16 December, 2025
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Il quartetto italo-austriaco Ujig, il pianista catalano Pol Oñate e tre proposte italiane: la cantante Miriam Neglia con Midihands, il trio del pianista Lorenzo Vitolo e il progetto Lilac for People della cantante e compositrice Francesca Gaza. Sono i cinque finalisti di JazzAlguer Mediterrani, il concorso per giovani band in programma nell’ambito della prima edizione di JazzAlguer, la rassegna di musica e arti in corso ad Alghero da dicembre al prossimo luglio, per la direzione artistica di Paolo Fresu.

Questo sabato sera (19 maggio) si contenderanno la palma della vittoria nella cittadina sarda di origine catalana esibendosi dal vivo sul palco allestito a Lo Quarter. Ogni formazione avrà a disposizione quindici minuti per proporre il meglio del proprio progetto musicale, che dovrà essere rigorosamente basato su brani originali. A valutare le prove saranno gli stessi giurati che hanno selezionato i cinque finalisti tra la trentanove band iscritte a questa prima edizione del concorso: insieme a Paolo Fresu fanno parte della giuria Nick The Nightfly, musicista, deejay e voce storica della radio, il contrabbassista Salvatore Maltana, coordinatore artistico del festival, e i giornalisti Marco Molendini, firma di punta della critica musicale e del quotidiano Il Messaggero, e Riccardo Sgualdini. Al termine delle esibizioni, i giurati decreteranno il gruppo vincitore al quale andrà una borsa di studio del valore di cinquemila euro da destinare ad attività di formazione e crescita artistica, come corsi di specializzazione, produzione e/o pubblicazione di un disco, tournée.

La cinque band finaliste rispecchiano bene la varietà dei generi e degli stili ammessi al concorso che, per regolamento, è aperto alla partecipazione di formazioni musicali dell’area mediterranea di età media (sommando quella dei rispettivi componenti) non superiore ai trentacinque anni, con un massimo di due album già all’attivo e un repertorio all’insegna dell’originalità.

Il quartetto Ujig è nato nel 2014 durante una serie di workshop tenuti dal Berklee College of Music agli Umbria Jazz Clinics di Perugia, con l’idea di mescolare generi diversi, dal jazz al rock, ma mantenendo un forte identità europea. Il gruppo formato dagli italiani Edoardo Maggioni (piano e tastiere) e Marco Leo (chitarra) con gli austriaci David Ambrosch (basso e contrabbasso) e Konstantin Kräutler (batteria) conta già un disco all’attivo (“8 Out Of 8”) e un altro in uscita prevista per questa estate.

Lilac for People è invece il progetto della cantante e compositrice Francesca Gaza: un moderno ensemble composto da otto elementi che affonda le sue radici nel jazz, ma si nutre di suggestioni del pop e dell’elettronica dando forma a un “chamber jazz-pop” originale e sognante. Nato l’anno scorso, il progetto ha ricevuto riconoscimenti da parte della critica specializzata e vinto il primo premio di composizione del MIDJ, l’associazione Musicisti Italiani di Jazz. Con Francesca Gaza (voce, direzione, composizioni), sono attesi sabato sul palco di Lo Quarter Jacopo Fagioli (tromba, flicorno, trombone), Francesco Panconesi (sax tenore), Federico D’Angelo (sax baritono, clarinetto basso), Lorenzo Pellegrini (chitarra), Luca Sguera (tastiere, synth, live fx), Alessandro Mazzieri (basso) e Mattia Galeotti (batteria).

Un’altra voce femminile tra i finalisti di JazzAlguer Mediterrani è quella della pugliese Miriam Neglia: cantautrice/performer digitale, mescola gli studi e la passione per il jazz con l’ambiente elettronico, motore portante dei Midihands, progetto nato nel 2007 dall’idea di due artisti/producers, Gianfranco Fuso e Francesco Navach. La sperimentazione e la tecnologia di cui si avvalgono caratterizzano le loro performance, installazioni, Vj-Dj e Live sets: un viaggio sonoro influenzato e potenziato dalla voce di Miriam Neglia che ad Alghero, insieme a Gianfranco Fuso (producer, joystick drum control), avrà accanto Liliana Neglia (voce, efx, elettronica).

Si ispira più rigorosamente alle sonorità della musica afroamericana, del be-bop e del jazz contemporaneo, il trio guidato dal giovane pianista napoletano Lorenzo Vitolo (classe 1998) con Gabriele Pagliano al contrabbasso e Lucio Miele alla batteria. Tre musicisti campani di formazione classica che suonano insieme dall’inizio del 2016 sia elaborando un repertorio di brani originali che cercando nuovi arrangiamenti per pezzi già esistenti. Vincitore l’estate scorsa del primo premio al Festival Nazionale ed Europeo dei Conservatori di Musica – Città di Frosinone, il trio è anche tra le sei formazioni finaliste al diciassettesimo concorso Tremplin Jeunes Talents in programma il 26 e 27 maggio a Parigi nell’ambito del festival Jazz à Saint-Germain-des-Prés.

Traginers de la llum è invece il progetto più personale con cui si presenta ad Alghero il pianista e compositore catalano Pol Oñate Gil de Bernabé: un progetto cucinato «a fuoco lento» per quattro anni, che si annuncia come «un’ondata di freschezza mediterranea nella voluttuosità del Sud Atlantico». Formato da musicisti di entrambe le provenienze – Laia Escartin alla voce e al violino, Pablo Giménez ai flauti, Pere Bujosa al contrabbasso e Juan Pablo Caminos alla batteria – il gruppo propone uno spettacolo fatto di contrasti, umorismo e trascendenza, ritmo e lirismo, in cui le canzoni, come dichiara lo stesso Pol Oñate, «sono uno sguardo intimo alle stelle, una festa per l’anima».

 

 

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Domenica ritorna Interzone, una giornata per ricordare l’eclettica figura di Roberto Pellegrini. Dalle 11.00 alle 21.00, nei diversi spazi del Conservatorio, appuntamento con concerti di musica contemporanea, elettronica, jazz, teatro musicale e installazioni audio-video.

Una giornata di musica, volta interamente alla ricerca e alla sperimentazione, per ricordare, a quattro anni dalla scomparsa, Roberto Pellegrini, musicista ecelettico che ha dedicato la sua vita allo studio e all’insegnamento delle percussioni.

L’appuntamento è domenica 13 maggio, negli spazi del Conservatorio di Cagliari (in piazza Porrino) quando, dalle 11.00 alle 21.00, si svolgerà l’edizione 2018 della rassegna “Interzone”.

Grazie alla generosa partecipazione di tutti gli allievi, musicisti, docenti ed amici a Roberto Pellegrini legati, la manifestazione punta a far vivere la sua idea di un Conservatorio aperto al pubblico ed alla città e a dar seguito alle sue idee d’innovazione, nel solco del percorso professionale e umano da lui tracciato.

Attraverso le classi dei dipartimenti di percussioni, di jazz e di musica e nuove tecnologie, il musicista sarà ricordato nella maniera che a lui sarebbe piaciuta: un programma ricco di eventi volto alla sperimentazione ed alla divulgazione delle nuove pratiche musicali, proponendo concerti di musica contemporanea, teatro musicale, musica elettronica, jazz e installazioni audio-video.

Diplomato al Conservatorio di Cagliari, prima in contrabbasso poi in strumenti a percussione, Roberto Pellegrini è sempre stato un artista attivissimo nel mondo del jazz, dell’improvvisazione e della musica contemporanea. Negli anni ha collaborato con compositori e interpreti di altissima levatura – tra i quali Mauricio Kagel, James Wood, David Cossin, Giancarlo Schiaffini, Michiko Hirayama, Lester Bowie, Furio Di Castri, Paolo Fresu, Enrico Rava – intervenendo in numerosi festival internazionali e divenendo con la sua gentilezza e professionalità un riferimento imprescindibile in Sardegna.

Ha ricoperto il ruolo di docente di percussioni e di batteria jazz prima nel Conservatorio di Sassari poi in quello di Cagliari, creando nell’isola una moderna scuola di percussionisti, che ha formato e continua a formare ottimi professionisti. Musicista, percussionista ed improvvisatore moderno, versatile e colto, era capace di esprimersi e di comunicare in qualsiasi ambito musicale; i suoi molteplici interessi spaziavano dal cinema alla letteratura e all’arte.

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Il sito archeologico di Tharros come polo di attrazione turistica attraverso grandi eventi di spettacolo e la costituzione di un sistema di rete che lo collega agli altri beni culturali della penisola del Sinis, in provincia di Oristano, e della Sardegna intera. A scommettere su una delle più affascinanti aree archeologiche dell’isola, con il suo anfiteatro naturale immerso in uno scenario unico, per realizzare una location di spettacolo tra le più suggestive in Europa, sono l’associazione culturale Dromos di Oristano, organizzatrice dell’omonimo festival (al traguardo della sua ventesima edizione la prossima estate) ed il comune di Cabras, nel cui territorio ricade il sito archeologico. Lo faranno con un progetto finanziato attraverso il bando Culture Lab “Sostegno finanziario alle imprese del settore culturale e creativo per lo sviluppo di progetti culturali innovativi”, uno strumento per “creare opportunità di lavoro favorendo la competitività delle imprese” promosso dalla Regione Autonoma della Sardegna nell’ambito del POR FESR 2014-2020.

Sostenuto dal Banco di Sardegna, il progetto integrato prevede interventi di adeguamento con strutture amovibili dell’anfiteatro all’interno della zona archeologica di Tharros, in un’area non interessata dagli scavi e priva di resti archeologici affioranti, miglioramenti della sicurezza, dell’accessibilità alle informazioni culturali e commerciali del sito archeologico, e un cartellone di concerti e spettacoli allestito attraverso un adeguato coinvolgimento degli operatori di spettacolo e dei circuiti teatrali e musicali regionali e nazionali. Ad inaugurarlo il prossimo 25 giugno, come anteprima del ventesimo festival Dromos, una serata d’eccezione con il progetto Two Islands, che audacemente affianca gli estri e la fantasia del trombettista sardo Paolo Fresu con quelli del violoncellista siciliano Giovanni Sollima, accompagnati dall’Orchestra da Camera di Perugia, mentre è già un’altra data da segnare in agenda quella del 12 agosto: in concerto all’Anfiteatro di Tharros il cantautore Ermal Meta, vincitore, in coppia con Fabrizio Moro, dell’ultimo Festival di Sanremo con la canzone “Non mi avete fatto niente”.

 

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Oggi la seconda (e conclusiva) giornata di Jazz Island for UNESCO: musica, natura e cultura a Tavolara, Alghero, San Teodoro e Su Nuraxi di Barumini per l’International Jazz Day promosso dall’UNESCO. Una scaletta fitta di impegni completa oggi l’edizione 2018 di Jazz Island for UNESCO, la due giorni di musica, natura e cultura con cui si celebra, in sei diverse località della Sardegna, l’International Jazz Day, l’appuntamento annuale del 30 aprile promosso dall’UNESCO: un cartellone di eventi allestito dalla rappresentanza sarda dell’Associazione Italiana Giovani per l’UNESCO, l’Ente Musicale di Nuoro (responsabile dei Seminari Jazz che da trent’anni si tengono ogni estate, tra fine agosto e i primi di settembre, nel capoluogo barbaricino), l’associazione culturale Time in Jazz di Berchidda (titolare dell’omonimo festival fondato nel 1988 e diretto da Paolo Fresu), e la rassegna JazzAlguer (in corso ad Alghero, da dicembre fino al prossimo luglio).

Ernst Reijseger © Roberto Cifarelli

 

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Novità e aggiornamenti nel programma di Jazz Island for UNESCO, la due giorni di musica, natura e cultura con cui si celebra, il 29 e il 30 di questo mese in varie località della Sardegna, l’appuntamento annuale dell’International Jazz Day promosso dall’UNESCO: un cartellone di eventi organizzato dalla rappresentanza sarda dell’Associazione Italiana Giovani per l’UNESCO, l’Ente Musicale di Nuoro (responsabile dei Seminari Jazz che da trent’anni si tengono ogni estate, tra fine agosto e i primi di settembre, nel capoluogo barbaricino), l’associazione culturale Time in Jazz di Berchidda (titolare dell’omonimo festival fondato nel 1988 e diretto da Paolo Fresu), e la rassegna JazzAlguer (in corso ad Alghero, dallo scorso dicembre fino al prossimo luglio).

La prima notizia riguarda l’evento inaugurale di domenica 29 aprile, in programma all’Asinara, l’isola parco di Porto Torres: sono andati esauriti i posti disponibili per Asinara Trekkin’ Jazz, curato da Time in Jazz in collaborazione con Escursi.com, portale online sul mondo escursionistico della Sardegna, con il patrocinio e il sostegno del Comune di Porto Torres e la collaborazione del Parco Nazionale dell’Asinara – Area Marina Protetta. Sopraggiunti problemi logistici hanno costretto a limitare il numero di partecipanti sotto la prima soglia stabilita di 450 posti. Tutto confermato, comunque, per quanti hanno effettuato per tempo la prenotazione per la giornata sull’isola: dopo il ritrovo dei partecipanti alle 7.45, partenza alle 8.30 da Porto Torres a bordo del traghetto Delcomar alla volta dell’Asinara per un suggestivo percorso di trekking di circa sette chilometri con guide esclusive del Parco Nazionale, coordinato dal team di Escursi.com: un viaggio in un luogo da sogno, popolato da piante e animali unici, in compagnia della musica della Funky Jazz Orchestra, street band di casa a Berchidda diretta dal trombettista Antonio Meloni, con la sua trascinante miscela di brani tra funky, jazz, pop, rock e arrangiamenti originali.

Novità anche per l’appuntamento nell’altra isola che offre il suo scenario alla due giorni dell’International Jazz Day in terra sarda: da domenica 22 a mezzogiorno sarà infatti possibile prenotarsi per il trekking musicale in programma lunedì 30 a Tavolara, tramite l’apposito form pubblicato sul sito www.timeinjazz.it e nella pagina facebook di Jazz Island for UNESCO. L’eccezionalità dell’evento – a cura di Time in Jazz e della rappresentanza regionale dell’Associazione Italiana Giovani per l’UNESCO in collaborazione con l’Area Marina Protetta di Tavolara Punta Coda Cavallo e i comuni di Loiri Porto San Paolo, di San Teodoro e di Olbia con il contributo della Fondazione di Sardegna – prevede la partecipazione di un massimo di 150 persone, per cui è necessario accreditarsi.

Il programma di Tavolara Trekkin’ Jazz (questo il titolo) propone una passeggiata/laboratorio lungo il Sentiero del Prolago (circa 2 km) alla scoperta delle sue specificità naturalistiche, e gli interventi musicali del violoncellista olandese Ernst Reijseger, uno dei più originali e rappresentativi esponenti della musica di improvvisazione europea, con il Cuncordu e Tenore de Orosei, tra i complessi di primissimo piano nel campo delle musiche vocali della Sardegna, con il suo repertorio che abbraccia entrambe le forme della tradizione vocale del suo paese: quella del canto sacro, tipica delle confraternite religiose, e quella profana del canto a tenore, iscritto nel 2008 dall’UNESCO nella lista rappresentativa del patrimonio culturale immateriale dell’Umanità.

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Il Circolo culturale sardo “Logudoro” di Pavia ha aderito alla richiesta di patrocinio e di collaborazione formulata dal Dipartimento di Neuroscienze dell’Università di Pavia per il simposio “Ri-trascrizioni: la scrittura manuale tra storia, arte e neuroscienze”, organizzato dall’Ordine degli Psicologi della Lombardia e dall’Università degli Studi di Pavia.

Il saluto del Circolo ai convegnisti è stato portato dalla presidente Paola Pisano.

Nell’ottica di promozione dei prodotti sardi il Circolo  ha offerto ai convegnisti, alla fine dei lavori, nel  salone del Rettorato, un apprezzato buffet “alla sarda” (grazie ai soci Angela Congiu, Gesuino Dente e Luca Lazzati).

L’importante incontro di studi  ha avuto notevole eco presso la stampa nazionale (giornali, radio e tv).

“La Repubblica” gli ha dedicato prima un articolo e poi un’intera pagina (entrambi a firma di Giuliano Aluffi). Ecco cosa ha scritto il 4 aprile il quotidiano. «Salvate la scrittura manuale per proteggere la memoria e la creatività». È lo spirito del simposio “Ri-Trascrizioni, la scrittura manuale tra storia, arte e neuroscienze” che si terrà il 10 aprile all’Università di Pavia, e che inaugurerà un’opera di ricopiatura a mano, aperta a tutti, degli “Esercizi di stile” di Raymond Queneau. «Il progetto Ri-Trascrizioni nasce da un’idea di Antonello Fresu, psichiatra e artista visivo di successo – spiega Gabriella Bottini, docente di Neuropsicologia all’Università di Pavia -. L’idea è di esporre in luoghi pubblici una postazione con un libro, perché chi vuole possa copiarne brani a mano su un libro bianco». Lo scopo è sottolineare il valore cognitivo della scrittura. «Oggi c’è un impoverimento espressivo degli studenti – spiega Eraldo Paulesu, docente di psicologia all’Università di Milano-Bicocca. «Legato alla predominanza, sui mezzi digitali, dell’audio, delle abbreviazioni e dei testi supercontratti. Il recupero della scrittura manuale può ridarci padronanza nell’esprimerci».

Ha scritto, fra l’altro, il settimanale “Famiglia  Cristiana”: «Pochi giorni fa anche gli studiosi di neuroscienze dell’Università di Pavia, in un simposio sul tema “Ri-Trascrizioni, la scrittura manuale tra storia, arte e neuroscienze”  hanno fatto eco agli appelli lanciati dai loro colleghi americani ribadendo l’utilità e la bellezza della scrittura manuale ai fini della cognizione vera e propria. Prendere appunti con la penna durante una lezione – per esempio – aiuta a farne propri i contenuti. In altre parole è il primo passo dell’apprendimento, molto più utile della trascrizione meccanica delle parole dell’insegnante, anche se più veloce, attraverso la tastiera del computer».

Si è verificata una curiosa predominanza delle caratteristiche connotative della “sardità” e della “sarditudine” tra i relatori. Antonello Fresu, fratello del musicista Paolo Fresu. Di padre originario dell’oristanese Eraldo Paulesu (Università di Milano-Bicocca: “Cervello, lettura e scrittura nell’era dei robot: scenari dal XXII secolo”). Di madre sarda Clelia Martignoni (Università di Pavia: “Scritture e ri-scritture dal Centro manoscritti e altro”). Silvana Borutti (Università di Pavia), nella sua relazione “Tracce e identità. Bambini, antenati, artisti”, ha citato l’opera dello scultore sardo (Olbia, 1929) Giovanni Campus: «Anche Campus, in un’opera in cui una corda è applicata al complesso nuragico Genna Maria, fa un’operazione biomorfica che collega la vita alla cosa inanimata: Campus persegue, attraverso il segno-corda, che delimita un luogo e lo risimboleggia, una comparazione con le misure primarie del sito nuragico».

Dopo il rinfresco, tutti nello Shop-Up (negozio di vendita e promozione prodotti a marchio Università degli Studi di Pavia) del Cortile dei tassi a ricopiare a mano pagine degli “Esercizi di stile” di Raymond Queneau (di cui Michele Spinicci aveva letto alcuni brani nel corso del convegno).

Paolo Pulina

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Due giorni di musica (e non solo) in cinque angoli diversi della Sardegna: Alghero, Nuoro, Barumini, le isole dell’Asinara e di Tavolara. Così la terra dei nuraghi celebra l’International Jazz Day, l’appuntamento annuale del 30 aprile promosso dall’UNESCO, l’Agenzia dell’Onu per l’Educazione, la Scienza e la Cultura: una giornata istituita nel 2011 per sottolineare il ruolo che la musica jazz può giocare nell’unire le persone di ogni angolo del globo, per promuovere la pace, il dialogo tra le culture, la diversità e il rispetto dei diritti umani e della dignità umana, la libertà di espressione, l’uguaglianza di genere e il ruolo dei giovani nell’attuazione del cambiamento sociale.

 Jazz Island for UNESCO 2018: questo il titolo dell’iniziativa in programma in Sardegna che, cambiando percorsi e raddoppiando in durata, rilancia la formula della riuscita edizione del 2016. Artefici delle due giornate del 29 e 30 aprile sono la rappresentanza sarda dell’Associazione Italiana Giovani per l’UNESCO, promotrice della rassegna Jazz Island for Unesco 2016, e tre diverse realtà attive nella promozione e diffusione del jazz nell’isola: l’Ente Musicale di Nuoro, responsabile dei Seminari Jazz che da trent’anni si tengono ogni estate, tra fine agosto e i primi di settembre, nel capoluogo barbaricino; l’associazione culturale Time in Jazz di Berchidda, titolare dell’omonimo festival fondato (nel 1988) e diretto da Paolo Fresu; e JazzAlguer, la rassegna in corso ad Alghero, con appuntamenti mensili, dallo scorso dicembre al prossimo luglio. 

Fitto e variegato il cartellone che, mescolando musica, ambiente, siti storici, natura e cultura, si snoderà in un ideale percorso a tappe dal nord al sud dell’isola, dall’Asinara a Tavolara, da Alghero ai nuraghi di Nuoro e di Barumini, sito riconosciuto patrimonio dell’umanità dall’UNESCO.

Ernst Reijseger © Roberto Cifarelli

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Un progetto crossover tra jazz e musica da camera, classica e contemporanea, tra momenti improvvisati e parti scritte: si presenta così la formula musicale del sodalizio artistico BAM, acronimo formato dalle iniziali dei suoi tre elementi costitutivi: il contrabbassista Marco Bardoscia, il quartetto d’archi Alborada (Anton Berovski e Sonia Peana ai violini, Nico Ciricugno alla viola, Piero Salvatori al violoncello) e la pianista Rita Marcotulli. Sabato 14 aprile saranno i protagonisti del quinto appuntamento nel ricco cartellone di JazzAlguer, la rassegna in corso ad Alghero dallo scorso dicembre e fino al prossimo luglio, per l’organizzazione dell’associazione culturale Bayou Club-Events e la direzione artistica di Paolo Fresu.  

Dopo la cattedrale Santa Maria, il Teatro Civico e la chiesa di San Michele, un altro spazio di grande suggestione, la chiesa di San Francesco, farà da cornice al concerto in programma a partire dalle 21.00 sotto il titolo “Trigono”, lo stesso del fortunato cd di BAM pubblicato due anni fa dall’etichetta Tǔk Music di Paolo Fresu.

Consueta modalità per assistere all’evento: gli interessati dovranno munirsi dei biglietti gratuiti che saranno messi a disposizione ad Alghero questo sabato, 7 aprile, presso gli uffici InfoAlghero di Lo Quarter in Largo San Francesco, dalle ore 18.00 alle 19.00. Data la capienza limitata della chiesa di San Francesco, si potranno ritirare solo due biglietti a persona; venti in tutto sono invece i tagliandi che possono essere prenotati da chi non risiede in provincia di Sassari: come sempre, gli interessati dovranno inviare una mail, negli stessi orari e allegando copia di un documento di identità, all’indirizzo jazzalguer@gmail.com.

Nato da un’idea di Marco Bardoscia e della violinista Sonia Peana, il progetto BAM si muove, originariamente, su brani originali dello stesso contrabbassista e alcuni adattamenti studiati per questa formazione, per arrivare a composizioni della Marcotulli e del quartetto Alborada. Le diverse fonti musicali, jazz, musica da camera, echi di sonorità mediterranee, emergono e si fondono senza forzature per dare forma a qualcosa di nuovo, fresco e originale, sottolineando l’essenza stessa di ogni componente: il quartetto d’archi svolge un ruolo di sostegno ai solisti e, al tempo stesso, è anche una terza entità musicale autonoma.

Nel tardo pomeriggio prima del concerto, sabato 14.00 alle 18.00, Marco Bardoscia, Sonia Peana e Rita Marcotulli incontreranno il pubblico della rassegna a Lo Quarter in compagnia del regista Gianfranco Cabiddu.

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Due giorni di musica (e non solo) in cinque angoli diversi della Sardegna: dall’Asinara ad Alghero, dall’area marina di Tavolara ai nuraghi di Nuoro e di Barumini. Così la terra dei nuraghi partecipa all’International Jazz Day, l’appuntamento annuale del 30 aprile promosso dall’Unesco, l’Agenzia dell’Onu per l’Educazione, la Scienza e la Cultura: una giornata istituita nel 2011 per sottolineare il ruolo che la musica jazz può giocare per unire le persone di ogni angolo del globo, per promuovere la pace, il dialogo tra le culture, la diversità e il rispetto dei diritti umani e della dignità umana, la libertà di espressione, l’uguaglianza di genere e il ruolo dei giovani nell’attuazione del cambiamento sociale.

Jazz Island for Unesco: questo il titolo dell’iniziativa in programma in Sardegna che, cambiando percorsi e raddoppiando in durata, rilancia la formula del riuscito precedente datato 2016. Artefici delle due giornate del 29 e 30 aprile, anche stavolta in collaborazione e d’intesa con la rappresentanza sarda dell’Associazione Italiana Giovani per l’Unesco, sono tre diverse realtà attive nella promozione e diffusione del jazz nell’isola: l’Ente Musicale di Nuoro, artefice dei Seminari Jazz che da trent’anni si tengono ogni estate, tra fine agosto e i primi di settembre, nel capoluogo barbaricino; l’associazione culturale Time in Jazz di Berchidda, titolare dell’omonimo festival fondato (nel 1988) e diretto da Paolo Fresu; e JazzAlguer la rassegna in corso ad Alghero, con appuntamenti mensili, dallo scorso dicembre al prossimo luglio.

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E’ stato presentato questa mattina, a Milano, il cartellone del 31° Time in Jazz, il festival internazionale ideato e diretto da Paolo Fresu, in programma dall’8 al 16 agosto tra il suo paese natale, Berchidda, e vari altri centri del nord Sardegna. Tra i partecipanti alla conferenza stampa, che si è tenuta al Palazzo della Triennale, il giornalista Stefano Salis ha sottolineato come Paolo Fresu abbia contribuito con il suo festival allo sviluppo e a rendere centrale Berchidda. Un concetto ripreso nel suo intervento anche da Pierluigi Stefanini, presidente di Unipol Gruppo, tra i principali partner del festival. Nel rivendicare la diversità di Time in Jazz, nato come una scommessa nel 1988, il suo direttore artistico ha posto l’accento sull’importanza della cultura come straordinario strumento di investimento: citando un recente studio del CISET, Centro Internazionale di Studi sull’Economia Turistica, sulle ricadute degli eventi culturali e di spettacolo, Paolo Fresu ha proposto i dati essenziali del festival dove, a fronte di un budget di circa 5oo mila euro spesi nell’organizzazione di ciascuna edizione, ogni euro investito ne produce 15 di spesa dei visitatori, per 6 euro di valore aggiunto.

Al tavolo dei relatori anche Nick The Nightfly, cantante, deejay e inconfondibile voce di Radio Monte Carlo (new entry fra i partner di Time in Jazz), che ha parlato di questa nuova collaborazione, che desiderava fare da tempo, e di come per lui Berchidda sia stato un luogo della fantasia, fino a quando non ci è andato per la prima volta, undici estati fa.