25 April, 2024
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Terza giornata, sabato 30 settembre, a Cagliari, per Forma e Poesia nel Jazz, il festival organizzato dall’omonima cooperativa, che ieri ha aperto i battenti della sua edizione numero venti, in programma fino a domenica (primo ottobre) negli spazi dell’ex Manifattura Tabacchi.

Si comincia alle 15.30 con “Suoni dalla Natura”, un laboratorio d’arte, scienza e filosofia per bambini dai cinque ai dieci anni (posti esauriti) a cura dell’associazione culturale Spazio per Tempo. I piccoli ascoltano e riproducono suoni provenienti dalla natura, osservano immagini, sperimentano fenomeni e, con acqua e materiali di uso quotidiano, costruiscono uno strumento sonoro da portare a casa.

Alle 17.00 è invece in programma il primo dei due appuntamenti con il musicista e collezionista Attilio Berni: “Saxophobia” è il titolo della sua masterclass-conferenza in cui tratterà, con performance dal vivo, il tema delle trasformazioni storico-organologiche del sassofono, passato nell’arco di centocinquanta anni da parente lontano del clarinetto a strumento principale del jazz. Nell’occasione, il pubblico potrà ascoltare e ammirare alcuni tra gli esemplari di sax più rari e inusuali: dal piccolissimo sax soprillo di appena 32 centimetri al Grafton Plastic di Charlie Parker, dal Goofus Sax di Adrian Rollini ai saxofoni a coulisse.

Alle 19.00, dopo il terzo dei quattro incontri con cui il musicista e musicologo Enrico Merlin accompagna ogni pomeriggio (alle 18) il suo uditorio nei meandri della storia del jazz, prende il via il trittico di concerti della serata (biglietto di ingresso a diciotto euro). Salgono per primi sul palco i quindici membri della Civica Big Band diretta dal pianista Paolo Carrus, nome di primo piano sulla scena del jazz in Sardegna degli ultimi trent’anni: Dario Pirodda, Mauro Perrotta, Alessandro Medici, Alessandro Angiolini, Gianfranco Faret e Daniel Theissen ai sassofoni, Mauro Medda, Giorgio Granella, Manuel Mulas e Maurizio Piasotti alle trombe, Antonello Gallo, Giuseppe Faraone e Mauro Piras ai tromboni, Paolo Assiero Bra al basso e Alessandro Garau alla batteria. La Scuola Civica di Musica di San Sperate, su idea del suo direttore Francesco Pilia, ha consentito la riunione della formazione nata nell’ambito del corso di musica d’insieme tenuto dallo stesso Paolo Carrus presso la Scuola Civica di Cagliari, e che dal suo primo concerto, il 25 aprile 2002, si è esibita in diverse, prestigiose rassegne, con un repertorio che spazia dai grandi classici delle big band americane ai brani originali.

Dal vasto organico della Civica Big Band alla dimensione più ristretta del trio al centro dei riflettori nel set delle 20.00: il sassofonista Max Ionata, il bassista Dario Deidda e il batterista Lorenzo Tucci sono i suoi componenti; tre musicisti di lunga esperienza e grande affiatamento per un progetto che fa dell’interplay il suo punto di forza, come suggerisce anche il nome della formazione: Three One

Ed è ancora un trio a tenere banco nel terzo e ultimo set della serata, in programma dalle 21.30: ne fanno parte, in questo caso, il sassofonista e clarinettista Francesco Bearzatti, il batterista Roberto Gatto ed il pianista francese Benjamin Moussay impegnati in Dear John (open letter to Coltrane)”: un originale omaggio al grandissimo sassofonista afroamericano John Coltrane, di cui ricorre quest’anno il cinquantenario della scomparsa.

niko2610@gmail.com

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Penultima serata per l’edizione invernale del festival “Ai confini tra Sardegna e Jazz” organizzato dall’associazione culturale Punta Giara, a Sant’Anna Arresi. Venerdì 2 gennaio sul palco della storica rassegna musicale altri due interessanti ensemble, che non mancheranno di strappare applausi anche dai più dubbiosi.

Dalle ore 21.00 il Palanuraghe ospiterà gli Hard Up Quartet, band sarda composta da Andrea Morelli al sax, Mauro Piras al trombone, Massimo “Maso” Spano al basso e Alessandro Garau batteria. Il quartetto si è distinto per la sua creatività e pienezza del suono, nonostante l’assenza di strumenti puramente armonici, catturando le platee con una matura concezione del suono. Melodie e ritmiche si alternano in un calibrato alternarsi di armonie e improvvisazioni, scambiando momenti di coalizione con attimi di pura libertà esecutiva. Il repertorio del quartetto ha una precisa direzione stilistica che, pur se connaturata intimamente col sound Jazzistico, si rifà tuttavia a diversi stili, il free jazz, il country, il funky, il blues, il latin, calamitando sempre l’attenzione dell’ascoltatore su approdi musicali diversi.

Dalle ore 22.30 circa, sarà il turno del Sant’Anna Arresi Quintet, progetto originale in prima assoluta, capitanato dal sassofonista inglese Evan Parker. Il quintetto, un vero e proprio mélange di talenti jazzistici, vede affiancarsi a Parker alcuni dei migliori esponenti del jazz anglofono: Alexander Hawkins al piano, Peter Evans alla tromba, John Edwards al basso e Hamid Drake alle percussioni. Il quintetto è nato da un’idea originale dell’Associazione Culturale Punta Giara, organizzatrice del festival, e ha immediatamente ottenuto il consenso dei cinque musicisti. La critica specializzata di tutto il mondo li considera tra i maggiori esponenti dell’avanguardia musicale e capisaldi della libera improvvisazione. Evan Parker, leader di svariate formazioni, ha consolidato metodi per sovrapporre rapidamente suoni armonici e false note che, uniti a tecniche di respirazione circolare e rapidi staccati, creano dense onde di contrappunto e sonorità inconsuete, tratti unici delle performance che lo hanno conferito la stima di critica e appassionati di musica. Parker è considerato il più esperto musicista in campo, unico esploratore e divulgatore dell’intera gamma sonora del sassofono. Non si creda tuttavia che il talento di Parker possa oscurare o sminuire quello degli altri membri del quintetto. Assieme a lui in questa prima assoluta troveremo musicisti di alto livello, non semplici esecutori ma navigati compositori e abili improvvisatori. Alexander Hawkins è uno dei migliori pianisti jazz e in assoluto il migliore interprete del piano Hammond. Alla tromba Peter Evans non ha rivali, sa destreggiarsi e veleggiare all’interno di vari ambienti musicali. Il suo primo album solista “More is More” l’ha visto protagonista di incredibili virtuosismi, quali estreme dissonanze, multifonie, respirazione circolare e tecniche avanzate di cui si è fatto padrone. John Edwards è un vero virtuoso, con la sua sconcertante gamma di tecniche e smisurata immaginazione musicale ha ridefinito le possibilità del contrabbasso e notevolmente ampliato il suo ruolo, sia in solo che in gruppo. Louis Moholo è uno dei batteristi che contribuirono all’incredibile evoluzione della musica degli anni ’60 e ’70. Dopo aver trovato rifugio in Inghilterra, insieme ad altri esiliati sudafricani e membri bianchi della scena free jazz inglese partecipò alla fondazione di ensemble passate alla storia, come i Blue Note, i Brotherhood of Breath ed i Viva La Black.

“Ai confini tra Sardegna e Jazz” è organizzato dall’Associazione Culturale Punta Giara con il patrocinio di Regione Sardegna, assessorati al Turismo e Pubblica Istruzione, Ministero dei Beni Culturali, Gestione Commissariale ex-provincia di Carbonia Iglesias, Fondazione Banco di Sardegna, amministrazioni di Sant’Anna Arresi e San Giovanni Suergiu e la sponsorizzazione di Cantina Mesa di Sant’Anna Arresi e Cooperativa Pescatori di Arborea.

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Nuovo appuntamento con la stagione di Teatro Ragazzi “Io teatro, tu teatri, noi teatranti”, organizzato da Il Crogiuolo, venerdì 14 novembre 2014, alle ore 11.00, al Teatro Sant’Eulalia di Cagliari, andrà in scena lo spettacolo “Orco zucca”, di Aldo Sicurella, con Mauro Piras, Monica Pisano, Aldo Sicurella, produzione Teatro Instabile.

Un giovane orco ama mangiare zucche a colazione, pranzo e cena, e, anziché sgranocchiar bambini, vuole imparare a leggere scrivere e far di conto. Ma quando mai un’orco, creatura spaventosa e un po’ “tonta”, può avere queste manie?

E’ ciò che si domanda, in un’aula scolastica invasa dalle zucche, il “Maestro Inglese”, un po’ precettore un po’ Mr. Bean, al quale non dispiace di avere un nuovo allievo. Tra i compagni di scuola ci sarà anche Pinocchio, noto discolo e asino che si lascerà contagiare dalla smania di imparare di Orcozucca.

Con l’aiuto del pubblico e del maestro, la prima lezione si svolgerà in allegria e Orcozucca felice, imparerà tantissimo. Egli capirà soprattutto ad avere fiducia in se stesso.

Lo spettacolo è dedicato a tutti gli studenti: a chi ama la scuola; a chi la guarda con sospetto e a chi, almeno a parole, la detesta. Orcozucca non ci sta a farsi relegare nella schiera di quelli che “non faranno molta strada…”, e ci insegnerà a vedere la conoscenza come un arricchimento della propria mente e un’arma di riscatto sociale che fa bene al cuore e all’anima. Per ottenere queste ricchezze sono necessarie grande forza di volontà e notevole caparbietà. Più si è ai margini della società, vittime di pregiudizi e isolamento, più forza e perseveranza saranno necessarie per raggiungere obbiettivi lontani ma non certo impossibili. Più maestri e compagni saranno solidali e meno sarà la fatica per raggiungere lo scopo.