercizio dell’attività di trasporto per i prossimi sei anni, prorogabili di altri tre. Le due compagnie di navigazione che hanno avuto accesso alla seconda fase della gara avranno quindi 35 giorni di tempo per formalizzare la proposta, in coerenza con le prescrizioni dettate dalla Regione.
«Per rispettare il cronoprogramma che ci siamo dati, la struttura dell’assessorato ha lavorato con grande impegno e professionalità anche durante il periodo delle festività natalizie – ha detto l’assessore Massimo Deiana – arriviamo così all’ultimo passaggio fondamentale di questa complessa e delicata vicenda che, ne siamo certi, approderà a una soluzione ottimale, sia per quanto riguarda quantità, qualità e tariffe dei servizi offerti sia per quanto attiene alla salvaguardia dell’occupazione dei lavoratori ex Saremar.» 
La procedura di evidenza pubblica dovrebbe chiudersi questa primavera, con l’affidamento definitivo del servizio all’aggiudicatario della gara.

Traghetti a La Maddalena 2 copiaTraghetto Carloforte 3 copia

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Il Comitato di monitoraggio riunito all’assessorato dei Trasporti ha stabilito di incrementare ulteriormente la disponibilità di posti per le giornate di domani e giovedì sulla rotta Linate-Cagliari-Linate gestita in regime di continuità territoriale. Sono stati previsti tre nuovi upgrade, andata e ritorno, con Airbus 320 e 319. I correttivi messi in campo fanno seguito alle decine di aumenti di capienza, ai voli aggiuntivi e all’incremento complessivo di 35800 poltrone già disposto dalla compagnia di bandiera sui voli da e per l’isola, dal 20 dicembre scorso al 10 gennaio. L’offerta totale supererà così il 50 per cento in più di quanto prescritto dal bando.

«Nel periodo festivo trascorso la richiesta di biglietti aerei è cresciuta notevolmente, anche alla luce dell’aumento importante dei flussi turistici – commenta l’assessore Massimo Deiana – tuttavia, gli interventi programmati dalla Regione e il monitoraggio costante sono serviti a evitare i disagi e a garantire la migliore efficienza per il servizio.»

Aeroporto Elmas 1 copia

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L’assessorato regionale dei Trasporti ha firmato la proroga del contratto di servizio con la società Saremar sino al 31 marzo 2016. Il provvedimento odierno consentirà il completamento delle procedure di affidamento della gestione del collegamento con le isole minori senza l’interruzione dell’attività e dei rapporti di lavoro.
«Il percorso che ci ha portato alla proroga dell’affidamento con Saremar sino ai primi tre mesi dell’anno prossimo è il frutto delle interlocuzioni con la Commissione Europea e con la gestione commissariale della compagnia di navigazione – dice l’assessore Massimo Deiana – ed è stato possibile grazie alla norma approvata dal Consiglio regionale, supportata anche finanziariamente dell’emendamento alla legge di Stabilità nazionale presentato dai senatori sardi Lai e Uras.» 
L’assessore dei Trasporti rimarca inoltre che tutti gli impegni «sono stati rispettati: stiamo marciando verso la migliore definizione di questa vicenda che consisterà nel riconoscimento del miglior servizio possibile e nella salvaguardia di tutti i posti di lavoro».

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Si è tenuta a Barcellona lo scorso 18 dicembre la conferenza finale del progetto Optimed, finanziato nell’ambito del programma di cooperazione transfrontaliera ENPI CBC Med 2007-2013, con l’obiettivo di promuovere migliori condizioni e modalità per incrementare la circolazione delle merci e dei capitali tra i territori del Mediterraneo.
L’evento è stato organizzato dalla Regione, leader del progetto, dall’Associazione delle Camere di Commercio del Mediterraneo e dalla Camera di Commercio di Beirut, con la collaborazione degli altri partners progettuali: l’Università di Cagliari CIREM, la Scuola Europea di Short Sea Shipping e quella dell’Unione per il Mediterraneo che ha ospitato la conferenza. Presenti i principali attori della logistica: esponenti della politica, enti locali, rappresentanti dei porti, società e compagnie di navigazione, operatori portuali, oltre a esperti e tecnici.
L’assessore dei Trasporti Massimo Deiana e il direttore generale Gabriella Massidda hanno inaugurato la giornata di lavoro. «Optimed rappresenta un progetto ambizioso che lascia segni importanti sul territorio regionale. In un momento di scelte politiche, economiche e di sviluppo, decisive e inderogabili, la cooperazione transfrontaliera può dare un forte contributo al miglioramento delle relazioni internazionali e della stabilità sociale ed economica. E il sistema Italia potrà solo beneficiare della Sardegna, centrale e ponte transcontinentale nei traffici marittimi del Mediterraneo», ha detto Massimo Deiana.
«L’obiettivo è contribuire al miglioramento delle relazioni e del dialogo tra i Paesi europei e quelli che si affacciano sul Mediterraneo, attraverso lo sviluppo di un accesso facile e sicuro dei flussi delle merci – ha spiegato Gabriella Massidda -. Abbiamo supportato con entusiasmo e operatività il progetto, e siamo certi che possa diventare fondamentale per i traffici commerciali della regione e gli scambi del Mediterraneo.»
Le innovazioni al concetto di trasporto merci attraverso l’individuazione di un diverso schema di rete, la creazione di una piattaforma logistica virtuale per la pianificazione degli spostamenti, la progettazione preliminare delle opere infrastrutturali necessarie nei due hub di Porto Torres e Beirut, la realizzazione di uno schema di relazioni tra gli operatori del settore delle due sponde attraverso gli incontri Business to Business. Questi alcuni dei temi discussi all’appuntamento spagnolo.
L’evento è stato inoltre l’occasione per la presentazione delle opportunità offerte dal nuovo programma ENI CBC Bacino del Mediterraneo, recentemente adottato dalla Commissione Europea, che sostituirà il programma ENPI nell’ambito della politica europea di Vicinato, trovando applicazione fino al 2020. Grazie alle nuove strategie proposte, il programma ENI potrà supportare anche gli sviluppi futuri del progetto Optimed.
Ha un budget complessivo di 1,9 milioni di euro con un contributo comunitario pari al 90 per cento, ed è uno dei 95 progetti finanziati dal Programma ENPI CBC MED 2007-2013, che sotto la guida della Regione in qualità di autorità di gestione, ha l’obiettivo di promuovere un processo di cooperazione armonioso e sostenibile nel Mediterraneo. Si tratta di un’iniziativa transfrontaliera multilaterale finanziata dallo Strumento Europeo di Vicinato e Partenariato (ENPI) che coinvolge Cipro, Egitto, Francia, Giordania, Grecia, Israele, Italia, Libano, Malta, Palestina, Portogallo, Spagna, Siria (partecipazione attualmente sospesa) e Tunisia.

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Al via la progettazione per il completamento della metropolitana leggera nell’Area vasta di Cagliari. Lo prevede il protocollo d’intesa firmato stamane negli uffici dell’assessorato dei Trasporti dall’assessore Massimo Deiana, dal sindaco del capoluogo Massimo Zedda e dall’amministratore unico dell’Arst, Giovanni Caria.
In particolare, l’accordo prevede che, relativamente alla progettazione preliminare e definitiva delle tratte urbane ricadenti nel territorio di Cagliari, sia indispensabile l’apporto del Comune. L’ente fornirà il proprio supporto sulla scelta dei tracciati e per risolvere eventuali problematiche legate agli assetti viari attuali, a quelli di cantiere e post opera. Ulteriori diramazioni che dovessero risultare rilevanti in fase di studio, potranno costituire oggetto d’integrazione. L’Azienda regionale trasporti svilupperà invece i progetti delle direttrici Selargius – Quartucciu – Quartu Sant’Elena, Sestu, Ospedali, Anello Ovest e Poetto.
Su un totale di oltre 119 milioni di euro di finanziamenti e tenuto conto delle tratte già in esercizio da Repubblica al Policlinico per le quali sono stati già spesi 66 milioni, attualmente è in fase di progettazione il raddoppio della linea Caracalla-Largo Gennari, il completamento e adeguamento delle fermate e delle stazioni, la rete di segnalamento di terra e di tutte le tratte e il centro di rimessaggio e manutenzione (8,5 milioni). Sono quindi in fase di appalto i collegamenti Repubblica-Cis e Cis-Matteotti (22,5 milioni) ed è in corso il progetto del sistema metropolitano dell’Area vasta cagliaritana (8 milioni). Il protocollo d’intesa servirà ora a velocizzare ulteriormente tutti gli interventi e per far fronte agli impegni economici la Giunta ha recentemente rimodulato le risorse POR FESR 2014/2020.
«Crediamo molto in questa nuova infrastruttura, fondamentale per la mobilità di tutto l’hinterland cittadino e che rappresenta una risposta concreta a una delle principali criticità dell’area urbana» ha detto l’assessore Massimo Deiana -. Le procedure tecniche e amministrative prevedono ancora diversi passaggi obbligati. «Tuttavia ad ora è stata portata a termine dalla direzione dell’assessorato una grande mole di lavoro – ha aggiunto l’assessore Deiana – si tratta adesso di procedere con la consueta determinazione per completare tutte le fasi successive anche in virtù dell’accordo odierno: la Regione terrà molto alta l’attenzione su questa grande opera strategica che interessa centinaia di migliaia di cittadini.»
«La realizzazione della metropolitana per l’Area vasta è importante dal punto di vista ambientale, economico e sociale – ha detto il sindaco Massimo Zedda -. Sarà fondamentale per semplificare la vita di migliaia di cittadini che ogni giorno utilizzano i percorsi indicati nel protocollo approvato in Giunta comunale e sottoscritto oggi con la Regione e l’Arst. Il tema della mobilità sostenibile è al centro dei lavori del Forum dei sindaci dell’Area Metropolitana sin dal primo incontro, e questo protocollo va decisamente in questa direzione. Da parte nostra – ha concluso il sindaco – c’è il massimo impegno per ottenere i finanziamenti e sviluppare i progetti, così come fatto per la tratta da piazza Repubblica a piazza Matteotti il cui appalto è previsto in gennaio.»
MetroCagliari, gestita dall’Arst sulla rete a scartamento ridotto, con la realizzazione della linea Repubblica- Matteotti si connetterà, attraverso il polo intermodale delle ferrovie, al servizio metropolitano gestito da Trenitalia collegato con Elmas, Assemini e Decimomannu.
Autobus CTM Cagliari 16 copia

 

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Si è chiuso oggi a Barcellona, al Palacio de Pedralbesospitato dall’Unione per il Mediterraneo, organismo dell’Unione Europea, partner istituzionale – il progettoOPTIMED Rationalising Mediterranean Sea Ways: from Southern-Eastern to Northern-Western ports”. Finanziato con il Programma di cooperazione transfrontaliera ENPI CBC MED 2007-2013, ha visto lo sviluppo di relazioni tra comunità, enti e amministrazioni locali, porti, armatori, società e compagnie di navigazione, operatori portuali. Ma non solo. L’incremento di accordi tra le aziende del settore trasporti e logistica che operano tra le sponde Nord e Sud del Mediterraneo sono stati al centro del progetto. Gli specialisti del Cirem (Centro interuniversitario ricerche economiche e mobilità) hanno evidenziato studi (su 24 porti e 79 compagnie europee della logistica) ad alto valore aggiunto in un percorso biennale che ha coinvolto le istituzioni della Spagna, del Libano, della Francia, e dell’Egitto, vari partner (i porti di Beirut e Barcellona), Ascame (Associazione Camere commercio Mediterraneo), l’Autorità portuale del Nord Sardegna.

Lo scalo di Porto Torres è candidato principe – con Beirut nell’altro versante – a un ruolo centrale e transfrontaliero per raccolta, smistamento e distribuzione delle merci dei porti dell’arco dell’alto Tirreno. I riferimenti vanno da Valencia a Napoli e, per la sponda sud orientale del Mediterraneo, dall’Egitto alla Turchia.

«Un percorso proficuo, che introduce il concetto di hub-and-spoke tipico del trasporto aereo in un settore quale è quello del Ro-Ro marittimo, nel quale attualmente si opera spesso con linee spot, senza una certezza di frequenza né di orari. Dobbiamo rendere il sistema affidabile ed efficiente: va garantito il door to door e il just in time per cui i tempi di collegamenti e i costi siano competitivi anche rispetto ai traffici via terra» dice Paolo Fadda, coordinatore scientifico di Optimed e docente dell’ateneo di Cagliari.

«Un progetto proficuo che lascia segnali importanti sul territorio regionale. In un momento di scelte politiche, economiche e di sviluppo, decisive e inderogabili. Il sistema Paese può solo beneficiare della Sardegna centrale e ponte transcontinentale nei traffici marittimi del Mediterraneo» dice Massimo Deiana, assessore regionale dei Trasporti.

«Abbiamo supportato con entusiasmo e operatività il progetto, siamo certi che possa diventare fondamentale per lo sviluppo dei traffici inerenti la nostra regione e gli scambi del Mediterraneo» spiega Gabriella Massidda, direttore generale assessorato regionale dei Trasporti. 

«Per trasferire un Ro-Ro dall’area di Milano a quella della Siria occorrono dodici giorni, con l’applicazione dei nostri studi, basati anche su analisi finanziarie ed economiche, i tempi si dimezzano» rilancia Gianfranco Fancello (Cirem, ricercatore Unica e coordinatore tecnico di Optimed).

Al meeting catalano si è tenuta anche una tavola rotonda con Massimo Deiana, Pietro Preziosi (Autorità portuale Nord Sardegna), Hassan Kraytem (presidente porto di Beirut) e Jordi Torrent (porto di Barcellona). Tra i temi, l’agenda fino al 2020, le analisi dei ricercatori dell’Università di Cagliari su fattibilità, innovazione, contesto, scambi, ruolo operatori e catene logistiche. Ai lavori sono intervenuti Giovanni Fabio Sechi (Segretario Generale Autorità portuale Nord Sardegna), Rami Semaan (porto di Beirut) e Elisa Gagatsi (Istituto trasporti, Grecia).

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Il comitato di monitoraggio sulla continuità territoriale, riunito in seduta permanente, ha stabilito di integrare ulteriormente la capacità di posti sulle rotte da e per Milano sostituendo gli aerei Embraer 175 e 190 con i più capienti Airbus 319, 320 e 321. Oltre a questo Alitalia ha aggiunto quattro nuovi voli andata e ritorno tra il 28 dicembre e il 2 gennaio prossimi, sempre sui collegamenti da Cagliari e da Alghero, verso il capoluogo lombardo.
«Gli interventi sono già operativi – dice l’assessore dei Trasporti Massimo Deiana – ma continuiamo a seguire quotidianamente la situazione nel caso sia necessario mettere in campo altri correttivi prima delle festività natalizie».

Gli upgrade degli aeromobili e i voli aggiuntivi diretti a Milano fanno seguito all’incremento complessivo di 35.800 poltrone già messe in vendita dalla compagnia di bandiera sui voli da e per l’isola tra dicembre e gennaio. Con queste ultime azioni si raggiunge così un’offerta totale pari al 45 per cento in più di quanto prescritto dal bando ma nel contempo si sfiora il limite strutturale di traffico consentito per quanto riguarda l’aeroporto di Linate.

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I capigruppo della minoranza hanno illustrato questa mattina, nel corso di una conferenza stampa, le due mozioni di sfiducia presentate contro l’assessore dei Trasporti, Massimo Deiana.

Pietro Pittalis (Fi), Attilio Dedoni (Riformatori), Gianluigi Rubiu (Udc), Angelo Carta (Psd’Az), Paolo Truzzu (Misto-FdI), hanno ribadito la richiesta di dimissioni formalizzata nella mozione n. 194 (primo firmatario Michele Cossa, Riformatori) e contenuta in quella presentata in queste ore e sottoscritta da tutti i capigruppo dell’opposizione (primo firmatario il consigliere di Fi, Marco Tedde).

«Al centro della richiesta avanzata dal centrodestra e dal Psd’Az – ha spiegato Tedde – c’è la presunta incompatibilità del professor Deiana che ha ricoperto, tra il 2010 e il 2011, gli incarichi di consulente della società di gestione dell’aeroporto di Alghero (Sogeaal) e della Regione sarda. In tale veste – ha aggiunto il consigliere algherese – il professor Deiana riconosceva la legittimità e l’efficacia della legge 10/2010, mentre da assessore dei Trasporti afferma l’impossibilità di fare ricorso alla norma che regola il co marketing per consentire alle compagnie low cost, ad incominciare da Ryanair, di operare negli scali della Sardegna.»

Una sfiducia a tutto campo” è invece quella contenuta nella mozione promossa dal gruppo Riformatori. «Il professor Deiana – ha attaccato il capogruppo Dedoni – non è all’altezza di dirigere i trasporti in Sardegna come dimostrano i pessimi risultati della continuità territoriale, la fuga dei low cost e il flop del treno veloce, che veloce non è affatto».

«Massimo Deiana ha fallito su tutti i fronti», ha dichiarato il capogruppo Udc, Gianluigi Rubiu, che ha posto in evidenza le difficoltà dell’Arst («la Regione ha costretto l’azienda a pagare interessi passivi alla banche perché non liquidava le fatture») e il “caso Saremar” («non si garantiscono i lavoratori nel processo di privatizzazione»).

Sull’assenza di proposte alternative a quanto previsto dalla legge 10 per mantenere l’operatività delle low cost, ha puntato il dito, invece, Paolo Truzzu (Misto-FdI) mentre il capogruppo Psd’Az, Angelo Carta, ha insistito sulla incompatibilità tra i ruoli di consulente e assessore ed ha invitato il professor Deiana ad abbandonare l’incarico di assessore senza attendere la discussione in Aula delle mozioni di sfiducia.

Il vice presidente del Consiglio, Antonello Peru (Fi), ha posto l’accento sulle penalizzazioni del Nord Ovest dell’Isola per la fuga di Ryanair («è l’unica compagnia che garantisce flussi turistici e non solo i servizi di collegamento aereo») ed ha sottolineato come il 60% del traffico passeggeri dell’aeroporto di Alghero sia prodotto dal vettore irlandese. Antonello Peru ha inoltre richiamato l’attenzione sulla inopportunità dell’accorpamento delle autorità portuali di Porto Torres e Olbia con Cagliari («sarebbe un ulteriore strumento a rafforzamento delle politiche cagliaricentriste»). Giuseppe Fasolino (Forza Italia) ha accusato l’assessore Deiana di peccare laddove, a suo giudizio, è carente l’intera Giunta regionale: «Dimostrano di non avere una strategia per i trasporti come non hanno un progetto di crescita e sviluppo rivolto all’intera Sardegna».

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