19 April, 2024
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Nel Salone dei Marmi di Palazzo Marina a Roma, il Capo di Stato Maggiore della Marina Militare ammiraglio Valter Girardelli ed il presidente dell’Agenzia Spaziale Italiana (ASI), professor Roberto Battiston hanno firmato il primo accordo esecutivo per la collaborazione inter-agenzia nel settore delle attività spaziali applicate alla sorveglianza marittima nel pieno spirito

Iniziativa questa che «guarda oltre l’orizzonte – ha commentato l’ammiraglio Girardelli durante la significativa cerimonia – individuando quei settori di reciproco interesse in grado di perfezionare le rispettive conoscenze e competenze in materia di tutela e sorveglianza dei mari e di innovazione tecnologica nei settori correlati a tali attività».

«Si  tratta di un accordo di fondamentale importanza – ha commentato il presidente dell’ASI, Roberto Battiston – che renderà sempre più disponibile all’amministrazione della Difesa  i prodotti e i servizi innovativi che derivano dall’infrastruttura satellitare. Le capacità  nazionali di geo informazione per la sicurezza marittima sono un’eccellenza italiana che dobbiamo mantenere e valorizzare:»

La crescente rilevanza della dimensione marittima nel cosiddetto “Secolo Blu” spinge naturalmente verso una fattiva collaborazione per diversi programmi e progetti europei dedicati alla maritime security e alla sorveglianza marittima che assume un ruolo sempre determinante per il futuro geopolitico e talassopolitico  del Paese. Le attuali infrastrutture satellitari di osservazione della Terra non sono progettate specificamente per questo scopo e l’accordo apre la strada per la realizzazione di una infrastruttura spaziale dedicata basata sul concetto di costellazione, che possa garantire la copertura continua delle aree marittime d’interesse strategico e per la quale la Marina Militare fornirà le conoscenze, procedure e mezzi utili per arrivare fino alla possibilità di prevedere lanci spaziali da piattaforme navali ed alla valorizzazione delle ampie sinergie possibili in ambito spaziale con la componente subacquea della Marina Militare.

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L’esplorazione interplanetaria da oggi passa attraverso la Sardegna. Al Radiotelescopio di San Basilio è stato inaugurato il Sardinia Deep Space Antenna (SDSA) dell’Agenzia Spaziale Italiana (ASI) che offrirà supporto alle missioni nello spazio, dialogando con i satelliti, in un sistema che coinvolge soltanto 5 infrastrutture del genere al mondo: quella di San Basilio è una delle più all’avanguardia.
«È una giornata molto importante per la Sardegna – dice il vicepresidente della Regione Raffaele Paci -. Crediamo molto nel settore dell’aerospazio, l’abbiamo sostenuto dal primo momento, abbiamo investito tanto e continuiamo a farlo, e la presenza qui di Asi, Nasa, Esa, Inaf, JPL (Jet Propulsion Laboratory), delle altre Agenzie spaziali, che credono in questa strutturar e nelle sue potenzialità, dimostra che la strada è quella giusta. La Sardegna oggi entra in un network mondiale che, sono sicuro, porterà importanti ricadute economiche, occupazionali e di sviluppo in tutto il territorio.»

Un “club esclusivo”, come l’ha definito il presidente dell’ASI Roberto Battiston, che ha spiegato come da oggi in poi il ruolo del Radiotelescopio non sarà più solo quello di osservare e ascoltare l’universo ma anche di interagire con i satelliti lanciati nello spazio per riportare dati anche in funzione di nuove missioni interplanetarie e lunari.
Il Sardinia Deep Space Antenna condivide con SRT una parte delle dotazioni ma ha un suo equipaggiamento e un centro di controllo specifico per comunicare con i veicoli spaziali. È diventato oggi ufficialmente operativo nell’ambito del Deep Space Network della Nasa, ma fornirà servizi di comunicazione e navigazione anche per le sonde interplanetarie europee. È nato grazie ad accordi tra Asi e Inaf e a uno specifico accordo Asi-Nasa che ne assicura l’utilizzo in una molteplicità di missioni interplanetarie in collaborazione con JPL. Il suo debutto è stato legato alla fase finale della missione della sonda Cassini nel sistema di Saturno, il cui tuffo finale è stato seguito in diretta mondiale proprio attraverso il Radiotelescopio di San Basilio.
Per il Radiotelescopio di San Basilio, realizzato dall’Inaf in collaborazione con ASI, Regione, Miur e Università, la Regione ha investito oltre 20 milioni di euro. Ma non solo: per sostenere e far crescere le imprese che operano nell’aerospazio, sono stati investiti oltre 12 milioni di euro. «Bandi che hanno avuto un successo enorme, con domande di finanziamento che hanno superato di molto la dotazione disponibile tanto che abbiamo aggiunto altri soldi per garantire il finanziamento di tutti i progetti idonei. Questo dimostra che è un settore che sta crescendo molto e che, come si vede dai progetti presentati ai bandi, sta riuscendo a passare dalla fase di ricerca pura a quella di ricaduta sul territorio, e questo è un passaggio fondamentale perché è quello che può portare sviluppo e posti di lavoro – spiega Raffaele Paci –. Continueremo a lavorare per sostenere l’aerospazio, insieme all’Universita e all’Inaf, perché la sinergia è fondamentale e ci ha permesso di arrivare all’importante risultato di oggi».
Il vicepresidente della Regione ricorda poi quanto l’alta tecnologia sia fondamentale, soprattutto in una regione come la Sardegna, per costruire un futuro solido. «Con l’alta tecnologia possiamo superare il gap geografico, che spesso è un limite, trasformandolo in una risorsa. Le caratteristiche della nostra isola e le competenze digitali che possiamo garantire sono ideali per ospitare importanti progetti internazionali: pensiamo ad Aria nella miniera di Seruci o a SarGrav a Lula, pezzi di storia del nostro passato che rivivono grazie all’alta tecnologia. Questa è la strada, e oggi qui a San Basilio riceviamo un riconoscimento mondiale che ci rende molto orgogliosi», conclude Raffaele Paci.

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Il futuro dell’astrofisica nazionale e internazionale passa anche dalla Sardegna che, grazie a infrastrutture già presenti e eccellenti competenze sviluppate nel tempo, si candida a diventare uno dei pilastri della ricerca sulla cosiddetta spazzatura spaziale. È questo uno degli argomenti affrontati in un incontro nella sala Giunta di viale Trento fra il vicepresidente della Regione,, il presidente dell’Agenzia Spaziale Italiana (ASI) Roberto Battiston, il presidente dell’Istituto Nazionale di Astrofisica (INAF) Nicolò D’Amico, il presidente del Distretto Aerospaziale della Sardegna (DASS) Giacomo Cao e un gruppo di studiosi ed esperti del settore.
Nel corso dell’incontro, sono stati affrontati i possibili sviluppi di un settore, come quello dell’Astrofisica, che ha già una storia importante in Sardegna e su cui la Giunta punta molto anche all’interno della Smart Specialization Strategy, la strategia di specializzazione intelligente inserita come elemento di punta nella nuova programmazione del Fesr 2014-2020. Regione e ASI stanno definendo un protocollo d’intesa quadro per definire i numerosi ambiti nei quali sviluppare la collaborazione tra le due istituzioni.
«L’Aerospazio è uno dei settori in cui crediamo fortemente – ha ribadito il vicepresidente Paci -. Ora, grazie anche ai finanziamenti messi in campo dall’Europa per questo settore, vogliamo dare un passo avanti, trasformando la ricerca di base in opportunità di lavoro, ricchezza e crescita sociale per la nostra regione».
Radiotelescopio San Basilio 1