20 April, 2024
HomePosts Tagged "Miriam Makeba"

Magica serata ieri 23 agosto, a Iglesias, in piazza Sella, con lo spettacolo dell’ineguagliabile percussionista napoletano Tony Esposito, Dado Leo e DL band. Sul palco Claudio Romano alla batteria, Dado Leo alla chitarra, Lucio Manca al basso, Mauro Mulas al piano e alla voce la telentuosissima percussionista cantante Carla Cocco. Sin dai primi ritmi il pubblico li ha accompagnati cantando e battendo le mani, dal palco si liberavano nell’aria una sinergia ed una musicalità capaci di coinvolgere ragazzi e meno giovani. Sardegna e Campania uniti in un crescendo di emozioni… L’omaggio al grande Pino Daniele con “Yes i know my way” brano del 1981 , “Napule è” pezzo del 1977, “A me me piace o’ blues” inciso nel 1980,  che cantati dalla calda voce di Carla Cocco hanno esaltato ancor più la poesia dei testi. Il ricordo di Maria Carta, indimenticabile artista musicale sarda ed ancora “No potho reposare”, per poi tornare subito in Campania con il famosissimo pezzo di Tony Esposito dal titolo “Kalimba de luna”, Disco per l’estate 1984.

Tra Campania e Sardegna però anche Africa… tanta Africa, terra cara ad entrambi, terra dei tamburi, del ritmo e della musica nel sangue.

Commossa la cantautrice sarda, invitata da Tony, con cui condivide il suo impegno nel mondo del sociale, ha quindi esposto il suo amore per il continente africano che ha radici profonde, forse per la grande vicinanza dell’isola sarda all’Africa piuttosto che all’Italia o per le caratteristiche simili tra i sardi e gli africani, come l’essere un popolo orgoglioso, vivo, tenace, generoso e forte, che anche nelle difficoltà riesce a mantenere il sorriso. Sta di fatto che, in un momento di personale grande dolore, si reca in Africa e lì nasce, nel febbraio 2018, “Africa Sarda”, un’associazione no profit, che promuove lo sviluppo e la diffusione di attività culturali, sociali e ricreative della cultura zambiana e sarda.

Attraverso una raccolta fondi, nasce a Bauleni una scuola di musica con una sala d’incisione dove i sogni di tanti bambini e ragazzi si trasformano in realtà, il brillio dei loro occhi e dei loro sorrisi quando cantano è un qualcosa che arriva dritto al cuore… ed è lo stesso che ha “mamma Carla” quando parla di loro.

E, proprio dedicata a loro, viene subito intonata “Mamma Africa”, una canzone dal ritmo travolgente, carica di speranza, amore e solidarietà. La serata continua tra un’alternanza di ritmi e melodie… Tra i tanti proposti una “Tamurriata napoletana ed una “Anninnora cuccu meu” per poi arrivare a “Pata pata” un brano del 1967 di Miriam Makeba, una danza tradizionale del Sud-Africa, un inno ad abbracciarsi e stringersi, che inaugurò i mondiali di Italia ’90.

Un evento promosso dall’Amministrazione comunale di Iglesias che, per il numerosissimo pubblico, si è rivelato un “viaggio musicale e geografico” attraverso culture differenti, che si miscelano e si arricchiscono l’una con l’altra, dando così vita a momenti ricchi d’amore che si propagano nell’aria con la speranza che possano raggiungere sempre più cuori.

E, a proposito di cuori, alla fine del concerto, mentre Tony era attorniato dai suoi ammiratori, Carla ha dovuto fare ”i conti” con i suoi tantissimi fan e con la bella sorpresa da parte di una coppia di amici di Roma, innamorati della Sardegna, Roberta e Carlo che, in vacanza in Sardegna, non hanno esitato a raggiungerla.

Un invito alla band… tornate presto. Vi aspettiamo!

Nadia Pische

[bing_translator]

Doppio appuntamento a Cagliari per Nues. Giovedì e venerdì (24 e 25 novembre) alla MeM (in via Mameli 164), la settima edizione del festival internazionale dei Fumetti e dei Cartoni nel Mediterraneo si concentra di nuovo sui comics italiani e dedica uno spazio all’immaginario femminile, dopo aver archiviato, sabato scorso, la sezione intitolata “Mediterraneo_Immaginario” con la sigla di un accordo di collaborazione tra il Cntro Internazionale del Fumetto, padrone di casa della manifestazione, e l’Institut Nationall des Beaux-Arts de Tétouan, per promuovere nei rispettivi territori la produzione marocchina e sarda di fumetti e film d’animazione.

Protagonista dell’incontro in programma giovedì alle 18.00 è Luca Enoch, un “autore unico” che scrive, sceneggia e disegna le sue storie a fumetti. Creatore delle celebri serie “Gea”, “Sprayliz”, “Lilith” e “Dragonero”, la prestigiosa firma milanese, classe 1962, ripercorre la sua carriera insieme a Bepi Vigna, con un approfondimento anche sul suo romanzo “Dragonero – Il risveglio del Potente” (Mondadori, 2015) e sull’evoluzione dell’immaginario fantasy tra fumetto e letteratura. 

Venerdì (25 novembre), nella ricorrenza della Giornata internazionale per l’eliminazione della violenza contro le donne, il festival Nues propone la sua sezione intitolata “Donna, Immagina!, con una serie di interventi e contributi in programma dalle 10.00 alle 13.00 e la sera dalle 18.00 alle 20.00.  

La mattinata prevede una tavola rotonda sull’immaginario femminile moderata dalla giornalista Ornella Demuru: vi partecipano Assia Petricell e Sergio Riccardi, rispettivamente sceneggiatrice e disegnatore della graphic novel“Cattive ragazze. 15 storie di donne audaci e dreative, Luca Enoch con un contributo sulle sue eroine a fumetti protagoniste delle serie “Gea”, “Sprayliz” e “Lilith”, la giornalista Federica Ginesu, co-autrice del volume “Sardegna al femminile. Storie di donne speciali”, e Elena Calorio, psicologa del Centro antiviolenza Donna Ceteris. Prevista anche la proiezione di contributi video sull’immaginario femminile nel cinema, nel fumetto e nella fotografia, con particolare riferimento alla street photography dell’americano Garry Winogrand (1928-1984) e al suo lavoro “Women are beautiful”, accompagnato da brani tratti dai racconti della scrittrice canadese Alice Munro (premio Nobel per la letteratura nel 2013). 

In serata, Assia Petricell e Sergio Riccardi presentano la loro graphic novel “Cattive ragazze. 15 storie di donne audaci e dreative” (Sinnos – 2015); Premio Andersen 2014 come Miglior libro per ragazzi a fumetti, è dedicata a quindici biografie eccellenti: scrittrici, condottiere, scienziate, attiviste, filosofe, cantanti, pittrici più o meno note, donne coraggiose e anticonformiste che, in periodi e luoghi diversi, hanno segnato la storia, come Olympe De Gouges, Marie Curie, Angela Davis e Miriam Makeba, tra le altre.

Il compito di chiudere la giornata è affidato alla cantante e attrice Rossella Faa con “Riflessioni sfuse”, una performance musicale dedicata all’immaginario femminile in Sardegna.

Momenti e protagonisti di Donna, Immagina! verranno immortalati su carta da un gruppo di ragazzi del Liceo Artistico “Foiso Fois” di Cagliari e dalle disegnatrici Giovannella Monaco, Stefania Costa e Laura Congiu, che coglieranno le suggestioni della giornata dal vivo.

luca-enoch-locandina-mcattive-ragazze-m donna-immagina-locandina-upd rossella-faa

Circa 400 persone hanno assistito ieri sera, nell’#Arena Fenicia di Sant’Antioco (ingresso gratuito), all’ultima tappa di “Songs from African and Mediterranean Skies”, progetto scaturito dall’incontro di due musicisti provenienti da continenti diversi, #Dudu Manhenga ed #Enzo Favata, che nella loro carriera artistica hanno intrecciato la tradizione musicale del proprio paese con le musiche moderne come il soul ed il jazz. E’ stato un mese di jazz ed altro intorno alla Sardegna nelle più belle località dell’Isola al tramonto.

Melodia, energia e poliritmia, modern jazz e musica tradizionale danno luogo ad un sound molto coinvolgente, di particolare originalità e freschezza, tra le nuvole del Mediterraneo ed i cieli dalle mille sfumature dell’Africa. La band è composta da sette artisti, cinque provenienti dallo Zimbabwe e due dalla Sardegna: Enzo Favata ai sassofoni con Marcello Peghin alle chitarre, si inseriscono nel gruppo musicale che accompagna abitualmente Dudu Manhenga, composto dal batterista Blessing Muparutsa, dal pianista Nick Nare, il bassista Joshua Kwesha ed il percussionista Othnell Moyo.
Dudu Manhenga è un’autentica leggenda dello Zimbabwe. E’ considerata l’erede di Miriam Makeba (Mama Afrika). Cantante e compositrice, il suo stile fa scivolare la musica tradizionale del suo paese verso l’afro-jazz, attraverso le sonorità della band e il caratteristico suono della #Mbira, il tradizionale pianoforte a pollice africano.
L’artista africana è conosciuta anche in Italia, dove ha tenuto una serie di tournées negli anni scorsi. Ha cantato per #Papa Benedetto XVI, durante il #VII Incontro Mondiale delle Famiglie, in rappresentanza del #Continente Africano. Enzo Favata, nella breve presentazione che ha preceduto il concerto,  l’ha accostata alla grandissima Mina e bisogna dire che, al termine di una straordinaria performance, il confronto è parso tutt’altro che azzardato. Il sassofonista sardo ha chiuso sottolineando ancora che forse troppo spesso siamo abituati a fidarci solo di ciò che conosciamo ma, talvolta, è opportuno accogliere nuove esperienze che poi non ci deludono.

Quella di ieri all’#Arena Fenicia di Sant’Antioco, nella quale Dudu Manhenga ha fatto sfoggio di abiti coloratissimi creati da lei stessa che considera una dichiarazione d’intenti e con i quali punta ad incoraggiare le donne africane a sposare la modernità senza perdere il contatto con la loro storia e la loro tradizione, è stata l’ultima tappa sarda del tour 2014 dell’accoppiata Favata-Manhenga ma ci sarà un seguito, con un CD, una tournée invernale del gruppo sardo in Zimbabwe e, nel 2015, un nuovo tour estivo italiano.

Dudu Manhenga ha iniziato a muovere i primi passi giovanissima come cantante di jazz e gospel nella città natale di #Makokoba, per poi trasferirsi ad Harare dove ha iniziato la carriera di cantante e corista al fianco di vere e proprie leggende della musica africana. Parallelamente ha studiato allo #Zimbabwe College of Music in Harare. Dopo una gavetta come corista, nel 2001 ha fondato con il marito e batterista Blessing Muparutsa (ha 4 figli, una bimba e tre maschietti)i “Color Blue”, band che è riuscita a sposare in maniera originale ed coinvolgente la musica afro, il contemporary jazz e la musica tradizionale dello Zimbabwe. Nel 2003, a ventidue anni, ha pubblicato il primo album, “On of the Blue”, miscela di afro jazz decisamente originale. Oggi, in Zimbabwe, Dudu Manhenga, è conosciuta non solo per la sua musica, ma anche per l’attivismo per i diritti delle donne.

Il concerto è stato preceduto dall’intervento di un rappresentante della #Fondazione Nurnet che l’organizzazione ha voluto coinvolgere per approfondire la conoscenza sugli aspetti archeologici del luogo.

IMG_0115IMG_0084IMG_2288 copia IMG_2298 copia IMG_0015IMG_0024  IMG_0025 IMG_0081  IMG_0104 IMG_0112 IMG_0114  IMG_0117 IMG_0123 IMG_0129 IMG_0136 IMG_0137 IMG_0146 IMG_0160 IMG_0168 IMG_0180 IMG_0182 IMG_9999Dudu Manhenga 1Dudu Manhenga 2Dudu Manhenga 3Enzo Favata

Enzo Favata copiaEnzo Favata Enzo Favata 2 copia

Questa sera, alle 20.00, all’#Arena Fenicia di Sant’Antioco (ingresso gratuito), nuova tappa di “Songs from African and Mediterranean Skies”, un mese di jazz ed altro intorno alla Sardegna nelle più belle località dell’Isola al tramonto.

“Songs from African and Mediterranean Skies”  è il progetto scaturito dall’incontro di due musicisti provenienti da continenti diversi, #Dudu Manhenga ed #Enzo Favata, che nella loro carriera artistica hanno intrecciato la tradizione musicale del proprio paese con le musiche moderne come il soul ed il jazz.
Melodia, energia e poliritmia, modern jazz e musica tradizionale danno luogo ad un sound molto coinvolgente, di particolare originalità e freschezza, tra le nuvole del Mediterraneo ed i cieli dalle mille sfumature dell’Africa.
La band è composta da sette artisti, cinque provenienti dallo Zimbabwe e due dalla Sardegna: Enzo Favata ai sassofoni con Marcello Peghin alle chitarre, si inseriscono nel gruppo musicale che accompagna abitualmente Dudu Manhenga, composto dal batterista Blessing Muparutsa, dal pianista Nick Nare, il bassista Joshua Kwesha ed il percussionista Othnell Moyo.
Dudu Manhenga è un’autentica leggenda dello Zimbabwe. E’ considerata l’erede di Miriam Makeba (Mama Afrika). Cantante e compositrice, il suo stile fa scivolare la musica tradizionale del suo paese verso l’afro-jazz, attraverso le sonorità della band e il caratteristico suono della #Mbira, il tradizionale pianoforte a pollice africano.
L’artista africana è conosciuta anche in Italia, dove ha tenuto una serie di tournées negli anni scorsi. Ha cantato per Papa Benedetto XVI, durante il #VII Incontro Mondiale delle Famiglie, in rappresentanza del Continente Africano.
Dudu Manhenga ha iniziato a muovere i primi passi giovanissima come cantante di jazz e gospel nella città natale di Makokoba per poi trasferirsi ad Harare dove ha iniziato la carriera di cantante e corista al fianco di vere e proprie leggende della musica africana. Parallelamente ha studiato allo #Zimbabwe College of Music in Harare. Dopo una gavetta come corista, nel 2001 ha fondato con il marito e batterista Blessing Muparutsa i “Color Blue”, band che è riuscita a sposare in maniera originale e coinvolgente la musica afro, il contemporary jazz e la musica tradizionale dello Zimbabwe. Nel 2003, a ventidue anni, ha pubblicato il primo album, “On of the Blue”, miscela di afro jazz decisamente originale. Oggi, in Zimbabwe, Dudu Manhenga, è conosciuta non solo per la sua musica, ma anche per l’attivismo per i diritti delle donne.

Il concerto sarà preceduto dall’intervento degli esperti della #Fondazione Nurnet che l’organizzazione ha voluto coinvolgere per approfondire la conoscenza sugli aspetti archeologici del luogo.

Enzo Favata copia

Venerdì sera, alle 20.00, all’#Arena Fenicia di Sant’Antioco (ingresso gratuito), nuova tappa di “Songs from African and Mediterranean Skies”, un mese di jazz ed altro intorno alla Sardegna nelle più belle località dell’Isola al tramonto.
“Songs from African and Mediterranean Skies”  è il progetto scaturito dall’incontro di due musicisti provenienti da continenti diversi, #Dudu Manhenga ed #Enzo Favata, che nella loro carriera artistica hanno intrecciato la tradizione musicale del proprio paese con le musiche moderne come il soul ed il jazz.
Melodia, energia e poliritmia, modern jazz e musica tradizionale danno luogo ad un sound molto coinvolgente, di particolare originalità e freschezza, tra le nuvole del Mediterraneo ed i cieli dalle mille sfumature dell’Africa.
La band è composta da sette artisti, cinque provenienti dallo Zimbabwe e due dalla Sardegna: Enzo Favata ai sassofoni con Marcello Peghin alle chitarre, si inseriscono nel gruppo musicale che accompagna abitualmente Dudu Manhenga, composto dal batterista Blessing Muparutsa, dal pianista Nick Nare, il bassista Joshua Kwesha ed il percussionista Othnell Moyo.
Dudu Manhenga è un’autentica leggenda dello Zimbabwe. E’ considerata l’erede di Miriam Makeba (Mama Afrika). Cantante e compositrice, il suo stile fa scivolare la musica tradizionale del suo paese verso l’afro-jazz, attraverso le sonorità della band e il caratteristico suono della #Mbira, il tradizionale pianoforte a pollice africano.
L’artista africana è conosciuta anche in Italia, dove ha tenuto una serie di tournées negli anni scorsi. Ha cantato per Papa Benedetto XVI, durante il #VII Incontro Mondiale delle Famiglie, in rappresentanza del Continente Africano.
Dudu Manhenga ha iniziato a muovere i primi passi giovanissima come cantante di jazz e gospel nella città natale di Makokoba per poi trasferirsi ad Harare dove ha iniziato la carriera di cantante e corista al fianco di vere e proprie leggende della musica africana. Parallelamente ha studiato allo #Zimbabwe College of Music in Harare. Dopo una gavetta come corista, nel 2001 ha fondato con il marito e batterista Blessing Muparutsa i “Color Blue”, band che è riescita a sposare in maniera originale e coinvolgente la musica afro, il contemporary jazz e la musica tradizionale dello Zimbabwe. Nel 2003, a ventidue anni, ha pubblicato il primo album, “On of the Blue”, miscela di afro jazz decisamente originale. Oggi, in Zimbabwe, Dudu Manhenga, è conosciuta non solo per la sua musica, ma anche per l’attivismo per i diritti delle donne.

Il concerto sarà preceduto dall’intervento degli esperti della #Fondazione Nurnet che l’organizzazione ha voluto coinvolgere per approfondire la conoscenza sugli aspetti archeologici del luogo.