27 April, 2024
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I locali dell’Episcopio di Alghero hanno ospitato, questa mattina, la conferenza stampa in previsione della Beatificazione della Serva di Dio Edvige Carboni, in programma a Pozzomaggiore sabato 15 giugno. Nel corso dell’incontro sono intervenuti i vari Presidenti delle Commissioni, costituitesi per l’evento religioso, ed il vicario generale, mons. Giuseppe Curcu, che ha presenziato l’appuntamento con i giornalisti. Quest’ultimo ha portato i saluti del vescovo Mauro Maria Morfino, assente per motivi di salute, rinnovando il “grazie” espresso per tutti coloro che si sono adoperati e si stanno adoperando per l’organizzazione della Beatificazione.

«Una circostanza speciale ed eccezionale, che viviamo con tutto l’entusiasmo che un avvenimento del genere comporta – ha affermato il vicario generale nel suo intervento -. Edvige era una donna semplice, una donna delle nostre comunità, come tante che si dedicano a servire gli altri. La nostra Beata è testimone di una fede forte e Dio l’ha privilegiata con segni unici, nella condivisione della sua passione.»

Il biografo di Edvige Carboni, prof. Ernesto Madau, presidente del Movimento Parrocchiale ha evidenziato come tutto il paese di Pozzomaggiore stia vivendo questa attesa con entusiasmo, ma anche tanta devozione: «Una vicinanza ad Edvige manifestata anche all’arrivo delle spoglie, lo scorso 25 maggio quando, come la Beata aveva profetizzato al suo ultimo saluto alla città natale, le strade non sono bastate per contenere la grande folla accorsa nel paese». Un percorso condiviso con la Congregazione dei Padri Passionisti, ai quali la Carboni era molto legata soprattutto nella sua permanenza a Roma, che hanno custodito il corpo a Nettuno, nel santuario di Santa Maria Goretti, ed ora continueranno a prendersene cura a Pozzomaggiore. Il parroco, Padre Antonio Annecchino, ha spiegato come il legame tra la Congregazione della Passione di Gesù Cristo e la Beata si sia consolidato grazie ai contributi di padre Ignazio Parmeggiani per arrivare sino a padre Fortunato Ciomei. Il presidente della Commissione culturale e artistica, don Paolo Secchi, ha descritto ai presenti le caratteristiche dell’arca che contiene le spoglie mortali della Carboni e del reliquiario, nonché lo sviluppo iconografico del logo ufficiale della Beatificazione. Il restauro e la presenza sull’altare della Celebrazione del Crocifisso che parlò alla Beata, conosciuto come Babbu Mannu, sono state possibili grazie all’opera congiunta dei restauratori e all’interessamento della Soprintendenza che ha collaborato con l’Ufficio per i Beni culturali ecclesiastici. Connubio che sta portando anche alla realizzazione, nella parrocchiale di San Giorgio, della Cappella che ospiterà i resti mortali della mistica.

Mons. Angelo Cocco ha parlato ai presenti del percorso liturgico verso la Beatificazione, la cui Celebrazione Eucaristica sarà espressione del forte senso di comunione tra le diocesi sorelle della Sardegna. La solenne funzione sarà presieduta dal Cardinale Angelo Becciu, prefetto della Congregazione delle Cause dei Santi.

«Sono tanti i volontari che stanno offrendo il loro contributo perché tutto vada per il meglio – ha affermato il sindaco di Pozzomaggiore, Mariano Soro – insieme ai vari professionisti  che sono stati incaricati dalla struttura organizzativa nei molteplici settori di competenza». Un cospicuo dispiegamento di forze, ha precisato don Giampiero Piras responsabile per l’ambito economico, che ha reso necessario un investimento notevole, grazie in primis al lavoro svolto negli anni dal Comitato, alla Diocesi, all’Amministrazione e a tutte quelle persone che hanno donato la loro piccola o grande offerta, manifestando una bellissima condivisione e un’esclusiva testimonianza di unità e compartecipazione.

«Alla Santa Messa, che avrà inizio alle ore 10.30 (diretta su Videolina) hanno già aderito in cinquemila da tutta l’Isola e non solo – ha spiegato Giuseppe Manunta, presidente della Commissione Promozione e Comunicazione, che ha moderato l’incontro – ma le adesioni alla Segreteria Generale stanno continuando a giungere anche in questi minuti.»

L’organizzazione raccomanda, per sabato 15 giugno, la massima puntualità negli arrivi e la necessità di prevedere autonomamente alla dotazione di materiale per la protezione solare.      

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Pochi giorni fa, a Cagliari, Fabio Ardau presentava la curata pubblicazione Cattedrali di Sardegna, per i tipi della Gangemi. Un’opera che è stata definita ‘polifonica’, in quanto frutto della sinergia messa in atto da chi, ordinariamente, lavora alla promozione ed alla tutela dei Beni Culturali, pensata ed allestita in vista di una progettualità mirante all’adeguamento liturgico dei templi che vi sono rappresentati.

È di tutta evidenza come ciò rimarrebbe ad un livello puramente teorico se le Curie diocesane non si impegnassero fattivamente per la salvaguardia delle chiese madri presenti sul loro territorio e nelle quali i condiocesani si concentrano e si identificano. Nella logica di tale fattività, la Diocesi di Alghero-Bosa ha avuto ed ha a cuore lo stato di salute anche della chiesa Concattedrale di S.M. Immacolata in Bosa. Caro a tutti, bosani e no, tale scrigno di tesori inestimabili (fra i tanti, gli ariosi affreschi di E. Scherer) è notoriamente, e fisiologicamente, indebolito per la contiguità delle acque del Temo, le quali (come risulta da recenti Studi di staticità eseguiti ad hoc sugli apparati fondazionali) costringono l’intero corpo architettonico in una condizione che si configura di ‘perenne assestamento’. Da ciò: lesione degli intonaci, alterazioni cromatiche e distacchi di stucchi i quali, per la sicurezza delle persone, hanno prudentemente indotto le Istituzioni competenti ad interdire una cospicua parte del Tempio.

Tra gli anni 2017-2018, al fine di garantire la fruibilità della chiesa, si allestiva un imponente e costoso progetto di ‘controsoffittatura’ dell’intera aula mediante una rete che impedisse ad eventuali calcinacci di raggiungere il suolo e, soprattutto, fedeli e turisti in visita. Nel frattempo – la notizia è piuttosto recente – giungeva a maturazione uno stadio avanzato del Protocollo di Intesa RAS – CES nell’ambito della Programmazione Territoriale (2014-2019, Strategia 5.8), per cui, assieme all’Unione di Comuni del Marghine (in ordine ad interventi di recupero e restauro delle chiese di S. Pantaleo in Macomer e, sebbene ad una fase ancora iniziale della Pratica, di Sant’Antonio Abate in Silanus, per € 150.000) ed assieme all’Unione di Comuni del Meilogu con l’Unione di Comuni Villanova (in ordine ad interventi di recupero e restauro delle chiese di N. S. di Corte in Sindia e di San Leonardo Ab. in Villanova M., per € 1.150.000), si preventivava, a favore dell’Unione di Comuni Montiferru-Sinis con l’Unione di Comuni Planargia, di intervenire sulle chiese di San Pietro Ap. in Santulussurgiu e di S.M. Immacolata in Bosa, per € 1.600.000).

Ora, dati i tempi di ‘vacche magre’ nei quali ci troviamo ad operare, parrebbe quantomeno avventato posare la rete a cui si accennava (il cui costo, salvo imprevisti, era stimato pari a € 50.000) se si potrà intervenire direttamente sulle superfici che la facevano sembrare utile.

Comprensibilmente, la vicinanza della Settimana Santa e della Pasqua – con i partecipatissimi Riti che la nostra Diocesi custodisce – rende più sensibile il nervo, già scoperto, dell’agibilità della chiesa Concattedrale, nella quale tali eventi individuano un loro fulcro. E non senza cura la Diocesi intera partecipa di tale disagio. Ma è per averla nuovamente, ed interamente, agibile e sicura che si chiede a tutti, bosani e no, la pazienza di sopportare questo, momentaneo, ‘Venerdì Santo’ di attesa, magari con un’intelligente dislocazione dei Riti prepasquali e pasquali in altre chiese.

Don Paolo Secchi

Direttore Ufficio

Beni Culturali ecclesiastici

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«Assicurare ai lavoratori di Olmedo la stessa dignità degli altri minatori sardi.»

Lo ha chiesto stamane alla politica regionale il vescovo di Ozieri, monsignor Corrado Melis, che ha fatto visita ai minatori in lotta nello stabilimento estrattivo fermo da due anni. Li ha incontrati, ha pregato con loro e gli ha manifestato la solidarietà sua e della comunità che guida. Nel giorno di Santa Barbara, protettrice dei minatori, gli operai hanno apprezzato la sua visita e le sue parole, un chiaro appello a procedere senza perdite di tempo ed adottare a Olmedo la stessa soluzione prevista per dipendenti del parco Geominerario.

Anche il parroco di Olmedo, don Paolo Secchi, durante la messa nella miniera, ha sostenuto l’importanza della lotta «per perseguire la giustizia sociale nella legittima rivendicazione dei minatori». Il segretario di Ugl Chimici, Simone Testoni, ricordando che i lavoratori sono senza ammortizzatori sociali da luglio, ha annunciato la convocazione di un incontro in Regione per il 12 dicembre.

«Auspichiamo che l’incontro serva per definire presente e futuro del sito e dei minatori di Olmedo – ha concluso Simone Testoni – e siano trattati con la stessa dignità degli altri.»