26 April, 2024
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Da lunedì 25 a venerdì 29 marzo, il Palazzo Bellavista, sede del Consorzio AUSI, nell’ambito delle attività del dottorato Capacities Building for Global Health – Costruire Competenze per la Salute Globale, ospiterà il modulo di formazione intensivo in Metodologia della Ricerca Epidemiologica nella prospettiva One Health – Global Health.

Il corso di dottorato Capacities Building for Global Health, diretto dal prof. Mauro Giovanni Carta del Dipartimento di Scienze Mediche e Sanità Pubblica dell’Università di Cagliari, mira a formare professionisti della salute capace di produrre ricerca, supportare l’organizzazione dei servizi, condurre verifiche di qualità e disseminare competenze in funzione dei bisogni di salute delle comunità e del singolo individuo, in linea con le sfide poste dalla globalizzazione. In questa prospettiva, il corso vuole creare consapevolezza ed expertise sull’interfaccia tra economia, società, ambiente e sull’impatto che le diseguaglianze e le differenze di accesso implicano sulla salute.

 Il percorso produrrà professionalità non solo cliniche, ma anche tecniche e sociali. Temi specifici sono:

  •  la prevenzione / promozione della salute in ottica global health, ovvero competenze in metodologia della prevenzione ed epidemiologia, ma anche su strategie utili affinché tutti possano beneficiare delle azioni;
  • l’approccio one health; la salute dell’essere umano e degli ecosistemi che lo circondano sono interdipendenti.  L’espansione geo/demografica umana produce un avvicinamento dei differenti ecosistemi con sempre più frequenti malattie che operano salti di specie; anche i cambiamenti climatici, influenzano una maggiore trasmissione di patologie da vettori. L’approccio One Health vuole offrire competenze che permettano di affrontare situazioni come le pandemie o la resistenza agli antibiotici in una chiave strategica più complessa;
  •  la formazione in riabilitazione avrà come riferimento l’iniziativa OMS “Rehabilitation 2030: A Call for Action”. I bisogni di riabilitazione sono in aumento a causa del rapido invecchiamento della popolazione con conseguente crescita dei problemi di salute fisica e mentale. L’invecchiamento demografico delle zone rurali ha inoltre incrementato il bisogno in aree difficilmente raggiungibili. Si impone, perciò, una azione a lungo termine che prolunghi i tempi di autonomia, migliori la qualità della vita e la partecipazione alla società. L’esperto dovrà supportare il personale a distanza; contribuire alla risposta nelle emergenze sanitarie e integrare i percorsi riabilitativi con le altre reti. Sono strettamente legati a questi obiettivi anche la lotta allo stigma, l’introduzione di elementi sulla comunicazione che tengano conto della convenzione ONU sui diritti delle persone con disabilità e il ruolo attivo del cittadino utente. Queste competenze interfacceranno moduli specifici inerenti all’informazione sanitaria, la sanità nel ciclo di vita e l’active aging;
  •  altro elemento fondante sarà (in relazione anche al punto precedente) l’acquisizione di competenza circa il supporto tecnologico alla sanità di prossimità.

Ultimo, ma non meno importante, l’interfaccia tra salute per tutti e medicina di precisione, con l’acquisizione di tecniche di laboratorio.

Il dottorato costruisce percorsi “su misura” per specifiche professioni che si integrino con l’insieme dell’offerta e siano indirizzati agli obiettivi generali pur nella valorizzazione delle specifiche competenze.

Il percorso è costruito in collaborazione tra le Università di Cagliari, Ferrara, Salerno e Palermo.

L’Università di Cagliari è leader riconosciuta in campo nazionale nelle professioni sanitarie della riabilitazione “psy” e della prevenzione, e svolge un ruolo strategico nell’area mediterranea, anche attraverso il Prof. Mauro Giovanni Carta, direttore del corso di Dottorato, che, oltre ad essere presidente della Società Mediterranea di Salute Mentale e responsabile per il Mediterraneo del programma Quality Rights dell’OMS, ha gestito progetti della cooperazione europea (DG INPA) con il Libano (DG SANTE), con Istanbul e progetti della cooperazione italiana con la Tunisia.

L’Università di Salerno è capofila riconosciuta in ambito nazionale nelle nuove tecnologie per la medicina a distanza, mentre quella di Palermo nella medicina di precisione e quella di Ferrara nelle cure psicosomatiche.

«Nell’ambito del programma del dottorato, è stata attivata una collaborazione con il Comune di Iglesias, che ha come obiettivo quello di stimolare la ricerca e le buone pratiche per promuovere l’accessibilità delle amministrazioni locali da parte delle persone con disabilità. Il progetto ha ottenuto un finanziamento PNRR che consente che un percorso dottorale sia dedicato a questo argomento e portato avanti proprio nel Comune. La stessa ASL del Sulcis ha investito risorse umane per rafforzare questo programma», spiega il prof. Mauro Giovanni Carta.

La dottoranda che porterà avanti il proprio percorso dottorale in collaborazione con il comune di Iglesias è la dott.ssa Samantha Pinna, che parteciperà, insieme agli altri 7 dottorandi del corso alla settimana di formazione presso la sede del Consorzio AUSI: «Frequentare un dottorato di ricerca che mi permettesse di unire la mia passione per la ricerca e per i diritti umani e, allo stesso tempo, di utilizzare le competenze preziose che ho acquisito negli anni a livello nazionale ed internazionale in organizzazioni di rilievo quali l’Asian Development Bank e l’International Organization for Migration del sistema delle Nazioni Unite, era un sogno che è diventato realtà. Nelle mie diverse esperienze professionali, ho avuto modo di constatare quanto le persone più vulnerabili, tra cui quelle con disabilità, continuino ad essere esposte a forme di disuguaglianza e discriminazione in tutto il mondo e, proprio per questo, ho scelto di concentrare la mia ricerca sui livelli di implementazione dei principi della convenzione ONU sui diritti delle persone con disabilità, in primis quello di accessibilità, nelle amministrazioni locali per rilevare lo stato dell’arte a livello europeo ed identificare buone pratiche che possano essere adottate in contesti geografici diversi. Perché le amministrazioni locali? Credo che queste ultime, essendo il primo punto di riferimento istituzionale per i cittadini, possano esercitare un ruolo determinante nel garantire l’attuazione dei diritti e dei principi previsti dalla Convenzione attraverso l’adozione di politiche ed azioni “personalizzate” per i propri contesti territoriali e, pertanto, altamente efficaci ed esportabili, magari in forme “adattate”, in altre realtà», spiega la dott.ssa Samantha Pinna.

«Più in generale, il tema della salute globale è strettamente connesso con quelli della difesa dell’ambiente, centrali nell’azione del Consorzio Promozione Attività Universitarie Sulcis Iglesiente – AUSI, ed è inoltre in perfetta coerenza con il Progetto One Health Citizen Science – PNRR, che ha come leader in Sardegna il prof. Luigi Minerba, docente membro del consiglio del dottorato, nell’ambito del quale l’area ex mineraria è una delle aree target.»

Il programma:

  • Lunedì 25 marzo 2024

– Ore 10.00-11.00. Mauro Giovanni Carta Università di Cagliari, Direttore del dottorato “Capacities Building for Global Health”

Introduzione, benvenuto e saluti delle autorità.

– Ore 11- 13 Paolo Contu Università di Cagliari.

Definizioni e concetti di base One Health – Global Health.  L’importanza della ricerca Epidemiologica.

– Ore 13.00-15.00 Pausa

– Ore 15.00-18.00 Fabrizio Bianchi CNR Roma.

Gli studi ecologici. I community surveys, le misure di frequenza (lezione + esercitazione in gruppi).

  • Martedi 26 marzo 2024

– Ore 9-13. Peter K. Kurotschka, Università di Wurzburg Germania – Federico Meloni Università Europea del Mediterraneo.

Gli studi di Coorte (lezione + esercitazione in gruppi)

– Ore 13.00-15.00 Pausa

– Ore 15.00-18.00 Mauro Giovanni Carta – Federica Sancassiani, Università di Cagliari

Metodologia della Misura della Qualità delle Cure (lezione + esercitazione in gruppi).

  • Mercoledì 27 marzo 2024

– Ore 9.00-13.00 Michele Fornaro Columbia University e UNINA Federico II – Diego Primavera Università di Cagliari

Gli studi randomizzati controllati (lezione + esercitazione in gruppi).

– Ore 13.00-15.00 Pausa.

– Ore 15.00-18.00 Alessandra Perra – Giulia Cossu Università di Cagliari

Esercitazioni in gruppi su temi svolti.

  • Gioved’ 28 marzo 2024

– Ore 9.00-13.00 Fabrizio Bert Università di Torino – Mauro Giovanni Carta Università di Cagliari

Gli studi caso-controllo (lezione + esercitazione in gruppi)

– Ore 13.00-15.00 Pausa

– Ore 15.00-17.00 Massimo Tusconi Università di Cagliari

 Esercitazioni in gruppi su temi svolti

  • Venerd’ 29 Marzo 2024

– Ore 9-13 Antonello Preti Università di Torino – co-conduttrice Eleonora Prina OMS Collaborating Center Verona

Review Sistematiche e Meta Analisi (lezione + esercitazione in gruppi)

Tutor d’Aula Mauro Giovanni Carta, Federica Sancassiani, Giulia Cossu, Alessandra Perra, Diego Primavera

Questo pomeriggio, alle ore 15.00, presso l’Aula Boscolo della Cittadella Universitaria di Monserrato, si svolgerà un evento dal titolo: “Prevenzione primaria del tumore alla mammella: una proposta UNICA”. L’incontro avrà come obiettivo presentare i risultati di uno studio che vede tra i fattori di rischio di tumore alla mammella anche il consumo di alcol.

Sarà inoltre occasione per divulgare e rendere disponibile gratuitamente una applicazione realizzata da un gruppo multidisciplinare dell’Università di Cagliari che permetterà alle donne di aumentare la conoscenza dei fattori di rischio prevenibili del tumore alla mammella.

Al gruppo appartengono i docenti del dipartimento di Scienze biomediche Roberta Agabio, Fabrizio Angius e Monica Deiana; Claudia Sardu, Alessandra Mereu, Sofia Cosentino, Clelia Madeddu, Elena Massa, Carola Politi, Luigi Minerba e Paolo Contu del dipartimento di Scienze mediche e sanità pubblica; Matteo Fraschini, docente del dipartimento di Ingegneria elettrica ed elettronica. Fa parte del gruppo anche Julia Sinclair, docente della University of Southampton.

Lo studio è partito dal presupposto che fino al 40% dei tumori alla mammella possa essere prevenuto attraverso il controllo dei fattori di rischio modificabili quali obesità, inattività fisica e consumo di alcol. In particolare, il lavoro di ricerca si è concentrato sulla relazione esistente tra consumo di alcol e rischio di sviluppare il tumore alla mammella. Secondo l’Organizzazione Mondiale della Sanità, in Europa oltre il 50% delle donne consuma alcol e, tra le donne che assumono alcol, un quarto ne assume elevate quantità.

Tuttavia, uno studio inglese ha riscontrato che meno del 20% delle donne che partecipavano a programmi di screening per il tumore alla mammella aveva identificato nell’alcol un fattore di rischio. Il gruppo di ricerca ha replicato lo studio inglese trovando esattamente gli stessi risultati: l’alcol è stato identificato da meno del 20% delle donne partecipanti allo studio come fattore di rischio per il tumore, nonostante la maggior parte abbia riferito di assumere bevande alcoliche.
In base a questi risultati, ci si è posti l’obbiettivo di aumentare la conoscenza e la consapevolezza della popolazione generale della relazione esistente tra alcol e rischio di sviluppare il tumore alla mammella. Per raggiungere questo obbiettivo, grazie ad un finanziamento della Fondazione di Sardegna, è stata realizzata un’applicazione interattiva a partire dalla versione inglese “Abreast of Health” (a braccetto con la salute) dell’Università di Southampton. Il gruppo dell’Università di Cagliari ha adattato l’applicazione per il suo uso in Italia e svolto uno studio per valutarne accettabilità, comprensione ed efficacia in un campione di donne italiane.

 

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Il programma di formazione continua dell’Ordine dei giornalisti della Sardegna riprenderà venerdì prossimo, 12 gennaio, a Cagliari con il seminario organizzato con l’Università di Cagliari dal titolo “Comunicare con cura: il controverso caso dei vaccini, storia, filosofia, etica e cronaca di un dibattito aperto”. Si svolgerà dalle 14,30 alle 18,30, presso l’Aula Magna Boscolo, della Cittadella Universitaria di Monserrato e darà diritto a 4 crediti formativi.

I lavori saranno introdotti da Francesco Birocchi (presidente Odg Sardegna). Seguiranno le relazioni dei professori Andrea Grignolio (Università di Roma “La Sapienza”) “Chi ha paura dei vaccini? Storia e psicologia della resistenza ai vaccini”; Paolo Contu (Università di Cagliari), “Il contesto vaccinale in Sardegna: dati/statistiche”; Marcello Montibeller (Università di Sassari), “Costruire prove: il movimento no-vax e l’uso dei dati”; Elisabetta Lalumera (Università Milano-Bicocca), “Resitenza alla vaccinazione e comunicazione etica: il ruolo della fiducia e dei valori”; Francesca Ervas (Università di Cagliari), “Un nuovo lessico per i vaccini? Metafore e comunicazione in ambito sanitario”.
L’evento è organizzato dall’Ordine dei giornalisti della Sardegna con l’Azienda Ospedaliero Universitaria di Cagliari, il Corso dl laurea in Scienza della Comunicazione/Filosofia e Teorie della Comunicazione dell’Università di Cagliari e l’Osservatorio socioterritoriale per la comunicazione pubblica.

L’immunizzazione della popolazione dalle malattie infettive è un obiettivo primario per la salute pubblica. Tuttavia, nonostante l’ampio successo dei vaccini, testimoniato dalla scomparsa di alcune malattie infettive, in Italia si assiste ad un pericoloso calo della copertura vaccinale. Il seminario ha l’obiettivo di comprendere le ragioni di questo calo, indagando il modo in cui comunicano tanto i sostenitori quanto i detrattori delle vaccinazioni. Secondo studi recenti, infatti, alla base del fenomeno di resistenza ai vaccini ci sono sia la persuasione retorica di testi disponibili nella rete, la cui efficacia sembra andare molto oltre l’informatività scientifica, sia la mancanza di fiducia negli esperti (immunologi, comunicatori scientifici, operatori sanitari), nelle loro competenze e conoscenze sul tema di sicurezza dei vaccini.

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Maria Del Zompo e Giorgio Sorrentino FattoreKeFormazioneLocandina

Fattore K, la staffetta non si ferma. Ora l’ospedale Oncologico cede il testimone all’Azienda ospedaliero universitaria di Cagliari e all’Ateneo cagliaritano per far passare il messaggio: la giusta comunicazione è la prima medicina. Venerdì 25 settembre 2015 “Fattore k e formazione. L’importanza della giusta comunicazione” approda al Policlinico e alla Cittadella universitaria di Monserrato, l’appuntamento è a partire dalle 9.00 nell’Aula B. Una mattinata per ascoltare ancora una volta la voce dei pazienti, le loro testimonianze, i loro racconti, ma anche per fare il punto con i protagonisti sullo stato dell’arte, criticità e prospettive future della formazione alla comunicazione per gli operatori sanitari.

L’incontro sarà aperto dal passaggio di consegne dal gruppo di pazienti, medici e infermieri dell’Oncologico, protagonisti della prima fase del progetto Fattore K, ai pazienti e agli operatori del Policlinico Duilio Casula di Monserrato.

Ai racconti delle esperienze dei malati seguiranno l’intervento di Emilio Lai sull’hospice e le cure di fine vita e di Mario Scartozzi, direttore dell’Oncologia Medica all’Aou di Cagliari, che farà il punto sulle regole della buona comunicazione operatore sanitario-paziente. Maria Teresa Ionta, responsabile della Struttura semplice dipartimentale di Day Hospital Oncologico dell’Aou di Cagliari, parlerà dell’impatto della comunicazione nel percorso di cura e racconterà l’esperienza del Progetto “Informa Cancro”.

Informare ed educare una persona che si ammala di cancro è un aspetto essenziale delle cure. La comunicazione, della prima diagnosi e in tutto il periodo di cura, segna in maniera indelebile il rapporto operatore sanitario-paziente, un’alleanza essenziale per riuscire ad affrontare nella giusta maniera il percorso terapeutico.

Comunicare una diagnosi di cancro o una prognosi negativa è un compito complesso e difficile che richiede una preparazione specifica, preparazione che spesso il percorso formativo di medici e infermieri non offre. Sono questi i temi al centro della seconda parte dell’incontro in cui i partecipanti si confronteranno sulla formazione alla comunicazione degli operatori sanitari nel corso di una tavola rotonda moderata dal presidente dell’Ordine dei giornalisti della Sardegna Francesco Birocchi.

Intorno al tavolo Maria Del Zompo, Rettore dell’Università di Cagliari, Luigi Arru, assessore regionale alla Sanità, Giorgio Sorrentino, commissario straordinario Aou, Oliviero Rinaldi, direttore sanitario Aou, Paolo Contu, presidente del Consiglio di Facoltà di Medicina e Chirurgia, Paola Fadda, presidente corso di laurea di Infermieristica, Elena Sanna, rappresentante degli studenti nel Consiglio di Facoltà di Medicina e Chirurgia.

L’incontro, nato dall’iniziativa di Sardegna Medicina e Maria Dolores Palmas, infermiera del Businco, è stato realizzato grazie alla collaborazione dell’Azienda ospedaliera universitaria e dell’Università di Cagliari, con il patrocinio di Sipo, Società italiana psiconcologia, Aiom, Associazione italiana oncologia medica, e della Regione Sardegna.

«Fattore K arriva all’università, nella culla della formazione dei professionisti di tutte le professioni sanitarie – spiega Maria Dolores Palmas –. Da questo incontro ci aspettiamo molto perché crediamo che un’adeguata comunicazione di una diagnosi, di una prognosi, sia la prima terapia nel percorso di cura che ogni giorno i malati di tumore devono affrontare.»

La segreteria organizzativa è di Metasardinia. L’evento è stato realizzato con il contributo non condizionato di Celgene.

Non farsi vincere dalla malattia, ma combattere giorno dopo giorno per sentirsi sempre vivo. E’ questo e molto altro ancora il messaggio del libro di Cesare Corda “Benvenuto Mister Parkinson: reportage di quattro anni di battaglie dal fronte della malattia. Così ho zittito il mostro”, che sarà presentato venerdì 20 febbraio (alle 16.00) nell’Aula Magna della Facoltà di Medicina, nella Cittadella universitaria di Monserrato.

Parteciperanno all’evento, oltre all’autore, Giorgio Sorrentino commissario dell’Azienda Ospedaliero universitaria di Cagliari; Pierpaolo Vargiu, presidente della commissione Affari Sociali della Camera; Francesco Marrosu direttore della Clinica Neurologica dell’azienda mista; Anthony Muroni direttore dell’Unione Sarda; Paolo Contu preside della Facoltà di Medicina; Maria Del Zompo direttore del Dipartimento Scienze Biomediche; Filippo Peretti presidente dell’Ordine dei Giornalisti della Sardegna; Antonino Cannas responsabile del Centro per la Diagnosi e Cura del Morbo di Parkinson; Paolo Solla, neurologo; Micaela Morelli, neurofarmacologa; il regista Mario Faticoni.

Modererà il dibattito il giornalista Francesco Birocchi.

Cesare Corda copia

OmecaCorsoProColumbano19gen15

Si è chiuso nei giorni scorsi l’ultimo modulo del corso internazionale Medical Development in Europe. Organizzato dalle facoltà di Medicina dell’Università di Cagliari, il Karolinska Institute di Stoccolma (Svezia) e la facoltà di Medicina Jagiellonska di Cracovia (Polonia) – il corso è giunto alla settima edizione. Curato dai professori Hans Gillenhammer (Stoccolma), Tomasz Brzozowski (Cracovia) e Amedeo Columbano (Cagliari), dà diritto a 6.0 Ects (Crediti formativi e europei) facoltativi e rientra nell’offerta in lingua inglese dell’ateneo. Con il supporto della facoltà di medicina, del suo presidente, Paolo Contu, e di altri docenti responsabili delle relazioni e delle cliniche, il corso ha avuto la collaborazione dell’associazione studentesca ISAWO. “Medical Development in Europe” è un format unico in Europa di corso “itinerante” ed è un ponte dell’università di Cagliari per rafforzare le relazioni estere.

Sfera medica ma non solo: il corso ha affrontato elementi inerenti provenienza degli allievi, sistema sanitario europeo e legislazione sanitaria delle tre nazioni della Comunità europea. «Forniamo una più ampia conoscenza degli aspetti medici a livello internazionale per favorire una più rapida e completa integrazione dei laureati in medicina dei diversi Paesi» spiega il professor Columbano. Il corso, intanto, coglie un altro exploit: se alla prima edizione (2008/09) hanno partecipato dodici studenti, all’ultima hanno preso parte in 47, 18 di Stoccolma, 15 di Cracovia e 13 di Cagliari. Tra questi, statunitensi, norvegesi, spagnoli, coreani, cinesi e yemeniti, iscritti al Karolinska e a Cracovia.

Gli studenti selezionati nelle tre diverse sedi (in città con bando di facoltà) hanno seguito tre moduli: dal 16 al 22 dicembre a Stoccolma, dal 7 al 10 gennaio a Cracovia e dal 12 al 15 gennaio a Cagliari. Una scelta che dà la possibilità di verificare in loco modalità organizzative e didattica. Per la chiusura hanno svolto relazioni di pregio gli specialisti della facoltà cagliaritana di medicina Giovanni Caocci, Paolo Contu, Alessandro Zuddas, Ernesto D’Aloia, Gaetano Di Chiara, Francesco Marongiu e Valerio Mais. Inoltre, sono stati visitati i reparti di Ematologia (Giorgio La Nasa), Medicina interna (Francesco Marongiu), Ginecologia (Valerio Mais) e Radiologia (Eugenio Genovese).

Nella giornata conclusiva spazio ai “supercases”: gli studenti hanno affrontato problematiche cliniche riguardanti le possibili differenze in termini di patologie presenti in Svezia, Italia e Polonia. Durante la presentazioni dei “supercases”, hanno identificato e analizzato le possibili ragioni della diversa incidenza di patologie di varia natura (diabete, cancro, malattie cardiovascolari) riscontrata nell’Europa del Nord, Centro e Sud. L’esame finale è stato, in sintesi, un tentativo di capire e correggere, abitudini alimentari, stili di vita o altri possibili ragioni alla base delle differenze, a volte imponenti, di diverse patologie.