24 April, 2024
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Da lunedì 25 a venerdì 29 marzo, il Palazzo Bellavista, sede del Consorzio AUSI, nell’ambito delle attività del dottorato Capacities Building for Global Health – Costruire Competenze per la Salute Globale, ospiterà il modulo di formazione intensivo in Metodologia della Ricerca Epidemiologica nella prospettiva One Health – Global Health.

Il corso di dottorato Capacities Building for Global Health, diretto dal prof. Mauro Giovanni Carta del Dipartimento di Scienze Mediche e Sanità Pubblica dell’Università di Cagliari, mira a formare professionisti della salute capace di produrre ricerca, supportare l’organizzazione dei servizi, condurre verifiche di qualità e disseminare competenze in funzione dei bisogni di salute delle comunità e del singolo individuo, in linea con le sfide poste dalla globalizzazione. In questa prospettiva, il corso vuole creare consapevolezza ed expertise sull’interfaccia tra economia, società, ambiente e sull’impatto che le diseguaglianze e le differenze di accesso implicano sulla salute.

 Il percorso produrrà professionalità non solo cliniche, ma anche tecniche e sociali. Temi specifici sono:

  •  la prevenzione / promozione della salute in ottica global health, ovvero competenze in metodologia della prevenzione ed epidemiologia, ma anche su strategie utili affinché tutti possano beneficiare delle azioni;
  • l’approccio one health; la salute dell’essere umano e degli ecosistemi che lo circondano sono interdipendenti.  L’espansione geo/demografica umana produce un avvicinamento dei differenti ecosistemi con sempre più frequenti malattie che operano salti di specie; anche i cambiamenti climatici, influenzano una maggiore trasmissione di patologie da vettori. L’approccio One Health vuole offrire competenze che permettano di affrontare situazioni come le pandemie o la resistenza agli antibiotici in una chiave strategica più complessa;
  •  la formazione in riabilitazione avrà come riferimento l’iniziativa OMS “Rehabilitation 2030: A Call for Action”. I bisogni di riabilitazione sono in aumento a causa del rapido invecchiamento della popolazione con conseguente crescita dei problemi di salute fisica e mentale. L’invecchiamento demografico delle zone rurali ha inoltre incrementato il bisogno in aree difficilmente raggiungibili. Si impone, perciò, una azione a lungo termine che prolunghi i tempi di autonomia, migliori la qualità della vita e la partecipazione alla società. L’esperto dovrà supportare il personale a distanza; contribuire alla risposta nelle emergenze sanitarie e integrare i percorsi riabilitativi con le altre reti. Sono strettamente legati a questi obiettivi anche la lotta allo stigma, l’introduzione di elementi sulla comunicazione che tengano conto della convenzione ONU sui diritti delle persone con disabilità e il ruolo attivo del cittadino utente. Queste competenze interfacceranno moduli specifici inerenti all’informazione sanitaria, la sanità nel ciclo di vita e l’active aging;
  •  altro elemento fondante sarà (in relazione anche al punto precedente) l’acquisizione di competenza circa il supporto tecnologico alla sanità di prossimità.

Ultimo, ma non meno importante, l’interfaccia tra salute per tutti e medicina di precisione, con l’acquisizione di tecniche di laboratorio.

Il dottorato costruisce percorsi “su misura” per specifiche professioni che si integrino con l’insieme dell’offerta e siano indirizzati agli obiettivi generali pur nella valorizzazione delle specifiche competenze.

Il percorso è costruito in collaborazione tra le Università di Cagliari, Ferrara, Salerno e Palermo.

L’Università di Cagliari è leader riconosciuta in campo nazionale nelle professioni sanitarie della riabilitazione “psy” e della prevenzione, e svolge un ruolo strategico nell’area mediterranea, anche attraverso il Prof. Mauro Giovanni Carta, direttore del corso di Dottorato, che, oltre ad essere presidente della Società Mediterranea di Salute Mentale e responsabile per il Mediterraneo del programma Quality Rights dell’OMS, ha gestito progetti della cooperazione europea (DG INPA) con il Libano (DG SANTE), con Istanbul e progetti della cooperazione italiana con la Tunisia.

L’Università di Salerno è capofila riconosciuta in ambito nazionale nelle nuove tecnologie per la medicina a distanza, mentre quella di Palermo nella medicina di precisione e quella di Ferrara nelle cure psicosomatiche.

«Nell’ambito del programma del dottorato, è stata attivata una collaborazione con il Comune di Iglesias, che ha come obiettivo quello di stimolare la ricerca e le buone pratiche per promuovere l’accessibilità delle amministrazioni locali da parte delle persone con disabilità. Il progetto ha ottenuto un finanziamento PNRR che consente che un percorso dottorale sia dedicato a questo argomento e portato avanti proprio nel Comune. La stessa ASL del Sulcis ha investito risorse umane per rafforzare questo programma», spiega il prof. Mauro Giovanni Carta.

La dottoranda che porterà avanti il proprio percorso dottorale in collaborazione con il comune di Iglesias è la dott.ssa Samantha Pinna, che parteciperà, insieme agli altri 7 dottorandi del corso alla settimana di formazione presso la sede del Consorzio AUSI: «Frequentare un dottorato di ricerca che mi permettesse di unire la mia passione per la ricerca e per i diritti umani e, allo stesso tempo, di utilizzare le competenze preziose che ho acquisito negli anni a livello nazionale ed internazionale in organizzazioni di rilievo quali l’Asian Development Bank e l’International Organization for Migration del sistema delle Nazioni Unite, era un sogno che è diventato realtà. Nelle mie diverse esperienze professionali, ho avuto modo di constatare quanto le persone più vulnerabili, tra cui quelle con disabilità, continuino ad essere esposte a forme di disuguaglianza e discriminazione in tutto il mondo e, proprio per questo, ho scelto di concentrare la mia ricerca sui livelli di implementazione dei principi della convenzione ONU sui diritti delle persone con disabilità, in primis quello di accessibilità, nelle amministrazioni locali per rilevare lo stato dell’arte a livello europeo ed identificare buone pratiche che possano essere adottate in contesti geografici diversi. Perché le amministrazioni locali? Credo che queste ultime, essendo il primo punto di riferimento istituzionale per i cittadini, possano esercitare un ruolo determinante nel garantire l’attuazione dei diritti e dei principi previsti dalla Convenzione attraverso l’adozione di politiche ed azioni “personalizzate” per i propri contesti territoriali e, pertanto, altamente efficaci ed esportabili, magari in forme “adattate”, in altre realtà», spiega la dott.ssa Samantha Pinna.

«Più in generale, il tema della salute globale è strettamente connesso con quelli della difesa dell’ambiente, centrali nell’azione del Consorzio Promozione Attività Universitarie Sulcis Iglesiente – AUSI, ed è inoltre in perfetta coerenza con il Progetto One Health Citizen Science – PNRR, che ha come leader in Sardegna il prof. Luigi Minerba, docente membro del consiglio del dottorato, nell’ambito del quale l’area ex mineraria è una delle aree target.»

Il programma:

  • Lunedì 25 marzo 2024

– Ore 10.00-11.00. Mauro Giovanni Carta Università di Cagliari, Direttore del dottorato “Capacities Building for Global Health”

Introduzione, benvenuto e saluti delle autorità.

– Ore 11- 13 Paolo Contu Università di Cagliari.

Definizioni e concetti di base One Health – Global Health.  L’importanza della ricerca Epidemiologica.

– Ore 13.00-15.00 Pausa

– Ore 15.00-18.00 Fabrizio Bianchi CNR Roma.

Gli studi ecologici. I community surveys, le misure di frequenza (lezione + esercitazione in gruppi).

  • Martedi 26 marzo 2024

– Ore 9-13. Peter K. Kurotschka, Università di Wurzburg Germania – Federico Meloni Università Europea del Mediterraneo.

Gli studi di Coorte (lezione + esercitazione in gruppi)

– Ore 13.00-15.00 Pausa

– Ore 15.00-18.00 Mauro Giovanni Carta – Federica Sancassiani, Università di Cagliari

Metodologia della Misura della Qualità delle Cure (lezione + esercitazione in gruppi).

  • Mercoledì 27 marzo 2024

– Ore 9.00-13.00 Michele Fornaro Columbia University e UNINA Federico II – Diego Primavera Università di Cagliari

Gli studi randomizzati controllati (lezione + esercitazione in gruppi).

– Ore 13.00-15.00 Pausa.

– Ore 15.00-18.00 Alessandra Perra – Giulia Cossu Università di Cagliari

Esercitazioni in gruppi su temi svolti.

  • Gioved’ 28 marzo 2024

– Ore 9.00-13.00 Fabrizio Bert Università di Torino – Mauro Giovanni Carta Università di Cagliari

Gli studi caso-controllo (lezione + esercitazione in gruppi)

– Ore 13.00-15.00 Pausa

– Ore 15.00-17.00 Massimo Tusconi Università di Cagliari

 Esercitazioni in gruppi su temi svolti

  • Venerd’ 29 Marzo 2024

– Ore 9-13 Antonello Preti Università di Torino – co-conduttrice Eleonora Prina OMS Collaborating Center Verona

Review Sistematiche e Meta Analisi (lezione + esercitazione in gruppi)

Tutor d’Aula Mauro Giovanni Carta, Federica Sancassiani, Giulia Cossu, Alessandra Perra, Diego Primavera

E’ stato presentato questa sera, nel corso di una conferenza stampa svoltasi nel Centro direzionale di via Isonzo, a Iglesias, il dottorato “Capacities building for Global Health”, organizzato dall’Università degli Studi di Cagliari in collaborazione con il comune di Iglesias e le università di Ferrara, Palermo e Salerno. L’idea progettuale, diretta dal prof. Mauro Giovanni Carta, Dipartimento di Scienze Mediche e Sanità Pubblica, nasce dalla convergenza di differenti attori sul tema dell’inclusione sociale e dalle opportunità offerte dai fondi di ricerca del Piano Nazionale di Ripresa e Resilienza. L’azione non utilizza quindi fondi delle amministrazioni locali ma indirizza risorse specificamente dedicate dal PNRR, perché la ricerca e il mondo della ricerca supportino il miglioramento delle buone prassi amministrative.

Il progetto è stato presentato da Federica Sancassiani, ricercatrice del Dipartimento Scienze Mediche e Sanità Pubblica dell’Università di Cagliari; la dottoressa Samantha Pinna, dottoranda impegnata nell’attività di ricerca; Angela Scarpa, assessora delle Politiche sociali e dell’inclusione sociale del comune di Iglesias.

L’importanza del tema oggetto del programma è oggi sottolineata da numerosi documenti delle Nazioni Unite che, a partire dalla Convenzione sui Diritti delle persone con Disabilità (CRPD) divenuta legge italiana ed europea, aprono ad una nuova visione dell’inclusione sociale nella quale, nelle parole del relatore speciale all’assemblea delle Nazioni Unite, le persone interessate devono essere attori diretti di un modello basato sui diritti. Questo indirizzo è stato recentemente accolto da direttive dell’Unione Europea e dalle nuove normative italiane.

Le amministrazioni locali quali istituzione prossime al cittadino possono giocare un ruolo fondamentale nell’attuazione di queste politiche, laddove le barriere che si vogliono abbattere non sono (solo) fisiche ma è implicata anche la lotta allo stigma e alla discriminazione nonché il supporto alla crescita delle persone interessate ad essere attori di cambiamento.

Il progetto è stato reso possibile da un lato dalla sensibilità dell’amministrazione comunale e dal sindaco di Iglesias Mauro Usai che si candida in questo modo a promuovere una rete convergente di amministrazioni locali europee. D’altro canto, il programma di Dottorato dell’Università di Cagliari “Capacities Building for Global Health” ha offerto un contesto ideale di attuazione. Più in generale un dottorato su “Global Health”, che studia determinanti di salute quali modificazioni climatiche e ambiente, trova sinergie naturali sull’azione del Consorzio Promozione Attività Universitarie Sulcis-Iglesiente che ha posto i temi della difesa ambientale e climatica come centrali.

Il percorso affronta, infatti, il tema attualissimo e innovativo di “Salute globale” che pone come prioritario il miglioramento della salute “delle comunità” e il raggiungimento dell’equità nella salute, anche in un’ottica transnazionale. In questo quadro la salute è intesa come stato di benessere e diritto umano fondamentale, risultante di processi biologici, psicologici, sociali, culturali, economici, politici e ambientali. L’approccio “Global Health” implica perciò una visione complessa che coinvolge oltre alle discipline della salute in senso tradizonale anche saperi “alleati” che studiano i determinanti di contesto quali il clima, l’ambiente e le modificazioni sociali. In questa ottica sono affrontati anche gli aspetti relativi all’inclusione sociale.

L’attività della ricerca verrà condotta dalla dottoranda vincitrice della specifica borsa dedicata, la dottoressa Samantha Pinna. Il progetto prevede un’analisi comparativa dell’attuazione e della implementazione della CRPD in diverse città europee, tra cui Iglesias e la città gemellata di Oberhausen in Germania. Oltre agli enti locali, nei diversi territori, verranno coinvolte anche le istituzioni sanitarie e scolastiche, nonché le organizzazioni della società civile, le persone con disabilità, le loro organizzazioni e i familiari. La cooperazione sarà estesa ad alcuni Paesi extra-UE dell’area Mediterranea. L’attenzione sarà sulle politiche di inclusione sociale e su azioni e servizi sociali e sanitari innovativi. Questa attività di ricerca consentirà di promuovere lo scambio di buone prassi tra diverse realtà, di costituire tavoli permanenti tra istituzioni pubbliche e rappresentanti delle persone con disabilità e di creare una rete europea di città inclusive e attente alla disabilità. Il progetto prevede anche di formule e valutare ipotesi di azioni congiunte di miglioramento e lotta allo stigma e di supporto al ruolo attivo delle persone con disabilità nelle municipalità coinvolte.

 

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«E’ necessario con urgenza un monitoraggio costante dei minori stranieri non accompagnati presenti in Sardegna per poi procedere con la mappatura delle comunità isolane.»

Ha espresso preoccupazione la Garante regionale per l’infanzia e l’adolescenza Grazia Maria De Matteis, questa mattina,  durante un incontro con i rappresentanti dell’Unicef. Dai dati resi noti dal ministero del Lavoro risulta, infatti, che al 30 settembre 2017 i minori stranieri non accompagnati registrati nell’isola siano 830, di cui 317 a Cagliari, 207 a Sassari, 72 a Oristano, 27 a Nuoro, 83 in Ogliastra, 78 a Carbonia Iglesias, 32 a Olbia Tempio e 14 nel Medio Campidano. Attualmente però ne risultano accolti nelle strutture  circa 400, del resto non si ha notizia.

«Sono allarmata – ha detto la Garante – è necessario approfondire e fare chiarezza per sapere la effettiva entità del fenomeno nella nostra terra.»

L’incontro con l’Unicef è stato il primo passo verso una collaborazione che diventerà costante con l’ufficio del Garante come avviene nelle altre Regioni d’Italia. I rappresentanti dell’Unicef Renata Corona, Ivan Mei e Samantha Pinna hanno illustrato le attività che svolgono sia a livello nazionale che internazionale e hanno espresso la grande soddisfazione di avere finalmente anche in Sardegna l’Autorità che tutela l’infanzia e l’adolescenza.

«L’Unicef sarà a fianco della Garante con un’attività di supporto – ha assicurato la delegazione – anche in Sardegna c’è tanto da fare.»

Gli obiettivi per il 2018 sono molteplici. Forti delle esperienze fatte in altre regioni d’Italia, soprattutto in quelle  dell’emergenza come Sicilia e Calabria, il Fondo delle Nazioni Unite per l’Infanzia, si propone di attuare nell’isola  una serie di progetti pilota a favore dei minori stranieri non accompagnati. Sono già allo studio, anche da parte della Garante, una serie di iniziative che possano permettere  anche ai minori di segnalare direttamente i problemi, i pericoli e le difficoltà della loro vita, come già avviene nelle altre Regioni d’Italia.

«Oggi – ha concluso la Garante De Matteis – apriamo un percorso unitario con l’Unicef che, con le altre Istituzioni che si occupano dei minori, ci consentirà di fare “rete” per aiutare tutti i nostri minori stranieri e non.»